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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Novembre 2004 |
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LA CORTE DEI CONTI EUROPEA PUBBLICA LA RELAZIONE ANNUALE SULLA ESECUZIONE DEL BILANCIO 2003 DELL'UE |
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Lussemburgo, 18 novembre 2004 - La Corte dei conti è del parere che i conti consolidati delle Comunità europee per l'esercizio 2003 riflettano fedelmente le entrate e le spese e la situazione finanziaria delle Comunità alla fine dell'esercizio, salvo per un'osservazione relativa alla rilevazione delle operazioni concernenti i debitori vari. La Corte osserva che la modernizzazione del sistema contabile, che dovrebbe essere operativa per l'esercizio finanziario 2005, richiede ancora sforzi considerevoli prima di poter essere pienamente attuata. Come negli esercizi precedenti, la Corte ritiene che le operazioni su cui si basano i conti annuali consolidati siano, complessivamente, legittime e regolari per quanto concerne le entrate, gli impegni e le spese di funzionamento. La Corte prende atto dei progressi realizzati per quanto riguarda la riforma del sistema di controllo interno della Commissione e dell'impatto positivo di tale riforma sulla legittimità e sulla regolarità della gestione interna delle spese della Commissione. Nell'ambito della gestione concorrente o decentrata e della gestione centralizzata indiretta, le cui operazioni presentano un livello di errori rilevante, si richiedono tuttavia maggiori sforzi affinché l'applicazione dei sistemi di supervisione e di controllo sia veramente efficace e consenta di controllare meglio i rischi connessi. Nel caso delle spese agricole, a causa di carenze nei sistemi di supervisione e di controllo, il tasso di errore relativo ai pagamenti è stato rilevante. Il sistema integrato di gestione e controllo (Sigc), che copre circa il 58 % delle spese agricole, è applicato in modo soddisfacente, anche se la qualità delle ispezioni in loco dovrebbe essere migliorata. Le altre spese, non coperte dal Sigc, comportano rischi maggiori in quanto sono soggette a sistemi di controllo meno efficaci. Vi sono problemi nei settori di spesa in cui l'aiuto viene corrisposto in base alle quantità prodotte (olio d'oliva, cotone, tabacco e foraggi essiccati), negli aiuti allo sviluppo rurale, nelle restituzioni all'esportazione e nell'ammasso d'intervento. La procedura di certificazione dei conti degli organismi pagatori agricoli è soddisfacente, ma la Corte constata con preoccupazione che la decisione di liquidazione finanziaria è ancora "in sospeso" per il 43 % delle spese dichiarate per l'esercizio 2003, nonché riguardo ai conti di 29 organismi pagatori realtivi agli esercizi 2001 e 2002. Per le azioni strutturali, a causa di deficienze nei sistemi di supervisione e di controllo a livello degli Stati membri, i pagamenti ai beneficiari presentano errori della stessa natura e della stessa frequenza di quelli osservati negli esercizi precedenti. I progressi nella chiusura dei programmi 1994-1999 restano modesti, principalmente perché le domande finali presentate dagli Stati membri non sono adeguatamente comprovate. Nonostante il rafforzamento delle disposizioni normative, l'audit della Corte ha confermato l'esistenza di problemi della stessa natura per il periodo d'intervento 2000-2006. La Commissione dovrebbe chiedere agli Stati membri di apportare miglioramenti a tali sistemi e di avvalersi della possibilità di sospendere i pagamenti in caso di gravi deficienze dei sistemi. Nel settore delle politiche interne, i miglioramenti apportati dalla Commissione nel 2003 non sono ancora tali da evitare errori nei pagamenti ai beneficiari finali, dovuti principalmente a dichiarazioni eccessive di spese. Carenze sono state rilevate nel caso del Fondo europeo per i rifugiati nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia e del sesto programma quadro in materia di ricerca. Si dovrebbe, in particolare, procedere ad una revisione delle norme che disciplinano i programmi quadro di ricerca. Per le azioni esterne, l'audit della Corte ha evidenziato soltanto un numero ridotto di errori a livello dei servizi centrali della Commissione e delle delegazioni. Tuttavia, sono state riscontrate carenze nei controlli interni, nonché un numero relativamente elevato di errori a livello sia degli organismi incaricati dell'esecuzione dei progetti che dei progetti stessi. È essenziale che nel quadro della deconcentrazione della gestione siano resi effettivamente operativi gli elementi necessari per la supervisione ed il controllo dei sistemi e delle spese. Per quanto concerne gli aiuti di preadesione, nonostante i miglioramenti constatati, vi sono ancora carenze negli audit effettuati dalla Commissione e nei sistemi di controllo interno dei paesi candidati, che hanno determinato nel 2003 errori ed un aumento dei rischi per quanto riguarda la legittimità e la regolarità dei pagamenti. Nel campo delle spese di funzionamento, le istituzioni Ue hanno compiuto sforzi notevoli per adattare i propri sistemi di supervisione e di controllo ai requisiti del nuovo regolamento finanziario. Tuttavia, la maggior parte delle istituzioni non ha ancora realizzato tutte le modifiche richieste. L'audit della Corte non ha palesato problemi significativi per quanto riguarda la legittimità e la regolarità delle operazioni esaminate. Tenuto conto dell'ambito limitato dell'audit, la Corte ha rilevato che le entrate Ue - risorse proprie tradizionali, Iva e Rnl - sono state calcolate dalla Commissione e iscritte nei conti della Comunità in modo corretto. Ulteriori progressi sono tuttavia necessari per eliminare i rischi nell'accuratezza dei dati trasmessi dagli Stati membri. I conti dei Fondi europei di sviluppo sono risultati affidabili, eccetto per alcuni problemi concernenti la contabilizzazione degli anticipi e i fondi Stabex. In termini di legittimità e regolarità delle operazioni, l'effetto delle norme di controllo interno della Commissione è limitato, in quanto, sino alla fine del 2004, tali norme non riguarderanno le delegazioni della Commissione. La Corte ha tuttavia constatato che i sistemi di supervisione e di controllo a livello delle delegazioni e degli Stati Acp sono, in genere, ben concepiti, anche se la loro applicazione potrebbe essere migliorata. Le operazioni sono risultate, nel complesso, legittime e regolari. A seguito delle misure adottate dalla Commissione per contrastare il sottoutilizzo dei fondi, l'eccedenza delle entrate rispetto alle spese è ammontata a 5,5 miliardi di euro. Pur rimanendo, in termini assoluti, considerevole, essa risulta più contenuta rispetto ai 7,4 miliardi di euro del 2002 e ai 15 miliardi di euro del 2001. Il continuo sottoutilizzo dei fondi rappresenta una sfida per la gestione di bilancio dell'Ue a causa dei suoi effetti sul livello crescente di impegni ancora da liquidare - impegni giuridici di spesa assunti ma non ancora pagati. Alla fine del 2003, gli impegni ancora da liquidare corrispondevano a cinque anni di pagamenti, con un peggioramento significativo rispetto alla stessa fase del precedente periodo di applicazione delle prospettive finanziarie. È contraddittorio il fatto di aumentare ogni anno il bilancio quando non vi è la capacità di assorbire le risorse nei tempi previsti. La relazione annuale e le ultime relazioni speciali disponibili su internet Dall'ultima relazione annuale, la Corte dei conti europea ha adottato 10 relazioni speciali e 6 pareri relativi a diversi aspetti delle finanze e della gestione comunitarie. Tutte le relazioni sono disponibili, in linea di massima, sin dal giorno della loro pubblicazione e nelle diverse lingue dell'Ue, sul sito web della Corte. Relazione annuale 2003 http://www.Eca.eu.int/audit_reports/annual_reports/docs/2003/ra03_it.pdf Sintesi http://www.Eca.eu.int/audit_reports/annual_reports/docs/2003/nira03_it.pdf |
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HORST REICHENBACH DELINEA LO STATO DELL'INNOVAZIONE DI EUROPA |
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Bruxelles, 18 novembre 2004 - Nel corso del quarto 'forum per le imprese innovative', organizzato dalla Commissione europea e dalle regioni di Stoccarda e di Karlsruhe, Horst Reichenbach, direttore generale della Dg Imprese della Commissione europea, ha parlato con il Notiziario Cordis dei nuovi fattori che influiscono oggigiorno sull'innovazione e di come agevolarla. 'Innovazione significa trasformare le idee in nuovi prodotti e servizi, o in nuovi processi produttivi', ha detto Reichenbach. Pur avendo già proposto misure per eliminare le più ovvie barriere all'innovazione, quali gl'investimenti nella R&s (Ricerca e sviluppo) e le paralizzanti normative, la Commissione ha anche 'l'ambizione di migliorare il modo in cui la 'dimensione innovativa' viene considerata in tutte le altre politiche comunitarie', ha spiegato il direttore generale. Agli occhi della dg Imprese, il concetto di 'innovazione' non si limita alle invenzioni tecnologiche. Reichenbach pensa che non è possibile fare distinzioni tra forme d'innovazione tecnologiche e non tecnologiche, e la Commissione intende favorire tutti i tipi d'innovazione, tecnologica, organizzativa o di presentazione. 'Per essere efficiente, l'innovazione tecnologica dev'essere completata dalla revisione dei processi lavorativi e degli schemi organizzativi. È una lezione che abbiamo imparato dalla rivoluzione Ti (Tecnologie dell'informazione) e dal modo in cui tale rivoluzione ha dato impulso (o no) al livello di produttività', ha aggiunto Reichenbach. La Commissione può proporre misure che incoraggino l'innovazione, ma in ultima analisi sono le aziende stesse che devono innovare per sopravvivere in un contesto sempre più competitivo, e sono i governi nazionali che devono fare in modo che le aziende possano innovare. Il ruolo delle autorità pubbliche è creare le giuste condizioni quadro (che includono un più facile accesso ai finanziamenti, una legislazione che favorisca i prodotti innovativi, una crescente spesa per la ricerca), sostiene Reichenbach. E i governi stanno sempre più riconoscendo che stimolare l'innovazione è un fattore determinante per la competitività, sostiene il direttore generale, anche se manca ancora un quadro comune per gli obiettivi, che secondo Reichenbach ridurrebbe il 'divario innovativo' tra Europa e Usa. 'La Commissione europea tenterà di persuadere gli Stati membri a intraprendere le azioni necessarie a tal fine, misurando i risultati dell'innovazione a livello nazionale e identificando chiaramente i punti di forza e di debolezza', ha detto Reichenbach. La Commissione spera che tali azioni contribuiscano all'obiettivo di Lisbona di fare entro il 2010 dell'Europa l'economia più competitiva al mondo. Sono già passati quattro anni e mezzo dalla definizione degli obiettivi e siamo quasi a metà strada, ma, ad eccezione della Finlandia e dei paesi scandinavi, il divario si è allargato e non ridotto. 'Il progresso globale del processo di Lisbona non è stato ovviamente soddisfacente. Quello di cui abbiamo bisogno è un nuovo impulso politico degli Stati membri, e la Commissione sta riorientando il processo di Lisbona e dando maggiore priorità all'innovazione europea', ha aggiunto Reichenbach. Anche le regioni hanno responsabilità per l'innovazione. 'L'innovazione riguarda soprattutto gl'imprenditori. Le regioni sono più vicine e in migliore posizione per interagire direttamente con loro di quanto non lo siano le autorità nazionali e le istituzioni europee', ha spiegato Reichenbach. 'Promuovere l'innovazione è una combinazione di molti fattori diversi, e le regioni ne controllano molti'. Per chiarire questo punto, Reichenbach ha citato come esempi la creazione di nuove aziende e le politiche regionali per i cluster tra imprese, università e autorità regionali. La Commissione europea aiuta le regioni in questo compito con Paxis, un programma lanciato nel 1999 con due obiettivi principali: dare impulso al trasferimento dell'eccellenza locale e regionale nell'innovazione, e fornire uno strumento di cooperazione e di scambio delle conoscenze tra protagonisti locali dell'innovazione. Nel corso del Forum per le aziende innovative verrà assegnato il premio 2004 per 'l'eccellenza nel trasferimento dell'innovazione'. Ventidue regioni sono membri di Paxis, altre sono in grado di associarsi alle reti, come ha recentemente fatto Sofia. 'L'iniziativa è stata molto utile per identificare e mettere in comune le buone prassi, dallo sfruttamento dei risultati della ricerca pubblica, alla creazione di reti di business angel o alla creazione di fondi di capitale di avviamento per le start-up innovative', ha detto Reichenbach. Per ulteriori dettagli sul quarto Forum delle aziende innovative: http://www.Fourthforum.org Per ulteriori dettagli su Paxis: http://www.Cordis.lu/paxis |
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ASCOLTATI ALLA CONFERENZA IST 2004 INVITI A RIPENSARE L'AGENDA DELLE TIC DELL'EUROPA |
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Bruxelles, 18 novembre 2004 - Rappresentanti della Commissione europea e della presidenza olandese hanno fatto uso delle loro allocuzioni di apertura della conferenza Ist 2004 (Information Society Technologies) all'Aia, nei Paesi Bassi, per chiedere che venga rivalutata l'agenda dell'Europa per le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (Tic). Fabio Colasanti, direttore generale della Dg della Commissione Società dell'informazione, e Chris Buijink, direttore generale per le Imprese e l'innovazione presso il ministero olandese degli affari economici, si sono rivolti ai delegati nel corso dell'annuale e più importante avvenimento per la tecnologia della Commissione. Le tre giornate in programma, dal 15 al 17 novembre, hanno fatto registrare oltre 3.000 visitatori dell'industria, del governo e della società civile. Nel suo discorso, Colasanti ha ricordato ai presenti che il progresso tecnologico è decisivo per conseguire le ambizioni dell'Ue. 'Le Tic sono i motori del miglioramento della produttività e della crescita economica. In Europa per esempio, quasi il 40% della crescita della produttività degli ultimi dieci anni si deve alle Tic'. Anche le nuove tecnologie sostengono il progresso, in tutti i principali settori scientifici, ha poi aggiunto. 'Ecco perché, ora più che mai, dobbiamo riesaminare continuamente la nostra politica per le Tic, metterne a fuoco gli obiettivi e verificare che il nostro investimento nel settore sia al giusto livello,' ha commentato Colasanti, che si è compiaciuto delle conquiste fatte nell'ambito del piano di azione eEurope 2005, specie nel campo della diffusione della banda larga, dell'e-government e dell'e-health. Ma, pur riconoscendo che gli obiettivi di eEurope 2005 restano validi, il direttore generale ha sollecitato con urgenza un riesame delle 'modalità' del piano di azione, specie per quanto è in rapporto con gli obiettivi di Lisbona. Oltre a riesaminare tutte le politiche per le Tic dell'Ue, Colasanti ha invitato anche a ridefinire l'agenda di ricerca per le Tsi. Per i due rimanenti anni di attività del Sesto programma quadro (6Pq), Colasanti ha reso noto che il nuovo programma di lavoro - presentato nel corso della conferenza - ha tre scopi principali. Il primo è mantenere gli investimenti nelle priorità della ricerca identificate all'avvio del 6Pq; il secondo è migliorare l'integrazione della ricerca per le Tsi nell'Unione allargata, soprattutto stimolando la partecipazione delle entità più piccole e di quelle dei nuovi Stati membri, mentre il terzo è fungere da ponte per il 7Pg introducendo nuovi temi di ricerca sotto forma di progetti pilota. Per tutto quanto riguarda il 7Pq in sé, Colasanti ritiene che l'Ue dovrebbe tendere a rendere la ricerca finanziata dalla Comunità più visibile a cittadini, aziende e autorità decisionali, cosa che richiederà un approccio più tematico agli obiettivi di ricerca comparato con l'attenzione prestata nel quadro dell'attuale programma agli strumenti ed ai meccanismi di finanziamento. Dopo la sua presentazione, Colasanti è stato intervistato dal Notiziario Cordis, che gli ha chiesto quale impatto potrebbe avere sulla priorità Tsi il proposto raddoppio del bilancio di ricerca dell'Ue. Colasanti ha risposto che mentre i canali esistenti di ricerca collaborativa trarranno senz'altro grande beneficio da un aumento dei finanziamenti, vi sono due aree vitali in cui gli investimenti supplementari saranno i benvenuti: le iniziative per la mobilità dei ricercatori e le nuove infrastrutture di ricerca paneuropee. Alla conferenza erano presenti delegazioni internazionali del Sudafrica, della Cina e dell'India, oltre ad una miriade di rappresentanti di paesi terzi, e Colasanti ha anche sottolineato l'importanza della collaborazione internazionale nella ricerca per le Tsi. 'Si tratta di un doppio obiettivo; in primo luogo perché vi è un desiderio genuino in seno all'Unione di aumentare la cooperazione con questi paesi, a tutto reciproco vantaggio; secondo, se i paesi in via di sviluppo debbono mettersi economicamente alla pari con noi, le Tic dovranno avere un ruolo importante. Le Tic non sono solo strumenti avanzati per nazioni ricche, ma servono a risolvere anche bisogni di base. Per esempio, la telefonia mobile potrebbe risolvere la storiella comune che metà della popolazione del mondo non ha mai fatto una chiamata telefonica', ha concluso. Nel frattempo, parlando a nome della presidenza olandese dell'Ue, Buijink ha ampiamente ribadito le responsabilità dei singoli Stati membri di contribuire a rimodellare la politica per le Tic. Dopo la pubblicazione del suo rapporto intitolato 'Rethinking the European Ict agenda', a settembre la presidenza olandese ha organizzato un incontro ad alto livello ad Amsterdam, nel corso del quale i delegati hanno concordato sul fatto che tutti i 25 Stati membri dell'Ue debbono approntare un'agenda nazionale per le Tic che copra il periodo 2005 - 2010. 'Torno ora a rivolgere questo invito', ha detto Buijink. Più tardi, ha dichiarato al Notiziario Cordis che tutti gli Stati membri debbono concentrarsi sull'agenda europea, ma che è vitale che lo facciano nel contesto delle proprie agende nazionali. Il direttore generale ha anche invitato gli europei a offrire 'un pochino di più' rispetto ai loro concorrenti a livello mondiale. 'Possiamo arrivarci, per esempio, aggiungendo l'elemento umano, progettando apparecchi che possano essere usati facilmente da chiunque, giovani e vecchi'. Ma, ha aggiunto, 'dobbiamo evitare allo stesso tempo di farci trascinare dallo slancio, per così dire. Se gli sviluppi delle Tic sono troppo rapidi, una parte della popolazione finirà semplicemente con l'arrendersi, o in ultimissima analisi, non avrà l'opportunità di provarli. Voglio che si dia attenzione non solo agli sviluppi delle Tic in sé, ma anche a tutto quanto sta intorno alle Tic'. Buijink ha menzionato l'istruzione e l'accesso a Internet come due importanti mezzi per evitare che il fiorire delle Tic crei una dicotomia nelle nostre società. Anche se l'eccellenza della ricerca nell'area delle Tic è cruciale per l'Europa, Buijink ha però sottolineato che deve condurre a delle applicazioni. 'Una brillante ricerca dovrebbe condurre a brillanti prodotti e servizi. Questo non può avvenire senza la guida del mercato e una maggiore cooperazione tra industria e università', ha affermato. Infine, alla domanda su quale debba essere il ruolo della presidenza olandese nell'area delle Tic, Buijink ha risposto descrivendo l'amministrazione dell'Ue del suo paese come una 'presidenza di transizione'. 'Ci siamo ritrovati tra due Commissioni e all'avvio del nuovo Parlamento, per cui abbiamo cercato di fare del nostro meglio per trovare un buon sistema per lavorare in un'Europa allargata. [Nell'area delle Tic] abbiamo cercato di mettere su lo scenario e identificare misure che funzionino per 25 o più paesi', ha concluso. Infolink: Http://europa.eu.int/information_society/istevent/2004/index_en.htm http://europa.Eu.int/information_society/index_en.htm http://www.Eu2004.nl/en |
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DOBBIAMO METTERE IN COMUNE LE NOSTRE CONOSCENZE SCIENTIFICHE, AFFERMA D'AUBERT |
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Bruxelles, 18 novembre 2004 - François d'Aubert, ministro francese per la ricerca, ha chiesto una maggiore diffusione dei progressi scientifici nel mondo. Parlando in un forum scientifico internazionale a Kyoto, d'Aubert ha affermato: 'questa conferenza dimostra che il ruolo della scienza e della tecnologia nella società è diventato un problema cruciale a livello mondiale'. Il forum sulla Sts (Science and Technology in Society), che ha tenuto la sua riunione inaugurale dal 14 al 16 novembre nel Giappone occidentale con la partecipazione di circa 500 scienziati, rappresentanti del mondo industriale e politici, mira a diventare l'equivalente del World Economic Forum sull'economia nei settori scientifico e tecnologico. 'I problemi che dobbiamo affrontare oggi stanno diventando sempre più complessi sullo sfondo della globalizzazione e della concorrenza internazionale, e sfuggono quindi al controllo dei singoli paesi. Sfuggono anche al controllo della comunità scientifica, perché molti casi saranno risolti con la revisione dei sistemi sociali, della collaborazione internazionale, delle reti mondiali, della preparazione di regole comuni. È arrivato il momento che non solo gli accademici e i ricercatori, ma anche i legislatori, gl'industriali e i giornalisti di tutto il mondo si riuniscano e discutano i problemi scientifici e tecnologici del Xxi secolo', hanno dichiarato i membri fondatori del forum Sts. Nel perorare un'ampia e concertata disseminazione dei progressi tecnici in tutto il mondo, d'Aubert ha sottolineato che 'oltre un miliardo di persone non hanno accesso ai servizi sanitari, all'acqua potabile, a forniture alimentari sufficienti'. Il 15 novembre, 13 ministri della ricerca, inclusi d'Aubert, il britannico Lord Sainsbury e lo svedese Thomas Östros, si sono riuniti per studiare possibili soluzioni che permettano ai paesi in via di sviluppo di avvantaggiarsi degli ultimi progressi tecnologici nei settori energetico, agricolo e sanitario. Infolink: http://www.Stsforum.org |
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LUXOTTICA GROUP ANNUNCIA DI AVER COMPLETATO CON SUCCESSO L’OFFERTA PER IL RIMBORSO ANTICIPATO DELL’EMISSIONE OBBLIGAZIONARIA IN SCADENZA NEL 2012 |
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Milano, 18 novembre 2004 - Luxottica Group S.p.a. Ha annunciato di avere completato con successo l’offerta per il rimborso anticipato dell’emissione obbligazionaria di Cole National Group in scadenza nel 2012 e tasso dell’8 7/8%. Il 100% dei possessori di tale emissione, di nominali Us$150 milioni, ha consegnato i titoli entro il termine stabilito. Il controvalore complessivo, inclusi gli interessi, che Cole National Group pagherà in contanti ai possessori dell’emissione sarà pari a Us$181,7 milioni. Come precedentemente annunciato, il 29 ottobre 2004 Cole National Group ha informato che avrebbe rimborsato anticipatamente l’emissione obbligazionaria di nominali Us$ 125 milioni in scadenza nel 2007 e tasso dell’8 5/8%, a 101,4375% del valore nominale, maggiorato degli interessi maturati. Luxottica Group finanzierà il rimborso anticipato delle due emissioni obbligazionarie con linee di credito già in essere. La Società inoltre sottolinea che queste due emissioni obbligazionarie rappresentano tutto il debito high-yield di Cole National Corporation. Cole National Group è controllata da Cole National Corporation, recentemente acquisita da Luxottica Group. |
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FEDERMACCHINE PROMUOVE UN FONDO DI PRIVATE EQUITY INDIRIZZATO AL SETTORE DEI BENI STRUMENTALI. PARTNER DEL PROGETTO SARA’ WISE VENTURE SGR |
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Milano, 18 novembre 2004 - Federmacchine la Federazione nazionale delle associazioni dei produttori di beni strumentali destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato, che raccoglie le relative associazioni di categoria, annuncia l’avvio di un progetto che porterà, in tempi brevi, alla costituzione di un fondo di private equity rivolto alle piccole medie imprese italiane che operano nel settore dei beni strumentali. Per la prima volta, una Federazione promuove un’azione finalizzata a rendere immediatamente disponibili strumenti concreti che supportano le imprese nella fase di crescita e in altri momenti importanti della vita aziendale come, ad esempio, il passaggio generazionale. La Federazione ha identificato in Wise Venture Sgr Spa, società fondata nel 2000 e specializzata nella gestione di fondi chiusi di private equity che investono in società di piccole e medie dimensioni, il partner per il progetto. La società, infatti, gestisce già un Fondo chiuso denominato Wisequity con un patrimonio di circa €100ml riservato a investitori qualificati e professionali, il cui capitale è stato per la maggior parte investito in Pmi. Al lavoro congiunto tra la Federazione e Wise Venture spetterà la definizione dello strumento migliore per favorire, attraverso operazioni sul capitale, lo sviluppo e la crescita delle imprese italiane del bene strumentale, sostenendo la competitività di un comparto strategico per l’industria nazionale, in virtù di un saldo commerciale di settore che, nel 2003, nonostante la congiuntura non favorevole, è stato positivo per circa 11,5 miliardi di euro: un contributo determinante al saldo complessivo delle merci del paese, risultato, nel 2003, in attivo per solo 1,1 miliardi di euro. “Il settore, che conta 2.200 imprese quasi 150.000 addetti e un fatturato di 23,5 miliardi di euro – rileva Andrea Riello presidente Federmacchine - è sicuramente uno dei fiori all’occhiello dell’industria italiana nel mondo. Rappresenta, infatti, il 6% del valore complessivo delle merci esportate dal paese, a conferma degli elevatissimi standard tecnologici assicurati dai costruttori italiani e della loro capacità di proporsi sul mercato internazionale.” “Proprio tali numeri –afferma Andrea Riello – devono far riflettere sull’importanza e le potenzialità di un settore che può e deve essere sviluppato attraverso strumenti finanziari specifici che ne sostengano il processo di crescita, indispensabile per gestire le leve competitive fondamentali: l’innovazione e l’internazionalizzazione. Solo la continua innovazione tecnologica di prodotto, legata alla costante attenzione al miglioramento dei servizi e alla capacità di delocalizzare la propria presenza per essere sui mercati di sbocco, a fianco dei clienti, può, infatti, permettere ai costruttori italiani di restare ai vertici delle classifiche mondiali”. Per Fabrizio Medea, partner di Wise Venture Sgr, profondo conoscitore del settore della meccanica e per Roberto Saviane, presidente di Wise Venture Sgr, “progettare un fondo di private equity con il supporto di Federmacchine è coerente con la nostra vocazione a investire in quelle piccole e medie imprese che detengono spesso una leadership internazionale indiscussa nella nicchia di riferimento. Tali imprese hanno la competenza, la flessibilità e il know how per sviluppare il proprio business, ma, per caratteristiche dimensionali e strutturali, difficilmente trovano un sostegno adeguato attraverso i tradizionali strumenti di accesso ai finanziamenti. La partnership con Federmacchine, dunque, ci consente di rivolgerci a un comparto pienamente coerente con il focus di Wise Venture, e quindi di valorizzare ulteriormente la nostra expertise, ponendo al servizio della piccola e media industria ad alta potenzialità di sviluppo non solo risorse finanziarie, ma anche progettuali e manageriali, per accompagnare le aziende nel processo di rafforzamento e consolidamento della loro dimensione economico-competitiva nel mercato globale”. |
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PATTO DI SINDACATO DI GIM ED INTEK: FISSATI NUOVI TERMINI |
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Firenze, 18 novembre 2004 - Il 29 settembre 2004 fu data informazione degli accordi conclusi tra i partecipanti al Patto di Sindacato azionario di Gim e Intek Spa, relativi alla prospettata realizzazione di un’articolata operazione diretta alla ricapitalizzazione del Gruppo Gim, nell’ambito della quale è previsto l’intervento di Intek, pur nella continuità dell’impegno degli attuali principali azionisti di Gim Spa. Con lettera modificativa del 26 ottobre u.S. Era stato prorogato al 15 novembre 2004 il termine per la cessazione del periodo di esclusiva. In relazione a tali accordi e in considerazione dei tempi necessari per la finalizzazione delle attività previste, i partecipanti al Patto di Sindacato di Gim ed Intek hanno deciso di fissare i seguenti nuovi termini: a. Al 10 dicembre 2004 il termine del periodo di esclusiva nonchè i termini per l’avveramento delle condizioni necessarie alla realizzazione delle operazioni previste nell’estratto già pubblicato del Memorandum of Understanding ai punti 6 (a) n. 1 (due diligence), 3 (accordo parasociale), 4 (term – sheet con le banche) e 5 (term – sheet relativo al consorzio di garanzia per l’aumento di capitale); b. Al 30 gennaio 2005 i termini per l’avveramento delle condizioni di cui ai punti 6 (a) n. 2 (autorizzazione antitrust) e 6 (b) (esenzione dall’obbligo Opa; convenzione interbancaria, consorzio di garanzia) nonché il termine per la tenuta dell’assemblea degli azionisti di Gim Spa che sarà chiamata a deliberare la ricapitalizzazione del Gruppo. |
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SOSPENSIONE DELLA FACOLTÀ DI CONVERSIONE DELLE OBBLIGAZIONI "ENERTAD 2003-2006 CONVERTIBILE" |
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Milano, 18 novembre 2004 - In riferimento alla prossima Assemblea Straordinaria degli Azionisti del 23 dicembre 2004 in prima convocazione e, occorrendo, in seconda convocazione il 29 dicembre 2004, ai sensi della normativa vigente e dell’art. 8 comma (iv) del Regolamento del Prestito Enertad 2003-2006 Convertibile”, Enertad rende noto che il diritto di conversione è sospeso e pertanto le domande di conversione non potranno essere presentate fino alla data (inclusa) in cui detta assemblea verrà effettivamente tenuta. |
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L’AUTORITÀ PORTUALE DI GENOVA PARTECIPE NEL CAPITALE SOCIALE DELLA MILANO MARE – MILANO TANGENZIALI SPA. |
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Genova, 18 novembre 2004 – Il 16 novembre Argo Finanziaria ha confermato e precisato l’offerta a suo tempo formulata relativamente all’acquisto dell’1,20% della partecipazione dell’Autorità Portuale nel capitale sociale della Milano Mare – Milano Tangenziali Spa. L’autorità Portuale, sulla scorta delle determinazioni assunte dal Comitato Portuale in merito a tale offerta, ha provveduto ad accettarla condizionatamente all’esito dell’esercizio del diritto di prelazione di cui all’art. 7 dello statuto. I termini dell’operazione prevedono un prezzo di cessione pari a € 4,85 per azione, oltre un eventuale conguaglio positivo al momento della prevista quotazione in borsa della società, e l’impegno a riservare un posto di consigliere d’Amministrazione a persona indicata dall’Autorità Portuale. |
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A LONDRA UN SEMINARIO SULLA FINANZA ISLAMICA |
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Londra, 18 novembre 2004 - ''Nonostante il crescente indebitamento globale, può la finanza islamica emergere come una concreta alternativa di massa ai tradizionali servizi di risparmio e di prestito?'': a questo interrogativo cercherà di dare una risposta un seminario sulla 'Islamic Retail Finance' che si terra' il 22 e 23 novembre a Londra, nello scenario del Grand Hotel di Holborn. I servizi offerti dalle banche convenzionali infatti non incontrano il favore dei milioni di musulmani nel mondo che seguono gli insegnamenti del Corano, secondo il quale sono proibite tutte le transazioni che implicano prestito ad interesse, considerate usura. Per questa ragione sono state create delle istituzioni finanziarie compatibili con i precetti della sharia. La finanza islamica ha conosciuto in questi anni un grande sviluppo: ne è un esempio la Malesia, paese all'avanguardia in questo campo, dove il 70% dei consumatori di prodotti finanziari islamici non sono musulmani.! Non è da meno la Gran Bretagna, dove la Financial Services Authority ha concesso quest'anno una licenza bancaria alla Islamic Bank of Britain, aprendo così all'istituto il mercato britannico. Il seminario è organizzato da Islamic Conferences Group. Il costo per le due giornate è di 550 Gbp. Per informazioni: Mr. Mohaned Tel 0044 02 08 20 91751 Infolink: www.Islamicretailfinance.com |
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LA COMMISSIONE AUTORIZZA L'ACQUISIZIONE DI MAGNETI MARELLI SISTEMI ELETTRONICI DA PARTE DI FIAT |
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Bruxelles, 18 novembre 2004 - La Commissione europea ha autorizzato la proposta di acquisizione di Magneti Marelli Sistemi Elettronici, impresa fornitrice di componenti elettronici, da parte di Fiat Spa. L'operazione è di carattere puramente verticale e non avrà alcun effetto di preclusione dei mercati. Magneti Marelli Sistemi Elettronici (Mmse) è un’impresa italiana che opera a livello mondiale nella fabbricazione di componenti elettronici per autoveicoli, mentre il gruppo Fiat è attivo soprattutto nella produzione di automobili, veicoli commerciali e macchinari per l’agricoltura e l’edilizia. L’operazione, che era stato notificata alla Commissione, con richiesta di autorizzazione ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, il 11 ottobre, non comporta sovrapposizioni a livello orizzontale in quanto le due imprese operano in mercati del prodotto diversi. L'indagine ha inoltre rivelato che Mmse è già il principale fornitore di componenti elettronici di Fiat e che l’acquisizione non solleva alcuna preoccupazione sotto il profilo della preclusione, poiché i mercati dei componenti elettronici rimangono caratterizzati dalla concorrenza e i clienti hanno un notevole potere contrattuale. |
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VIAGGI DEL VENTAGLIO: APPROVATO IL PIANO INDUSTIALE 2004-2007 |
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Milano, 18 novembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di I Viaggi del Ventaglio S.p.a. Ha approvato ieri il Piano Industriale 2004-2007, mirato a consolidare e sviluppare la leadership raggiunta nei vari segmenti di mercato, incrementando gli obiettivi di redditività attraverso il miglioramento dell’efficienza operativa e mantenendo gli elevati livelli qualitativi di servizio, di soddisfazione e di fidelizzazione della clientela. Gli obiettivi strategici individuati comportano il mantenimento selettivo delle attuali quote di mercato e la razionalizzazione dell’offerta in termini qualitativi e quantitativi, attraverso un’offerta mirata alle realistiche attese sulla domanda e alla razionalizzazione degli impegni di acquisto. I principali interventi di recupero dell’efficienza riguardano il processo di acquisizione dei servizi turistici di terra e dei voli anche attraverso l’uscita delle destinazioni non generatrici di margini, le logiche di erogazione della scontistica e gli acquisti di beni di funzionamento. Il piano di periodo 2004-2007 prevede una crescita media composta dei ricavi attorno al 3% in un’ottica prudente di sviluppo del mercato, con un consistente recupero di redditività e di efficienza attraverso il piano strutturato di azioni sopra definito già avviato (impatto previsto per l’esercizio 2005 intorno ai 15 milioni di euro) per effetto del quale l’Ebitda dovrebbe posizionarsi al termine del periodo triennale ad un valore superiore ai 40 milioni di euro. |
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BIESSE RISULTATI DEL III TRIMESTRE 2004 E GLI OBIETTIVI DEL GRUPPO |
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Pesaro, 17 Novembre 2004 – In occasione della Small Caps Conference (Milano 16-17-18 Novembre) Biesse S.p.a., azienda pesarese quotata al segmento Star di Borsa Italiana, ha incontrato la comunità finanziaria per commentare i risultati del Iiiq 2004* ed aggiornare le proprie stime e previsioni a breve termine. “La fiducia sull’andamento del corrente anno ci consente di puntare a chiudere il 2004 con una crescita dei ricavi di circa il 6-7% rispetto al 2003, stimando un Ebitda margin del 6,5-7%, Ebit margin del 3-3,5% ed un indebitamento netto intorno a € 60 milioni. Crediamo che gli effetti del trend virtuoso generato dai nostri sforzi riorganizzativi possano continuare anche nel 2005 migliorando ulteriormente la situazione economica e finanziaria del Gruppo Biesse.” commenta Alberto Amurri, Investor Relator e Responsabile della Finanza del Gruppo - “Annotiamo inoltre con molta soddisfazione il recente upgrade ottenuto da Euromobiliare Sim e speriamo che questa valutazione contribuisca a mantenere elevato l’interesse degli investitori sull’azione Biesse.” Euromobiliare Sim (target price 3,30 € p.S.), così come Ubm, ha fornito una raccomandazione “Buy” sul titolo Biesse. IIIQ su base pro-forma* ricavi per 214,2 milioni di Euro (+13,3% sullo stesso periodo 2003); Ebitda per 14,8 milioni di Euro (+45,2 sullo stesso periodo 2003) con una incidenza del 6,9% sui ricavi; Ebit per 6,4 milioni di Euro (+430,9% sullo stesso periodo 2003) con una incidenza del 3% sui ricavi; Utile ante-imposte di Euro 10,0 milioni di Euro (perdita di Euro 5,3 milioni allo stesso periodo 2003) con una incidenza del 4,7% sui ricavi; Indebitamento netto 72,3 milioni di Euro (-34,4 milioni da inizio anno). * pro-forma per la variazione del perimetro di consolidamento 2003-2004 (i dati dell’esercizio 2003 sono stati depurati dei risultati del Gruppo Schelling ceduto da Biesse nello scorso Dicembre, mentre quelli del 2004 sono al netto dei risultati delle controllate Cabi srl - Sandymac srl-Intermac Vidrio Iberica S.a.) |
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MILANO GLOBALE: IL 40% DEL FATTURATO MILANESE DIPENDE DALLE MULTINAZIONALI ESTERE |
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Milano, 18 novembre 2004 - La forza economica di Milano? Per buona parte è merito delle imprese estere. Il 40% circa del fatturato delle imprese della provincia milanese fa capo a multinazionali straniere, pari a 137 miliardi all’anno. Riguardano 2.568 imprese partecipate con sede in provincia di Milano. Il peso degli stranieri sul fatturato milanese è ben più alto del dato lombardo (28%) e italiano (18%). Milano è il porto di ingresso degli Ide (investimenti diretti esteri) stranieri: e così quasi 1 impresa partecipata straniera su 2 in Italia ha sede nel capoluogo lombardo. Alle sedi milanesi fanno capo oltre 340 mila addetti. A fare la voce grossa le imprese statunitensi, seguite dalle tedesche e francesi. Sia in entrata che in uscita, gli Ide milanesi sono all’avanguardia: tra i settori privilegiati quelli a più elevato valore aggiunto (chimica, elettronica, informatica). E Milano in attacco come si comporta? Con un fatturato di oltre 46 miliardi di euro, le multinazionali milanesi “valgono” il 50° posto tra i paesi più ricchi del mondo, arrivando subito dopo il Pil della Nuova Zelanda e precedendo tra gli altri il Perù, l’Algeria, la Nigeria, il Marocco, la Libia, la Slovacchia, la Croazia e la Bulgaria. Un esercito formato da oltre 3.200 imprese partecipate all’estero, che danno lavoro a oltre 230 mila addetti (di cui 19 mila in Africa). Tra le destinazioni, si privilegia la Francia, seguita dalla Germania e dal Brasile. Sono questi alcuni dei dati che emergono da una ricerca dell’ufficio studi della Camera di commercio di Milano sulla internazionalizzazione produttiva di Milano (dati 2003). Milano punto d’incontro dell’economia europea dal 18 al 23 novembre. Summit dei vertici di imprese e dei presidenti e segretari delle Camere di commercio di Francoforte, Parigi, Amsterdam, Madrid, Atene e un convegno sui quattro motori d’Europa nelle sedi della Camera di commercio. Infodesk: 1000 incontri tra imprese domani e dopodomani. Gli incontri aziendali saranno nel quadro della nona edizione europea dell’iniziativa Infodesk: il 18 e il 19 novembre oltre 100 imprese europee nel settore del terziario avanzato si incontrano alla Camera di commercio di Milano, per un migliaio di incontri bilaterali (iniziativa organizzata da Promos, azienda speciale per l’internazionalizzazione della Camera di commercio in collaborazione con Assolombarda, l’Associazione Compagnia delle Opere e Unione Ctsp della Provincia di Milano, www.Promos-milano.com/infodesk Convegno lunedì 22 sui quattro motori d’Europa. Sempre in tema europeo lunedì 22 il convegno “Piccole imprese nei quattro motori d’Europa” in Camera di commercio via Meravigli 9b, sala Consiglio dalle 9,30 alle 13,30 (organizzato dalla Camera di commercio attraverso Promos, la sua azienda speciale per l’internazionalizzazione con il contributo di Unioncamere e Regione Lombardia e in collaborazione con Cna, Confartigianato, Claai/unione Artigiani) coi rappresentanti del mondo istituzionale e associativo dei quattro mori d’Europa Istituzioni europee a confronto martedì 23. Per i vertici delle istituzioni imprenditoriali europee si tratta del semestre di presidenza italiano del “Club grandi Camere”, da luglio a dicembre. L’incontro dei presidenti e rappresentanti delle Camere di commercio è stato preparato da una riunione dei segretari generali delle istituzioni ad ottobre. Tra i temi sul tappeto il clima degli affari nelle aree di riferimento, l’innovazione come elemento strategico di competitività, la delocalizzazione delle imprese in un’economia sempre più europea e globale. Il consiglio ristretto dei vertici sarà il 23 novembre nella sede della Camera di commercio, piazza Mercanti 2 angolo piazza Duomo, dalle ore 10 alle ore 12. “Senza innovazione, – ha commentato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – senza capitale umano, senza capacità di pensare al nuovo, non si può competere. In questo senso, mi piace sottolineare come tra le performance di investimento estero migliori di Milano ci sia una particolare attenzione per quei settori a più elevato contenuto tecnologico. La competitività delle imprese si gioca sempre di più a livello europeo: in questo confronto Milano gioca un ruolo importante dal punto di vista economico. Ecco perché questa manifestazione di rilievo internazionale riconosce ancora una volta il ruolo di motore europeo alla nostra area”. Classifica dei paesi del mondo per Pil (valore in miliardi di $) Posizione | Paese | Pil | Posizione | Paese | Pil | Posizione | Paese | Pil | 49 | Nuova Zelanda | 58,3 | 64 | Syria | 22,1 | 79 | Belarus | 14,3 | 50 | Ide milanesi | 56,7 | 65 | Dominican Rep. | 21,8 | 80 | Sudan | 13,7 | 51 | Peru | 54,8 | 66 | Tunisia | 21,2 | 81 | Lithuania | 12,7 | 52 | Algeria | 54,1 | 67 | Croatia | 21,2 | 82 | Kenya | 11,8 | 53 | Bangladesh | 46,9 | 68 | Slovenia | 21,2 | 83 | Ivory Coast | 11,7 | 54 | Romania | 42,8 | 69 | Luxembourg | 20,6 | 84 | Angola | 11,6 | 55 | Nigeria | 42,7 | 70 | Oman | 20,6 | 85 | Panama | 11,2 | 56 | Ukraine | 41,4 | 71 | Guatemala | 19,6 | 86 | Cyprus | 10,1 | 57 | Morocco | 37,1 | 72 | Zimbabwe | 19,3 | 87 | Yemen | 10 | 58 | Libya | 35 | 73 | Lebanon | 17,3 | 88 | Uruguay | 9,9 | 59 | Viet Nam | 34,1 | 74 | Qatar | 17,3 | 89 | Uzbekistan | 9,7 | 60 | Kuwait | 33,2 | 75 | Costa Rica | 16,9 | 90 | Tanzania | 9,4 | 61 | Ecuador | 24,5 | 76 | Sri Lanka | 16,4 | 91 | Jordan | 9,3 | 62 | Kazakhstan | 24,4 | 77 | Bulgaria | 16,2 | 92 | Trinidad and Tobago | 9 | 63 | Slovakia | 23,7 | 78 | El Salvador | 14,5 | 93 | Cameroon | 9 | Tutti i dati della ricerca Milano nel mondo… Sono oltre 900 le multinazionali milanesi, partecipano a 3.248 imprese estere (di cui 2.710 controllate), danno lavoro a quasi 237mila addetti con un fatturato che sfiora i 46,3 miliardi di euro. L’incidenza della provincia di Milano sul totale nazionale è pari al 17,4% in relazione al numero dei soggetti investitori e al 17,3% per il fatturato, ma raggiunge il 23% in relazione al numero delle imprese estere partecipate e il 20,7% in funzione degli addetti all’estero. …e il mondo a Milano. Le imprese a partecipazione estera localizzate in provincia di Milano sono 2.568 (di cui 2.443 imprese controllate; pari al 44,5% nazionale), a cui fanno capo oltre 340.500 addetti e un fatturato di 137,8 miliardi di euro. L’incidenza sul totale nazionale risulta pari al 43,2% delle imprese partecipate, al 36,6% degli addetti e al 41,1% del fatturato. A Milano e provincia fanno capo investimenti diretti esteri che valgono il 40% circa del fatturato di tutte le imprese di Milano e provincia. Nel complesso, per la provincia di Milano il saldo tra partecipazioni in uscita e in entrata è favorevole al lato dell’uscita in relazione al numero di imprese partecipate, mentre appare sfavorevole qualora si consideri il numero di addetti coinvolti dalle partecipazioni o il fatturato delle imprese partecipate. Le tendenze in uscita... Nell’arco di 4 anni (dal 2000 al 2003) le imprese estere partecipate da imprese milanesi sono cresciute del 1% (da 3.215 a 3.248), e queste nonostante una contrazione nell’ultimo anno (-5,9%). Se si considerano gli addetti delle imprese estere partecipate, la crescita passa al 3,4% (-9% nell’ultimo anno). Tra i vari settori, spicca la crescita dei servizi informatica e telecomunicazioni (+68%; da 37 a 62 imprese estere partecipate); dei servizi professionali (+11,9%; da 217 a 243); delle costruzioni (+11,8%; da 279 a 312); dei prodotti elettrici ed elettronici (+12,5%; da 160 a 180); della carta, editoria e stampa (+8%; da 133 a 144); della chimica e farmaceutica (+7%; da 141 a 151) e dei prodotti in gomma e plastica (+10,8%; da 61 a 71). Diminuisce invece la presenza milanese nel settore macchine e impianti meccanici (-5%; da 122 a 116 imprese estere partecipate) e soprattutto nel settore prodotti alimentari, bevande e tabacco (-63%; da 184 a 68). …e quelle in entrata. Crescono del 7,3% le imprese estere partecipate nella provincia di Milano nel giro di 4 anni (dal 2000 al 2003), passando da 2.393 a 2.568 (+10 imprese estere nel solo ultimo anno). Anche gli addetti delle imprese estere a Milano vedono una crescita significativa: +16,6% (+0,9% nel solo 2003), passando da 291.955 addetti a oltre 340 mila. Tra i singoli settori, a crescere maggiormente sono stati i servizi di informatica e telecomunicazioni (da 213 a 263 imprese estere in 4 anni; +23%); i servizi professionali (da 319 a 361; +13%); la logistica e trasporti (da 98 a 108; +10%); prodotti elettrici ed elettronici (da 97 a 107; +10%). Dove investono i milanesi… Per quanto concerne la distribuzione geografica delle partecipazioni estere, il peso dell’Unione Europea a 15 si attesta oltre il 48% del totale se si guarda al numero di imprese partecipate (1.566) e attorno al 45% in termini di addetti (oltre 106 mila); 318 imprese, con oltre 21mila addetti, hanno sede nei paesi dell’Europa Centrale e Orientale, mentre altre 168 imprese, con circa 6.700 addetti, sono localizzate nei rimanenti paesi europei. Nel continente americano sono 647 le imprese partecipate da imprese milanesi, con una leggera prevalenza della parte settentrionale del continente (329 imprese partecipate e oltre 19mila addetti contro 318 imprese e oltre 33mila addetti dell’America Latina). Completano il quadro 370 imprese partecipate in Asia (con oltre 29mila addetti), 143 in Africa (quasi 19 mila addetti) e 36 in Oceania (poco più di 1.800 addetti). Guardando al numero di addetti delle imprese partecipate, al Vecchio continente spetta complessivamente il 56,7% del totale; alle Americhe il 22,2%, all’Asia il 12,4%, all’Africa l’8% e all’Oceania lo 0,8%. Tra i singoli paesi è la Francia a costituire il principale target delle partecipazioni estere delle imprese milanesi (404 imprese partecipate; quasi 41mila addetti); segue la Germania (quasi 20mila addetti in 252 imprese partecipate), il Brasile (oltre 19mila addetti in 114 imprese), il Regno Unito (quasi 18mila addetti in 261 imprese), gli Usa (oltre 17mila addetti in 286 imprese) e la Spagna (oltre 15.300 addetti in 217 imprese). Rispetto alla media nazionale, la presenza all’estero delle imprese milanesi vede un maggiore radicamento nei mercati dell’Unione Europea, mentre minore risulta la propensione ad investire nei paesi a più basso costo del lavoro dell’Europa centro–orientale e del Nord Africa. …e in quali settori. Per quanto concerne la composizione settoriale, le multinazionali milanesi privilegiano il commercio all’ingrosso (1.429 imprese estere partecipate; il 44% del tot.); l’industria manifatturiera (1.004 imprese; il 30,9% del tot.; in particolare; prodotti elettrici ed elettronici: 180 imprese; chimica e farmaceutica: 151; carta, editoria e stampa: 144); le costruzioni (312 imprese; 9,6% del tot.); servizi professionali (243; 7,5% del tot.). Il confronto con la media nazionale “premia” le imprese milanesi operanti nei settori a maggiore intensità tecnologica, mentre l’incidenza dei settori tradizionali e di quelli specialistici è limitata. In particolare, in riferimento al dato nazionale, spicca la chimica e farmaceutica (con il 49,8% del tot. Delle imprese estere partecipate italiane “made in Milan”); l’energia elettrica, gas e acqua (con il 47,2% del tot.); carta, editoria e stampa (45,6% del tot.); prodotti elettrici ed elettronici (33,6%). Chi investe a Milano… Nel complesso, sono le multinazionali statunitensi a fare la voce grossa nella provincia di Milano, con 729 imprese partecipate e oltre 108 mila addetti. Seguono le tedesche (412 imprese; oltre 50 mila addetti); le francesi (392 imprese; quasi 64 mila); le inglesi (250 imprese; 30 mila addetti); le svizzere (160 imprese; quasi 19 mila addetti); e le giapponesi (146; 9 mila addetti). Marginale il ruolo delle rimanenti aree geografiche: 46 imprese partecipate spettano agli altri paesi asiatici, 10 imprese ai paesi africani, 8 all’Oceania e 4 all’America Latina. …e in quali settori. La presenza estera a Milano assume particolare rilievo – sia assoluto, sia in relazione al contesto nazionale – soprattutto nei settori a più elevata intensità tecnologica e valore aggiunto. Spiccano così nel settore terziario, i servizi informatici e di telecomunicazioni (263 imprese; quasi 58 mila addetti; pari rispettivamente al 61,7% e al 64,6% del tot. Italiano); i servizi professionali (361 imprese e quasi 30 mila addetti; pari al 65% e al 56,6% del tot. Italiano) e il commercio all’ingrosso 1.168 imprese e oltre 61 mila addetti. Con riferimento al comparto manifatturiero, la presenza estera assume particolare rilievo soprattutto nella filiera chimico-farmaceutica (150 imprese partecipate dall’estero con oltre 49.400 dipendenti; pari rispettivamente al 41,2% e al 48,7% del tot. Italiano), i prodotti elettrici ed elettronici (107 imprese partecipate con circa 49mila addetti; pari al 31,8% e al 45,4% del tot. Italiano) e la meccanica (111 imprese con circa 17mila addetti). Meritano di essere segnalati anche il settore carta, editoria e stampa (85 imprese con quasi 11mila addetti; ben il 53,5% e il 41,5% del tot. Italiano) e quello alimentare e delle bevande (27 imprese con circa 18.700 addetti). |
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UNIONCAMERE-ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE PRIMO RAPPORTO SULLA COOPERAZIONE |
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Roma, 18 novembre 2004 – Quasi 70mila società cooperative attive, che occupano 786mila persone, più 5.674 cooperative sociali[1], all’interno delle quali operano 149mila addetti. Parte da questi dati il primo Rapporto sulla cooperazione, curato da Unioncamere e Istituto G. Tagliacarne, presentato questa mattina a Roma, nell’ambito dell’Assise degli amministratori camerali del settore. Numeri significativi e crescenti, che fanno assumere al nostro Paese, in ambito comunitario, una posizione di assoluto rilievo. Si calcola, infatti, che le cooperative nella Ue a 15 siano 300.000, con oltre 83,5 milioni di soci ed impieghino 4,8 milioni di addetti. In Italia operano circa il 30% di queste imprese, che offrono occupazione al 9,12% di tutti i soci e gli addetti impiegati nel settore a livello comunitario. Le società cooperative In Italia a fine giugno 2004, secondo i dati del Registro delle imprese, risultano attive in Italia 69.918 imprese cooperative. Le cooperative appaiono suddivise in modo omogeneo tra i settori della produzione e della fornitura di servizi e rappresentano il 2,4% del totale delle imprese registrate in Italia nel primo semestre del 2004. La distribuzione delle imprese appare sostanzialmente omogenea, con tre eccezioni di rilievo che, sommate insieme, rappresentano il 42,7% delle aziende attive complessive: la Lombardia (con 10.735 società cooperative, pari al 15,4% del totale); la Campania (9.736 imprese, pari al 13,9%) e la Sicilia (9.359 equivalenti al 13,4%). Se si considera, invece, l’incidenza del settore cooperativo sul totale delle imprese delle singole regioni, emerge che Basilicata (9,3% del totale), Campania e Sicilia hanno una vocazione alla cooperazione più elevata rispetto alla media nazionale. Tra il I gennaio 2000 e il 30 giugno 2004, la crescita complessiva del mondo imprenditoriale della cooperazione è stata pari al +4,4%, con 3.270 imprese in più a livello nazionale. Significativo l’incremento nelle regioni meridionali, che, nel complesso, denunciano qualche ritardo nella crescita del tessuto cooperativo: la Sardegna cresce del 12,3%, e la Calabria del + 7,5%. L’incremento generale non è stato però continuo. Tra il 2000-2001 si registra un trend positivo che investe globalmente il territorio nazionale, con “punte” significative a livello regionale. E’ il caso del Lazio, dove le cooperative aumentano del 10% nel biennio (da 3.694 a 4.064 imprese). L’andamento positivo si conferma ne 2002, quando la crescita media è pari al +2,2% rispetto all’anno precedente, con 1.407 nuove imprese complessive. Nel 2003-2004 si verifica invece una lieve inversione di tendenza. Infatti, nel 2003 la variazione è pari allo 0,2% rispetto al 2002, mentre nel primo semestre 2004 la perdita media percentuale di imprese è risultata pari al -0,7%. Distribuzione regionale delle imprese cooperative (Valori assoluti e incidenza percentuale) Regioni | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004* | Variazioni % | | | Va | % | Va | % | Va | % | Va | % | Va | % | 2000-2001 | 2001-2002 | 2002-2003 | 2003-2004 | Abruzzo | 1.344 | 2,0 | 1.397 | 2,0 | 1.426 | 2,0 | 1.418 | 2,0 | 1.392 | 2,0 | 3,9 | 2,1 | -0,6 | -1,8 | Basilicata | 1.165 | 1,7 | 1.216 | 1,8 | 1.208 | 1,7 | 1.197 | 1,7 | 1.178 | 1,7 | 4,4 | -0,7 | -0,9 | -1,6 | Calabria | 2.123 | 3,1 | 2.185 | 3,2 | 2.253 | 3,2 | 2.270 | 3,2 | 2.282 | 3,3 | 2,9 | 3,1 | 0,8 | 0,5 | Campania | 9.761 | 14,6 | 9.938 | 14,4 | 10.033 | 14,3 | 9.949 | 14,1 | 9.736 | 13,9 | 1,8 | 1,0 | -0,8 | -2,1 | Emilia Romagna | 4.693 | 7,0 | 4.761 | 6,9 | 4.842 | 6,9 | 4.819 | 6,8 | 4.785 | 6,8 | 1,4 | 1,7 | -0,5 | -0,7 | Friuli V. G. | 1.146 | 1,7 | 1.159 | 1,7 | 1.158 | 1,6 | 1.120 | 1,6 | 1.078 | 1,5 | 1,1 | -0,1 | -3,3 | -3,8 | Lazio | 3.694 | 5,5 | 4.064 | 5,9 | 4.341 | 6,2 | 4.542 | 6,5 | 4.570 | 6,5 | 10,0 | 6,8 | 4,6 | 0,6 | Liguria | 1.314 | 2,0 | 1.395 | 2,0 | 1.423 | 2,0 | 1.426 | 2,0 | 1.394 | 2,0 | 6,2 | 2,0 | 0,2 | -2,2 | Lombardia | 10.195 | 15,3 | 10.494 | 15,2 | 10.767 | 15,3 | 10.749 | 15,3 | 10.735 | 15,4 | 2,9 | 2,6 | -0,2 | -0,1 | Marche | 1.465 | 2,2 | 1.504 | 2,2 | 1.517 | 2,2 | 1.494 | 2,1 | 1.487 | 2,1 | 2,7 | 0,9 | -1,5 | -0,5 | Molise | 473 | 0,7 | 479 | 0,7 | 495 | 0,7 | 488 | 0,7 | 488 | 0,7 | 1,3 | 3,3 | -1,4 | 0,0 | Piemonte | 3.292 | 4,9 | 3.421 | 5,0 | 3.429 | 4,9 | 3.345 | 4,8 | 3.295 | 4,7 | 3,9 | 0,2 | -2,4 | -1,5 | Puglia | 6.033 | 9,1 | 6.248 | 9,1 | 6.319 | 9,0 | 6.267 | 8,9 | 6.241 | 8,9 | 3,6 | 1,1 | -0,8 | -0,4 | Sardegna | 2.264 | 3,4 | 2.384 | 3,5 | 2.517 | 3,6 | 2.566 | 3,6 | 2.542 | 3,6 | 5,3 | 5,6 | 1,9 | -0,9 | Sicilia | 8.530 | 12,8 | 8.885 | 12,9 | 9.104 | 12,9 | 9.282 | 13,2 | 9.359 | 13,4 | 4,2 | 2,5 | 2,0 | 0,8 | Toscana | 3.795 | 5,7 | 3.843 | 5,6 | 3.923 | 5,6 | 3.860 | 5,5 | 3.792 | 5,4 | 1,3 | 2,1 | -1,6 | -1,8 | Trentino A. A. | 1.196 | 1,8 | 1.224 | 1,8 | 1.183 | 1,7 | 1.168 | 1,7 | 1.195 | 1,7 | 2,3 | -3,3 | -1,3 | 2,3 | Umbria | 861 | 1,3 | 877 | 1,3 | 880 | 1,3 | 878 | 1,2 | 870 | 1,2 | 1,9 | 0,3 | -0,2 | -0,9 | Valle d'Aosta | 185 | 0,3 | 191 | 0,3 | 195 | 0,3 | 195 | 0,3 | 198 | 0,3 | 3,2 | 2,1 | 0,0 | 1,5 | Veneto | 3.119 | 4,7 | 3.244 | 4,7 | 3.303 | 4,7 | 3.329 | 4,7 | 3.301 | 4,7 | 4,0 | 1,8 | 0,8 | -0,8 | Italia | 66.648 | 100,0 | 68.909 | 100,0 | 70.316 | 100,0 | 70.362 | 100,0 | 69.918 | 100,0 | 3,4 | 2,2 | 0,2 | -0,7 | | | | | | | | | | | | | | | | | * i dati dell’anno 2004 sono relativi al I° sem. 2004 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Registro Imprese Il comparto edilizio e delle cooperative abitative mostra la maggiore concentrazione di imprese cooperative. Il settore rappresenta il 22% della totalità delle imprese cooperative (15.378 su un totale di 69.918 imprese nel giugno 2004), con una crescita di 2.578 unità produttive nei primi sei mesi del 2004 rispetto all’anno precedente. Imprese cooperative: distribuzione settoriale e variazioni 2000-2004 Settore | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004* | Variazioni % | | va | % | va | % | va | % | va | % | va | % | 2000-2001 | 2001-2002 | 2002-2003 | 2003-2004 | Agricoltura e caccia | 8.275 | 12,4 | 8.440 | 12,2 | 8.609 | 12,4 | 8.640 | 12,8 | 8.670 | 12,4 | 2,0 | 2,0 | 0,4 | 0,3 | Pesca | 666 | 1,0 | 738 | 1,1 | 803 | 1,2 | 846 | 1,2 | 865 | 1,2 | 10,8 | 8,8 | 5,4 | 2,2 | Industria in senso stretto | 6.354 | 9,5 | 6.529 | 9,5 | 6.587 | 9,5 | 6.556 | 9,7 | 6.431 | 9,2 | 2,8 | 0,9 | -0,5 | -1,9 | Costruzioni e coop. Abitative | 15.577 | 23,4 | 15.510 | 22,5 | 15.629 | 22,5 | 15.133 | 22,3 | 15.378 | 22,0 | -0,4 | -0,1 | -19,9 | 22,8 | Comm. Ingr. E dett. | 4.308 | 6,5 | 4.439 | 6,4 | 4.438 | 6,4 | 4.478 | 6,6 | 4.534 | 6,5 | 3,0 | 0,0 | 0,9 | 1,3 | Alberghi e ristoranti | 1.266 | 1,9 | 1.336 | 1,9 | 1.406 | 2,0 | 1.447 | 2,1 | 1.466 | 2,1 | 5,5 | 5,2 | 2,9 | 1,3 | Trasp. Magazz. Comunicaz. | 5.269 | 7,9 | 6.112 | 8,9 | 6.760 | 9,7 | 7.073 | 10,4 | 7.122 | 10,2 | 16,0 | 10,6 | 4,6 | 0,7 | Interm. Mon. E fin. | 1.260 | 1,9 | 1.268 | 1,8 | 1.266 | 1,8 | 1.261 | 1,9 | 1.273 | 1,8 | 0,6 | -0,2 | -0,4 | 1,0 | Attivit. Immob. Nol. Inform.ric. | 11.459 | 17,2 | 11.868 | 17,2 | 12.991 | 18,7 | 12.117 | 17,9 | 11.536 | 16,5 | 3,6 | 2,4 | -0,3 | -0,2 | Servizi sociali | 4.695 | 7,0 | 4.955 | 7,2 | 4.043 | 5,8 | 4.947 | 7,3 | 5.005 | 7,2 | 5,5 | -18,4 | 22,4 | 1,2 | Istruzione e sanità | 4.580 | 6,9 | 4.879 | 7,1 | 5.171 | 7,4 | 5.820 | 8,6 | 5.617 | 8,0 | 6,5 | 6,0 | 12,6 | -3,5 | Altri servizi | 2.939 | 4,4 | 2.835 | 4,1 | 2.613 | 3,8 | 2.044 | 3,0 | 2.021 | 2,9 | -3,5 | -7,8 | -21,8 | -1,1 | Totale | 66.648 | 100,0 | 68.909 | 100,0 | 70.316 | 100,0 | 70.362 | 100,0 | 69.918 | 100,0 | 3,4 | 2,2 | 0,2 | -0,7 | * i dati dell’anno 2004 sono relativi al I° sem. 2004 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Registro Imprese Tra il 2000 ed il primo semestre 2004, si rafforza il settore Primario (agricoltura e pesca), mentre nell’industria in senso stretto si verifica, nell’ultimo biennio, una riduzione del numero delle imprese. Più accentuato, inoltre, è il ridimensionamento delle aziende cooperative comprese negli altri servizi. Dai dati Istat (2001), emerge che le imprese cooperative occupano 786.092 persone a livello nazionale, con una incidenza sul totale degli occupati extra-agricoli pari al 5%. L’emilia Romagna presenta l’incidenza più alta di occupati nelle cooperative rispetto al totale degli occupati esclusa l’agricoltura (9,84%), mentre la Valle d’Aosta si posiziona all’ultimo posto (2,85%). Emilia Romagna (144.480) e Lombardia (142.226) sono le regioni in cui si concentra il maggior numero di occupati nel settore. Incidenza addetti delle cooperative sul totale addetti extra-agricoli per regione (Anno 2001) Regione | Addetti cooperative | Addetti totali | Incidenza% | Piemonte | 56.086 | 1.411.276 | 3,97 | Valle d'Aosta | 1.099 | 38.613 | 2,85 | Lombardia | 142.226 | 3.721.723 | 3,82 | Trentino-alto Adige | 18.601 | 299.867 | 6,20 | Veneto | 72.422 | 1.580.844 | 4,58 | Friuli-venezia Giulia | 18.262 | 362.150 | 5,04 | Liguria | 18.340 | 383.571 | 4,78 | Emilia-romagna | 144.480 | 1.468.453 | 9,84 | Toscana | 51.689 | 1.079.064 | 4,79 | Umbria | 13.119 | 225.173 | 5,83 | Marche | 14.865 | 456.358 | 3,26 | Lazio | 71.930 | 1.623.141 | 4,43 | Abruzzo | 10.411 | 296.824 | 3,51 | Molise | 2.716 | 54.211 | 5,01 | Campania | 40.336 | 836.760 | 4,82 | Puglia | 43.379 | 642.261 | 6,75 | Basilicata | 5.726 | 99.658 | 5,75 | Calabria | 8.119 | 231.546 | 3,51 | Sicilia | 35.343 | 624.140 | 5,66 | Sardegna | 16.943 | 277.275 | 6,11 | Italia | 786.092 | 15.712.908 | 5,00 | Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su Istat e Cis 2001 Se si considera il rapporto tra addetti e popolazione emerge che è ancora l’Emilia Romagna, con 35,8 addetti ogni 1.000 abitanti, la regione più fortemente legata al sistema della cooperazione, seguita da Trentino Alto Adige (19,6%) e Veneto (15,8%). Tra le province, Milano si colloca in vetta alla classifica in valori assoluti (84.901 persone), seguita da Roma (58.464 addetti). Se si considera, invece, la “densità” delle imprese cooperative rispetto alla popolazione, Reggio Emilia (53,4 occupati nelle cooperative ogni 1.000 abitanti) e Bologna (con 45,4 abitanti) si collocano nelle prime posizioni. Addetti extra-agricoli delle cooperative delle 10 province più significative e di quelle meno significative per densità ogni 1.000 abitanti Le prime 10 province e…. | | Le ultime 10 | Province | Addetti cooperative per 1.000 abitanti | | Province | Addetti cooperative per 1.000 abitanti | Reggio Emilia | 53,4 | | Catania | 5 | Bologna | 45,4 | | Lecco | 4,8 | Ravenna | 40,8 | | L'aquila | 4,7 | Forlì-cesena | 39,3 | | Enna | 4,7 | Novara | 34,5 | | Belluno | 4,6 | Modena | 32,8 | | Crotone | 4,5 | Verona | 27,6 | | Varese | 4,3 | Lodi | 27,6 | | Catanzaro | 3,5 | Ferrara | 27,2 | | Vibo Valentia | 2,8 | Livorno | 23,4 | | Reggio Calabria | 2,8 | Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat e Cis 2001 La cooperazione “al femminile” Il peso delle donne in termini di addetti nelle cooperative varia notevolmente a livello territoriale: alta, ad esempio, l’incidenza in Piemonte (con Vercelli che, su 100 addetti nelle cooperative, conta 57,8 addetti donne) e nelle province emiliane (a Reggio Emilia ogni 100 unità, 57 sono costituite da donne). Al sud, invece, e soprattutto in Sicilia, prevale nettamente la componente maschile (con Siracusa che presenta il valore più basso, 22,9% di donne sul totale addetti). Utilizzando i dati dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-infocamere e passando a considerare gli aspetti imprenditoriali del mondo cooperativo rosa, si osserva come, a giugno 2004, a fronte di 1,18 milioni di imprese attive femminili, le cooperative femminili siano 12.394 e ne rappresentano l’1%. In tutti i settori, inoltre, si riscontra un’incidenza relativamente bassa, tranne che per il settore dell’Istruzione e della Sanità, nel quale, invece, circa 24 imprese femminili su 100 fanno riferimento all’universo delle cooperative. Il peso detenuto dalle cooperative femminili rispetto al totale delle cooperative è, a livello nazionale, pari a 17,7 punti percentuali, con punte uguali o superiori ai 27 punti in Abruzzo, Basilicata e Sardegna. Tra le regioni a minor presenza di cooperative femminili, all’interno del mondo delle cooperative, si trovano Trentino Alto Adige (9%), Lombardia (13%) e Emilia Romagna (13,4%). E’ interessante sottolineare, quindi, come mentre dal lato occupazionale al Sud si registra una più bassa incidenza di occupati donne nelle cooperative, dal lato imprenditoriale l’incidenza di cooperative rosa sul totale è mediamente più alta al Mezzogiorno che al Nord. Per quanto riguarda le imprese “rosa” (ovvero quello in cui la presenza femminile è superiore al 50% in termini di amministratori o di capitale sociale) si nota come, rispetto all’universo delle imprese femminili regionale, le cooperative abbiano un peso molto modesto in tutte le ripartizioni geografiche, con la Sardegna che, comunque, presenta la più alta incidenza (pari al 2,06%), seguita dalla Basilicata e dalla Sicilia. Negli ultimi 5 posti si posizionano, invece, tutte regioni del Nord, a dimostrazione di come anche all’interno del mondo dell’imprenditoria femminile le cooperative siano una forma di impresa più presente nelle regioni meridionali del paese. L’osservazione dei dati relativi alle donne titolari d’impresa, invece, pur non modificando il panorama nazionale, mostra tuttavia una differenza rilevante in termini di gap tra Sud e Nord. Se da un lato in Sicilia si registra a fine 2003 circa un 15% di imprenditrici donne nelle cooperative, dall’altro in Veneto tale incidenza si attesta appena al 2,7%. La partecipazione, quindi, a qualunque titolo (socio, amministratore, titolare, etc.) delle donne nelle cooperative rispetto al totale del mondo imprenditoriale femminile è molto più intensa nel Mezzogiorno. Graduatoria regionale dell'incidenza delle cooperative "rosa" sul totale delle cooperative* Regioni | Incidenza % | Sardegna | 27,8 | Basilicata | 27,3 | Abruzzo | 27,0 | Molise | 25,4 | Valle d'Aosta | 24,2 | Lazio | 23,1 | Piemonte | 22,4 | Umbria | 22,3 | Liguria | 19,9 | Marche | 19,7 | Sicilia | 19,1 | Puglia | 18,0 | Calabria | 18,0 | Friuli Venezia Giulia | 17,8 | Toscana | 17,0 | Veneto | 15,1 | Campania | 14,9 | Emilia Romagna | 13,4 | Lombardia | 13,0 | Trentino Alto Adige | 9,0 | *L'incidenza è relativa al numero delle imprese a prevalente conduzione e/o proprietà femminile Le cooperative sociali Decisamente più contenuto rispetto a quello delle imprese cooperative è l’universo delle cooperative sociali. I dati più recenti sulla cooperazione sociale si possono ricavare dal Censimento Industria e Servizi del 2001 e dal I Censimento delle Istituzioni e imprese nonprofit del 2000. Secondo il dato censuario del 2001, le cooperative sociali italiane ammontano a 5.674 imprese. Esse si avvalgono del lavoro di circa 149mila addetti. Il fatturato complessivo supera di poco i 3 miliardi di euro e deriva per ben il 59% da contratti e convenzioni stipulati dalla Pubblica Amministrazione. Inoltre, le cooperative sociali rappresentano appena il 2,4% del terzo settore (che conta complessivamente circa 235 mila imprese). Rispetto all’universo del terzo settore, però, le cooperative sociali si distinguono per una più marcata organizzazione imprenditoriale. Non a caso, esse contribuiscono per oltre l’8% al giro di affari complessivo e assorbono oltre il 30% degli operatori retribuiti (dipendenti e addetti). Da segnalare anche lo scarto tra cooperative sociali e altre imprese del terzo settore anche in termini di addetti. Stando ai dati del 2001, ogni cooperativa ha in media 26 lavoratori retribuiti (dipendenti e collaboratori coordinati e continuativi) e 4 volontari, mentre il rapporto si inverte nel caso delle altre forme organizzative, con 2 lavoratori retribuiti e 16 volontari. Più simili, invece, risultano le dimensioni complessive degli altri soggetti del terzo settore, anche se tra le cooperative si riscontrano dimensioni medie tendenzialmente maggiori rispetto alle altre organizzazioni: circa il 44% delle prime, infatti, si colloca nelle classi comprese tra 10 e 49 dipendenti, mentre quasi la stessa quota degli altri soggetti si trova nella classe dimensionale minore (1-5 volontari). Nelle cooperative sociali, inoltre, si ha una decisa prevalenza della presenza femminile, che arriva al 63% a fronte del 38% fatto registrare dagli altri soggetti del terzo settore. Dal punto di vista della distribuzione territoriale, le cooperative sociali appaiono particolarmente presenti nelle regioni settentrionali e meridionali, mentre più ridotto è il loro numero nel Centro-italia. Se dall’analisi del numero dei soggetti si passa a quella in termini di peso economico, tuttavia, il ruolo del Nord-italia appare preponderante, quello delle regioni del Centro cresce lievemente, mentre quello del Meridione si ridimensiona, per cui si può affermare che, in quanto forme di impresa, le cooperative sociali riproducono essenzialmente l’articolazione territoriale delle altre attività economiche. Distribuzione territoriale delle cooperative sociali per numerosità, in proporzione del giro d’affari ed in rapporto alla popolazione | num. Cooperative (A) | % sul totale | Coop. Per 100.000 ab. | % sul giro di affari (b) | Nord-ovest Nord-est Centro Sud e Isole Italia | 1.511 1.069 936 2.158 5.674 | 26,6 18,8 16,5 38,1 100,0 | 10,1 10,0 8,6 10,5 10,0 | 36,3 28,0 18,4 17,4 100,0 | Fonte:elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Cis 2001 (A) e Censimento istituzioni e imprese noprofit (B) [1] La definizione di "cooperativa sociale" è contenuta nella legge 381/91, che disciplina il settore. In essa, le cooperative sociali vengono definite come imprese che nascono con lo scopo di "perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini". Mentre le cooperative tradizionali (di consumo, di lavoro ecc.) sono società mutualistiche, ovvero società che nascono per soddisfare il bisogno dei soci, offrendo loro beni e servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle dettate dal mercato, le società cooperative sociali, invece, nascono con lo scopo di soddisfare bisogni che non coincidono esclusivamente con quelli dei soci proprietari, bensì con quelli della più vasta comunità locale ovvero bisogni collettivi. |
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CON UNOPIU’LA FORNITURA E’ SOLIDALE |
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Milano, 18 novembre 2004 – Per rispondere alla richiesta sempre più pressante di inclusione nel mercato del lavoro di persone svantaggiate, Sodalitas presenta www.Unopiuno.it il progetto che per primo in Italia mette in contatto le cooperative sociali di tipo B di Milano e provincia con le aziende in cerca di fornitori professionali e “solidali”. L’azienda può accedere senza impegno a www.Unopiuno.it , il data base che presenta la vasta gamma di servizi specifici forniti dalle cooperative, che spaziano dalla progettazione e manutenzione del verde ai servizi di pulizia, raccolta ecologica e lavanderia industriale; dalle attività di legatoria, stampa e grafica ai servizi informatici; dalle attività di logistica magazzinaggio e trasporti alle manutenzioni impiantistiche ed edili; dall’organizzazione di eventi al catering, al confezionamento di prodotti alla gestione di archivi, call center e lavori artigianali. Selezionando la tipologia di attività di interesse, l’azienda che effettua la ricerca si vede proporre un elenco di cooperative sociali corrispondenti alle caratteristiche richieste con l’indicazione di nome, telefono, e-mail e referente per eventuale contatto. L’impresa può reperire, inoltre, informazioni sul singolo fornitore circa la struttura, il fatturato e le referenze commerciali. Se la ricerca del servizio avrà avuto un esito positivo, l’azienda potrà contattare l’impresa sociale e verificare l’opportunità di avviare la partnership. Scegliendo come proprio partner commerciale una cooperativa sociale, l’azienda favorisce, indirettamente, l’inserimento lavorativo di fasce deboli delle popolazione (persone con disabilità fisiche o mentali, minori a rischio, detenuti, ex tossicodipendenti) che non riescono ad accedere autonomamente al mercato del lavoro. Un fenomeno molto esteso che riguarda circa 13.000 persone, tante sono le persone disabili iscritte al Centro per l’impiego di Milano e provincia. Sono 3.220 i lavoratori delle cooperative sociali di Milano e provincia - di cui 1.250 sono persone riconosciute svantaggiate dalla legge sulle cooperative sociali (L. 381/91) - occupati in circa 140 imprese sociali, di dimensioni medio-piccole, con un’occupazione media di 22 lavoratori per un fatturato annuo di 500.000 Euro (dati 2003). Felice Romeo, vicepresidente Alcst Legacoop, ha sottolineato la coerenza del progetto Unopiùno con l’accordo recentemente siglato tra la Provincia di Milano e le associazioni imprenditoriali e sindacati per la sperimentazione di un modello finalizzato all’integrazione nel mercato del lavoro di persone disabili. Federico Falck, presidente di Sodalitas, ricorda che “la realizzazione di partenrship commerciali con le imprese sociali è una delle molte strade possibili per dare corpo all’impegno sociale delle aziende: solo le imprese responsabili oggi sono destinate ad avere successo domani”. Don Colmegna, Direttore di Caritas Ambrosiana, sottolinea come “il grado di civiltà di una comunità si misura anche sul modo di trattare i suoi elementi più fragili ”. |
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OLIVIER IMBAULT NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO DI AIR LIQUIDE ITALIA |
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Milano, 18 novembre 2004 – Ieri, il Consiglio di Amministrazione di Air Liquide Italia, società leader nel settore della produzione di gas industriali e medicinali, in seguito alle dimissioni di Franco Moscetti, ha nominato Olivier Imbault, Amministratore Delegato della Società confermandolo quale Direttore Generale di Air Liquide Italia. Olivier Imbaut mantiene inoltre il suo ruolo di Vice Presidente delle filiali del Gruppo Mediterraneo. Il Consiglio ha ringraziato Franco Moscetti per il prezioso operato svolto in questi anni di servizio per Air Liquide, sia in Italia che nel mondo formulandogli i migliori auguri per la futura attività professionale. Olivier Imbault, è entrato nel Gruppo Air Liquide nel 1981 e dopo aver ricoperto diverse posizioni nel 1986 ha raggiunto Air Liquide Italia. Nel 1999 è stato nominato Amministratore e Direttore Generale di Air Liquide Italia e Vice-presidente Regione Mediterraneo Air Liquide (Grecia, Tunisia e Libano) . |
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DUE COSTRUTTORI DI AEREI HANNO CONCESSO LA CERTIFICAZIONE D'USO ALLA VERSIONE PIÙ RECENTE DELLA THROTTLE CONTROL UNIT FLY-BY-WIRE DELLA SKF |
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Göteborg, 18 novembre 2004 - Per la Skf, l'approvazione e l'impiego sul Dassault Falcon 2000 Easy e sul Gulfstream G200 della versione più recente dell'unità di controllo gas, segna il punto culminante di tre anni di attività di ricerca e sviluppo da parte della Sarma, una consociata Skf. La caratteristica più notevole della nuova throttle control unit prodotta dalla Sarma è data dal fatto che, diversamente dalle versioni precedenti, con le quali era chiaramente avvertita una variazione di velocità durante l'inserimento o il disinserimento del pilota automatico, ora la fase di transizione è assai dolce e non viene praticamente avvertita né dal pilota né dai passeggeri. Nelle vecchie versioni le leve di comando del gas rimanevano in una posizione fissa durante il funzionamento con il pilota automatico e quindi spesso erano nella posizione sbagliata quando il pilota riprendeva il comando manuale, con conseguente variazione di velocità. Con il nuovo sistema di controllo le leve vengono posizionate automaticamente nella posizione corretta durante tutto il tempo di volo. |
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LOMBARDIA: DOMENICA 21/11 STOP AD AUTO E MOTO BLOCCO TOTALE DEL TRAFFICO DALLE 8 ALLE 20 PER COMBATTERE L'INQUINAMENTO DELL'ARIA |
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Milano, 18 novembre 2004 - Domenica 21 novembre, nelle zone critiche di Milano-como-sempione, Bergamo e Brescia, sarà in vigore l'ordinanza di blocco totale della circolazione dalle 8 alle 20. Si tratta della prima domenica di stop al traffico programmata dalla Regione Lombardia come misura preventiva per contrastare l'inquinamento atmosferico, in particolare quello da polveri sottili (Pm10). Le altre giornate già fissate sono domenica 23 gennaio e domenica 20 febbraio. Il blocco riguarderà tutti gli autoveicoli, motoveicoli, e ciclomotori ad esclusione di quelli ad emissione nulla (elettrici), alimentati a metano e Gpl catalizzati e le autovetture equipaggiate con motore ibrido-elettrico e termico. Oltre ai mezzi pubblici, potranno circolare inoltre solo alcune categorie di veicoli, come quelli delle Forze dell'Ordine, dei portatori di handicap e di chi svolge servizi urgenti di pubblica utilità. Una quarta domenica di blocco potrà essere decisa se si verificheranno perduranti condizioni meteorologiche di alta pressione, senza precipitazioni rilevanti e con scarsa ventilazione, tali cioè da favorire l'accumulo degli inquinanti. Le zone critiche in cui si applicherà il provvedimento (Milano- Como-sempione, Bergamo e Brescia) comprendono 135 Comuni, nei quali vivono circa 4 milioni di persone. Per garantire la piena riuscita provvedimento e nello stesso tempo per ridurre i disagi dei cittadini, la Regione sta predisponendo un piano di potenziamento delle linee di trasporto pubblico. Prosegue intanto il blocco programmato di tutti i veicoli non catalizzati (auto, moto, motorini, camion, ecc) dal lunedì al venerdì (escluse le giornate festive infrasettimanali) dalle 8 alle 10 e dalle 16 alle 19. Questo provvedimento proseguirà fino al 17 dicembre e riprenderà poi dal 10 gennaio al 28 febbraio. |
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IL 12 DICEMBRE APRONO PASSANTE E NUOVE LINEE "S" DA EST A OVEST DI MILANO SENZA CAMBIARE TRENO. IN STRADA 100.000 VEICOLI IN MENO |
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Milano, 18 novembre 2004 - Con l'apertura, il 12 dicembre prossimo, dell'ultima stazione del Passante ferroviario di Milano, quella di Porta Vittoria, che permetterà di attraversare la città da est a ovest senza cambiare treno, partirà anche il nuovo servizio ferroviario suburbano costituito dalla cosiddette "linee S". Lo hanno annunciato il presidente della Regione, Roberto Formigoni, e l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro, durante il convegno "Il passante di Milano e le nuove linee S". Le "linee S" collegheranno Milano con l'hinterland entro un raggio di 30 chilometri con treni cadenzati, uno ogni 30 minuti, dalle 6 alle 0,30, con un servizio di tipo metropolitano, per un totale di 100 stazioni. Delle 10 "linee S" previste, 8 entreranno in funzione il 12 dicembre. Sono: S1 (Saronno-milano Porta Vittoria); S2 (Meda-milano Porta Vittoria); S3 (Saronno-milano Cadorna); S4(seveso-milano Cadorna); S5(varese-pioltello); S6(novara-milano Porta Vittoria); S9(seregno-milano San Cristoforo); S10 (Milano Bovisa Politecnico-milano Porta Vittoria). Le linee S7 e S8, in direzione Pavia e Piacenza, partiranno entro il 2008. Il Passante ferroviario invece, con sei stazioni sotterranee (Lancetti, Garibaldi, Repubblica, Porta Venezia, Dateo, Porta Vittoria), una in superficie (Villapizzone), un intervallo minimo dei treni di tre minuti e tre interscambi con la metropolitana (a Porta Venezia per la linea 1, a Garibaldi per la linea 2 e a Repubblica per la linea 3) è la prima tratta messa a gara dalla Regione Lombardia che ha investito oltre 120 milioni di euro per acquistare 15 treni che saranno messi a disposizione di chi vince la gara. "E' il più grande investimento di un'amministazione regionale per un'opera ferroviaria - ha dichiarato il presidente Formigoni -. La Regione Lombardia ha infatti investito oltre 500 milioni di euro su un totale di 980". "L'avvio delle linee S e la contestuale apertura della stazione di Porta Vittoria del Passante - ha rilevato l'assessore Corsaro - costituiscono di fatto il più consistente aumento di offerta di treni in Lombardia. A opera completata i servizi offerti dal Passante rappresenteranno circa un quarto dell'intera offerta del servizio ferroviario regionale. Ma non solo - ha aggiunto Corsaro -. Tutto ciò comporterà anche un miglioramento della qualità della vita, dal momento che ci sarà una diminuzione di 100.000 veicoli dalle strade lombarde e un incremento di passeggeri dai 96.000 attuali a 128.000 e, a pieno regime nel 2008, a 300.000". L'altra novità di dicembre per i pendolari lombardi è costituita dal nuovo abbonamento mensile, il cosiddetto Treno-milano, un unico documento di viaggio valido su tutta la linea ferroviaria regionale, compreso il Passante e le Linee S e su tutti i mezzi pubblici urbani di Milano (tram, bus, metropolitana, filobus). Rispetto all'acquisto dei vecchi abbonamenti i viaggiatori pagheranno fino al 10% in meno. L'abbonamento sarà in vendita nelle biglietterie ferroviarie lombarde dal 1° dicembre prossimo. Dopo questa sperimentazione a Milano la Regione continuerà il lavoro per estendere anche agli altri capoluoghi di provincia la possibilità di integrare l'abbonamento ferroviario con i servizi di trasporto urbano. |
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A VENEZIA LA QUINTA RASSEGNA URBANISTICA NAZIONALE CORRIDOIO 5: UN PATTO TERRITORIALE |
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Venezia, 18 novembre 2004 - L’assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, Gianni Verga è intervenuto ieri al convegno “Il governo del territorio nelle e (delle) Città metropolitane” che si è tenuto presso l’Arsenale di Venezia. Il convegno organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) nell’ambito della 5a Rassegna Urbanistica Nazionale ha visto la partecipazione di sindaci, amministratori, tecnici, professionisti e rappresentanti del mondo accademico. Il convegno è stato occasione di dibattito, confronto e scambio di esperienze tra i diversi soggetti che si occupano del governo del territorio e delle città. Nel suo intervento “Le Città metropolitane nel Corridoio 5 europeo”, l’assessore Verga ha sottolineato come sia necessario un patto territoriale in attuazione del Corridoio 5 che consenta di distribuire i vantaggi su tutto il territorio capitalizzando diffusamente le ricadute positive del suo passaggio non solo a livello infrastrutturale ma anche economico e culturale. Il prossimo passaggio del Corridoio 5 costituisce per ciascuna delle città interessate un’occasione irrinunciabile. Con il Corridoio 5, le singole città non solo potranno mantenere la loro capacità di attrarre ma aumentarla soltanto se riusciranno a organizzarsi in un sistema sinergico che consideri il Corridoio 5 una sorta di patto territoriale d’area. “Un patto – ha sottolineato Verga - che consenta anche di analizzare insieme come governare le ricadute cercando di sviluppare, promuovere, orientare al massimo quelle positive, contenere e ridurre al minimo gli impatti negativi. Se, ad esempio, l’alta velocità avrà a Milano punti importanti di recapito, dobbiamo considerarne lo sviluppo complessivo in modo che, oltre ai poli, l’intero sistema di rete ne tragga giovamento e ne venga avvantaggiato in termini di sviluppo e di crescita. Creare una sorta di “catena del valore”delle città collegate in rete dal Corridoio 5, trasformando la prossimità delle infrastrutture delle reti transeuropee da minaccia di aggravamento del degrado dei contesti territoriali dei nodi in straordinaria opportunità di accesso al lavoro, alle informazioni, all’energia e ai materiali”. “In quest’ottica – ha concluso l’assessore - il contributo di Milano è centrale in quanto l’area metropolitana milanese, oltre ad essere in posizione strategica, dispone non solo di un sistema infrastrutturale anulare, di reti metropolitane in pieno sviluppo, di un passante ferroviario in prossimità del quale si stanno sviluppando aree strategiche della città, di un nuovo polo fieristico già in fase di realizzazione, ma anche di territorio ormai completamente cablato dove l’Azienda Energetica Municipale, oltre ad aver contribuito alla posa della fibra ottica, sta lavorando in modo articolato nell’ambito delle reti tecnologiche. Con questa premessa è evidente che quando il Corridoio 5 passerà dalla Padania si aggancerà a tutto il sistema infrastrutturale del nostro paese verso il Mediterraneo per il quale ci candidiamo ad essere punto di riferimento. Il transito dal nord Italia è funzionale, non soltanto allo sviluppo del nord Italia ma a quello di tutto il nostro paese e coinvolge le tematiche collegate come i rapporti che si possono generare verso l’est, le coste, il ruolo dei mari. Quando l’alta capacità passerà dal nord Italia ne beneficerà proprio il sistema dei nostri mari e dei nostri porti che torneranno ad essere centrali nel sistema di comunicazione”. |
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LA COMMISSIONE PRESENTA UN PIANO PER LO SPRINT FINALE NEI NEGOZIATI ITER |
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Bruxelles, 18 novembre 2004 - Alla riunione odierna a Strasburgo (Francia), la Commissione europea ha adottato una proposta di decisione del Consiglio concernente i negoziati internazionali su Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor). La Commissione ha proposto alcune modifiche del suo mandato di negoziato per agevolare il raggiungimento di un consenso nei negoziati con le sei parti (Ue, Giappone, Cina, Russia, Corea del Sud e Stati Uniti) sulla costruzione congiunta di Iter nel sito europeo proposto di Cadarache (Francia). In funzione della decisione del 26 novembre, la Commissione si sforzerà di giungere ad una conclusione positiva con tutte le parti il più rapidamente possibile. Un elemento fondamentale in questo consenso potrebbe essere un “vero partenariato” tra l’Unione europea e il Giappone; quest’ultimo beneficerebbe di condizioni favorevoli che rispecchino il suo contributo speciale al progetto Iter. Nell’ambito di una “strategia più ampia” nella gestione della fusione, l’Unione europea potrebbe contribuire anche ad altre iniziative di ricerca nel settore della fusione realizzate in Giappone, ad integrazione del progetto Iter. L’energia di fusione La fusione produce energia pulita grazie alla fusione di atomi leggeri come gli atomi dell’idrogeno. L’iter consentirà di generare circa 500 milioni di watt da uno stato particolare della materia (plasma). Questa potenza sarà dieci volte superiore a quella iniettata nel plasma. Il costo complessivo di costruzione e esercizio dovrebbe ammontare a circa 10 miliardi di euro nell’arco di 35 anni. Cadarache, il sito scelto dall’Europa Nel novembre 2003 il Consiglio ha deciso all'unanimità di proporre il sito di Cadarache (Francia) come sito candidato dell’Ue per ospitare Iter. La speranza di concludere un accordo internazionale entro breve Il Giappone ha proposto il sito di Rokkasho-mura, con il sostegno degli Stati Uniti e della Corea, mentre la Cina e la Russia hanno sostenuto il sito proposto dall’Unione europea. A seguito di fruttuose discussioni internazionali svoltesi a Vienna il 9 novembre, tutte le parti hanno ritenuto che si fosse vicino alla conclusione di un accordo in materia. Il mandato di negoziato proposto mira pertanto alla conclusione di un accordo con le 6 parti coinvolte per costruire Iter a Cadarache. Se le parti non dovessero raggiungere detto consenso, l’Ue proseguirebbe la costruzione di Iter nell’ambito di un partenariato il più ampio possibile, come indicato dal Consiglio nella sua riunione del 24 settembre 2004. La strategia più ampia Le sei parti hanno esaminato “una strategia più ampia” della fusione che include altre attività internazionali che completano il progetto Iter, con la possibilità in particolare di costruire: un dispositivo di prova per i materiali, l’Ifmif (International Fusion Materials Irradiation Facility); dispositivi di fusione di dimensioni ridotte, i cosiddetti “tokamak satelliti”, tra cui il Joint European Torus (Jet) a Culham (Regno Unito) e il reattore superconduttore Jt-60 di prossima costruzione in Giappone. Costi di costruzione Iter Nell’ambito di un accordo concernente la costruzione di Iter a Cadarache con il sostegno delle sei parti interessate, la ripartizione dei costi si configurerebbe come indicato qui di seguito: Costo complessivo di Iter: 4, 570 miliardi di euro Stanziamento di bilancio dell’Ue (massimo 50%), vale a dire 2,285 miliardi di euro, di cui 40% al massimo provenienti dal bilancio comunitario, ossia 1,828 miliardi di euro. Contributo delle altre parti (minimo 50%): vale a dire 2,285 miliardi di euro. Per Iter e le attività previste dalla "Strategia più ampia", arriverebbero contributi aggiuntivi in particolare dal paese ospitante, la Francia, e da alcuni altri paesi europei e forse anche dal Giappone. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/energy/fu/article_1122_en.htm http://www.Iter.org/ |
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ENERGIT PARTECIPA AL CONVEGNO DI BANCA ITALIA SULLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE |
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Cagliari, 18 novembre 2004 - Luigi Filippini, Amministratore Delegato di Energit, sarà tra i relatori che giovedì 18 novembre alle ore 15.00 presso la Sede della Banca d'Italia di Cagliari, animeranno il dibattito sul tema "Tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sistema dei pagamenti: analisi e prospettive". Durante l’incontro si parlerà delle strategie per stimolare un maggiore ricorso alle nuove tecnologie e ai servizi in rete, ivi compresi i pagamenti e la fatturazione elettronica. Saranno inoltre illustrate le sinergie realizzabili fra istituzioni, organizzazioni imprenditoriali e mondo accademico per favorire lo sviluppo di tali servizi, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese. Il programma del convegno prevede, dopo il saluto del dott. Rodolfo Donzelli, Direttore della filiale di Banca d’Italia di Cagliari, un’introduzione del prof. Guido Mario Rey, dell’Università di Roma 3 e la presentazione del Rapporto Annuale da parte dell’Amministrazione Centrale di Banca Italia. I successivi interventi saranno tenuti dall’ing. Filippini di Energit, dal dott. Scura (Confcommercio), dal prof. Marchesi della Facoltà di Ingegneria di Cagliari, dalla dott.Sa Giglio (Regione Sardegna), dal dott. Pintore (Banco di Sardegna) e dal dott. Manca dell’Osservatorio Industriale della Sardegna. |
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INNOVATION NETWORK – OGGI INAUGURAZIONE DEL NUOVO CENTRO DI COMPETENZA AMBIENTE OFFRIRÀ SOSTEGNO SULLE PROBLEMATICHE AMBIENTALI ALLE IMPRESE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA |
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Trieste 18 novembre 2004 - Il nuovo Centro di Competenza Ambiente, promosso da Area Science Park in collaborazione con l'Ente Zona Industriale di Trieste (Ezit), è uno dei dieci centri regionali previsti da Innovation Network, il progetto di Area che punta a creare in Friuli Venezia Giulia una rete diffusa di competenze specialistiche al servizio della competitività delle imprese. Il Centro sarà ospitato presso la sede dell‚Ezit di Trieste e fornirà assistenza per la riduzione dell'impatto ambientale dei processi produttivi, il disinquinamento, il recupero e il riciclo di scarti e sfridi di produzione, l'impiego di fonti energetiche rinnovabili e l‚ottimizzazione del consumo energetico. Tutte le imprese del Friuli Venezia Giulia potranno avere accesso ai servizi del Centro e, attraverso questo, all‚intero sistema di competenze e servizi collegati ad Area. La firma di una convenzione tra Area ed Ezit sancirà l'avvio dell'iniziativa. |
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SEGRATE: LA CITTÀ AVRÀ FINALMENTE UN CUORE RATIFICATO IL PII “SEGRATE CENTRO” |
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Segrate, 18 novembre 2004 - Un cuore vivo e pulsante per la città, fino a oggi fatta di quartieri a se stanti, con un’identità propria e difficilmente riconducibili a un’unica realtà. Il primo e fondamentale tassello del puzzle che porterà alla realizzazione del Centro Parco, elemento di saldatura e di continuità urbanistica per Segrate, è stato posizionato. Il consiglio comunale ha ratificato in questi giorni l’accordo firmato il 18 ottobre scorso dal sindaco Bruno Colle e dall’assessore regionale Alessandro Moneta, relativo al programma integrato di intervento “Segrate Centro”. In linea con le disposizioni della legge regionale 9/99, l’operatore privato del Pii, la Fondazione Causa Pia d’Adda, demolendo gli edifici ormai obsoleti della scuola media Leopardi e dell’attuale materna, potrà riqualificare con un moderato intervento edilizio a destinazione residenziale e commerciale il fronte stradale di via Roma che dall’asilo in fregio a piazza della Repubblica arriva fino ai giardinetti della media. “Il nuovo fabbricato previsto a portici – informa Domenico Fulghieri, assessore al Territorio - unitamente alla realizzazione di un capace parcheggio, accoglierà a piano terra negozi ed esercizi di vicinato, contribuendo a rivitalizzare il centro cittadino. La costruzione di un complesso residenziale di circa 200 nuovi alloggi sulle aree a ovest della Cittadella dello Sport consentirà di conseguire uno degli obiettivi più ambiti dalle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent’anni: dare inizio alla realizzazione del Centro Parco”. La Fondazione Causa Pia d’Adda, promotrice del complesso progetto urbanistico, cederà al comune le aree necessarie e provvederà alla realizzazione di una rilevante serie di opere pubbliche: - la prima fase attuativa del Centro Parco, che disporrà di una superficie di circa 70mila mq sistemata a verde, piantumata e completa di arredamento urbano e piste ciclabili illuminate; - l’aggregazione all’area della Cittadella dello Sport di oltre 5mila 700 mq di nuove superfici che contribuiranno a migliorare la fruibilità delle strutture sportive esistenti; - la nuova viabilità di quartiere a cui saranno affiancati più di 300 nuovi posti pubblici che si andranno ad aggiungere ai 115 già in costruzione sulla via Xxv Aprile, di fronte alla scuola materna e al nido comunali. Ma il clou dell’intervento sarà la ricostruzione all’interno del polmone verde della città sia della nuova scuola media pubblica Leopardi, che avrà sette sezioni, due in più rispetto all’attuale e disporrà di laboratori, mensa palestra, aula magna, biblioteca e altri servizi attualizzati che si avvarranno delle nuove tecnologie informatiche, sia la realizzazione di un polo per l’infanzia gestito dalla Fondazione Causa Pia d’Adda con un nido di oltre quaranta posti e una materna di ben cinque classi. La primavera del 2005 dunque potrà vedere l’inizio dei lavori di costruzione di uno dei più vasti parchi pubblici mai programmato in tempi recenti: è infatti nelle previsioni dell’amministrazione accorpare in un unico sistema a verde aree per circa un milione di metri quadrati interamente fruibili dai segratesi e accessibili da ogni quartiere della città, collegando senza soluzione di continuità Centro Parco e parco Alhambra di Rovagnasco. “Un progetto possibile grazie anche alla concertazione con i privati - conclude il sindaco Bruno Colle - salutato dalla Regione Lombardia come modello di buon governo del territorio. E’ un esempio di una ratio operandi che sa e vuole coniugare risposte a esigenze e bisogni della collettività con un equilibrato disegno di riassetto urbanistico della città, orientato a una crescita e uno sviluppo armonico e sostenibile”. Compatta la maggioranza nella ratifica del Pii, avendone riconosciuto la portata in quanto definitivo elemento di ricucitura delle fratture tra i quartieri segratesi. |
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CICLO DI INCONTRI: ORIZZONTI DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE |
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Milano, 18 novembre 2004 - Nell'ambito delle Giornate per la cooperazione italiana promosse dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, l'Ispi ospiterà nei prossimi giorni i seguenti incontri: 18 novembre, ore 14.30 "Dalla guerra alla strada. Coopi per i bambini del mondo" (in collaborazione con Coopi e Ministero degli Affari Esteri) Intervengono: Michele Romano, Direttore Coopi; Simona Verrusio, Ministero degli Affari Esteri; Maria Rita Fioravanzo, psicoterapeuta e responsabile del recupero dei bambini ex soldato in Sierra Leone; Olimpio Gasparotto, operatore di Coopi in Congo; Maria Pia Rizzo, Ministero degli Affari Esteri; Miloud Oukili, ideatore di un progetto per il recupero dei ragazzi di strada attraverso le arti circensi; Marco Chiesara, responsabile delle attività in Italia di Coopi; Paolo Magri, Segretario Generale Ispi. 22 novembre, ore 11.00 "La cooperazione per prevenire la diffusione del terrorismo" (in collaborazione con Unodc - United Nations Office on Drugs and Crime - e Ministero degli Affari Esteri). Intervengono: Antonio Maria Costa, Direttore Esecutivo Unodc; Stefano Dambruoso, magistrato ed esperto giuridico presso la Rappresentanza permanente italiana alle Nazioni Unite di Vienna; Giovanni Roggero Fossati, Amministratore Delegato Ispi. Infolink: www.Ispionline.it |
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IL COMUNE DI MILANO FINANZIA 30 BORSE DI STUDIO PER GIOVANI RICERCATORI DELLE UNIVERSITÀ MILANESI |
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Milano, 18 novembre 2004 - Per approfondire tematiche di rilevante interesse pubblico e dare sostegno a giovani talenti delle Università milanesi, il Comune di Milano finanzierà 30 borse di studio destinate a giovani ricercatori non ancora dipendenti delle Università. L’iniziativa, la prima del genere in Italia, è stata presentata oggi a Palazzo Marino da Salvatore Carrubba, assessore alla Cultura e Musei del Comune di Milano e Carlo Masseroli e Manfredi Palmeri, consiglieri di Forza Italia, promotori dell’emendamento al bilancio per il finanziamento del progetto, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale. Le 30 borse di studio della durata di un anno, da 10mila euro ciascuna per un totale di 300mila euro, andranno a favore di giovani ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, dell’Università Commerciale “Luigi Bocconi”, dell’Università Cattolica, del Politecnico di Milano e dell’Università Bicocca di Milano. “L’iniziativa cui ha dato vita l’emendamento di Forza Italia – ha dichiarato l’assessore Carrubba rappresenta un importante segnale di collaborazione tra le forze politiche e la Giunta in vista di valorizzare il grande patrimonio costituito dalle università milanesi e di scommettere sullo straordinario potenziale costituito dai giovani ricercatori. Essi rappresentano la vocazione milanese alla ricerca e consentiranno di affrontare alcuni degli aspetti più delicati dai quali dipende il fututo di Milano”. “Il progetto – hanno affermato i consiglieri Masseroli e Palmeri ha un duplice obiettivo: approfondire temi di grande interesse per l’amministrazione della città da un lato, e la volontà di investire sul capitale umano di cui è ricca l’università dall’altro. Nasce così un think tank, un laboratorio di idee per il buon governo della città. Da questa collaborazione siamo certi che trarranno vantaggio il sistema universitario milanese, l’amministrazione di Milano e la collettività”. Per il Prof. Giampio Bracchi, Presidente Fondazione Politecnico di Milano “il progetto è un segnale importante che incentiva i nostri dottorati finalizzandoli a temi direttamente collegati alla nostra città”. “Per una volta – ha affermato il Prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore “non ci lamentiamo della fuga di cervelli italiani all’estero ma abbiamo il piacere di comunicare un’iniziativa volta ad alimentare i nostri migliori talenti direttamente in Italia e, nello specifico, nelle nostre università milanesi. Si tratta di un progetto condiviso che inaugura una collaborazione stretta tra Comune di Milano e università”. “Un segnale molto importante per la nostra città – ha dichiarato il dott. Giovanni Pavese, Consigliere Delegato Università Bocconi – perché festeggiamo l’idea e la sua realizzazione immediata. I nostri corsi punteranno sui modelli di internazionalizzazione della città in un momento in cui, per la prima volta, riceviamo richieste di iscrizioni per dottorati anche dall’estero”. 3 programmi di ricerca per il Casva. Tra i progetti presentati vi sono 3 programmi di ricerca, attinenti alla diffusione delle metodologie e tecniche di valorizzazione dei beni artistici e ambientali e alla formazione di esperti nel campo di beni culturali, che si integrano con gli scopi del Progetto Casva (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) del Settore Musei e Mostre del Comune di Milano. I programmi di ricerca sono: Università degli Studi di Milano – Facoltà di Lettere: programma di studio e ricerca sul collezionismo e la museografia, con particolare riguardo per la storia e le prospettive delle collezioni dei musei civici di Milano; Università Cattolica: programma di studio e ricerca avente come tema l’approfondimento della Storia dell’Arte lombarda; Politecnico di Milano: programma di studio e di ricerca sulle Metodologie e tecniche di catalogazione per la valorizzazione dei Beni Culturali. Argomenti e temi delle borse di studio. Temi proposti e approvati per l’Università Cattolica: Lo sviluppo del capitale umano nei processi di internalizzazione delle Pmi; Il problema abitativo nell’area urbana: la città multietnica e i servizi per la sanità; Il problema abitativo nell’area urbana: La sicurezza nella città multietcnica; Lo sviluppo dei distretti industriali dell’area metropolitana milanese; Il sistema bancario come supporto per lo sviluppo della Pmi nell’area milanese; Il volontariato come risorsa per gli enti locali; Mediazione famigliare e famiglia come ricchezza per la società; Le comunità islamiche a Milano e lo sviluppo della città; la partecipazione degli enti locali alla definizione dei livelli essenziali relativi ai diritti sociali (es. Assistenza); gli accordi tra pubbliche amministrazioni e quelli tra pubblica amministrazione e i cittadini nell’esercizio del potere amministrativo; Metodi di valutazione della Sanità a scopo di accreditamento e costruzione nuovi metodi di finanziamento; Metodi di valutazione del Capitale Umano come elemento di sviluppo delle aziende dell'area milanese. Temi proposti e approvati per il Politecnico di Milano: Metodo e strutture per il trasferimento dell’innovazione alle imprese milanesi; I supporti e le iniziative per la creazione di imprese High Tech a Milano; Fabbisogni di figure professionali qualificate nelle nuove tecnologie a Milano; Servizi per i cittadini e le imprese sulla rete a larga banda a Milano; Modelli di impresa di servizi di pubblica utilità e qualità del servizio; Pianificazione di sistemi di raccolta e trattamento di R.a.e.e. In ambito urbano: possibili scenari per la città di Milano; Servizi per i disabili basati su nuove tecnologie; Bisogni sociali e forme dell’abitare a Milano; Periferie e nuove centralità: le forme del mutamento a Milano; Riorganizzazione del sistema dell’industria design a Milano. Temi proposti e approvati per l’Università Commerciale “Luigi Bocconi”: Servizi di pubblica utilità urbana; Fattori e progetti di competitività urbana; I modelli di internazionalizzazione delle imprese milanesi nei paesi emergenti; Decentramento fiscale e capacità di finanziamento locale: analisi comparativa delle best practices internazionali; Attrattività territoriale e investimenti esteri: l’impatto sul territorio della presenza di imprese multinazional |
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NUOVE OPPORTUNITA’ NEL SETTORE MODA PER DIVENTARE "VISUAL MERCHANDISER" DA GENNAIO A GIUGNO, 15 BORSE DI STUDIO DEL VALORE TOTALE 11.300 EURO, PER ENTRARE NEL MONDO DEL LAVORO |
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Milano, 18 novembre 2004 - Vi siete mai chiesti, osservando una Vetrina, come mai in alcuni casi, siete invogliati ad guardare e in altri casi rimanete indifferenti ? Il Segreto? Un suggestivo Gioco di Luci, di Colori, Scenografie, allestimenti, Suoni e Profumi, realizzato dalli Nuovi Consulenti d’Immagine: I Visual Merchandiser. Richiestissimi, sia dalle prestigiose Griffe, (ad esempio Armani, D&g, Trussardi, per citarne alcuni) sia dalle aziende con importanti affiliazioni commerciali (come Coin, Rinascente, Stefanel, Benetton, Nike, per esempio), I Visual Merchandiser, applicano alla Creatività, le più moderne Strategie di Marketing Visivo, occupandosi, non solo della Vetrina, ma dell'Immagine Complessiva del punto vendita, (talvolta anche dell'intera catena di Negozi), concordandone lo stile, con gli Architetti e Designer. (ogni anno si aprono e si rinnovano più di 57.000 negozi, con un giro di affari di oltre 150 milioni Euro ). La Carriera ? Il Visual Merchandiser la può percorrere, in due modi: o con l'assunzione in azienda, avendo l'auto aziendale a disposizione, o esercitando la libera Professione, con guadagni, che in tutti e due i casi, possono arrivare a 3600 euro al mese. La Formazione? In un settore così specifico la parola d’ordine è Professionalità e Assovisual, Associazione Italiana di Visual Merchandising, si occupa, attraverso i suoi corsi, di preparare tecnicamente l’utenza, specializzandola ed avere un ruolo strategico primario, nel Retail. Assovisual, da Gennaio a Giugno 05, sui corsi di Visual Merchandising a Milano e Roma e offre 15 Borse Di Studio del valore di 753 euro ciascuna (50% quota) Modalità di adesione: Per partecipare basterà inviare un curriculum via mail a: assovis@sa-vetrinistica.It info@sa-vetrinistica.It oppure via fax allo 02.48707773. I Curriculum pervenuti verranno selezionati dal Consiglio Direttivo dell’ Associazione, che dopo attenta valutazione darà notizia, del candidato prescelto, allo stesso - Verrà privilegiato il candidato in cerca di occupazione, accompagnato da una estrazione artistica ( Liceo Classico e Artistico, Istituto d’Arte, Accademia di belle Arti, ecc. ) e da eventuali precedenti esperienze nel comparto del commercio.Il Corso si attiverà al raggiungimento delle 15 unità. |
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IL FRIGO INDESIT GRAFFITI DIVENTA UN CAPOLAVORO DELL’ARTISTA MODE 2 |
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Houston, Texas, 17 novembre 2004 - Roger Federer ha ricevuto il Trofeo Indesit Atp 2004 Race. Oggi, a Houston, davanti alle televisioni di tutto il mondo e alla presenza del Ceo Atp Mark Miles, Fabio d’Angelantonio, per Indesit, ha conferito il prestigioso trofeo al famoso tennista svizzero, che ha ottenuto il migliore punteggio nella Classifica Indesit Atp 2004. “Indesit ama lo sport. Siamo onorati di premiare oggi Roger Federer, il vincitore dell’Indesit Atp 2004 Race. Al termine di questo primo anno di sponsorizzazione, siamo molto lieti che il nostro brand venga associato al tennis e ad Atp”, ha dichiarato Fabio d’Angelantonio, Indesit Brand Director. Roger Federer ha scritto il suo nome nella storia del tennis, dopo essersi aggiudicato il decimo titolo della stagione al Thailand Open di Bangkok lo scorso ottobre. Dopo aver sconfitto Andy Roddick, Federer è diventato il primo tennista a vincere 10 titoli in una sola stagione, da quando Thomas Muster ne ha ottenuti 12 nel 1995. Ha inoltre vinto la sua dodicesima finale in due set e, con Bjorn Borg e John Mcenroe, è diventato l’unico tennista a raggiungere un simile traguardo negli ultimi 25 anni. Dall’inizio del 2003, Federer ha conquistato il sorprendente numero di 17 titoli. Ha inoltre vinto 18 incontri consecutivi con alcuni dei primi 10 giocatori della classifica mondiale, di cui 13 nel 2004. Dopo la conquista del suo terzo Grande Slam negli Us Open della scorsa estate, è stato annunciata la vittoria di Federer del Trofeo Indesit Atp 2004; nessun altro giocatore si è mai aggiudicato così rapidamente il titolo di N. 1 del mondo. Al Tennis Master Cup di Houston, Indesit ha invitato l’artista di graffiti Mode 2, uno dei più famosi al mondo, nonché importante portavoce della cultura Hip Hop. Con la sua arte Mode 2 ha offerto un’interpretazione dell’evento unica nel suo genere, catturando i sentimenti e le emozioni del momento. Durante le partite di tennis ha dipinto il frigo Graffiti, trasformandolo in una vera opera d’arte. Al termine di ogni partita i giocatori hanno firmato il frigo Graffiti, che verrà poi venduto all’asta. Il ricavato sarà devoluto all’associazione Peace of Mind, a sostegno di progetti per l’assistenza di persone anziane e malate. Indesit è partner di diverse squadre sportive in Europa, in molte discipline. La sua presenza va dagli stadi di calcio, con le partite di qualificazione per il Campionato Europeo 2004 e le maglie dell’Olympique de Marseille e della Lazio, ai campi di pallavolo, con la Indesit European Champions League nelle ultime tre stagioni, il Campionato Europeo di Pallavolo e il Campionato Italiano di Beach Volley. |
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