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LUNEDì

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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Novembre 2004
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INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI EUROMEDITERRANEI PER PREPARARE IL 10° ANNIVERSARIO DEL LORO PARTENARIATO  
 
Bruxelles, 29 novembre 2004 - I ministri degli Esteri euromediterranei si incontreranno all'Aja il 29 e 30 novembre per avviare un anno di attività volto a commemorare il 10° anniversario del loro partenariato, nell'ambito del “Processo di Barcellona”. L'incontro si concentrerà su tre temi: i) il riesame del processo e la sua direzione futura; ii) le riforme economiche e gli investimenti e iii) gli aspetti socioculturali. I ministri coglieranno l’occasione per salutare la conclusione dei negoziati con la Siria per un accordo di associazione con l'Ue, che completa la serie di accordi con i partner mediterranei dell'Ue[1]. L'incontro fornirà inoltre l'opportunità per un dibattito politico sul conflitto arabo-israeliano. La Commissione sarà rappresentata dalla commissaria per le Relazioni esterne e la Politica europea di prossimità, Benita Ferrero-waldner. All'incontro parteciperanno i 25 Stati membri dell'Ue, i 10 partner mediterranei[2] e la Libia in qualità di osservatore. Al margine si svolgeranno incontri della troika Ue con Israele, gli Stati arabi e la Palestina. La commissaria per le Relazioni esterne e la Politica europea di prossimità, Benita Ferrero-waldner, ha affermato: “In vista del 10° anniversario del Processo di Barcellona desidero esaminarne obiettivamente i risultati e le carenze, al fine di presentare nuove idee concrete la prossima primavera. Il Processo di Barcellona è essenziale per le relazioni con i nostri vicini del Sud e la Politica di prossimità ci fornisce l'opportunità di progredire verso relazioni sempre più strette. Una delle mie principali priorità in qualità di commissaria europea sarà offrire a questi partner una più stretta relazione politica ed economica con l’Ue nell’ambito della Politica di prossimità.” Il riesame del Processo di Barcellona terminerà in tempo per l’incontro dei ministri degli Esteri del maggio 2005 a Lussemburgo. In primavera la Commissione presenterà una comunicazione contenente proposte per il 10° anniversario, che culminerà con un incontro al più alto livello a Barcellona nel novembre 2005. Le proposte della Commissione sono ancora allo studio ma potrebbero riguardare la riforma, la modernizzazione e l'istruzione, in particolare delle donne. Nel 2004 il Processo di Barcellona ha ottenuto notevoli progressi in materia di scambi, industria, energia e trasporti. L'accordo di Agadir di libero scambio tra Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania, sostenuto da un programma regionale Ue di 4 milioni di €, è stato firmato a febbraio. L'incontro dell'Aja ora si concentrerà sulle ulteriori iniziative necessarie per creare una zona di libero scambio euromediterranea entro il 2010. Sono stati ottenuti progressi anche sulle questioni sociali e culturali e i ministri potranno accogliere con favore la creazione ad Alessandria d'Egitto della Fondazione Anna Lindh per il dialogo interculturale. Il partenariato è sostenuto dal programma Meda, che fornisce ogni anno oltre 700 milioni di € a favore della riforma politica ed economica, dello sviluppo socioeconomico e della cooperazione per far fronte a minacce comuni. Insieme allo strumento Femip della Banca europea per gli investimenti l'Ue fornisce ogni anno ai paesi mediterranei un totale di circa 3 miliardi di € in aiuti non rimborsabili e prestiti. Il partenariato euromediterraneo farà un passo avanti con la Politica europea di prossimità, la quale offre ai partner più strette relazioni politiche ed economiche con l'Ue basate su valori comuni. Per maggiori informazioni sul partenariato euromediterraneo e il Processo di Barcellona: http://europa.Eu.int/comm/external_relations/euromed  
   
   
POTOCNIK CHIEDE UN 'PATTO DELLA CONOSCENZA PER LA CRESCITA' PER COMPLETARE IL PATTO DI STABILITÀ  
 
Bruxelles, 29 novembre 2004 - Nel suo primo discorso pubblico come nuovo commissario per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik ha sollecitato un rinnovato impegno nella ricerca, l'innovazione e l'istruzione, in modo da colmare il divario attuale nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona. In un tale contesto il commissario ha delineato un progetto di 'Patto della conoscenza per la crescita', un meccanismo simile ma complementare al Patto di crescita e stabilità. 'Se quest'ultimo ha lo scopo di garantire la stabilità economica e la disciplina fiscale, il primo dovrebbe assicurare condizioni adatte e incentivi per [un] sufficiente livello di fondi da destinare agl'investimenti per la R&s (Ricerca e sviluppo), e quindi una vitale crescita economica', ha detto Potocnik nel corso della Portoroz Business Conference del 24 novembre in Slovenia. Il Patto della conoscenza per la crescita, ha detto, dovrebbe riguardare 'un numero limitato di obiettivi quantitativi', che l'Ue e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a conseguire in un periodo di tempo prefissato. La iniziative lanciate per conseguire gli obiettivi dovrebbero spaziare trasversalmente tra aree politiche quali ricerca, istruzione, politica industriale, mercato interno, giustizia e affari interni, e dovrebbero essere implementate applicando la legislazione dell'Ue e un rinnovato Metodo aperto di coordinamento. Il finanziamento dovrebbe essere a carico del Settimo programma quadro (7Pq) e del proposto nuovo Programma quadro per l'innovazione descritto nelle recenti prospettive finanziarie della Commissione. Guardando agli attuali obiettivi dell'Ue, Potocnik ha chiarito quello che a parere suo dovrebbe essere fatto per soddisfare l'obiettivo di Barcellona d'investire entro il 2010 nella ricerca il 3% del Pil. 'Ovviamente i maggiori investimenti nella ricerca previsti da Barcellona devono venire dall'industria. [...] Non dovremmo tuttavia sottostimare il ruolo vitale dei maggiori investimenti pubblici nella R&s (Ricerca e sviluppo): nei paesi con elevati investimenti pubblici nella R&s (Ricerca e sviluppo), anche gl'investimenti privati tendono ad essere elevati', ha specificato. Il commissario ha ribadito che il progresso verso gli obiettivi di Lisbona dipende soprattutto dalle azioni degli Stati membri, anche se in molti paesi la presenza di obiettivi quantitativi non è di per sé sufficiente. 'Gli obiettivi degli Stati membri non sono spesso realizzati, le misure politiche sono incrementali, non vengono applicate come pianificato, lo sforzo complessivo e le prospettive sono incompatibili con l'obiettivo del 3% fissato a Barcellona', ha avvisato. 'Se vogliamo recuperare il tempo perduto dobbiamo agire immediatamente. La proposta della Commissione di raddoppiare il bilancio del prossimo programma quadro è un segnale forte agli Stati membri sull'ordine di grandezza dei cambi ora necessari'. Per incanalare maggiormente gl'investimenti pubblico e privato nella ricerca, la Commissione sta anche pensando a un certo numero d'iniziative, inclusi gl'incentivi fiscali, un programma di garanzia all'interno del 7Pq per facilitare il finanziamento della Bei (Banca europea d'investimento) a favore di grandi progetti europei di ricerca, un maggior ruolo delle fondazioni, e di altre strutture simili, nel finanziamento della R&s (Ricerca e sviluppo) comunitaria. 'L'attuale divario nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona richiede una nuova e decisiva azione che ci permetta di rimetterci in carreggiata. Le decisioni sulla struttura del bilancio dell'Unione nelle prossime prospettive finanziarie saranno un segnale chiaro [del fatto che] siamo consapevoli della gravità della situazione', ha concluso Potocnik. Per il testo completo del discorso del commissario Potocnik: http://europa.Eu.int/rapid/pressreleasesaction.do?reference=speech/04/490&format=html&aged=0&language=en&guilanguage=en  
   
   
I PRESIDENTI DEI CONSIGLI ECONOMICI E SOCIALI DEGLI STATI MEMBRI DELL'UE E DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO PRENDONO POSIZIONE SULLA REVISIONE INTERMEDIA DELLA STRATEGIA DI LISBONA  
 
Lussemburgo, 29 novembre 2004 - La Vice Presidente del C.n.e.l. Francesca Santoro ha partecipato all’incontro annuale dei Presidenti e Segretari generali dei Consigli Economici e Sociali (Ces) nazionali dell’Ue e del Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese) che si è svolto il 25 e il 26 novembre 2004 a Lussemburgo. L'obiettivo era cercare un'intesa sugli orientamenti e sugli strumenti per attuare gli obiettivi della strategia di Lisbona. Questa ambiziosa strategia dell'Europa è ancora poco nota al grande pubblico. Essa poggia su tre pilastri fondamentali: crescita economica, coesione sociale, sviluppo sostenibile.La strategia, varata nel 2000, si trova a metà percorso rispetto alla scadenza del 2010 e tarda a produrre gli effetti auspicati. Il vertice di primavera del 2004 si è quindi dato l'obiettivo di ridurre i ritardi della strategia di Lisbona entro il 2010 e di sottoporla a una valutazione approfondita in occasione del Consiglio europeo della prossima primavera. Nella dichiarazione comune adottata al termine dell’incontro di Lussemburgo, che sarà trasmessa ai vari Governi dell’Unione europea, i presidenti dei Ces nazionali e del Cese sottolineano: · gli obiettivi della strategia di Lisbona restano validi e devono contribuire a migliorare il benessere dei cittadini europei. · per un'attuazione efficace degli obiettivi fissati a livello europeo, si rende indispensabile coinvolgere i cittadini ai livelli nazionali e regionali. La revisione intermedia della strategia fornisce l'occasione per condurre un ampio dibattito pubblico. · Il carattere integrato dei vari obiettivi e il coordinamento dei vari processi legati ai tre pilastri della strategia sono indispensabili ai fini di una valutazione efficace dei progressi effettivamente svolti. · di conseguenza, per raggiungere gli obiettivi definiti in comune, la priorità va data a un'attuazione concertata delle riforme a livello nazionale ed europeo I Presidenti dei Ces nazionali e del Cese ritengono necessario che il prossimo vertice europeo di primavera disponga di una relazione di sintesi coerente e integrata su tutti i processi. I Presidenti dei Ces nazionali e del Cese si impegnano a proseguire la loro cooperazione sulla strategia di Lisbona e a monitorare l'attuazione di quest'ultima fino al 2010. Il testo della dichiarazione di Lussemburgo dei Ces degli Stati membri dell'Ue e del Cese può essere consultato attraverso i siti Internet del C.n.e.l. ( www.Cnel.it ) e del Cese ( www.Esc.eu.int ).  
   
   
RUSSIA, NUOVA META DI MIGRAZIONI E’ UNO DEI DATI EMERSI DALLO STUDIO SUI FLUSSI MIGRATORI REALIZZATO DALL’ISTITUTO DI RICERCHE SULLA POPOLAZIONE E LE POLITICHE SOCIALI (IRPPS) DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Chi l’avrebbe mai immaginato che la Russia è un paese destinatario di migrazioni, abituati come siamo al continuo arrivo in Italia di persone dall’ex “impero” sovietico? I dati rivelano una situazione inaspettata: dal 1990 al 2000 la Russia ha registrato un saldo attivo nel movimento migratorio di 3,3 milioni di unità, cifra derivante dalla trasformazione di quello che un tempo era lo spostamento interno all’Urss, in una migrazione internazionale. Il fenomeno è emerso dallo studio sui flussi migratori dal dopoguerra ad oggi, realizzato da Corrado Bonifazi dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (Irpps). I dati sono presentati nel convegno: “International migration in Europe: new trends, new methods of analysis”, finanziato dalla Foundation for population, migration and environment, in corso a Roma, presso il Cnr. “Un fenomeno analogo ha riguardato l’Ucraina, anche se su una scala inferiore, pari a 217.000 unità in dieci anni” spiega Bonifazi. “A partire dagli anni ‘90 nell’Europa centro orientale si è realizzato un aumento della popolazione per effetto delle migrazioni di 402.000 unità”. Negli ultimi dieci anni lo scenario degli spostamenti è completamente cambiato: “Se alcuni Stati sono interessati da una perdita migratoria, come la Polonia, la Romania e alcuni paesi dell’ex Iugoslavia, altri invece emergono come meta di arrivo, tra questi la Repubblica Ceca e l’Ungheria, avviati verso un maggiore sviluppo economico”. Allargando lo sguardo su tutta l’Europa, si nota che tra 1990 e 2000 la Germania ha un saldo attivo di 3.800.000 immigrati, provenienti soprattutto dall’Europa centro orientale; nello stesso periodo l’Italia e la Spagna hanno registrato un aumento di 1.200.000 persone, mentre il Regno Unito ne ha accolte circa 1.000.000, contro la Francia, dove ne sono arrivate 500.000. “Più in generale si può dire che alcuni Stati hanno cambiato il loro ruolo: da Paesi di partenza sono diventati destinatari dei nuovi flussi” continua Bonifazi “e fatto altrettanto nuovo è che i migranti mostrano una notevole capacità di trovare canali regolari e irregolari che si manifesta anche nella ricerca di sempre nuove rotte, dove il transito è più facilmente percorribile”. Considerando la storia delle migrazioni europee dal secondo dopoguerra ad oggi si possono individuare quattro periodi principali. Il primo, dal 1945 al 1950, è caratterizzato dalle migrazioni forzate, conseguenza dei trattati di pace e dello spostamento dei confini e ha riguardato 30.000.000 di persone in tutta Europa. Nel secondo periodo, dagli anni ‘50 al biennio 1973–74, si sono verificate migrazioni per lavoro regolate da accordi bilaterali: la sola Europa occidentale ha guadagnato più di 6.000.000 di persone. Con la crisi petrolifera si è aperta un’altra fase storica: l’Europa occidentale ha continuato a guadagnare una cifra di poco inferiore a 5.000.000 di persone. Con la caduta del muro di Berlino si è aperta l’ultima fase delle migrazioni europee, che vede l’Europa accrescersi dal 1990 al 2000 di ben 10.500.000 persone. Per informazioni: Corrado Bonifazi, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (Irpps), tel 06/49932871 e mail: c.Bonifazi@irpps.cnr.it  
   
   
E’ ITALIANA IL NUOVO DIRETTORE RICERCA DELLA BCE  
 
Bruxelles, 29 novembre 2004 - E' Lucrezia Reichlin, professore ordinario di economia alla Libera Universita' di Bruxelles, il nuovo direttore generale ricerca della Banca Centrale Europea. Il comitato esecutivo dell'Eurotower ha scelto l'illustre docente italiana per ricoprire uno degli incarichi piu' delicati nell'organigramma dell'istituto centrale, alle dirette dipendenze del capoeconomista Otmar Issing. Infolink: http://www.Europa.eu.int/comm/research/index_it.cfm    
   
   
PRIVATIZZAZIONE RAI: SCELTI CONSULENTE FINANZIARIO E VALUTATORI  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che, sentito il Comitato Privatizzazioni, Rothschild è stata scelta quale consulente finanziario per l’operazione di cessione di una quota azionaria di Rai. La stessa Rothschild e Ubm Unicredit Banca Mobiliare sono state selezionate nel ruolo di valutatori.  
   
   
CONVEGNO SULL’USURA  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che il 26 novembre 2004, si è tenuto il convegno "La geografia dell’Usura". Nel corso dell’incontro, organizzato presso la Sala del Parlamentino, il prof. Donato Masciandaro, ha presentato il volume "Il rischio dell’usura nelle province italiane", a cura dell’Università Bocconi di Milano. Sono intervenuti: Ciro Iorio, Capo servizio ispettorato vigilanza della Banca d’Italia, Carlo Ferrigno, Commissario straordinario antiracket e antiusura, Enrico Granata Direttore centrale dell’Abi. I lavori sono stati conclusi da Pier Luigi Vigna, Procuratore nazionale antimafia. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.Dt.tesoro.it  sotto la voce "Eventi".  
   
   
CAPITALIA LANCIA BOND A TASSO VARIABILE PER € 300 MILIONI  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Capitalia ha lanciato un Bond senior a tasso variabile per 300 milioni di euro, con scadenza il 10 dicembre 2009. L’emissione prevede una cedola pari all’Euribor a 3 mesi maggiorata di 20 punti base. Il prezzo di emissione è pari a 99,667%. Si prevede che il titolo riceverà un rating di A2 (stabile) da parte di Moody’s Investors Service e Bbb+ (stabile) da parte di Fitch Ratings. Capitalia ha nominato Bank of America, Mcc e Ubs in qualità di Joint Bookrunners dell’operazione. Il collocamento è destinato ai soli investitori istituzionali europei. Si tratta della terza emissione internazionale pubblica del Gruppo Capitalia effettuata, nell’ambitito del programma Euro Medium-term Notes (Emtn) di € 12 miliardi, nel 2004. Il titolo sarà quotato presso la Borsa di Lussemburgo.  
   
   
UBS ACQUISTA LE ATTIVITÀ DI PRIVATE BANKING LUSSEMBURGHESI DI AMERICAN EXPRESS BANK  
 
Zurigo / Basilea / Lussemburgo, 29 novembre 2004 - Ubs (Luxemburg) S.a. E American Express Bank (Luxembourg) S.a. Hanno raggiunto un accordo in merito all’acquisto da parte di Ubs delle attività di private banking lussemburghesi di American Express Bank. Con quest’acquisizione Ubs rafforza ulteriormente la propria posizione quale gestore patrimoniale di prim’ordine in uno dei principali centri finanziari europei. Le attività di private banking di American Express Bank nel Lussemburgo, con attivi in gestione pari a circa Usd 385 milioni, saranno integrate in Ubs (Luxembourg) S.a., che dispone approssimativamente di 330 collaboratori impegnati nell’attività di gestione patrimoniale. L'american Express Bank convertirà la sua succursale in Lussemburgo in un centro d'affari regionale che svolgerà le attività di private banking in altre ubicazioni. I dettagli relativi alla transazione non sono stati divulgati. La transazione è già stata approvata dalle autorità di vigilanza e il suo perfezionamento è previsto nel corso del primo trimestre 2005. Roger Hartmann, responsabile di Ubs (Luxembourg) S.a., ha commentato così l’acquisizione: «I clienti private banking lussemburghesi di American Express Bank avranno la possibilità di accedere a una piattaforma d’investimento globale beneficiando dell’esperienza e del know-how di Ubs così come della nostra presenza sui principali mercati finanziari internazionali.»  
   
   
"INVESTITORI RETAIL E BORSA SECONDO RAPPORTO DI BORSA ITALIANA SULLO SHAREHOLDING IN ITALIA" UN CONVEGNO DI BORSA ITALIANA AUMENTA L'IMPORTANZA DELLA DIVERSIFICAZIONE DEL PORTAFOGLIO E DIMINUISCE LA PROPENSIONE AL RISCHIO. RIMANE STABILE L'INTERESSE PER L'INVESTIMENTO IN AZIONI. CRESCE LA CENTRALITÀ DEL RAPPORTO RELAZIONALE NEL DECIDERE COME ALLOCARE I PROPRI RISPARMI  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Si è tenuto il 25 novembre 2004 a Palazzo Mezzanotte il Convegno "L'investitore retail e la Borsa - Secondo rapporto sullo shareholding in Italia". Luca Filippa, Alessandra Franzosi e Enrico Pellizzoni (Borsa Italiana-research & Development) hanno presentato la ricerca e discusso dei risultati con Angelo Tantazzi (Presidente di Borsa Italiana), Massimo Capuano (Amministratore Delegato di Borsa Italiana), Luigi Spaventa (Università di Roma "Tor Vergata"), Massimo Arrighetti (Banca Intesa-responsabile Divisione Rete), Chiara Fornasari (Prometeia-partner). A quasi tre anni dalla precedente indagine, Borsa Italiana torna ad analizzare l'importante categoria degli investitori in azioni, che dal 1999 detiene stabilmente più del 25% della capitalizzazione del mercato italiano. L'indagine è stata condotta, con il supporto tecnico di Doxa, nel periodo dicembre 2003 - gennaio 2004 attraverso interviste personali presso le famiglie che investono in azioni, cioè coloro che nel periodo 2001-2003 hanno detenuto (in modo diretto), acquistato o venduto azioni italiane quotate. In Italia le famiglie che investono in azioni italiane quotate sono 3 milioni, pari al 14% delle famiglie italiane. Confronto internazionale Nel confronto internazionale l'Italia si caratterizza per un buon livello di diffusione dell'investimento azionario presso gli investitori retail e per ulteriori possibilità di crescita delle stesso. Le attività finanziarie detenute dalle famiglie italiane ammontano a fine 2003 a oltre 2.900 miliardi di euro, un livello elevato se confrontato con quello di Paesi comparabili all'Italia per popolazione, Pil e struttura del sistema finanziario-previdenziale. Le attività finanziarie, in rapporto al reddito disponibile, superano in Italia il 300%, un livello pari a Francia e Svezia e più alto di quello della Germania (270%). Il tasso di risparmio in Italia, pur essendosi significativamente ridotto (dal 20% al 15% nel periodo 1997-2003), resta uno dei più elevati nel panorama internazionale e contribuisce ad alimentare lo stock di attività finanziarie. Nel triennio 2001-2003 circa 3 milioni di famiglie italiane (il 14% del totale) hanno investito in azioni quotate. Si tratta di una cifra consistente ma che nel confronto internazionale segnala l'esistenza di potenzialità future di maggior diffusione dello shareholding: in Francia il 16% della popolazione detiene azioni direttamente, il 22% nel Regno Unito, il 23,9% delle famiglie negli Stati Uniti. A fine 2003 il peso delle azioni quotate (nazionali ed estere) sulle attività finanziarie delle famiglie italiane è pari al 7,4%. Il dato è in linea con quello degli altri Paesi, ad esclusione di Stati Uniti e Svezia che presentano valori nettamente più elevati (rispettivamente 11,3% e 17,2%). L'investimento in azioni da parte delle famiglie italiane avviene, molto più che negli altri Paesi, in forma diretta (solo un ulteriore 3,7% è attribuibile ai fondi comuni azionari). Il mercato azionario italiano si caratterizza per un'elevata incidenza del possesso delle famiglie (superiore al 25% della capitalizzazione e tra le più elevate nel panorama internazionale) e una minor presenza di investitori istituzionali. Contesto di riferimento e propensione al rischio Il periodo di analisi (2001-2003) copre una fase del ciclo economico e finanziario caratterizzata da eventi di straordinaria rilevanza che hanno inciso profondamente sui comportamenti dei risparmiatori italiani. Rispetto al 2001, cresce il numero di famiglie preoccupate per la propria situazione finanziaria attuale (dal 14,2% al 27,7%) e prospettica (dal 5,3% al 16,1%). Risparmiare diviene sempre più importante (è molto utile per il 69,6% degli intervistati contro il 65,1% del 2001), ma nel contempo è più difficile (le famiglie che riescono a risparmiare scendono dall'83,2% al 62,8%). Presso gli investitori in azioni si osserva una riduzione della propensione al rischio finanziario. Cresce il numero di investitori che si definiscono "conservatori" (dal 55,3% al 68,8%). Si modifica la struttura del portafoglio per livelli percepiti (ed effettivi) di rischio, a favore degli asset meno rischiosi, il cui peso sul totale passa dal 45,0% al 58,1%. Non sono tuttavia diffusi fenomeni di abbandono definitivo dell'investimento azionario. Per 1 investitore su 10 non ci sono stati effetti negativi. Circa l'85% degli intervistati dichiara che quanto è accaduto ha accresciuto la cautela, ma la metà di questi non ha modificato l'attitudine di lungo termine nei confronti dell'investimento azionario. Solo 1 investitore su 20 dichiara che non investirà più in azioni. E' elevato invece il grado di incertezza. Il 49,9% degli intervistati non intende cambiare ulteriormente l'asset allocation del proprio portafoglio nel breve termine e il 37,6% non sa cosa farà. Portafoglio e operatività L'investimento azionario diretto assorbe circa un quarto della ricchezza complessiva degli investitori in azioni, e sale a un terzo considerando anche i fondi azionari. Quasi il 40% del loro portafoglio è investito in liquidità; i titoli di Stato e le obbligazioni ammontano (anche attraverso i fondi) a circa il 20%. Più del 7% è allocato in prodotti assicurativi e previdenziali. Rispetto al 2001, sono state privilegiate forme di investimento a minor contenuto di rischio. Il portafoglio azionario Italia vede la prevalenza delle Blue Chip, detenute dal 90,3% degli intervistati. Si tratta di portafogli molto concentrati: il 51,0% degli intervistati ha un solo titolo e quasi il 24% due. Quasi il 40% ha acquistato i titoli ad oggi in portafoglio a seguito di una privatizzazione. Circa il 6% detiene oggi titoli acquistati al momento dell'Ipo di società private. L'operatività degli investitori in azioni è contenuta. Dal confronto con il 2001 emerge un forte aumento di coloro che non hanno effettuato movimentazioni nel corso dei dodici mesi precedenti (dal 26,6% al 66,9%), oltre che una flessione del numero medio annuo di operazioni tra coloro che hanno movimentato (da 18,1 a 12,4 volte). Le motivazioni dell'investimento Il 57,0% degli intervistati investe per accrescere il rendimento complessivo del proprio portafoglio rispetto al semplice possesso di liquidità; il 30,8% desidera diversificare i propri investimenti e il 23,7% proteggere i risparmi dall'inflazione. Rispetto al 2001, sono sempre più diffusi gli obiettivi legati al soddisfacimento delle necessità di medio termine, quali risparmiare per i figli, per la pensione, per l'acquisto della casa. L'investimento azionario non riflette però queste esigenze, essendo con maggior frequenza associato a obiettivi con un ridotto orizzonte temporale, quali la ricerca di rapidi guadagni. L'investimento azionario è invece sempre più associato all'obiettivo di diversificazione di portafoglio, bisogno anch'esso in crescita nel corso dell'ultimo triennio (dal 23,8% al 34,4%). La componente "ludica" nell'investimento è invece in flessione. Intermediari e fonti informative Il sistema bancario è il referente principale per le decisioni di investimento ed è menzionato dal 95% degli intervistati: 76,4% banca tradizionale, 29,9% promotore, 8,7% canale online. Le società di assicurazione sono citate nel 7,5% dei casi, le Poste nel 4,2%. Nonostante la presenza di aree di insoddisfazione, nei rapporti con gli intermediari gli investitori presentano una forte resistenza al cambiamento: la situazione rispetto al 2001 è pressoché immutata e solo il 5,9% degli intervistati ha dichiarato di aver cambiato il suo intermediario principale nel corso dell'ultimo triennio. Nella scelta dell'intermediario prevalgono ragioni legate all'abitudine (48,6%) e al rapporto con una persona all'interno della struttura (45,1%). Le aree a maggiore criticità sono le commissioni e i costi del servizio (con un 36,9% di insoddisfatti), la remunerazione degli investimenti (27,1%), la disponibilità di informazioni complete e tempestive (13,3%) e il livello di indipendenza dei consigli ricevuti (11,2%). Tra i canali informativi si osserva una netta crescita di quelli di tipo relazionale, citati dal 77,9% degli intervistati rispetto al 60,0% del 2001. Si tratta dell'impiegato di banca (41,5%), di familiari e conoscenti (34,7%), del promotore finanziario (30,0%). Si riduce il ricorso a tutte le altre fonti di informazione. Il 53,3% degli intervistati cita la carta stampata (30,4% la stampa generica, 28,9% i quotidiani specializzati e le 12,8% le riviste specializzate) a fronte del 65,2% del 2001, con una riduzione soprattutto della stampa specializzata (nel 2001 44,4% i quotidiani specializzati e 19,8% le riviste specializzate). Il 30,0% si informa attraverso la Tv/radio (34,9% nel 2001) e in particolare con il televideo (16,3%) e il 15,3% utilizza Internet (20,0%). Il tipo di informazione cercata riguarda i consigli di un esperto o di un conoscente (52,4%), e solo in secondo luogo commenti o articoli sull'andamento delle società (31,0%), grafici sui prezzi (21,3%), previsioni macroeconomiche (17,0%), bilanci societari (12,6%). Il 9,2% cita l'analisi tecnica. Più di un terzo degli investitori in azioni decide autonomamente i propri investimenti. Rispetto al 2001 tale percentuale è in flessione (dal 45,7% al 34,8%), ma non a favore della delega completa, quanto piuttosto di situazioni in cui l'investitore decide e in seconda battuta consulta il suo intermediario di riferimento per una conferma (dal 23,0% al 38,2%). Esistono ancora significativi spazi per accrescere il livello di cultura finanziaria degli investitori in azioni. Le incertezze su alcune nozioni basilari sono frequenti e solo il 3,0% degli intervistati ha frequentato corsi su temi finanziari. Infine, solo il 40,4% dichiara di conoscere la differenza tra strumenti quotati e non quotati. Caratteristiche socio-demografiche degli investitori retail in azioni Gli investitori in azioni si caratterizzano sia rispetto alla popolazione italiana sia all'insieme dei risparmiatori. Tipicamente, si tratta di: uomini: 66,4%, più che nel caso della popolazione italiana (48,7%) ma meno rispetto all'insieme dei risparmiatori (70,0%), ovvero coloro che possiedono almeno un conto corrente, obbligazioni e/o titoli di Stato; residenti nel Nord Ovest, 41,5% rispetto al 24,7% della popolazione; la distribuzione è simile a quella dei risparmiatori (36,7%); tra i 35 e i 54 anni: 61,2% rispetto al 40,0% della popolazione e al 54,4% dei risparmiatori; liberi professionisti, lavoratori autonomi o imprenditori: 17,3% rispetto al 4,5% della popolazione; con una cultura media e medio-alta: il 22,2% è laureato contro il 6,7% della popolazione e il 14,9% dei risparmiatori; con una situazione reddituale e di ricchezza media e medio-alta: il 51,1% ha un reddito mensile familiare superiore ai 2.300 euro, contro 34,2% della popolazione; il 66,7% ha una ricchezza finanziaria superiore ai 15.000 euro rispetto al 33,2% della popolazione; la proprietà immobiliare è diffusa presso il 91,2% degli intervistati, contro il 71,8% della popolazione.  
   
   
ASIA, UN’ATTRAENTE ALTERNATIVA D’INVESTIMENTO INTERVISTA A ELKE SCHOEPPL – GESTORE DEL FONDO UNIFAREAST DI UNION INVESTMENT  
 
Milano, 29 novembre 2004 - «L’asia e in particolare i paesi emergenti della regione offrono un potenziale di crescita delle quotazioni sopra la media», afferma Elke Schöppl, gestore dei fondi presso Union Investment. Oltre all’India, la Schöppl predilige sul lungo termine Thailandia, Indonesia, Corea e Hong Kong. Nonostante le misure volte a contenere la congiuntura, la Cina continuerebbe in futuro a rientrare nel novero delle nazioni che beneficiano di un boom. «Il paese resta il motore di crescita dell’Estremo Oriente» prevede l’esperta della situazione asiatica. Tuttavia, a detta della Schöppl, si dovrà fare ancora i conti con un maggior tasso di volatilità rispetto alle borse europee e americane. Asia in crescita La Schöppl è fiduciosa e afferma che «la crescita economica dell’Asia è appena agli inizi». Dopo la crisi verificatasi in Asia nel 1998, è attesa nella regione una crescita elevata del prodotto interno lordo. E, sempre secondo la Schöppl, anche per il futuro ci si dovranno attendere dei tassi di crescita consistenti. «Prevedo per il 2004 una crescita del Pil in Asia di quasi il 7 per cento – un dato pertanto decisamente più elevato rispetto a quelli di Europa e Usa». Anche altri indici economici rendono ottimista la Schöppl in merito al fatto che l’Asia presenterà un andamento migliore rispetto a quello di Europa e Stati Uniti e che acquisirà una maggiore stabilità. In questo quadro, l’Asia detiene più del 32 per cento del prodotto interno lordo 2003 in riserve valutarie. L’europa e gli Stati Uniti, rispettivamente con il 2,3 e lo 0,7 per cento, presentano un dato nettamente inferiore. Inoltre l’indebitamento estero, dopo la crisi asiatica, oggi fa segnare il minimo da vent’anni a questa parte. Se nel 1998 l’Asia presentava un debito estero pari quasi all’80 per cento del proprio prodotto interno lordo, tale cifra oggi è scesa a circa il 36 per cento. Nel 2003 le imprese asiatiche hanno evidenziato, con una quota pari al 34 per cento del rispettivo patrimonio netto, un indebitamento nettamente inferiore rispetto alle imprese europee (68 per cento) e a quelle americane (oltre l’83 per cento). Inoltre i risultati aziendali sono attualmente positivi. Anche l’esemplare di politica dei dividendi è un fattore che rende allettanti gli investimenti in Asia. Seppur nel 2000 le imprese asiatiche abbiano elargito dividendi agli investitori per una percentuale pari solo al 24 per cento, tale dato salirà a quasi il 43 per cento nel 2005. Su queste basi l’Asia si attesta sui livelli dell’Europa (45 per cento per il 2005), che dal 1990 ha visto crescere ininterrottamente la distribuzione dei dividendi. La distribuzione dei dividendi da parte delle società americane è invece calata, passando dal 52 per cento del 1990 a un valore del 30 per cento previsto per il 2005. Le azioni asiatiche presentano inoltre una valutazione ancora su livelli moderati, se esaminate a livello internazionale. Il Roe (return on equity) fa registrare addirittura un livello più elevato rispetto all’Europa. La Cina resta il motore della crescita per l’Asia Il processo di crescita in Cina rimane immutato nonostante l’introduzione di provvedimenti per frenare il boom economico. Così è stata comunicata una crescita del Pil per il terzo trimestre 2004 del 9,1 per cento, che equivale a una crescita del 9,5 per cento per i primi nove mesi dell’anno. «Prevedo che il paese rimarrà il motore economico dell’Estremo Oriente» afferma la Schöppl. Il recente aumento dei tassi in Cina, la prima mossa attiva a livello monetario volta a contenere la congiuntura, rappresenta a detta della Schöppl un ulteriore segnale che il governo aspira a una crescita durevole. Sul piano macroeconomico, la Cina continua a beneficiare di una situazione favorevole. Anche gli investitori stranieri giudicano positivo il quadro economico. Molti paesi asiatici, sulla base di notevoli implicazioni economiche, traggono vantaggio dalla crescita in Cina. Poiché, essendo essa il paese più popolato della terra con 1,3 miliardi di abitanti, la Cina è al contempo anche uno dei maggiori paesi importatori. Ecco che allora nel 2003 circa il 40 per cento delle importazioni hanno riguardato la Cina. Essendo un paese caratterizzato da scarsità di materie prime, la Cina dipende in modo particolare dalle importazioni di petrolio, minerali ferrosi, stagno, acciaio grezzo e rame. Tuttavia anche i prodotti agricoli e i semilavorati vengono importati dai vicini paesi asiatici. Indonesia, Thailandia, Corea, India e Hong Kong presentano buone prospettive sul lungo termine La Schöppl annovera ad esempio l’Indonesia tra i suoi favoriti, poiché il paese dispone di elevati giacimenti di materie prime, richieste in modo particolare dalla Cina. Inoltre l’attuale situazione politica si presenta relativamente stabile. Ecco perchè la netta affermazione elettorale del nuovo presidente Bambang Yudhoyono è stata accompagnata da sensibili rialzi dei corsi. Bambang è il primo presidente eletto direttamente dal popolo. In lui vengono riposte molte speranze sull’avvio di una politica più favorevole agli investitori stranieri e su una rigorosa lotta alla corruzione. Anche il movimento dei corsi su livelli poco elevati è controprova di un potenziale dei corsi sopra la media. Al contrario, l’elevata volatilità della valuta nonché i possibili rischi terroristici nel più grande paese musulmano del mondo rappresentano dei fattori problematici. La Schöppl ritiene che anche la Thailandia offra notevoli possibilità. Il mercato azionario non farebbe ancora registrare una performance soddisfacente dopo l’anno record 2003, poiché gli investitori avrebbero notato in molteplici situazioni una sopravalutazione. «Tuttavia l’economia nazionale cresce in quasi tutti i settori. Inoltre le società hanno realizzato estesi programmi di riduzione del debito e hanno fatto registrare buoni utili»: ecco come la Schöppl motiva il suo ottimismo. In questo quadro il settore agricolo, sovvenzionato dallo Stato, esporterebbe principalmente verso la Cina merci come riso, frutta e verdura. Il paese si starebbe altresì affermando come la «Detroit» asiatica nel settore automobilistico. La Cina in particolar modo concede sempre più in outsourcing la produzione alla Thailandia. E anche il turismo sembra assicurare al paese ulteriori prospettive di crescita. Sul lungo termine, il gestore del fondo vede positivamente anche la Corea. Oltre a un rialzo delle esportazioni verso la Cina, le case automobilistiche Kia e Hyundai si sono guadagnate importanti fette di mercato in Europa. Kia sta costruendo in Europa orientale un nuovo stabilimento, con il quale verrebbero aperte le porte dei mercati di quella regione specialmente per le automobili di piccole dimensioni. Dopo il superamento della «crisi delle carte di credito» anche i consumi domestici dovrebbero lentamente riacquistare vigore. In quest’ottica il governo avrebbe diminuito quest’anno di un punto percentuale anche l’imposta sui redditi. Tuttavia la Corea al momento sembra risentire delle elevate quotazioni del petrolio, il che avrebbe rafforzato anche i timori relativi alla congiuntura e aumentato la probabilità di un’ulteriore riduzione dei tassi d’interesse. Oltre alla Cina, anche l’India rappresenta un motore per l’intera regione asiatica. Nel secondo trimestre 2004 la crescita del Pil, pari al 7,4 per cento annualizzato, è stata al di sopra delle aspettative. Ciò sottolinea come il paese si trovi in una situazione molto favorevole in termini macroeconomici, anche in presenza del nuovo governo. L’india si sta imponendo al fianco della Cina come paese di outsourcing, in particolar modo per gli specialisti It. Anche le case farmaceutiche operanti a livello internazionale stanno trasferendo un numero sempre maggiore di settori di produzione in India. Un motivo, secondo la Schöppl, per aumentare i propri investimenti in India. Sebbene attualmente Hong Kong stia diventando sempre meno importante come centro bancario, la città-stato si sta sviluppando sempre più come centro turistico. Hong Kong rappresenta una meta turistica prestigiosa, specialmente per i cinesi della terraferma che nella città acquistano soprattutto beni di lusso e prodotti di marca. Hong Kong promette un’ulteriore attrazione turistica: la nuova Disneyland, che dovrebbe aprire i battenti l’anno prossimo. Pertanto attualmente la Schöppl punta in modo deciso nella regione di Hong Kong sulle società operanti nel commercio al dettaglio e nel settore del turismo.  
   
   
FONDI PENSIONE APERTI. L’ATTIVO NETTO SUPERA LA SOGLIA DEI DUE MILIARDI DI EURO. ISCRITTI IN CONTINUA CRESCITA. RACCOLTA POSITIVA PER QUASI 68 MILIONI DI EURO. PRIMATO DELLE SGR TRA GLI ISTITUTORI  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Continuano a crescere i fondi pensione aperti, nel terzo trimestre 2004 l’attivo netto ha superato il traguardo dei due miliardi di euro attestandosi a quota 2.002,2 milioni di euro (+2,54% rispetto al secondo trimestre 2004, +32,8% in un anno). Il numero degli iscritti ha invece raggiunto le 374.095 unità. La raccolta ha segnato un +67,7 milioni di euro, in linea con lo stesso periodo del 2003. Le Sgr sono sempre prime nella classifica degli istitutori con 113.903 iscritti e un attivo netto di 740 milioni di euro. Al secondo posto le Sim con 106.415 iscritti e 521,3 milioni di euro di attivo. A seguire le banche (80.488 iscritti, 269,9 milioni di euro) e le Imprese di Assicurazione (73.289 iscritti, 471 milioni di euro). I contributi dei lavoratori dipendenti acquistano un peso sempre maggiore attestandosi al 35,8% del totale dei flussi in entrata, quello dei lavoratori autonomi si è invece attestato al 50,5%. La ripartizione degli investimenti per area geografica mostra una crescita della presenza sul mercato italiano (dal 32,4% del secondo trimestre al 32,9% di fine settembre); su quello Ue (da 27,9% a 28,2%) e su quelli dei Paesi Ocse (da 3,2% a 3,7%). Diminuisce, al contrario, il peso degli investimenti sul mercato Usa (da 22,6% a 22,1%), sul mercato giapponese (da 4,2% a 3,9%) e sui mercati dei Paesi non Ocse (da 1,2% a 1,1%). I fondi pensione aperti hanno investito, nel terzo trimestre del 2004, per il 47,6% in titoli e Oicr azionari mentre per il 43,7% in titoli e Oicr obbligazionari.  
   
   
ASTA DI FINE MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO  
 
Regolamento 30.11.2004 Durata gg. 182
Prezzo medio ponderato 98,957
Ritenuta fiscale 12,5% 0,13038
Arrotondamento 0,00263
Prezzo netto d'aggiudicazione 99,09
Rendimento semplice netto 1,82
Rendimento composto netto 1,82
Nell'ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,20
Prezzo netto d'aggiudicazione+commissioni (massime) 99,29
Rendimento semplice (minimo) 1,41
Rendimento composto netto (minimo) 1,42
Al pubblico i titoli sono assegnati ai prezzi medi ponderati dell'asta più le ritenute calcolate sui
prezzi fiscali, ai quali vengono aggiunte commissioni differenti a seconda della durata dei Bot:
max 0,05% per i Buoni aventi durata residua pari o inferiore a 80 gg, 0,10% per i Buoni aventi
durata residua compresa tra 81 e 170 giorni, 0,20% per i Buoni aventi durata residua compresa
tra 171 e 330 giorni e 0,30% per i Buoni aventi durata residua pari o superiore a 331 giorni
Decreto Min.del Tesoro del 12 febbraio 2004). Ai prezzi così ottenuti devono sommarsi i Bolli
(0,00465 ogni 51,65 o frazione di Euro).
Fonte Assiom
 
   
   
MARCO SAI NOMINATO RAPPRESENTANTE PER L’ ITALIA DELLA MILLION DOLLAR ROUND TABLE (MDRT, THE PREMIER ASSOCIATION OF LIFE INSURANCE PROFESSIONALS)  
 
Milano, 29 novembre 2004 – Marco Sai, Executive Life Planner di Pramerica Life, compagnia vita italiana di Prudential Financial Inc., Stati Uniti, è stato nominato Rappresentante per l’Italia della Million Dollar Round Table (Mdrt): il prestigioso forum che riunisce esclusivamente alcuni dei migliori professionisti del mondo assicurativo ramo vita e della gestione del risparmio che si contraddistinguono, non solo per il raggiungimento di determinati obiettivi di raccolta annua, ma soprattutto per il rispetto di un rigoroso codice etico ed elevati standard qualitativi e professionali. Marco Sai ricoprirà la carica di “Local Chair” nell’ambito dell’Imcc (International Membership Communications Commitee), l’istituzione a capo delle attività internazionali di sviluppo e promozione della Mdrt nel mondo. Marco Sai, a fronte della candidatura avrà l’incarico di diffondere e rafforzare l’immagine e i valori dell’associazione tra le compagnie assicurative italiane. Marco Sai, 43 anni, classificato alla Mdrt già 5 volte, ha iniziato la sua carriera nel mondo assicurativo in Pramerica Life come Life Planner ben dodici anni fa, promosso Senior Life Planner nel 1996, Consulting Life Planner nel 1998, Senior Consulting Life Planner nel 2003. A marzo 2004, Sai ha raggiunto la qualifica più alta, quella di Executive Life Planner. “Oggi l’esigenza di trasparenza e chiarezza da parte degli italiani è sempre più elevata, e appartenere ad un forum prestigioso come la Mdrt è un’ulteriore garanzia di qualità e serietà professionale per chi si affida alla nostra consulenza per salvaguardare il futuro della propria famiglia” afferma Marco Sai, aggiungendo “Rappresentare la Mdrt in Italia è per me un importante riconoscimento professionale con grande mi impegnerò a diffondere i valori dell’associazione in Italia”. “Siamo orgogliosi di poter vantare ogni anno la qualificazione di alcuni dei nostri Life Planner all’interno della Mdrt – ha dichiarato Pier Giorgio Rota Baldini, Amministratore Delegato di Pramerica Life – questo prestigioso riconoscimento gratifica e conferma la professionalità dimostrata costantemente sul campo dalla nostra compagnia”.  
   
   
STANDARD & POOR’S CONFERMA IL RATING ‘AA-’ DEL COMUNE DI ROMA; VELTRONI E CAUSI, "NOTIZIA ESTREMAMENTE POSITIVA"  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Standard & Poor’s ha confermato il 26 novembre il rating di controparte a lungo termine ‘Aa-’ con prospettive stabili al Comune di Roma e ha assegnato il rating a lungo termine ‘Aa-’ all’emissione di obbligazioni per 400 milioni di Euro effettuata lunedì e la cui raccolta si è conclusa con successo in meno di un’ora. Grande soddisfazione esprimono sia il Sindaco di Roma, Walter Veltroni, sia l’assessore alle Politiche economiche, Marco Causi: "La stabilità finanziaria del più grande Comune d’Italia, che nei prossimi dieci anni, con gli investimenti sulle metropolitane e sulla riqualificazione di diverse centralità urbane, sarà anche la maggiore stazione appaltante del Paese a livello locale, è una notizia estremamente incoraggiante e positiva. Il Campidoglio, nell’ultimo anno, è stato uno dei pochi Enti locali italiani che non ha visto peggiorare il giudizio sull’affidabilità dei propri conti e, dopo l’abbassamento del Rating della Repubblica Italiana, riceve questa ennesima, importantissima conferma, grazie alla quale il bilancio comunale continuerà ad incassare i benefici connessi ad un minor costo del debito. In una fase di dolorosa contrazione dei trasferimenti e di taglio anche dei pochi stanziamenti che Roma aveva in quanto Capitale del Paese, siamo riusciti a rispettare i parametri del patto di stabilità interno massimizzando gli investimenti, che costituiscono un’importante sostegno per l’economia locale." Tra le ragioni della conferma del buon voto sull’affidabilità di bilancio vi sono il tessuto economico diversificato e dinamico del Comune, il miglioramento dei risultati di parte corrente e la liquidità abbondante. Tra i progressi evidenziati, quello compiuto sul fronte del recupero dell’evasione fiscale. Nel testo di Standard & Poor’s si legge: "I risultati di parte corrente del Comune di Roma hanno confermato la tendenza al miglioramento, passando da un saldo medio pari allo 0,6% delle entrate correnti nel 2000-2001, all’8% nel biennio 2003-2004. Il miglioramento dei risultati di parte corrente è stato conseguito grazie a un attento controllo dei costi, realizzato con l’esternalizzazione di alcuni servizi, quali la raccolta dei rifiuti, e con la gestione attiva del debito che ha consentito il rifinanziamento di mutui onerosi. La performance corrente pertanto colloca il Comune di Roma in posizione migliore rispetto ad entità nazionali ed internazionali nella stessa categoria di rating". Nel suo comunicato ai mercati, Standard & Poor’s scrive anche che "l’attuale amministrazione ha dato un’enfasi particolare agli investimenti con una duplice finalità: ottimizzare i collegamenti tra la periferia ed il centro città e migliorare le infrastrutture nell’ottica di incrementare i flussi turistici. L’incidenza degli investimenti realizzati sulla spesa complessiva è aumentata notevolmente nell’ultimo biennio, a riprova di una gestione più efficiente da parte dell’amministrazione". "Entro la fine dell’anno – affermano Veltroni e Causi – la Giunta varerà il nuovo Piano Investimenti 2005-2007. Il profilo dell’impatto finanziario della futura spesa del Comune in conto capitale continuerà ad essere attentamente monitorato, attivando tutti i possibili strumenti innovativi che ci consentano di sostenere ulteriormente, senza ricorrere al debito, gli investimenti a beneficio dello sviluppo economico e della vita dei cittadini."  
   
   
ACCORDO VINCOLANTE TRA UNICREDIT E LA JOINT VENTURE PIRELLI RE/MORGAN STANLEY REAL ESTATE FUNDS (MSREF)  
 
 Milano, 29 novembre 2004 – Unicredit e la joint venture tra Pirelli Re (30%) e Morgan Stanley Real Estate Funds (70%) hanno raggiunto un accordo finalizzato alla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare non strategico del Gruppo Unicredit detenuto da Cordusio Immobiliare (società interamente controllata da Unicredit). Tale portafoglio, principalmente costituito da uffici e localizzato prevalentemente nel Nord Italia, comprende circa 250 proprietà immobiliari tra unità frazionate, terreni ed immobili “cielo-terra” quali ad esempio Villa Gernetto a Lesmo (Mi), oggi adibita a centro di formazione, ed altri complessi a destinazione uffici nel centro e nord Italia. In esecuzione del progetto, che troverà attuazione nel mese di dicembre prossimo, Cordusio Immobiliare conferirà ad una società di nuova costituzione le proprietà di cui sopra, aventi un valore di mercato di oltre 300 milioni di euro, realizzando una plusvalenza netta stimata di circa 100 milioni di euro. Alla medesima Newco la joint venture Pirelli Re/msref conferirà un portafoglio proveniente dai patrimoni acquisiti negli ultimi anni e costituito da 11 immobili a principale destinazione uffici, avente un valore di mercato di oltre 750 milioni di euro ed attualmente di proprietà delle società Aida e Msmc Immobiliare 4. La nuova società sarà partecipata – sulla base dei valori netti di conferimento - dalla joint venture Pirelli Re/msref con una quota di circa l’85% e da Unicredit con una quota di circa il 15%. L’unione dei due portafogli immobiliari, caratterizzati da forti elementi di complementarietà (il primo frazionato e di dimensioni unitarie piccole, il secondo costituito da asset di grandi dimensioni con elevate possibilità di riqualificazione) consentirà alla Newco – con il supporto di Pirelli Re, cui sono stati affidati gli incarichi di asset management e fornitura dei servizi specialistici – di elaborare un business plan finalizzato alla valorizzazione dei cespiti ed alla loro successiva dismissione nel breve-medio periodo. Per la sua tipologia, il portafoglio proveniente da Cordusio Immobiliare troverà inoltre un efficace canale di vendita attraverso le agenzie Pirelli Re Franchising. Advisor finanziari dell’operazione sono stati Ubm per Unicredit, Merrill Lynch per la joint venture Pirelli Re/msref, Mediobanca per Pirelli Re, Morgan Stanley per Msref. Advisor legali sono stati Grimaldi e Associati per Unicredit e Freshfields Bruckhaus Deringer per la joint venture Pirelli Re/msref. Il finanziamento dell’operazione sarà organizzato da Banca Intesa e Hypo Real Estate Bank International.  
   
   
LUXOTTICA GROUP HA ANNUNCIATO UN’OFFERTA PER L’ACQUISTO DELLE MINORANZE IN OPSM GROUP  
 
Milano, Sidney,  29 novembre 2004) - Luxottica Group S.p.a., leader mondiale nel settore degli occhiali, e Opsm Group Limited, leader nella distribuzione al dettaglio in Australia, hanno annunciato il 26 novembre congiuntamente che Luxottica Group, attraverso la società controllata Luxottica South Pacific Pty Ltd, intende lanciare un’offerta sulle azioni di Opsm Group non ancora in suo possesso. Luxottica Group possiede l’82,6% delle azioni di Opsm Group. Secondo i termini dell’offerta: gli azionisti di Opsm Group riceveranno A$4,35 per azione in contanti, se Luxottica Group dichiarerà l’offerta svincolata da tutte le condizioni che sono al momento previste dall’offerta stessa, Opsm Group intende approvare un dividendo di A$0,15 per azione che sarà pagato a tutti gli azionisti, inclusa Luxottica Group. In tal caso l’importo del dividendo andrà a ridurre il prezzo di offerta che sarà quindi pari a A$4,20 per azione. Il prezzo di A$4,35 per azione riconosce un premio agli azionisti di Opsm Group pari al: 11,5% rispetto al prezzo di chiusura del titolo Opsm Group di A$3,90 per azione, alla data del 25 novembre; 13,6% rispetto al prezzo medio ponderato di A$3,83 per azione degli ultimi tre mesi. L’offerta è soggetta a una serie di condizioni che sono elencate nell’Allegato A. Il prezzo di offerta è dichiarato definitivo e non può quindi essere aumentato per legge. “Riteniamo che l’offerta sia interessante per gli azionisti di Opsm Group e che il prezzo offerto corrisponda a un valore della partecipazione in Opsm Group molto al di sopra dell’attuale prezzo di mercato che già incorpora un premio per l’acquisizione del controllo.” ha commentato Leonardo Del Vecchio, Presidente di Luxottica Group. Il controvalore complessivo dell’offerta delle azioni possedute dalle minoranze è pari a circa A$103 milioni che corrispondono a circa €62 milioni, al cambio di €1= A$1,66. Leon Pasternak e Ken Potter, consiglieri indipendenti di Opsm Group, sono stati assistiti da Caliburn Partnership Pty Lts e hanno favorito l’inizio delle discussioni finalizzate alla definizione dell’offerta poiché ritengono che l’adesione sia nell’interesse di tutti gli azionisti di Opsm Group. “La liquidità del titolo Opsm Group è ormai praticamente inesistente e Luxottica Group sta offrendo l’opportunità di monetizzare l’investimento con un premio significativo rispetto all’attuale prezzo di mercato, incluso il pagamento di un dividendo nel caso in cui l’offerta fosse svincolata da tutte le condizioni originariamente previste” ha detto Leon Pasternak. “Nell’attesa di ricevere un parere di un esperto indipendente sull’offerta che supporterà la nostra raccomandazione formale per la stessa, riteniamo che aderire all’offerta di Luxottica Group sia nell’interesse degli azionisti di Opsm Group e sottolineiamo che l’offerta è definitiva e quindi non può essere aumentata” ha commentato Ken Potter. I documenti relativi all’offerta saranno resi disponibili congiuntamente da Luxottica Group e da Opsm Group insieme al parere dell’esperto indipendente.  
   
   
OGNI ANNO 500 IMPRENDITORI ITALIANI IN CERCA DI AFFARI NEL MEDITERRANEO GRAZIE AL SISTEMA CAMERALE 67 LE STRUTTURE CAMERALI IMPEGNATE SULL’AREA  
 
Roma 29 novembre 2004 – Una missione alla settimana con almeno 10 imprenditori italiani, per un totale di 50 missioni e 500 imprese che ogni anno vanno in cerca di affari in uno dei 13 paesi dell’area mediterranea. Ogni mese, inoltre, una delegazione estera ha incontrato in media 12 imprese italiane interessate a sviluppare business in un paese dell’area mediterranea. Sono questi i principali numeri presentati quest’oggi nel corso della Iii Conferenza sull’Internazionalizzazione promossa da Unioncamere. L’incontro, dal titolo “L’italia ed il Mediterraneo: dialogo tra popoli, culture e tradizioni” rappresenta un momento di riflessione, aperta al contributo di esperti di geopolitica, esponenti della cultura e della ricerca, rappresentanti degli organismi internazionali, del Governo e delle istituzioni nazionali, imprenditori, associazioni e mondo delle Camere di Commercio, sulle strategie e politiche di cooperazione euro-mediterranee. “E’ quella del Mediterraneo – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli- un’area di grandi potenzialità: 240 milioni di abitanti e tassi di crescita superiori alla media. Un’area –ha proseguito Sangalli- presidiata dal sistema camerale italiano: sono, infatti, 67 tra Camere di Commercio, aziende speciali ed Euro Info Centre, le strutture che attualmente hanno in corso attività in quei paesi”. 500 imprese e 50 missioni – 2 imprese al giorno, se si considera la settimana lavorativa, hanno visitato uno dei 13 paesi dell’area mediterranea per cercare nuove opportunità di affari. Di queste il 32% risiede nel Nord Ovest; il 27% nel Nord Est; il 24% nell’Italia Meridionale e insulare e il 16% nel Centro Italia. In particolare, il 47% delle Pmi italiane ha partecipato a progetti speciali avviati dalle Camere di Commercio; circa un terzo delle 31% a missioni all’estero e il restante 22% partecipazione a fiere. L’attività delle Camere di Commercio – Sono, invece, 67 le strutture camerali attive nel Mediterraneo. Questo, in particolare, è quanto emerge da un’indagine promossa Unioncamere e realizzata da Mondimpresa, l’agenzia per la mondializzazione delle imprese italiane. In particolare, Tunisia, Egitto Marocco e Turchia sono i paesi che costituiscono i principali poli d’attrazione delle nostre. Camere di Commercio. L’indagine ha permesso di identificare 100 attività realizzate dal sistema camerale italiano nei paesi del Mediterraneo. In particolare, delle 100 attività censite il 43% ha riguardato missioni, fiere e delegazioni estere; il 22% attività informative rivolte agli operatori economici; il 19% ha compreso i progetti speciali; l’11% i desk e le cosiddette antenne e il restante 5% gli accordi bilaterali. Va, tuttavia, sottolineato come proprio i progetti speciali hanno registrato il maggior consenso: ben 51 realtà camerali coinvolte e la totalità dei paesi coinvolti. A seguire le missioni, fiere e delegazioni estere con 20 realtà camerali e 10 paesi coinvolti. “Questi pochi, ma semplici dati – ha evidenziato il presidente di Unioncamere- dimostrano l’importanza di fare cooperazione istituzionale, così da esportare anche in quei paesi il nostro modello di piccola impresa. Le Camere di Commercio questo modello lo conoscono bene e proprio per questo possono aiutare ad impiantarlo anche in questa area del pianeta”.  
   
   
IMPREGILO S.P.A.: RIUNIONE A PALAZZO CHIGI  
 
Sesto San Giovanni, 29 novembre 2004 - Impregilo S.p.a. Comunica di aver esposto dati di fatto sulla propria attività, ivi incluso l’oggetto dell’indagine della Procura della Repubblica di Monza, nella riunione che si è tenuta a Palazzo Chigi alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Dott. Gianni Letta, del Ministro dell’economia e delle finanze prof. Domenico Siniscalco e del Ministro delle infrastrutture e trasporti prof. Pietro Lunardi a cui hanno partecipato le banche che stanno seguendo l’operazione di aumento di capitale e di concessione di un prestito sindacato (Citigroup, Unicredito, Capitalia, Banca Intesa, San Paolo Imi). Le banche hanno espresso la loro volontà di proseguire il lavoro intrapreso con Impregilo volto a identificare, tenuto anche conto delle condizioni di mercato venutesi a creare a seguito della vicenda giudiziaria, le migliori soluzioni sia di breve termine, sia di carattere strutturale volte a soddisfare le esigenze finanziarie del Gruppo.  
   
   
POLIGRAFICA S. FAUSTINO: COMPLETATA LA TERZA TRANCHE DI AUMENTO DI CAPITALE  
 
Castrezzato, 26 novembre 2004 – Poligrafica S. Faustino S.p.a. Azienda grafica e di servizi avanzati di comunicazione, quotata al Nuovo Mercato, comunica che, con riferimento all'aumento di capitale approvato dal Consiglio di Amministrazione dello scorso 13 luglio 2004, si è completata la terza tranche di tale aumento, con l’emissione di n. 50.000 nuove azioni, del valore nominale di € 5,16 per azione, al prezzo di emissione di € 35,00 per azione, interamente sottoscritte da Société Générale S.a.. Il prezzo delle nuove azioni ed i quantitativi sono stati determinati in funzione del prezzo di mercato e dei volumi registrati dal titolo nel periodo di esecuzione della tranche in oggetto, secondo quanto concordato con Société Générale S.a..  
   
   
"L'IMPRENDITORE DELL' ANNO" 2004 È ANDREA ILLY ASSEGNATI I RICONOSCIMENTI DELL'OTTAVA EDIZIONE ITALIANA DEL PREMIO PROMOSSO DA ERNST & YOUNG  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Sono stati proclamati a Milano i vincitori e i finalisti dell'ottava edizione italiana del Premio "L'imprenditore dell'Anno", promosso da Emst & Young. Il Premio, nato negli Stati Uniti nel 1986 ed attualmente presente in più di 35 Paesi, si propone di riconoscere l' eccellenza di quegli imprenditori che si sono distinti nel panorama sociale ed economico del nostro Paese, contribuendo con il loro talento, l'impegno e l'intraprendenza alla crescita e allo sviluppo del territorio. La Giuria del Premio, presieduta da Piero Bassetti e composta da personalità del mondo delle istituzioni, dell'economia e della comunicazione, ha proclamato Vincitore Nazionale Andrea Illy, Amministratore Delegato illycaffè, "per aver scelto l'arte e la creatività come linguaggio attraverso il quale esprimere i propri valori e la propria filosofia". In qualità di Vincitore Nazionale, Andrea Illy rappresenterà l'Italia nel 2004 al "World Entrepreneur of the Year", il Premio organizzato da Emst & Young a live1lo internazionale, confrontandosi con i migliori imprenditori di ciascuna nazione e concorrendo all'assegnazione del riconoscimento "best o of the best". "Con I 'assegnazione del Premio "L''imprenditore dell 'Anno" promuoviamo la capacità di creare e di innovare, facendo tesoro dei valori della Cultura d 'Impresa , tradizione e patrimonio del nostro Paese", ha affermato Giorgio Mosci, Partner, Ernst & Young. "Simbolo proprio di questa sintesi dinamica di tradizione e ricerca, Andrea Illy porta con sè i valori e I' esperienza del passato e li proietta verso il futuro, in un' ottica di miglioramento continuo della qualità ma anche di ricerca di nuovi linguaggi e di nuove prospettive in grado di trasformare - facendo ricorso all' arte e alla creatività - il caffè in un' esperienza completa, in grado di coinvolgere anche l'occhio e l'intelletto. " Oltre al Vincitore Nazionale, la Giuria del Premio "L'imprenditore dell' Anno" 2004 ha proclamato i Vincitori ed i Finalisti delle cinque categorie di Premio: "Global", "Innovation", "Finance", "Communication"," Quality of Life" Vincitori E Finalisti Di Categoria categoria "Global "per la più efficace azione imprenditoriale sui mercati internazionali": Vincitore: Adriano Aureli, Vice Presidente Scm Group, Rimini; Finalisti:: Paolo Clerici, Presidente Coeclerici, Milano , Enrico Zobele, Presidente Zobele Group, Trento; categoria Innovation "per la più creativa e innovativa vision che abbia segnato una svolta determinante nella vita dell'impresa"; Vincitore: Dario Scotti, Presidente Riso Scotti, Pavia; Finalisti: Giorgio Girondi, Presidente Ufi Filters, Porto Mantovano (Mn), Fabrizio Lori, Presidente Nuova Pansac, Milano; categoria Finance "per l'uso innovativo e dinamico della leva fmanziaria a supporto dell' idea imprenditoriale"; Vincitore: Zeno Soave, Amministratore Delegato Socothenn, Adria (Ro) Finalisti: Diego Mosna, Presidente Diatec Holding, Cles (Tn), Ermes Fornasier, Presidente Sea, Zibido 8.Giacomo (Mi; categoria Communication "per la più significativa azione di comunicazione tesa all'affermazione della propria impresa e del proprio prodotto"; Vincitore: Edoardo Pio Tusacciu, Presidente Plast Wood, Calangianus (Ss) Finalisti: Sandro Boscaini, presidente Masi Agricola, S.ambrogio (Vr), Alessandro Caiiigaris, Presidente Caiiigaris, Manzano (Ud; categoria Quality of Life "per la maggiore sensibilità all'impatto dell'impresa nei confronti della comunità di riferimento e per la capacità di favorire la crescita, della propria impresa con programmi continuativi e coerenti di sostegno e sviluppo alla cultura, alI'arte, alI 'ambiente e al sociale"; Vincitore: Ferruccio Ferragamo, Amministratore Delegato Salvatore Ferragamo Italia, Firenze; Finalisti: Benito Guerra, Presidente Robur, Verdeliino-zingonia (Bg) Antoneiio Briosi, Presidente Metalsistem, Rovereto (Tn).  
   
   
DOMANI AL POLITECNICO PRENDE IL VIA LA FINALE DEL PREMIO NAZIONALE PER L’INNOVAZIONE  
 
Torino, 29 novembre 2004 - Prende il via domani, martedì, al Politecnico di Torino la “due giorni” all’insegna dell’hi-tech organizzata in occasione della finalissima della seconda edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, nato con lo scopo di far diventare l’Università italiana, come già accade negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, la culla ideale per la nascita di imprese ad elevato tasso d’innovazione e ad alto contenuto tecnologico. In mattinata sarà inaugurata l’Expo Innovazione” , la mostra dei 30 progetti “più innovativi dell’anno” selezionati nelle dieci competizioni locali (fra un totale di più di 1.500 business plan originali) che si sono svolte nei Politecnici di Torino di Milano, nella Scuola Superiore Sant'anna di Pisa e nelle Università di Bologna, Napoli, Padova, Perugia, Torino, Trieste e Udine. La maggior parte dei progetti si collocano, nell’ordine, nei settori medico, farmaceutico, alimentare, della distribuzione, dell’Ict, dell’ambiente, dell’energia, dell’industria, del turismo, della logistica e della conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Alle 15.30 ci sarà il workshop sui “sistemi locali per l’innovazione: esperienze italiane ed estere” coordinato da Sergio Conti, Preside della facoltà di Economia dell’Università di Torino e al quale partecipano docenti provenienti da Austria, Gran Bretagna, Francia e Spagna. Alle 18.30 si terra’ l’incontro fra i team che concorrono ai premi finali e i potenziali investitori. Alle 18.00 e’ previsto l’incontro, il primo del genere in Italia, fra i team di tutti i progetti finalisti e un gruppo di investitori professionali: ciascun gruppo di lavoro avrà quindi l’occasione di entrare in contatto con possibili finanziatori e di avviare con loro una concreta prospettiva di sviluppo dei rispettivi progetti Si realizzerà così, in modo organico e a livello nazionale, per la prima volta nel nostro Paese, quel contatto fra mondo delle idee universitarie e mondo produttivo, che costituisce l’obiettivo primario dello stesso Pni. L’edizione di quest’anno del Pni è organizzata dall’incubatore universitario I3p del Politecnico di Torino con la sponsorizzazione di Compagnia di San Paolo, della Regione Piemonte e della Fiat Spa. E’ un’iniziativa nata nel 2003 da un primo nucleo di cinque atenei, con l’ausilio dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Quest’anno la Coppa dei Campioni delle idee innovative si avvale del patrocinio della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), di Aifi (Associazione Italiana degli Investitori Istituzionali in Capitale di Rischio), del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie. Il Pni 2004 si avvale, inoltre, del sostegno del Progetto Iunet del Ministero delle Attività Produttive e del progetto Diadi della Regione Piemonte. Sponsor dell’iniziativa sono anche Cs Domotica e le società di Venture Capital specializzate in start up tecnologici Quantica Sgr (partecipata dal Cnr), Innosense, che mette in palio il premio per il progetto di maggiore rilevanza sociale e la finanziaria Piemontech, che opera per supportare la creazione di nuove imprese sul territorio piemontese. Il valore e l’importanza della “coppa dei campioni delle idee innovative” sono sottolineati da quanto afferma il professor Vincenzo Pozzolo, Presidente dell’incubatore universitario I3p del Politecnico di Torino e Presidente del Pni: “Se è vero che, come ha detto recentemente il Presidente Ciampi, l’innovazione è il nuovo Rinascimento Italiano”, la nostra iniziativa, nelle sue pur limitate proporzioni, è una chiara conferma delle enormi potenzialità che il mondo accademico può mettere a disposizione delle imprese per un rilancio dell’economia e renderla sempre più competitiva sui mercati mondiali”. E da quanto ribadisce Anna Maria Artoni, Vicepresidente di Confindustria Presidente dei Giovani Imprenditori: “Oggi impresa e Università non possono fare a meno l’una dell’altra: insieme sono il motore dell’innovazione, le chiavi del successo di un Paese e di un territorio. Mettere insieme Università e impresa vuol dire costruire un “capitale umano” così prezioso da divenire la risorsa principale di un’azienda, irrobustire la capacità di ricerca e innovazione delle nostre piccolissime e piccole imprese, favorire la nascita di nuove imprese ad alta vocazione tecnologica”. Per mercoledì sono in programma un workshop internazionale e due tavole rotonde: una alle 11.20 con i rappresentanti delle principali istituzioni regionali alla quale interverrà anche il Ministro dell’Economia Domenico Siniscalco e l’altra nel primo pomeriggio con la partecipazione del Vicepresidente di Confindustria Francesco Bellotti, i rappresentanti dei maggiori gruppi bancari nazionali e il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca. Le conclusioni saranno di Anna Maria Artoni. La proclamazione dei vincitori del Pni 2004 e la consegna dei premi inizierà alle ore 17.00 di mercoledì.
Uno Per Uno, I 30 Progetti Finalisti Del Pni: 3Ducational - Padova - Interfaccia per videogiochi educativi. Adamantio - Torino Università - Apparecchio di risonanza magnetica per la diagnosi e lo stato di conservazione delle opere d'arte. Aida - Milano - Sistema elettronico per "pilotare" un computer senza l'uso delle mani creato da un disabile motorio totale. Aleb - Perugia - Sistema diagnostico per le nevrosi degli animali domestici che prevede terapie riabilitative anche per i padroni. Ampli Chip - Torino Politecnico - Sistema completamente automatizzato per l’analisi del Dna, che permette di ottenere risultati, anche quantitativi, in soli 30 minuti. Aresys - Milano - Sistemi di tele rilevamento satellitare con precisione millimetrica. Driade -Torino Università - Tecnica di produzione e commercializzazione di olio e farina, ricavati dalle nocciole. Ecostrip – Padova - Tecnica di recupero del metallo degli oggetti cromati. Electro – Padova – Strumento per la separazione delle proteine. Elettrotag - Torino Università - Sistema di applicazioni d'identificazione e localizzazione automatica per ovviare alle attività attualmente svolte in modo manuale. Era Endoscopy - Pisa - Dispositivo endoscopico che si muove come un bruco telecomandato con un joystick per colonscopie indolori. Extrasolution - Pisa - Strumento per misurare la permeabilità ai gas delle confezioni di alimenti e farmaci. Giro Gps - Bologna - Sistema di comunicazione subacquea. Mediatech - Perugia - Strumenti di monitoraggio ambientale per la prevenzione degli incendi boschivi. Mojito - Trieste - Palmare tascabile per operazioni di soccorso. Musc - Napoli - Sistema di posizionamento per subacquei. Neuroantigen - Trieste - Serie di test dedicati all’identificazione di patologie del sistema nervoso. Papiro - Torino Politecnico - Metodo e apparecchiatura per l’asciugatura della carta in movimento proveniente da una fase di stampaggio con inchiostro. Sca - Napoli - Introduzione nel mercato delle cucine a gas e delle caldaie di bruciatori di tipo catalitico. Scriba - Bologna - Sostituto del codice a barre, basato sulla nano-tecnologia. Soft Hand - Pisa - Protesi innovativa (mano elettronica) che si propone non solo di essere ultra efficiente, ma anche non distinguibile da una mano vera. Stereodrive - Bologna - Sistema di stoccaggio. Tech4tourism - Udine - Video-guida palmare per turisti. Thegeo - Trieste - Tecniche non invasive per indagini nel sottosuolo. Three-p - Napoli - Produzione e commercializzazione di proteine pure per la ricerca. Tor - Udine - Produzione di tessuti organici per la creazione di ossa artificiali. Towodi - Torino Politecnico - Micro velivolo per trasmissione dati. Tremor - Udine - Strumento per la diagnosi e la valutazione del Morbo di Parkinson. Wifi-e - Milano - Rete temporanea satellitare per grandi. Wisepower - Perugia - Micro sistemi risparmia energia di alimentazione per dispositivi elettronici.
 
   
   
EDISON: CEDUTA LA PARTECIPAZIONE IN AÇUCAR GUARANI MIGLIORA DI €36 MILIONI LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA  
 
 Milano, 29 novembre 2004 – Edison ha ceduto a Tereos la propria partecipazione del 35,835% nella società brasiliana Açucar Guarani Sa (settore saccarifero) al prezzo di 36 milioni di euro. Il corrispettivo della vendita è stato incassato in data odierna. Tereos è il gruppo cooperativo agro-industriale nato dalla fusione della società Béghin-say con il Consorzio Origny-naples. La cessione si colloca nel quadro degli accordi sottoscritti da Edison e dal Consorzio Origny-naples in occasione della vendita della partecipazione in Béghin-say avvenuta nel dicembre 2002. La cessione di Açucar Guarani non produce alcun effetto economico mentre migliora la posizione finanziaria netta di €36 milioni. L’operazione rientra nel programma di dismissioni delle attività “non core” volto alla riduzione dell’indebitamento di gruppo.  
   
   
RICHARD-GINORI 1735: SITUAZIONE FINANZIARIA AL 31 OTTOBRE 2004  
 
Sesto Fiorentino, 26 novembre 2004 - La Società Richard-ginori 1735 ha raggiunto, nello scorso mese di giugno, un accordo con tutte le banche del finanziamento in pool di residui €uro 16,8 milioni in virtù del quale le stesse banche hanno aderito alla richiesta di dilazionare il pagamento della rata scaduta il 30 maggio 2004 al 30 novembre 2005. L’accordo delle banche è stato raggiunto senza la concessione di alcuna garanzia o impegno da parte della Società e senza apportare alcuna modifica al contratto di finanziamento in pool in essere, ad esclusione dell’incremento dell’ 1% dello spread sul tasso di riferimento. Come già indicato nel bilancio al 31 dicembre 2003 la società non ha rispettato i covenants relativi ai rapporti mol/fatturato – oneri finanziari/fatturato – risultato d’esercizio previsti nel contratto di finanziamento; peraltro alla data odierna non è pervenuta nessuna richiesta di rientro. Nel corso del mese di giugno la Società ha ottenuto un mutuo ipotecario di €uro 2,7 milioni con ammortamento in 30 rate semestrali di cui la prima al 30 dicembre 2005; il tasso di riferimento è variabile commisurato al tasso Euroribor a tre mesi più spread 1,75. La Società evidenzia inoltre di aver ricevuto, nel mese di luglio, un finanziamento di €uro 3, 5 milioni da parte di Starfin S.r.l. (società non correlata al Dott. Carlo Rinaldini). Il finanziamento, non assistito da alcuna garanzia o impegno da parte della Società, è stato rimborsato mediante compensazione con la sottoscrizione dell’aumento di capitale di Richard-ginori 1735 S.p.a. Che Starfin ha effettuato in forza dei patti parasociali stipulati in data 16 luglio 2004 con Retma Holding B.v. E già illustrati al mercato. Starfin ha pertanto esercitato entro il 29 Ottobre 2004, termine per l’esercizio del diritto stesso, n.69.644.101 diritti di opzione per la sottoscrizione di n.6.964.410 azioni. L’operazione di aumento di capitale sociale si è conclusa in data 18 novembre 2004 e si è perfezionata con l’Offerta in Borsa dei diritti rimasti inoptati, pari al 15,16% dei diritti totali. L’offerta è risultata interamente sottoscritta e sono state emesse complessivamente n.9.080.000 azioni al prezzo di €uro 0,52 ciascuna, per un valore complessivo pari a €uro 4.721.600. Come comunicato al mercato in data 18 novembre 2004, il Capitale Sociale della Società ammonta pertanto a €uro 25.968.800 ed è costituito da n.99.880.000 azioni ordinarie del valore nominale di €uro 0,26 ciascuna. L’introito netto, per quanto sopra specificato, di €uro 1.221.600 è stato completamente incassato e sarà quindi di supporto alla gestione operativa. Al 31 ottobre 2004, la Società ha affidamenti a breve termine con il sistema bancario per circa 20,0 milioni di €uro, che sono stati ridotti significativamente dai 36 milioni di €uro del 31 dicembre 2003. Gli utilizzi al 31 ottobre 2004 sono pari a circa €uro 16,4 milioni corrispondenti a circa il 82% degli affidamenti. Il tasso di interesse medio dei finanziamenti è pari a circa il 6% annuo. Gli utilizzi si riferiscono per €uro 14,0 milioni a finanziamenti su “autoliquidante” (fatture commerciali, contratti e ricevute bancarie). In particolare la posizione finanziaria netta della Richard Ginori 1735 S.p.a. Ha avuto la seguente evoluzione come riportato nella sottostante tabella:
Posizione finanziaria netta 31-ott-04 30-set-04
(migliaia di €uro) Scadenze Scadenze
Totale Entro 1 Da 2 a 5 Oltre 5 Totale Entro 1 Da 2 a 5 Oltre 5
anno anni anni anno anni anni
Utilizzo fido di cassa 2.374 1.093 1.553 1.553
Conto unico sbf 9.014 9.014 9.651 9.651
Anticipazioni a breve 5.023 5.023 5.142 5.142
Mutui e finanziamenti in pool 19.500 11.200 6.179 2.121 19.500 11.200 6.179 2.121
(Debiti verso banche 35.911 26.330 1 6.179 1 2.121 35.846 27.546 1 6.179 1 2.121
Debiti verso altri finanziatori 95 90 5 3.629 3.624 5
Debiti verso controllanti 4.775 4.775 4.775 4.775
(Cassa e banche attive) (74) (74) (31) (31)
Posizione finanziaria netta 40.707 31.121 6.184 2.121 44.219 35.914 6.184 2.121
Al 31 ottobre 2004, l’indebitamento finanziario è diminuito rispetto al 30 settembre 2004 di €uro 3.512 mila, essenzialmente per il rimborso del finanziamento ricevuto da Starfin S.r.l. Effettuato mediante compensazione con la sottoscrizione dell’aumento di capitale. Per quanto riferito al Gruppo si evidenzia che l’esposizione finanziaria, al 31 ottobre 2004, è sostanzialmente in linea con quella della Capogruppo ed ammonta ad €uro 40.895 mila rispetto ad €uro 44.314 al 30 settembre 2004. Le società controllate svolgono, per il momento, attività poco significative rispetto alla Capogruppo con affidamenti bancari di entità irrilevante; tant’è che la differenza fra la posizione finanziaria netta della Capogruppo ed il Gruppo è di solo €uro 188 mila. 2. Dati patrimoniali a) per quanto riferito ai crediti di natura commerciale della Richard-ginori 1735 S.p.a., si evidenzia che il saldo al 31 ottobre 2004, pari ad €uro 24.746 (inclusivo del saldo relativo ai crediti verso controllate, collegate, controllanti ed altre parti correlate per complessivi €uro 4.977 mila) è sostanzialmente in linea con il dato al 30 settembre 2004 (€uro 24.628 mila di cui €uro 5.026 mila verso controllate, collegate, controllanti ed altri parti correlate ) I suddetti dati riferiti al Gruppo ammontano, al 31 ottobre 2004, a complessivi €uro 25,1 milioni di cui €uro 2,4 milioni verso società controllate, collegate, controllanti ed altre parti correlate. Si puntualizza che non sono state fatte cessioni pro soluto e pro solvendo di crediti commerciali. B) i crediti finanziari verso le società controllate, collegate ed altre parti correlate, iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie, al 31 ottobre 2004, ammontano ad €uro 7.727 mila rispetto ad €uro 7.742 mila al 30 settembre 2004. Si precisa che non esistono crediti finanziari verso soggetti terzi. C) il saldo dei debiti verso fornitori della Società, al 31 ottobre 2004, è pari ad €uro 6.115 mila (di cui €uro 314 mila verso società controllate, collegate e controllanti) contro €uro 6.334 mila al 30 settembre 2004 (di cui €uro 288 mila verso società controllate, collegate e controllanti). La società non rileva nessun debito di suddetta natura verso altre parti correlate. I suddetti saldi riferiti al Gruppo ammontano, al 31 ottobre 2004, ad €uro 6,4 milioni (di cui €uro 0,3 milioni verso società controllate, collegate e controllanti) rispetto ad €uro 6,6 milioni al 30 settembre 2004 (di cui €uro 0,2 milioni verso società controllate, collegate e controllanti). Il Gruppo non rileva nessun debito di suddetta natura verso altre parti correlate. Alla data del 31 ottobre 2004 i debiti verso fornitori scaduti ammontano ad €uro 2,1 milioni; si sottolinea che con riferimento a tale data non sono in essere procedimenti legali relativi a debiti scaduti e non sono stati notificati decreti ingiuntivi. D) il saldo dei debiti diversi della Società, al 31 ottobre 2004, è pari ad €uro 10.154 mila rispetto ad €uro 10.036 mila del 30 settembre 2004; il saldo è composto da debiti tributari per €uro 3.318 mila, da debiti previdenziali per €uro 965 mila e da altri debiti per €uro 5.871 mila. Relativamente ai debiti tributari che aumentano, rispetto al 30 settembre 2004, di €uro 212 mila risulta un saldo scaduto e non pagato per €uro 0,8 milioni. Per quanto riferito ai debiti previdenziali non esistono debiti scaduti dopo che la Società ha raggiunto un accordo di dilazionamento, con il competente ufficio Inps, del debito scaduto residuo ad oggi pari ad €uro 0,5 milioni. Nella voce debiti diversi sono compresi €uro 4.175 mila relativi al debito residuo per l’acquisto della Museo Richard-ginori della Manifattura di Doccia S.p.a.; per la parte scaduta pari ad €uro 1.772 mila sono in corso trattative con Mps Leasing & Factoring per la rinegoziazione del debito. Si precisa che con riferimento al 31 ottobre non esistono posizioni relative a debiti scaduti e non pagati nelle società controllate. 3. Altre notizie Relativamente alle operazioni straordinarie di cessione degli assets immobiliari, si ribadisce che sono previsti entro la fine del corrente anno incassi netti o riduzione di debiti per circa €uro 33,0 milioni, al netto della sottoscrizione del capitale sociale nella Newco Immobiliare per €uro 7,0 milioni. Con riferimento alle azioni di riduzione dei costi, si sottolinea che sono state avviate importanti iniziative di riduzione dei costi operativi, i cui effetti incideranno significativamente sui conti economici a partire dalla fine del 2004 e più in particolare: l’accordo, raggiunto alla fine di aprile, per la messa in mobilità di tutti i n. 48 dipendenti dello Stabilimento di Laveno che ha consentito la vendita del cespite con conseguenti futuri benefici sull’indebitamento finanziario come sopradescritto; l’accordo, raggiunto alla fine d’aprile, con decorrenza 3 maggio 2004, per l’utilizzo, per un periodo di 13 settimane con possibilità di ricorrere ad un eventuale ulteriore periodo di sospensione dell’attività lavorativa, della Cassa Integrazione Guadagni per n. 65 addetti dello Stabilimento di Sesto Fiorentino. In proseguio di quanto sopra in data 1 ottobre 2004 è stato raggiunto un nuovo accordo per la sospensione delle attività lavorative previsto per un massimo di sessanta persone, per un periodo di dodici settimane, dal 4 ottobre al 24 dicembre 2004; - in data 6 maggio 2004 è stato raggiunto l’accordo per la Cassa Integrazione Guadagni, riguardante n. 19 operai addetti allo Stabilimento di Trequanda, che è decorso dal 10 maggio sino al 28 agosto 2004, tenuto conto del periodo di chiusura feriale dello stabilimento. Anche questo accordo prevedeva l’opportunità di estendere, previa verifica da effettuarsi tra azienda e organizzazioni sindacali entro la fine del mese di agosto, la sospensione dell’attività lavorativa per un ulteriore periodo; - per quanto sopra, in data 30 settembre 2004, è stato raggiunto l’accordo per la Cassa Integrazione Guadagni riguardante n. 12 operai (su un totale di n. 16 dipendenti) addetti allo Stabilimento di Trequanda che decorrerà dal 11 ottobre 2004 sino al 18 dicembre 2004 per la durata di 10 settimane; - la risoluzione del contratto, con decorrenza maggio 2004, con la cooperativa esterna, che occupava 35 dipendenti e svolgeva attività nel reparto scatolatura e magazzino prodotti finiti. Il fatturato al 31 ottobre 2004 ammonta ad €uro 27,4 milioni con una flessione del 18% rispetto all’analogo periodo del precedente esercizio; la diminuzione ha riguardato principalmente il mercato giapponese e per quanto riferito al mercato italiano il canale alberghiero e ristorazione, il canale della terracotta e il canale del promozionale. Da segnalare, invece, l’incremento di fatturato del canale dettaglio, il più importante in termini numerici, che passa da €uro 14,8 milioni del 31 ottobre 2003 (pari al 44,31% del fatturato totale) a €uro 15,3 milioni del 31 ottobre 2004 (pari al 55,4% del fatturato totale) con un incremento del 3%. Per fronteggiare tale situazione è in fase di attuazione un piano di ristrutturazione della direzione commerciale in seno all’azienda, in particolare nell’area estero ove sono stati inseriti il direttore e tre area managers, sulla base di uno schema di posizionamento strategico del marchio che indica la strategia prodotti/mercati del Gruppo Richard-ginori. Il punto focale sarà costituito dall’indissolubile legame della produzione attuale con la storia e tradizione dell’azienda che trova nel Museo di Doccia il più alto momento rappresentativo. Proprio la valorizzazione dei contenuti del Museo sarà uno dei punti fondamentali nel determinare il nuovo corso della Richard Ginori L'obiettivo strategico del Gruppo Richard-ginori rimane il rafforzamento e lo sviluppo nel settore dei beni di lusso. Tale strategia è attualmente perseguita anche mediante l'espansione della distribuzione in nuovi mercati. Infine, allo scopo di incrementare le quote di mercato, ed al tempo stesso consentire una maggiore visibilità e diffusione del marchio Richard Ginori nel segmento del lusso, è ormai attiva la commercializzazione di cristalli di elevata qualità, tali da essere il complemento tavola in linea con lo stile, la tradizione e la raffinatezza estetica del prodotto Ginori. A tal proposito, il fatturato del prodotto cristallo al 31 ottobre 2004 è pari a €uro 1,7 milioni con un incremento del 42% rispetto al dato del 31 ottobre 2003 (€uro 1 milione).
 
   
   
MARR S.P.A ( GRUPPO CREMONINI) - SI RAFFORZA NEL MERIDIONE CON UNA NUOVA FILIALE IN CALABRIA APERTURA PREVISTA PER L’ INIZIO DEL 2005. FATTURATO ANNUO STIMATO A REGIME DI 40 MILIONI DI EURO  
 
Castelvetro di Modena, 29 novembre 2004 - Marr S.p.a., Società del Gruppo Cremonini leader in Italia nella commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari al foodservice, prosegue la propria strategia di copertura del territorio nazionale con l’apertura nei primi mesi del 2005, di una nuova filiale in Calabria. La filiale Marr Calabria, attualmente in fase avanzata di realizzazione, è situata nel comune di Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza, e andrà ad aggiungersi alle 20 filiali Marr già operative in Italia, di cui 4 nel Sud Italia (Napoli, Bari, Palermo e Cagliari). Marr Calabria, in base ad una stima preliminare, svilupperà un fatturato annuo a regime di circa 40 milioni di Euro, grazie all’elevata potenzialità turistica della Calabria, regione che rappresenta circa il 2,5% della domanda nazionale di consumi alimentari extradomestici ed è caratterizzata da un’offerta locale scarsamente specializzata. La filiale, in cui opereranno oltre 30 persone, fornirà circa 6.000 prodotti alimentari a tutti gli operatori della ristorazione dell’intera Regione Calabria, garantendo loro un supporto logistico e un livello di servizio in grado di favorirne lo sviluppo. L’unità in costruzione si sviluppa su una superficie utile totale di 7.200 mq e comprende celle frigorifere per i prodotti freschi e per i prodotti surgelati, aree di lavorazione per la movimentazione e selezione di carni ed ittici freschi e magazzini di stoccaggio per prodotti conservati a temperatura ambiente. L’iniziativa, oltre che sulla esperienza di Marr, potrà avvalersi della collaborazione e consulenza del Gruppo Dodaro, importante realtà imprenditoriale locale, che dal 1998 opera per conto di Marr in veste di agenzia con deposito sul territorio di Cosenza e provincia. Marr S.p.a., società controllata da Cremonini Spa (67,7%) e partecipata (33,3%) da un pool di investitori istituzionali (capofila: Arca Impresa Gestioni Sgr e Barclays Private Equity), ha chiuso il 2003 con una forte crescita dei risultati, in termini di fatturato e di margini, confermandosi leader in Italia nella distribuzione alimentare al foodservice. Nel 2003 Marr spa ha realizzato ricavi totali consolidati per 744,2 milioni di Euro, in aumento dell’11,8% rispetto ai 665,9 milioni di Euro del 2002, un margine operativo lordo pari a 46 milioni di Euro (+12,1% rispetto ai 41 milioni di Euro del 2002) e un risultato operativo di 34,4 milioni di Euro (+19% rispetto ai 28,9 milioni di Euro del 2002).  
   
   
LA SFIDA “MADE IN ITALY” RIPARTE DAL SUD 80 NUOVI POSTI DI LAVORO, NELLA PUGLIA  
 
Ascoli Satriano (Fg), 27 novembre 2004 - Il Presidente della Regione Puglia, dott. Raffaele Fitto e il Sottosegretario di Stato al Ministero per le Attività Produttive On. Mario Valducci, hanno partecipato il 27 novembre, ad Ascoli Satriano (Fg), all’inaugurazione di Hidrotec Srl, società del Gruppo Coes. Il Gruppo Coes, società per azioni a totale controllo familiare e leader europeo nella produzione di sistemi completi per l’impiantistica idrotermo-sanitaria del building, ha sede dal 1965 a Pioltello, alle porte di Milano dove è impiegato circa il 60% degli oltre 400 collaboratori. Nel 2003 il Gruppo ha sviluppato un fatturato di circa 50 milioni di euro, con un ebitda del 13%. Il trend di crescita degli ultimi 10 anni è di circa il 10-15% anno. Oltre alla Società Hidrotec, il Gruppo Coes controlla una decina di Società e Branch commerciali in tutto il mondo mentre 3 sono gli insediamenti produttivi, 4 con lo stabilimento di Ascoli Satriano che apporterà un contributo economico importante all’intera provincia di Foggia, con evidente beneficio in termini di occupazione e indotto. Lo stabilimento, nel quale saranno impiegate 80 unità, è dotato di attrezzature ad alta tecnologia e a basso impatto ambientale. La produzione di sistemi di scarico (tubi e raccordi) innovativi per impianti civili ed industriali e tubazioni multistrato per impianti sanitari e di climatizzazione genererà un incremento di fatturato per il Gruppo di circa 15-20 Mio di Euro. Per delocalizzare l’attività, l’Azienda ha previsto di investire oltre 12 milioni di euro in due anni. Ha usufruito dei contributi in conto capitale per programmi di investimento nelle zone svantaggiate, previsti dalla legge 488/92.  
   
   
UNA RISPOSTA CHE TARDA AD ARRIVARE LE GRANDI AZIENDE ITALIANE ALLE PRESE CON I POTENZIALI CLIENTI UNO STUDIO INDIPENDENTE STIMA CHE LA PERDITA DI POTENZIALE FATTURATO PUÒ SUPERARE I 6 MILIONI DI EURO IN DUE ANNI  
 
Milano, 29 Novembre 2004 – Non rispondere prontamente alle chiamate o alle mail dei potenziali clienti può costare alle aziende italiane milioni di euro all’anno. È quanto emerge da uno studio, commissionato da Siebel e Hp, sulla gestione dei rapporti delle grandi aziende con i potenziali clienti. Lo studio, realizzato dalla società indipendente di analisi di mercato Datamonitor, è stato condotto su un campione rappresentativo di grandi aziende europee, tra cui circa 200 società attive in Italia in diversi mercati verticali. Nell’ambito della ricerca, Datamonitor ha contattato circa 200 grandi aziende italiane che stavano conducendo campagne marketing sui loro siti web e attraverso i media nazionali. Obiettivo della ricerca era valutare in che modo le aziende rispondessero alle richieste di informazioni provenienti da potenziali clienti. Lo studio è stato realizzato secondo la metodologia “a cliente anonimo”: sono stati creati cioè una serie di indirizzi email, postali e numeri di telefono ad hoc per contattare le aziende e richiedere informazioni come un vero e proprio cliente potenziale. I dati relativi alle aziende italiane che emergono dallo studio sono particolarmente interessanti e riservano qualche sorpresa. Attenda in linea... Il 66% delle richieste telefoniche di ricevere informazioni viene ignorato; Il 54% dei numeri di telefono di potenziali clienti che chiedono informazioni non viene registrato dagli operatori; Il 16% dei numeri di telefono presenti sui siti web delle aziende è sbagliato. Internet, questo sconosciuto... Il 69% dei siti web delle aziende intervistate non prevede un modulo per registrarsi e richiedere informazioni. L’87% delle richieste di informazioni inviate via email viene ignorato. Solo il 49% dei siti web delle aziende contiene un indirizzo email attraverso cui richiedere informazioni. Meglio tardi che mai. Il 22% delle richieste di informazioni va a buon fine, ma in media dopo 5 giorni. Uno come tanti. Il 23% delle informazioni inviate ai potenziali clienti non è personalizzato. Attendo una vostra chiamata... Il 99% delle richieste di essere richiamati da parte dei potenziali clienti rimane inascoltato, qualunque sia il canale di comunicazione utilizzato. “Dallo studio condotto emerge come le aziende italiane non sempre siano strutturate per capitalizzare il patrimonio rappresentato dalle richieste di informazioni”, ha commentato Evan Kirchheimer, Lead Analyst and Manager, Crm and Contact Centers di Datamonitor. “Infatti, se strategie di marketing quali il riposizionamento del brand o il rinnovamento della gamma di prodotto sono ormai consolidate, molto meno lo è la gestione del primo contatto con i prospect; quando un potenziale cliente si rivolge direttamente all’azienda con una richiesta, o in risposta a un’iniziativa di marketing, è fondamentale assicurarsi che questa persona non rimanga inascoltata.” Evadere le richieste in maniera efficiente rappresenta soprattutto una fonte di guadagno. Infatti, dallo studio di Datamonitor emerge che l’impatto economico della mancata gestione dei contatti può essere significativo: in alcuni casi si stima che le perdite legate alle inefficienze nel rapporto con i potenziali clienti possono superare i 6 milioni di euro di mancato fatturato nell’arco di due anni. La soluzione? Secondo Datamonitor è importante che le società italiane facciano fruttare i consistenti investimenti di marketing che fanno ogni anno. È fondamentale innanzitutto individuare quali siano i canali da integrare, dopodiché, assicurarsi che il processo di marketing sia un ciclo chiuso, con feedback e dati del consumatore che forniscano informazioni per le nuove campagne. Per finire, è necessario integrare il marketing con le vendite e i servizi, in modo da poter seguire una possibile vendita lungo tutto il ciclo e calcolare la redditività dell’investimento (Roi).  
   
   
LE DIRETTRICI DI EVOLUZIONE DEGLI APPROVIGIONAMENTI STRATEGICI  
 
Milano, 29 novembre 2004 – Le indicazioni più innovative in tema di Approvvigionamenti Strategici sono state oggetto di un workshop organizzato dall’Area Produzione e Tecnologia della Sda Bocconi, con l’obiettivo di presentare i trend di evoluzione dei rapporti di fornitura e le nuove modalità di gestione della relazione con i fornitori. Oggetto di argomentazione sono stati, inoltre, i cambiamenti che influenzano l’Ufficio Acquisti, sia in termini di competenze possedute, sia di ruolo giocato all’interno dei processi strategici aziendali, favorendo il passaggio da una pura centrale operativa verso un centro strategico delle decisioni. Durante la giornata sono stati presentati i primi risultati della ricerca “Stato dell’Arte della gestione degli Acquisti”, condotta da un team di ricercatori dell’Area Produzione e Tecnologia della Sda Bocconi con il supporto di alcune aziende Partner. La ricerca è tutt’ora in corso. Per partecipare consultare il sito www.Sdabocconi.it/tecn. Hanno partecipato al workshop Imprenditori e Direttori Generali, Direttori Acquisti, Supply Chain Manager, Approvvigionatori e Direttori di tutte le funzioni aziendali coinvolte, come clienti interni, nel processo di acquisto. “Dai risultati, afferma Giuseppe Stabilini, coordinatore dell’iniziativa, è emerso come il ruolo dell’Ufficio Acquisti si stia evolvendo verso una posizione centrale nell’impostazione delle strategie aziendali, in ragione della notevole importanza, sia economica, sia strategica, che i fornitori ricoprono nella creazione di valore. Molte aziende hanno già accolto questa evoluzione nella propria organizzazione, altre stanno affrontando in questi anni il cambiamento. In particolare, durante i lavori del workshop sono emersi alcuni trend di evoluzione degli approvvigionamenti strategici, tra i quali citiamo: 1. Le nuove logiche di gestione delle partnership con i fornitori, dove la collaborazione si basa su una chiara divisione delle competenze fra le parti; 2. L’analisi e scelta delle strategie di sourcing da adottare per ogni singola categoria merceologica acquistata, al fine di individuare i criteri più corretti di allocazione delle quote di fornitura e di organizzazione del parco fornitori, coerentemente con le performance attese; 3. L’approccio gestionale “di sistema”, dove gli approvvigionamenti hanno un ruolo di “network coordinator”, inteso come gestore dei rapporti complessi tra R&d e plant interni e dei fornitori; 4. L’adozione di prassi collaborative nella gestione dei materiali diretti, con uno scambio informativo tra azienda e fornitori che va oltre la semplice comunicazione degli ordini. Infine, i lavori hanno sottolineato la necessità di un forte cambiamento nella cultura aziendale, che negli anni ha sempre visto l’ufficio acquisti come un’unità amministrativa, senza riconoscerne l’importanza strategica. Da questo punto di vista, anche le competenze delle persone dedicate agli acquisti devono essere arricchite con strumenti e approcci trasversali, che permettano la presa di decisioni integrate con le diverse funzioni e con la strategia aziendale. Durante il workshop è stato consegnato a tutti i partecipanti la copia del libro “La gestione strategica degli approvvigionamenti” a cura di Enzo Baglieri (Etas; 2004), riportante i risultati della prima parte della ricerca condotta dalla Sda Bocconi, con i dati statistici, le analisi e i casi aziendali oggetto di studio. E possibile visualizzare l’insieme dei programmi che l’Area Produzione e Tecnologia propone sul tema della gestione degli acquisti e della fornitura alla pagina: http:// www.Sdabocconi.it/tecn   
   
   
MILANO-NAPOLI INSIEME PER IL MEDITERRANEO  
 
Milano, 29 novembre 2004. Milano e Napoli insieme? Una forza nei rapporti con i paesi del Mediterraneo. Unite rappresentano il 17% dell’export italiano verso i paesi del mare nostrum e il 9% dell’import, per un bilancio del 12,2% di tutto l’interscambio. Oltre un decimo di tutte le relazioni economiche verso il Mediterraneo passano da Milano o da Napoli. Insieme rappresentano poi il 15% di tutte le imprese italiane che trattano in quei paesi. Nelle due province sono 5.613 in totale le ditte individuali (Di) con titolare originario dai Paesi dell’area del Mediterraneo, il 13,2% delle ditte mediterranee presenti sul territorio italiano. I residenti mediterranei sono 45.047 in totale nelle due province, il 13,9% del totale dei residenti “mediterranei” in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano a partire dai dati Istat e del registro delle imprese 2004 Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati registro imprese 1° trimestre 2004 e sui dati Istat al 31-12-2000 per i residenti, sui Paesi del Mediterraneo: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia. E il 40% dei milanesi ha un amico che arriva dal di là del mare, due napoletani su tre difendono le usanze degli immigrati. Parte il Comitato Milano - Napoli per il Mediterraneo: le due Camere di Commercio di Milano e Napoli hanno firmato il Protocollo d’Intesa che ha dato vita al Comitato Mediterraneo, organo che avrà il compito di assicurare la progressiva integrazione tra le attività e i sistemi economico-sociali delle due città con i Paesi dell’area mediterranea. Aperto alla partecipazione di tutti gli enti, organizzazioni ed istituzioni locali e centrali interessate, il progetto rappresenta un ulteriore passo nel cammino intrapreso da tempo dalle due Camere di Commercio verso una più stretta collaborazione e un dialogo più vivo con i diversi Paesi dell’area. L’intento è ora quello di valorizzare ulteriormente le iniziative già intraprese, di tipo economico, finanziario, sociale e culturale, che hanno permesso la creazione di eccellenti relazioni bilaterali, in un quadro congiunto di attività con i Paesi del Basso Mediterraneo. Tutto questo come corollario ad uno sviluppo marcato dei territori di Napoli e Milano. E’ la prima volta che si fa sistema tra nord e sud nei confronti di un’area geografica di interesse economico comune per il sistema Italia nel suo complesso, grazie a un impegno congiunto per il coordinamento delle attività svolte verso l’area mediterranea. “La Camera di commercio di Milano ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – è da anni impegnata a far crescere sia i rapporti commerciali che l’idea di piccola impresa nei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. E’ un contributo concreto alla stabilità dell’area. Un segno questo profondo: per l’Italia la dimensione euro - mediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo. E quindi la via naturale per un rafforzamento di questo tipo di impegno e di responsabilità è quella dell’alleanza tra Milano e Napoli”. ''Il 'ponte’ realizzato fra Napoli e Milano costituisce - secondo Gaetano Cola, presidente della Camera di Commercio partenopea - un contributo alla crescita della rete delle piccole e medie imprese della Campania e del Mezzogiorno d'Italia. Napoli è naturalmente protesa nel bacino del Mediterraneo e la sua Camera di Commercio crede fortemente nelle possibilità di sviluppo nei rapporti con gli altri Paesi. E' possibile – a parere di Cola - coniugare affari e solidarietà, business e pace nel bacino del Mediterraneo. Il Comitato Milano-napoli per il Mediterraneo ha l'obiettivo di garantire la progressiva integrazione tra le attività ed i sistemi economico-sociali delle due città con i Paesi dell'area mediterranea. Su questo terreno, la Camera di Commercio di Napoli intende continuare a puntare per garantire, da un lato, una crescita costante dell'export e, dall'altro, favorire un interscambio più stretto tra i diversi partners. Napoli, per la sua tradizione di apertura al mondo e alla vita, si candida a diventare 'capitale' dei traffici del Mediterraneo.” Milano e Napoli verso il Mediterraneo. Nell’export Italia - Mediterraneo per provincia nel I trim. 2004 Milano raggiunge un export di oltre 518 milioni di euro, incidendo per il 15,3% sul totale nazionale (pari a 3.397 milioni di euro), Napoli con 44 milioni, 1,3%. Per l’import Milano è a quota 293 milioni, 6,3% e Napoli 125 milioni, 2,7%. Mentre per la quota dell’interscambio con il Mediterraneo rispetto al commercio estero totale (I trim. 2004) Napoli è superiore alla media italiana (pari al 6,3%) con 8,6%, poi Milano (3,2%). Per quanto riguarda le imprese italiane che hanno un’attività di import-export con il Mediterraneo (giugno 2004) a Milano si concentra il maggior numero di imprese che dichiarano un’attività di import-export con il Mediterraneo: ben 2.734 imprese a oggi che rappresentano il 13,3% del totale italiano (pari a 20.498 imprese), Napoli ne ha 430 imprese, 2,1%. Se passiamo a considerare la quota delle imprese che fanno import-export con il Mediteranno rapportata al totale delle imprese che fanno import-export in generale (giugno 2004), l’incidenza di mediterraneità a Milano è pari al 21,6%, a Napoli al 21%, meglio della media italiana di 20,3%. Milano e Napoli verso il Mediterraneo
Import (milioni di euro) Export (milioni di euro) Interscambio vs. Med su mondo N° imprese con interscambio vs Med Quota imprese vs Med su imprese vs. Mondo
Milano 293 518 3,2% 2734 21,6%
Napoli 125 44 8,6% 430 21%
Italia 4620 3397 6,3% 20.498 20,3%
Il Mediterraneo a Milano e Napoli. Milano è la provincia con il maggior numero di ditte individuali (Di) con titolare originario dai Paesi dell’area del Mediterraneo: sono 4.990, l’11,7% del totale sul territorio italiano (42.818), il 3,2% del totale delle ditte individuali anche non di stranieri presenti nell’area milanese (153.816). Napoli ne fa segnare 623, l’1,5% di quelle italiane, lo 0,5% del totale provinciale (120.844). In termini di variazione tra il 2000 e il 2004, Napoli ha una crescita del +592,2%, mentre Milano del +144,4%. Nella provincia milanese sono 38.284 i residenti stranieri del Mediterraneo (11,8% rispetto al totale dei residenti “mediterranei” in Italia, 324.867), in quella napoletana sono 6.763 (2,1%). Il loro peso sulla popolazione totale della provincia milanese (3.721.428) è del 1,03%, della provincia napoletana (3.075.660) dello 0,18%. A Milano e Napoli prevale la tolleranza. Aperti e tolleranti: nei confronti degli immigrati dai paesi mediterranei milanesi e napoletani si confermano predisposti al dialogo. Il 40% dei meneghini ha almeno un amico proveniente dall’altra sponda del Mediterraneo, superiore al dato medio nazionale (37,4%), in prevalenza conosciuto per lavoro (46,8% dei casi). Il 65% dei partenopei ritiene giusto che gli immigrati mantengano le loro usanze (55% il dato italiano), e il 74% è strenuo difensore della tutela di tutti i simboli religiosi, come ad esempio la croce e il velo (68,7% in Italia). Obiettivo comune per le due città è quello di favorire l’integrazione degli immigrati: a Milano si pensa soprattutto alla realizzazione di luoghi di aggregazione (10% contro il 7,4% italiano e il 7,5% dei napoletani) e in secondo luogo al controllo dell’accesso dei clandestini (9,5% contro l’8% italiano). A Napoli si punta invece principalmente a creare nuovi posti di lavoro (20,5% contro il 15,5% italiano). Circa la possibilità di coppie miste composte da italiani, uomini o donne, e immigrati, la maggioranza si dichiara favorevole sia tra i milanesi (24,5% molto favorevole, 33,5% abbastanza), sia tra i napoletani (32,5%, 39%). Vincono i “sì” anche per l’ipotesi di un’apertura di una nuova moschea nelle due città: il 57% dei milanesi (tra molto favorevole, abbastanza e poco) e il 65% dei napoletani. Tra le motivazioni indicate, entrambi citano l’apertura religiosa come caratteristica peculiare di ogni grande città (29,3% dei milanesi, 35% dei napoletani) e lo stimolo al processo di integrazione (9,2% e 6,7%). Emerge da un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Milano attraverso il Cirm su un campione di 1.000 persone, 200 per ogni città, a Milano, Napoli, Roma, Bologna e Palermo nei giorni tra il 14 e il 17 giugno. Mediterraneo o europeo? Il 75% dei napoletani non ha dubbi: si sente più persona del Mediterraneo rispetto al modello del Nord Europa. Anche i milanesi confermano la loro vicinanza al modello Mediterraneo con il 39%, mentre il 20,5% si dichiara a metà strada tra le due tipologie, il 35,5% si sente più nordico.
 
   
   
CONVEGNO: "LA COLLABORAZIONE TRA IMPRESE COME STRATEGIA COMPETITIVA - STRUMENTI ED ESPERIENZE A CONFRONTO  
 
 Milano, 29 novembre 2004 - " Si terrà a Milano il primo dicembre, ore 9.30-12.30 presso Unioncamere Lombardia, via Oldofredi 23. Unioncamere Lombardia, Politecnico Innovazione, le Associazioni regionali artigiane e Regione Lombardia tratteranno dell'importanza e urgenza di collaborare fra imprese per rimanere concorrenziali e degli interventi pubblici a sostegno del comparto artigiano. Illustreranno inoltre i risultati del progetto pilota "Collaborare in rete" da loro realizzato per favorire l'uso di internet nei rapporti fra gruppi di aziende artigiane e fra consorzi di imprese. All'interno del progetto è stato realizzato il sito di e-business www.Collaborareinrete.it e una piattaforma web per lo scambio dati e informazioni fra aziende. La piattaforma può servire ad esempio a imprese che lavorano in partnership o a consorzi artigiani per la gestione di commesse comuni e per lo scambio comunicazioni fra associati; può servire inoltre a committenti e fornitori per la gestione ordini, documenti tecnici, documenti sulla qualità o per l'assistenza on-line su problemi tecnici alle macchine utensili da parte del fornitore dell'impianto. Alcune aziende e consorzi che stanno sperimentando l'uso della piattaforma porteranno la propria testimonianza. Maggiori informazioni sul convegno nell'invito allegato. La partecipazione al convegno è libera confermare l'iscrizione su www.Collaborareinrete.it  
   
   
2° CONFERENZA ITALIANA SUL COACHING ACCELERA LO SVILUPPO:STRUMENTI, TECNICHE ED ESPERIENZE  
 
Milano, 29 novembre 2004 – Martedì 30 novembre 2004 dalle ore 9.00 alle 18.00, si terrà a Milano presso il Centro Congressi Palazzo delle Stelline la Seconda Conferenza Italiana sul Coaching dal titolo “Accelera Lo Sviluppo: strumenti, tecniche ed esperienze”, organizzata dalla Federazione Italiana Coach, Chapter Italiano della International Coach Federation. L’obiettivo della 2° Conferenza è dare un’opportunità di approfondimento sul coaching e presentare esperienze vissute e casi aziendali (tra quelli presentati ci sarà ad esempio il caso Nokia) a coloro che vogliono avere una maggiore dimestichezza con gli strumenti e metodologie di coaching più affermati. La Seconda Conferenza Italiana sul Coaching vuole essere l'evoluzione della Conferenza Italiana tenutasi l'anno scorso a Roma, che ha visto riunite oltre 150 persone, tra coach e specialisti di sviluppo delle risorse umane, provenienti da tutta Italia. Per informazioni aggiuntive e per scaricare il modulo d’iscrizione www.Federazionecoach.it  
   
   
BRAMBILLA A.D. BIANCHI NOMINATO VICEPRESIDENTE COLIBI  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Davide Brambilla, Amministratore Delegato della Bianchi, è stato eletto, in rappresentanza dell'Ancma, Vice Presidente del Colibi, l'associazione che rappresenta i costruttori europei di biciclette con sede a Bruxelles. Missione del Colibi è quella di promuovere i comuni interessi dell'industria europea di biciclette. Le attività del Colibi sono rivolte al monitoraggio, agli sviluppi delle legislazioni nazionali ed europee e alla promozione dell'uso della bicicletta. E' quindi importante l'attività di lobby che nell'interesse degli associati promuove nei confronti delle istituzioni e autorità nazionali ed europee. Davide Brambilla oltre a essere Amministratore Delegato di Bianchi è Amministratore Delegato di Cycleurope Italia, società che si occupa della commercializzazione in Italia dei prodotti del gruppo e fa parte della Giunta dell' Ancma, l'Associazione Italiana Ciclo e Motociclo.  
   
   
L’ENAC CONVOCA VOLARE, ASSOCIAZIONI SETTORE AEREO E TURISTICO PER OPERATIVITÀ DOPO SOSPENSIONE DI VOLARE AIRLINES E AIR EUROPE  
 
 Roma, 29 novembre 2004 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile ha convocato per venerdì 3 dicembre, alle ore 10:00, Volare Group e le associazioni del settore aereo e turistico per la valutazione dell’operatività nell’imminenza dell’aumento di traffico legato alle festività invernali. L’incontro, a cui saranno presenti i vertici dell’Enac, Volare Group, Assaereo, Assotravel, Assoviaggio, Astoi e Fiavet, è finalizzato ad una analisi delle problematiche connesse alla sospensione dell’operatività delle compagnie di Volare Group (Volare Airlines e Air Europe), nell’ottica di prevenzione di possibili disagi agli utenti, nel rispetto dei loro diritti e degli standard di qualità dei servizi.  
   
   
IN SEI GIORNI 30.000 TELEFONATE AL NUMERO VERDE DELL’ENAC 800 898 12 RIPRESO L’ORARIO NORMALE DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 08:00 ALLE 20:00  
 
Roma, 29 novembre 2004 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile rende noto che il Numero Verde gratuito – 800 898 121 - che è stato eccezionalmente attivato durante lo scorso fine settimana per fronteggiare le numerose richieste di informazioni giunte a seguito della sospensione dei voli dalla compagnia aerea Volare, continuerà ad essere operativo con gli orari consueti, dal lunedì al venerdì, dalle ore 08:00 alle ore 20:00. L’enac, infatti, per affiancare in informazioni ed assistenza le migliaia di persone in possesso dei biglietti aerei di Volare, e nell’interesse del sistema del trasporto aereo nazionale, aveva disposto, sabato 20, l’attivazione immediata del proprio Numero Verde ed il potenziamento del servizio in linee e personale dedicato, affiancando al numero gratuito, per la giornata di domenica, alcuni numeri suppletivi di telefonia fissa, che attualmente non sono più adibiti a tale servizio. Da sabato 20 novembre, alle ore 20.00 di ieri sera, giovedì 25, i funzionari dell’Enac che hanno risposto al Numero Verde, hanno registrato più di 30.000 chiamate. La ripresa dei normali orari, con la conseguente interruzione del servizio durante il fine settimana, si rende necessaria anche ai fini di riorganizzare l’operatività del personale impegnato in questa attività.  
   
   
DELTA OFFRE ALLE AZIENDE IN CRESCITA MAGGIORI VANTAGGI CON IL PROGRAMMA SKYBONUS  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Delta Air Lines ha apportato miglioramenti a Skybonus, il programma di incentivazione studiato per le piccole e medie imprese, assicurando maggiori vantaggi per tutte le Pmi che viaggiano con Delta e i suoi partner. Le maggiori novità di Skybonus sono: Un sito internet di facile consultazione; Un unico sito internet per i 13 paesi europei serviti da Delta; Opzione di scelta della lingua tra inglese, francese, spagnolo, tedesco e italiano; Una struttura di accumulo punti più semplice, basata sul prezzo del biglietto e non più sulla classe di prenotazione del viaggio; Un numero quasi doppio di premi disponibili, tra cui voli, upgrades e noleggio auto; Maggiore disponibilità di posti per i viaggi premio; Possibilità di delegare la gestione alla propria Agenzia di Viaggi; Facile strumento di lavoro per le Agenzie di Viaggi; Procedura più semplice per l'utilizzo dei punti accumulati con E-certificates; Maggior numero di tariffe pubblicate con le quali si possono accumulare punti, incluse molte classi di prenotazione scontate. I voli effettuati con Delta o con uno dei suoi partner possono essere acquistati tramite i vari canali di distribuzione e registrati sul programma Skybonus in tre diversi modi: direttamente attraverso il sito www.Delta.com/skybonus, automaticamente attraverso www.Delta.com quando il viaggio è prenotato on-line, tramite il proprio agente di viaggi all'atto della prenotazione. L'azienda può in ogni momento controllare il saldo dei punti accumulati al sito www.Delta.com/skybonus ed ottenere premi in cambio dei punti. Secondo Delta, una delle prime compagnie aeree ad introdurre, nel 2000, un programma di incentivazione ideato specificamente per le Pmi, le esigenze delle piccole e medie aziende vengono, di solito, scarsamente considerate. Thomas Brandt, Generai Manager Distribution Planning International di Delta, sostiene che "In generale, i budget e le necessità di viaggio delle Pmi sono molto diversi da quelli delle grandi aziende e abbiamo quindi adattato il programma Skybonus in funzione delle loro esigenze". "Skybonus offre alle Pmi più opzioni e un maggior controllo e, nella nuova versione, offre flessibilità e possibilità di scelta, così l'azienda può decidere come guadagnare e come spendere i punti" prosegue Thomas Brandt. Un numero sempre maggiore di Pmi effettua viaggi transatlantici, ma, secondo Delta, non sempre le Pmi scelgono di volare in business class. Il programma Skybonus è stato sviluppato per offrire alle Pmi più flessibilità e possibilità di scelta, considerate la specificità del loro tipo di business e le esigenze di viaggio di questo particolare mercato. Molte tariffe scontate, diversamente dalla precedente versione, danno diritto ad accumulare punti con Skybonus. La nuova versione inoltre permette alle aziende registrate di accumulare punti in base al prezzo del biglietto e non più in base alla classe di prenotazione, assicurando così maggiori possibilità di accumulare punti ed ottenere premi. Inoltre, i punti validi per i premi si guadagnano volando con Delta, con i partner Skyteam o con uno dei partner in code-share di Delta. Nella nuova versione, Skybonus permette anche di accumulare punti con biglietti acquistati presso gli uffici della compagnia, il proprio agente di viaggi e con prenotazioni on-line. I punti accumulati possono essere utilizzati per richiedere premi a scelta tra una selezione di 20 opzioni, tra cui voli, noleggio auto, accesso alle lounge aeroportuali o per lo status di socio Skymiles Medallion (il livello più alto per i membri del programma frequent flyer di Delta, Skymiles). Grazie alle vaste opportunità di accumulare e spendere punti, ciascuna azienda ha la possibilità di scegliere il premio in base alle proprie esigenze. Tutti i premi offerti da Delta Skybonus costituiscono potenziali risorse per la società. I premi, infatti, possono essere utilizzati per viaggi di lavoro, per riconoscimenti al personale o come regalo per qualcuno all'esterno dell'azienda. Se l'azienda, ad esempio, desidera usare i punti per fornire gratuitamente un auto a noleggio ad un cliente importante o utilizzare i voli premio come incentivo per il personale, con Skybonus è possibile. Il programma Skybonus è interamente gestito via web; le aziende possono registrarsi al sito www.Delta.com/skybonus Una volta che si è registrata, l'azienda vola con Delta, o con uno dei partner in code-share, e i punti Skybonus vengono automaticamente aggiornati. Oltre ad accumulare punti sul programma aziendale Skybonus, i viaggiatori possono contemporaneamente accumulare miglia sul proprio programma Skymiles.  
   
   
YAMAHA +47,4% DI VENDITE NEL 2004. EFFETTO VALENTINO ROSSI?  
 
Bologna, 29 novembre 2004 - Sport System Europe, società bolognese specializzata in marketing sportivo, ha effettuato una ricerca per verificare quale sia, per i costruttori, l’effetto della partecipazione al Motomondiale sulle vendite di moto. Per realizzare questa analisi sono stati utilizzati i dati di vendita delle moto (fonte: Ancma / periodo gennaio-ottobre 2004), sul mercato italiano che può essere considerato, per molti aspetti, un indicatore significativo. Per avere a disposizione l’andamento delle vendite su base pluriennale, sono stati considerati, inoltre, i dati di vendita relativi agli anni 2001, 2002 e 2003. Ecco che cosa è emerso. Yamaha, nel periodo gennaio – settembre 2002, perdeva il 2% del mercato rispetto all’anno precedente e, nella classifica delle moto più vendute nel settore delle sportive, vedeva solamente la Yzf R6 (4.149 pezzi) e la Yzf R1 (3.223 esemplari) in posizioni non certo brillanti. Honda, invece, poteva guardare tutti dall’alto al basso con la sua Hornet 600 al primo posto (ben 9.390 pezzi immatricolati) e i due elementi più pregiati come la Cbr 600 e la Cbr Fireblade 1000 con 5.980 esemplari la prima e 4.115 la seconda. Pur vendendo oltre 5.000 pezzi in meno rispetto all’anno precedente, Honda riusciva ad essere il primo produttore in assoluto, con una quota di mercato pari al 22,69%. Yamaha non stava certo meglio: 10.000 moto in meno rispetto al 2001 e terzo posto, dopo la Piaggio, con una quota del 12,54%. Il mercato, due anni fa, era in una situazione di crisi e si vendevano quasi 30.000 moto in meno ogni anno. Oggi la situazione è molto diversa: Yamaha, pur non riuscendo a scalzare la Honda Hornet dal primo posto (che ha venduto anche nel 2004 8.517 pezzi), ha ottenuto il secondo con la Fz6 (5.527 moto immatricolate), e il quarto con la Yzf R1 (4155 esemplari). E non dimentichiamo, la Yzf R6 che ne ha vendute 2.205. Le Honda hanno subito la pressione e si piazzano dietro l’R1, con poco più di 7.000 moto tra Cbr 600 e Cbr 1000. Il mercato, pur non subendo variazioni da un punto di vista della classifica, è ora suddiviso in questa maniera: 21,2% per Honda (4,3% in meno di moto immatricolate rispetto al 2003) e 16,8% per Yamaha (addirittura +47,4% sul 2003). E i costruttori di casa nostra? Dopo la straordinaria stagione d’esordio, Ducati ha dovuto fare i conti con la realtà: solo l’ottavo posto nel campionato piloti e il terzo in quello costruttori (alle spalle di Honda e Yamaha). In Italia, la casa di Borgo Panigale ha segnato una riduzione del 4% delle immatricolazioni, andamento che si è potuto rivedere in molti Paesi con i quali Ducati ha contatti. Unico segno positivo il +20% delle vendite negli Stati Uniti. I segnali che arrivano dalle vendite sono scaturiti da un target Ducati diverso rispetto a quello delle grandi case giapponesi: la casa bolognese vanta, negli States, il fascino del Made in Italy, a cui va aggiunto il “quid” del brand Ducati che, in un Paese dove la Motogp ha influenza minima (nessun Gp disputato nel 2004, sarà reinserito, dopo dieci anni, quello di Laguna Seca solo per la Motogp dal 2005; nessun pilota in grado di lottare per il titolo), rende il mercato statunitense in forte espansione. Le cifre, in generale, parlano di un –36% nei ricavi dalle vendite nel trimestre Luglio – Settembre 2004 rispetto ad un anno fa, mentre il margine lordo è stato pari al 43,3% dei ricavi, in crescita rispetto al 37,7% del terzo trimestre dell'anno precedente. Il caso Aprilia, invece, appare più complesso per una situazione economica particolarmente instabile e scelte di mercato diverse dalle concorrenti: i prodotti offerti coprono, oltre alla fascia dei “mille” anche quella dei 125 e 250cc, cosa che non accade per gli altri costruttori. Ma, in Italia, le cilindrate minori sono scarsamente considerate e Aprilia, pur essendo leader nelle vendite delle moto di tali cilindrata, non genera fatturati particolarmente elevati. Nonostante il dissesto economico, la casa di Noale è riuscita a conservare una posizione di rilievo nel campionato mondiale 2004 nelle classi 125 e 250, chiudendo, come costruttore, rispettivamente al primo e secondo posto. In Motogp, come accade da qualche anno, non riesce ad emergere. Scarsissima visibilità nella classe regina ha portato, parallelamente, a scarse vendite del prodotto corrispondente. La Yamaha, sull’onda dei successi, in primavera metterà in vendita la R46 Valentino Rossi, nata da uno schizzo di Valentino, sarà commercializzata in tiratura limitata. Bruno Bernardini, Direttore Generale di Sport System Europe, intervistato sull’argomento, ha dichiarato che: “La partecipazione dei costruttori al Motomondiale, dimostra di essere una condizione necessaria ma non sufficiente per influenzare l’andamento del mercato sia in Italia, sia a livello internazionale. Certamente la presenza delle Case in un evento di così grande risonanza e visibilità (solo in Italia: oltre 207 ore di copertura Tv, più di 44 milioni di contatti generati, 8 italiani su 10 hanno visto in Tv il Motomondiale) genera effetti positivi sulla credibilità e sull’immagine di marca. Questi effetti sono in grado di influenzare le vendite sia del segmento “sportivo”, sia di quello “tradizionale” ma, da soli, dimostrano di non essere sufficienti. Infatti, in questo caso, l’importante non è solo partecipare ma è, soprattutto, vincere. La vittoria è in grado di spostare le quote di mercato, come dimostra il dato Yamaha che ha fortemente investito su Valentino Rossi. Questo dato è confermato, in senso negativo, dal non buon andamento sportivo di Ducati che si ripercuote anche sul mercato. Anche il dato di Aprilia deve far riflettere: se si vince ma non si lavora su prodotti di successo, la situazione diventa difficile: si investe molto ma i ritorni in termini di fatturato non si generano.”  
   
   
CARLO RUBBIA PRESENTA IL RAPPORTO ENERGIA AMBIENTE 2004 DELL'ENEA  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Il Rapporto Energia-ambiente 2004 presentato il 25 novembre dal prof. Carlo Rubbia, è stato predisposto dall'Enea e costituisce un lavoro di analisi a cadenza annuale sulla situazione energetico-ambientale del Paese, che illustra l'evoluzione del quadro italiano per quanto riguarda domanda e offerta energetica, ricadute ambientali, sviluppi tecnologici, e politiche a scala internazionale, nazionale e locale su energia e ambiente. Il prof. Rubbia, traendo spunto dalla presentazione del Rapporto, ha svolto un’ ampia riflessione sui principali aspetti della situazione energetica del nostro Paese, affrontando questioni quali la dipendenza negli approvvigionamenti, i vincoli ambientali e il rispetto degli impegni di Kyoto, le attività di ricerca e sviluppo per le quali ha auspicato un sensibile incremento dei finanziamenti. Il prof. Rubbia ha poi indicato alcune linee che ritiene prioritarie al fine di cogliere l’opportunità di sviluppare nel nostro Paese tecnologie innovative per la produzione e l’utilizzo dell’energia nel rispetto dei valori ambientali, quali ad esempio il solare ad alta temperatura per la generazione di elettricità e di idrogeno e i processi per l’uso del carbone agli stessi fini soddisfacendo requisiti di bassissimo impatto ambientale: su tali tecnologie l’Enea sta realizzando importanti progetti di ricerca e sviluppo in stretta cooperazione con l’industria nazionale. Consumi energetici. La stagnazione dell’economia italiana e le condizioni climatiche prevalenti (soprattutto una estate lunga e particolarmente calda) hanno determinato, nel corso del 2003, l’innalzamento della domanda complessiva di energia primaria a 192,9 Mtep (+2,9% rispetto al 2002) e un peggioramento dell’intensità energetica rispetto all’anno precedente. Il fabbisogno di energia primaria per fonti evidenzia una riduzione dei consumi di petrolio e prodotti petroliferi pari all’1,4% ed in parallelo il consolidarsi della tendenza all’aumento dei combustibili fossili, soprattutto del carbone e del gas (rispettivamente +8% e +9,4%), quali fonti sostitutive nella generazione elettrica. Tra gli impieghi finali di energia, particolarmente importante risulta essere l’incremento dei consumi del settore civile (residenziale e servizi) passato dai 40,5 Mtep del 2002 ai 43,6 Mtep nel 2003 (+8,4%) a seguito sia di fattori climatici sfavorevoli, sia di fattori economici e sociali. L’incremento dei consumi ha riguardato in particolare il gas (+10,4%) i prodotti petroliferi (+7,2%) e l’energia elettrica (+5%). L’incremento dei consumi nei trasporti, invece, è stato più contenuto (+2,3%), a causa dell’approssimarsi di situazioni di saturazione soprattutto nel trasporto su strada. In questo settore i consumi di prodotti petroliferi mostrano una crescita del 2,1% grazie alla crescita del gasolio quale sostituto della benzina. Infine, i consumi del settore industriale hanno avuto un incremento molto modesto: appena l1,4%. La dipendenza energetica - Il livello di dipendenza energetica è passato dall84,1% del 2002 all84,6% del 2003. Questo a sua volta si è tradotto in un aumento della fattura energetica (+104 milioni di euro) dell’Italia verso lestero che, pur beneficiando dell’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, ha risentito dell’incremento dei volumi importati, in particolare di quelli di gas naturale. Nel 2003, la produzione nazionale di fonti energetiche ha subito una leggera contrazione (-1%) rispetto all’anno precedente, a seguito di una riduzione significativa della produzione di gas naturale (-6,3% rispetto al 2002) e di una più leggera diminuzione nell’output di petrolio greggio, dovute al progressivo esaurirsi dei giacimenti nazionali di idrocarburi attualmente in uso. Si è assistito inoltre ad una contrazione della produzione di elettricità da rinnovabili imputabile alla riduzione del contributo da fonte idroelettrica e al rallentamento dei tassi di crescita di tutte le altre fonti energetiche rinnovabili. Il black-out del 28 settembre 2003 (il più grosso verificatosi in Italia negli ultimi 50 anni), con una perdita di carico di 19.600 Mw e l’interruzione delle forniture alla quasi totalità degli utenti italiani per circa 24 ore, ha riportato alla ribalta il problema della sicurezza degli approvvigionamenti energetici, e della loro efficienza ed affidabilità per una economia sviluppata. Petrolio. Il prezzo del greggio nel 2003 ha sfiorato i 30$/bl a seguito della crisi in Iraq e della ripresa dell’attività produttiva mondiale, ma anche della decisione dei paesi produttori di compensare con prezzi più alti la perdita di potere d’acquisto dovuta all’indebolimento del dollaro. Durante l’anno in corso (2004), la crescita dell’economia mondiale (soprattutto asiatica), le pressioni speculative, il peggioramento della situazione politica mediorientale e altre situazioni contingenti hanno portato le quotazioni oltre i 50 dollari al barile ad ottobre. Se la pressione sui prezzi sembra essersi attenuata, i dati congiunturali fanno temere che resterà su livelli alti fino alla fine dell’inverno 2004-2005. Efficienza energetica. Gli indici di efficienza energetica per macrosettori economici, sembrano restare stazionari o tutt'al più leggermente migliorati. Gli indicatori di intensità energetica nell’ultimi anni, in Italia, si sono mantenuti sui valori relativamente bassi degli anni 90, ma non sono riusciti a seguire i trend degli altri paesi in direzione di un ulteriore abbassamento. Protocollo di Kyoto. Il settore energetico italiano è stato responsabile dell’emissione di circa 443 Mt. Di anidride carbonica nel 2002 (+1,3% rispetto al 2001). Il 35% di queste emissioni proviene dai processi di trasformazione dell’energia, il 28,2% dal settore dei trasporti, il 18% dalle industrie manifatturiere e delle costruzioni e un altro 18% dagli altri settori. Il settore dei trasporti è responsabile dell’incremento più elevato (22,7%) rispetto all’anno 1990, seguito dal settore della produzione e trasformazione energetica (15%). Solo il settore delle industrie manifatturiere e delle costruzioni ha evidenziato una contrazione del livello di emissioni (3,3%). La traiettoria crescente delle emissioni dell’Italia rende imprescindibile il ricorso ai meccanismi flessibili previsti dal Protocollobdi Kyoto. Stato e regioni: rispettivi ruoli in materia energetica. Il rapporto tra i ruoli del Governo e delle Regioni e la continua ricerca di un equilibrio tra di essi hanno costituito un elemento importante nelle diverse scelte energetiche fatte nel 2003-2004, come è emerso nel recente processo autorizzativo di nuove centrali elettriche a fronte del gran numero di domande. La legge per il riordino del settore energetico 23 agosto 2004, n. 239 tenta di chiarire le competenze in questo campo. Già più della metà delle Regioni si sono dotate di strumenti di programmazione energetico-ambientale, mentre altre li stanno predisponendo o stanno predisponendo strumenti legislativi adeguati alla liberalizzazione dei mercati energetici e al rinnovato Titolo V della Costituzione. Investimenti per la ricerca. L’italia continua a situarsi molto indietro fra i paesi aderenti allOcse per intensità d’investimenti in ricerca rispetto al Pil. Nel 2001, con circa l1,1% di spesa per R&s sul Pil, l'Italia ha un rapporto pari a poco più di un terzo di quello del Giappone e a meno della metà di quello degli Stati Uniti. Esso risulta pari a circa la metà di quello delle nostre dirette concorrenti sul piano economico-commerciale (Francia (2,2%) e la Germania (2,5%)) e ben al di sotto della media europea, contribuendo alla perdita di competitività dell’industria nazionale. Tale preoccupante situazione è un fenomeno strutturale e storicamente consolidato che deriva da un orientamento del sistema industriale italiano verso produzioni a basso valore aggiunto. Fra le conseguenze di questa specializzazione del sistema produttivo nazionale sembra esservi il ridotto impegno in ricerca del sistema-Italia, la minore crescita conseguita dalla nostra economia in questi ultimi anni e la perdita di quote di mercato nell’export. Per quanto riguarda le spese pubbliche di ricerca e sviluppo in campo energetico, il trend è decisamente negativo, con un livello della spesa nel 2003 ridotto a poco meno della metà del livello del 1990 in termini reali. La riduzione ha interessato soprattutto le attività di ricerca su tecnologie orizzontali e la ricerca sul nucleare, che si è focalizzata sulla fusione termonucleare e, per la fissione, sui temi della sicurezza e del trattamento delle scorie. E’diminuita anche la ricerca riguardante il risparmio e l’efficienza energetica.  
   
   
A COMO IL PRIMO LABORATORIO SPERIMENTALE SUL MIGLIORAMENTO DELL'EFFICIENZA DEGLI IMPIANTI TERMICI PER PROMUOVERE L'UTILIZZO DI CALDAIE A CONDENSAZIONE CHE RIDUCONO DEL 12% LE EMISSIONI DI CO2 E FANNO RISPARMIARE NELL'INTERA PROVINCIA COMASCA OLTRE 5 MILIONI' DI EURO ALL'ANNO IN COMBUSTIBILE.  
 
Como, 29 novembre 2004 - Oltre 7.500 Tep (Tonnellate di Petrolio Equivalenti) risparmiate ogni anno, 19.000 tonnellate di Co2 in meno immesse nell'atmosfera, circa 6 milioni di euro risparmiati ogni anno nella sola Provincia di Como. Questi i primi dati elaborati da Assotermica (L'associazione dei produttori di apparecchi ed impianti termici, federata Anima) promotrice insieme al Gruppo Consiliare Lega Nord della Regione Lombardia, Provincia e Comune di Como del Primo Laboratorio Sperimentale Italiano volto a studiare i benefici del miglioramento dell'efficienza degli impianti termici. I dati presentati da Assotermica costituiscono il primo passo del Laboratorio che avrà come obiettivi la promozione e l'incentivazione dell'utilizzo di caldaie a condensazione, le uniche in grado di abbattere in modo significativo inquinamento e consumi. L'attuale legge di riferimento in Italia per quanto riguarda le prescrizioni minime di rendimento è tuttora il Dpr 412 del 1993, reso ormai inadeguato dall'evoluzione tecnologica raggiunta dalle aziende, in particolare quelle italiane. Assotermica con il proprio Progetto Protezione Ambiente si è battuta a livello ministeriale perché anche l'Italia venisse portata dal punto di vista normativo allo stesso livello delle altre nazioni europei. Il Governo ha vagliato il Progetto e ora sta lavorando alle modifiche sul Dpr 412, per aumentare l'efficienza degli impianti e di conseguenza ridurre le emissioni nocive prodotte dai sistemi di riscaldamento. Ma non basta, oltre alle Norme, secondo Assotermica attuare una politica di incentivi. Ad oggi il maggior costo di una caldaia a condensazione, grazie a minori consumi viene ammortizzato in 5 anni. Se si riuscisse grazie agli incentivi dei vari Enti Locali ad abbassare ulteriormente il break-even point, allora la diffusione delle caldaie a condensazione potrebbe davvero portare grossi benefici per il portafoglio dei cittadini e per la qualità dell'aria. A livello italiano i vantaggi sarebbero importanti. I consumi calerebbero di oltre il 30% con un risparmio di 3,1 milioni di Tep, tradotto in soldi si risparmierebbero circa 2,3 miliardi di euro all'anno, mentre l'inquinamento atmosferico calerebbe del 12%, come se di colpo si spegnesse 1'80% gli impianti di riscaldamento dell'intera Lombardia. La scelta di studiare Como e provincia è stata fatta perché la cittadina lombarda con i suoi climi differenti (pianura, collina, lago) rappresentava un case history significativo. I primi dati elaborati dal Laboratorio Sperimentale indicano che la strada è quella giusta. Ogni anno nella Provincia di Como vengono installati circa 25.000 nuovi impianti termici di cui 2.800 sono impianti nuovi e 22.200 sono sostituzioni di impianti esistenti. Spesso si tratta di altrettante occasioni sprecate. Mancando una legge di riferimento e i giusti incentivi, infatti, nel 90% dei casi vengono installate caldaie standard invece delle più tecnologiche caldaie a condensazione. Lo studio preliminare di Assotermica per il Laboratorio Sperimentale della Provincia di Como evidenzia la possibilità di risparmiare fmo a 7.500 di Tep/anno di combustibile e oltre 19.000 tonnellate di Co2 in meno immesse nell'atmosfera. Sul sito e’ disponibile gratuitamente un programma per il calcolo dei risparmi ottenibili con l’utilizzo dei nuovi impianti. Infolink: www.Assotermica.it  
   
   
CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI NEGLI EDIFICI ATTRAVERSO LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE  
 
 Cernobbio, 29 novembre 2004 - La contabilizzazione del calore è un sistema d'eccellenza che rende termoautonomi gli appartamenti in condomini con impianto di riscaldamento centralizzato. Pur essendoci sempre un'unica caldaia per tutto lo stabile, ogni comproprietario ha la possibilità di spegnere, ridurre o alzare la temperatura del proprio appartamento, ufficio o negozio, utilizzando dispositivi particolari. In ogni appartamento, attraverso l'impiego di un cronotermostato, si programmano le diverse temperature richieste a seconda delle ore della giornata. Una unità periferica conteggia i consumi di calore dell'utenza e un set di valvole permette di aprire e/o chiudere l'afflusso dell'acqua calda in ciascun appartamento. Per evitare furti di calore da un appartamento all'altro, è possibile impostare una gradazione minima uguale per tutti sotto la quale la temperatura non possa scendere, in modo da garantire il comfort igrotermico. Grazie ai contatori individuali, per ciascun appartamento si paga solo il calore effettivamente consumato, contribuendo attraverso una quota fissa - che può variare a seconda del tipo di impianto (norma Uni 10200) -, a coprire i costi della manutenzione della caldaia comune e degli apparecchi ausiliari collegati. L'adozione della ripartizione delle spese porta agli utenti ad un significativo risparmio, ma questo risparmio non deve essere considerato solo sotto gli aspetti economici ed energetici ma anche dal punto di vista ecologico per via della conseguente diminuzione d'immissione in atmosfera dei prodotti della combustione. Dal punto di vista del risparmio energetico, una miglioria significativa è rappresentata dalla notevole diminuzione del consumo di combustibile che, come conseguenza della maggior attenzione dei condomini, può raggiungere il 20-30%. Tra gli altri numerosi vantaggi che si ottengono attraverso l'applicazione di questo sistema, si possono anche enumerare i seguenti: Riqualificazione tecnologica della centrale termica con utilizzo di tecnologia innovativa e conseguente rivalutazione dell'immobile; Riduzione della spesa di trasformazione in quanto si utilizza l'esistente impianto centralizzato con l'aggiunta dei necessari apparecchi evitando in questo modo rotture di muri e pavimenti e anche la costruzione di camini e canne fumarie per ciascuna delle caldaiette risultanti dalla trasformazione dell'impianto originale; La manutenzione di una sola caldaia è più facile e le relative spese, divise tra tutti gli utenti, sono meno elevate; La caldaia centralizzata ha una vita più lunga rispetto a quella singola e presenta un rendimento superiore; L'intero impianto acquista maggiore sicurezza; Eliminazione dei limiti di orario previsti dalle fasce climatiche; Possibilità di delegare al gestore del servizio le responsabilità inerenti la centrale termica in modo totale. L'installazione del sistema è semplice e i costi variano in funzione del tipo d'impianto da riconvertire. Se la distribuzione del calore è "orizzontale", cioè con una sola colonna montante generalmente posizionata nel vano scale dalla quale parte la tubatura che va a servire l'alloggio, il contatore di calore sarà unico. Questo andrà posizionato nel punto d'ingresso della tubatura, permettendo di contabilizzare il consumo di calore di tutte le stanze dell' appartamento attraverso questo unico punto. Se l'impianto è "verticale", ci vorranno tante valvole termostatiche quanti sono i termosifoni. Per ogni unità abitativa ci può essere un cronotermostato con il quale si programmano le diverse temperature richieste a seconda delle ore della giornata. Una unità centrale di gestione computerizzata rielabora i dati dei singoli appartamenti le temperature richieste, i periodi di accensione e spegnimento e i consumi. In base a questi dati la caldaia regolerà automaticamente il funzionamento. Inoltre, non in ultima istanza, il comma 5, art. 26 della legge 10/1991, considerato che questi interventi non modificano in modo drastico l'impianto di riscaldamento e nemmeno ne compromettono la sicurezza, stabilisce ché per 1' adozione di sistemi di contabilizzazione del calore le assemblee condominiali possono decidere secondo il metodo della semplice maggioranza millesimale in deroga agli articoli 1120 e 1136 del Codice Civile.  
   
   
LA CULTURA DEL RISPETTO AMBIENTALE E DEL RISPARMIO ENERGETICO PENSIERO VERDEORO  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Verdeoro è un progetto nato per pensare all'ambiente, alla qualità della vita. L'obiettivo è trasformare il risparmio energetico e la tutela ambientale in un vantaggio concreto e raggiungibile per tutti, con l'adozione di tecnologie innovative per l'efficienza energetica nell'ambito del riscaldamento e condizionamento. La conoscenza e la consapevolezza sono il primo passo per accompagnare un processo di maturazione che possa finalmente modificare i comportamenti e portare anche nel nostro paese la cultura dell'ambiente e dell'uso razionale dell'energia. Pensiero, strategie a medio e lungo termine, progettazione, pianificazione, informazione, formazione e comunicazione. Questi i passi per raggiungere obiettivi tanto importanti quanto indispensabili per un futuro che non può più vedere trascurate tematiche di così grande rilievo. Istituzioni, amministrazioni, cittadini, aziende, scuole, tutti insieme per promuovere un comportamento etico e responsabile che nasce con la condivisione di un pensare e vive nella condivisione di un agire. Progetto Verdeoro - Analisi situazionale: Dati di mercato e dati sociologici per definire il quadro dell'aspettativa e dei comportamenti degli italiani rispetto alla tutela ambientale e al possibile risparmio energetico ottenibili con l'uso delle tecnologie innovative per il riscaldamento e la climatizzazione. Dossier tecnici con valutazioni di impatto ambientale e quantificazione dei consumi degli impianti esistenti, con elaborazione e proiezione dei dati sugli effetti della riqualificazione degli impianti su larga scala. Dossier di valutazione sull'impatto economico con simulazione e proiezione dei calcoli sugli effetti economici del miglioramento dell'efficienza energetica su larga scala. Strategia: Valutazione dei dati. Definizione scenario. Traduzione problematiche/necessità in termini di comunicazione. Individuazione di un percorso articolato di comunicazione integrata. Aree di intervento: Formazione, Scuole elementari - Istituti universitari - Amministrazioni - Associazioni di categoria. Promozione Campagne pubblicitarie - Work shop - Conferenze - Relazioni tecniche. Verdeoro per il comune di Roma : La qualità ambientale è un tema irrinunciabile del governo locale. Lo ricordano i cittadini invocando il diritto alla salute, lo impongono le direttive europee e il Protocollo di Kyoto, lo spiegano gli scienziati quando enumerano i rischi dell'inquinamento e mettono in guardia sul possibile collasso ambientale. Le città, più di altre aree del mondo, soffrono le conseguenze di una scarsa qualità ambientale. Se pensiamo che nelle città vivono 1'80% delle persone, si ha un'idea delle dimensioni del problema. Il Comune di Roma, l'Assessorato all'Urbanistica, Roma Energia sono impegnati nello sviluppo della qualità ambientale a Roma. La sostenibilità è un tema centrale del nuovo Piano Regolatore. Norme e opportuni incentivi potranno consentire la realizzazione di edifici ecologicamente ed energeticamente sostenibili. Il recepimento delle direttive europee consentirebbe di attuare un risparmio energetico del 22%, così da rientrare negli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto. Il mercato edilizio dovrà soddisfare la domanda di case di maggiore qualità tecnologica e a basso consumo energetico, compresa la promozione di "case solari", in base al progetto European Solar Building Exhibition, cofinanziato dall'Unione Europea. "Verdeoro" è un progetto di promozione e comunicazione che rafforzerà questo impegno, lo renderà più visibile e concreto, accrescerà tra i cittadini la consapevolezza delle tematiche ambientali e della necessità di proporre ricerca di base, nuove tecnologie, incentivi a vantaggio di un nuovo sviluppo urbano e di una migliore qualità della vita. Per informazioni Tel 0423 760523 e-mail info@aedwea.com  Infolink: www.verde-oro.it  
   
   
EURO SCIENCE GREATER ITALIAN SECTION COORDINATORE PROF. BELOBRZECKAJA COSTA LARISA  
 
 Milano, 29 novembre 2004 - The Greater Italian Section of Euroscience should link Italian and European scientists together to work closely on topics of advanced & high-quality concern; to discuss scientific/research results and to design the project ideas spanning all areas of science, engineering and technology; to unite different members of Euroscience on strong co-operative themes including: Space, Environment, Energy, Health, Climate, Organic and Inorganic Synthesis, Molecular Electronics, Conducting Materials, Catalysis, Nanotechnology and Nanoscience, Bio/chemical sensor technology, petrol chemistry, physics and chemistry of macromolecules and so on. Following the great historical and intellectual experience in science and engineering (Rita Levi-montalcini, R. Dulbbecco, C. Rubbia, G. Marconi, C. Golgi, E.t. Moneta, F. Modigliani, G. Carducci, L. Pirandello, E. Montale, S. Quasimodo, D. Fo G. Deledda, S. Cannizzaro, E. Fermi, E. Segre, Prof. G. Natta, D. Cassini, G. Galileo and another very famous scientists and Professors). The Greater Italian Section of Euroscience could show: How much important, significant and efficient the Italian Scientific Cultural contribution to the development of science, engineering and technology in the world (particular in Eu and in Russia).
Objectives of the Greater Italian Section of Euroscience.
To significantly increase the number of young researchers, scientists and women in leader-ship positions in science, research, high education teaching, technology, engineering; A co-operation much stronger between Italy and the scientific research centres of Eu, Russia and the world; To design web pages that can be used by students and common people with exiting and accessible languages for cultivating the public and private interest in science; To become the locomotive of the scientific train in Europe and all over the world; To be the Italian excellent platform for all the Sciences; To be the first to indicate the right way at the right moment for students, researchers, scientists, Professors in the field of modern scientific cooperation; To excel in Education and Research as the best scientific research centres and Universities of the International Community (Harvard, Oxford and so on); To be creative in Science and Technology; To meet inventers, innovators, scientists and researchers and promote the best ones.
Update and call for proposals and information Phone: ++ 39 338 2888 967 e-mail: belobrzeckoja@yahoo.It  http://www.Belkosta.narod.ru/  
 
   
   
REGIONE TOSCANA - GESTORE DELLA RETE: CONDIVISO ACCORDO PER L’APPLICAZIONE DELLA VAS ALLA PIANIFICAZIONE ELETTRICA NEL TERRITORIO REGIONALE  
 
Firenze, 29 novembre 2004 – La Regione Toscana e il Gestore della rete, la società responsabile dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, hanno condiviso i contenuti fondamentali di un protocollo d’intesa per l’applicazione della procedura Vas (Valutazione Ambientale Strategica) in vista della realizzazione degli interventi di sviluppo della rete elettrica nel territorio regionale. L’obiettivo di una verifica preventiva delle ricadute territoriali, ambientali e sociali dei progetti relativi allo sviluppo delle infrastrutture elettriche nell’area interessata, è stato presentato al Ministro delle attività produttive on.Le Marzano in occasione dell’incontro del Ministero con le Regioni a Firenze. L’accordo, che sarà formalizzato tra breve e che dà seguito all’accordo di programma approvato lo scorso marzo dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, prevede che il Gestore della rete sottoponga il piano di sviluppo della porzione di rete riguardante la Regione Toscana a studi e valutazioni ambientali preventive, al fine di facilitare l’individuazione e l’accettazione delle opere previste da parte delle Amministrazioni locali. L’intesa stabilisce che la Regione Toscana, oltre a indirizzare lo studio ambientale - fornendo dati e cartografie mediante il processo di Vas e a seguito di una stretta collaborazione con il Grtn - esprima un parere sulla localizzazione degli impianti previsti dal Piano di Sviluppo, sentiti Province e Comuni tramite un atto collegiale della Giunta Regionale. Inoltre, in base al piano condiviso, la Regione si impegna a semplificare i procedimenti autorizzativi delle opere sottoposte a Valutazione Ambientale Strategica. Al fine di poter organizzare al meglio lo sviluppo ed il raggiungimento degli impegni concordati, la Regione Toscana ed il Grtn concordano di attivare un tavolo tecnico, quale sede di confronto, scambio di informazioni e collaborazione, chiamato a riunirsi periodicamente. L’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci esprime “soddisfazione sull’accordo raggiunto, in particolare perché la Regione Toscana esprimerà il proprio parere con un atto della Giunta che tenga conto e integri le politiche regionali in questo settore e anche perché l’intesa prevede, d’altra parte, che il Grtn fornisca tutti i dati del sistema elettrico regionale ritenuti necessari per l’analisi del programma nonché gli scenari esaminati a monte delle scelte proposte” “Lo sviluppo delle infrastrutture elettriche - ha dichiarato Carlo Andrea Bollino, Presidente del Grtn – è un’esigenza prioritaria per favorire la qualità del servizio elettrico. Il Gestore della rete è impegnato a perseguire questo obiettivo nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza degli impianti. In tal senso, l’accordo che verrà stipulato con la Regione Toscana è per il Gestore della rete estremamente significativo e accelera lo sforzo di estensione dei nuovi strumenti di programmazione ambientalmente sostenibile all’intero territorio nazionale”.  
   
   
ENERGIA (GRUPPO CIR) ENTRA NEL SETTORE DEL RISPARMIO ENERGETICO  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Al fine di sviluppare tecnologie in grado di ridurre il consumo energetico, Energia Spa (Gruppo Cir) ha acquisito il 75% di Exelergy, tramite la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato. La società, che ha sede a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), opera nella realizzazione, commercializzazione e manutenzione di sistemi e apparecchiature per il risparmio energetico. In particolare, Exelergy ha messo a punto un dispositivo che permette di risparmiare più del 30% dei consumi di energia elettrica nel settore dell’illuminazione stradale e industriale. Con tale tecnologia, l’Italia potrebbe ogni anno consumare circa 1,7 miliardi di chilowattora in meno, equivalenti al consumo residenziale di una comunità di 1,5 milioni di persone. Sono inoltre in via di sviluppo altri sistemi che puntano alla razionalizzazione e riduzione dei consumi di elettricità in altri settori. L’accordo nasce dalla forte motivazione di Energia ad affermarsi come operatore all’avanguardia, anche alla luce degli indirizzi di politica energetica a livello europeo e italiano, volti alla riduzione dei consumi e al miglioramento delle condizioni di compatibilità ambientale e di qualità della vita. Energia, diventata ormai uno dei principali player italiani nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas, ritiene quindi importante intervenire sulla razionalizzazione dei consumi negli usi finali, contribuendo alla riduzione dell’utilizzo di risorse energetiche primarie e mantenendo un forte orientamento alle esigenze dei propri clienti. Anche nel corso del 2004 è proseguito l’avanzamento del piano industriale di Energia, che prevede la realizzazione di un programma di centrali termoelettriche a ciclo combinato alimentate a gas naturale. Tale tecnologia, sostituendo progressivamente i vecchi impianti meno efficienti e più inquinanti, sta dando un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni di Co2 (anidride carbonica), di ossidi di zolfo e di polveri. Energia sta inoltre sviluppando altri progetti di generazione da fonti rinnovabili, con particolare attenzione alla realizzazione di nuovi impianti eolici.  
   
   
ENERGIA EOLICA: LA SARDEGNA METTE A REPENTAGLIO IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI KYOTO  
 
Roma 29 novembre 2004 – Secondo l’ Anev la gravissima decisione presa dalla Regione Sardegna con la Lr n°8 del 25.11.04 di bloccare la realizzazione di impianti di produzione di energia eolica è incomprensibile e va denunciata con forza visto che comporterà danni enormi in termini ambientali all'isola ed a tutto il sistema paese, contravvenendo alle direttive comunitari e ai protocolli internazionali che impongono la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La norma firmata da Soru e licenziata frettolosamente nella notte tra il 24 e il 25 che è stata pubblicata a tempo record sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sardegna dello stesso giorno, contiene non solo il gravissimo blocco dell'eolico già autorizzato dalla stessa Regione secondo le normative vigenti, ma anche di quei cantieri già aperti e nei quali si stava già procedendo alla costruzione delle stesse fattorie eoliche. È necessario denunciare con forza che tale decisione, oltre ad essere lesiva dei legittimi interessi degli operatori che operano in questo settore e che si trovano ingiustamente penalizzati per aver seguito gli iter autorizzativi della Regione stessa e per aver confidato negli atti da essa legittimamente emanati, è incomprensibile anche alla luce delle risultanze del recentissimo tavolo tecnico-istituzionale sulla sicurezza della rete, i cui esiti hanno chiarito l'inesistenza di un problema di sicurezza legato all'installazione di nuova potenza da fonte eolica per la rete. Ancor più contraddittorio è poi il fatto che la Regione è partner del programma comunitario Cto Campaign for Take-off for Renewable Energies (Campagna per il Decollo delle fonti energetiche rinnovabili) come orgogliosamente mostrato sul sito web ufficiale della regione stessa, traendo "beneficio da un'ampia varietà di servizi e di prodotti messi a disposizione dalla Commissione Europea" e con la possibilità di "avvalersi [.] delle numerose forme di finanziamento [.] in ambito nazionale e comunitario", in quanto giustamente riconosciuta come "una delle più importanti realtà territoriali italiane nel settore delle Fer, e probabilmente anche di tutta l'Unione Europea" (obiettivo eolico 2.000 Mw). Il risultato di questa decisione, di cui l’Anev si augura venga presto impugnata in tutte le sedi utili, comporterà la certa fuga degli investitori anche di altri settori da una Regione che dimostra di non dare garanzie di diritto agli imprenditori con conseguente grave ripercussione anche sull'occupazione. Inoltre deriverà un danno gravissimo anche per quanto riguarda la riduzione di emissioni climalteranti proprio in un'isola che ne produce molte a causa del carbone che brucia per produrre energia sporca, mettendo a repentaglio il raggiungimento degli obbiettivi del Protocollo di Kyoto oramai vincolanti ed onerosi per chi non li soddisferà. Infolink www.Ipvc.com  
   
   
INTESACONSUMATORI, STIGMATIZZANDO LA MELINA DI ORTIS, CHIEDE UN TAGLIO DI 15 EURO PER I CONSUMI MEDI DELLE BOLLETTE ELETTRICHE !  
 
Roma, 29 novembre 2004 - Il presidente dell’Autorità per il Gas e l’energia elettrica, Alessandro Ortis, si apprende stia lavorando per contenere al massimo il rischio di aumenti sulle bollette elettriche dall’1 gennaio in conseguenza dei rincari del prezzo del petrolio registrati nei mesi scorsi. "L'autorità - ha detto Ortis - farà il massimo sforzo per contenere i prezzi ma non c'e' dubbio che l'andamento del greggio influenza i costi di generazione. Tanto piu' che l'Italia e' fortemente dipendente dalle importazioni di idrocarburi". Secondo il presidente dell'Authority "ci saranno riflessi sui prezzi di borsa e di mercato. Ma la misura di questi riflessi andra' valutata da qui alla fine dell'anno, tenendo conto che un contributo a contenere l'impatto verra' dai meccanismi anti rincaro che l'Autorita' sta per attivare". Risparmi gli sforzi il Presidente Ortis, perché è la forza dell’euro, che si è rivalutato del 30 per cento rispetto al dollaro, ad obbligare le avide compagnie petrolifere, che continuano indisturbate ad utilizzare la doppia velocità a seconda se diminuisce o aumenta il prezzo del barile, a tagliare i prezzi delle benzine e ad imporre alla stessa Autorità per l’Energia, non già ad aumentare, come paventato, le bollette elettriche tra le più alte d’Europa, ma ad una loro drastica diminuzione. Intesaconsumatori, nel ricordare che l’Autorità per l’Energia è obbligata a valutare la forza dell’euro, che neutralizza abbondantemente il prezzo del greggio tornato sotto i 50 dollari al barile, già toccato ad agosto, attende una congrua diminuzione delle bollette elettriche di almeno il 4 per cento, con un risparmio pari a 15 euro per i consumi medi.  
   
   
“LE ISOLE NEL PORTO” APPRODANO A VENEZIA  
 
Venezia, 29 novembre 2004 - Mercoledì 1° dicembre 2004 alle ore 11.00, presso la stazione ecologica di San Basilio nel Porto di Venezia sanno inaugurate le tre isole ecologiche Cobat - Coou per la raccolta di batterie al piombo esauste e degli oli lubrificanti usati, utilizzati per i motori di tutte le imbarcazioni. Il Cobat, Consorzio Obbligatorio Batterie al Piombo Esauste e il Coou, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, stanno realizzando nei principali porti italiani l’iniziativa “L’isola nel Porto” con l’obiettivo di fornire agli utenti della nautica e della pesca strutture funzionali per la raccolta degli oli lubrificanti usati e degli accumulatori al piombo esausti. L’esperienza maturata dai due Consorzi nazionali, in tanti anni di attività, ha infatti messo in evidenza come, proprio nel settore della nautica, si verifichi la dispersioni di questi rifiuti pericolosi. Vesta Spa, Venezia Servizi Territoriali, per agevolare il conferimento dei rifiuti altamente inquinanti, collabora con Cobat e Coou rispettivamente alla raccolta delle batterie esauste e degli oli lubrificanti usati, che saranno periodicamente ritirati dalla ditta Finotto snc, Raccoglitore Incaricato Cobat e Concessionario Coou. Con il porto di Venezia salgono così a 59 le isole ecologiche installate in 31 porti italiani, quali: Ancona; Viareggio; Pescara; Castellammare di Stabia (Na); La Spezia; Cagliari; Trieste; Olbia, La Maddalena, Golfo Aranci, e Palau (Ss); Savona; Trapani; Riposto (Ct); Porto Empedocle (Ag); Taranto; Marina di Carrara (Ms); San Benedetto del Tronto (Ap), Porto Viro (Ro), Manfredonia (Fg); Trani Barletta e Mola di Bari (Ba), Castiglione della Pescaia (Gr); Sperlonga, Terracina e Gaeta (Lt) S. Teresa di Gallura (Ss), Maratea (Pz). E attualmente sono in trattativa numerosi altri porti di interesse sia commerciale che turistico come Siracusa, Formia (Na), Rimini, Bari, ecc Interverranno: Giancarlo Zacchello, Presidente dell'Autorità Portuale di Venezia; Paolo Cacciari, Assessore Comunale all'Ambiente; Paolo Gardin, Direttore Generale Vesta, concessionaria del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti prodotti dalle navi ormeggiate nel Porto di Venezia; Paolo Sormani, Direttore Generale Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste; Franco Barbetti, Responsabile Operativo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati; Ugo Campaner, Assessore Comunale ai Servizi Pubblici; Ezio Da Villa, Assessore Provinciale all'Ecologia; Giuseppe Spinoso, Comandante della Capitaneria di Porto.  
   
   
PROCESSI INNOVATIVI PER LA QUALITÀ URBANA PRIMO SEMINARIO INTERNAZIONALE ORGANIZZATO DAL COMUNE DI SEGRATE  
 
Segrate, 29 novembre 2004 - Da tempo il comune di Segrate sta attuando un piano strategico per la città da realizzare nel medio termine, 10 anni. Quest'azione, che coinvolge tutti i campi in cui opera la pubblica amministrazione, si pone come finalità il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle imprese attive sul territorio. In quest'ottica sono stati elaborati una serie di progetti innovativi dedicati alla salvaguardia dell'ambiente, allo sviluppo delle attività culturali, produttive e alla soddisfazione della comunità in termini di sicurezza. Per centrare questi obiettivi si è puntato sulla ricerca, in partnership con le risorse private, dalle quali sono stati mutuati, con opportuno riadattamento declinato sulle finalità proprie della pubblica amministrazione, il dinamismo e la flessibilità che permettono di concretizzare un progetto. Al centro di questa rivoluzione fortemente promossa dal sindaco Bruno Colle, dalla Direzione Generale dell'ente e dalla Direzione Progetti Strategici- Sviluppo del Territorio, c'è e resta la persona che deve vedere crescere la possibilità di affrontare le sfide del mondo globale con strumenti adeguati. L'importanza di questo iter e dei risultati che ha prodotto finora sono testimoniati dal parterre di relatori che hanno accettato di approfondire il "caso Segrate" nel corso del Primo seminario internazionale "Processi innovativi per la qualità urbana": Guido Possa (viceministro del Miur), Luigi Rossi Bernardi (segreteria tecnica programmazione-ricerca Miur), Giampio Bracchi (Fondazione Politecnico di Milano), Andrea Granelli (Fondazione Rosselli), Luis Abascal Rodriguez (Jdl Investment). Lanfranco Senn (direttore Certet-università Bocconi) ha commentato il percorso in atto a Segrate: "è uno dei pochissimi comuni d'Italia che ha deciso di dotarsi di un progetto strategico — così nell'intervista rilasciata giovedì sera a Radio Rai — insieme a Torino, Modena e Trento. Negli Stati Uniti è una prassi consolidata, ma in Italia sono esperienze straordinarie". Le considerazioni svolte dai tecnici saranno discusse da Alessandro Moneta, assessore al Territorio e all'urbanistica della Regione Lombardia, dal Presidente della Provincia, Filippo Penati, e da alcuni sindaci dell'hinterland interessati a consolidare il "Metodo Qualità" di Segrate. Fra i progetti più significativi che sono già realtà, ricordiamo la sperimentazione dell'asfalto mangiasmog, poi "copiata" da molte altre amministrazioni pubbliche e quella delle auto elettriche. Sul fronte dell'arredo urbano la parte del leone spetta al nuovo sistema di illuminazione della città che le conferisce personalità. Anche nel campo dell'innovazione tecnologica sono stati fatti passi da gigante grazie allo scambio con le aziende: la carta d'identità elettronica e lo sportello unico per le imprese sono iniziative che rientrano nel più ampio caleidoscopio di possibilità aperte dall'e-government, che ormai a Segrate è pane quotidiano. La palma dell'eccellenza nel campo della cooperazione internazionale spetta a un'iniziativa unica nel suo genere: 1'11 novembre il primo cittadino ha avuto il piacere di inaugurare a Sonsonate (Salvador) il primo centro di formazione professionale che specializzerà personale medico e paramedico, realizzato grazie alla sinergia fra il comune, lo stato del centroamerica, istituti di ricerca privati (Lita - Cesi - Enel Green Power) e le aziende del territorio. Il 13 dicembre la Regione conferirà a Segrate una menzione d'onore nell'ambito del Premio per la Pace 2004, riconoscendole l'opera svolta in questo campo. Il prossimo evento di spicco in agenda sul fronte della qualità è l'accensione dei prototipi della nuova illuminazione, che avverrà il 13 dicembre alle 18 a Segrate Centro.  
   
   
QUALITA' DEI PROGETTI: IL COMUNE DI MILANO ESTENDE L'ESAME PAESISTICO DAI SOTTOTETTI A TUTTA LA CITTA'  
 
Milano, 29 novembre 2004 - L'assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano Gianni Verga ha presentato oggi il bilancio del primo anno di applicazione dell'esame dell'impatto paesistico sui sottotetti ed ha annunciato che, dal primo dicembre, l'esame verrà esteso a tutti gli interventi edilizi maggiori. 1) Rapporto Sul Primo Anno Di Applicazione Dell'esame Dell'impatto Paesistico Dei Sottotetti - Il 3 novembre 2003 il Comune di Milano ha attivato in via sperimentale l'esame dell'impatto paesistico dei progetti di recupero dei sottotetti (previsto dall'art. 30 delle Norme del Piano Territoriale Paesistico Regionale) con lo scopo di tutelare la qualità degli interventi ed evitare, come spesso accade, che vengano realizzate aggiunte posticce a fabbricati storici. Un provvedimento necessario se si considera che negli ultimi 6 anni sono stati realizzati complessivamente 4297 sottotetti per una s.L.p. Di circa 644.550 mq. Dal novembre 2003 al novembre 2004 sono state: Valutate preliminarmente 1294 pratiche; Accettate 962; Non accettate 332. Gli esami dell'impatto paesistico svolti dalla Commissione Edilizia sono progressivamente aumentati: nel trimestre novembre 2003 - gennaio 2004 sono state esaminate solamente 73 pratiche; nel trimestre febbraio - aprile 2004 sono state esaminate 210 e nel trimestre agosto – ottobre 2004 sono state esaminate 281 pratiche. Tempi E Procedure - a) tempi Le pratiche sono state esaminate dalla Commissione Edilizia entro 15 giorni dalla presentazione. Per i progetti presentati tramite Dia, l'eventuale provvedimento di diffida è stato formulato entro 30 giorni dalla presentazione. B) procedure L'esame dell'impatto paesistico consiste in una valutazione da parte del professionista sia del livello di "sensibilità" della zona della città in cui opera, sia del grado di "incidenza" dell'intervento nel suo contesto. Per la valutazione devono essere utiliz7ati dei parametri definiti dalla Regione che danno luogo ad un punteggio crescente (da 1 a 5) per entrambe le voci. Il prodotto dei due punteggi dà un punteggio definitivo in base al quale il progetto è automaticamente giudicato accettabile oppure valutato dalla Commissione Edilizia che potrà dare prescrizioni o respingerlo. Questo metodo introduce la valutazione per la maggior parte dei progetti di recupero dei sottotetti da parte della Commissione Edilizia che ha la facoltà di interrompere le opere. Dal novembre 2003 al novembre 2004: Progetti valutati dal progettista sopra soglia di rilevanza 453; Progetti valutati dal progettista sotto soglia di rilevanza 509; Progetti rivalutati dall'ufficio sopra soglia e inviati in Commissione Edilizia 105; Progetti inviati in totale in Commissione Edilizia 558. 2) Estensione Dell'esame A Tutti Gli Interventi - Dal primo dicembre la valutazione dell'impatto paesistico dei progetti si estenderà a tutte le opere edilizie maggiori come ristrutturazioni, ampliamenti e nuove costruzioni e sarà applicata anche agli interventi in aree non soggette ad alcun vincolo monumentale o paesistico e ai progetti presentati con Dia. Per stimare il carico di lavoro che verrà svolto dal primo dicembre bisogna tener conto che dal novembre 2003 al novembre 2004 sono state presentate complessivamente 1963 pratiche di cui 1099 di recupero dei sottotetti (quindi già assoggettate all'esame dell'impatto paesistico) e 864 relative a nuove costruzioni, ristrutturazioni e ampliamenti (quindi da assoggettare all'esame dell'impatto paesistico). Tutta la documentazione necessaria, le disposizioni di dettaglio e la nuova modulistica, stabiliti dalla circolare n. 4/2004, sono disponibili sul sito del Comune di Milano nella pagina del Settore Sportello Unico per l'Edilizia. Il Comune di Milano ha previsto, inoltre, la pubblicazione dell'indagine sulla sensibilità dei siti, la pubblicazione dei pareri della Commissione Edilizia sulla pagina web del Settore e la creazione di un archivio documentale nel quale si possono trovare mappe storiche, progetti significativi, pareri della Commissione Edilizia e una raccolta fotografica. "I risultati emersi dal bilancio del primo anno di applicazione dell'esame dell'impatto paesistico sui sottotetti e la sua estensione a tutti gli interventi maggiori di edilizia – ha sottolineato l'assessore Gianni Verga - dimostrano come il Comune di Milano stia operando sempre più nella direzione della massima trasparenza e correttezza, cercando di superare le difficoltà e le rigidità delle normative complesse e delle sovrapposizioni, non sempre coerenti, della legislazione". "L'esame di impatto paesistico – ha concluso Verga - ha come obiettivo il miglioramento della qualità estetica complessiva della città e di ogni suo edificio. L'esperienza di questo anno ha contribuito alla formazione di una cultura più robusta sia di tutti gli operatori della struttura comunale sia dei professionisti e progettisti".  
   
   
“CERVELLI IN FUGA” VERSO L’ITALIA I RICERCATORI,’ NUOVI MIGRANTI’, SCELGONO L’ITALIA PER APPROFONDIRE LE LORO CONOSCENZE IN SETTORI D' ECCELLENZA E STABILIRE CONTATTI CON LE NOSTRE ISTITUZIONI SCIENTIFICHE  
 
Roma, 29 novembre 2004 - I ricercatori stranieri arrivano in Italia. Più che di “cervelli in fuga”, si tratta però di semplici ‘migranti’ in cerca di opportunità di lavoro. Di mobilità, indispensabile nella società globale per stabilire contatti e accrescere la propria formazione. E’ questo il quadro che emerge da un’indagine condotta dall’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Consiglio nazionale delle ricerche su un campione di 241 ricercatori stranieri (su 378) ospiti presso enti di ricerca italiani (Cnr, Infn, Enea, Iss). I dati fanno parte di uno studio più ampio commissionato dall’Ue sul Brain Drain in Europa, presentati nel convegno: “International migration in Europe: new trends, new methods of analysis” in corso fino al 27 novembre presso il Cnr. Ma chi sono i ricercatori che vengono a lavorare nel nostro Paese? “Il 33% degli intervistati” spiega M. Carolina Brandi dell’Irpps-cnr “proviene dall’Unione Europea, soprattutto da Francia, Germania e Spagna, mentre il 35% da altri paesi, soprattutto dell’Est europeo, Russia, Romania, Albania, in piccola parte dall’America del Sud e dall’Estremo Oriente. Sono venuti ad approfondire principalmente” e questo è un dato che può apparire sorprendente “la fisica, la biologia, la chimica e l’ingegneria”. I più giovani sono i ricercatori dell’Unione Europea, dei quali il 40% ha un’età inferiore a 30 anni; gli altri ospiti sono compresi nella fascia di età che va da 31 a 40 anni ed oltre. Il viaggio però prevede il rientro in patria per il 71%, che non intende stabilirsi definitivamente nel nostro Paese. Solo il 16,2% del totale degli intervistati pensa di rimanere in Italia più di cinque anni; una considerevole parte, il 37,3%, prevede invece di rimanervi meno di un anno. Le donne sono le più giovani e quelle che rientrano prima: il 48,1% pensa di permanere solo un anno, contro il 33,3% degli uomini. Perché proprio l’Italia? Molti, il 43,3%, ha avuto contatti con enti scientifici da cui ha ricevuto un invito, fattore decisivo per gli spostamenti. Un invito che vale la pena di accettare per il 46,4% degli intervistati, convinto di trovare buone opportunità di studio nei campi disciplinari sopra menzionati. La possibilità di utilizzare strutture e attrezzature adeguate spinge poi un altro 37% verso l’Italia, soprattutto dai paesi dell’Est. Ma emigrare verso l’Italia non è facile neanche per un ricercatore. “E’ la burocrazia il maggiore ostacolo” aggiunge Brandi “che si traduce in difficoltà ad avere permessi di soggiorno e di lavoro per il 63%”. La “fuga dei cervelli” riguarda tutti i paesi, soprattutto nell’ambito della ricerca pura. “E’ interessante sapere” conclude la ricercatrice “che questa analisi è condivisa non solo da ricercatori dei paesi dell’Est e in via di sviluppo, ma anche da quelli della Ue, soprattutto di Spagna, Grecia e Portogallo”. Tra i motivi che spingono questi giovani studiosi a lasciare il loro paese, in testa, con il 54,6%, c’è il desiderio di fare esperienza presso altri ambienti di ricerca, una fattore reputato importantissimo per la crescita professionale, come anche quello di specializzarsi in quei settori che non sono sufficientemente sviluppati nei paesi d’origine (29,6%). Le considerazioni di carattere economico e le difficoltà occupazionali non sono determinanti nella mobilità.  
   
   
RECLUTAMENTO DI 1.500 DIRIGENTI SCOLASTICI PUBBLICATO IL BANDO DEL CORSO-CONCORSO  
 
 Roma, 29 novembre 2004 - Sulla Gazzetta Ufficiale di oggi 26 novembre 2004 è pubblicato il decreto direttoriale 22 novembre 2004, con cui si indice il corso-concorso selettivo di formazione per il reclutamento di 1.500 dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di primo grado e per la scuola secondaria superiore e per gli istituti educativi. La procedura concorsuale si articola in quattro fasi: a. Selezione per titoli; b. Concorso di ammissione; c. Periodo di formazione; d. Esame finale. L'intera procedura si svolgerà a livello regionale. Le domande di ammissione al concorso devono essere presentate, utilizzando l'apposito modello allegato al bando, all'Ufficio scolastico regionale prescelto, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla citata data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, precisamente entro il 27 dicembre 2004. Il bando e i relativi allegati sono consultabili sul sito www.Istruzione.it  
   
   
ACCORDO SULLO SVILUPPO DELL'ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE (IFTS)  
 
 Roma, 29 novembre 2004 - Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - rappresentato dal sottosegretario Maria Grazia Siliquini - di concerto con il Ministero del Lavoro - rappresentato dal sottosegretario Pasquale Viespoli - hanno condiviso un importante accordo sullo sviluppo della Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Ifts) con le Regioni e gli Enti locali. L'accordo sancito in sede di Conferenza unificata prevede, tra l'altro, l'istituzione dei "Poli formativi per l'Ifts", riferiti a specifici settori produttivi presso scuole secondarie superiori o centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni, che potranno operare su base pluriennale. L'istituzione dei Poli è resa possibile dalla stabilità delle risorse previste, per la prima volta, dal Piano programmatico di spesa contenuto nella legge n. 53/03 sulla riforma del sistema educativo di istruzione e formazione, per consentire anche al nostro Paese di dotarsi, accanto all'Università, di un sistema di formazione tecnica superiore visibile e di qualità, come è avvenuto già da tempo in altri Paesi dell'Ue, per rispondere ai fabbisogni formativi espressi dal mercato del lavoro, in grado di sostenere la competitività soprattutto delle piccole e medie imprese. Allo sviluppo dei Poli e dei progetti pilota negli ambiti più innovativi previsti dall'accordo concorreranno le risorse messe a disposizione dallo Stato, dalle Regioni e da altri soggetti pubblici e privati. Il Miur ha stanziato per il 2004 42,68 milioni di euro ai quali si aggiungeranno 37 milioni di euro già deliberati dal Cipe nell'ambito delle risorse destinate alla promozione della ricerca nel Mezzogiorno. Le Regioni programmeranno i percorsi dell'Ifts sulla base delle figure professionali di riferimento, impegnandosi ad una spesa non inferiore al 30% sul costo complessivo dei piani approvati, anche attingendo al Fondo Sociale Europeo. Il sistema dell'Ifts, istituito dalla legge n. 144/99, art. 69, è stato rilanciato negli ultimi anni dai ministri Moratti e Maroni per i positivi risultati rilevati dal monitoraggio dei 2.000 corsi che, dal 1999, hanno interessato più di 44.000 giovani ed adulti con effetti molto incoraggianti sull'occupazione giovanile. Nel primo quinquennio di realizzazione, lo Stato e le Regioni hanno investito circa 450 milioni di euro provenienti da diverse fonti finanziarie. I risultati prodotti saranno presentati nel numero 103/104 dei Quaderni degli Annali dell'istruzione, la rivista del Ministero, che sarà pubblicato nella prossima settimana. Al centro della nuova programmazione 2004/2006 vi sono, in base all'accordo, i programmi d'intervento che rafforzano i legami delle istituzioni scolastiche e formative con il mercato del lavoro, con le università e le strutture impegnate nell'innovazione e nella ricerca scientifica e tecnologica, anche per favorire il riposizionamento dei comparti più importanti del Made in Italy. I giovani e gli adulti, soprattutto della fascia d'età 20/34 anni, avranno la possibilità di conseguire una specializzazione tecnica superiore, approfondita e mirata, che ne eleverà i livelli di istruzione e formazione e ne faciliterà l'inserimento nel mondo del lavoro.  
   
   
EQUAL-DISTRETTO DEL MOBILE: DUE INIZIATIVE GRATUITE  
 
Altavilla Vicentina, 29 novembre 2004 - Parte a dicembre il Corso Produzione e logistica nella filiera del Legno Arredo, organizzato dalla Fondazione Cuoa, in collaborazione con Federlegno, e volto ad implementare l'utilizzo dei sitemi logistici e di supply chain nel settore del legno-arredamento, fornendo conoscenze e competenze in grado di migliorare il processo produttivo nelle delicate fasi della pianificazione e del controllo. Per informazioni: Fondazione Cuoa, Segreteria Progetti Speciali, tel.0444 333834-849, fax 0444 333986, e-mail: staff@sistemalegno-arredo.It  web: www.Sistemalegno-arredo.it Sempre nell'ambito del progetto Equal, il 13 dicembre, presso la sede di Federlegno Arredo, via Foro Bonaparte, 65 - Mi, alle ore 14.00, si terrà il Convegno "Il sistema legno arredamento", che rappresenta la fase conclusiva del progetto "Adeguamento delle competenze per l'e-business e lo sviluppo internazionale", iniziativa nata a sostegno del Distretto del Mobile del Triveneto. La partecipazione è gratuita. Per iscrizioni, contattare: Fondazione Cuoa, Segreteria Progetti Speciali, tel. 0444 333712, e-mail: staff@sistemalegno-arredo.It    
   
   
WORKSHOP DI ELESOCIETY: CORPORATE BRANDING: SVILUPPO ORGANIZZATIVO E FORMAZIONE  
 
 Milano, 29 novembre 2004 - Workshop: "Corporate Branding: sviluppo organizzativo e formazione" c/o Università Milano-bicocca, Piazza dell'Ateneo Nuovo, 1 Edificio U6, Iv piano, Aula Massa. Milano, 1 Dicembre 2004 ore 14.30: Introduzione: Angelo Failla (Fondazione Ibm) e Raoul C. D. Nacamulli (Università di Milano-bicocca); 14.40: Claudia Carta, Philips Italia: "Philips: inizia l'era della semplicità"; 15.00: Franco Gonella e Patrizio Regis, Unicredit: "Come gestire un brand portfolio: il caso Unicredit"; 15.20: Chiara Grosselli, Ibm Italia: "Corporate Brand: comunicazione interna ed esterna"; 15.40: Giuseppe Usuelli, Mccann Erickson Worldgroup Italia: "Campagne di corporate branding"; 16.00: Luisella Erlicher, Politecnico di Milano: " Vision, cultura e immagine nel branding"; 16.20: discussione; 17.00 conclusioni. Iscrizione (obbligatoria): www.Elesociety.org/iscrizione.html  
   
   
“ADOTTA UN RICERCATORE”: RACCOLTI 60 MILA EURO IN UN ANNO I FONDI UTILIZZATI PER FINANZIARE BORSE DI STUDIO PER 4 GIOVANI SCIENZIATI  
 
 Firenze,25 novembre 2004 Quattro giovani ricercatori sono entrati a far parte del team Fiorgen grazie ai contributi donati dai privati per la campagna “Adotta un Ricercatore”, l’iniziativa lanciata dalla Fondazione Farmacogenomica Fiorgen lo scorso dicembre. I fondi raccolti, complessivamente 60mila euro sono stati impiegati per finanziare le borse di studio dei ricercatori Alessandro Provenzani, 29 anni, laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutica con dottorato post laurea in Chimica, Edoardo Saccenti, 27 anni, laureato in Fisica, Nunzia Dalla Malva, 29 anni, laureata in Scienze Biologiche e Tommaso Mello , 29 anni, laureato in Scienze Biologiche con dottorato in Scienze Fisiologiche e Nutrizionali. “In dodici mesi - commenta Paolo Asso, Presidente della Fondazione - abbiamo potuto incrementare le forze che sviluppano la nostra ricerca farmacogenomica sotto la guida esperta dei famosi scienziati che operano nell’organizzazione. Questo significa – aggiunge Asso - un crescente impegno nella progettazione di quei farmaci “personalizzati”, perché basati sul genoma di ogni individuo malato, utilizzabili contro le più gravi malattie quali le tumorali, cardiovascolari e degenerative del sistema nervoso, che sono l’obiettivo finale dell’attività scientifica della nostra Fondazione”. I nuovi ricercatori opereranno nei laboratori di ricerca Fiorgen, ospitati dal Cerm del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, sotto le direttive del prof. Ivano Bertini, e dal Polo Biomedico di Careggi, sotto la guida del prof. Calogero Surrenti. Ciascuno di loro sarà impegnato in un progetto di ricerca specifico: - Alessandro Provenzani si occuperà di un percorso di ricerca per la “messa a punto di un sistema basato su analisi transcrittomica ad alta densità per la individuazione di nuovi bersagli nella terapia del carcinoma del colonretto “ - Edoardo Saccenti sarà invece impegnato nella ricerca "Biologia strutturale di varianti poliformiche di proteine coinvolte nella risposta ai farmaci: studio bioinformatico ed espressione eterologa" - a Nunzia Dalla Malva è stato assegnato lo “studio molecolare delle variazioni poliformiche in proteine coinvolte in processi neurodegenerativi e di risposta al trattamento farmacologico" - Tommaso Mello seguirà il progetto di “studio dei meccanismi di interazione funzionale tra le proteine del citoscheletro nell'ambito della traslocazione nucleare dei recettori steroidi in un modello in vitro di adenocarcinoma pancreatico” Il successo dell’iniziativa “Adotta un ricercatore”, farà proseguire la campagna anche per il prossimo 2005 con incremento delle attività e delle partnership a suo sostegno. Dal 3 all’8 dicembre sarà possibile aderire alla campagna presso lo stand Fiorgen allestito alla mostra mercato Marta dove, con un contributo minimo di 5 euro, è possibile acquistare la tazzina da caffé in vetro, ricevere materiale informativo e proporsi come volontari della Fondazione. La raccolta dei fondi proseguirà sabato 4 e giovedì 9 dicembre presso il Teatro Puccini di Firenze che ha gentilmente messo a disposizione il foyer del teatro per accogliere un piccolo stand dedicato alla campagna Adotta un Ricercatore. “Per noi – conclude Asso – il riscontro crescente delineatosi nell’arco di questo anno presso il pubblico e le numerose imprese che ci sostengono in questa iniziativa, significa che l’importanza ed il valore universale del messaggio umano e sociale alla base della nostra organizzazione è in fase di espansione e di affermazione e noi rispondiamo alla fiducia dei nostri sostenitori con risultati concreti”.  
   
   
CON LA NASCITA DEL CAMPUS ITALIANO DELLA ESCP-EAP, IL SUO MBA PART-TIME DIVENTA L’UNICO IN ITALIA NELLA CLASSIFICA DEL FINANCIAL TIMES  
 
Milano, 29 novembre 2004 - Il 1° novembre il Financial Times ha pubblicato la sua annuale classifica dei migliori 75 Executive Mba del mondo che vede lo European Executive Mba della Escp-eap European School of Management salire al 32° posto. E’ questo un risultato importante per l’Eemba della Escp-eap European School of Management che diventa oggi, con l’apertura del campus torinese, il primo e unico Mba part-time italiano nel ranking del prestigioso quotidiano economico inglese. Com’è noto, la classifica del Financial Times è il frutto di una ricerca annuale basata su interviste agli ex allievi di Executive Mba di tutto il mondo. Tale analisi ha permesso di evidenziare l’Eemba della Escp-eap nella classifica dei 10 migliori Mba part-time per quanto riguarda l’ammontare dello stipendio attuale dei suoi ex-allievi ed il suo tasso di crescita rispetto all’inizio del programma. Un chiaro segno del prestigio di cui l’Executive Mba gode presso le migliori aziende internazionali. L’eemba è l’Mba internazionale part-time della Escp-eap che sarà attivato anche a Torino a partire da gennaio 2005. Si tratta di un programma della durata di 18 mesi, studiato per essere compatibile con l’attività lavorativa full-time dei suoi partecipanti. La struttura del programma, infatti, è composta da 15 moduli di tre giorni al mese a rotazione nei campus di Parigi, Londra, Berlino, Madrid e Torino e da 5 settimane full-time di International Seminars. Questa struttura, insieme ad una faculty ed ai partecipanti provenienti da tutto il mondo permette al programma di avere un taglio “veramente” internazionale che si riflette nei suoi contenuti. E’ stata proprio l’internazionalità, insieme alla qualità dimostrata dalle sue certificazioni Equis, Aacsb e Amba e la soddisfazione dei suoi ex-allievi a permettere allo European Executive Mba non solo di essere presente per il terzo anno consecutivo nella classifica del Financial Times, ma di migliorare nettamente il suo posizionamento di ben 27 posizioni rispetto alla stessa graduatoria del 2003.  
   
   
PRESENTATI AI CITTADINI DI NAPOLI NORD DEI CORSI PER LA CREAZIONE DI FIGURE PROFESSIONALI SPECIALIZZATE  
 
 Napoli, 29 novembre 2004 - Si è svolto venerdì 26 novembre presso il Centro Sociale Nestore di Marianella, Via Emilio Scaglione 464, il Seminario di presentazione del Progetto “Incubatore di Figure Professionali Specializzate”, un’azione di sostegno promossa dal Comune di Napoli nel quadro degli interventi per lo sviluppo imprenditoriale in aree di degrado urbano, che vedrà la realizzazione di percorsi di formazione integrata destinati a 84 giovani residenti nelle aree a Nord e ad Est di Napoli. Sei i corsi tesi a formare consulenti aziendali, installatori e manutentori di impianti di condizionamento e di sistemi termoidraulici, esperti di falegnameria e restauro d’arte in legno pregiato o antico, esperti elettricisti civili e industriali, conduttori di macchine a controllo numerico, saldatori elettronici. Alla presentazione hanno parteciperato la dott.Ssa Carmela Mazza e la dott.Ssa Rosalba D’arienzo del Servizio Impresa – Sportello unico per le attività produttive del Comune di Napoli, il dott. Roberto Sanseverino e il dott. Stefano Riccio, in qualità di rappresentanti dell’ Ati Fosvi – Servizi Informatici e i presidenti delle Circoscrizioni interessate.  
   
   
MARTEDÌ 30 NOVEMBRE E MERCOLEDÌ 1 DICEMBRE 2 AGITAZIONI SINDACALI NEL SETTORE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE  
 
Milano 29 novembre 2004 - Per Martedi’ 30 Novembre le organizzazioni sindacali Cgil – Cisl –Uil – Ugl , hanno indetto uno Sciopero Generale di 4 ore dei lavoratori pubblici e privati che interesserà anche il settore del trasporto pubblico locale. Le strutture categoriali nazionali delle organizzazioni sindacali Filt Cgil – Fit Cisl – Uilt Uil hanno aderito allo sciopero generale e le Segreterie Territoriali hanno previsto la possibilità che il personale Atm addetto alla guida dei treni delle linee metropolitane, dei mezzi di superficie, del servizio Radiobus, dei parcheggi e del servizio di metropolitana leggera automatica tra l'Ospedale San Raffaele e la stazione Cascina Gobba (M2) che aderisce all’agitazione si astenga dal lavoro dalle 18 alle 22. Il servizio di trasporto pubblico sarà regolare: dall’inizio del servizio alle 18; dalle 22 alla fine del servizio. Le istituzioni di riferimento stanno valutando, rispetto alla vigente legislazione, se questo sciopero ottempera al principio della rarefazione, essendo stato proclamato dopo quello del 1° dicembre Per Mercoledi’ 1° Dicembre il Coordinamento Nazionale di Lotta Autoferrotranvieri, cui è parte integrante la organizzazione sindacale Slai Cobas, nonostante la sottoscrizione – avvenuta in data 18.11.04 – di un accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di categoria, ha confermato lo Sciopero Nazionale già indetto nell’ambito della vertenza per il rinnovo contrattuale. La Slai Cobas Territoriale di Milano ha comunicato che il personale Atm addetto alla guida dei mezzi di superficie e metropolitani potrà astenersi dal lavoro dalle 8.45 alle 15. Il servizio di trasporto pubblico sarà regolare: dall’inizio del servizio alle 8.45; dalle 15 alla fine del servizio. Per il restante personale, compresi gli autisti del Radiobus, lo sciopero è stato previsto per l’intera durata del turno. Per ulteriori informazioni: Numero Verde 800.80.81.81, operativo tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30, o sito Internet www.Atm-mi.it