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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Giugno 2004
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PARMALAT FINANZIARIA SPA: PROGRAMMA DI RISTRUTTURAZIONE DELLE SOCIETÀ DEL GRUPPO  
 
Collecchio (Pr), 22 giugno 2004 - Il Commissario Straordinario Dr. Enrico Bondi ha consegnato ieri al Ministro per le Attività Produttive Dr. Antonio Marzano il Programma di Ristrutturazione delle Società del Gruppo Parmalat oggetto della Proposta di Concordato.  
   
   
LA COMMISSIONE MIRA AD UNA PIÙ STRETTA COLLABORAZIONE SCIENTIFICA CON L'INDIA  
 
Bruxelles, 22 giugno 2004 - La Commissione europea ritiene che sia giunto il momento di migliorare le relazioni tra l'Ue e l'India, trasformandole in un 'partenariato assolutamente strategico'. La Ricerca sarebbe una delle aree che beneficerebbero di una più stretta collaborazione, come indicano le proposte sulla società dell'informazione, i trasporti, l'energia, la biotecnologia, Galileo e il settore spaziale contenute nella comunicazione della Commissione del 16 giugno. 'L'india sta cambiando, radicalmente e in fretta', si legge nel documento della Commissione. 'Negli ultimi anni le relazioni con l'Unione europea si sono sviluppate in misura esponenziale in termini di visione comune, scopi e sfide'. L'india partecipa già al Sesto programma quadro (6Pq) per la ricerca, e un 'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica' offre il quadro giuridico per la cooperazione tra gli scienziati. Anche la partecipazione dell'India a Galileo, il sistema europeo di navigazione satellitare, è stata recentemente formalizzata. Tuttavia, secondo la Commissione, la partecipazione dei ricercatori indiani al 6Pq e quella degli scienziati dell'Ue ai programmi di ricerca dell'India andrebbe promossa. Inoltre dovrebbero essere stabiliti ulteriori contatti tra le organizzazioni di ricerca e i singoli ricercatori. La Commissione chiede anche che l'India venga implicata nello sviluppo del Settimo programma quadro, e che siano valutate le opportunità di collaborazione in altri settori, come quello dell'energia di fusione. L'india in effetti ha manifestato interesse per il progetto di ricerca internazionale sull'energia termonucleare, di cui l'Ue è partner. Quanto alla biotecnologia, l'Ue ha preso nota del rapido progresso dell'India ed afferma che esistono opportunità di partenariato in campi come le nuove scoperte, i test preclinici e clinici e la bioinformatica. Quindi le proposte suggeriscono che l'Ue inviti l'India ad avviare un dialogo sulla biotecnologia relativamente a questioni come il quadro regolamentare, le migliori prassi di finanziamento, la ricerca, il controllo pubblico, le preoccupazioni ambientali, i programmi di scambi tecnici e le istituzioni di sostegno all'infrastruttura. La Commissione invita il Parlamento ed il Consiglio ad adottare la linea fondamentale delle proposte. Una volta ottenuta tale garanzia, la Commissione spera di presentare la comunicazione al quinto vertice Ue-india.  
   
   
CONFERENZA DELLA PRESIDENZA OLANDESE: 'BRAIN GAIN: THE INSTRUMENTS'  
 
Bruxelles, 22 giugno 2004 - Nell'ambito dell'imminente presidenza olandese dell'Ue, e con il sostegno della Commissione, il 29 e 30 settembre si svolgerà all'Aia, nei Paesi Bassi, la conferenza internazionale intitolata 'Brain gain: the instruments'. Una analisi suggerisce che, se l'Europa vuole conquistare i suoi obiettivi di competitività, le servono altri 700.000 ricercatori entro il 2010. I suoi sistemi d'istruzione terziaria non possono fornirglieli, pertanto rendere allettante l'Europa per i partner internazionali delle accademie, scienze, scienze applicate e industria è una necessità. La conferenza si rivolge agli amministratori d'alto livello ed ai politici che lavorano con istituzioni statali di ricerca e d'istruzione superiore in Europa e oltre, tra cui: autori delle politiche nazionali ed europee nei campi della ricerca, dell'istruzione superiore e dello sviluppo; organismi per l'incentivazione della cooperazione internazionale; sindacati; organizzazioni di datori di lavoro; organizzazioni culturali; partiti politici. Tra gli autorevoli oratori che prenderanno parte all'avvenimento figurano il ministro olandese degli Affari economici Laurens Jan Brinkhorst, il ministro olandese dell'Istruzione, Cultura e Scienza Maria van der Hoeven, e il direttore generale della Commissione per la Ricerca Achilleas Mitsos. Infolink: http://www.Braingain-instruments.nl  
   
   
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE TSI E DELLA RICERCA - INVITO A PRESENTARE OFFERTE  
 
Bruxelles, 22 giugno 2004 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare offerte per il monitoraggio e la valutazione delle tecnologie della società dell'informazione (Tsi) e della ricerca: risultati e indicatori dell'impatto. Il contraente dovrà fornire una base solida e completa per prove destinate alla valutazione di elevata qualità per il monitoraggio e la valutazione sistematica degli effetti delle tecnologie della società dell'informazione (Tsi) e della ricerca e sviluppo tecnologico (Rst) (risultati ed impatti) a livello di 'obiettivo strategico'. Lo studio sarà focalizzato principalmente sui seguenti elementi: i) "collegamenti casuali", e ii) meccanismi per raccogliere e completare informazioni o dati provenienti da diverse fonti. Più specificatamente lo studio comprenderà le seguenti attività: Analisi della pertinenza e dell'adeguatezza del gruppo di indicatori definiti per ciascun obiettivo strategico del programma di lavoro relativo alle tecnologie della società dell'informazione per il 2003-2004, raccomandazioni per i miglioramenti e documentazione in modo chiaro, sistematico e coerente della logica d'intervento e dei collegamenti causali tra: a) obiettivi stabiliti, e b) sostenimento alle azioni di ricerca e sviluppo tecnologico e relativi effetti. Lo studio comprenderà l'analisi di un'osservazione dettagliata e mirata della realizzazione di tutte le azioni relative al Sesto programma quadro (6Pq), nell'ambito delle tecnologie della società dell'informazione e della ricerca e sviluppo che costituisce parte della prova empirica; nonché l'analisi della ricerca con la revisione ed altre fonti secondarie pertinenti alla ricerca sostenuta dalle tecnologie della società dell'informazione. Valutazione delle disposizioni di raccolta dati e completamento di quelli già esistenti attraverso il protocollo Internet ed azioni di sostegno con raccolta mirata di dati di indicatori; garanzia che le informazioni e i dati dei valori qualitativi o quantitativi relativi agli effetti delle tecnologie della società dell'informazione e della ricerca e sviluppo tecnologico derivino da processi multipli e risorse compilate in modo coerente. Diffusione di informazioni costituite principalmente da un gruppo di tabelle con dati chiave e dati statistici per il 2004, come base per analisi di prospettive future, al fine di sostenere una valutazione ex-ante delle tecnologie della società dell'informazione e della ricerca e sviluppo tecnologico nel Settimo programma quadro (7Pq). Per maggiori informazioni, contattare: Commissione europea, Direzione generale Società dell'informazione, All'attenzione del sig.: Frans de Bruïne, Bu29 07/04 , B-1049 Bruxelles , Tel +32 2 296 85 38 , Fax +32 2 296 2575 Per leggere l'invito in forma completa: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=0099138-2004  
   
   
ASSEMBLEA DI ASSOLOMBARDA, PERINI: “IL CORAGGIO DEL FARE PUO' RIDARE FIDUCIA AL PAESE L'EUROPA DEVE AVERE IL CORAGGIO DI USCIRE DALLA PALUDE BUROCRATICA E DI RILANCIARE GLI OBIETTIVI DI LISBONA”  
 
Milano, 22 giugno 2004 - Si è svolta ieri mattina presso I'auditorium di via Pantano a Milano l'Assemblea Generale di Assolombarda a cui hanno partecipato molti protagonisti della vita politica ed economica italiana. All'incontro sono intervenuti, quest'anno, oltre al Presidente di Assolombarda Michele Perini, il Premio Nobel per l'economia Gary S. Becker, con una video-intervista, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Roberto Maroni e il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. "L'economia europea, rispetto a quella americana e di altri Paesi, è ancora a bassa crescita perché nel vostro Continente c'e un contesto meno favorevole all'attività imprenditoriale", ha detto l'economista americano Becker, che è nato nel 1930 in Pennsylvania, e appartiene alla "Scuola di Chicago", il gruppo di economisti caratterizzato da un approccio alternativo a quello keynesiano. "Da noi le tasse sono meno alte, avviare un'attività economica è molto più semplice, ci sono meno ostacoli burocratici, il mercato del lavoro è flessibile e assumere e licenziare è più normale. Tutto ciò ha permesso agli Stati Uniti di uscire dalla fase di recessione più in fretta di quanto stiano facendo i Paesi europei. L'europa ha sbagliato a non rendere meno rigido il sistema economico perché non è necessario mettere a rischio i conti pubblici per fare riforme strutturali che permettano all'economia di uscire dallo stallo e dalla stagnazione. Modificare il sistema fiscale per aiutare consumi e domanda interna, semplificare, sciogliere i nodi burocratici e favorire l'innovazione, sono tutte riforme di cui si nutre la crescita economica. L'india lo ha dimostrato chiaramente quando grazie a un normalissimo programma di riforme ha visto passare il suo tassi di crescita del pil dall'1 al 5-6% e la stessa cosa", ha aggiunto Becker, "possono farla l'Europa e l'Italia. Sono convinto, ad esempio, che se l'Italia riformasse il suo sistema pensionistico, che oggi permette di andare in pensione a persone ancora giovani, l'economia ne trarrebbe beneficio. Lo sono sicuro che l'Italia potrà essere leder mondiale in tanti settori perché avete ottime risorse umane e imprenditoriali, siete maestri nel design e i vostri prodotti, non soltanto quelli che ama mia moglie, ma anche quelli ad alto valore tecnologico, sono molto apprezzati dai consumatori americani e di tutto il mondo". Prendendo spunto da quanto affermato da Becker, il Presidente di Assolombarda Michele Perini nella sua relazione ha sostenuto tra l'altro: "le aziende italiane devono poter operare in condizioni di parità con quelle con cui si confrontano. Invece l'economia del Paese è avviluppata in rigidità e condizionamenti e centinaia di migliaia di imprenditori ogni giorno devono affrontare la sfida competitiva con un carico enorme di adempimenti inutili. L'eccesso di leggi e di controlli formali crea alibi e spazi per l'illegalità, vincola e penalizza i capaci e gli onesti, premia i furbi e i delinquenti. Occorrono", ha aggiunto Perini, "poche leggi semplici e controlli sostanziali. Invece, alla legislazione nazionale che soffoca le nostre imprese si aggiungono altri due pesi: la normativa di regioni, province e comuni, purtroppo destinata a crescere; la mole abnorme di leggi, regolamenti, ordinanze e procedimenti che il Parlamento e la Commissione europei sfornano a ritmi impressionanti". "Lanciamo un premio per il deputato, il senatore o il consigliere regionale, provinciale o comunale che proponga e ottenga l'abrogazione del maggior numero di leggi", ha proposto Perini. "Delegificare e varare Testi Unici sono riforme che costano pochissimo e producono un valore enorme per l'economia e per la società. Dire ciò non esime, peraltro, dal fare le riforme strutturali, pur se onerose, di cui l'Italia ha bisogno. Certo, il Governo ha iniziato il difficile lavoro di ammodernamento del Paese tra mille polemiche e ostacoli legislativi. Ostacoli che non possono essere presi ad alibi per il grande lavoro ancora da fare". "Se dobbiamo registrare positivamente le riforme della scuola, del lavoro e del diritto societario, la legge obiettivo e alcune semplificazioni", ha aggiunto il Presidente di Assolombarda, "non possiamo non sottolineare che abbiamo ancora tasse troppo alte e inique. Abbiamo una riforma delle pensioni annunciata, in attesa che qualcuno se ne occupi. Viviamo in un cosiddetto federalismo che somma e confonde competenze e poteri, mentre auspichiamo un federalismo chiaro e non oneroso. Non abbiamo sufficiente chiarezza sulle privatizzazioni, incluse quelle locali. Manca un'azione determinata a favore delle liberalizzazioni. Non vorrei che le consultazioni elettorali dei giorni scorsi avessero segnato l'ingresso in una sorta di tunnel dell'immobilismo decisionale. Lo dico al Governo e lo dico all'opposizione: non lasciamo che gli appuntamenti elettorali che ci aspettano nei prossimi due anni ci tolgano il coraggio' di compiere le tante scelte e le tante riforme necessarie al Paese. Dobbiamo agire senza perdere altro tempo. Quanto alle imprese di Milano", ha concluso Michele Perini, "la risposta alla situazione difficile in cui ci troviamo è molto chiara. Non vogliamo sostegni. Vogliamo semplicità, flessibilità, infrastrutture. Vogliamo un futuro in cui sia premiato il coraggio di chi sa inventare il nuovo ogni giorno, affrontando le sfide con l'utilizzo della ricerca e della tecnologia". Ad ascoltare gli interventi del Ministro Robèrto Maroni e del Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che hanno concluso i lavori dell'Assembleazgenerale di Assolombarda, erano presenti quasi 800 persone, tra cui molti esponenti di primo piano dell'imprenditoria italiana: da Marco Tronchetti Provera a Gianmarco Moratti, da Andrea Pininfarina a Fedele Confalonieri, dal neopresidente delle Ferrovie Elio Catania a Cesare Romiti, Diana Bracco, Carlo De Benedetti e Federico Falck. Tanti anche i banchieri e gli esponenti del mondo assicurativo: da Giuseppe Guzzetti a Carlo Salvatori,, da Corrado Passera a Roberto Mazzotta, da Luigi Abete a Mario Greco. Molti i rappresentanti del Governo presenti, a cominciare dal Ministro per l'Economia Giulio Tremonti, così come le autorità e le personalità della vita politica, economica e sindacale milanese, tra cui, il Prefetto Bruno Ferrante, il Questore Paolo Scarpis e i segretari di Cgil-cisl-uil Milano, Giorgio Roilo, Maria Grazia Fabrizio e Amedeo Giuliani.  
   
   
ASSEMBLEA ASSOLOMBARDA: L'INTERVENTO LUCA DI MONTEZEMOLO DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA  
 
Milano, 22 giugno 2004 – Di seguito l’intervento di Luca Corsero di Montezemolo neo presidente di Confindustria: “ Ho la percezione che con il discorso all'Assemblea di maggio abbiamo avviato un nuovo ciclo di speranze per l'economia di questo Paese. Non pretendo di essere stato io la sola causa di questo avvio. Di certo esisteva nel Paese una diffusa voglia di sentire un discorso positivo e di porre una fine alle mille divisioni interne che stanno lacerando il nostro tessuto sociale, economico, politico ed istituzionale: sempre più diffusa è la convinzione che il dialogo rafforzi Io scenario della ripresa. A me è capitato il compito di intercettare questa voglia ed alle imprese va riconosciuto il merito di avere ancora una immagine positiva, data l'accoglienza che è stata data al mio discorso. Il Paese si aspetta anche da noi una spinta per uscire dalle difficoltà. Non possiamo deluderlo. Si tratta ora di dare contenuti alle nostre azioni future, in linea con le aspettative create. Di certo non pretendiamo di poter fare tutto da soli. Molte delle azioni che intraprenderemo ci porteranno ad intercettare gli altri attori della politica sociale ed economica e ci condurranno necessariamente ad uno stretto contatto con i sindacati, con la politica, con il governo, con le istituzioni, con le altre associazioni, ecc.. Ma questo non ci esime da avviare la nostra agenda, con spirito di collaborazione, ma anche con un profondo senso di autonomia. La nostra autonomia non sarà la risultante di una sterile equidistanza capace solo di condurre all'immobilismo. Essa deriverà invece dalla forza delle nostre posizioni, argomentate con autorevolezza e condivise con quanti hanno competenze effettive. Per questo la prima azione dovrà essere a casa nostra: costruire una Confindustria autorevole e partecipata. Questo implica: a) l'allargamento della partecipazione degli imprenditori alla vita di Confindustria, cosa già avviata con la definizione di deleghe specifiche attribuite (credito, marchi e federalismo), con l'allargamento delle presenze al Consiglio Direttivo, con la futura attribuzione di deleghe specifiche nell'ambito delle Commissioni tecniche; b) l'immissione di nuove competenze funzionali all'interno della struttura, volte a garantire capacità di analisi e di proposta alla struttura e non solo capacità di pressione politica (lobby in senso tradizionale); c) la valorizzazione di tutte le competenze esistenti nel sistema Confindustria (territoriali e categorie) e la loro reale messa a rete. Sempre sul piano interno, Confindustria dovrà dare forte la prova di saper gestire al meglio i suoi patrimoni nell'ottica di servire le imprese ed il Paese. Così come ho sollecitato per le imprese italiane, occorre darsi una governance che consenta alla Luiss-guido Carli ed a Il Sole 24 Ore di perseguire i propri fini istituzionali senza confusione di ruoli con i compiti quotidiani del loro azionista Confindustria. Questa separazione di ruoli dovrà condurre ad una crescita del valore del patrimonio e rappresenterà, altresì, il contributo di Confindustria al Paese nel campo dell'istruzione superiore ed in quello, importantissimo, dell'informazione autorevole per la Business Community. Dobbiamo poi elaborare alcuni progetti con la collaborazione di tutti gli interessi coinvolti. Mi limito qui ad elencare temi che sono prioritari. La logistica è oggi determinante per la crescita del Paese, sia come fattore di competitività che come fattore di nascita di nuove imprese. Per arrivare ad elaborare un progetto occorre attivare una vera "coalizione per la logistica", capace di coinvolgere più interessi, che sono tantissimi. Non solo gli operatori tradizionali, ma anche coloro che hanno la gestione del territorio (autorità locali, istituzioni private, ecc.). Il territorio è ormai un bene scarso nel nostro Paese; esso va gestito con intelligenza e con la dovuta cura del patrimonio artistico ed ambientale. Le città d'Italia sono una ricchezza ed una fonte di crescita economica se valorizzate opportunamente. Confindustria può farsi portatrice di un progetto. Energia ed ambiente, non devono più essere "sinonimi di un contrario". Disporre di maggiore energia modernamente prodotta, aiuta la conservazione dell'ambiente. La scarsità di territorio genera un rifiuto a nuovi impianti sia per l'energia che per lo smaltimento dei rifiuti. Confindustria deve poter elaborare progetti capaci di rispondere a queste esigenze. Ii processo di liberalizzazione iniziato circa tre anni fa deve riprendere vigore per evitare persistenti posizioni dominanti scarsa concorrenza e prezzi troppo alti, oltre il 20% in più degli altri Paesi europei per gas ed elettricità. L'abitazione è il patrimonio più desiderato degli italiani, ma il nostro mercato dell'abitazione rappresenta anche un vincolo alla mobilità territoriale e sociale. La crescita dei prezzi degli immobili indica una forte domanda a cui corrisponde una offerta limitata. Molti sono i motivi di questa situazione. Non è questa la sede per enunciarli. Mi basta ricordare che questo squilibrio genera un aumento dei prezzi delle abitazioni e, quindi successivamente, anche dei canoni di affitto. Per equilibrare il mercato occorre evitare scelte dirigistiche, ma puntare ad un aumento dell'offerta con nuove costruzioni, ristrutturazioni del patrimonio esistente, liberalizzazione del mercato della compravendita della casa. Se non si interviene per tempo, il Paese si dividerà tra chi ha (almeno) una casa e chi non ce l'ha. Ne deriveranno tensioni marcate sulla popolazione più debole e rischi di inflazione, con il corollario di scelte dirigiste tanto inutili nei loro obiettivi di calmierare gli affitti, quanto dannosi sul mercato della casa (il danno dell'equo canone non è stato ancora superato dal nostro Paese). L'europa ha ormai una sua Costituzione. E' un gran passo in avanti. Ma ancora non possiamo dirci veri cittadini europei. Occorre sfruttare questa occasione di edificazione dell'Europa per generare un circuito virtuoso di riforme e di liberalizzazioni. Per dare una visione dell'Europa. Così come è in Italia per il federalismo, anche l'Europa deve rappresentare opportunità ed allargamento e non vincoli e nuova burocrazia. Siamo convinti dell'Europa: dobbiamo far sentire la voce delle imprese in favore della reale creazione di un mercato interno europeo, per l'abbattimento delle barriere e per la costruzione di una politica europea che non sia rappresentata solo da una tabella di parametri. Il vero problema dell'Europa è la crescita economica e la spinta all'innovazione. L'innovazione è, come ho più volte detto, il vero fattore di competitività. L'innovazione non è solo quella rivoluzionaria che capita una volta nella vita. E' una tensione continua e quotidiana. E' un'attitudine al cambiamento. L'innovazione è fatta di persone e di mezzi tecnici. Chiediamo che le spese delle imprese in ricerca ed innovazione siano esentate dall'Irap. Non è una gran cosa e non penso che sia sufficiente una misura come questa per rilanciare un ciclo di innovazione. Ma è un segnale in questa direzione. E' una spinta a cui molte delle nostre imprese possono agganciarsi. Ii Mezzogiorno rimane al centro dei nostri progetti. Dobbiamo contribuire a dare contenuto al Sud come la nostra nuova frontiera. Vorrei mobilitare in favore del Mezzogiorno la capacità progettuale di tutti. Anche qui, non credo esistano soluzioni semplici. Anche qui sono innanzi tutto gli imprenditori, quelli del Sud in primo luogo, che devono rimboccarsi le maniche. Noi possiamo e dobbiamo aiutarli, coinvolgendo gli altri attori della società e della politica ed elaborando nuovi progetti indicando chiare priorità: il recupero delle città, un turismo moderno, un allestimento di zone industriali attrezzate, il miglioramento delle comunicazioni, il partenariato tra imprese per sviluppare la subfornitura e le joint-venture, una Pubblica Amministrazione più efficiente, dobbiamo favorire attività innovative. Nulla deve essere trascurato. Ci sono poi temi dell'agenda che ci vedono impegnati direttamente con le altre parti sociali e con il Governo. Con il Sindacato abbiamo ripreso a parlare ed abbiamo individuato alcuni terreni di discussione e un'agenda per lo sviluppo. Sono contento dell'inizio, ma non basta. Vedo risorgere vecchi modi di contrattare e desideri di rivalsa che non ci portano lontano. Sono riprese le punzecchiature. Non gradisco i messaggi in codice che mi arrivano attraverso interviste o battute. Non mi interessa sapere se dobbiamo fare concertazione o dialogo sociale o contrattazione o come altro la vogliamo chiamare. L'importante è che si riavvii la ricerca di intese che consentano a noi, ai lavoratori, al governo ed a tutto il Paese il recupero di competitività industriale e il conseguimento di obiettivi condivisi. Se ciò avverrà tutti assieme o per gradi o in forma sequenziale o in altro modo, poco importa. Intanto, cominciamo. Penso che possiamo cercare una posizione comune sui problemi della nostra economia da sottoporre al Governo. Possiamo avanzare delle ipotesi condivise di inflazione obiettivo da discutere con il Governo. Possiamo cercare di semplificare i contratti di lavoro, che sono numerosi e che mal si giustificano con le regole della contrattazione derivanti dall'accordo del 1993. Possiamo investire nella formazione e chiedere al Governo la disponibilità reale dei fondi versati da parte delle imprese (lo 0.30% del salario). E' un primo passo. Poi ne faremo altri. Non facciamoci prendere dalla smania di risolvere tutti i problemi in un solo colpo. Soprattutto, e questo è un invito che faccio prima di tutto a noi stessi, superiamo la logica dei professionisti della contrattazione che partono da lontano, tergiversano, rimettono sempre tutto in discussione al solo scopo di dimostrare ai propri iscritti quanto sono rigidi e quanto sono capaci a negoziare. Abbiamo un po' più di fiducia in noi stessi. Anche con le Banche abbiamo avviato incontri. Abbiamo constatato l'esistenza di posizioni comuni su importanti provvedimenti legislativi. Sul Disegno Legislativo relativo al Risparmio, nato in fretta dopo gli scandali finanziari e poi arenatosi di fronte a veti incrociati. Le categorie tutte sono d'accordo per una soluzione legislativa che rafforzi i controlli e garantisca i risparmiatori. L'assonime ha fatto un eccellente lavoro. Dobbiamo spingere perché questo provvedimento passi, senza tentazioni dirigistiche. Lo stesso vale per la regolamentazione delle crisi di impresa. Non possiamo andare avanti con provvedimenti ad hoc, come si è fatto per il caso Parmalat. Dobbiamo rivedere la legislazione .Sul fallimento, con lo scopo di preservare l'azienda ed i creditori. Oggi né gli uni né gli altri sono realmente tutelati. La durata media dei fallimenti è di ben 7 anni. Nel Sud si arriva a 10 anni. Con questa lunghezza di termini, non si tutelano i creditori e si distrugge l'apparato produttivo sottostante. Anche in questo caso, le associazioni di impresa e I'assonime hanno elaborato proposte comuni. Dobbiamo agire per una loro approvazione. Ma con le Banche dobbiamo soprattutto sviluppare un discorso che riguarda la crescita delle imprese. Non solo con riferimento alle condizioni di credito. Ma soprattutto alla possibilità di valutazione. Si tratta di uno sforzo congiunto. Le imprese devono apprendere ad essere più trasparenti, organizzate in modo comprensibile, attente ad evitare conflitti di interesse interni, aperte ad esporre i propri piani industriali, disponibili a lasciarsi valutare, pronte ad aumentare il proprio patrimonio anche ricorrendo a soci esterni e, quindi, limitando la quota del possesso di proprietà da parte dell'imprenditore-famiglia. Le banche devono elaborare sistemi di valutazione capaci di apprezzare le potenzialità di crescita: le capacità di crescita dell'impresa rappresentano le reali garanzie che devono essere date alle banche. E' meglio che l'imprenditore investa il proprio patrimonio nell'azienda, piuttosto che lo dia in garanzia per prestiti a breve da parte della banca. E' con questo spirito che va affrontato Basilea 2, che deve essere un'occasione di crescita del mercato e non un mezzo per regolare i conti con le piccole imprese. Con le Università vorrei avviare un discorso di collaborazione per l'innovazione. So bene che Imprese ed Università si parlano poco. So anche che l'innovazione è compito delle imprese, mentre l'Università gestisce la ricerca. Ma andiamo oltre le definizioni e cerchiamo di lavorare assieme. Nelle Università c'è un patrimonio di ricerche che non è conosciuto e nelle imprese c'è un patrimonio di competenze che è sottovalutato. Un progetto di collaborazione può avvenire sia al centro che sul territorio. Si tratta inizialmente di accrescere la frequenazione reciproca e, quindi, di far circolare l'informazione. Ci sono anche i mezzi tecnici informatici per accrescere l'informazione. Ma la circolazione delle idee veicola ancora con il contatto fisico e con la frequentazione delle persone. Mi piacerebbe avviare un progetto di collaborazione che coinvolga il Ministero, la Crui e, a livello territoriale, singole Università ed Associazioni di impresa. In questa agenda non ho toccato in modo specifico i rapporti con il Governo. Non per dimenticanza, ma perché tutta la nostra azione vuole essere un contributo alle Istituzioni, e quindi in primo luogo al Governo, per la soluzione di problemi che riguardano le imprese, ma che sono di tutto il Paese. Lo penso che non sia giusto avere nei confronti del Governo una funzione di pura rivendicazione. Ho una idea più istituzionale del nostro ruolo e ho un grande rispetto per chi si è assunto l'onere di governare l'Italia, con tutte le difficoltà interne ed internazionali. Lo non voglio che Confindustria rappresenti una difficoltà in più per chi governa. Essa deve essere un supporto per il perseguimento di obiettivi generali. Per questo dichiaro la completa disponibilità di Confindustria a collaborare con chi governa il Paese, pronti, a rappresentare le nostre esigenze e ad ascoltare quelle generali del Paese e quelle specifiche degli altri attori. Penso che avremo modo di parlare presto della politica economica, delle riforme di sistema, di politica internazionale. Non intendo dettare io obiettivi e condizioni che competono al Governo. Intendo però far sentire la mia voce e dare il nostro contributo. Non si può non pensare che le imprese non siano preoccupate del disavanzo pubblico, del peso del fisco, della sua distribuzione, della stagnazione degli investimenti pubblici e privati, delle liberalizzazioni da fare nei servizi alle imprese (energia, trasporti, ecc..) e nelle libere professioni per recuperare produttività e crescita del sistema industriale, e così via. Parlare di queste cose non significa, per noi, invadere il campo della politica. Significa invece contribuire alla soluzione dei problemi e preparare una parte della società, le imprese, a fare la loro parte. Così come ho inteso fare con questa Agenda' per le Imprese, volta a contribuire ad un Progetto per la crescita del Paese.  
   
   
ASSOLOMBARDA: ASSEMBLEA 2004 RELAZIONE DEL PRESIDENTE MICHELE PERINI  
 
 Milano, 22 giugno 2004 – Di seguito la relazione del presidente di Assolombarda Michele Perini: “Siamo ancora in una situazione di grande incertezza. Veniamo da una crisi economica che ha scarsi precedenti per profondità, durata, aree coinvolte, ampiezza di settori. Subiamo la concorrenza di paesi che escono da una condizione di sottosviluppo e operano con regole diverse da quelle consolidate nelle economie più avanzate. Questo confronto cambia le condizioni di competitività. L'occidente convive con la minaccia terroristica e con l'incertezza di vaste aree dello scenario politico internazionale. Quello dell'11 settembre a New York è stato un evento terribile; quello altrettanto tragico dell'11 marzo a Madrid ci ha ricordato che non possiamo permetterci di consegnare questi episodi al passato. Di fronte alla difficoltà e all'incertezza, la tentazione di lasciarsi sopraffare, di arroccarsi in comportamenti difensivi, di concentrarsi sui problemi di casa propria è sempre alta. Soprattutto in un'Italia e in un'Europa che ancora non vedono quella crescita che, invece, sta energicamente toccando vaste aree del mondo. Ma ogni crisi, ogni momento di debolezza ha un rovescio della medaglia; in ogni sfida, per quanto ardua, ci sono opportunità che la competizione lascia aperte. Milano e le sue imprese stanno dimostrando la volontà di coglierle, il coraggio di accettare un confronto in cui c'è sempre meno spazio per salvaguardie e protezioni. Le imprese milanesi hanno scelto di confrontarsi con i competitor dei paesi emergenti e di affrontare nuovi mercati: marchio, immagine, competenze tecnologiche risultano dalle nostre indagini i loro punti di forza. Oltre un'impresa milanese su quattro compete e vince grazie alla continua proposta di prodotti innovativi. Hanno scelto di fronteggiare la stagnazione ricercando nuovi prodotti, nuovi processi e soluzioni organizzative innovative, con la consapevolezza della necessità di doversi rimettere continuamente in gioco. I nostri principali concorrenti sono ovunque nel mondo le imprese dei paesi più avanzati, Germania e Usa in primis. Anche l'iter per la firma della Costituzione europea, che pur è un fatto di rilevanza storica, lo ha dimostrato. Lo stesso avviene per l'economia: abbiamo l'opportunità di costruire su basi nuove, ma ci areniamo sulle spiagge di una malintesa stabilità. A questo proposito, è ovviamente opportuno che la politica monetaria europea si preoccupi di controllare l'inflazione. Ma i Governi che aderirono al cosiddetto patto di stabilità lo fecero guardando a due fini. Quello, sacrosanto, di sottrarre le economie europee alle crisi valutarie; e quello, altrettanto indispensabile, di favorire un contesto generale orientato allo sviluppo. Tanto è vero che quel patto si chiama "di stabilità e di crescita". E che gli obiettivi indicati a Lisbona andavano proprio in questa direzione. Ma Lisbona non ha avuto seguito. Oggi, il primo obiettivo della politica europea è di battere un colpo, di agire creando le condizioni perché le imprese possano generare sviluppo. E credo che la Commissione Europea non abbia dispiegato tutta la capacità d'impulso che le competeva. Con il programma infrastrutturale, il semestre italiano ha dato una spinta nella direzione giusta, ma non è sufficiente. La preoccupazione di proteggere settori non competitivi, di salvaguardare questo o quel comparto, questo o quel paese, questo o quell'insieme di interessi corporativi è dominante e assorbe troppe energie. Nel bilancio comunitario c'è qualcosa che, agli inizi del ventunesimo secolo, suona incredibile: il 45% delle risorse disponibili salvaguarda l'agricoltura dalla concorrenza dei paesi in via di sviluppo. Noi volevamo e vogliamo l'Europa. Ma non volevamo e non vogliamo un apparato orientato alla stasi e alla salvaguardia di interessi particolari, né un enorme macchina burocratica produttrice di vincoli e procedure, ostacoli ai processi di crescita delle imprese. La questione del brevetto europeo è emblematica. Quasi trent'anni fa, prese forma un'idea: registrando un'invenzione presso i diversi uffici degli Stati membri in un'unica operazione, un'impresa avrebbe ottenuto la protezione in tutti i paesi. L'idea è buona, ma non ha trovato definitiva attuazione, perché non è stata accettata la proposta di presentare il brevetto solo in un'unica lingua, l'inglese, valida per tutti gli Stati. Dopo trent'anni, cosa ci resta? La difficoltà di proteggere efficacemente gli investimenti in ricerca e una molteplicità di controversie e contenziosi costosi e inutili, da gestire in una babele linguistica. Viviamo in un'Europa che parla 19 lingue diverse e che, con l'ingresso dei nuovi paesi, ha adeguato i suoi costi di traduzione di 22 milioni di euro l'anno. Non possiamo continuare così. Crediamo in un'Europa che aiuti le nostre imprese a competere ad armi pari con americani, giapponesi e cinesi. Vogliamo e chiediamo con forza un'Europa che sappia affrontare la sfida dell'allargamento con la crescita e migliorando la competizione, spingendo fortemente la semplificazione negli Stati membri, rendendo più facile fare impresa. L'amministrazione americana finanzia con programmi di lungo termine la ricerca nei settori trainanti dell'economia: perché l'Europa non dovrebbe essere motore di innovazione? Il coraggio del futuro Un'altra questione decisiva è quella del coraggio di intraprendere. Una società si muove, cresce, innova, si rimette in discussione quando la necessità le impone nuove sfide, la spinge alla ricerca di opportunità, la incalza ad agire. Una società "arrivata", vecchia, appagata, finisce per illudersi di poter bastare a se stessa, e non si sforza di produrre sviluppo e innovazione. Non vorrei che i risultati delle elezioni europee spingessero alcuni Governi nazionali a fare politiche demagogiche di welfare, al solo scopo di recuperare consensi, ingrossando le fila dei partiti della spesa. Mancano le risorse per garanzie. Piene e totali per tutti; gli Stati devono tutelare solo quanti davvero vivono una situazione di disagio e consentire agli altri di poterlo fare da soli, senza duplicazioni di costi. Oggi, siamo adagiati su una struttura industriale figlia di mercati e di consumi della metà del secolo scorso. La preoccupazione di mantenere i risultati del passato ci impedisce di pensare al futuro. Invece, dovremmo avere il coraggio di creare spazi per le nuove generazioni, di farle avanzare senza la pretesa di dettare loro la via, ma offrendo valori positivi ed esempi da seguire. In questo, anche noi che facciamo impresa abbiamo una responsabilità importante. Non possiamo proporre ai nostri figli un modello di chi, affermato, ostenta un successo che magari ha soltanto ereditato. Dobbiamo offrire l'esempio di donne e uomini portatori di valori solidi, capaci di rischiare, che vivono l'azienda giorno dopo giorno, che non hanno paura di rimboccarsi le maniche, che hanno il gusto e la passione del lavoro. È l'esempio meritorio delle imprese familiari che più volte hanno salvato il Paese e ancora potranno concorrere a farlo, se sapranno attivare adeguati processi di innovazione, di internazionalizzazione e di crescita. Dobbiamo riscoprire la dedizione, il senso di sacrificio, l'entusiasmo. Per chi guiderà le nostre aziende dopo di noi e per chi ne farà nascere di nuove; ma anche per noi stessi. L'economia del Paese, quella vera, non è fatta di copertine patinate, di passerelle mediatiche, di salotti buoni e di apparenza effimera. È fatta di fatica quotidiana: quella di migliaia di imprenditori sconosciuti ai mass-media e dei milioni di lavoratori che la condividono con loro. Il coraggio del confronto C'è anche un altro genere di coraggio di cui c'è bisogno: il coraggio delle proprie idee. Nessuno meglio di noi imprenditori sa quanto sia importante costruire team, dentro e fuori dalle nostre aziende. Dobbiamo però capirci. Essere squadra significa lavorare in sintonia con gli altri, significa mettere ciascuno le proprie capacità e le proprie energie a disposizione di un disegno comune. Non significa, invece, il compromesso a ogni costo, la rinuncia, alla propria idea nel nome di un consenso obbligato. Il collante della squadra sono gli obiettivi: nel percorso. Per raggiungerli ci dev'essere spazio per l'autonomia delle idee, per il confronto, per la dialettica e, se occorre, per il dissenso. Quest'idea ci ha guidato a Milano in tutte le intese realizzate nel campo delle relazioni industriali, anche e soprattutto con chi partiva Ho citato alla lettera il passo di un saggio scritto nel 1996 da Carlo Azeglio Ciampi. Il coraggio di rischiare Un'altra questione su cui non posso tacere è quella del rapporto tra banca e impresa. Ii Governatore della Banca d'Italia ha sottolineato quanto sia importante la collaborazione tra il mondo finanziario e quello industriale. Noi ne siamo sempre stati sostenitori convinti, in modo fattivo, a beneficio delle imprese e dell'intera economia, anche in questo caso lavorando con concretezza sul territorio, al di là delle polemiche sul piano nazionale. Quello che oggi va ricostruito, all'interno di questo rapporto, è il riconoscimento e il rispetto reciproco dei ruoli, che devono restare nettamente distinti se non si vuole aprire la porta al rischio di conflitti d'interesse. Le imprese devono sapere individuare con chiarezza e presentare con trasparenza le linee del proprio sviluppo e realizzare la crescita a vantaggio degli azionisti, dei lavoratori, dei fornitori e anche dei finanziatori. A queste condizioni, le banche devono reperire i mezzi finanziari e metterli a disposizione delle imprese a condizioni convenienti, valutando il rischio in modo corretto. Il processo di concentrazione che ha segnato il sistema bancario italiano negli ultimi anni ha prodotto una dimensione degli operatori che è senz'altro un fatto positivo per il Paese. Ma non è riuscito a preservare quel rapporto diretto con le imprese basato sulla vicinanza, sulla conoscenza anche personale che nel contesto italiano è un elemento imprescindibile. E non è neppure riuscito a produrre tempi di risposta adeguati alle esigenze delle imprese, imposti dal mercato. In un mondo che cambia, con le nuove tecnologie che irrompono, con i nuovi mercati, i nuovi concorrenti, non possiamo sopravvivere con banche preoccupate più delle loro procedure che della validità dei progetti. Servono banche che valutino le potenzialità di crescita delle imprese, le loro strategie, la loro capacità di andare all'estero e di fare ricerca, i loro valori aziendali e manageriali. Da questo punto di vista, le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti di spicco del mondo bancario sono promettenti e speriamo che presto diventino fatti. Quando le banche saranno capaci di rischiare con noi, di essere al nostro fianco nei processi di investimento nell'innovazione e nei percorsi di crescita internazionale, allora sì, potremo dire di avere fatto sistema. Il coraggio della flessibilità Le aziende italiane devono poter operare in condizioni di parità con quelle con cui si confrontano. L'economia del Paese è avviluppata in rigidità e condizionamenti che sono frutto della diffidenza nei confronti della classe imprenditoriale. Ricordiamolo: noi imprenditori siamo una risorsa per l'intera società, perché creiamo quel benessere a cui tutti prendono parte. Invece, un pregiudizio ancora diffuso vuole che le imprese vadano trattate con sospetto; che il loro sviluppo debba essere sottoposto a esami incessanti; che la loro operatività si possa garantire solo con un controllo occhiuto e minuzioso. Purtroppo, casi come quelli di Enron o Parmalat sembrano legittimare questa convinzione. Sommando il malaffare di pochi al pregiudizio di molti, tutta l'economia del Paese risulta penalizzata. In particolare, lo sono le centinaia di migliaia di imprenditori che ogni giorno devono affrontare con onestà e coraggio la sfida competitiva, costretti a farlo con un carico enorme di adempimenti inutili. L'eccesso di leggi e di controlli formali crea alibi e spazi per l'illegalità, vincola e penalizza i capaci e gli onesti, premia i furbi e i delinquenti. Occorrono poche leggi, semplici, e controlli sostanziali. Invece, alla legislazione nazionale che soffoca le nostre imprese si aggiungono altri due pesi: - la normativa di regioni, province e comuni, purtroppo destinata a crescere; - la mole abnorme di leggi, regolamenti, ordinanze e procedimenti che il Parlamento e la Commissione europei sfornano a ritmi impressionanti. No alla burocrazia, ha detto pochi giorni fa a Roma il Presidente Montezemolo, e io aggiungo: lanciamo un premio per il deputato, il senatore o il consigliere regionale, provinciale o comunale che proponga e ottenga l'abrogazione del maggior numero di leggi! Abolire la selva di norme inutili, assurde, spesso figlie di un mondo che non esiste più, delegificare e varare Testi Unici, sono riforme che costano pochissimo e producono un valore enorme per l'economia e per la società. Il che non esime, peraltro, dal fare le riforme strutturali, pur se onerose, di cui l'Italia ha bisogno. Certo, il Governo ha iniziato il difficile lavoro di ammodernamento del Paese tra mille polemiche e ostacoli legislativi. Ostacoli che non possono essere presi ad alibi per il grande lavoro ancora da fare. Se dobbiamo registrare positivamente le riforme della scuola, del lavoro e del diritto societario, la legge obiettivo e alcune semplificazioni, non possiamo non sottolineare che abbiamo ancora tasse troppo alte e inique. Abbiamo una riforma delle pensioni annunciata, in attesa che qualcuno se ne occupi. Viviamo in un cosiddetto federalismo che somma e confonde competenze e poteri, mentre auspichiamo un federalismo chiaro e non oneroso. Non abbiamo sufficiente chiarezza sulle privatizzazioni, incluse quelle locali. Manca un'azione determinata a favore delle liberalizzazioni. Non vorrei che le consultazioni elettorali dei giorni scorsi avessero segnato l'ingresso in una sorta di tunnel dell'immobilismo decisionale. Lo dico al Governo e lo dico all'opposizione: non lasciamo che gli appuntamenti elettorali che ci aspettano nei prossimi due anni ci tolgano il coraggio di compiere le tante scelte e le tante riforme necessarie al Paese. Si deve agire, senza perdere altro tempo. Il coraggio del mercato Di fronte a un sistema così rigido, che aumenta ogni giorno le difficoltà in cui operiamo, una voce di sirena cerca di incantare noi imprenditori. Ci invita a lasciare il mare aperto della competizione; ci sussurra all'orecchio di cercare la sopravvivenza in settori protetti; ci suggerisce di investire in comparti dove non ci sono le imprese straniere, di chiedere protezione allo Stato. Qualcuno, ogni tanto, si lascia irretire. E, se guardiamo i bilanci di chi lo fa, è difficile criticare. Molti cercano aree al di fuori della concorrenza, anche con motivazioni ragionevoli. Ma dov'è il futuro di un Paese in cui si confonde il profitto con la rendita? Che società vogliamo consegnare a chi verrà dopo di noi, che modello di economia vogliamo veder prevalere in Italia e in Europa? A volte, ho la sensazione che i mercati protetti generati dalle corporazioni siano addirittura più forti della volontà politica. È compito della politica e della società civile rompere questi privilegi. E anche agli ordini professionali chiediamo di sviluppare capacità e competenze così forti da non far più temere loro di confrontarsi al nostro fianco sui mercati. Il coraggio del fare Viviamo in un mondo che è diverso da quello che vorremmo per le imprese, le persone che lavorano con noi, i cittadini, i nostri figli. Ma non ci rassegniamo, non abbiamo intenzione di fermarci davanti ai problemi e alla complessità. Con la volontà e il coraggio, possiamo superare gli ostacoli, possiamo compiere azioni che a quelli Che stanno aguardare sembrano impossibili. Sto parlando del coraggio del "fare", di quel fare che è lo spirito forse più autentico della nostra milanesità, di cui siamo orgogliosi. Esempi, a Milano, sono il Passante Ferroviario che abbiamo visto entrare in funzione, il Teatro alla Scala, le nuove stazioni della metropolitana, il sistema dei depuratori. Un altro è la costruzione del nuovo polo fieristico, in tempi brevissimi nonostante le condizioni non facili. Un risultato possibile con il coinvolgimento di un Presidente di Provincia e di un Sindaco, quello di Milano, di centro-destra, e di due Primi Cittadini, quelli dí Rho e di Pero, di centro-sinistra. E con un grosso impegno del Presidente Formigoni per rendere possibile il dialogo tra tutti gli enti e le istituzioni coinvolte. Quando esiste un progetto condiviso, quando c'è comunanza di obiettivi, evidentemente, è possibile realizzare qualunque opera, anche le più complesse, anche se sono in gioco parti politiche diverse. Questo è il compito che ogni classe politica dovrebbe far suo: offrire prospettive e traguardi; fare sintesi dei diversi legittimi interessi; mobilitare in questo modo tutte le risorse del Paese e trasformare così i progetti in realtà. Quanto alle imprese di Milano, la risposta alla situazione difficile in cui ci troviamo è molto chiara. Non vogliamo sostegni. Vogliamo un futuro in cui sia premiato il coraggio di chi sa inventare il nuovo ogni giorno, affrontando le sfide con l'utilizzo della ricerca e della tecnologia. Con la Regione Lombardia, le Università, il Cnr e diversi Istituti clinici scientifici, qui a Milano, stiamo ottenendo notevole successo nella valorizzazione economica delle ricerche in campo biotecnologico: un progetto di sistema, in un comparto innovativo, che può generare mercato e far nascere imprese. Il coraggio di chi sa che oggi la competizione si può affrontare solo innovando e aprendosi agli altri, mettendosi in rete con altre imprese, con altri settori, con il mondo intero. È questo che vale per ogni impresa. Con l'aiuto delle aziende associate più grandi stiamo sensibilizzando le piccole su questo punto, offrendo tecnologie di rete e opportunità di formazione in aula e on line. Il coraggio di chi sa intraprendere nuove iniziative e nuove attività. Abbiamo linee di credito dedicate alle start-up, in grado di finanziarle dalla fase dell'idea a quella dei primi investimenti. Offriamo alle imprese la possibilità, nell'ambito delle convenzioni quadro, di avvalersi di progetti mirati di formazione finanziata. Il coraggio di chi vuole affrontare a viso aperto la concorrenza internazionale e sfruttare le opportunità che nascono dai mercati emergenti. Con Ice e Università Bocconi, stiamo realizzando un ambizioso progetto di formazione di studenti-stagisti e di scouting sui mercati cinesi; e insieme a Promos e Fiera Milano abbiamo aperto uno sportello a Shangai. Ll coraggio di chi sa creare' sul campo la rete delle collaborazioni adeguate tra banche e imprese. Da anni, grazie ai nostro Confidi, al contributo della Camera di Commercio e agli accordi con le banche, favoriamo il rafforzamento patrimoniale delle piccole imprese: solo nel 2003 abbiamo generato per questo venti milioni di euro di finanziamenti. Il coraggio di chi vuole puntare sui giovani. Solo lo scorso anno, abbiamo coinvolto oltre 6.000 studenti nei nostri incontri di orientamento. Le nostre imprese associate hanno accolto più di 15.000 stagisti. E abbiamo promosso iniziative di formazione dedicate ai giovani attraverso il Fondo Sociale Europeo per oltre 4 milioni di euro. Il coraggio di fare impresa Non devo certamente venire a presentare Io spirito che mi anima e che mi ha animato in questi anni: quello che è nel Dna di noi milanesi. Quello del fare, del non abbattersi, del vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Milano è sede di eccellenze in tanti campi: della salute, dell'Ict, della moda, della comunicazione, del design, della meccanica, dei servizi alle imprese, dei sistemi fieristici, della ricerca, dell'università. Ma cosa volete, che con tutti questi giocatori la nostra squadra non sia in grado di vincere la partita della trasformazione dell'industria italiana nel terzo millennio? Certo, ogni giocatore dev'essere ben preparato, ben guidato, spronato e informato sulle difficoltà e sulle opportunità. Per questo, la competizione che vogliamo affrontare deve giocarsi in campi regolamentari, in condizioni di parità con chi si confronta con noi. Sono ottimista, per Milano, per l'Italia e per l'Europa, con la convinzione che sapremo superare il torpore generato dal benessere entrando in campo per vincere. Abbiamo il dovere di dare un futuro ai nostri figli, così come i nostri genitori ne hanno preparato uno per noi. Per questo, dobbiamo lavorare di più, di più, di più. Con più impegno, con più entusiasmo, e con la consapevolezza che stiamo facendo una cosa utile per tutti. Non ci faremo fermare dalle difficoltà, ma non rinunceremo a chiedere con determinazione di essere lasciati liberi di intraprendere, di svilupparci, di migliorare, di cambiare.  
   
   
"L'ITALIA E LA POLITICA INTERNAZIONALE"  
 
 Milano, 22 giugno 2004 – Il prossimo 5 luglio alle ore 17.45 l'Ispi, in occasione della pubblicazione dell'Annuario sulla politica estera italiana, edizione 2004 (realizzato da Ispi e Iai con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e della Compagnia di San Paolo di Torino) ospiterà una Tavola Rotonda sul tema: "L'italia e la politica internazionale" Partecipano: Gianni De Michelis, Presidente Ipalmo; Gian Giacomo Migone, già Presidente della Commissione Affari Esteri, Senato della Repubblica; Umberto Ranieri, Vice Presidente Commissione Affari Esteri, Camera dei Deputati; Carlo Secchi, Rettore Università Bocconi e Riccardo Sessa, Direttore Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, Ministero degli Affari Esteri. Presiedono e moderano: Boris Biancheri, Presidente Ispi e Gianni Bonvicini, Direttore Iai. Per informazioni:Segreteria Organizzativa tel. 02.8693053  
   
   
AZIMUT HOLDING: PRESENTATA L'OPERAZIONE DI QUOTAZIONE. SUL MERCATO FINO AL 75,71% DEL CAPITALE. OPVS DA LUNEDÌ 28 GIUGNO A VENERDÌ 2 LUGLIO  
 
Milano, 22 giugno 2004 - E' stata presentata ieri a Milano, dopo il Nulla Osta concesso nei giorni scorsi da Consob, la struttura dell'offerta azionaria di Azimut Holding spa, una delle principali realtà italiane indipendenti nel settore del risparmio gestito. Azimut Holding spa si quoterà attraverso una Offerta Globale composta da un numero massimo di 94.993.699 azioni, delle quali 35.000.000 di nuova emissione, nel quadro dell'aumento di capitale al servizio dell'operazione deliberato dall'Assemblea degli azionisti dello scorso 5 marzo 2004, che porterà Azimut Holding a collocare fino al 65,84% del capitale. Joint Global Coordinator sono Merrill Lynch Intemational e Ubm (Unicredit Banca Mobiliare), che agisce anche in qualità di sponsor e Responsabile per il collocamento al pubblico in Italia. E' inoltre prevista un'opzione per la sottoscrizione (''Greenshoe') di ulteriori 14.249.055 azioni, corrispondenti al 15% del numero massimo delle azioni dell'Offerta Globale da parte dei membri del Collocamento Istituzionale, da esercitare da parte dei Joint Global Coordinator entro 30 giorni dall'inizio delle negoziazioni del titolo. In caso di integrale adesione all'Offerta Globale ed esercizio della Greenshoe, le azioni oggetto di collocamento rappresenterebbero il 75,71% del capitale della società. L'offerta globale prevede un collocamento presso investitori istituzionali in Italia e all'estero e una Offerta Pubblica di Sottoscrizione e Vendita (Opvs) riservata al pubblico indistinto in Italia. L'opvs, che si svolgerà da lunedì 28 giugno a venerdì 2 luglio, sarà costituita da un minimo di 19.000.000 di azioni pari al 20% del numero massimo di azioni dell'Offerta Globale Per quanto riguarda il valore delle azioni oggetto dell'Offerta, entro domenica 27 giugno sarà reso noto il Prezzo Massimo; il Prezzo di Offerta sarà determinato al termine dell'Opvs e comunicato entro domenica 4 luglio. Il pagamento delle azioni è il 7 luglio, data in cui è anche previsto l'inizio delle negoziazioni. Il Lotto minimo di adesione è di 450 azioni. Tutte le informazioni per aderire all'Opvs di Azimut Holding sono disponibili pressi le banche e gli intermediari incaricati del collocamento. Il Gruppo Azimut è specializzato nella promozione, gestione e distribuzione di prodotti e servizi finanziari. In un decennio si è affermato come una delle principali realtà del risparmio gestito grazie all'indipendenza, all'originalità del suo modello imprenditoriale, alle capacità di innovazione e alla qualità dei promotori finanziari. Al 31 dicembre 2003, Azimut gestiva circa 7.000 milioni di Euro per ricavi da commissioni attive del 2003 pari a 154,6 milioni di Euro.  
   
   
ANTONIO SEMERIA, È IL NUOVO PRESIDENTE DEL COLLEGIO SINDACALE DELLA BANCA CARIGE S.P.A.  
 
Genova, 22 giugno 2004 - Il Dott. Antonio Semeria, Sindaco effettivo della Banca, è il nuovo Presidente del Collegio Sindacale della Banca Carige S.p.a., in sostituzione del Dott. Fulvio Rosina, dimessosi dall’incarico per motivi strettamente personali. Il Collegio Sindacale è completato dal Dott. Massimo Scotton, nuovo Sindaco effettivo. La Banca Carige formula auguri di buon lavoro al Dott. Semeria, che assume la Presidenza del Collegio, ed al Dott. Scotton ed esprime sentiti ringraziamenti al Dott. Rosina che per molti anni è stato Presidente e Membro del Collegio Sindacale della Banca.  
   
   
ENERTAD SPA: APPROVTO IL “PROSPETTO INFORMATIVO” INERENTI ALL’ AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE  
 
Milano, 22 giugno 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Enertad Spa ha deliberato ieri l’approvazione del “Prospetto Informativo” - inerente l’operazione di aumento del capitale sociale della Società. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato che l’aumento di capitale in opzione avverrà mediante emissione di numero 32.246.772 nuove azioni del valore nominale di euro 1,00 con godimento regolare 1° gennaio 2004, da offrire in opzione agli azionisti in rapporto di 2 (due) nuove azioni ogni 5 (cinque) azioni ordinarie Enertad possedute ed ai possessori delle obbligazioni “Enertad 2003-2006 convertibili” in ragione di n. 2 (due) nuove azioni ogni 5 (cinque) obbligazioni convertibili possedute. Il prezzo di ciascuna nuova azione offerta e, conseguentemente, il controvalore complessivo dell’offerta verrà determinato dal Consiglio di Amministrazione della Società prima dell’avvio dell’offerta e verrà fatto oggetto di avviso integrativo ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento Consob n. 11971/1999, che verrà pubblicato sui quotidiani “M.f.” e “Il Giornale”. Si ricorda a tale proposito che Efibanca Spa ha garantito il buon esito dell’operazione. Infine, in esecuzione di quanto già previsto nella precedente seduta del Consiglio di Amministrazione della Società del 18 maggio 2004 (cfr. Comunicato stampa del 18 maggio 2004), i membri del Consiglio di Amministrazione hanno formalizzato le proprie dimissioni.  
   
   
ICCREA HOLDING SPA: CHIUSO IL BILANCIO 2003 CON UN UTILE SUPERIORE AI 12 MILIONI DI EURO. DISEGNATO IL NUOVO PIANO STRATEGICO TRIENNALE  
 
Roma, 22 giugno 2004 - Iccrea Holding Spa, la capogruppo bancaria del sistema del Credito Cooperativo italiano ha chiuso l'esercizio 2003 con un utile di 12 milioni e 629 mila euro. Il dato è stato diffuso al termine della Assemblea della società, tenutasi a Roma. Iccrea Holding Spa (partecipata dalle Banche di Credito Cooperativo italiane - Bcc) è al vertice del sistema di impresa che consente alle Bcc, attraverso una serie di società specializzate, di offrire alla propria clientela prodotti e servizi di alto livello qualitativo. Le principali società controllate da Iccrea Holding sono: Iccrea Banca Spa (l'Istituto centrale di categoria); Banca Agrileasing (società specializzata nel leasing immobiliare, strumentale e auto); Aureo Gestioni (società per la gestione del risparmio); Bcc Vita (compagnia di assicurazioni nel ramo vita); Bcc Capital (merchant bank di sistema); Bcc Gestione Crediti; Bcc Servizi Innovativi (società per i servizi innovativi di marketing); Bcc Web. Il patrimonio netto di Iccrea Holding per effetto dell'ultima tranche di aumento di capitale sottoscritto dalle Bcc, è di 577 milioni di euro. Nel corso dell'Assemblea il Presidente di Iccrea Holding Giulio Magagni e il Direttore Generale Luigi Dante hanno anche presentato agli azionisti le linee del nuovo “Piano strategico” di gruppo per il triennio 2004 – 2006. Il Progetto prevede – tra l'altro - la ridefinizione del posizionamento strategico del sistema imprenditoriale del Credito Cooperativo per un compiuto “sistema integrato di offerta” differenziato per segmenti di mercato a vantaggio delle Banche di Credito Cooperativo. Tra gli obiettivi del nuovo Piano strategico, inoltre, alcuni interventi di carattere organizzativo per sviluppare ulteriormente i livelli di efficienza all'interno dei diversi processi operativi. E' prevista inoltre la creazione di una nuova “area commerciale”all'interno di Iccrea Holding volta a consolidare la relazione diretta con le Bcc sul territorio, mentre trova nuovo impulso il tema della presenza delle Bcc sui mercati esteri, in piena sintonia con il forte sviluppo che ovunque in Europa sta avendo la cooperazione di credito.  
   
   
NASCE CBA INVESTIMENTO MODULARE PER COSTRUIRSI UN PRODOTTO‘SU MISURA’ IL NUOVO PROGRAMMA PROPOSTO DALLA COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI DEL GRUPPO BANCA SELLA CONSENTE DI COMPORRE, CON PESI VARIABILI, DUE DIVERSE POLIZZE  
 
Milano, 22 giugno 2004 – Si chiama Cba Investimento Modulare il nuovo programma assicurativo proposto da Cba Vita, la Compagnia di Assicurazione del Gruppo Banca Sella, che consente di crearsi un prodotto di investimento ‘su misura’ utilizzando, con diversi pesi, due distinte soluzioni assicurative: Cba Modulo Rivalutabile e Cba Modulo Index. Cba Modulo Rivalutabile è un contratto di assicurazione vita a premio unico in forma mista che offre, oltre alla liquidazione annuale degli interessi, il pagamento del capitale investito alla scadenza del contratto o immediatamente in caso di decesso dell'assicurato. Queste caratteristiche fanno sì che la polizza assicuri la protezione del capitale investito, ponga al riparo dai rischi di fluttuazione dei mercati e consenta la liquidazione annuale degli interessi in base al risultato conseguito dalla Gestione Separata Capitalbank. Cba Modulo Index, invece, è una Index Linked a premio unico che, ferma restando la restituzione a scadenza del premio versato, dà la possibilità di percepire annualmente cedole predeterminate. I vantaggi principali di questo contratto di assicurazione sono l'opportunità di partecipare alle potenzialità di rendimento del mercato azionario con la salvaguardia del proprio investimento alla scadenza; la possibilità, in base all'andamento di un paniere di indici azionari, di percepire 5 cedole annuali di importo predeterminato; l’opportunità, a scadenza, di percepire un ulteriore importo variabile collegato all'evoluzione del medesimo paniere di riferimento. Grazie alla sua articolazione in cinque differenti moduli: A: 100% Cba Modulo Rivalutabile; B: 75% Cba Modulo Rivalutabile, 25% Cba Modulo Index; C: 50% Cba Modulo Rivalutabile, 50% Cba Modulo Index; D: 25% Cba Modulo Rivalutabile, 75% Cba Modulo Index; E: 100% Cba Modulo Index. Cba Investimento Modulare consente di rendere l’investimento personalizzabile e adattabile alle esigenze e caratteristiche di ciascun cliente. Vista la peculiarità delle singole soluzioni assicurative, i moduli A e B si renderanno quindi più adatti a clienti ‘prudenti’, mentre i D e E a chi vuole massimizzare il rendimento pur considerando i rischi di mercato. Cba Investimento Modulare prevede una durata di 5 anni e 1 mese: decorre il 28 giugno 2004 e scade il 28 luglio 2009. La polizza può essere sottoscritta in tutte le succursali del Gruppo Banca Sella e presso i Centri di promozione finanziaria Sella Consult.  
   
   
PATTO DI SINDACATO RCS MEDIAGROUP: GEMINA RIMARRÀ NEL PATTO CON CIRCA L’1%  
 
Milano, 22 giugno 2004  - I partecipanti al Patto di Sindacato Rcs Mediagroup, riunitosi ieri, hanno deliberato di acquistare n. 63.0 milioni di azioni pari a circa l’8,7% del capitale della Società di proprietà di Gemina al prezzo di euro 4,4 per azione. Gemina rimarrà nel patto con circa l’1%. Ciascuno dei partecipanti si è riservato la facoltà di acquistare pro – quota tali azioni secondo quanto sarà deciso dai rispettivi organi deliberanti. Italmobiliare, Banca Intesa e Pirelli hanno assunto nei confronti di Gemina l’obbligo di acquistare tutte le azioni eventualmente inoptate. Il cavalier Lucchini ha chiesto di non essere rinnovato come Presidente del Patto alla scadenza. E’ stato quindi nominato Presidente l’ingegner Gianpiero Pesenti. Il Sindacato ha concordato che, al rinnovo del Patto, non verranno poste obiezioni all’eventuale ingresso nel Sindacato stesso di società facenti capo ai gruppi: Diego Della Valle, Salvatore Ligresti, Francesco Merloni, nei modi, tempi e quote da definirsi.  
   
   
RCS MEDIAGROUP: MAURIZIO ROMITI COMUNCIA LA RINUNCIA AGLI INCARICHI RICOPERTI NEL GRUPPO  
 
Milano, 22 giugno 2004 – Ieri si è riunito il Consiglio di Amministrazione di Rcs Mediagroup nel corso del quale il dottor Maurizio Romiti ha comunicato la rinuncia agli incarichi ricoperti nel Gruppo con decorrenza 15 settembre 2004. Nell’ambito della sua illustrazione, il dottor Maurizio Romiti – ripercorsi l’attività svolta ed i risultati conseguiti dal Gruppo – ha evidenziato che la stima dei risultati consolidati al 20 giugno 2004 si presenta in significativo miglioramento rispetto sia all’anno precedente sia a quanto previsto nel budget e di ritenere, pertanto, sostanzialmente esaurito il compito affidatogli. Il Consiglio ha ringraziato il dottor Romiti per l’opera svolta. A partire dalla data odierna tutte le deleghe saranno esercitate dal Presidente. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì preso atto di una comunicazione pervenuta dal dottor Cesare Romiti il quale ha preannunciato la propria intenzione di rassegnare con il prossimo consiglio le dimissioni da Presidente della controllata Rcs Quotidiani. Il consiglio ha deciso di designare alla Presidenza di Rcs Quotidiani il professor Piergaetano Marchetti e di nominare nella prossima riunione il dottor Cesare Romiti Presidente d’onore di Rcs Mediagroup. Il Consiglio all’unanimità conferma la piena fiducia ai direttori di testata.  
   
   
CALTAGIRONE EDITORE PERFEZIONA L’ACQUISTO DELLA SOCIETÀ EDITORIALE ADRIATICA SPA  
 
Roma, 22 giugno 2004 – La Caltagirone Editore comunica che le proprie partecipate Sigma Editoriale Spa e Cedfin Srl hanno perfezionato l’acquisto dell’intero pacchetto azionario della Società Editoriale Adriatica Spa, editrice del quotidiano Corriere Adriatico, dal dott. Francesco Sensi e dalla Società Veronese Gestione Compravendita Immobili Spa versando il corrispettivo di 24,082 milioni di Euro.  
   
   
DIGITAL BROS: SIGLATO CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE CON VIVENDI UNIVERSAL GAMES, TRA I PRINCIPALI EDITORI DI VIDEOGIOCHI A LIVELLO INTERNAZIONALE  
 
 Milano, 22 Giugno 2004 - Il valore previsto del contratto è di almeno 4 milioni di Euro per l’anno fiscale 2004/2005 Digital Bros, gruppo operante nel digital entertainment quotato al Nuovo Mercato della Borsa Italiana, ha siglato un contratto di distribuzione con Vivendi Universal Games, uno dei principali editori di software multimediale per tutte le console di gioco e per Pc. A seguito di tale accordo, Digital Bros, tramite la divisione Halifax, leader di mercato in Italia nel publishing e distribuzione di videogiochi, si occuperà di commercializzare i titoli Vivendi Universal Games nei punti vendita al dettaglio specializzati in videogiochi. Il catalogo Vivendi Universal Games comprende alcuni tra i brand più conosciuti dell’industria dei videogiochi quali Crash, Spyro e Half Life, titoli basati su licenze note nel mondo dell’intrattenimento che includono proprietà cinematografiche della Universal Pictures, serie televisive di successo della Fox Filmed Entertainment quale The Simpson, classici letterari tratti dall’opera Il signore degli Anelli di J.r.r. Tolkien e super eroi di fumetti della Marvel Enterprises come l’Incredibile Hulk. Il management Digital Bros stima in almeno 4 milioni di Euro il valore di tale contratto per l’anno fiscale 2004/2005 (1.07.2004 – 30.06.2005). “Tale accordo con un partner di assoluto prestigio – ha dichiarato Raphael Galante, Amministratore Delegato, Digital Bros - ribadisce l’efficacia della nostra struttura distributiva, logistica e commerciale, grazie ad una rete vendita estremamente capillare e con un consolidato know-how nell’industria dei videogiochi.”  
   
   
CONFESERCENTI MODENA PUNTA SU MYRDS PER IL "RATING" DEI PROPRI ASSOCIATI 100 AZIENDE UTILIZZERANNO, DA SUBITO, IL SERVIZIO ASP MYRDS PRONTO SOPRATTUTTO IN VISTA DELL'INTRODUZIONE DELLE NORME IAS  
 
Milano, 22 giugno 2004 - Rds, software house italiana leader nelle soluzioni Erp Ii (Enterprise Resource Planning), ha annunciato la firma di un contratto con Confesercenti di Modena per la fornitura del servizio myRds Pronto ( www.Myrds.com/pronto.htm ), il modulo gestionale collaborativo dedicato alla microimpresa dato in modalità Asp (pay per use), a 100 Aziende sue associate. Confesercenti ha voluto questo accordo dopo un'accurata valutazione delle caratteristiche del servizio e dell'accoglienza presso i propri associati con un periodo di prova durato otto mesi. La facilità d'uso e l'accessibilità direttamente via Internet, senza la necessità di installare alcun software, sono stati gli elementi chiave. Ad essi si aggiunge il fatto che myRds Pronto risulta essere fin d'ora pienamente rispondente alle esigenze determinate dalla nuova normativa Ias (International Accounting Standards) che entreranno in vigore nel prossimo futuro. Tali norme, che introducono il rating aziendale per l'accesso al credito, sono obbligatorie al momento solo per le aziende quotate in Borsa, ma verranno estese dal prossimo anno anche alle Pmi e alle micro imprese. "Il passaggio ai nuovi principi contabili internazionali Ias avrà un impatto diffuso e pervasivo all'interno delle aziende," ha dichiarato Barbara Mazzini, direttrice di Confesercenti Modena. "Grazie a myRds Pronto noi siamo in grado di offrire ai nostri associati un servizio sempre più all'avanguardia e soprattutto di alta qualità." "In Rds conosciamo bene le principali differenze tra il bilancio civilistico e quello Ias ed abbiamo già introdotto questi concetti all'interno delle nostre soluzioni," ha commentato Guerino Conti, amministratore di Rds. "Questo rende il nostro gestionale estremamente valido anche sotto questo punto di vista, sia per l'analisi del credito, consentendo analisi per chiavi statistiche tipo settore, regione, brand ecc., sia per il cost accounting, consentendo un conto economico a costo del venduto di tipo anglosassone per cliente, articolo, e tutte le chiavi statistiche prima ricordate." myRds Pronto è il modulo "gestionale collaborativo" di Rds specificamente creato per le aziende che sono interessate solamente al proprio core business, fare fatture, controllare i pagamenti dei clienti e i propri pagamenti ai fornitori e che desiderano demandare al proprio commercialista o alla propria Associazione di categoria, la parte inerente le scritture contabili, per una corretta gestione amministrativa, civilistica e fiscale.  
   
   
RCAUTO: ANIA CONTINUA A PARLARE DI AUMENTI,MENTRE I CONSUMATORI ATTENDONO DIMINUZIONI DA 13 ANNI! DOVE SONO FINITE LE SOLENNI PROMESSE DI DIMINUIRE LE TARIFFE ASSICURATIVE FATTE DAL GOVERNO DOPO L'INTRODUZIONE DELLA PATENTE A PUNTI?  
 
Roma, 22 giugno 2004 - Dati Ania sul presunto stop alle tariffe assicurative a parte,che non coincidono neppure minimamente con le solenni bastonate inflitte agli assicurati “virtuosi” ad ogni rinnovo di polizza, è dal 1 luglio 1994,data della liberalizzazione delle tariffe Rc Auto,che i consumatori attendono le sacrosante diminuzioni di tariffe assicurative tra le più elevate d’Europa,un minimo di concorrenza, una migliore qualità dei servizi offerti. In questi 10 anni,invece della promessa concorrenza, sono stati attivati dalle compagnie assicurative, discusse politiche di cartello sfociate nella famosa sanzione Antitrust che ha provocato un danno di 4,2 miliardi di euro a 18 milioni di assicurati; un surrettizio aumento delle riserve sinistri che non ha paragoni in Europa; una legge “salva-compagnie”,approvata dal Governo,in cambio di corpose diminuzioni tariffarie solennemente sottoscritte in un protocollo; l’introduzione della patente a punti che ha ridotto i sinistri in una forchetta consolidata tra il 16 ed il 20 per cento; la riduzione del Fondo vittime della strada di 1,5 punti ! Mentre l’Ania,continua a provocare la pazienza degli assicurati introducendo un dibattito su aumenti tariffari al di sotto dell’inflazione,invece di certificare sostanziose diminuzioni tariffarie dal 10 al 20 per cento,che dovrebbero comportare un risparmio annuo da 76 a 135 euro a polizza ! Altro che: “raffreddamento delle tariffe Rc auto per la prima volta dopo 13 anni” ! Perché l’Ania non dice che in 13 anni le tariffe Rc Auto,unico caso nel mondo, sono più che raddoppiate essendo aumentate del 121,7 per cento ? Perché non attua le misure del beffardo protocollo,non sottoscritto dalle associazioni dell’Intesaconsumatori,in cambio di 4,2 miliardi di euro di mancati rimborsi ? Perché non chiede alle proprie associate di abbassare le tariffe nella doverosa forchetta dal 16 al 20 per cento dal 1 gennaio 2004,facendo restituire ai tartassati e spremuti assicurati,da 76 a 135 euro,a seconda della polizza ? La verità è che ancor prima delle banche,la fiducia dei consumatori nelle assicurazioni è sotto terra e l’Ania,tenta di far recuperare un’immagine alle compagnie con operazioni di facciata facendo passare gli assicurati come tanti allocchi ! Intesaconsumatori attende dalle compagnie la restituzione del dovuto ai tartassati assicurati e solo allora, previo riscontro oggettivo polizza per polizza, forse potrà dare credito agli “interessati” dati Ania.  
   
   
VALORI E PRINCIPI AL CENTRO DEL DIBATTITO SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE PROMOSSO DA PHILIPS  
 
Milano, 22 giugno 2004 - Il tema dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale delle imprese è oggi sempre più attuale; per questo motivo, Philips, da sempre attiva nel campo della Corporate Social Responsibility, ha deciso di promuovere la tavola rotonda dal titolo: “Sostenibilità: un nuovo sistema di valori e di sviluppo?” che si è tenuta a Milano mercoledì 16 giugno. Al dibattito, moderato dal giornalista Rai Maurizio Mannoni, erano presenti oltre a Sergio Tonfi, Communication Manager e Ethic Officer di Philips, anche una serie di importanti personaggi del mondo aziendale e non solo come Marco Roveda, fondatore di Lifegate; Antonio Gaudioso, vice segretario generale dell’associazione di consumatori Cittadinanzattiva; Emilio D’orazio, direttore del centro studi Politeia, e Alessandro Beda, vicepresidente di Sodalitas. Il dibattito si è aperto con l’introduzione del concetto di ‘eticità’ come prerequisito del prodotto. Nell’evoluzione del prodotto dal dopoguerra ad oggi infatti, ha commentato Marco Roveda, si è passati da una semplice esigenza di disporre di prodotti ad un progressivo affinamento delle loro caratteristiche. Oggi, per essere gradito al consumatore, il prodotto deve raccogliere in sé qualità, bellezza, sicurezza e, infine, evoluzione recente, eticità. Considerato ormai come un dato acquisito il fattore etico nel ruolo dell’azienda, il dibattito si è poi orientato sulla difficoltà di implementazione dei principi, ossia sulla necessità che l’intera l’organizzazione aziendale operi seguendo il criterio stabilito. E nelle parole di Sergio Tonfi di Philips è emerso proprio in questo contesto il compito principale dell’Ethic Officer, quello di promuovere sia internamente all’azienda sia all’esterno, con i diversi interlocutori della società, la cultura sostenibile. Il primo passo verso la sostenibilità è sicuramente l’adozione da parte dell’azienda di un codice etico ma, come ha spiegato Emilio D’orazio, questa scelta non porta automaticamente a risolvere ogni problema o a comportarsi in modo etico. Se il comportamento dell’azienda non è permeato da questo concetto, infatti, allora il risultato sarà nullo se non addirittura negativo. E sull’importanza cruciale della coerenza tra parole e comportamenti fattuali si è incentrato anche l’intervento di Antonio Gaudioso di Cittadinanzattiva, che ha sottolineato come questa coerenza sia proprio l’elemento chiave nella relazione con i consumatori. In particolare, Gaudioso ha sottolineato anche come i recenti scandali che hanno coinvolto diversi settori del buiness nel nostro paese abbiano indotto nei consumatori un atteggiamento di sfiducia nei confronti dell’intero mercato e hanno di conseguenza tolto buona parte della credibilità a tutte le aziende che enunciano principi di eticità. Un secondo tema di grande rilevanza emerso nel corso della tavola rotonda è quello del ruolo rivestito dal mondo dell’informazione. Una corretta informazione implica da parte della aziende la trasparenza verso i consumatori e l’onestà nella comunicazione delle informazioni sui prodotti; dal punto di vista dei media, però, comporterebbe anche lo sviluppo di competenze specifiche sulla sostenibilità che permettano di decodificare e interpretare le informazioni provenienti dalle aziende a vantaggio dei consumatori. In conclusione, il ruolo sociale dell’impresa oggi è fondamentale e insostituibile, come ha precisato Alessandro Beda di Sodalitas; è come se un’impresa prendesse in prestito dalla società le risorse umane, ambientali, sociali ed economiche necessarie per il proprio sviluppo e questo implica necessariamente una responsabilità richiamando l’idea stessa di “restituzione”. In questo senso l’impresa non è più solamente qualcosa di privato ma diviene inevitabilmente anche qualcosa di pubblico, che necessariamente deve rispondere ai cittadini.  
   
   
PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO OCSE “L’ASSET BUILDING E L’USCITA DALLA POVERTÀ. UN NUOVO DIBATTITO SULLE POLITICHE PER IL WELFARE”  
 
 Roma, 22 giugno 2004 - Sarà presentato al Cnel il Rapporto sull’asset building e l’uscita dalla povertà, promosso dal programma dell’Ocse per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione a livello locale (Leed). Lo studio analizza un approccio alternativo alle politiche sociali a favore dell’inclusione basate sul sostegno al reddito. L’asset building, infatti, prevede uno strumento integrativo promuovendo la costituzione di un patrimonio per le fasce deboli attraverso il risparmio. L’incontro sarà coordinato dal presidente della Commissione politiche del lavoro e sociali del Cnel, Melino Pillitteri, e introdotto dalle relazioni di Michele Dau (capo Dipartimento per l’attuazione del programma del Cnel) e Antonella Noya (responsabile area coesione sociale programma Leed dell’Ocse). Interverranno, tra gli altri: Chiara Saraceno (Università di Torino), Stefano Marchettini (direttore generale Acri), Stefano Daneri (Cgil), Ermenegildo Bonfanti (Cisl), Donatella Vercesi (Uil), Alberto Bombassei (Confindustria), Edoardo Patriarca (portavoce Forum Terzo settore), Maurizio Sacconi (sottosegretario al Welfare), Sergio Arzeni (responsabile programma Leed dell’Ocse). 24 giugno 2004 alle ore 15:00 Parlamentino del Cnel  
   
   
ALITALIALINEE AEREE ITALIANE S.P.A.: CONVOCA L’ASSEMBLEA  
 
Roma, 22 giugno 2004 - In base alle notizie in possesso della Società, Alitalia informa che l’Assemblea straordinaria ed ordinaria degli Azionisti, convocata per i giorni 25 e 28 giugno 2004, si terrà in seconda convocazione Lunedì 28 giugno 2004 alle ore 11,00. Sede Sociale in Roma, Viale Alessandro Marchetti n. 111  
   
   
TRAFFICO AIR FRANCE PER IL MESE DI MAGGIO 2004 PASSEGGERI: FORTE PROGRESSIONE DEL TRAFFICO (+21,3%) AUMENTO DI 3,7 PUNTI DEL LOAD FACTOR (76,3%)  
 
Parigi, 22 giugno 2004 - Attività passeggeri In maggio l'orientamento dell'attività è rimasto positivo, con un load factor del Gruppo superiore a quello del periodo ante crisi (maggio 2001). Rispetto a maggio 2003: il traffico di Air France progredisce del 20,5%, per un aumento delle capacità pari al 15,4%. Il load factor migliora di 3,2 punti passando al 75,2%; il traffico di Klm aumenta del 22,8% per un'offerta in crescita del 15,6%. Il load factor aumenta di 4,6 punti attestandosi al 78,3%. In maggio 2004 il traffico consolidato del Gruppo Air France-klm progredisce del 21,3% per un'offerta in rialzo del 15,4%. Il load factor si attesta al 76,3%, con un aumento di 3,7 punti. Al di fuori dell'Asia/pacifico, il traffico aumenta del 12,2% e l'offerta del 10,1%, provocando un miglioramento del load factor pari a 1,4 punti (76,0%). Il network lungo raggio rimane il principale motore dell'attività del Gruppo. La rete americana registra un buon livello di attività e il traffico per l’America Latina si dimostra particolarmente dinamico. La rete asiatica è contrassegnata da un forte aumento del traffico e della capacità, in confronto alla situazione dello scorso anno, dovuta all'emergenza Sars. L'attività è rimasta elevata sulla rete africana. Il network Medio-oriente migliora rispetto al mese di maggio del 2003, segnato dalla guerra in Iraq. Sulla rete Caraibi & Oceano Indiano, l'offerta del Gruppo è in calo del 2,8% rispetto allo scorso anno ed Air France ha adeguato la sua offerta al nuovo contesto concorrenziale. L'attività del network europeo (fra cui il mercato domestico francese) beneficia delle attraenti tariffe decise da Air France e da Klm. Il load factor si attesta al 68,2%, migliorando di 1,1 punti. Attività cargo I metodi di calcolo delle capacità di trasporto merci di Air France e di Klm sono state armonizzate. I dati consolidati del mese di aprile, a metodo comparabile, sono disponibili in allegato. Il traffico merci consolidato aumenta dell'11,6% per una crescita del 12,5% della capacità. Il load factor registra una leggera flessione (-0,5 punti) attestandosi al 68,9%. Per Air France, da sola, il traffico progredisce del 12,5 % e la capacità del 14,6%. Il load factor risulta essere in calo di 1.2 punti al 63,3%. Klm registra una crescita del traffico merci pari al 10,6% e una crescita dell'offerta pari al 9,7%. Il load factor si attesta al 76,9% (+ 0,6 punti). Terminal 2E Dopo il crollo di una parte del tetto del terminal 2E dell'aeroporto Roissy-charles-de-gaulle, Air France ha messo tutto in opera per assicurare e garantire i suoi servizi: la sessantina di voli Air France che partiva od arrivava al terminal 2E viene ora accolta negli altri 5 terminal (2A, 2B, 2C, 2D, 2F). Nonostante queste difficoltà, Air France mantiene il suo programma per la stagione estiva 2004.  
   
   
OGGI L’INAUGURAZIONE DA OLIMPIA AD ATENE LA STORIA DELLE OLIMPIADI DALLE ORIGINI AD ATENE 2004  
 
Milano, 22 giugno 2004 - Si inaugura oggi , alle ore 17.30, al Museo Archeologico in corso Magenta 15, (ingresso libero) la mostra “Da Olimpia ad Atene. 776 a.C. – 2004. Dalle Olimpiadi del mito al mito dello sport”. L’esposizione, che sarà aperta fino al 31 maggio 2005, prende spunto dalle Olimpiadi di Atene del 2004 per raccontare la storia dei giochi olimpici, e dello sport del mondo antico, dalle origini mitiche e religiose fino ad oggi. Presenta i luoghi storici, gli dei, gli atleti, le gare, i versi di poeti che li hanno resi immortali, e offre motivi di riflessione sulla sacralità di giochi che, pur offrendo in premio solo una corona di alloro, avevano il potere di interrompere le guerre e garantire l'immunità a chi vi prendesse parte, anche solo come spettatore. Saranno esposti vasi di produzione greca e magno greca collegati al mondo dello sport, una testa in marmo di atleta, copia romana di un originale greco, e un raro e integro corredo di atleta di epoca romana con gli strumenti del mestiere, l'ampolla per l'olio da spalmare sul corpo prima della gara, lo strigile per detergerlo e uno splendida "idria" (recipiente per l'acqua) in bronzo, premio così ambito e prezioso da essere sepolto con l'atleta. Durante l'inaugurazione sarà eseguita una scelta di brani dall'opera "Dido and Aeneas" di Henry Purcell (1659 – 1695) dal Coro Città di Milano dell'Università Popolare con l'accompagnamento di un quartetto d'archi. Direzione: Pilar Bravo. L'opera sarà preceduta da un racconto drammatizzato del mito di Didone recitato da Marta Comerio. Costumi: Concetta Rizzo. La mostra, ulteriore approfondimento dell'evento sportivo più importante dell'anno, durante il periodo scolastico permetterà ai docenti di avvicinare i ragazzi ai valori del mondo classico, attraverso un tema sicuramente caro all'ambiente giovanile, come quello dello sport. Per informazioni: Tel. 02 804843 - museo.Archeologico@comune.milano.it  
   
   
PUNTUALITA DEI VOLI AIR FRANCE PER IL MESE DI MAGGIO 2004  
 
Parigi, 22 giugno 2004 - Dal 1° novembre 2000, Air France diffonde regolarmente i dati relativi alla puntualità dei suoi voli. Questa diffusione si effettua mensilmente, in occasione della pubblicazione dei risultati della Compagnia. Il criterio scelto si basa sulla percentuale dei voli partiti in orario o con un ritardo inferiore ai 15 minuti, indipendentemente dalla causa del ritardo, per la totalità degli scali del network Air France. Tale criterio é comunemente utilizzato dai professionisti del trasporto aereo per misurare le performance di puntualità delle compagnie aeree, in particolare in Europa. Puntualità Compagnia : in partenza, per il mese di maggio 2004: 87,8%; risultato cumulato dall’inizio dell’anno: 82,5 %. Le percentuali delle quattro principali cause di ritardo per il mese di maggio 2004 sono: cause esterne alla Compagnia: 39 %, cause interne collegate alle operazioni di handling passeggeri: 18 %, cause interne collegate ad operazioni di handling dell’aeromobile ed imbarco bagagli: 24 %, ripercussioni di ritardi dovuti alle tre cause appena esposte: 19 %.  
   
   
CITTADINANZATTIVA SU RC AUTO: “RIDUZIONI AL DI SOTTO DELLE POSSIBILITÀ E DELLE NECESSITÀ”  
 
 Roma, 22 giugno 2004 - “Una vera miseria la diminuzione delle tariffe Rc auto. I risarcimenti pagati agli assicurati sono diminuiti dal 2000 del 2% circa, mentre i premi pagati dai consumatori sono aumentati del 17%, secondo dati Ania, e del 29,1% dal gennaio 2000 ad oggi, secondo l’Istat”. Questo il commento del vice segretario di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia, in merito ai dati diffusi oggi in tema di Rc auto. “Le impercettibili riduzioni sono ampiamente insoddisfacenti e ben al di sotto sia delle possibilità delle compagnie di assicurazione che delle necessità degli assicurati. Le compagnie di assicurazione” continua Trincia “devono smetterla di scaricare sugli assicurati le loro inefficienze gestionali. Sono gli stessi dati Ania a parlare chiaro: negli anni successivi al 2000 l’Ania ha registrato una riduzione degli oneri per i sinistri, mentre sono nettamente aumentati i premi pagati dai cittadini-consumatori e i costi di gestione dei sinistri da parte delle compagnie, a conferma di evidenti sacche di inefficienza”. “Manca il coraggio per realizzare una vera riduzione delle tariffe Rc auto” conclude Trincia, “anche se i dati diffusi dall’Ania confermano la bontà del protocollo firmato il passato 5 maggio 2003 tra Ministero Attività Produttive, Associazioni dei consumatori e l’associazione che riunisce le compagnie di assicurazione italiane”.
premi contabilizzati pagati dai consumatori (euro) indice premi var % su anno prec. oneri per sinistri (risarcimenti) sostenuti dalle imprese (euro) indice oneri var % su anno prec spese di gestione delle compagnie (euro) indice spese gestione var % su anno prec
1997 11.843.647.838 100,00 11.901.645.948 100,00 2.220.609.729 100,00
1998 11.766.437.532 99,35 -0,65% 12.109.881.370 101,75 1,75% 2.224.379.864 100,17 0,17%
1999 13.249.185.289 111,87 12,60% 13.067.392.461 109,79 7,91% 2.438.193.021 109,80 9,61%
2000 14.221.000.000 120,07 7,33% 13.886.000.000 116,67 6,26% 2.559.000.000 115,24 4,95%
2001 15.344.000.000 129,55 7,90% 13.734.000.000 115,40 -1,09% 2.761.000.000 124,34 7,89%
2002 16.652.000.000 140,60 8,52% 13.732.000.000 115,38 -0,01% 2.918.000.000 131,41 5,69%
Fonte: Elaborazione Cittadinanzattiva su dati Ania “L'assicurazione italiana” 1998/2003
 
   
   
CHIESTO L'INCREMENTO DELLA RICERCA SULLE ENERGIE RINNOVABILI  
 
Bruxelles, 22 giugno 2004 - L'eurec (Agenzia europea dei centri per le energie rinnovabili) ha sollecitato un maggiore finanziamento della ricerca sulle energie rinnovabili. L'appello ha fatto seguito ad una comunicazione della Commissione sulla quota delle energie rinnovabili nell'Unione europea, che dettagliava il lento progredire degli Stati membri dell'Ue verso il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione. Nella sua comunicazione, la Commissione ha riconosciuto che è 'necessario rafforzare il sostegno ed accelerare il ritmo del sostegno pubblico per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la dimostrazione nelle energie rinnovabili in Europa'. L'eurec e un certo numero di eminenti scienziati vorrebbero vedere decuplicata, entro il 2020, la ricerca nazionale sulle energie rinnovabili. 'Dal recentemente pubblicato Piano di azione per le tecnologie ambientali appare chiaro che le tecnologie per uno sviluppo sostenibile, come sono quelle per la generazione di energia rinnovabile, andrebbero sostenute', ha dichiarato il presidente dell'Eurec Professor Didier Mayer. 'Parte del sostegno che sarà fornito dovrà andare alla ricerca e sviluppo'. Il vicepresidente dell'Eurec Dr Nicola Pearsall, ha aggiunto: 'È stato stimato che nel prossimo decennio la R&s [ricerca e sviluppo] consentirà riduzioni di costo dal 20 al 25% per la tecnologia fotovoltaica, e dal 10 al 15% per quella eolica. La ricerca contribuisce enormemente ad abbassare i costi della tecnologia necessaria per raggiungere gli obiettivi del Libro bianco'. Per informazioni : Eurec Tel: +32 2 546 1930 E-mail: krell@eurec.Be  
   
   
CUOA: SELEZIONI MASTER OF BUSINESS ADMINISTRATION PART TIME  
 
 Altavilla Vicentina, 22 giugno 2004 - Il prossimo 9 luglio, presso la sede della Fondazione Cuoa del Veneto si svolgono le selezioni per partecipare alla seconda edizione del Master of Business Administration part time. Il master si rivolge a manager, professionisti e consulenti fortemente motivati a investire su se stessi per acquisire nuove competenze e diventare più competitivi nel mercato del lavoro. La domanda d'iscrizione alle selezioni va inviata entro il 7 luglio 2004. Infolink: www.Cuoa.it