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MARTEDì

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Febbraio 2005
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IL PRESIDENTE DELLA SERBIA SI RECA NEL KOSSOVO LA PRIMA VISITA DI UN CAPO DI STATO SERBO NELLA PROVINCIA DAL 1955.  
 
Le Monde, 13-14 febbraio 2005 Il presidente della Serbia si reca nel Kossovo La prima visita di un capo di stato serbo nella provincia dal 1955. Pristina corrispondenza di Laurent Abadie Il Presidente serbo, Boris Tadic, si è recato domenica 13 febbraio in Kossovo per una visita di due giorni in quella che oggi è formalmente una provincia della Serbia amministrata dal 1999 dall'Onu. E'la prima visita di un capo di stato sebo in Kossovo, dopo quella del 1995 di Slobodan Milosevic, oggi giudicato dalla corte penale internazionale per la ex Yugoslavia a La Haye.questa visita è fatta, quando si sta per trovare un accordo per una ripresa del dialogo tra Belgrado e Pristina sullo statuto del Kossovo.tale dialogo iniziato nell'ottobre 2003 era stato interrotto dalle violenze anti-serbe del marzo 2004, che avevano registrato 19 morti e più di 900 feriti. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), incaricato di mediazione, deve organizzare per fine febbraio gli incontri tra esperti di Belgrado e Pristina per cercare di risolvere il doloroso problema di circa 3000 persone a tutt'oggi dichiarate scomparse a seguito del conflitto serbo-albanese del Kossovo(1998 -1999) A Pristina, il signor Tadic si dovette intrattenere con il capo della missione delle Nazioni Unite(minuc), il danese Soeren Jessen-petersen. Ci si aspettava che denunciasse una nuova posizione della Serbia sulla questione del Kossovo.e in effetti gli incontri dell'1 e 2 febbraio a Pristina tra i membri del Gruppo di contatto(Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito, Germania, Italia), pare abbiano modificato la strategia redicale della Serbia, che tenta da parecchi mesi di imporre con la forza il suo "piano di Belgrado": una scissione del Kossovo secondo delle linee-etniche.Il gruppo di contatto ha chiesto ai serbi kossovari con insistenza" di prendere attivamente parte in seno alle istituzioni", perchè tre mesi dopo le elezioni legislative, massicciamente boicottate, i serbi kossovari eletti non partecipano alle sessioni del'Assemblea, nè ai gruppi di lavoro sul progetto, chiamato di "decentralizzazione".Tale progetto realizzato dal governo del Kossovo e la Minuk ha ricevuto il sostegno del Gruppo di contatto, poichè tiene conto della "protezione delle minoranze". "Un attacco politico" Così l'abbandono del "piano di Belgrado"è all'ordine del giorno.Questo piano era stato posto in essere dal suo oppositore principale, il Primo Ministro serbo, Vojislav Kostunica, e votato all'unanimità dal Parlamento del suo paese.Non è che l'idea che M. Tadic ha sottoposto ai rappresentanti delle enclaves serbe in Kossovo.d'altronde l'attentato mancato a Oliver Ivanovic, leader serbo, rappresentante della politica di Boris Tadic in Kossovo, mette in luce le nuove divergenze serbe sulla faccenda.Per M. Ivanovic, non c'è alcun dubbio che la carica, esplosa sotto la sua vettura, martedi sia "un attacco politico" collegato alla sua recente presa di posizione contro"il piano di Belgrado"ed alla visita del Presidente Tadic."dall'inizio ho considerato il piano interessante, ma totalmente irrealistico", egli spiega oggi.E dice di rimpiangere come moltissimi serbi il boicottaggio delle elezioni dell'ottobre 2004 fatto dalla minoranza serba, che non dispone che di 10 seggi in Parlamentp, contro i 22 de'Assemblea precedente.