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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Febbraio 2005 |
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SCOPERTO LEGAME TRA UN GENE E LA TIMIDEZZA DEI BAMBINI DIMOSTRATA AL SAN RAFFAELE L’ESISTENZA DI UNA RELAZIONE TRA LA VARIANTE DI UN GENE, UN MECCANISMO DEL CERVELLO E LA TIMIDEZZA DEI BAMBINI |
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Milano, 14 gennaio 2005 – I bambini con una particolare versione del gene 5-Httlpr sono più timidi della maggior parte dei coetanei: questi i risultati di uno studio condotto dal gruppo di ricercatori diretto da Marco Battaglia, professore associato di psicologia clinica all’Università Vita-salute San Raffaele di Milano. Non solo, di fronte all’espressione ostile del viso dei coetanei il loro cervello si attiva in maniera molto diversa da quello degli altri bambini. La ricerca, pubblicata sul numero di gennaio 2005 di Archives of General Psychiatry, la più autorevole rivista in ambito psicopatologico, è stata condotta dall’Università Vita-salute San Raffaele di Milano in collaborazione con clinici e ricercatori dell’Istituto Eugenio Medea-la Nostra Famiglia di Bosisio Parini. L’accertamento precoce di questa forte timidezza infantile e la conoscenza delle cause e dei processi neuronali che ne stanno alla base permetteranno di capire quali bambini resteranno socialmente inibiti anche in età adulta e saranno così esposti a un maggior rischio di sviluppare disturbi ansiosi. Un procedimento di acquisizione di potenziali cerebrali in risposta a immagini del volto, presentate ai bambini in forma di videogioco, e avanzate tecniche di genetica molecolare sono stati gli strumenti dello studio condotto su 49 bambini di età compresa tra i 7 e i 9 anni. L’indagine si è articolata su due fasi: un anno fa i ricercatori avevano studiato il comportamento dei bambini e ne avevano definito il grado di timidezza in ambito sociale. Parallelamente il loro Dna era stato sequenziato e analizzato utilizzando semplici prelievi di saliva. Nel successivo stadio della ricerca lo schermo di un computer mostrava ai bambini immagini di coetanei con espressioni del volto gioiose, rabbiose e neutre; contemporaneamente una serie di elettrodi ne registrava l’attività cerebrale. Gli elettrodi impiegati erano altamente sensibili, tanto da rilevare le variazioni di potenziale che si verificano entro 300-400 millesimi di secondo da quando un individuo è esposto ad uno stimolo sensoriale rilevante, come le espressioni del volto delle altre persone. I brevi tracciati encefalografici registrati nel corso del test hanno evidenziato come i bambini più timidi abbiano, in alcuni contesti sociali, particolari modalità di attivazione del cervello. L’analisi della sequenza del Dna dei bambini ha permesso ai ricercatori di scoprire che una percentuale significativa dei soggetti più timidi hanno in comune questi particolari tracciati encefalografici e una variante del gene 5-Httlpr che regola il trasporto della serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori del cervello. Lo studio dimostra, quindi, come questa variante, comune nella popolazione, sia una causa rilevante delle particolari modalità di attivazione cerebrali registrate e sia parallelamente associata a un più elevato grado di timidezza dei bambini. Circa il 10% della popolazione di bambini e adolescenti appaiono più inibiti e timidi della media. Questa inibizione sociale in parte è di origine genetica e in parte viene influenzata dalle esperienze dell’individuo. Mentre la maggior parte dei bambini crescendo risolve in parte o completamente questo problema, senza ricorrere a un supporto clinico, altri restano socialmente inibiti correndo un maggior pericolo di sviluppare disturbi ansiosi in età adulta. I bambini timidi, come emerge ancora dallo studio, hanno più difficoltà a interpretare correttamente le espressioni di rabbia o di ostilità dei loro coetanei e questo può rappresentare per loro un ostacolo all’avere un’equilibrata vita di relazione. Marco Battaglia, professore associato di psicologia clinica all’Università Vita-salute San Raffaele e primo autore dello studio, osserva: “Per la prima volta si dimostra che alcuni geni comunemente presenti nella popolazione possono influenzare non solo alcuni aspetti del comportamento umano ma anche le modalità attraverso le quali il nostro cervello analizza informazioni importanti nella comunicazione tra persone, come i segnali non verbali di accettazione o rifiuto. Tale influenza - precisa Battaglia - non va tuttavia intesa in senso deterministico e inflessibile, poiché le variabili ambientali possono non solo giocare un ruolo di rilievo su come la nostra personalità si struttura nel tempo, ma anche modificare le modalità con le quali il nostro codice genetico viene letto, cioè viene tradotto in molecole in grado di influenzare le nostre emozioni ed i nostri comportamenti.” Lo studio è stato possibile grazie ad un finanziamento Cofin e dall’Independent Investigator Award della fondazione statunitense Narsad. |
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SISTEMA INNOVATIVO PER RADIOTERAPIA INTRAOPERATORIA DELL’ENEA INSTALLATO A COSENZA |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Si chiama Iort-1 l’ultima generazione di sistema per Iort (Radioterapia Intraoperatoria) sviluppato dall’Enea, che ha ultimato in questi giorni le fasi di installazione e collaudo presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza. La tecnica Iort permette di irradiare la zona interessata da un tumore durante un intervento chirurgico utilizzando un fascio di elettroni prodotto da un acceleratore. Si tratta di una tecnica che permette di colpire i tessuti neoplastici selettivamente, con estrema precisione, con un’unica dose di radiazioni molto elevata (10-20 Gy), preservando gli organi sani circostanti. La radioterapia effettuata nel corso dell’intervento permette di ottenere migliori tassi di controllo locale e di sopravvivenza libera da malattia risultando più efficace di quella tradizionale, basata sul rilascio di diverse dosi, a cui i malati devono sottoporsi a qualche tempo di distanza dall’intervento. Questo sistema, che è un prototipo innovativo rispetto a quelli finora commercializzati, è stato promosso e realizzato dall’Enea nell’ambito del Progetto Iort, con il finanziamento del Miur/ue in base alla legge ex 488, che ne disponeva anche la collocazione finale in un Ospedale del Sud Italia. Per la sua realizzazione l’Enea si è avvalso della collaborazione dell’industria nazionale e di esperti del settore. Lo Iort-1 è il sistema più avanzato a livello mondiale per questo tipo di terapia, per le sue caratteristiche di compattezza, affidabilità e versatilità di impiego, disponendo di una struttura radiante mobile di ingombro ridotto installabile senza problemi in qualsiasi tipo di sala operatoria e di un sistema di movimentazione robotica che facilita e velocizza le operazioni di posizionamento sul paziente. La scelta di dotare una struttura Ospedaliera nel Meridione con un sistema così innovativo ha lo scopo di promuovere e sviluppare in questa parte del Paese metodi e procedure nuove di cura oncologica, originali a livello internazionale, che permettano anche la germinazione di autonome strutture di formazione medica chirurgica e radioterapica. |
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“OPERAZIONE SALVACUORE – NEL CUORE DELLA LOMBARDIA”: LA PREVENZIONE? SOPRATTUTTO CURANDO GLI STILI DI VITA |
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Milano, 14 febbraio 2005 - La Regione Lombardia è stata la prima Regione in Italia a valutare il rischio cardiocerebrovascolare, sulla popolazione bersaglio, affidando al Medico di Medicina Generale l’individuazione dei soggetti ad alto rischio. Nel dettaglio, il Piano prevede l’avvio di un’incisiva azione preventiva in considerazione della rilevanza della valutazione globale del rischio cardiovascolare. In primo luogo attraverso l’utilizzo della carta del rischio cardio cerebro-vascolare, come premessa per qualsiasi intervento preventivo, di tipo farmacologico e non, da somministrarsi ai potenziali pazienti a rischio, e per la gestione degli interventi successivi (informazione sui rischi, necessità di modificare gli stili di vita, inizio di terapie farmacologiche, controlli periodici, ecc.). L’assessorato alla Sanità punta oggi in particolare sulla prevenzione. Ed è proprio la prevenzione che va collegata agli stili di vita: comportandoci in maniera sana riusciamo a prevenire tanti disturbi e malattie che, soprattutto in Lombardia, regione più industrializzata d’Italia, sono purtroppo molto diffuse. Prevenzione significa nutrirsi in maniera corretta attraverso un’equilibrata e sana alimentazione, conoscere i rischi connessi al fumo e all’eccesso di alcool, praticare in maniera costante e sistematica un’attività fisica ed evitare il più possibile le situazioni che possono arrecare stress o forti tensioni. Un altro fattore importante per lo stile di vita è la cura della propria alimentazione. In ognuna delle 15 Asl lombarde è stato istituito un servizio di igiene alimentare e nutrizione, con il compito di educare le persone, in particolare i giovani, a un’alimentazione fantasiosa ma corretta, per evitare il dilagare di un’epidemia, quella dell’obesità, che al giorno d’oggi interessa il 20% dei giovani italiani. Più attenzione agli “stili di vita” dunque. Un’azione concreta e trasversale da parte della Regione Lombardia, una strategia che si sviluppa negli anni con l’obiettivo di prevenire le malattie. Oggi la Regione Lombardia investe nella prevenzione il 5% del fondo sanitario regionale, una percentuale doppia rispetto a quella investita nel ’95. Operiamo su tutti i fronti, dalle campagne di comunicazione ai Piani mirati, dai convegni agli aggiornamenti continui per operatori e cittadini. Al centro di quest’azione di prevenzione è stato posto il Medico di Medicina generale. Il suo è un ruolo fondamentale per l’applicazione del Piano. Egli deve, in integrazione con la Medicina Specialistica: utilizzare la carta del rischio sulla popolazione bersaglio; svolgere un’azione di guida e consiglio del singolo; gestire i soggetti considerati ad alto rischio; essere coinvolto nella gestione degli ammalati con malattia clinicamente espressa. |
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I BAMBINI, COME CURARLI CON LE ALTRE MEDICINE ERBEXPO 2005 SI ANNUNCIA CON UN CALENDARIO DI BEN 45 CONVEGNI CHE FANNO DI CARRARA LA CAPITALE CULTURALE DELLE MEDICINE COMPLEMENTARI. E AL TOP C’È QUELLO DI PEDIATRIA |
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Carrara, 14 febbraio 2005 – Le medicine complementari per curare i bambini in età pediatrica è certo tra i convegni di maggior interesse di Erbexpo 2005 (Carrarafiere, 18 - 20 febbraio, www.Erbexpo.it e non solo perché il tema coinvolge quanto c’è di più caro e fragile nell’universo famigliare, quanto perché dà conferma di un’evoluzione culturale che riguarda il mondo della sanità, oggi non più in trincea a difendere ciecamente l’esclusività della medicina tradizionale, bensì aperto all’uso di altre tecniche e altri ritrovati. I quali hanno spesso il pregio di essere anche a misura di paziente, ossia concepiti in sostanze e dosi calibrate per quell’unica persona, ossia il contrario di quanto accade con i prodotti dell’industria farmaceutica che sono uno standard valido per tutti. Questo convegno di pediatria contribuisce a dare qualità e sostanza al terzo Salone dell’Erboristeria e del Termalismo, che offre un calendario fittissimo di appuntamenti più o meno specialistici, riservati ai soli addetti ai lavori ovvero aperti al grande pubblico. In totale sono ben 45, con una media di 15 per ciascuno dei tre giorni di Erbexpo e con un parquet di protagonisti del livello più elevato. Un programma che, nei fatti, eleva Carrara al rango di capitale culturale del mondo delle medicine complementari. Si va infatti dai corsi per medici di base, a quelli dedicati ad alimentazione, allergie, fitoterapia, intolleranze, omeopatia, tecnica galenica, patologie pediatriche, terapie cranio-sacrali. Le conferenze hanno come tema cristalli e oli essenziali, poteri creativi, parassiti, sostanze tossiche. C’è perfino un forum europeo dedicato al termalismo, con la partecipazione dei rappresentanti dei governi francese, inglese, tedesco, spagnolo, italiano, chiamati a confrontare le varie strategie di valorizzazione di un settore assai importante anche per la Toscana. E poi i convegni: sulla pranoterapia, l’odontoiatria, la farmacopea, le norme italiane e europee sui medicinali naturali, il valore dei prodotti dell’alveare e, appunto, la pediatria (domenica 20 Febbraio). Quest’ultima è curato dal comitato scientifico di Erbexpo presieduto dal professor Benigno Passagrilli e ha come relatori alcuni tra gli operatori italiani più noti e qualificati. Ecco nomi e temi. Elio Rossi: Valutazione di interventi omeopatici su bambini nell'ambulatorio di omeopatia della Usl2 di Lucca. Marco Lombardozzi: Approccio psicologico ed omeopatico nel bambino asmatico. Carlo Tonarelli: Come e perché curare il bambino con l'omeopatia. Antonio Sardella: Gestione nutrizionale in età pediatrica. Dario Medico: I danni da vaccino nei bambini. |
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VICENZA ARTE 1 – 4 APRILE 2005 |
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Vicenza, 14 febbraio 2005 - Grandi gallerie e grandi opere, emozioni ed eleganza anche nell'edizione 2005 di Vicenza Arte, organizzata dalla Fiera di Vicenza e giunta quest'anno alla sua quattordicesima edizione. Dal’1 al 4 aprile, infatti Vicenza Arte presenterà quanto di meglio offre il mercato dell'arte moderna e contemporanea. E' questo l'unico importante appuntamento dopo la kermesse di Bologna e prima di Mi Art di Milano. Il salotto dell'arte moderna e contemporanea Una 60ina tra le migliori gallerie d'Italia, mostre collaterali di grande interesse per collezionisti e pubblico, un allestimento di grande impatto scenografico, nel Salone della Fontana: queste le caratteristiche di Vicenza Arte 2005. Gallerie selezionate, pubblico attento e qualificato Si conferma ancora una volta la scelta della Fiera di Vicenza di proporre un numero di gallerie selezionate per garantire un livello espositivo qualificato e di prim'ordine, per offrire al visitatore collezionista opere di assoluto pregio, l'opportunità di investimenti "sicuri" o più semplicemente il godimento di capolavori inimitabili. Il mio modo di conoscere: disegni di John King Una pedana collocata sulla fontana del Padiglione F accoglierà quattordici disegni fra i più particolari e significativi di questo autore americano nato nel 1954 a Detroit e che ha esposto le sue opere nelle più importanti gallerie del mondo. Il contributo del Museo Casabianca di Malo Si ripropone infine la collaborazione con il Museo Casabianca di Malo, e il suo curatore Giobatta Meneguzzo, autentico patrimonio di opere grafiche e che quest'anno propone a Vicenza Arte un omaggio a Hugo Pratt. La rassegna “Brr..brrr! The british winter’s grenadiers” rappresenta un omaggio all’artista scomparso, attraverso dodici serigrafie dal colore pieno in una edizione originale e indivisibile, raccolte in una cartella cartonata con sovracoperta creata dall’artista, edita dalla Galleria L’elefante di Venezia negli anni 1964-66. |
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BIANCOCASA MEDITERRANEA 2005 AL VIA CON 120 MARCHI DI PRODUZIONE NAZIONALE |
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Bari, 14 febbraio 2005 - L’anteprima italiana delle collezioni di biancheria per la casa, intimo e lingerie si è aperta sabato 12 febbraio, alla Fiera del Levante di Bari, con un lusinghiero risultato di partecipazione espositiva. La manifestazione, che si concluderà lunedì 14 febbraio, si propone come il più concreto esempio di supporto all’attività commerciale del Centro-sud e del mercato balcanico e mediterraneo nel settore del Tessile Casa, dell’Underwear e dell’Homewear Il 45% dell’intero fatturato del tessile per la casa, dell’intimo e della lingerie è realizzato nei punti di vendita tradizionali; nel Centro-sud il consumo si concentra proprio in questa tipologia distributiva. È quindi evidente l’importanza che, per quest’area, riveste una manifestazione specializzata che si colloca nel cuore del mercato di vendita più importante d’Italia e nelle date più corrette per le dinamiche di scelta e acquisto degli operatori del settore. A queste esigenze risponde Biancocasa Mediterranea, l’anteprima delle collezioni di biancheria casa, intimo e lingerie che la Fiera del Levante organizza dal 12 al 14 febbraio 2005, in collaborazione con l’A.r.t., l’Associazione Agenti Rappresentanti Tessili. Questa partnership costituisce una caratteristica vincente della manifestazione, permettendo l’esposizione di un mix di collezioni di altissimo valore, con costi di partecipazione contenuti. Tra i marchi in esposizione: Trussardi, Missoni, Etro, Benetton, Jalla, Ungaro Bellavia Ricami, per la biancheria per la casa; Christies, Bisbigli, Blu Girl, Dolci Chicche per la lingerie. Dopo il buon successo riscontrato nel 2004, la quinta edizione di Biancocasa Mediterranea occupa 5000 metri quadrati nei padiglioni 9 e 11 della Fiera. 120 marchi fra i più importanti della produzione nazionale. Saranno presentati in questi spazi da 50 agenti aderenti all’A.r.t.. Oltre 70 fra le collezioni presenti sono dedicate alla biancheria per la casa, 35 all’intimo e alla lingerie, e una decina spaziano nell’ambito del tessile d’arredamento. Alla manifestazione sono attesi operatori specializzati provenienti da tutte le regioni dell’Italia centromeridionale e da alcuni Paesi balcanici e mediterranei. “La Fiera del Levante – dichiara il presidente dell’ente, Luigi Lobuono – ha sviluppato un progetto di manifestazione riconducibile a obiettivi chiari e riconoscibili: fornire un momento di confronto tra gli operatori del settore sulle novità presentate dalle imprese produttrici; creare una formula espositiva agile ed efficace; fornire ai dettaglianti specializzati strumenti concreti che siano di supporto all’attività commerciale”. “Per il buon successo della manifestazione è fondamentale esaltare il suo contenuto di servizio”, spiega il segretario generale della Fiera, Gianni Tursi. “Per questo abbiamo pensato ad un evento che fornisca agli operatori spunti e strumenti per potenziare l’immagine dei prodotti esposti e aumentare la curiosità dei clienti potenziali. Al centro del padiglione 11 un team di vetrinisti pugliesi realizzerà dal vivo modelli di vetrine tematiche, utilizzando i capi delle collezioni in esposizione”. "L’italia centromeridionale, i Balcani e il Mediterraneo mostrano una crescita costante della domanda di tessile per la casa e di lingerie”, afferma il presidente dell’Art, Enrico Piemontese. “I cinquanta agenti presenti a Biancocasa Mediterranea muovono un giro d’affari annuo di circa 25 milioni di Euro, rifornendo oltre duemila dettaglianti specializzati di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio e Sicilia”. La manifestazione di Bari è l’unico evento specializzato in Italia che abbraccia i tre comparti della biancheria per la casa, dell’intimo e della lingerie e la sua data di svolgimento è considerata particolarmente adatta, coincidendo con il periodo in cui i dettaglianti effettuano buona parte degli ordini. Il fatturato totale dell’industria della biancheria per la casa è stimato dall’Associazione Tessile Italiana in 1 miliardo di Euro. Nei primi nove mesi del 2004, l’incidenza dei singoli comparti sul fatturato totale è così stimata dall’Ati: teleria letto 38%; bagno 20%; copriletto cotone 19%; tessuti d’arredamento 9%; tavola 5%; copriletto lana 4%; copriletto piuma e sintetico 4%; cucina 1%. La stessa Ati stima che nei primi nove mesi del 2004 il fatturato totale dell’industria del tessile per la casa sia diminuito dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2003. Le diminuzioni più consistenti sono state registrate dai comparti della biancheria per la tavola (-12,6%) e di quella per la cucina (-10,1%). Il commercio estero Gli ultimi dati disponibili, contenuti nel Rapporto annuale Ati del giugno 2004, indicano che a fine 2003 si è registrato rispetto al 2002 un incremento in valore delle importazioni di biancheria per la casa pari all’8,9%: l’import è passato, infatti, da 183 milioni di Euro (2002) a 199 milioni di Euro (2003). Nello stesso periodo, si registra una sostanziale stabilità dell’export (+0,6%), che nel 2003 si è attestato sui 153 milioni di Euro, contro i 152 milioni di Euro del 2002. La distribuzione La distribuzione specializzata italiana dei comparti della biancheria per la casa, della lingerie e della biancheria intima, vive una realtà particolare e originale rispetto alle altre nazioni dell’Europa e del mondo. La sua vitalità nasce da motivazioni legate alla collocazione dei punti di vendita nei centri storici più belli e affascinanti e alle radicate tradizioni commerciali del nostro Paese, costruite su un rapporto stretto fra specialista commerciante e consumatore. Una fiducia che, soprattutto nel Centro-sud, rimane ancora un valore imprescindibile nelle scelte d’acquisto di gran parte della popolazione di consumo. Così, mentre nelle altre nazioni europee, la grande distribuzione, i department store e le grandi superfici hanno largamente soppiantato gli specialisti tradizionali, in Italia il tessile per la casa, la lingerie e l’intimo, soprattutto quelli di qualità superiore, vengono ancora scelti e acquistati nei punti di vendita specializzati (45%). |
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MERCEDES-BENZ CLASSE E 200 NGT LA PIÙ POTENTE BERLINA A METANO |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Grazie al suo motore a quattro cilindri da 120 kW/163 Cv di potenza, la Classe E 200 Ngt bivalente si rivela non soltanto uno dei modelli Mercedes più parsimoniosi, ma anche la berlina a gas più potente in assoluto. I veicoli con motore a metano offrono un importante contributo al raggiungimento dell'obiettivo del gruppo Daimlerchrysler di ridurre complessivamente i con-sumi di carburante e le emissioni di Co2, assicurando al tempo stesso una mo-bilità sostenibile. Mercedes-benz Classe E 200 garantisce una riduzione delle emissioni di Co2 pari ad oltre il 20% e contemporaneamente un abbattimento dei costi di eserci-zio superiore al 50 %. La Classe E 200 Ngt (Natural Gas Technology) è stata sviluppata nel Centro Tec-nologico Mercedes-benz sulla base del modello E 200 Kompressor. Il motore a quattro cilindri da 120 kW/163 Cv eroga una coppia massima di 240 Nm, offrendo le stesse prestazioni della E 200 Kompressor anche in modalità a gas. Grazie all'accurata integrazione di ulteriori componenti tecnici, la E 200 Ngt assicura livelli elevati di erogazione della potenza, nonché standard di qualità e sicurezza senza compromessi. Come la variante a benzina E 200 Kompressor, anche la E 200 Ngt con ali-mentazione bivalente a benzina e gas soddisfa i severi requisiti della normativa Eu-ro 4, arrivando a ridurre di oltre il 20% le emissioni di biossido di carbonio nella modalità di funzionamento a metano, rispetto ai motori a benzina. Da una modalità all'altra con la semplice pressione di un pulsante La E 200 Ngt può funzionare a metano o con benzina Super senza piombo. La scelta del carburante da adottare è affidata al guidatore, che può commutare da una modalità all'altra con il massimo del comfort, premendo semplicemente i tasti sul volante multifunzione ed utilizzando le informazioni visualizzate sul display centrale del quadro strumenti. Uno speciale sistema di comando elettronico assicura un passaggio morbido ed impercettibile, attivando la commutazione selettivamente per ogni singolo cilindro. Un indicatore sul display centrale del quadro strumenti informa il guidatore sul livello attuale di riempimento del serbatoio di metano, e se il metano si esaurisce durante la marcia, il sistema commuta automaticamente sul funzionamento a benzina. Appena rifornito il serbatoio del gas, il sistema riseleziona automaticamente il funzionamento a metano. Modifiche mirate al motore sovralimentato Twinpulse Il motore sovralimentato Twinpulse è stato modificato integrando una serie di iniettori sulla parte inferiore del collettore di aspirazione. Un regolatore di pressione collocato sul motore, dotato di un apposito sensore e di una valvola elettromagnetica di disinserimento, comanda l'alimentazione del metano mantenendo costante la pressione richiesta dal sistema. L'elettronica del motore è stata modificata per assicurare un perfetto funzionamento in entrambe le modalità di esercizio. Diversamente dagli altri veicoli con alimentazione a gas, che spesso offrono prestazioni inferiori nella modalità di marcia a metano, sulla Classe E 200 Ngt gli esemplari livelli di potenza e di coppia del motore a quattro cilindri rimangono inalterati anche con il funzionamento a gas. Attualmente, la E 200 Ngt è la berlina di serie con trazione bivalente più potente in assoluto. Qui di seguito riportiamo i principali dati tecnici e le prestazioni della vettura: E 200 Ngt a benzina - a metano; Cilindrata 1796 cm3 - 1796 cm3; Potenza nominale 120 kW/163 Cv a 5500 giri/min - 120 kW/163 Cv a 5500 giri/min; Copia nominale 240 Nm a 3000-4000 giri/min - 240 Nm a 3000 giri/min; 0-100 km/h 10,7 s - 10,8 s; Velocità max 227 km/h - 227 km/h; Consumo energetico* 9,0 l/100 km 6,1 kg/100 km**; Emissioni di Co2 215 g/km - 168 g/km ; *Consumo globale (norma 93/116 Ce); **con metano di tipo "H". I due carburanti sono conservati in un serbatoio di benzina con un volume di 65 litri ed in quattro serbatoi per il metano, con una capacità complessiva di 18 chilogrammi. Questi serbatoi sono collocati nell'alloggiamento della ruota di scorta, nel bagagliaio, e dietro la parete del vano posteriore. Un impegnativo programma di crash-test garantisce la sicurezza tipica di Mercedes-benz. In particolare, i progettisti hanno riservato la massima attenzione all'ermeticità dei serbatoi per il metano, considerato che questo gas viene immesso nel serbatoio con una pressione nominale di 200 bar, al momento del rifornimento. Con una riserva completa di carburante a bordo, l'autonomia complessiva di Classe E 200 Ngt, calcolata sulla base del consumo globale secondo la norma 93/116 Ce, corrisponde a circa 1000 chilometri, di cui ben 300 con la trazione a metano ed altri 700 con la tradizionale propulsione a benzina. A richiesta, la berlina può anche essere equipaggiata con un serbatoio di carburante supplementare da 80 litri che consente di incrementare l'autonomia massima fino a 1200 chilometri. Ampio bagagliaio e carico utile invariato Il volume di carico del bagagliaio, con i serbatoi per il metano, corrisponde a 400 litri (secondo il metodo di misurazione Vda). Ciò significa che c'è spazio sufficiente per caricare due valigie di grandi dimensioni ed altri bagagli. Il carico utile della berlina, equipaggiata con un cambio automatico a cinque marce, è di 510 chilogrammi, e praticamente equivale a quello della E 200 Kompressor. Esteriormente, la E 200 Ngt con motore bivalente è assolutamente identica alle berline Classe E di serie, a parte lo sportello del serbatoio di maggiori dimensioni, dietro il quale si cela, oltre al consueto bocchettone di riempimento per la benzina, anche lo speciale bocchettone a norma per il metano che garantisce un rifornimento sicuro e confortevole. Oltre alla sensibile riduzione delle emissioni di Co2, la trazione a metano offre anche notevoli vantaggi di tipo economico. Attualmente, in Germania, un chilogrammo di metano costa circa 0,72 Euro; se convertiamo questo valore con l'equivalente energetico della benzina, i costi ammontano a circa 0,48 Euro al litro. Di conseguenza, il metano risulta più conveniente di oltre la metà rispetto alla benzina Super senza piombo. In Italia sono più di cinquecento i distributori di metano, ed il prezzo per chilogrammo è ancora più competitivo che in Germania: 0,50 Euro. Il metano rappresenta una valida alternativa possibile alla benzina e al diesel, sia dal punto di vista ecologico che economico. Come energia primaria, questa risorsa può essere utilizzata allo stato naturale e senza perdite dovute alla trasformazione. Questo gas naturale che non inquina e non ha odore, è composto prevalentemente di metano (Ch4) e quindi è il carburante fossile con la minore concentrazione di carbonio. Di conseguenza, in questo caso le emissioni di Co2 si riducono di oltre il 20% rispetto alla benzina. Il gas naturale è più leggero dell'aria, pertanto i veicoli a metano possono accedere senza limitazioni ai parcheggi sotterranei ed alle gallerie. I cartelli con scritto "Vietato l'accesso ai veicoli alimentati a gas compresso" non valgono per gli automezzi a metano. Il guidatore e i passeggeri di una Mercedes-benz E 200 Ngt non devono rinunciare a nulla in fatto di comfort e sicurezza. Infatti, la dotazione di serie della berlina a metano corrisponde integralmente, a parte qualche eccezione, a quella del modello E 200 Kompressor. Principali equipaggiamenti di serie della E 200 Ngt versione Classic: - Airbag a doppio stadio di attivazione e limitatori della forza di ritenuta delle cinture di sicurezza lato guida e passeggero - Tergicristalli Aero' - Sistema di manutenzione (Assyst Plus) - Sistema antibloccaggio (Abs) - Bracciolo con vano portaoggetti - Specchi retrovisori esterni termici, regolabili elettricamente - Indicatore della temperatura esterna - Cinture di sicurezza a tre punti per i passeggeri posteriori (3) - Autoradio Audio 20 Cd con tastiera telefonica - Sensore di riconoscimento del passeggero anteriore con classificazione del peso - Pneumatici larghi con sezione 225/55 R 16 - Brake Assist - Contagiri - Inserti in legno Calyptus' - Esp¨ - Sensore crepuscolare - Alzacristalli elettrici anteriori e posteriori - Apertura telecomandata del bagagliaio - Poggiatesta posteriori (3) - Pretensionatori e limitatori della forza di ritenuta per i sedili anteriori e per i sedili posteriori esterni - Climatizzatore automatico con filtro antipolvere e antipolline - Cerchi in lega formato 7,5 J x 16 - Volante regolabile in altezza e in inclinazione - Supporto lombare - Volante multifunzione - Fendinebbia - Sensore pioggia con regolazione di intermittenza continua - Display multifunzione - Sistema di chiusura centralizzata Elcode - Cambio automatico a cinque marce con innesto One-touch' - Indicatori di direzione integrati nei retrovisori esterni - Sensotronic Brake Control (Sbcª) - Servosterzo - Sidebag anteriori - Sedili anteriori regolabili elettricamente in altezza, nella profondità del cuscino e nell'inclinazione dello schienale - Tempomat con Speedtronic - Tirefit con pompa di gonfiaggio elettrica - Vetri atermici sfumati in verde - Windowbags - Display centrale nel quadro strumenti - Chiusura centralizzata con sensore di sicurezza Classe E 200 Ngt è disponibile anche nelle versioni Elegance ed Avan-tgarde; inoltre, la gamma di equipaggiamenti a richiesta per il modello a metano è ampia quasi quanto quella della tradizionale Classe E berlina. Considerato il convincente bilancio energetico di questa vettura, nel 2004 il Ministro per l’Ambiente della Repubblica Federale Tedesca, Jürgen Trittin, ha inserito quattro E 200 Ngt nel suo parco veicoli. Ma anche diversi ministeri dei Länder tedeschi, numerose autorità regionali e svariate organizzazioni pubbliche hanno già scelto la berlina con motore bivalente. Anche presso una grande azienda fornitrice di gas, come la Ruhrgas Ag, nonché diverse società regionali per la distribuzione del metano, viene utilizzato quotidianamente un numero significativo di vetture Mercedes-benz E 200 Ngt che dimostrano ampiamente le loro capacità: attualmente, infatti, circa il 30% delle berline a metano con la Stella viene scelto proprio da aziende che forniscono metano. Attualmente a Berlino nell’ambito del programma “Tut – Tausend Umwelt-taxis” (“Tut – Mille taxi ecologici”) circolano più di 30 vetture E 200 Ngt. Lo scopo del programma è sostenere le automobili a metano con interessanti incentivi; in questo ambito, le vetture Classe E con motore a metano registrano una domanda in costante crescita. In tutta la Repubblica Federale Tedesca, oggigiorno più del 40 % di tutte le E 200 Ngt sono equipaggiate con il pacchetto Taxi. |
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LA NUOVA SMART FORFOUR BRABUS FA ASSAPORARE LO SPIRITO DELLE COMPETIZIONI CON UNA VELOCITÀ MASSIMA DI OLTRE 220 KM/H, IN ANTEPRIMA MONDIALE AL SALONE DELL'AUTOMOBILE DI GINEVRA |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Alla prossima edizione del Salone dell'Automobile di Ginevra (1 - 13 Marzo 2005) smart presenterà in anteprima smart forfour Brabus. Questa nuova vettura a 4 posti, che sarà commercializzata a partire dalla fine di febbraio trasmette prestazioni e lusso allo stato puro, come del resto suggerisce lo slogan "spice up your life". Il motore da 130 kW / 177 Cv montato su una vettura che pesa 1.090 kg in ordine di marcia si traduce in un rapporto peso/potenza di 8.4 kg/kW ovvero 6,2 kg/Cv - valori consoni a molte automobili sportive. La velocità massima di 221 km/h, l'accelerazione 0-100 km/h in 6.9 secondi ed un ancora maggiore piacere di guida fanno di smart forfour Brabus un modello di categoria superiore adatto a un pubblico competente ed appassionato - senza per questo trascurare quelle caratteristiche di funzionalità, innovazione e sicurezza che accompagnano tutti i modelli smart. La nuova smart forfour Brabus è certamente una vettura in grado di fare assaporare a tutti lo spirito delle competizioni, offrendo le sensazioni di guida di una potente automobile sportiva ed un livello di lusso ed eleganza estremamente insolito su una vettura di questo segmento. Una serie di modifiche poco appariscenti apportate alla carrozzeria ed all'abitacolo sottolinea il carattere altamente prestazionale di smart forfour Brabus. Oltre ai cerchi in lega da 17 pollici ed all'assetto abbassato, le modifiche estetiche includono lo spoiler anteriore di maggiori dimensioni, il doppio terminale di scarico cromato, il diffusore posteriore e le bandelle laterali sottoporta stilizzate. Due griglie a forma di diamante sulla mascherina anteriore sono un'altra esclusività di smart forfour Brabus. Uno spoiler posteriore posizionato sul tetto assicura un carico di fino a 50 kg sull'assale posteriore, in modo da garantire una grande stabilità anche alla massima velocità. Brabus e smart sono molto soddisfatte di questa nuova versione che offre una grande esperienza di guida e che va ad arricchire la gamma di forfour. La nuova smart forfour Brabus ha la stessa immagine giovanile e la stessa praticità (pensiamo, ad esempio, ai sedili posteriori scorrevoli) delle altre versioni, ma prestazioni, eleganza e soprattutto un piacere di guida davvero straordinari in questo segmento di mercato. |
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CITROÉN C6 UN ALTRO MODO DI SEDURRE… |
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Milano, 14 Febbraio 2005 - Un tributo alle Grandi Citroén – Linee che rivelano l'identità stilistica della Marca – Una concezione da vettura Gran Turismo – Tecnologie innovative – Una nuova emozione: è nata Citroén C6. Citroén C6 concretizza il rinnovamento della Marca attraverso la propria appartenenza all'universo delle berline di alta gamma, un mondo nel quale lo stile unico e senza tempo delle Grandi Citroén, insieme alla loro tecnologia innovativa, hanno permesso alla Marca di costruire una legittimità universalmente riconosciuta. Citroén C6 rispetta i valori fondamentali del segmento delle berline di alta gamma: eleganza, raffinatezza, status... E li associa ai valori essenziali della Marca, che nascono dalla sua storia ma sono in costante evoluzione, e si esprimono attraverso lo stile e la ricerca del benessere passando per una tecnologia d'avanguardia. C6 si distingue per la purezza e la fluidità delle linee, e il benessere a bordo che scaturiscono dalle sue tecnologie utili e moderne: il sistema di proiezione sul parabrezza dei dati di guida, che permette di non distogliere l'attenzione del conducente, l'avviso di superamento involontario della linea di carreggiata (Asl), i fari bi-Xeno ad orientamento intelligente, la sospensione idropneumatica con ammortizzamento variabile istantaneo e il nuovo motore 2,7 V6 24v bi-turbo Hdi Fap rappresentano i principali elementi di un contenuto tecnologico completo e innovativo. Citroén C6 propone una nuova concezione del posto di guida, che abbina un quadro strumenti essenziale dedicato al conducente, un grande display centrale e un sistema di proiezione sul parabrezza dei dati di guida, che consente di sovrapporre alla visuale della strada le informazioni essenziali: la velocità, ma anche la navigazione, con un contributo notevole in termini di sicurezza attiva. Oltre ai sistemi intelligenti di assistenza alla guida già presenti su C4 e C5 come l'avviso di superamento involontario della linea di carreggiata, l'assistenza anteriore e posteriore al parcheggio, i fari bi-Xeno ad orientamento intelligente, il regolatore e il limitatore di velocità, Citroén C6 dispone in esclusiva nella gamma Citroén di freno di stazionamento elettrico. Il posizionamento nella fascia superiore della gamma di Citroén C6 è confermato dalla scelta di due motorizzazioni V6 Benzina e Diesel, che privilegiano la flessibilità e il confort di guida: il motore benzina da 3 litri di cilindrata che sviluppa 215 cv Din (155 kW) e il nuovo 2,7 V6 24v bi-turbo Hdi , che sviluppa 208 cv Din (150 kW) ed è dotato di Filtro antiparticolato. Le due motorizzazioni sono abbinate ad un cambio automatico a 6 rapporti. Ultima nata delle grandi Citroén, C6 adotta una nuova sospensione idropneumatica con ammortizzamento variabile istantaneo, per una nuova alleanza di confort, tenuta di strada e dinamismo. Citroén C6 si inserisce decisamente nella tradizione delle grandi Citroén: ciò è il risultato di qualità stradali eccezionali e di un approccio inedito all'arte della vita a bordo. |
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LA PRIMA SETTIMANA DI PROVE CONFERMA IL POTENZIALE DELLA CHEVROLET LACETTI WTCC |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Dopo il primo “shakedown” della Chevrolet Lacetti Wtcc sul circuito del Mira in Gran Bretagna, Chevrolet Racing ha svolto il programma di test invernali che vede in azione il team a Idiada (2 giorni) ed Albacete (3 giorni), in Spagna. I tre piloti Chevrolet – lo svizzero Alain Menu, l’italiano Nicola Larini e l’inglese Rob Huff – hanno preso parte all’approfondita sessione di prove su due nuove auto preparate per le gare. “La pista di Albacete presenta un po’ di tutto”, così ha spiegato Rob Huff la scelta del circuito nel centro della penisola iberica che principalmente viene utilizzato per le gare motociclistiche. “C’è una chicane stretta, alcuni curve lente, altre veloci… Svolte in cui devi dosare opportunamente l’acceleratore, punti di staccata,… Sostanzialmente tutto ciò che ci si può trovare a dover affrontare nel corso di un campionato turismo, eccetto i saliscendi tipici ad esempio di un circuito come quello di Spa. Il modo in cui la pista è stata concepita consente anche di testare più efficacemente l’auto trovando fin da subito un buon ritmo, il che aiuta gli ingegneri nel confronto dei dati raccolti con i diversi assetti che cambiamo ogni cinque giri. Tutto ciò che noi, in qualità di piloti, dobbiamo fare è guidare nel miglior modo possibile”. La nebbia fitta e le temperature gelide del secondo giorno ad Albacete hanno impedito le prove sul tracciato ma non hanno fermato la pitlane, come ci ha detto il Capo Ingegnere di Rml, Graham Norden: “Abbiamo messo a frutto questi tempi morti per analizzare i dati relativi al motore e al telaio. Quindi abbiamo cercato il conforto di queste analisi attraverso opportune simulazioni al computer, effettuando di fatto alcuni “test virtuali”. Questo ci permette di interpretare al meglio i comportamenti dell’auto e modificare il programma di prove con nuovi assetti, ove necessario. Gli ingegneri di gara hanno a disposizione questi dati sin da questa mattina e possono utilizzarli per le prove pomeridiane, dove infatti abbiamo ottenuto performance ancora migliori”. Nicola Larini è rimasto contento del lavoro effettuato in Spagna: “Più che per le prestazioni, siamo qui per fissare le basi su cui costruire le prossime settimane. Siamo ancora nella fase di conoscenza dell’automobile e delle sue reazioni con i differenti assetti. Ciò che sappiamo con sicurezza, tuttavia, è che la vettura si sta comportando bene ed è affidabile. Il telaio è molto buono, la frenata eccellente, insomma il potenziale è davvero elevato”. |
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A BERGAMO DAL 22 MARZO AL 3 LUGLIO 2005 LA MOSTRA CÉZANNE RENOIR ALL’ACCADEMIA CARRARA, I CAPOLAVORI DAL MUSÉE DE L’ORANGERIE DI PARIGI |
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Bergamo, 14 febbraio 2005 - Un importante appuntamento è in programma a Bergamo, all’Accademia Carrara, dal 22 marzo al 3 luglio 2005: la mostra Cézanne Renoir. 30 Capolavori Dal Musée De L’orangerie. I “classici” dell’Impressionismo dalla collezione Paul Guillaume, promossa dal Comune di Bergamo, dalla Provincia di Bergamo, dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio di Bergamo, dall’Unione Industriali della Provincia di Bergamo, e sponsorizzata, tra gli altri, da Banca Aletti quale “main sponsor”, da Italcementi e Sacbo quali “co-sponsor”, da Siad S.p.a. E Montello S.p.a. Quali “sponsor sostenitori”, dalla Fondazione Corriere della Sera e da Leonardo Tv. Curata da Pierre Georgel, direttore del Musée de l’Orangerie, da Giovanni Valagussa, responsabile del servizio dell’Accademia Carrara, da Francesco Rossi, ex direttore dell’Accademia Carrara, l’esposizione è organizzata da Cobe Direzionale S.p.a. E realizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie di Parigi. La mostra presenta, per la prima volta in Italia, 32 dipinti che costituiscono un nucleo fondamentale del patrimonio del Musée de l’Orangerie di Parigi. Quattordici saranno i lavori di Paul Cézanne, che vanno da ‘Il pranzo campestre’ del 1873-1875, a ‘Nel parco di Chateau Noir’ del 1898-1900, passando per le celebri nature morte degli anni ottanta, fino ai ritratti della signora Cézanne sempre degli stessi anni. Sedici, invece, le opere di Auguste Renoir, da ‘Ragazze al piano’ del 1892, uno dei pezzi più importanti e celebrati dell’artista francese, ai famosi ritratti di donne, alle nature morte, fino ai ritratti del figlio Claude che gioca o vestito da pagliaccio. Saranno inoltre esposti un Picasso e un Matisse, pure provenienti dalla collezione Guillaume, che contribuiranno a illustrare i contenuti scientifici dell’esposizione. Il percorso espositivo offrirà al visitatore gli strumenti per comprendere più a fondo l’importanza storica e artistica del complesso fenomeno impressionista attraverso i suoi due più emblematici protagonisti. Si presentano infatti le personalità opposte e complementari di Paul Cézanne e Auguste Renoir, che dell'Impressionismo francese rappresentano, in un certo senso, i due “poli”. Le loro distinte interpretazioni artistiche, quella geometrica e prospettica che giunge fino alla scomposizione per forme solide, su cui lavora Cézanne, e quella pittorica, cromatica e luminosa interpretata da Renoir, hanno rivestito il ruolo di “ponte” verso l’arte moderna. Se Cézanne, sistematico ricercatore della struttura formale dell'immagine, fu l’ideale maestro di Picasso e del cubismo, Renoir, esponente di punta della pittura giocata sulla visione istantanea e sul valore espressivo della luce e del colore, ispirò Matisse e i Fauves. Nella prima parte, l’itinerario si costruirà proprio attorno a questi due poli tematici, oltre a illustrare il fondamentale ruolo svolto nella vita artistica parigina nei primi decenni del '900 da Paul Guillaume (1891-1934). Critico, mecenate e mercante d'arte attivo dal 1918 al 1934, Paul Guillaume fu amico degli artisti più importanti dell’epoca; lo stesso Modigliani lo immortalò in un famoso ritratto, intitolato ‘Novo Pilota’, a sottolineare il suo ruolo determinante nel veicolare i più innovativi e rivoluzionari linguaggi dell'arte. Non a caso fu Guillaume a portare dall'Africa maschere, statue, feticci che per primo lanciò sulla scena internazionale (influenzando in modo radicale anche artisti come Picasso), e fu lui a percepire Cézanne e Renoir come ‘classici’ all’interno del movimento impressionista, ponendoli alla base della nascita dell’arte moderna. In questo senso, in mostra, verrà posta a confronto una ‘natura morta’ di Cézanne con un analogo soggetto di Picasso e una ‘figura’ di Renoir con un tema simile affrontato da Matisse. Nelle quattro grandi sale del secondo piano verranno invece disposti, in ordine cronologico, prima i dipinti di Cézanne, poi quelli di Renoir. Per il visitatore sarà possibile ammirare una sequenza di capolavori che lo porteranno a ripercorrere l’evoluzione stilistica e pittorica dei due grandi maestri, con particolare attenzione alla seconda fase della loro attività che, per entrambi, è quella del superamento dell’Impressionismo. Lungo il percorso espositivo, il visitatore sarà aiutato a immergersi nel ‘pensiero’ dei due maestri mediante la videoproiezione di frasi e concetti tratti da epistolari e testimonianze dirette; interventi scenici e multimediali illustreranno inoltre, da un lato, i fermenti culturali nelle diverse branche del pensiero che percorrevano la società dell’epoca, dall’altro l’ambiente della Parigi di inizio secolo, con particolare attenzione alla casa-galleria di Paul Guillaume e al rapporto che ha legato il collezionista e mecenate francese ai suoi artisti. Un ulteriore motivo di interesse, legato alla sede bergamasca dell’esposizione, consiste nel fatto che il patrimonio stesso dell’Accademia Carrara sia costituito da importanti collezioni private storiche di straordinaria importanza; la loro persistenza spesso secolare, quale ormai è rarissimo trovare in Italia, costituisce una particolarità e un’eccezionale ricchezza cittadina. Tale caratteristica può ben giustificare l’intento di fare del Museo una sorta di palcoscenico del grande collezionismo internazionale, seguendo un filone iniziato con la presentazione della collezione Rau nel 2002 e che prosegue oggi con la collezione Guillaume. La figura di Paul Guillaume può inoltre essere messa a confronto con quella di Giacomo Carrara, fondatore dell’Accademia Carrara. Una singolare analogia fra i due collezionisti, pur con i giusti riferimenti a un diverso periodo storico e ambientale, è riconoscibile nella capacità di individuare i migliori modelli del passato per proporli agli artisti loro contemporanei come argomento di elaborazione e di riflessione. In contemporanea all’esposizione “Cézanne Renoir”, l’Accademia Carrara presenterà, riaprendo e riallestendo il primo piano del palazzo storico - normalmente chiuso al pubblico - una mostra dedicata alla Pittura Dell’ottocento, con 90 dipinti provenienti dalla sua ricca collezione, molti dei quali mai esposti prima. Tra questi, opere di Cesare Tallone, Giuseppe Diotti, Giovanni Carnovali detto Piccio, Andrea Appiani, Costantino Rosa, Francesco Hayez, Carlo Mancini, Giuseppe De Nittis, Giuseppe Pellizza Da Volpedo. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto culturale biennale del Comune di Bergamo che intende documentare e valorizzare il patrimonio cittadino, storico e artistico conservato in città, sul tema dell’Ottocento. L’accesso all’esposizione sarà possibile gratuitamente esibendo il biglietto d’ingresso della mostra ‘Cézanne Renoir’. Abbinata alla mostra “Cézanne Renoir”, inoltre, come ogni anno dal 2002, si terrà l’operazione “Art For Life”; aziende di ogni dimensione potranno partecipare alla sponsorizzazione della mostra e contribuire, allo stesso tempo, a un progetto Unicef a favore dei bambini del mondo; quest’anno il contributo di Art For Life sarà devoluto al progetto “Emergenza Maremoto” (info tel. 035.234396). Www.cezannerenoir.it |
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MATTEO RICCI - L'EUROPA ALLA CORTE DEI MING |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Il primo incontro significativo tra civiltà occidentale e civiltà cinese, realizzatosi attraverso l'esperienza storica e l'opera del gesuita Matteo Ricci (Macerata 1552 - Pechino 1610), viene analizzato e proposto al grande pubblico attraverso la mostra "Padre Matteo Ricci. L'europa alla corte dei Ming". Noto ai cinesi come Li Madou, chiamato comunemente Xitai ("Maestro occidentale"), Matteo Ricci introduce per primo teologia, filosofia, letteratura, arti e scienze occidentali nel Paese del Drago; primo grande sinologo della storia, traduce in latino i Quattro libri confuciani e compone il documento fondamentale per la conoscenza della Cina in Europa (Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella China). Ospitata dall'11 febbraio al 10 aprile 2005 a Roma, presso il Complesso Monumentale del Vittoriano, la rassegna è curata da Filippo Mignini, studioso di storia della filosofia e direttore dell'Istituto Ricci di Macerata. Organizzata dall'Istituto Matteo Ricci di Macerata, in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il Polo Museale Romano, la mostra nasce sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni Culturali, del Ministero delle Attività Produttive, del Ministero degli Affari Esteri e del Comune di Roma. Avvicinandosi il quarto centenario della morte di Ricci (2010), la mostra, rivolta al grande pubblico e in particolare ai giovani, costituisce un riconoscimento ufficiale che il Paese natale dedica al grande gesuita, pioniere ed esempio di dialogo e di amicizia tra popoli e civiltà. La mostra "Padre Matteo Ricci. L'europa alla corte dei Ming" si propone di ricostruire gli anni della formazione europea di Matteo Ricci e l'incontro con la Cina nel quadro dei rapporti politici internazionali di fine Cinquecento attraverso circa 150 opere, tra libri preziosi, testi originali pubblicati da Ricci, documenti autografi, strumenti musicali, carte geografiche e strumenti scientifici introdotti in Cina dal celebre gesuita, come mappamondi, orologi, astrolabi, meridiane, compassi, clessidre, e poi ancora oggetti che ricreano l'atmosfera della corte e delle case dei mandarini quali porcellane, dipinti, acquarelli, calchi e bronzi di fine epoca Ming. Missionario della Compagnia di Gesù, umanista e matematico, astronomo, geografo e cartografo, entrato in contatto diretto con "questo altro mondo della Cina", Matteo Ricci impiega diciotto anni per risalire da Macao a Pechino, con la consegna di convertire l'imperatore Wanli al cristianesimo. Benché non gli sia consentito di incontrare personalmente il "figlio del cielo", vive per un decennio presso la corte e all'ombra della sua protezione, con il titolo di mandarino e sostenuto economicamente dal pubblico erario. Quali erano stati, agli occhi dei cinesi, i meriti del "Maestro del Grande Occidente"? Anzitutto Ricci aveva scelto di diventare un cinese, parlando e scrivendo la lingua di quel Paese come nessun europeo aveva mai fatto e assimilandone abitudini e costumi in leale spirito di amicizia. In secondo luogo, studiando e imparando a memoria "i loro libri", ossia le opere di Confucio e di altri filosofi, traducendole anche in latino, era giunto a conoscere in modo eccellente la cultura di "questo altro mondo". In terzo luogo, trasferendo ai cinesi i principali documenti della civiltà europea (teologica, filosofica e, soprattutto, scientifica), come scrive un letterato cinese, "il dottor Li (Ricci) ha aperto gli occhi della Cina sul mondo": preparando sei diverse edizioni di carte geografiche universali con le nuove misurazioni dei meridiani e paralleli, dimostrando definitivamente che il Catai di Marco Polo coincide con la Cina, costruendo astrolabi, sfere terrestri e celesti, orologi solari e meccanici, strumenti per gli osservatori di Nanchino e Pechino, introducendo la Geometria di Euclide e altri trattati scientifici grazie ad un minuzioso lavoro di traduzione e apprestandosi a riformare il calendario cinese alla vigilia della morte. Al contempo, con le sue Lettere, ufficiali e private, ma soprattutto con la storia della sua "impresa della Cina" (Della entrata della Compagnia di Giesù e Christianità nella Cina), Ricci aveva offerto all'Europa il primo strumento di conoscenza ampia e sicura del Paese del Drago. Purtroppo, l'infelice soluzione della questione dei riti - scoppiata dopo la morte di Ricci e conclusasi con la condanna di quest'ultimo da parte di Roma nei primi anni del '700 -, e l'appropriazione della sua opera storica da parte del confratello Nicolas Trigault - che la tradusse in latino e pubblicò a proprio nome in Europa con grande successo - esclusero per secoli all'opera e al nome di Ricci il giusto riconoscimento. Solo nel 1939 Pio Xii ne riabilitò ufficialmente il metodo missionario, additato da Giovanni Paolo Ii in diverse, anche recenti occasioni, quale esempio per la presente e futura evangelizzazione. Nell'anno 2000 la rivista americana Life lo ha posto tra i cento uomini più importanti del secondo millennio; nello stesso anno la Cina lo ha ricordato, insieme ad altri grandi suoi figli, nell' "altare del millennio" posto dinanzi alla nuova stazione centrale di Pechino. La vita di Matteo Ricci - Li Madou Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, studia al collegio dei Gesuiti della città marchigiana e nel 1571 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù. Nel 1572 emette i primi voti e inizia la sua solida formazione al Collegio Romano. Destinato alle missioni d'Oriente, salpa da Lisbona nel 1578 per giungere in India, a Goa e successivamente a Cocin, dove riceve gli ordini sacri e celebra la prima messa nel 1580. Padre Michele Ruggeri, che si trova già a Macao e incontra qualche difficoltà con la lingua, sollecita l'arrivo del giovane Ricci, che vi giunge nel 1582, iniziando a studiare la lingua cinese. Scrive: "Subito mi detti alla lingua cina… Quanto al parlare è tanto equivoca che tiene molte parole che significano più di mille cose, et alle volte non vi è altra differentia tra l'una e l'altra che pronunciarsi con voce più alta o più bassa in quattro differenti toni; e così, quando parlano, alle volte tra loro per potersi intendere scrivono quello che vogliono dire…La scrittura cinese ha tante lettere quante sono le parole o le cose". Intanto assiste ai ripetuti tentativi falliti di entrare in Cina da parte dei confratelli. Nel settembre 1583, con il permesso del viceré e scortati da un suo soldato, Ricci e Ruggeri giungono a Canton, dove iniziano a costruire una prima casa e la prima chiesa. Nel 1584 pubblica il primo mappamondo cinese e nel 1587 inizia a scrivere il Catechismo in cinese. Nel 1597 è nominato superiore della missione e nel 1599, fallito un primo tentativo di soggiorno a Pechino, si stabilisce a Nanchino, fondandovi la quarta residenza missionaria. Nel 1601, dietro autorizzazione scritta dell'Imperatore Wanli, entra a Pechino dove vive fino alla morte con il grado di mandarino. In questi anni abbracciano il cristianesimo alcuni fra i più alti funzionari dell'apparato burocratico civile e militare cinese. Alla sua scomparsa, nel 1610, l'imperatore concede un terreno per la tomba, fino ad oggi onorata: era la prima volta che ciò accadeva per uno straniero nella storia della Cina. La mostra "Padre Matteo Ricci. L'europa alla corte dei Ming" vuole far conoscere la figura e l'opera di Matteo Ricci attraverso la presentazione dei temi principali dell'incontro tra civiltà europea e cinese tra il 1580 e il 1610. Nell'incontro con il Paese del Drago, Li Madou è portatore non solo di una religione, quanto di una intera civiltà caratterizzata da una precisa filosofia, teologia, scienza e arte. Da qui la necessità di documentare la preparazione culturale e scientifica di Ricci e ricostruire il contesto storico mostrando così il significato e il valore dell'impresa compiuta dal gesuita e dai suoi compagni: aver vinto la secolare diffidenza e paura dei cinesi nei confronti degli stranieri e aver avviato un lavoro straordinario di diffusione della conoscenza reciproca tra mondo occidentale e orientale nel campo delle scienze, della filosofia e della religione. L'esposizione è divisa concettualmente in due parti: 1. La formazione europea di Ricci (Macerata: formazione di base; Roma: studi superiori al Collegio Romano; Portogallo: lingua e civiltà portoghese, introduzione agli equilibri geopolitici del mondo; India: teologia); 2. L'incontro con "l'altro mondo" della Cina. Disposta in successione continua, ma con precisi riferimenti temporali, la descrizione della Cina e dell'incontro tra civiltà europea e cinese, avvenuto direttamente per la prima volta attraverso l'esperienza storica di Ricci, sottolinea in particolare i seguenti aspetti: 1. L'incontro di Ricci con il grande apparato politico e amministrativo della Cina 2. La vita quotidiana nelle case dei mandarini e della corte: dipinti, porcellane, bronzi e lacche di fine epoca Ming, molti del periodo di Wanli, l'imperatore regnante durante il soggiorno di Ricci in Cina. 3. L'incontro con le religioni cinesi (confucianesimo, buddismo, taoismo): oggetti di culto, tavolette per il culto degli antenati, idoli, statuette di dei e di eroi. 4. Il mondo delle lettere: l'arte di produrre libri e i materiali del letterato: pennelli e vasetti per inchiostro, matrici di legno per la stampa, opere stampate da Ricci e da amici europei e cinesi. Tra i libri, la prima edizione della traduzione cinese della Geometria di Euclide, realizzata da Ricci e Xu Guangqi; la prima edizione del Catechismo (1603) e del Trattato sull'astrolabio di Clavio tradotto in cinese (1607); l'autografo dell'Amicizia in cinese e italiano, composto a Nanchang tra il 1595 e il 1599. 5. Strumenti musicali europei introdotti in Cina da Ricci e compagni: in particolare uno dei primi esemplari di clavicembalo da tavolo, simile a quello donato da Ricci all'imperatore, e di organo portatile. 6. Medicina e farmacologia cinese: viene esposto il celebre Bencao, enciclopedia di Storia naturale manoscritta e con illustrazioni originali ad acquerello, opera rarissima della Biblioteca Nazionale di Roma. 7. Carte geografiche e strumenti scientifici: fu Ricci a far conoscere ai cinesi che la terra non era quadrata ma rotonda e a introdurvi la scienza cartografica più avanzata per quei tempi. Pubblicò sei edizioni di mappamondo (in realtà carte geografiche universali), stampate in centinaia di copie, di cui rimangono pochissimi esemplari. In mostra eccezionalmente esposto l'originale in bianco e nero della terza edizione stampata a Pechino nel 1602 della Biblioteca Vaticana. La sezione prevede anche la riproduzione di altre edizioni del mappamondo ricciano, la presentazione di carte geografiche cinesi precedenti e successive a Ricci e di alcune carte controverse, attribuite a Michele Ruggeri, primo compagno di Ricci, ma che potrebbero invece essere attribuite più giustamente allo stesso Ricci. Le carte geografiche saranno rese intelligibili da pannelli didascalici e dalla traduzione di alcune prefazioni presenti nel mappamondo. 8. Pittura ad olio occidentale, prima di Ricci ignota ai cinesi: tra i vari documenti, una delle sei copie tardo-cinquecentesche della Madonna di S. Maria Maggiore fatte realizzare dai Gesuiti, tra le quali una offerta da Ricci all'imperatore Wanli; il primo ritratto di Ricci, postumo, conservato nella Chiesa del Gesù a Roma e un altro ritratto, finora inedito, ad opera di A. Sacchi (Roma 1630 circa). Rispetto all'edizione presentata a Macerata nel 2003, che ha riscosso un successo superiore alle aspettative (quasi 10.000 visitatori, 500 cataloghi venduti), rivelando l'intenso fascino esercitato dalla figura di Ricci sul vasto pubblico, l'evento romano arricchirà l'esposizione con nuovi pezzi unici (tra cui il Registro degli entrati nell'antico Noviziato della Compagnia di Gesù in S. Andrea al Quirinale tra il 1565 e il 1586 contenente la prima firma di Ricci; l'autografo della prima opera cinese di Ricci, Dell'amicizia, conservata nella British Library di Londra, esposta per la prima volta al pubblico; una suggestiva Lettera autografa all'amico Lelio Passionei, conservata nell'Archivio di Stato di Mantova) e distribuirà l'allestimento in un percorso unitario di circa 600 metri quadrati. Il visitatore della mostra potrà trovare nel Bookshop, oltre al catalogo (Gabriele Mazzotta editore), tre nuovi strumenti di approfondimento della figura e dell'opera di Ricci: una nuova biografia rivolta al grande pubblico a cura di F. Mignini, Matteo Ricci. Il chiosco delle fenici, Il lavoro editoriale, Ancona 2004 (si veda scheda allegata); una nuova edizione dell'Amicizia, prima opera cinese di Ricci, a cura di F. Mignini, Quodlibet, Macerata 2005 (terzo volume delle Opere Complete) (si veda scheda allegata); un Cd multimediale sulla vita e l'opera di Ricci, realizzato da Giuliana Pascucci per conto e su progetto scientifico dell'Istituto Ricci di Macerata (si veda scheda allegata). Per informazioni: Vittoriano: 06/69200867 Istituto Matteo Ricci, Via Garibaldi, 20 - 62100 Macerata Telefono: 0733.2584317 E-mail: istitutoricci@unimc.It |
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INCONTRI IN “CASA DI RE” ALLA REGGIA DI CASERTA |
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Caserta, 14 febbraio 2004 – Nell’ambito delle iniziative didattiche relative alla Mostra “Casa di Re”, allestita all’interno degli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta fino al 13 Marzo, sono previste quattro conferenze a cura degli esperti che hanno collaborato alla realizzazione dell’esposizione. Gli “Incontri in Casa di Re” si svolgeranno secondo un calendario stabilito dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Caserta e Benevento all’interno della Sala Giunone del Palazzo Reale di Caserta alle ore 16,00 tra la seconda metà di febbraio e la prima decade di marzo. Il primo incontro previsto, che si terrà il 17 Febbraio 2005, avrà per titolo “Arte e Storia a Casa di Re” e sarà curato da Rosanna Cioffi, Prof.ssa Ordinaria di Metodologia della ricerca storico-artistica alla Seconda Università di Napoli. Il secondo incontro ha per titolo “Casa di Re. Forma e storia di una sovranità”, il giorno 24 Febbraio 2005 e sarà tenuto da Luigi Mascilli Migliorini, Prof. Ordinario di Storia Moderna presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Giovedì 3 marzo 2005, Francesca Longo Auricchi, Prof.ssa Ordinaria di Papirologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico Ii”, terrà la conferenza avente per titolo “La macchina del Piaggio e la scoperta dei papiri ercolanesi”. Infine, l’ultima conferenza in calendario è prevista per Giovedì 10 Marzo 2005, ha per titolo “Scienza e tecnica a Casa di Re” e sarà tenuta dal Prof. Massimo Capaccioli, ordinario di Astronomia presso l’Università di Napoli “Federico Ii”. La mostra, suddivisa in sei sezioni, vuole far rivivere al visitatore i fasti della famiglia reale borbonica attraverso un emozionante percorso ricco di testimonianze artistiche provenienti da Musei italiani e stranieri, da collezioni private e dai depositi della Reggia. |
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OPERE DELLA COLLEZIONE CARLO F. BILOTTI DA PICASSO A WARHOL A COSENZA, COMPLESSO MONUMENTALE DI S. AGOSTINO DAL 13 MARZO AL 30 GIUGNO |
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Cosenza, 14 febbraio 2005 - Sarà Cosenza la sede di una mostra inedita, dedicata ad una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea, Opere della collezione Carlo Bilotti, da Picasso a Warhol, in programma presso il Complesso Monumentale di S. Agostino, dal 12 marzo al 30 giugno 2005. L’evento è reso possibile da una felice collaborazione tra istituzioni locali, l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per la Calabria di Cosenza. Va a due donne il merito di aver molto lavorato per concretizzare un appuntamento di grande prestigio per l'intera Calabria: il Sindaco Eva Catizone e la Soprintendente Rossella Vodret, in piena sintonia su di un progetto di altissimo livello. E non sorprende la notizia che la Vodret, lasciata da qualche giorno la città dei Bruzi per prendere possesso del nuovo analogo incarico alla Soprintendenza del Lazio, si vedrà presto conferire dalla Catizone la cittadinanza onoraria. L’esposizione, fortemente voluta da Rossella Vodret e curata da Claudio Strinati, prestigioso studioso e critico d’arte di fama internazione, si compone di quaranta opere d’arte della prestigiosa collezione di Carlo F. Bilotti, cosentino di nascita (1934), imprenditore nel campo della cosmetica da sempre amante dell’arte. Si tratta di una delle raccolte d’arte contemporanea più conosciute e importanti del mondo per qualità e numero di opere, riunite con passione da Bilotti nel corso della sua vita. Amico personale e committente di grandi artisti (ha commissionato ad Andy Warhol due ritratti della figlia e della moglie e un ciclo di opere celebrative di De Chirico, nonché varie opere a Salvador Dalì), continua ancora oggi a valorizzare nuovi talenti artistici. Inoltre le sue donazioni contribuiscono a rendere accessibili al pubblico parte della sua collezione: una grande scultura di Henry Moore a Fort Lauderdale in Florida; 20 quadri di De Chirico nel nuovo costituendo museo a lui intitolato nell’aranciera di Villa Borghese a Roma (la convenzione con il Comune di Roma prevede, secondo il desiderio del collezionista di implementare la conoscenza dell’arte contemporanea, che le sue mostre siano esposte a rotazione anche a Cosenza secondo accordi con la Soprintendenza); Carlo Bilotti, che vive ormai da tempo negli Stati Uniti, non ha infatti mai perso i contatti con l’Italia e Cosenza, sua città natale alla cui Galleria Nazionale nello scorso giugno 2004 ha donato una splendida scultura in bronzo di Emilio Greco. La collezione Bilotti si compone di dipinti, sculture e disegni di autori europei e americani tra i più rappresentativi nell’arte del Novecento. La scelta operata in occasione della mostra propone opere di Picasso, Chagall, Dalì, De Chirico, Dubuffet, Ernst, Greco, Matisse, Mirò, Rotella, Severini, Tapies e Warhol. Capolavori che, nel loro insieme, garantiscono una perfetta visione unitaria dell’arte del Xx secolo. Vi sono per esempio i bellissimi Buste de Femme (Françoise Gilot) (1953) di Picasso, Les Musìciens (1957) di Chagall, le Etruscan Scene: Female Ritual Dance I and Ii (1985) di Warhol e, tra le più recenti, Carlo with Dubuffet in the Background (1994) di Larry Rivers. La mostra costituisce dunque un omaggio della Soprintendenza e dell’Amministrazione comunale di Cosenza ad un concittadino di prestigio nella storia del collezionismo d’arte e ugualmente l'opportunità unica e irripetibile di venire a contatto con un patrimonio artistico privato altamente significativo dal punto di vista scientifico. Inoltre la presenza, pur temporanea, di queste eccellenti opere si unisce idealmente e spazialmente alla preziosa raccolta di 65 disegni di Umberto Boccioni già della collezione Bilotti e acquistati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la Galleria Nazionale di Cosenza. Opere ivi esposte da due anni come nucleo iniziale di un centro espositivo di arte contemporanea, presto nuovo polo museale nella regione Calabria. Viene dunque a crearsi una sorta di ambiente sinergico che costituisce un'eccezionale opportunità, unica e irripetibile, non solo per gli studiosi e gli appassionati di arte contemporanea, ma soprattutto per molti di quei giovani studenti che per la prima volta vedranno esposti nella loro regione capolavori di autori di grandissimo prestigio. Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Calabria Tel. 0984 793748 - fax 0984 793602 Numero verde: 800.697.616 |
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INAUGURATA LA MOSTRA « RIFLESSI D’ARTE » DI ANNAMARIA TREVISAN |
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Bassano del Grappa – Vi, 14 febbraio 2005 - Angeli in volo, Evangelisti, Profeti, Santi, divinità mitologiche ed eroi: questa l’immagine immediata che evoca l'arte di Annamaria Trevisan. La sua già lunga attività di restauro e decoro in edifici religiosi – da Sovizzo e Sarcedo a Cusinati e Camazzole sino a Solesino – ha fatto conoscere la sua pittura a fresco, mezzo fresco, a tempera e a olio sia nelle grandi parrocchie che nei più remoti paesini del vicentino, del trevigiano, del padovano. Facilità di segno, perspicacia intuitiva, gusto innato l’hanno guidata pure nella realizzazione di scenografie per ambientazioni cinematografiche e televisive, con sicuro senso della situazione storica e culturale, così come già nota e criticamente affermata è la sua abilità di ritrattista. Ma i dipinti che ora espone sono diversi: certamente il mestiere, il grande mestiere, gli spazi di vaste dimensioni hanno dato alla mano di Annamaria Trevisan una misura inusitata, il lavoro in edifici storicizzati l’ha obbligata a confrontarsi con l’arte del passato, in particolare dal manierismo al rococò; le esigenze di tecniche e linguaggi i più svariati l’hanno indotta ad una vasta conoscenza stilistica e ambientale, ad una sperimentazione continua dei procedimenti pittorici idonei a creare una duttilità manuale che diviene duttilità intellettuale e percettiva. Questa preziosa esperienza, questa continua compenetrazione di esigenza operativa materiale e culturale, lo studio dell'antico e la sensibilità psicologica del contemporaneo ha condotto gradualmente l’artista alla formulazione di un suo specifico linguaggio espressivo, una sintesi pittorica personalissima e originale quale appare nelle opere recenti. L’ambiente familiare nativo di valenti orafi vicentini, la cultura accademica di base appresa a Venezia dai Maestri della seconda metà del secolo scorso, Saetti, Gaspari, Pizzinato, Morandis, viene ora rielaborata sull’etica spazialista e ricondotta all’essenza della pittura stessa. Gesto e segno, tracciati sulla tela spesso grezza, divengono archetipi, in trasparenza, di un percorso che è quello della nostra cultura pittorica; l’uso misurato del colore, tenuto a lumeggiature, crea una sintesi dell’immagine che suggerisce situazioni, eventi ed emozioni che fanno parte della storia primaria dell’uomo, delle sue pulsioni e dei suoi sentimenti. L’apparente gradevolezza dell’immagine, resa accattivante dal tratto immediato, dalla delicata freschezza di tono e di tocco, dall’intrinseco lirismo della narrazione, cela una forza interiore che è risultato di profonda armonia qualitativa e quantitativa: una forza contenuta nella forma, nella sapienza costruttiva che, a tratti, quasi “galleggia”, emergendo in superficie in sintesi plastica; oppure, altre volte, l’immagine lievita appena, appare per sottintesi allusivi in trasparenza quasi affiorasse liquida spinta in superficie da un magmatico inconscio. È una pittura pulsante e, al tempo stesso, scarnificata: l’antico che diviene contemporaneo, che lega il filo rosso della “storia del fare”, che scioglie il falso problema del figurativo nell’astratto, della imitazione nella re-invenzione, del primato del disegno o del colore nel segno gestuale acceso dalle lumeggiature della tradizione veneta, della sapienza accademica nell’immediatezza dell’emozione. Scenografie 1989 Ricostruzione scenografica di opere di G.b. Tiepolo per il film “Carnevale rosso sangue” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. 1990 Realizzazione di tele e miniature del ’700 (R. Carriera, Longhi) per trasmissioni Rai “Telefono Giallo”. 2002 Progettazione e realizzazione dei prototipi degli apparati pittorici per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Opere per edifici religiosi 1989 Istituto “Don Calabria” - Costozza (Vi) - “Don Calabria”, pala d’altare; olio, altare laterale. 1991 Villa Repeta-bressan - Campiglia dei Berici (Vi) - “Madonna e Santi”, “Martirio dei Santi”, pale d’altare; olio, altari della cappella privata. 1994 Chiesa di S. Daniele - Sovizzo (Vi) - “S. Daniele”, Crocifissione”, pale d’altare; olio, altari lateriali. 1995 Chiesa Parrocchiale di Sovizzo (Vi) - Copia da F. Maffei, “Assunzione”; olio, altare laterale. 1998 Chiesa Parrocchiale di Solesino (Pd) - “Assunzione e Santi”; affresco, soffitto. 1999 Chiesa Parrocchiale di Sarcedo (Vi) - “Pentecoste”; olio, soffitto. 2000 Chiesa Parrocchiale di Villaraspa (Vi) - “Ricostruzione della parte centrale”; mezzo affresco, soffitto. 2001 Chiesa Parrocchiale di Camazzole di Carmignano del Brenta (Pd) - “Cenacolo”; affresco, catino absidale. 2003 Chiesa Parrocchiale di Cusinati di Rosà (Vi) - “Annunciazione e Santi”; abside, affresco. 2003 Chiesa Parrocchiale Poggiana Riese Pio X (Tv) - “Martirio di S. Lorenzo”; affresco, lunetta della facciata. 2003 Chiesa Parrocchiale di Camazzole di Carmignano del Brenta (Pd) - “Assunzione e Santi”; mezzo affresco, soffitto. 2004 Montecchio Precalcino (Vi) - “Madonna e Papa Luciani”; affresco, capitello. 2004 Chiesa Parrocchiale di Solesino (Pd) - “I quattro Evangelisti”; olio, soffitto del presbiterio. Esposizioni 1994 Sovizzo (Vi) - Biblioteca Civica; personale. 1995 Vicenza - Galleria “Due Ruote”; personale. 1997 Vicenza - Galleria “Due Ruote”; personale. 2000 Vicenza - Galleria Pozzan; personale. 2000 Vicenza - Chiesa S. Giacomo; collettiva. 2001 Camposampiero (Pd) - Villa Querini; personale. 2001 Asiago (Vi) - Galleria Sgarro; personale. 2002 Pasiano di Pordenone - Villa Saccomani; collettiva. 2003 Siracusa - Circolo Unione; personale. 2004 Lonigo (Vi) - Palazzo Pisani; personale. Hanno scritto di lei: R. Amaglio, F. Conti, F. Donati, E.e. Fabbris, G. Grossato, G. Lovato, F. Peretti, M. Rossi, V. Scapin, A. Toniolo, L. Zonin. 12 febbraio - 6 marzo 2005 Chiesetta dell’Angelo via Roma, 80 Bassano del Grappa - Vi |
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QUINTA EDIZIONE 2003/2004. MOSTRA ITINERANTE ESPOSIZIONE ALL’ ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI LONDRA 21 FEBBRAIO - 4 MARZO 2005 |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Dopo gli allestimenti in Italia a Napoli e Monopoli (Ba), e negli Stati Uniti a Washington e San Francisco, la terza tappa del tour estero della Mostra Itinerante delle opere premiate e segnalate nella quinta edizione del Premio Internazionale Dedalo Minosse alla committenza di architettura, sarà Londra La mostra sarà allestiita presso gli spazi espositivi dell’ Istituto Italiano di Cultura di Londra dal 21 febbraio al 4 marzo . Al cocktail d’inaugurazione, previsto per le 18.30 di lunedì 21 febbraio, interverranno: George Ferguson, presidente del Riba, Bruno Gabbiani, Presidente di Ala – Assoarchitetti, Kenneth Powell, biografo d’architettura, Cesare Maria Casati, direttore della rivista l’Arca, Richard Haslam storico d’architettura e membro della Giuria del Premio. |
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A REGGIO EMILIA DAL 3 APRILE AL 22 MAGGIO 2005 L’ANTOLOGICA DI MANOLO VALDÉS |
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Reggio Emilia, 14 febbraio 2005 - A quarant'anni di distanza dalla prima personale che l’artista spagnolo, quale membro dell'Equipo Cronica, tenne a Reggio Emilia (Musei Civici), vengono esposti a Palazzo Magnani quarantacinque dipinti e venti sculture; al Palazzo dei Principi di Correggio (Re), un'ampia sezione dedicata all’opera grafica. Era il 1965 quando l’Equipo Cronica, di cui faceva allora parte Manolo Valdés, tenne la prima personale nei Musei Civici di Reggio Emilia. A distanza di quarant’anni, Palazzo Magnani celebra il grande artista spagnolo, presentando, dal 3 aprile al 22 maggio, la sua prima antologica italiana, dal titolo “Il perenne retaggio dell’arte”, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo degli sponsor istituzionali, Fondazione Pietro Manodori e Ccpl Reggio Emilia. La mostra ripercorre il cammino di Manolo Valdés dal 1982 a oggi, attraverso quarantacinque dipinti di grandi dimensioni e venti sculture, mentre nella sezione dedicata alla grafica allestita nel Palazzo dei Principi di Correggio, saranno esposti venti disegni e sessanta incisioni. “Quando Valdés all'inizio degli anni Ottanta, esordisce sulla scena dell'arte assumendo il suo proprio nome, - sottolinea il curatore Sandro Parmiggiani - non può certo fare tabula rasa di un'esperienza, quella dell'Equipo Crónica, che lo ha visto impegnato per quasi vent'anni, e che rappresenta un contributo originale alla storia della pop internazionale, ancora da cogliere pienamente nella sua reale portata. Al di là di questo dato, che mai può essere dimenticato, di fronte a ciò che Valdés è venuto facendo dopo avere dovuto chiudere l'esperienza di Equipo Crónica, possiamo agevolmente renderci conto che la sua opera sa tenere assieme una grande forza di innovazione e un forte radicamento nella tradizione”. Di fronte alle sue opere, si potrebbe utilizzare la definizione di "arte come pretesto": Valdés rivisita, nei dipinti, immagini della pittura classica o contemporanea, o talvolta tratte dalla vita quotidiana; quelle stesse suggestioni assumono, nelle sculture, una forma plastica, come se Valdés si fosse assunto il compito di traghettare certe figure dalla bidimensionalità del dipinto alla pluridimensionalità di un corpo che va a occupare lo spazio. In questa sorta di ossessione nello scavare dentro motivi e visioni saldamente insediate nel nostro immaginario, Valdés dimostra la perenne vitalità della pittura e della scultura, ricorrendo a una pluralità di materiali e di tecniche, come quando cuce assieme frammenti di tele di sacco e utilizza colori - ora luminosi ora bituminosi, dalle paste alte o dalle tracce appena percepibili - e modella il legno che rivela, nei blocchi e nelle curvature delle forme che l'artista gli fa assumere, tutta la sua intima struttura. L'apprezzamento internazionale per l'opera di Valdés si è venuto consolidando ed estendendo negli ultimi anni: tra le esposizioni a lui dedicate non si può non citare l'antologica presentata dal Museo Guggenheim di Bilbao nell'autunno 2002. Il catalogo, edito da Skira, contiene testi di Sandro Parmiggiani, Alberto Boatto, Kosme de Barañano, Lola Jiménez-blanco, Tomas Llorens, Fred Licht, Edward Lucie-smith, Bernard Noël. Dopo Reggio Emilia, la mostra si trasferirà ai Musei Civici di Siena (luglio-agosto) - Valdés dipingerà il Palio dell'Assunta che sarà assegnato alla contrada vincitrice della corsa del 16 agosto -, e alla Caixa de Pensiones di Girona, Spagna (settembre-novembre). Manolo Valdés nasce a Valencia nel 1942. Nel 1957 entra alla scuola di Belle Arti "San Carlos" di Valencia, che abbandona nel 1959 per dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1962 tiene la sua prima personale alla Galleria Nebli di Madrid. Nel 1964, con Joan A. Toledo e Rafael Solbes, costituisce il gruppo Equipo Crónica. Toledo esce dal gruppo, l’anno seguente, mentre Valdés e Solbes continuano la loro associazione, fino alla morte di Solbes, avvenuta nel 1981. Dal 1965 inizia la sua carriera espositiva internazionale, partecipando a numerose personali e collettive, col nome di Equipo Crónica fino al 1981, e poi da solo. Nel 1985 riceve il Premio Nacional de Bellas Artes España, e nel 1987 il premio Alfonso Roig. Dal 1987 vive e lavora a New York. Www.palazzomagnani.it |
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A MILANO DAL 24 MARZO AL 20 APRILE 2005 LA MOSTRA IL VANO SFORZO THEMA_A.3 |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Proseguendo il progetto di scoperta e valorizzazione di giovani artisti italiani, intrapreso ormai da alcuni anni, la Fondazione Stelline ospiterà dal 24 marzo al 20 aprile, nella Sala del Collezionista, la mostra Il vano sforzo Thema_a3 composta da 16 grandi dipinti informali di Matteo Ferretti e due video installazioni realizzate da Stefano Grilli e Francesco Paltrinieri. La mostra, curata da Arturo C. Quintavalle, presenterà un allestimento originale: sedici quadri a olio di grande formato dialogheranno con le due installazioni video sul tema del rapporto tra luce tecnologica e luce spirituale, tracciando una sorta di viaggio luminoso attraverso immagini di elementi naturali. Questo incontro tra diversi linguaggi artistici, che si arricchirà anche di una colonna sonora realizzata dagli stessi artisti, trova fonte primaria di ispirazione nei versi di T.s.eliot, uno dei poeti che più ha lavorato sull’idea del tempo e del linguaggio. Attraverso differenti espressioni artistiche dunque, dal colore della pittura ai pixel delle video installazioni fino alle note musicali, la mostra dispiega un percorso vivace che si dipana nel continuo contrappunto di visione simbolica e istanza tecnologica. Accompagna la mostra un catalogo con introduzione critica di Arturo C. Quintavalle, pubblicato da Vos Editore di Alberto Nodolini. Matteo Ferretti (Parma, 1976) studia all'Istituto d’Arte Paolo Toschi nella sua città natale e consegue il diploma di maestro d’arte, grafico pubblicitario. Nel rapporto con i pittori Guido Fontechiari e Alfonso Borghi affina la propria tecnica personale a confronto con le tematiche post-impressionistiche e informali. Partecipa a diverse manifestazioni culturali a livello regionale e nazionale in Italia (Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Firenze, Parma, Genova) e all'estero (Berlino, Francoforte, Dresda, Parigi). Nel 2004 nasce, da un’idea dello stesso Ferretti e dalla collaborazione con i video-artisti Stefano Grilli e Francesco Paltrinieri, Thema_, progetto visivo che scaturisce dalla confluenza di differenti esperienze artistiche. Seguono Thema_a.1 esposto allo Spazio Solferino 31 di Milano e Thema_a.2 La splendida luce alla Galleria il Triangolo di Cremona. Francesco Paltrinieri nasce a Parma nel 1978. Laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, da diversi anni si occupa di grafica, Web e produzione audio-video. Dal 2000 a oggi ha partecipato a diverse rassegne ed esposizioni, presentando i suoi lavori di installazione video e multimediale. Con il progetto Downright ha realizzato cortometraggi e videoclip, trasmessi sui network nazionali. Stefano Grilli (Montecchio Emilia, 1983) si forma presso l’Istituto d’Arte P.toschi, consolidando le sue capacità tecniche sperimentando i differenti linguaggi espressivi che la video-arte offre: video installazioni, cortometraggi, pubblicità. Partecipa con Matteo Ferretti al progetto Thema_a., e nel 2004 presenta i suoi lavori accanto alle tele informali di Ferretti a Milano e Cremona. Inaugurazione mercoledì 23 marzo, ore 18.30 |
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I “RIFLESSI” DI TESTONI ILLUMINANO LA DELIZIA ESTENSE DAL 12 FEBBRAIO AL 13 MARZO 2005 |
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Portomaggiore, 14 febbraio 2005 - Una location di prestigio per una personale prestigiosa. Il maestro bolognese Gianni Testoni espone 40 opere a olio su tavola negli spazi della Delizia Estense del Verginese, a Portomaggiore (25 km da Ferrara), dal 12 febbraio al 13 marzo 2005. Il valore artistico e l’impegno sociale di Testoni gli hanno meritato non solo l’attaccamento di pubblico e collezionisti, ma anche l’attenzione di istituzioni e sponsor. Questa sua “Riflessi”è stata fortemente voluta e patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia di Ferrara e dal Comune di Portomaggiore. Per gli sponsor: Cassa di Risparmio di Ferrara, Arredo Uno-uno Habitat Snc, Italfibre Srl, Ferrara Neon Srl, oltre alla preziosa collaborazione dello Studio fotografico “Max Salani” (www.Maxsalani-photo.com). Perché “Riflessi”? E’ l’autore stesso a spiegarlo, con l’inconfondibile stile che ne ha fatto un artista-traduttore-narratore del suo tempo. Sobria lucidità analitica vivacizzata da una punta di sana ironia: “Da sempre l’arte è il riflesso dell’anima umana. Le scene di caccia dell’uomo primitivo rappresentano vittorie fantastiche sulla natura.. Il pittore stesso era uomo di Dio, un suo riflesso. Sempre di riflesso pittori agnostici come Leonardo o addirittura assassini come il Caravaggio dipinsero quasi esclusivamente santi e madonne, cogliendo di riflesso lo spirito religioso dell’epoca. Poi, sempre di riflesso sono arrivati l’intimismo e l’arte concettuale…Oggi l’artista deve cogliere, non come fotografo, ma di riflesso i segnali di umanità in questi anni di furia bestiale…” Una disumanizzazione che il maestro bolognese scruta con occhio disincantato e nello stesso tempo dolente, senza scordarsi di intingere il pennello nella vernice dell’ironia che in qualche modo (bisogna pur sopravvivere al dolore) salva, se non le coscienze, per lo meno dal trabocchetto del pietismo di facile presa. Lacrime di pietra, fitta pioggia di meteoriti di neve pesanti come le colpe degli umani, mentre onnipresenti lune che avrebbero ispirato Lovecraft, lune dai riflessi sanguigni, vegliano su tragedie dai ritmi rallentati. Sublimate dall’arte di Testoni, che prima di tutto, con buona pace della critica esegetica affetta da “letteraturismo”, si ricorda di essere un pittore dalle incredibili risorse tecniche. Così che, prima ancora di leggere i contenuti, si resta affascinati dagli equilibri compositivi, pur nella complessità della rappresentazione scenica, in opere come “Corrida familiare”, “La pace e la resa”, “Salire”, “Fare”, “Produrre” (non ci si lasci ingannare dai titoli, dietro i quali si celano aspirazioni di ascesi divina o vergogne dell’umanità come Auschwitz). 40 capolavori da ricordare per sempre. L’omaggio di una terra riconoscente ai suoi artisti migliori si esprime anche nella scelta della location di “Riflessi”: quella Delizia del Verginese (delizie erano chiamate le dimore di campagna delle famiglie patrizie) di Portomaggiore, in località Gambulaga. Spicca, la splendida costruzione del 1481 (ma la vera storia comincia nel 1534, con la donazione del duca Alfonso I d’Este alla nobile Laura Dianti, che la trasformò da casale agricolo nell’attuale delizia)), tra il verde della campagna ferrarese, con il suo bugnato rosso su fondo bianco, fiera del suo ingresso tra le meraviglie del patrimonio dell’umanità Unesco. Intorno paesaggi che da soli meritano il “pellegrinaggio” verso la mostra: l’Oasi di Porto, con uno specchio d’acqua di 7 ettari, una passeggiata tra isolette collegate da ponticelli di legno e oche e altri uccelli acquatici o un ottimo sito per i pescatori; la “via delle fiabe” che arriva fino a Portomaggiore, cara agli amanti delle piste ciclabili e ai nonni disposti a leggere vecchie favole ai nipotini anche in dialetto ferrarese. Ed è bello fermarsi qualche giorno in più, non solo per godere di una non frettolosa visita alla Delizia, ma anche per approfittare della magnifica accoglienza dell’agriturismo Villa Belfiore, telefono 0533.681164, sito web www.Turismoruralbelfiore.it, e-mail info@turismoruralebelfiore.It. E’ qui che, insieme ai piatti di stagione e al riposo nelle 18 camere arredate con mobili antichi e rustici, in un ambiente romantico e familiare al tempo stesso si assaporano per intero le atmosfere delle antiche terre e dei fiumi più frequentati dal turismo intelligente e colto, tra reperti archeologici celtici, romani, estensi a poche centinaia di metri dalla Delizia. Per informazioni turistiche: Ufficio Promozione del Territorio di Portomaggiore, tel. 0532 –326258. E-mail turismo@comune.Portomaggiore.fe.it |
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GIULIANA FRESCO. OMBRA E COLORE 12 APRILE – 14 MAGGIO 2005 |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Nasce dalla figura la creatività pittorica di Giuliana Fresco, la giovane artista a cui Venti Correnti dedica una mostra, curata da Dominique Stella, dal 12 aprile al 14 maggio 2005. Una quarantina le opere esposte, tutte realizzate di recente dall'artista che si divide fra Milano e Londra. La rassegna fa seguito a due importanti mostre svolte nel 2004 a Palazzo Bricherasio a Torino, e a Palazzo dei Sette a Orvieto. La figura, il ritratto: questi i soggetti più amati sin dai primi dipinti, che risalgono agli anni ‘80. Sono ritratti eseguiti con forza ed ampie pennellature di colori che lasciano già intuire un’evoluzione verso una pittura che non sa accontentarsi della rappresentazione, e va ad esplorare zone ben più suggestive e misteriose nascoste dietro il colore, come mostrano le opere di oggi. Nell’esposizione si evidenzia in particolare la maturità del lavoro di Giuliana Fresco, che si esprime in un alternarsi e compenetrarsi di ombre e colore. Commenta la curatrice Dominique Stella: “Giuliana Fresco gioca al limite dell'astrazione senza mai abbandonare la forma che diventa ombra, fantasma rivelato da colori forti che costruiscono una geometria fluida”. In effetti la costruzione frammentata costituisce la base dello sviluppo dei lavori pittorici di Giuliana Fresco. Ed è l’artista stessa a spiegare come questa struttura sia la sua impronta personale: "il frammento si confà al mio modo di dipingere e di costruire a ‘pezzi’ una visione. Una specie di puzzle di elementi figurativi e astratti". E prosegue “Credo che un dipinto (in qualunque mezzo sia eseguito) debba trovare un suo equilibrio di piani e colori che funzionano tra di loro più che rappresentare logicamente qualcosa. Alla fine è sempre un viaggio a sorpresa. Si sa dove si parte, ma non dove si arriva”. Il suo stile si ispira e appartiene alle correnti attuali di pittura che si sono sviluppate partendo dall'Inghilterra, tra "Bad Painting" ed espressionismo figurativo, come nelle opere dell’artista Cecily Brown, protagonista della nuova pittura inglese. Niente di casuale in quest'avvicinamento, quando si sa che Giuliana Fresco vive gran parte dell’anno a Londra e ha quindi saputo cogliere tutti gli elementi di un’attualità internazionale, che ritroviamo in Italia specialmente nella giovane generazione. L'originalità del lavoro di Giuliana Fresco risiede anche nell’utilizzo dei colori, che l'artista sa comporre in una maniera vivace e brillante, sempre con armonia, giocando su tematiche eterne, risalendo talvolta alla tradizione pittorica del secolo Xv, tal altra ai maestri del primo novecento come Cezanne, che la pittrice ama citare: "Quando il colore raggiunge la sua massima ricchezza, allora la forma raggiunge la sua pienezza". Questa frase del maestro francese illustra perfettamente la ricerca di Giuliana Fresco. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Venti Correnti, con testi di Gianluca Ranzi e Dominique Stella. Inaugurazione martedì 12 aprile 2005 ore 18.30. Informazioni: Venti Correnti Tel 02.86457053 |
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A MILANO LA 3° EDIZIONE DELLA MOSTRA “CITYTAPE”, 36 OPERE REALIZZATE DA STUDENTI UTILIZZANDO IL NASTRO ADESIVO PATTEX POWER TAPE DI HENKEL LOCTITE ADESIVI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Lo storico Palazzo Affari ai Giureconsulti, situato nel cuore di Milano, a due passi dal Duomo, ospiterà dal 17 al 22 maggio 2005 la terza edizione di Citytape. Saranno in mostra oltre 36 opere create dagli studenti di 12 Licei Artistici e Istituti d’Arte italiani: U. Boccioni di Milano, Liceo Artistico Statale di Brera di Milano, A. Modiglioni di Padova, Liceo Artistico Statale di Venezia, R. Cottini di Torino, P. Klee di Genova, Isart di Bologna, L. B. Alberti di Firenze, G. De Chirico di Roma, F. Palizzi di Napoli, G. De Nittis di Bari, E. Catalano di Palermo. Le opere d’arte sono create con un originale e insolito mezzo artistico: il nastro adesivo policromo Pattex Power Tape di Henkel Loctite Adesivi e la mostra è patrocinata, per le sue finalità particolarmente significative, dal Comune di Milano – Settore Sport e Giovani. Il tema che tutti i ragazzi sono chiamati ad affrontare è “In Connessione. Composizioni, gruppi, insiemi, tendenze, legami attraverso il nastro adesivo Power Tape”: essi dovranno analizzare il tema dell’unione e del legame e darne la propria personale interpretazione creando un’opera che rappresenti il loro pensiero, il loro mondo, il loro modo di essere e di vivere la propria realtà. La vera novità di questa edizione è la possibilità di selezionare le opere da esporre nella mostra a Palazzo Affari semplicemente con un “clic” sul sito internet www.Citytape.it . Oltre a collegare virtualmente tra loro tutti i partecipanti tramite un forum, permettendo ad ogni studente di confrontarsi con gli altri, chiunque potrà selezionare le opere d’arte preferite per poi vederle esposte a Milano. Il 18 marzo, infatti, si apriranno le selezioni on-line delle opere che porteranno così il grande pubblico “della rete” a scegliere le migliori per ogni istituto. Dal sito basterà accedere nell’area “Scegli l’Opera” per vedere tutte le creazioni suddivise per Liceo Artistico e Istituto d’Arte. Sarà sufficiente poi “cliccare” sull’opera che più piace esprimendo così la propria preferenza. Le selezioni si chiuderanno il 4 aprile e dal giorno successivo, il 5 aprile, saranno rese note le opere più “cliccate” che approderanno all’importante mostra di Milano, una vera e propria sfida per artisti tanto giovani. Anche quest’anno, come già per le precedenti edizioni di Citytape, i partecipanti hanno a loro disposizione grandi quantità di nastro adesivo Pattex Power Tape, fornite da Henkel Loctite Adesivi, che in questo modo permette ai giovani artisti del domani di dar vita ai loro pensieri e creare delle opere che stupiranno ancora una volta per la loro bellezza e originalità. Il nastro adesivo Power Tape, uno strumento artistico tanto atipico e poco tradizionale, renderà tutto ciò possibile, grazie ai suoi colori, alla grande resistenza all’acqua e alle sollecitazioni, e, soprattutto, alla possibilità di essere tagliato con le mani. Con Citytape, Henkel Loctite Adesivi dimostra ancora una volta la sua attenzione verso il mondo dei giovani e ribadisce il suo impegno nei loro confronti. Citytape è, infatti, uno dei progetti di responsabilità sociale che l’azienda sviluppa da anni sia in Italia sia all’estero come quelli che contribuiscono a finanziare iniziative volte a migliorare la qualità della vita di bambini che vivono in condizioni disagiate e quelli tesi a dare un futuro migliore a persone portatrici di handicap. Www.citytape.it |
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PROROGATA AL 29 MARZO LA MOSTRA DEGLI ARTISTI AFRICANI |
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Firenze, 14 febbraio 2005 - Grazie allo straordinario successo, sarà prorogata di circa un mese, dal 6 al 29 marzo, la mostra Africani inAfrica, in cartellone dal 29 dicembre a Palazzo Ammannati (Borgo degli Albizi 28, www.Logicamedica.it/africaniinafrica). E’ quanto hanno deciso l’assessore alla cultura Simone Siliani e i curatori della mostra, Luca Faccenda e Marco Parri. In meno di sei settimane la mostra è stata visitata da oltre 25 mila persone, con una media di 650 al giorno e punte di 1000 nei weekend. Attualmente è in corso anche un fitto programma di visite scolastiche che il Comune ha promosso in collaborazione con il Provveditorato agli Studi. Prenotati anche circa 50 gruppi da Roma, Milano, Treviso, Genova, Umbria e, ovviamente, da molte città della Toscana. "Abbiamo deciso di prorogare Africani inAfrica fino a coprire la settimana di Pasqua”, spiega Siliani, “in considerazione dello straordinario successo di pubblico e di critica. Vogliamo dare l'occasione a un maggior numero di cittadini, turisti e studenti (che in queste mattine stanno affollando i locali della mostra) di vedere e rivedere un’espressione artistica spesso ingiustamente sottovalutata in Occidente. L'arte degli africani di oggi raggiunge livelli elevatissimi (come dimostra la considerazione mondiale di artisti come Georges Lilanga), ma rappresenta anche con efficacia le contraddizioni sociali del continente: qualcosa che gli europei, e in particolare i giovani, devono conoscere perché il destino dell'Africa riguarda noi tutti." Da ricordare che la mostra presenta oltre 130 opere di una ventina di artisti provenienti dai Paesi della cosiddetta Africa nera: Cheff Mwai, Abdallah Salim e Peter Maurice Wanjau (Kenya), Georges Lilanga e Maurus Mikael Malikita (Tanzania), Djess (Repubblica Popolare del Congo ), Djambo Moukeba e Lukawu (Repubblica Democratica del Congo), Moustapha Souley e Amadou Makhtar Mbaye (Senegal), Benard Asante e Almighty God (Ghana), Margareth Majo (Zimbawe), Kristopher Atikossie (Togo), Engdaget Legesse (Etiopia), Solomon Uwuenwa e Mandy’s Meninwa (Nigeria). “Il loro successo in questa rassegna”, ricorda Luca Faccenda, “è dovuto alla straordinaria qualità delle opere, alla molteplicità dei linguaggi espressi in un’unica esposizione e alla grande comunicabilità ed energia che questa contemporaneità africana riesce a trasmettere”. |
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AL TEATRO CARCANO DI MILANO “KONARMIJA - L’ARMATA A CAVALLO” DI MONI OVADA |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Da mercoledì 16 a domenica 27 febbraio 2005 è in scena al Teatro Carcano di Milano “Konarmija - L’armata a Cavallo”, scritto e diretto da Moni Ovaia, liberamente tratto da “L’armata a cavallo” di Isaac Babel’. Con Moni Ovadia, Roman Siwulak, Ilià Popov, Olena Skakun. Musicisti Stefano Corradi, Luca Garlaschelli, Janos Hasur, Massimo Marcer Albert Mihai, Vincenzo Pasquariello, Paolo Rocca, Marian Serban, Emilio Vallorani. Scene Leonardo Scarpa - Costumi Elisa Savi. Luci Gigi Saccomandi - Suono Mauro Magiaro. Movimenti coreografici Elisabeth Boeke - Musiche originali e arrangiamenti Carlo Boccadoro. Filmati a cura di Mauro Contini. Con “Konarmija-l’armata a cavallo” Moni Ovadia porta per la prima volta sul palcoscenico l’omonimo capolavoro dello scrittore ebreo russo Isaac Babel’, intellettuale e rivoluzionario morto nel 1941 in un campo di concentramento stalinista, dal quale Miklos Jancso trasse nel 1967 un film potente e grandioso. I racconti nascono dall’esperienza di Babel’ sul fronte russo-polacco delle guerra civile seguita alla Rivoluzione d’Ottobre. L’autore, che nell’opera prende il nome di Ljutov, fu al seguito della Prima Armata a Cavallo del mitico generale cosacco Budennyj. Il piccolo intellettuale ebreo chiede di unirsi ai feroci cosacchi rossi che, pur avendo scelto di battersi per la rivoluzione, hanno iscritto nella propria cultura più profonda un selvaggio antisemitismo nutrito da una storia secolare di massacri di ebrei. Babel’-ljutov cerca un battesimo di violenza per ottenere una piena legittimità di rivoluzionario. Non ci riuscirà. Rimarrà sconfitto dall’insanabile contraddizione con il proprio ebraismo, dal comandamento “non ucciderai!”. Konarmija narra piccole vicende, insieme tragiche e liriche, nella temperie della guerra civile tra Bianchi e Rossi. Emergono ritratti di uomini semplici che vengono visti nella loro lancinante e disperata umanità. Lo spettacolo si dipana come una partitura di immagini, suoni, musiche, canti e parole con cui combattono i due grandi cori dei bolscevichi e degli zaristi. Verranno utilizzati filmati di repertorio cinematografico e documentaristico e immagini appositamente realizzate che rappresentano lo scontro tra l’armata bianca e l’armata rossa, elaborati graficamente al computer per essere trasformati in “quadri in movimento”. Grande protagonista la musica, per lo più brani d’epoca, rielaborati in alcuni casi per accentuarne il ritmo epico, la retorica delle marce di guerra originali. Accanto a Moni Ovadia dodici interpreti di diverse nazionalità tra i quali i musicisti-attori che lo accompagnano da anni nei suoi spettacoli. Lo spettacolo è recitato in russo, yiddish e italiano. Le parti in russo e yiddish sono interpretate anche in italiano, “lingua della comprensione, del senso”. Www.teatrocarcano.com |
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IL MERCANTE DI VENEZIA DI WILLIAM SHAKESPEARE AL TEATRO LEONARDO DI MILANO CON LA REGIA DI ELIO DE CAPITANI |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Uno spettacolo in bilico tra commedia musicale e farsa nera, tra sberleffo e riflessione. La regia di Elio De Capitani gioca con leggerezza tra le pieghe di un testo che sfugge alle classificazioni, pone dubbi e domande, svela l'ambiguità delle leggi umane e divine. La sfida è stata quella di ricreare sulla scena il miracolo di Shakespeare, l'agilità e leggerezza con cui ci racconta la violenza e il sopruso, il diritto come fondamento della convivenza e del libero commercio, il sogno di un mondo in cui l'umile essere umano valga più dell'oro e dell'argento. Un intreccio romantico-cortese e uno tragico-satirico, quello incentrato intorno alla figura dell'ebreo Shylock, costituiscono la materia del Mercante di Venezia, un'opera che, al di là dei problemi classificatori (una "tragicommedia"?), porta in primo piano un sorprendente caleidoscopio di rapporti umani, dominati ora dall'intolleranza e dall'antisemitismo, ora dalla fredda logica del profitto, ora dal sentimento e dall'aspirazione a mondi fantastici. Elio De Capitani, con Ferdinando Bruni traduttore, ha voluto ristabilire i pesi delle componenti del testo, evidenziando come la sua struttura sia quella di una commedia (con tanto di scioglimento finale segnato dalla riconciliazione delle coppie), capace di contenere al suo interno un episodio destabilizzante, che inaspettatamente assume toni neri e tragici. Il personaggio di Shylock, emblema di tante contraddizioni umane, con il suo dolore e la sua palese mostruosità, è sintetizzato da Ferdinando Bruni in una "maschera" grottesca e dolente, "quasi murato vivo nel culto del denaro e nell'ossessione del riscatto da un'ingiustizia e da un disprezzo subito per secoli" (Maria Grazia Gregori, l'Unità). Accanto a lui Ida Marinelli nel ruolo di Porzia che "diversamente da molte interpreti di questa difficile parte, è particolarmente convincente anche quando si traveste da uomo e diventa il legale che risolve la situazione" (Masolino D'amico, La Stampa). Quest'anno è da segnalare un'importante novità nel cast: Elio De Capitani sostituisce Giancarlo Previati nel ruolo di Antonio; accanto a lui la compagnia che ha determinato il successo dello scorso anno, con gli attori storici dell'Elfo, Corinna Agustoni, Cristina Crippa e Luca Toracca, i più giovani Elena Russo Arman, Alessandro Genovesi, Massimo Giovara, Paolo Pierobon, Bolo Rossini, Mario Perrotta e gli interventi musicali di Mario Arcari. Antonio, il mercante veneziano che dà il titolo al testo, è un uomo dominato dalla malinconia che vive rispecchiandosi nella felicità dell'amico Bassanio. Le attenzioni di Bassanio sono rivolte alla bella e ricca Porzia e, per corteggiarla, non esita a chiedere aiuto all'infelice amico. Questi si trova sprovvisto di contanti, quindi, benché contrario al prestare e ricevere denaro con interessi usurai, si rivolge all'ebreo Shylock per ottenere i ducati che serviranno a Bassanio per raggiungere Porzia a Belmonte, il paese incantato e fiabesco dove consumano i riti del corteggiamento e dell'amore. Antonio perde tutto per mare - navi, merci e denari - e non può onorare il suo debito. Shylock, da sempre vituperato e offeso, pretende ora di riscuotere il pegno che gli era stato promesso quasi "per burla" ma garantito da un contratto, nero su bianco: una libbra di carne che deve essere tagliata dal corpo del debitore. Chi risolverà la diatriba, rovesciando il parere del tribunale e del doge, è un misterioso avvocato che, con cavilli insidiosi ribalta la posizione di Shylock, condannandolo e umiliandolo senza pietà. L'opera si chiude sciogliendo l'enigma dell'identità dell'avvocato, che si rivela essere Porzia travestita da uomo, e riportando il centro della commedia a Belmonte dove i sotterfugi vengono a galla, si placano le gelosie, tutto si ricompone in un ambiguo "così fan tutti". In fondo, anche la giustizia di una città civile e illuminata è stata ottenuta con un trucco da teatro. www.Elfo.org |
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PER IL CICLO DI INCONTRI CON GLI ‘AMICI DEL PICCOLO’ UNA CONVERSAZIONE SUL TEMA “SCHNITZLER E LA VIENNA DEL SUO TEMPO”
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Milano, 14 febbraio 2005 - Giovedì 24 febbraio, al Teatro Grassi, ore 17.30, per l’ormai tradizionale appuntamento con gli Amici del Piccolo Teatro, “Schnitzler e la Vienna del suo tempo”: Luca Ronconi ne parla con Roberto Calasso. L’associazione Amici del Piccolo Teatro, nata nel 1998, fin dalla sua costituzione si è proposta l’obiettivo di mantenere viva la tradizione del Piccolo Teatro, non cristallizzandola, ma rinnovando e perpetuando l’idea intorno alla quale si è concentrato il lavoro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Gli Amici del Piccolo rappresentano non solo un “archivio memoriale” della storia, dei protagonisti e dei mestieri del Piccolo, ma anche uno strumento di approfondimento dei temi più forti della stagione, grazie agli incontri aperti al pubblico e alla disponibilità di materiale in consultazione presso la sede dell’Associazione in via Rovello 2. In oltre 30 incontri, organizzati fino ad oggi, gli Amici del Piccolo hanno coinvolto personaggi rappresentativi della scena teatrale e culturale, italiana e internazionale. www.Piccoloteatro.org |
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DA VENERDI’ 25 FEBBRAIO AL TEATRO STUDIO VACCARIA DI RUZANTE, REGIA DI GIANFRANCO DE BOSIO |
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Milano, 14 febbraio 2005 - Venerdì 25 febbraio, al Teatro Studio, ore 20.30, Vaccària, di Angelo Beolco detto Ruzante, regia di Gianfranco de Bosio. Tra le meno note commedie dell’autore patavino, Vaccària, scritta nel 1533 non nel caratteristico patois ruzantiano, ma in lingua e con evidenti ascendenze plautine, costituisce per il regista Gianfranco de Bosio “tra le cose migliori del Ruzante”. “Nel corso dei cinque atti - prosegue de Bosio - l’azione si svolge con un ritmo equilibrato e raccolto, rispondente alla progressiva indagine psicologica dei tipi. Si tratta forse della commedia più matura, equilibrata e più facilmente godibile fra quelle del Nostro”. Fin dal titolo, aperta citazione al modello latino, Vaccària segue lo schema classico della suddivisione in cinque atti e due prologhi: tuttavia, l’apparentarsi a Plauto e, evidentemente, alla sua Asinaria, non fa del lavoro del Beolco una semplice riscrittura, bensì una vitale contaminazione tra modelli colti e cultura popolare, “tipi fissi” della tradizione latina e “maschere” contemporanee, temi topici del comico e “bagatelle” della Padova del tempo. La commedia racconta di Flavio, giovane “amoroso” e di Fiorinetta, del loro desiderio, di chi vi si oppone (la genitrice, la mezzana, il rivale) e di chi lo favorisce (i servi astuti) l’ipotizzabile mariazo finale, in una esilarante kermesse che coinvolge più di venti personaggi. Un testo perfetto, nelle intenzioni di de Bosio, uno dei massimi esperti del teatro di Ruzante e docente alla Scuola del Piccolo, per essere interpretato da un gruppo di giovani attori, capace di metterli a contatto con una tradizione interpretativa e con un “linguaggio” ruzantiano sempre in divenire. Esattamente come il progetto di Vaccària. “Fu Roberto Innocente, direttore artistico di Bel.teatro, complesso padovano misuratosi più volte con il Ruzante - ricorda de Bosio - a richiedermi nel 2002 una regia (nell’ambito delle celebrazioni ruzantiane indette dalla Regione Veneto, ndr). La scenografia fu da me affidata a Lele Luzzati, che collabora ai miei spettacoli ruzantiani dal 1965, con la partecipazione del suo allievo Roberto Rebaudengo; le scene sono state realizzate dal Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo ando' in scena nell' agosto 2002 a chiusura del Bassano Opera Festival e fu poi replicato per alcuni mesi nelle Tre Venezie fino alla chiusura dell’anno celebrativo. All'inizio del 2004 il Teatro Nazionale Croato di Rijeka (Fiume), che gestisce anche una compagnia in lingua italiana, a sua volta mi chiese uno spettacolo del Ruzante: io proposi Vaccaria, perchè desideravo rinnovarne la regia con importanti mutamenti, modificare la distribuzione, rifare la scenografia e i costumi. Lo spettacolo andò in scena a Fiume il 1 giugno 2004 e fu ripreso a Verona, nel testo da me rielaborato, al Teatro Romano, a chiusura dell'Estate Teatrale Veronese, con gli attori croati e i miei allievi del Piccolo Teatro di Milano nelle due parti principali. Lo spettacolo giunge ora a Milano nella sede del Teatro Studio, a cinquantaquattro anni di distanza dalla prima ospitalità al Piccolo di un mio spettacolo del Ruzante, Moscheta del Teatro dell' Università di Padova, nel 1951. Erano presenti Paolo Grassi e Giorgio Strehler”. Www.piccoloteatro.org |
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MALINCONIA, SORRISO E TANTO COINVOLGIMENTO CAPRIOLE TRA LE STELLE RIPARTE E PUNTA SU LAINATE |
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Lainate, 14 Febbraio 2005 - Da febbraio a luglio, uno spettacolo al mese, riparte proprio a Lainate il calendario della nuova Rassegna Capriole tra le stelle, un’iniziativa nata sette anni dall’intuizione dell’Associazione Barabba’s Clowns e che si rinnova ancora grazie al patrocinio del Comune di Lainate e al sostegno della Fondazione Cariplo. Un cartellone che scaturisce da un modo di pensare comune di artisti che ricercano il sorriso anzichè il riso banale, sguaiato che non lascia memoria. L’arte del sorriso è da coltivare nei giorni della fatica per nutrire di speranza il quotidiano. E’ più facile ridere che far sorridere, nascendo il sorriso dall’osservare la vita nel profondo del suo scorrere a volte per vie impervie, ardue, sofferte. Sorridere è del poeta, della persona fine e sensibile, che guarda con ironia e simpatia gli altri, gli eventi della vita, spesso buffi anche quando sono rivestiti di serietà. Sul palco della settima edizione della Rassegna si alterneranno gruppi italiani e stranieri, accomunati dalla stessa filosofia: personaggi come Moni Ovadia, il cantore dell’umorismo ebraico e rappresentanti dell’umorismo francese e italiano come gli attori di Europa Teatri, che rappresentano con garbo quello emiliano della città di Guareschi. Le “capriole sotto le stelle” sono l’ennesima conferma che il clown – anche senza il naso rosso - può sorridere perché è uomo libero, mai disposto a barattare la sua libertà per un pezzo di pane. Tutti gli spettacoli si terranno all’Auditorium del Centro Civico di Lainate (Barbaiana, via San Bernardo, 2). Come nelle edizioni precedenti, è possibile acquistare la Card per tutti e sei gli spettacoli in cartellone. Prezzi: Ingresso 8,00 € - Ridotti 5,00 € (giovani fino ai 20 anni - pensionati) Card 6 ingressi 30,00 € (massimo 2 ingressi per spettacolo) con Card ragazzi fino ai 13 anni ridotti speciali a 1,00 €. La Card non dà diritto a un posto riservato, si consiglia la prenotazione. Spettacolo fuori abbonamento - “Di Goldene Medine” di e con Moni Ovaia - Posto unico 12 € (venerdi 24 giugno, Villa Borromeo Visconti Litta). Il programma della Rassegna: Venerdì 25 febbraio ore 21.00 « La Fleur au Fusil (Compagnie Qualité Street) » La Fleur au Fusil è una simpatica e divertente presa in giro della vita militare, fatta con simpatia e fantasia da due scatenati energumeni che attraverso suoni e ritmi alternano sulla scena momenti di alta comicità al candore poetico di splendida umanità del clown che è per la pace. E’ uno spettacolo di umorismo tipico francese, di fine ironia e critica ad ogni forma di militarismo e, di conseguenza, di autoritarismo nei rapporti tra le persone. Lo spettacolo è adatto a qualsiasi pubblico. Venerdì 18 marzo ore 21.00 “La Gita (Europa Teatri)” Uno spettacolo di sicuro effetto comico, accolto calorosamente dal pubblico e dalla critica teatrale. La vicenda si svolge nell’arco temporale di una giornata. Su una panchina di una periferia metropolitana, Cesare, il vedovo stizzoso, Tecla, la “devorziata”, Romano, lo scapolo, aspettano una corriera che li dovrebbe portare ad Igea Marina. Ideato, scritto e interpretato da B.bonzani, C. Ferrari, F. Tragni, lo spettacolo esce dai binari del cabaret e, con punte esilaranti, lascia spazio alla poesia del voler essere grandi a tutti i costi. I personaggi non cercano la gita per sé stessa ma per conoscere e ritrovare altri sé stessi, con la voglia di ridere e di buttarsi dietro le spalle tutto credendo ai miracoli, quelli veri, che fanno cambiare la vita già da qui. Venerdì 15 aprile ore 21.00 “Broom Brush Crash (Jashgawronsky Brothers)” I tre fratelli armeni Pavel, Nicolas e Suren, che il pubblico di mezza Europa e non solo ha imparato a conoscere, si esibiscono in uno spettacolo-concerto di grande comicità. La particolarità che li contraddistingue è l’invenzione di strumenti musicali ricavati da oggetti d’uso comune o di recupero: con tali oggetti gli Jashgawronsky sono riusciti ad inventarsi una quantità di strumenti, strani a vedersi ma originali e perfettamente funzionanti. Giocheranno con naturalezza con la musica tradizionale, il blues, il jazz, la classica prendendo in giro la musica celtica e il rock’n roll in uno show che miscela comicità e virtuosismo, teatro e musica, rappresentando il lato surreale della musica con ironia ed invenzione. Venerdì 6 maggio ore 21.00 “Il mio regno per un pappagallo (Clown del Teatro d’Artificio)” Roberto Abbiati, clown milanese, reinterpreta le gesta del più sanguinario degli eroi shakespeariani: Riccardo di Gloucester, “piscinin, brut e catiff”. Saltando da Londra alla Brianza, dall’inglese al dialetto delle campagne lombarde, “Il mio regno per un pappagallo” mischia brandelli shakespeariani alla storia quotidiana di un attore/clown, con le sue paure e gli incontri, quelli veri, con le persone, con la malattia, con chi ieri c’era e stamani al risveglio non c’è più. Un lungo sogno, un po’ buffo ed un po’ malinconico, destinato a coinvolgere il pubblico più d’ogni ragionevole immaginazione... (Autori F. Niccolini e R. Abbiati, idee e musiche di B. Ferrari e C. Pastori). Venerdì 20 maggio ore 21.00 “La tragica storia di compare Leardo detto Liar (Teatrobliquo)” Un testo classico, Re Lear, e il racconto di un’anziana balia della Calabria si fondono per dar vita ad una riscrittura di Shakespeare destinata ai ragazzi. La tragedia di Re Lear, ri-ambientata in un immaginario paese tra l’Aspromonte e la Sila, diventa la storia di Compare Leardo e la vicenda shakespeariana, traslata nella dimensione contadina, si tinge dei colori dell’Italia del Sud e si dipana tra commedia e tragedia, in una narrazione divertente e ricca di colpi di scena. Tra “teatro vero” e “teatro inventato” si muovono Compare Leardo (detto Liar), le tre figlie e la balia, unica sopravvissuta ai tragici eventi e unica testimone-narratrice di tutta la vicenda. (Spettacolo di e con Carmen Chimenti; regia di Durshan Savino Delizia) Venerdì 10 giugno ore 21.00 “Guarda che musica! (Quartetto Euphoria)” Con la regia della Banda Osiris, si presenta un poker d’archi vincente, che scuote la vista e delizia l’udito. Il repertorio classico da concerto si combina ad un estro musicale tutto teatrale, sulla linea della Banda Osiris. Negli spettacoli il Quartetto Euphoria guida la fantasia e porta lo spettatore su terreni caotici e sbalorditivi. Gli strumenti musicali e gli archetti che li fanno vibrare diventano oggetti di scena che si prendono gioco delle partiture e trasformano il tempo dell’esecuzione in un’esperienza visiva attraente, viva e coinvolgente. I gesti e i ruoli giocati dalle quattro musiciste si liberano nell’aria come le note musicali che diffondono. La serietà e il gioco diventano un solo atteggiamento; il rigore esecutivo abbraccia le burle e un approccio libero e fantasioso alla presenza in scena. Venerdì 24 giugno ore 21.00, Teatro Naturale di Villa Litta “Di Goldene Medine “ con Moni Ovadia (voce) e Carlo Boccadoro (pianoforte) Dopo ripetute esperienze di vario genere Boccadoro e Ovadia hanno deciso di esplorare gli sviluppi della melodia yiddish e dell’humus musicale ebraico est-europeo nel passaggio dallo shtetl, la piccola cittaduzza nel cuore dell’Europa centro-orientale cuore del genio della yiddishkeit, all’America. L’emigrazione degli ebrei verso gli Usa fu una vera epopea di popolo provocata dalla fame e dalle persecuzioni. Goldene Medine, è la nazione d’oro, come erano chiamati gli Stati Uniti dagli ebrei orientali. Attraverso le canzoni, le musiche e le parole, il pubblico passerà dalla piccola patria esilio, a una stabile ma contraddittoria appartenenza americana. Www.barabbas.it |
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IL SATIRO DANZANTE ALL’EXPO DI AICHI |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Venerdì 11 febbraio presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Salone del Ministro, via del Collegio Romano 27 – si è tenuta una conferenza stampa per salutare la partenza del bronzo del Satiro Danzante di Mazara del Vallo per l'Expo 2005 di Aichi in Giappone. Erano presenti il Ministro per i beni e le attività culturali, Giuliano Urbani, l'Amministratore Delegato di Alitalia, Giancarlo Cimoli, il Direttore Relazioni Esterne degli Aeroporti di Roma, Roberto Spingardi, il Direttore dell'Istituto Centrale di Restauro, Caterina Bon Valsassina, e il Commissario di Governo per l'Expo 2005, Umberto Donati. Nel corso della conferenza stampa è stato presentato un filmato che illustrerà tutte le fasi delle delicatissime operazioni di imballaggio dell'opera e verranno illustrate le moderne tecnologie che hanno permesso di proteggere il Satiro Danzante in questo viaggio. Alla stampa è stata consegnata una copia del video e alcuni materiali fotografici realizzati nel corso dell'imballaggio. Il Satiro Danzante è rimasto sommerso nel profondo degli abissi per 2000 anni. Ora, la statua di bronzo del Iv secolo a. C, recuperata nel 1998 nel Canale di Sicilia e tornata all'antico splendore grazie all'intervento, durato 4 anni, dell'Istituto Centrale del Restauro, sta per intraprendere un lungo viaggio, con destinazione il Giappone. Infatti, il Satiro Danzante sarà il simbolo dell'Italia all'Esposizione Universale di Aichi, che verrà inaugurata il prossimo 25 marzo. Ma prima che all'Expo nella terra del Sol Levante, il satiro sarà esposto al Museo nazionale di Tokyo dal 19 febbraio all'11 marzo. ''Siamo leader nel restauro e Aichi rappresenta una grande vetrina anche per l'Icr e per il Mibac - ha spiegato Giuliano Urbani, ministro per i Beni e le Attività Culturali, nel corso della presentazione del viaggio del satiro danzante in Giappone - Molti paesi chiederanno il nostro intervento dopo aver ammirato il livello tecnologico del recupero e le innovazioni che hanno permesso questo difficile trasporto''. Il Satiro Danzante verrà portato in Giappone utilizzando una serie di accorgimenti in grado di garantirne la totale sicurezza. Infatti, oltre ad un'armatura interna, necessaria per esibire il Satiro in piedi nella sua posizione originale, e che serve per consentire di alloggiare o sfilare facilmente l'asta principale di supporto e quella secondaria di ancoraggio della gamba sinistra, è stato ideato anche un giubbotto esterno in fibra di carbonio, leggerissimo ma capace di attutire, fino ad oltre la tonnellata, un eventuale urto. Questo ''guscio'' è destinato a proteggere la statua, come la custodia di un prezioso strumento musicale. L'operazione, realizzata dai tecnici dell'Icr utilizzando le tecniche di lavorazione dei materiali compositi, basati sulla laminazione di fibra di carbonio e di carbon kavlar utilizzate nelle competizioni do Formula Uno e nelle regate della Coppa America, rappresenta un modello che potrà essere utilizzato in seguito per altri importanti trasporti di beni del nostro patrimonio artistico. ''Il lavoro dei nostri restauratori - ha aggiunto Urbani - fa parte di una strategia che il Governo persegue per valorizzare, insieme alla cultura, tutte le eccellenze di questo paese ed affermare il sistema Italia anche dal punto di vista economico e imprenditoriale. Il restauro, infatti, è parte integrante del nostro patrimonio artistico, la cui conservazione permette di tramandare i valori culturali del nostro paese e quindi di salvaguardarne l'unicità. Mi auguro che l'Expo 2005 sia una nuova occasione per affermare il made in Italy come sinonimo di qualità e di stile. Dal padiglione Italia, sotto lo sguardo millenario del Satiro Danzante, vogliamo trasmettere al mondo la capacità del nostro paese di fare sistema di fronte alle sfide difficili della competizione globale''. ''L'esposizione Universale è un'importante vetrina - ha proseguito il ministro Urbani - Stime prudenziali parlano di 15 milioni di visitatori: ad oggi, sono stati già venduti oltre otto milioni di biglietti d'ingresso. L'italia ha scelto di cogliere appieno questa opportunità con un proprio padiglione, dove saranno valorizzati al meglio il nostro stile, il nostro territorio, la nostra storia e le nostre capacità produttive. In questo contesto il Satiro sarà l'ambasciatore della cultura italiana in Giappone''. La spedizione del satiro danzante è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Mibac, con la regione Sicilia, il comune di Mazzara dal Vallo e altri soggetti pubblici e privati. |
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ABISSI, VIAGGIO NEI MISTERI DEL PROFONDO ROMA, 25 FEBBRAIO – 29 MAGGIO 2005
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Trieste, 15 febbraio 2005 - Hanno ispirato miti e leggende e spinto l’uomo a sfidare se stesso: gli abissi marini, l’ultima frontiera del Pianeta Terra. Un ambiente affascinante, regno di creature straordinarie in grado di vivere in condizioni estreme. Globo divulgazione scientifica, in collaborazione con l’Acquario di Genova e la Fondazione Bioparco di Roma, propone “Abissi, viaggio nei misteri del profondo”, una mostra sulle profondità marine per secoli rimaste inesplorate e che da sempre hanno suscitato la curiosità degli uomini. Dal 25 febbraio al 29 maggio 2005, presso il Bioparco di Villa Borghese di Roma, è in programma un’esposizione che invita bambini e adulti a immergersi nelle profondità marine. I visitatori saranno infatti accompagnati in un viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta dei segreti degli abissi: dalle difficili condizioni di vita delle profondità oscure, fredde e inospitali alle tappe che hanno segnato l’avventura dell’uomo nel mondo sommerso; dai leggendari mostri marini alle risorse energetiche che i fondali custodiscono. Il tutto è proposto con l’ausilio di pannelli, illustrazioni, riproduzioni tridimensionali, video e vasche con esemplari di pesci vivi. La mostra è strutturata in tre sezioni. 1- Tra Mito e Realtà. Il mistero che per secoli ha avvolto le profondità abissali ha ispirato racconti leggendari. Le creature marine hanno alimentato, infatti, fin dall’antichità saghe e leggende diventando esseri mitici: da Poseidone al Leviatano, da Giona a Scilla e Cariddi, dall’Idra al Monaco Marino. Spettacolare è il modello dell’Architeuthis, il calamaro giganteche in natura può raggiungere i 20 metri di lunghezza e che normalmente vive tra i 200 e i 600 metri. 2- Senza Luce. Ci s’immerge nelle oscurità degli abissi alla scoperta dei sorprendenti adattamenti messi in atto dalle creature abissali per sopravvivere nella quasi oscurità, a pressioni enormi e temperature bassissime. È possibile ammirare i pesci abissali italianidello Stretto di Messina e, inacquari appositamente allestiti per l’occasione, esemplari vivi di creature marine che vivono anche nelle alte profondità. 3- Sfida Profonda. Un viaggio nel tempo per ripercorrere l’evolversi del legame tra l’uomo e gli abissi. Dalla realizzazione di mezzi che hanno consentito all’uomo di sopportare le proibitive condizioni degli abissi, fino alla scoperta delle risorse e dei segreti che i fondali marini custodiscono. La sezione si apre con le imprese dei palombari,operatori subacquei tradizionalmente dotati di elmo di rame, scafandro elastico e scarponi zavorrati. Ricostruiscono un altro momento del viaggio nel regno degli abissi i mezzi di profondità in esposizione: modelli di batiscafi e sottomarini. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9,30 alle 19 presso la “Sala degli elefanti” del Bioparco, in piazzale del Giardino Zoologico 1, nella fantastica cornice di Villa Borghese, nel cuore di Roma. Www.globo.trieste.it |
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CINQUE MULINI WORLD CROSS COUNTRY CON SAIF SAEED SHAHEEN VINCE IL QATAR L'AUSTRALIANA BENITA JOHNSON PRIMA NELLA SENIOR FEMMINILE |
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Milano, 11 Febbraio 2005 - Spettacolo assicurato in questa settantatreesima edizione della Cinque Mulini che si è conclusa domenica 6 febbraio. Gli attesi protagonisti nella gara senior maschile hanno infatti rispettato il copione alla lettera con Shaeen, Kiprop e Baldini, una spanna su tutti. A vincere è stato l’ex keniano Saif Saeed Shaheen, ora passato con i colori del Qatar. Secondo posto per l’ugandese Boniface Kiprop, vincitore dell’ultima edizione 2004; al terzo posto uno straordinario Stefano Baldini, l’azzurro medaglia d’oro ad Atene nella maratona. La gara è iniziata nel segno dello spumeggiante gallese Donald Naylor, subito balzato al comando della corsa; poi è uscita la classe di Kiprop, subito lesto a riprendere il comando della gara passando in prima posizione all’altezza del mulino Meraviglia. Più di metà corsa condotta dal keniano in testa al gruppo. Poi, improvvisamente ma non casualmente, ecco farsi sotto Saif Shaheen. Il campione esce allo scoperto a dettare le indiscutibili condizioni di marcia: il vuoto dietro di lui che termina nell’ottimo tempo di 29’40’’. Al secondo posto il sempre forte atleta ugandese, Boniface Kiprop che chiude in 29’44’’ e l’italiano Stefano Baldini, bravo a conquistare la terza posizione nel tempo di 30’60’’. La vittoria conseguita da Shaheen nella Cinque Mulini spinge il rappresentante del Qatar direttamente al titolo mondiale di cross corto che si correrà in Francia. Nella gara senior femminile (6 km), come da pronostico, vince l’australiana Benita Johnson, venticinquenne campionessa mondiale di cross, che chiude la prova nel tempo di 19’17’’. L’ex giocatrice della nazionale di hockey su prato non ha certo smentito le attese: nei primi due giri ha lasciato sfogare l’avversaria più temibile, l’ungherese Aniko Kalovics, e poi, come suo solito, ha impresso alla gara un ritmo impressionante, allungando le distanze all’inizio dell’ultimo giro. L’attenzione di Benita è ora tutta rivolta ai mondiali di cross in programma in Francia, a St. Galmiér. |
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SAPPADA WINTER TRIATHLON DOMENICA 6 MARZO 2005 9 KM PODISMO + 12 KM MOUNTAINBIKE + 10 KM SCI DI FONDO |
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Sappada (Belluno), 14 febbraio 2005 – “Il winter triathlon ti attira ma sei un fondista e non intendi cimentarti nei nove chilometri di corsa a piedi o nei dodici di mountain bike? Nessun problema!” Sembra essere questo il motto con cui nasce la formula “relay” alla prima edizione del Sappada Winter Triathlon del prossimo 6 marzo. Infatti, si potrà partecipare in “staffetta”, ovvero in formazioni composte da tre atleti (uno per ogni disciplina) che si alterneranno al termine della propria frazione. Fornendo semplicemente il proprio nominativo, l’organizzazione provvederà ad inserire gli iscritti in una “waiting list” e, domenica 6 marzo giorno della gara, sarà lo stesso comitato a formare il team che prenderà il via alla edizione di ouverture del Sappada Winter Triathlon. Si parte dalla corsa che vedrà gli atleti darsi battaglia lungo i nove chilometri del tracciato, per poi passare il testimone al compagno di squadra che gareggerà nella frazione in mountain bike. Frazione conclusiva dedicata agli amanti degli sci stretti. Gli atleti che gareggeranno in “staffetta” o nella categoria “promozionale” (coloro che all’atto dell’iscrizione presenteranno un certificato medico per la pratica sportiva) affiancheranno gli specialisti della multidisciplina per vivere da protagonisti la prima edizione del Sappada Winter Triathlon. Www.friesianteam.com Www.camosci.it |
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A.C. MILAN PRESENTA LA BAVARIA CUP L’INNOVATIVO TORNEO DI CALCIO A 5 DESTINATO A TIFOSI ROSSONERI, SAMPDORIANI E GRANATA SARÀ PRESENTATO MERCOLEDÌ NEL CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA A MILANELLO |
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Parma, 14 febbraio 2005 – A.c. Milan e Bavaria Holland Beer, in qualità di Sponsor Istituzionale, presenteranno mercoledì 16 febbraio 2005, alle ore 12.00 l’innovativo torneo Bavaria Cup. La conferenza stampa si svolgerà nella sala stampa del Centro Sportivo - Milanello. Nel corso della conferenza stampa verrà illustrato l’evento e saranno fornite tutte le informazioni utili per la partecipazione da parte dei tifosi, degli abbonati e da quanti altri hanno un attaccamento verso A.c. Milan. Bavaria Cup, è il primo e unico torneo di calcio a 5 amatoriale organizzato in Italia direttamente da un’azienda sponsor di società di calcio e riservato ai tifosi e agli abbonati e a quanti altri si riconoscano nell’attaccamento alla squadra rossonera. Appassionati che, nel corso prima delle fasi locali, poi della finale nazionale, daranno vita a veri e propri raduni di calcio a cinque. Il torneo si svilupperà parallelamente a Milano tra i tifosi rossoneri a Torino tra i tifosi granata e a Genova tra i tifosi della Sampdoria. Partner tecnico della manifestazione sarà il Centro Sportivo Italiano (Csi). E’ il calcio delle passioni vere quello che i tifosi di tre delle più blasonate società di calcio professionistiche italiane si stanno apprestando a vivere: per i fan di Milan, Torino e Sampdoria prenderà il via a aprile, proseguendo sino a giugno 2005, una competizione che li renderà protagonisti non dalle tribune, come loro tradizionalmente accade, ma direttamente sul campo. |
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ASSOLUTI D'ITALIA MOTOCROSS 2005 DAL 27 FEBBRAIO AL 20 MARZO OFF ROAD PRO RACING |
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Milano, 14 febbraio 2005 - La stagione, le temperature, il nostro fisico, tutto ci porta a pensare che il freddo non sia ancora finito e che l'inverno si attenuerà proprio quando ha indicato il calendario. Ma il desiderio della moto non può aspettare così a lungo! Ecco allora il valido aiuto che ci viene offerto come sempre da Fmi e Off Road Pro Racing: gustatevi queste quattro compresse di Assoluti una dietro l'altra, una a Montevarchi, una a Gazzane di Preseglie, una a Fermo e l'ultima ad Asti. Possibilmente senza acqua. E' sicuramente un buon antidoto per scrollarsi di dosso un po' di questo impertinente inverno. E poi mettiamoci nei panni dei piloti, pensando a quanta fatica devono sostenere per mantenersi in ottima forma senza toccare, o pochissimo, la moto; loro sì che non vedono l'ora di salire in sella e mettersi subito in mostra, sfoggiando le nuove e colorate livree con le quali si caratterizzeranno per tutta la stagione 2005. Cerchiamo di capire meglio il tratto distintivo dei prossimi Assoluti d'Italia che, come già annunciato in maniera spiritosa, si avvieranno da Montevarchi il prossimo 26 e 27 febbraio per concludersi ad Asti il 19 e 20 marzo dopo quattro prove consecutive. La stagione agonistica tricolore 2005 si apre, come detto, fra pochissime settimane alzando il sipario della prima gara al mitico "boulevard" Miravalle di Montevarchi, ma la macchina organizzativa del Moto Club Brilli Peri sta lavorando già da un pezzo a pieno regime per l’allestimento della nuova edizione dei Campionati Assoluti d'Italia. La manifestazione entrerà nel vivo già da metà febbraio, in coincidenza con la chiusura delle iscrizioni, periodo che ci porterà sino al giorno 26 con i piloti che finalmente scenderanno in pista per conquistare i primi punti della stagione. Gli Assoluti si avviano dunque ad un’altra edizione ricca di contenuti per rispondere all’attesa che il fascino dei suoi storici crossodromi esercita da sempre su piloti e scuderie, stampa e pubblico. Quattro tappe consecutive, con la seconda prova prevista il 6 marzo sui bellissimi saliscendi del circuito bresciano "Galaello" di Gazzane di Preseglie, per poi spostarsi immancabilmente in terra marchigiana il week-end successivo dove ad attendere la carovana internazionale ci sarà il Motoclub Monterosato di Fermo, e infine tutti al Valmanera di Asti a conoscere il nome dei primi campioni 2005. Otto manche per disputare un confronto lungo trecentoventi minuti (cinque ore e mezzo) di gare finali, ma anche veder percorrere circa 500 chilometri e saltare all’incirca 4.000 volte. Due i titoli in palio anche quest'anno, nelle classi 125 (fino a 125cc 2 tempi e fino a 250cc 4 tempi) e Open (da 175 a 500cc 2 tempi e fino a 650cc 4 tempi). La partecipazione, come sempre, è aperta anche ai piloti stranieri ma solo i piloti con passaporto italiano potranno acquisire i punti per l'assegnazione del titolo di Campione Italiano. Notizie interessanti giungono anche dal fronte dei presenti, dove si annuncia con soddisfazione la partecipazione di tutti i nostri migliori rappresentanti che disputano il campionato mondiale ed europeo, ad iniziare dai riders Assoluti in carica: il romano Claudio Federici (Yamaha-cl. 125) che ha fatto suo il titolo lo scorso anno per la quarta volta, e il pilota di Frosinone Daniele Bricca (cl. Open) che invece ha assaporato per la prima volta il gusto di essere il numero uno in Italia e lo ha fatto in sella ad una Honda prima di passare da questa nuova stagione alla guida della Husqvarna del Team Edo Racing dove correrà insieme al francese Antoine Meo. Due presenze sicuramente di spicco ma che non avranno certo vita facile in questo concentratissimo campionato dove bisogna segnalare subito la presenza dei veterani e non certo domi ex iridati Chiodi e Bartolini. Il bresciano e l'imolese correranno in 125 con due Yamaha del Team Ricci insieme ai nuovi compagni Davide Guarneri e l'australiano Andrew Mcfarlane, anche loro saranno in sella a moto 250 4 tempi. Altro team di spicco sarà rappresentato dal nuovo Yamaha Evolution del torinese Giorgio Foi che sarà presente agli Assoluti con la formazione composta dal francese ex iridato 125 Mickael Maschio e dal lombardo Roberto Lombrici, entrambi al via in classe 125. Presenze straniere anche con il Team Jk Racing che scenderà in campo con i giovani Manuel Beconcini (Yamaha cl. Open), il francese Nicolas Aubin (Yamaha cl. 125) e lo sloveno Saso Kragely (Yamaha cl. Open). E poi ancora il Team Srs che schiererà il belga Matti Seistola (Honda cl. 125). La Tm scenderà in campo con il finlandese Antti Pyrhonen in classe Open, mentre nel corso degli Assoluti avremo modo di apprezzare anche i piloti del Team Yamaha L&m Mx con il danese Brian Jorgensen (cl. Open) e il belga Cedric Melotte (Yamaha cl. 125). Queste, ovviamente, sono solo alcune delle presenze nazionali e straniere agli Assoluti, e tra loro ci sembra scontata la presenza del nostro migliore rappresentante tricolore nel mondo, stiamo parlando del messinese Antonio Cairoli (Team Yamaha De Carli Racing), sarà lui che dovremo tenere d'occhio in questa edizione ma soprattutto saranno gli avversari della 125 che dovranno temerlo mentre si involerà per dare la caccia al suo primo importante titolo internazionale. Calendario Assoluti D'italia Motocross 2005: 26-27 Febbraio Montevarchi (Ar); 05-06 Marzo Gazzane Di Preseglie (Bs); 12-13 Marzo Fermo (Mc); 19-20 Marzo Asti. Www.offroadproracing.it |
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