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Notiziario Marketpress di Venerdì 27 Febbraio 2004
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IL CER È UN MEZZO, NON UN FINE, AFFERMA IL DIRETTORE GENERALE DELLA RICERCA  
 
Bruxells, 27 febbraio 2004 - Nel corso di una riunione per discutere la creazione del Cer (Consiglio europeo per la ricerca), Achille Mitsos, direttore generale della dg Ricerca della Commissione, ha ribadito il suo appoggio ad una migliore qualità della ricerca di base in Europa, sottolineando però che il Cer è un mezzo e non il fine. Mitsos era stato invitato alla riunione internazionale degli scienziati e dei decisori politici, svoltasi a Bruxelles il 24 febbraio, per illustrare il punto di vista della Commissione sulla creazione del Cer. Egli ha indicato varie condizioni previe per un maggior sostegno alla ricerca di base (ad esempio stimolare la competizione a livello europeo, definire le priorità in un'ottica scientifica e guardare all'eccellenza come unico criterio di finanziamento), ma ha aggiunto che invece di tentare di dire a cosa potrebbe somigliare un tale organismo preferiva discutere del modo per migliorare la ricerca di base. 'Il Cer non è il fine, ma solo il mezzo, anche se un mezzo indispensabile. L'europa ha bisogno di uno strumento per favorire l'eccellenza scientifica di base fondata su criteri scientifici; se ci concentreremo su questo punto arriveremo anche a delineare la struttura organizzativa necessaria', ha dichiarato. Mitsos ha indicato una recente comunicazione sulla ricerca di base come prova evidente della volontà della Commissione di promuovere un dibattito politico sull'argomento, ed ha anche sottolineato come il bilancio dell'Ue 2007-2013 indichi chiaramente che nell'ottica della Commissione la ricerca fondamentale costituisce uno dei cinque assi centrali del nuovo programma di ricerca comunitario. 'Nelle prospettive finanziarie proposte dalla Commissione, la ricerca è quella che ottiene di gran lunga i maggiori vantaggi, con un ampio aumento del bilancio. [...] Siamo alle soglie di una radicale rivoluzione del modo in cui la Commissione vede la politica della ricerca', ha commentato Mitsos, aggiungendo che la posizione verrà descritta in dettaglio a maggio in una importante comunicazione. Molti altri partecipanti alla riunione hanno lasciato tuttavia trapelare in modo più evidente il loro appoggio alla nascita del Cer. Mogens Flensted-jensen, vice presidente del gruppo di esperti Cer, ha presentato la relazione conclusiva del gruppo e si è augurato che il Cer possa essere creato ed essere operativo entro il 2007, con un bilancio annuale di 2 miliardi di euro dopo i primi tre/cinque anni di attività. Come primo passo Flensted-jensen ha suggerito di dar vita a 'un comitato scientifico di realizzazione, composto da eminenti ricercatori e dirigenti del settore ricerca con una profonda conoscenza delle procedure politiche, per offrire consulenza nella creazione del Cer'. Ha aggiunto che le conclusioni del gruppo di esperti sono il risultato di un'ampia consultazione con tutti gli interessati, ma ha anche detto di temere che i punti di vista del settore industriale non siano stati tenuti sufficientemente in conto. Le prospettive della comunità industriale sono state illustrate ai partecipanti da Horst Soboll, direttore della politica di ricerca alla Daimlerchrysler, secondo il quale il mondo industriale è favorevole all'idea di un meccanismo di sostegno alla ricerca di base ma ha 'seri dubbi' sull'attuale procedura di attuazione. 'L'ue ha bisogno di una migliore ricerca di base, ma non basta, perché si tratta solo di un anello nella catena dell'innovazione [...] Il divario reale tra Ue e Usa non è dovuto alla creazione della conoscenza di per sé, ma piuttosto allo sfruttamento e alle ricadute pratiche di questa conoscenza', ha fatto notare. Soboll ha aggiunto che all'Ue non serve un ennesimo 'comitato' e ha proposto che i nuovi fondi per la ricerca di base vengano distribuiti usando i meccanismi già disponibili. Due altri oratori hanno tuttavia espresso un punto di vista totalmente opposto. L'europarlamentare tedesco Rolf Linkohr ha detto ai delegati: 'Non vogliamo un approccio del tipo agenzia europea, che verrebbe in pratica gestita dai contabili, ma la flessibilità necessaria per la ricerca di base. [...] Se il Cer opera nel contesto dei programmi quadro bisognerà rispettarne tutte le regole. Meglio lasciar decidere agli scienziati ed evitare i regolamenti dei contabili'. Peter Tindemans, membro della commissione di Euroscience, si è detto d'accordo: 'Il Cer non dovrebbe essere un'agenzia dell'Ue o una struttura politica, con una gestione sicuramente troppo pesante. Compito degli sponsor (Ue, governi nazionali e consigli della ricerca) dovrebbe essere quello di definirne la missione, delineare un ampio quadro di riferimento e assumere la responsabilità dei fondi pubblici spesi dal Cer'. Tindemans ha terminato domandando ai delegati di non lasciare che il dibattito sul Cer si trasformi in una discussione politica, 'dalla quale potrebbe non venire mai più fuori'. Secondo Mitsos, tuttavia, creare il Cer è una scelta politica. 'Stiamo parlando di adottare una decisione politica; decisione che risulterà più facile in caso di accordo all'interno della comunità scientifica, ma che resta comunque principalmente una scelta politica'. In conclusione, l'ex ministro portoghese per la Scienza e la tecnologia José Mariano Gago ha sollecitato la comunità scientifica a trovare un accordo che tenga conto di tutte le discipline scientifiche, delle nazioni più e meno avanzate nel settore scientifico, e dei punti di vista del mondo accademico e industriale. 'Ora dobbiamo batterci al livello europeo e nazionale. La discussione sembra ancora agli inizi, e la sfida sta adesso nel rendere i decisori politici europei consapevoli del problema', ha concluso. Infolink: http://www.Elsf.org/elsferc.html  http://www.Ercexpertgroup.org/finalreport.asp  
   
   
L'ORGANIZZAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA SUL CANCRO CHIEDE UNA DISCUSSIONE DELLA DIRETTIVA SUI TEST CLINICI  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2004 - L'organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro (Eortc) ha inviato una lettera aperta agli Stati membri dell'Unione europea in cui chiede modifiche alla direttiva sull'applicazione delle buone prassi cliniche nei test clinici, e di usare una proposta belga per questa correzione. In base a questa direttiva, adottata nel 2001 e che dovrebbe entrare in vigore a maggio, gli sponsor di un test clinico assumono la completa responsabilità giuridica e finanziaria di ciascun singolo aspetto della ricerca. Questo significa che, invece del servizio sanitario nazionale, sarà lo sponsor accademico a pagare tutti i medicinali somministrati ai pazienti, anche se solo uno dei componenti della cura è sperimentale. La Commissione ritiene tuttavia la direttiva necessaria per creare un clima appropriato alla ricerca, che spinga un maggior numero di società a condurre la ricerca medica in Europa. Nell'unione, gli investimenti nella ricerca da parte di società farmaceutiche hanno subito un declino negli anni 90. L'eortc mette in dubbio quest'ottica e dichiara che la direttiva impedirà di condurre ricerche importanti. Oltre alla sponsorizzazione, l'organizzazione sottolinea i potenziali problemi relativi alla fabbricazione di farmaci per i farmaci commercializzati, i costi dei comitati etici e autorità, la fornitura di farmaci per il monitoraggio gratuito sul posto e l'aumento del lavoro amministrativo. Ora è troppo tardi per arrestare l'entrata in vigore della direttiva, ma le 'note dettagliate di guida' prodotte dalla Commissione e destinate a spiegarne l'applicazione nella pratica possono essere emendate in qualsiasi momento. Anche le autorità nazionali dispongono di una certa flessibilità quanto all'applicazione. In Belgio si è svolta una discussione d'ampia portata tra accademie ed altre autorità, da cui è scaturita una bozza di proposta per l'attuazione della direttiva. Il testo evidenzia l'importanza del contributo della ricerca accademica alla salute pubblica, senza, secondo l'Eortc, 'mettere a repentaglio la protezione dei malati in termini di diritti e di sicurezza'. Anche se non risolve la questione della sponsorizzazione, il testo delinea circostanze specifiche in cui andrebbe considerata la ricerca non commerciale. 'L'attuazione cieca della direttiva in Europa potrebbe sottrarre interesse al settore delle cure mediche, facendo condurre fuori Europa una parte maggiore della ricerca', dichiara la lettera. Questo accade già per la ricerca 'commerciale' (sviluppo di farmaci) e gli Stati membri dell'Ue sono sul punto di creare le norme per spingere fuori dall'Europa anche la ricerca non commerciale'. Gli 837 scienziati che hanno firmato la lettera vorrebbero che il testo belga servisse da base per un'ulteriore discussione, e chiedono l'apertura di un dialogo formale tra accademie, industria, autorità competenti e la Commissione europea. Infolink: http://www.Eortc.be  
   
   
LE NAZIONI UNITE CHIEDONO ALL'UE D'INTRAPRENDERE UN'AZIONE DECISIVA NELLA LOTTA ALL'AIDS  
 
Bruxelles, 27 febbraio 2004 - Nel corso della conferenza 'breaking the barriers: the fight against Hiv/aids in Europe and Central Asia' (spezzare le barriere: lotta all'Hiv/aids in Europa e nell'Asia centrale), tenutasi a Dublino il 23 febbraio, le agenzie leader delle Nazioni Unite, il fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria, e la Banca mondiale hanno invitato i ministri europei a intraprendere azioni decisive per prevenire l'ulteriore diffondersi dell'Aids in Europa in quanto questione della massima urgenza. 'L'europa e l'Asia centrale sono teatro della più rapida diffusione al mondo dell'epidemia di Hiv. Non c'è tempo da perdere, i ministri europei devono immediatamente predisporre e svolgere programmi efficaci di prevenzione e cura dell'Hiv', dichiara il Dr Peter Piot, direttore esecutivo dell'Unaids. 'Considerato che l'Unione formerà il maggior blocco commerciale del mondo, con più di 500 milioni di cittadini, è nel suo stesso e massimo interesse evitare che l'epidemia di Aids rovini lo sviluppo sociale ed economico dell'Europa'. Alla conferenza era presente il Commissario europeo per la Salute e la tutela dei consumatori David Byrne, che ha spiegato che 'l'Unione europea ha pesantemente investito nella ricerca sull'Hiv/aids e continuerà a farlo. L'ue ha già destinato 400 milioni di euro alla ricerca e sviluppo nel periodo dal 2003 al 2006. La metà della somma andrà al nuovo partenariato Europa-paesi in via di sviluppo per gli studi clinici'. Su scala più ampia, 'in quanto principale donatore mondiale, dal 2003 al 2006 l'Ue fornirà 1,2 miliardi di euro per la risposta globale all'Hiv/aids, malaria e tubercolosi attraverso tutta una serie di meccanismi', ha detto Byrne. 'Questo quadruplica il finanziamento dell'Unione. L'unione europea si è anche messa alla guida delle operazioni per mettere alla portata di tutti i medicinali essenziali sostenendo l'iniziativa '3 by 5' dell'Organizzazione mondiale della Sanità'. Alla conferenza ha anche parlato il ministro irlandese degli Affari esteri Brian Cowen, T.d, che ha ribadito che la lotta all'Hiv/aids oltrepassa le capacità di un solo governo ed ha invitato l'Unione e gli Usa ad unire le forze nella ricerca di un vaccino per l'Aids e a prendere il comando mondiale nella lotta contro questa malattia. Cowen ha anche ripetuto che la dichiarazione di Dublino sul partenariato per combattere l'Hiv/aids in Europa e nell'Asia centrale andrebbe seguita da un'azione concreta non solo al livello dell'Ue, ma anche tra i suoi vicini dell'est. 'Dei programmi efficaci di prevenzione e di cura dell'Hiv/aids presuppongono che il finanziamento di tutte le fonti raggiunga circa 1,5 miliardi di dollari [1,18 miliardi di euro] entro il 2007. Ma il denaro da solo non serve. È assolutamente decisivo migliorare l'informazione di base per i programmi, sostenere tutto quanto funziona contro l'Hiv/aids e spezzare le barriere politiche e sociali che ostacolano un'azione efficace nella regione', ha dichiarato Shigeo Katsu, vice presidente della banca mondiale regionale per l'Europa e l'Asia centrale. In Europa orientale e Asia centrale vivono attualmente oltre un milione e mezzo di persone sieropositive, un aumento significativo rispetto alle 30.000 del 1995. In Europa occidentale molti governi non hanno mirato alla prevenzione tanto quanto avevano fatto negli anni '90, e il diffondersi della malattia è in ripresa. Solo nel 2003 sono state contagiate tra le 30 e le 40.000 persone, portando il numero dei sieropositivi a una cifra tra 520.000 e 680.000. Per leggere la bozza della dichiarazione di Dublino sul partenariato per la lotta contro l'Hiv/aids in Europa e Asia centrale: http://www.Eu2004.ie/templates/meeting.asp?snavlocator=5,13&list_id=25  
   
   
IBS PHARMA, LA SOLUZIONE OTTIMALE PER I DISTRIBUTORI DI FARMACI  
 
Milano, 27 febbraio 2004 - Soddisfare norme istituzionali e requisiti legati a restrizioni, tracciabilità, velocità e accuratezza, problemi di giacenza, consegna e customer service sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano il mondo della distribuzione farmaceutica. A questi si aggiunge l’elevato volume di transazioni, i tempi di consegna tassativi, la riduzione al minimo degli errori e le speciali condizioni richieste per lo stoccaggio dei medicinali. E’ proprio a causa della complessità di norme e problematiche che contraddistinguono il segmento della distribuzione dei prodotti farmaceutici che il sistema logistico gioca un ruolo determinante, ovviamente insieme alla soluzione software prescelta. Basata sull’xErp (extended Erp) Asw (Application Software) di Ibs, software specifico per la gestione della Supply Chain, Ibs Pharma risponde alle esigenze dei distributori farmaceutici grazie alla combinazione ottimale di server, sistema operativo e software applicativo. Ibs Pharma è, infatti, in grado di gestire tutte le attività tipiche della supply chain nell’ambito della distribuzione farmaceutica tra cui gestione degli ordini, e-business, controllo scorte, procurement, gestione magazzini, logistica, analisi finanziaria e di business. Il software Ibs Pharma fornisce funzionalità avanzate in aree critiche come la creazione automatica di ordini di approvvigionamento, il rapido inserimento dell’ordine con la ricerca fonetica degli articoli, la pianificazione delle chiamate dei clienti, l’ottimizzazione del picking e le interfacce con prelevatori automatici (Knapp, Utit, ecc.). Il software è, inoltre, in grado di gestire più di 2,9 milioni di righe d’ordini all’ora. Data la qualità e l’affidabilità della soluzione verticale, nonché l’esperienza maturata da Ibs nel settore dei distributori farmaceutici – appartiene al Girp (Groupement International de la Repartition Pharmaceutique) e all’Ifpw (International Federation of Pharma Wholesalers) - sono molte le aziende che hanno già scelto Ibs Pharma per la gestione della supply chain. Per citarne alcuni, tra i nomi più importanti troviamo Galexis, Alloga Ag, Galenica, la finlandese Oriola e l’australiana Sigma. E l’Italia non è da meno. Ibs Italia ha, infatti, firmato di recente un importante accordo commerciale con la società di servizi So.di.se. S.r.l. Per la distribuzione della soluzione Ibs Pharma e una partnership con Itriafarma scarl, uno dei più importanti attori del mercato della distribuzione farmaceutica meridionale, che è passata da una soluzione tradizionale a quella tecnologicamente più avanzata e integrata in tutte le aree di business aziendale targata Ibs. “Anche per il 2004 uno dei settori target di Ibs Italia sarà il mercato dei distributori farmaceutici”, conferma Davide Spada, Sales & Marketing Manager di Ibs Italia Spa. “Si tratta di un segmento estremamente interessante in termini di giro d’affari - il mercato globale della distribuzione farmaceutica supera i 220 miliardi di dollari l’anno – e in Italia è presidiato da un elevato numero di aziende, di dimensioni eterogenee, che devono riuscire ad essere efficienti e al contempo efficaci al fine di contrastare l’arrivo di colossi internazionali, rimanendo competitivi in un mercato sempre più attento alla customer satisfaction”. “L’evento dedicato al settore farmaceutico che abbiamo organizzato a fine ottobre a Napoli ha riscosso un notevole successo e, dato l’elevato interesse suscitato, quest’anno abbiamo intenzione di replicarlo in altre città italiane”, conclude Spada.  
   
   
PRUMERICA FINANCIAL PARTNER UNICEF PER FERMARE GLI ABUSI IN MOLDAVIA  
 
Milano, 27 febbraio 2004 - Prumerica Financial, compagnia assicurativa ramo vita, abbraccia il progetto dell’Unicef “Stop al traffico dei minori in Moldavia”, partecipando alla manifestazione Gioca Gin - organizzata dall’Uisp in collaborazione con l’Unicef - con la propria squadra di pallarilanciata “Prumerica Financial”. Le atlete sono allenate da Maria Grazia Boaretto, Life Planner di Prumerica Life, che già l’anno scorso, grazie al grande spirito di squadra, ha portato questa realtà sportiva alla vittoria. Per il 2004 il torneo di pallarilanciata prevede la partecipazione di 7 squadre pontine costituite da atlete d’età compresa tra i 40 e i 60 anni. L’evento Gioca Gin prevederà il coinvolgimento di 50 società sportive e si terrà il 26 febbraio a Latina e il 6 marzo a Fondi, provincia di Latina. Le diverse squadre appartenenti a numerose discipline sportive si impegneranno ad aiutare i bambini della Moldavia per evitare che possano essere oggetto di traffico minorile. L’obiettivo dell’Unicef è di raccogliere più di 74.000 € da impiegare nella prevenzione, protezione, recupero e reinserimento sociale dei bambini e degli adolescenti, attraverso l’istituzione di un dipartimento di recupero “Amico dei bambini” e il potenziamento dei “Centri sanitari amici dei giovani” a Chisanau. “Lo sport non è solo importante per la nostra salute, ma è anche un valido strumento di aggregazione e solidarietà”, ha dichiarato Maria Grazia Boaretto, allenatrice della squadra “Prumerica Financial” e Life Planner dell’omonima compagnia assicurativa, aggiungendo “ormai siamo diventate una grande famiglia”. “È più di 50 anni che Uisp si impegna a promuovere il diritto allo sport per tutti, unendo alle proprie manifestazioni sportive anche iniziative benefiche legate all’associazione umanitaria Unicef, con la quale collabora da dieci anni attraverso il torneo Gioca Gin”, ha dichiarato Tommaso Dorati Responsabile Uisp di Latina.  
   
   
MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT A MILANO DAL 2 AL 6 MARZO: EVENTI E CONVEGNI  
 
Milano, 27 febbraio 2004 - Il giorno inaugurale (presso il salone d’onore di Palazzo Cisi) con inizio alle ore 10 si svolgerà la conferenza di apertura di Next energy dal titolo “Nuovi scenari energetici per il sistema Italia”, primo significativo evento di un quadro – appunto quello dedicato all’energia – che testimonia l’impegno crescente di Mce in questa direzione. Affiancano infatti Next energy due iniziative: il Percorso dell’Efficienza Energetica (all’interno del quale le aziende espositrici dei settori legate agli impianti termici hanno facoltà di segnalare, attraverso un apposito distintivo posto accanto al prodotto, componenti e sistemi rispondenti ai requisiti previsti dai decreti 21 aprile 2001), e una Sezione Poster, denominata La Vetrina dell’Efficienza Energetica, attraverso la quale le Aziende aderenti possono illustrare il meglio della loro offerta produttiva in tema di efficienza. La Sezione Poster è ubicata nello spazio antistante la Sala Parrini, che ospiterà i Workshop di Next Energy. Altro elemento caratterizzante della 34° Mce è l’area Wc, water concept, il Salone del’Arredobagno. Qui, all’interno di un progetto espositivo pensato per enfatizzare la presenza e l’immagine delle aziende del settore, saranno ospitati lo stand di Material Connexion (tutto sui nuovi materiali per l’ambiente bagno) e la mostra del concorso via web Inside the bathroom, cui hanno preso parte circa 3mila progettisti da 83 paesi. Come di consueto, i prodotti segnalati al Premio Comfort & Design saranno esposti nel fornice di Palazzo Cisi.  
   
   
INCONTRI DI ARTE CONTEMPORANEA A CURA DI MARCO SCOTINI  
 
Milano, 27 febbraio 2004 - Dopo il successo e l’interesse riscosso nelle precedenti edizioni Connecting People apre la nuova programmazione mercoledì 10 marzo 2004 con il collettivo di architetti gruppo A12. Connecting People, promosso dalla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e curato da Marco Scotini, è un ciclo di incontri con artisti, teorici e architetti, tra i maggiori rappresentanti nel campo delle arti visive, chiamati a confrontarsi sul tema dell’arte negli spazi pubblici o sulla possibilità contemporanea di un’arte pubblica intesa - nell’accezione di Beuys - come “scultura sociale” oppure come arte relazionale. Nel momento in cui il confine tra sfera individuale e ambito sociale pare definitivamente posto in crisi, così come appare compromessa l’idea tradizionale di una sfera pubblica legata alle forme dell’appartenenza come popolo, razza, classe, comunità, etc., le pratiche artistiche acquistano un ruolo fondamentale nel cercare di rilevare le instabilità dello spazio e le nuove configurazioni sociali. Connecting People che ha già visto la partecipazione di figure di notorietà internazionale come Maja Bajevic (Bih), Marc Bijl (Nl), Stefano Boeri/ Multiplicity (I), Meschac Gaba (Bj), Florian Matzner (D), Park Fiction (D), Marjetica Potrc (Slo), Bert Theis (L) e il laboratorio Wurmkos (I), prosegue la propria programmazione con gli interventi di due noti collettivi di architetti come Stalker e il gruppo A12, un ‘artista pakistana impegnata dal 1994 in progetti di arte pubblica e alla sua prima presentazione italiana - Durriya Kazi, una figura fondamentale del rapporto tra arte e attivismo come il guatemalteco Anibal Lopez. *** gruppo A12 mercoledì 10 marzo 2004 È un collettivo di architetti nato a Genova nel 1993, attualmente attivo tra Genova e Milano. Lavora intorno ai temi dell’architettura, dell’urbanistica e dell’arte contemporanea con strumenti e modalità espressive eterogenee affiancando alla progettazione architettonica e urbana, all’attività didattica e di ricerca, la realizzazione di mostre e installazioni in Italia e all’estero. Gruppo A12 è interessato alla ricerca della trasformazione della città contemporanea e al ruolo critico dell’architettura in rapporto al contesto socio- culturale in cui si colloca. Ha lavorato con installazioni ed interventi metropolitani sul tema dello spazio pubblico in occasione di Manifesta 3 a Lubiana dove con “empty/Sumi” viene svuotato e messo a disposizione della gente un vecchio bar, molto importante per la vita culturale della città sotto il governo della Ex-yugoslavia. Inoltre si ricordano il progetto “Quartieri Milano” del 2002 in cui sono indagati i quartieri pubblici realizzati a Milano nel corso degli anni ’50 e “La Zona”, il padiglione temporaneo realizzato per l’ultima edizione della Biennale di Venezia. Partecipa alla Vii edizione della Biennale di Architettura di Venezia con il progetto “Parole” con cui vince il premio speciale internationaler medienkunstpreis 2000 dello Zkm di Karlsruhe. Durriya Kazi mercoledì 21 aprile Impegnata dal 1994 in progetti di arte pubblica, Durriya Kazi è un’artista pakistana che vive e lavora a Karachi. Rappresentante fondamentale della scena internazionale del post-colonialismo, Durriya Kazi (classe 1955) lavora dall’inizio degli anni novanta con David Alesworth a progetti che implicano la partecipazione e la collaborazione di un’ampia gamma di artigiani locali - come pittori di cartelloni pubblicitari o manifesti di film, sarti e decoratori. Mettere a fuoco il dinamismo della cultura popolare alla luce della trasformazione su scala globale significa per Durriya Kazi cercare una nuova definizione di produzione culturale. Uno dei suoi primi progetti - “Truck Art” del 1994 - che assumeva gli autocarri Bedford d’importazione come oggetto di decorazione tradizionale perseguiva una pratica di riappropriazione. In un altro suo noto progetto più recente “Very Very Sweet Medina” (1999) esplora i sogni di ogni giorno e i desideri della gente in rapporto alla loro idea di habitat: progettando oggetti di interior design, gadgets per la cucina, comfort per la casa entro un’installazione interattiva in cui ciascuno può dichiarare le proprie opinioni. Dirige anche il Dipartimento di Visual Studies presso l’Università di Karachi facendo del suo impegno nella formazione una sfida politica e culturale. Stalker mercoledì 28 aprile 2004 Stalker è un soggetto collettivo, composto da dieci componenti, tra artisti e architetti, che compie ricerche e azioni sul territorio con particolare attenzione alle aree di margine e ai vuoti urbani in via di trasformazione. Attivo a Roma dal 1995, Stalker si caratterizza come un soggetto nomade, un nuovo cartografo delle attuali geografie territoriali, un esploratore della città contemporanea. Al confine tra ambito urbanistico e strategie artistiche, Stalker è noto per aver condotto una serie di attraversamenti metropolitani esplorando a piedi le zone interstiziali di Roma, Milano, Torino, Parigi, Berlino e Miami, per sviluppare una metodologia di analisi e di intervento progettuale su quelle parti di territorio urbano in continuo divenire che nel proprio manifesto del 1996 sono state definite come “Territori attuali”. Grande esponente della rappresentazione contemporanea dello spazio, Stalker ha partecipato alla Biennale di Tirana (2001), alla Biennale di Architettura di Venezia (2000), a Manifesta 3 (Lubljiana 2000), a “Mutations” (Bordeaux 2000). Dal maggio 1999 Stalker occupa, insieme alla comunità kurda di Roma, l’edificio dell’ex veterinario del Campo Boario, per sperimentare una nuova forma di spazio pubblico contemporaneo fondata sull’accoglienza e l’ospitalità. Un territorio dove verificare, attraverso l’interazione con lo spazio vissuto, le potenzialità di relazione tra l’attività artistica e la solidarietà civile. A-1 53167 Anibal Lòpez mercoledì 26 maggio Con la sigla A-153167 firma le proprie azioni Anibal Lòpez (classe 1964), artista che vive e lavora a Ciudad Guatemala. Noto internazionalmente per la sua partecipazione alla Biennale de L’avana (2000), alla Biennale di Venezia (2001) - dove riceve una menzione speciale con Herrero, Sala, Pilson - e alla Biennale di Praga (2003), A-1 53167 realizza interventi nello spazio pubblico a carattere politico-sociale. Singolare mix tra il lucido distacco di un artista concettuale anni sessanta e l’essere costitutivamente a rischio dei guerriglieri latinos, A-1 53167 ha scelto Ciudad Guatemala come proprio terreno di lavoro e l’intervento o l’azione urbana come propria strategia operativa. La posta in gioco dell’arte con A-1 53167 si arrischia per le strade: così la linea di carbone tracciata sul suolo durante un blitz notturno prima della parata militare del 30 de junio (2000) è una forma sovversiva per ricordare all’esercito le vittime della repressione. Bloccare il traffico scaricando da un autocarro una tonnellata di libri (2003) è denunciare la paralisi dell’informazione di un sistema totalitario. Uno striscione di plastica nera lungo 120 metri lanciato dal ponte dell’Incienso contro Rios Montt è soprattutto un segno metaforico e poetico da parte di chi rivendica piuttosto l’individualità del gesto e la singolarità dell’azione. Tutti gli incontri si terranno presso la Naba - Via Darwin 20, 20143 Milano Aula Scenografia alle ore 16.00.  
   
   
ART HIGHLIGHTS 2: MULTIPLE HORIZONS A CURA DI DOBRILA DENEGRI  
 
Roma, 27 febbraio 2003 - La prima edizione della serie di conferenze Art Highlights si era proposta di mettere a fuoco le più attuali problematiche e riflessioni sul sistema dell’arte contemporanea e i profondi cambiamenti che lo hanno segnato negli ultimi anni, attraverso interventi di alcuni tra i curatori più importanti, come Harald Szeemann, Achille Bonito Oliva, Jan Hoet, David Elliott e quelli appartenenti alla generazione più giovane, come Daniel Birnbaum e Nicolas Bourriaud. Per la seconda edizione, Art Highlights coinvolgerà prevalentemente artisti internazionali, con l’intento di approfondire, attraverso un incontro o una conversazione con un curatore, gli aspetti più significativi e più inediti del loro lavoro. Allo stesso tempo - come indica il titolo "Multiple Horizons/ Molteplici orizzonti" - questa serie d'incontri proporrà sguardi e punti di vista diversi sull'arte e sul mondo contemporaneo in un momento pervaso da un senso di crisi e d’incertezza che accompagna l'attuale processo di trasformazione globale. Per sottolineare la molteplicità di riflessioni attorno a questi temi, Art Highlights propone l’incontro con uno tra i più significativi artisti austriaci contemporanei Heimo Zobernig, la cui ricerca si è sviluppata, dalla prima metà degli anni Ottanta sino ad oggi, intorno agli interrogativi relativi al ruolo dell’arte ed al rapporto che essa sviluppa con il contesto all’interno del quale viene presentata. Suoi lavori pittorici e scultorei, come anche suoi interventi architettonici, istallazioni, performance e video partono da una forte matrice concettuale, riflettendo quelli che sono i primari interrogativi dell’artista: il rapporto tra l’arte e la teoria dell’arte e il modo in cui la produzione artistica influenza sviluppo ed elaborazione dell’apparato teorico. Zobering ha saputo tradurre queste riflessioni anche in imponenti istallazioni esterne e ambienti interni progettati per essere usati e vissuti da un vasto pubblico che visita grandi eventi culturali. In particolare è noto il suo contributo per Documenta X a Kassel nel 1997, che consisteva nella realizzazione di un’ampia platea destinata al programma di conferenze, colloqui e video presentazioni intitolata “100 giorni 100 ospiti”. All’interno del progetto per il set-design dello spazio attivo nei cento giorni di durata di Documenta X, Heimo Zobernig ha coinvolto l’altro noto artista austriaco Franz West, mentre per lo spazio realizzato per incontri e conferenze intitolati “Piattaforme”, organizzate in occasione di Documenta 11, a Vienna ha richiesto la collaborazione di giovani artisti e suoi studenti. Queste esperienze espositive hanno approfondito la sua ricerca attorno alla concezione dell’arte come servizio, che sarà il tema principale del suo intervento a Roma. L’artista presenterà per l’occasione alcuni progetti recenti nei quali affronta ancora il tema del rapporto tra l’intervento artistico e il contesto circostante, soprattutto quello istituzionale del museo d’arte contemporanea.  Heimo Zobernig Nato a Mauthen (Austria) nel 1958, vive e lavora a Vienna. Artista tra i più interessanti della scena austriaca, esordisce in ambito internazionale alla metà degli anni Ottanta Tra le partecipazioni più rilevanti ricordiamo: Aperto 1988, Biennale di Venezia, Biennale di Istambul (1992); Documenta Ix, Kassel (1992) e Documenta X, Kassel (1997), Münster Skulptur Projekte, Münster (1997), “Platea dell’Umanità” – Biennale di Venezia (2001). Tra le più importanti esposizioni dell’artista si segnalano: nel 1985 > Galerie Peter Pakesch, Wien; 1986 > The Living Art Museum, Reykjavik; 1987 > Museum van Hedendaagse Kunst, Gent; 1988 > Bonner Kunstverein; Badischer Kunstverein, Karlsruhe; Kunsthalle Düsseldorf; 1989 > Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien; 1991 > Moderna galerija, Ljubljana; Villa Arson, Nice; Generali Foundation, Wien; 1993 > Kunsthalle Luzern; Le Corbusier's Unité d'Habitation, Firminy; Kunstverein Hamburg; Neue Galerie, Graz; 1994 > Národní galerie v Praze, Prag; Kunsthalle Bern; 1995 > Andrea Rosen Gallery, Ny; Secession, Wien; 1996 > Generali Foundation, Wien; Kunsthaus Zürich; 1997 > P.s.1, Ny; Galerie Belvedere, Wien; Guggenheim Museum Soho, Ny; 1998 > Kunstverein in Hamburg; 1999 > Rooseum, Malmö; Centro Galego de Arte Contemporánea, Santiago de Compostela; Kunsthalle Wien; 2000 > Hamburger Kunsthalle, 2001 > Portikus Frankfurt Am. Per informazioni: 06-67107900 – Fax: 06-8554090 - macro@comune.Roma.it  - www.Comune.roma.it/macro  
   
   
INAUGURA SABATO 28 FEBBRAIO A CESENA LA GRANDE MOSTRA "STORIE BAROCCHE - DA GUERCINO A SERRA E SAVOLINI NELLA ROMAGNA DEL SEICENTO"  
 
Cesena, 27 febbraio 2994 - Inaugura sabato 28 febbraio la mostra “Storie Barocche – Da Guercino a Serra e Savolini nella Romagna del Seicento”, il grande evento culturale in programma a Cesena dal 28 febbraio al 27 giugno 2004, promosso da Comune di Cesena, Istituzione Biblioteca Malatestiana e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena. All’inaugurazione, prevista per il 28 febbraio alle ore 16:30 al Palazzo del Ridotto, sarà presente il Prof. Ezio Raimondi, Presidente dell’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romagna, che introdurrà la mostra con una relazione per inquadrare il contesto storico, artistico e culturale del Seicento in Romagna. Una mostra, tre sezioni, un itinerario L’esposizione, che raccoglie oltre 90 opere, è articolata in tre sezioni: la prima, dal titolo Le presenze. I modelli propone artisti operanti per la città e il suo territorio come il Cavalier d’Arpino, Ferraù Fenzoni, Guercino, Cagnacci, Centino, Mastelletta e poi ancora Benedetto Gennari, Cignani, per arrivare fino ai primi decenni del secolo successivo con Torelli, Mancini e Resani. Queste presenze qualificano il nuovo assetto del patrimonio cittadino e avviano un processo di confronto e di emulazione per un’intera generazione di artisti nati e attivi soprattutto a Cesena. A loro è consacrata la seconda sezione della mostra Artisti cesenati. I più alti protagonisti della svolta e del radicale rinnovamento della pittura, in chiave dapprima naturalistico-guercinesca e poi apertamente barocca, sono Cristoforo Serra (1600-1689) e Cristoforo Savolini (1639-1677). Il primo fu pittore “non mercenario ma gentiluomo dilettante di pittura”, impegnato nella vita pubblica e capitano delle milizie. Dotato di una personalità influente e carismatica produsse straordinari dipinti, frutto di esperienze coltivate a Roma all’inizio degli anni Venti del Seicento, insieme a Guercino. Di Serra sono esposte gran parte delle opere: dall’Ultima cena (Cesena, Chiesa dei Cappuccini) di forte influenza caravaggesca, alla straordinaria Lucrezia (Cesena, Fondazione Cassa di Risparmio), per arrivare alle tele già nell’Oratorio di Sant’anna, ciclo degli anni Sessanta, che costituì l’impegno più rilevante della sua lunga carriera. È questa la prima vera occasione per vedere fianco a fianco e comprenderne i rapporti scambievoli, i dipinti di Serra e quelli del suo più brillante ed estroso allievo, Cristoforo Savolini, di cui sono presenti in mostra pale d’altare, come la Conversione di San Paolo (Bologna, Chiesa dell’Osservanza) e il San Donnino (Cesena, San Domenico) e tele provenienti da collezioni private e da musei italiani e stranieri a costruire un percorso che copre quasi per intero la sua breve carriera. Tra i protagonisti della pittura cesenate va inoltre ricordato Giovan Battista Razzani, presente con una serie di dipinti di soggetto religioso, ma soprattutto con un gruppo di ritratti inediti, eseguiti per la famiglia Chiaramonti, che offrono lo spunto per uno sguardo sui rappresentanti più noti della cultura letteraria e accademica del tempo, cui è dedicata la terza sezione della mostra, Tessere del Barocco cesenate, che offre alla curiosità del visitatore esempi di cultura artistica e materiale dell’epoca. La mostra è in realtà un’esposizione diffusa, con sede non solo alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, ma anche nello storico Palazzo Romagnoli, riaperto al pubblico per l’occasione. L’itinerario proposto tocca inoltre tre antiche chiese di Cesena (La Cattedrale, la Chiesa dei Servi, la Chiesa di San Domenico) dove è possibile ammirare ulteriori quadri che non rientrano propriamente nella mostra ma sono ma altamente rappresentativi della pittura del periodo. 28 febbraio - 27 giugno 2004 Biblioteca Malatestiana e Palazzo Romagnoli - Cesena  
   
   
IL CODICE DI MICHAEL WINTERBOTTOM IL CINEASTA INGLESE INCONTRA IL PUBBLICO E PRESENTA IN ANTEPRIMA IL FILM CODICE 46  
 
Parma, 27 febbraio 2004 - Primo ospite internazionale per l'anno 2004 della Fondazione Culturale Edison e' il regista inglese Michael Winterbottom: camaleontico, e' forse questo l'aggettivo piu' appropriato per definire la sua eterogenea filmografia. Dotato di un senso visivo fortemente incisivo, e di un gusto orientato verso storie melodrammatiche, Michael Winterbottom si e' dimostrato capace, nel corso della sua carriera, di saper attraversare con estrema facilita' i piu' diversi generi cinematografici, portando sul set un modo di lavorare libero e personale, nel quale più che basarsi su sceneggiature vere e proprie, da sempre chiede ai suoi attori di improvvisare. Regista prolifico - sette film in cinque anni - e molto amato dai selezionatori dei festival cinematografici internazionali, tra cinema e televisione è sempre stato imprevedibile nella scelta di soggetti spesso sconvenienti per la benpensante societa' inglese. Nato a Blackburn nel 1961, Winterbottom si è laureato a Oxford e ha studiato cinematografia a Bristol e Londra. Ha diretto due documentari su Ingmar Bergman e alcuni sceneggiati televisivi tra i quali ha avuto grande successo Family, girato per la Bbc. I primi riconoscimenti li ha ottenuti grazie a Butterfly kiss e a Go now, entrambi del 1995, poi, nell'anno successivo, Jude, adattamento dal romanzo Giuda l'oscuro di Thomas Hardy. Nel 1997 ha girato Benvenuti a Sarajevo (Welcome to Sarajevo) e dopo I want you, del 1998, il regista ha diretto uno dei suoi film di maggiore successo: Wonderland, del '99, al quale fa seguito, nello stesso anno, With or without wou. Dopo Le bianche tracce della vita (The claim), realizzato nel 2000, nel 2002 dirige 24 hour party people e Cose di questo mondo (In this world), premiato con l'Orso d'oro a Berlino. Winterbottom introduce a Parma il suo ennesimo e spettacolare cambio di genere e di ambientazione: Codice 46 (Code 46), presentato in concorso lo scorso settembre a Venezia e' ancora inedito in Italia, la distribuzione nelle sale italiane e' della Fandango. La storia, i cui protagonisti sono Tim Robbins e Samantha Morton, narra di un universo futuro parallelo al mondo di oggi, non radicalmente diverso. Spiega il regista: "L'idea era di fare un film ambientato nel futuro per alleggerire la storia dalle pressioni sociali [...] dentro a Code 46 ho voluto introdurre una tensione un po' mitica, ma non utopica del futuro: come in quello di oggi, nel mondo di domani c'e' poverta' e mancanza di liberta'." Quando: incontro ore 21.00 - a seguire la proiezione del film, Parma, giovedì 4 marzo 2004 Teatro al parco, Parco Ducale Per informazioni: tel +39 0521 967088 Teatro delle Briciole Teatro Stabile di Innovazione tel. +39 0521 992044  
   
   
DA CUORE A CUORE, STORIE DI MAESTRI E PROFESSORI BOLOGNA,  
 
27 febbraio 2004 - “Da Cuore a Cuore, storie di maestri e professori” è una mostra sulla figura dei maestri e dei professori, un viaggio nella storia e nel senso della “scuola” e dell’insegnamento, in tempi in cui la scuola e chi la fa, cioè le insegnanti e gli insegnanti, sono sotto i riflettori. Organizzata dalla Regione Emilia-romagna, in collaborazione con la cooperativa culturale Giannino Stoppani, la mostra sarà visibile dal 15 al 18 aprile 2004 all’interno della Fiera del libro per ragazzi di Bologna, nello spazio Docet dedicato alla didattica. Alle pareti dello spazio espositivo, una galleria di ritratti, reali e letterari, di maestri e professori del Novecento italiano e internazionale che hanno lasciato tracce del loro pensiero nella pedagogia contemporanea e in chi oggi insegna: Lucio Lombardo Radice, il maestro di Cuore, Giorgio Caproni poeta e maestro, Mario Lodi, il maestro di Vigevano, Bianca Pitzorno (la maestra Sforza e la signorina Dolcemiele), Roald Dahl, Marco Rossi Doria, Sandro Onofri, Arnaldo Colasanti, Paola Mastrocola. Testi indimenticabili, immagini, biografie, comporranno questa galleria dei “nostri” maestri. Ulteriore sezione della mostra sarà “Frammenti di un discorso didattico pedagogico in due collane”: verrà infatti esposto una sorta di scaffale dell’insegnante, ossia i testi editi nell’ambito di due collane storiche di La Nuova Italia ed Editori Riuniti (rispettivamente “Educatori antichi e moderni” e “Paideia”). A intermittenza, letture di pagine di e sui maestri (tratte da “Vita da maestri”) di Marcello Brondi. Nella “Nuvola verde” – lo spazio dedicato ai dibattiti - il pomeriggio del 16 aprile si terrà una tavola rotonda con autori contemporanei come Paola Mastrocola, altri romanzieri che hanno scritto di scuola (programma in corso di definizione) e l’assessore regionale alla scuola – a sua volta ex insegnante - Mariangela Bastico. La battuta iniziale del dibattito sarà la stessa che pone Marco Rossi-doria: perché hai scelto questo mestiere? Su uno schermo scorrono immagini di maestri nel cinema, grazie a un cortometraggio appositamente realizzato per la mostra, che riunisce in un’ideale aula insegnanti, il maestro Perboni dei “Cuore” televisivi e il professor Keating de “L’attimo fuggente”; gli insegnanti del liceo di “Amarcord” e il professor Michele Apicella di “Bianca”. In tutto circa 20 film – montati come a scandire il passaggio da un trillo di campanella a un altro, per vedere la scuola con gli occhi del cinema.  
   
   
IL DURELLO, VINO UFFICIALE DELLA CULTURA CIMBRA  
 
Milano, 27 febbraio 2004 - Il Durello innaffia la due giorni dedicata agli uomini venuti dal Nord. Il nettare della collina e della montagna veronese sarà l'unico, venerdì 27 e sabato 28 febbraio, ad essere versato nei bicchieri di accademici, studiosi, ricercatori, giornalisti e curiosi, partecipanti a "I Cimbri, un territorio da salvare", la manifestazione che, in due giornate di studio, vuole essere l'occasione per mettere al confronto diverse enclaves linguistiche ed etniche e, al contempo, provare ad individuare strategie per la loro salvaguardia. La manifestazione, promossa al Palazzo della Gran Guardia dal Centro Unesco di Verona e dal Curatorium cimbricum, di concerto con la Comunità montana della Lessinia, il Comune e l'università di Verrona, avrà proprio il Durello, nelle sue diverse interpretazioni, quale vino ufficiale dei momenti conviviali che la accompagnano. Con questa partecipazione il Consorzio di tutela del vino Monti Lessini Durello Doc e la Strada del Vino Durello Doc, unitamente al Consorzio del Formaggio Monte Veronese Dop, proseguono in direzione della promozione dell'autoctono delle colline berico-scaligere quale ambasciatore di un territorio unico da salvaguardare e valorizzare. La presenza del vino del territorio in un convegno dedicato ad un popolo che molto ha lasciato nello stesso, segue solo di poco l'ultima presenza in città della giovane Doc. Il Durello, infatti, è stato tra gli ospiti della recentissima fiera del lusso, manifestazione alla quale è intervenuto anche Abele Casagrande, presidente del Consorzio tutela. Consorzio e Strada del Vino, poi, sono stati presenti alla Borsa internazionale del turismo (Bit) ospitata alla Fiera di Milano. A inizio febbraio, infine, il Durello, che ha anche la riconosciuta attribuzione di aperitivo di Verona, ha fatto la parte del leone nel corso della cena di gala per l'apertura dei mondiali di sci all'Alpe d'Huez, in Francia. La cena, nel contesto della "Serata delle Nazioni" ha visto Verona rappresentare l'Italia con il Durello abbinato al formaggio Monte Veronese Dop e alla sopressa.  
   
   
INIZIATO IERI IL CAMPIONATO ITALIANO RALLY 2004  
 
Torino 27 febbraio 2004 - Il Campionato Italiano Rally 2003 si è concluso con l'esaltante prestazione della Fiat Punto Abarth, che ha portato i suoi piloti Paolo Andreucci e Giandomenico Basso nei primi due posti della classifica finale e ha permesso alla Fiat di conquistare il titolo Costruttori. Due allori che mancavano nel palmares Fiat dal 1980, quando la Casa torinese si impose nel campionato tricolore con Adartico Vudafieri e la 131 Abarth. In dieci gare disputate, sei su asfalto e quattro su sterrarto, le Punto Abarth hanno ottenuto sei successi (tre con Andreucci e altrettanti con Basso), contro due della Mitsubishi (con Gianluigi Galli) e uno della Subaru (con Piero Longhi). A questi risultati si aggiungono le brillanti prestazioni dei piloti iscritti al Trofeo Fiat Abarth, come Andrea Dallavilla e i giovani Alan Scorcioni (quest'anno approdato al mondiale Junior grazie al successo nel 2003 nella classifica Under 27) e Alessandro Bettega. Con il 2003 ormai archiviato, si pensa alla stagione 2004 che inizia con il Rally Tutta Terra Toscana (dal 26 al 28 febbraio) e si articola in undici appuntamenti. Al via si presentano sette Punto Abarth - che rimane di fatto la vettura da battere - con i confermati Andreucci e Basso, Stefano Bizzarri (alla sua prima esperienza sulla vettura Fiat), i due giovani piloti Alessandro Bettega e Matteo Gamba, Luca Hoelbling e il gallese Leon Pesticcio, che per la prima volta disputa il campionato italiano rally. Dopo il "Terra Toscana", il campionato tricolore prosegue con i rally del Ciocco (18-20 marzo), Mille Miglia (1-3 aprile), Costa Smeralda (6-8 maggio), San Marino (27-29 maggio), Salento (17-19 giugno), San Martino di Castrozza (8-10 luglio), Alpi Orientali (27-29 agosto), Adriatico (10-12 settembre), Sanremo (8-9 ottobre) e Targa Florio (18-20 novembre). I piloti delle Punto Abarth, esclusi Andreucci e Basso, sono nuovamente protagonisti del Trofeo Fiat Punto Abarth, il monomarca che, grazie ai sostanziosi montepremi di gara e finale, permette a tanti piloti aspiranti professionisti di mettersi in luce e "fare carriera" nell'automobilismo sportivo. Il Trofeo si disputa nell'ambito delle gare del campionato italiano, con l'obbligo di partecipare ad almeno otto delle undici gare in calendario, mantenendo, a fine stagione, i migliori dieci risultati. I piloti e le squadre impegnati nel Trofeo Fiat Punto Abarth potranno contare, inoltre, sul servizio di assistenza e ricambi offerto dai tecnici e i mezzi di N.technology. Delle vetture di casa Fiat non è solo la Punto impegnata nelle corse. E' infatti giunto alla terza edizione il Trofeo Fiat Stilo Abarth, vera scuola per i giovani piloti che vogliono emergere nella specialità. Con le vetture nella versione 1800 cc 16 valvole, nella speciale preparazione raggiunge 185 cavalli di potenza massima, che permettono prestazioni da vera auto da corsa senza dimenticare lo scopo propedeutico del Trofeo. Come per il Trofeo Punto, anche le Stilo Abarth Rally partecipano alle gare del campionato italiano, ma con un calendario ridotto a otto eventi.  
   
   
SELLARONDA SKI MARATHON AL VIA DOMANI SERA LA SCALATA DEI QUATTRO PASSI  
 
Trento, 27 febbraio 2004 - Scatterà questa sera alle 18 la 10.Ma edizione di Sellaronda Ski Marathon, l’originale ed apprezzata gara di scialpinismo che di anno in anno alterna partenza ed arrivo a Canazei, Selva Gardena, Corvara ed Arabba. Quest’anno la turnazione vede protagonista la Val Badia, per una Sellaronda Ski Marathon che ancor prima di partire è già un successo, decretato da un gran numero di iscritti, ben 620, contro i 460 previsti inizialmente dal regolamento. La Sellaronda Ski Marathon è un evento affascinante, considerando anche che i concorrenti devono affrontare un impegnativo percorso di 42 chilometri che mette a confronto gli atleti su un dislivello di ben 2.700 metri. Un dislivello di sole salite che si ricava dalle “scalate”, con le pelli di foca sotto gli sci, dei quattro impegnativi passi Campolongo, Pordoi, Sella e Gardena. Ovvio che l’importante gara non si consuma solo sulle ascese dei quattro passi dolomitici, tra il resto tutto il tracciato si percorre al buio col solo ausilio del faretto che ogni concorrente porta fissato sul casco, ma anche in altrettanto difficili discese, ricavate in parte sui crinali delle più belle montagne che fanno arco alle quattro valli ladine. È sempre interessante assistere anche all’operazione di fissaggio delle pelli sotto gli sci: ad Arabba, Canazei e Selva sono predisposte delle apposite aree dove il pubblico può seguire le fasi frenetiche degli atleti, i quali devono gareggiare rigorosamente in coppia e ad una distanza massima di 20 metri l’uno dall’altro. Una situazione che rende spesso difficile anche i pronostici. Domani, causa una concomitanza “mondiale”, mancheranno gli atleti di punta della Nazionale, ma questo darà la possibilità a molti di ambire a posizioni di prestigio, dato che le prestazioni saranno maggiormente livellate. Fra la massa spuntano i nomi di scialpinisti avvezzi al podio, come Ivano Molin, Eugen Innerkofler, Claudio Ruffalini, Franco Nicolini che quest’anno punta in alto insieme a Camillo Vescovi. Interessante anche il confronto femminile tra le due vincitrici dello scorso anno, Carla Jellici e Michela Rizzi, e le due maggiori sfidanti, le valdostane Gloriana Pellissier e Christine Nex. Per la categoria maschile il tempo da battere è di 3h31’25”, stabilito nel 2002 da Fabio Meraldi e Carlo Battel, mentre per le donne il tempo è di 4h39’50”, stabilito lo scorso anno da Jellici-rizzi. Dopo la partenza alle ore 18 da Corvara (Impianti Boè) i tempi indicativi di passaggio dei migliori sono circa le 18.45 sulla vetta del Bec De Roces, verso le 18.55 ad Arabba, alle 19.35 lo scollinamento di Passo Pordoi, alle 19.50 l’intergiro a Canazei, alle ore 20.30 a Passo Sella, alle 20.45 a Selva Gardena, alle 21.25 lo scollinamento a Dantercepies e quindi l’arrivo verso le 21.40 a Corvara. Per chi volesse seguire da vicino le fasi salienti della gara – e sono solitamente davvero molti – è confermata l’apertura di tutti e quattro i passi