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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 28 Febbraio 2005 |
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L'ITALIA ADOTTA MISURE PER DARE IMPULSO ALLA COMPETITIVITÀ |
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Bruxelles, 28 febbraio 2005 - Nel corso di una riunione di industriali e leader sindacali svoltasi il 24 febbraio, il governo italiano ha reso noto un programma di riforma economico messo a punto per tentare di dare impulso alla declinante competitività del paese. Le misure, illustrate dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi, prevedono maggiori investimenti nella R&s (Ricerca e sviluppo) e incentivi fiscali per incoraggiare le fusioni tra le Pmi (Piccole e medie imprese), che dominano il panorama economico italiano. Le riforme mirano a eliminare la mancanza di flessibilità strutturale dell'economia, che dopo l'introduzione dell'euro nel 1999 ha relegato la crescita dell'Italia agli ultimi posti tra i paesi dell'eurozona. 'L'italia non può diventare un paese di camerieri, ma deve ridisegnare il proprio futuro, mettendo in primo piano l'industria', ha dichiarato al Financial Times Andrea Pininfarina, vicepresidente di Confindustria, l'associazione degl'industriali italiani. 'L'attuale strategia economica rischia di soffocare l'industria con una politica di tagli fiscali totalmente scollegata dallo sviluppo'. Secondo l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), l'Italia sta incontrando grosse difficoltà per stare al passo con Francia e Germania nell'aumentare la quota di prodotti ad alta tecnologia nelle esportazioni globali. I prodotti Tic (Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni) hanno rappresentato nel 2001 il 5,6% delle esportazioni italiane, con una riduzione dello 0,3% rispetto al 1991, mentre nello stesso periodo la Francia è passata dal 4,6 al 10,9% e la Germania dal 7,7 al 10,8%. Il problema sembra in parte dovuto al fatto che le aziende italiane sono in massima parte Pmi, con una spesa limitata di R&s (Ricerca e sviluppo). Nel 2001 l'Italia aveva 516.000 aziende con meno di 20 dipendenti, rispetto alle 224.000 della Francia e alle 182.000 della Germania. Il ministro italiano per l'Istruzione, Letizia Moratti, ha nel frattempo annunciato che alle regioni del sud verrà destinato un pacchetto di oltre 460 milioni di euro per dare impulso alla ricerca scientifica e tecnologica. Il fondo servirà a finanziare la ricerca industriale e nuovi laboratori pubblico-privati. 'La prima quota di oltre 253 milioni di euro servirà a sostenere 119 progetti di ricerca industriale. Lo scopo è dare vita a nuovi processi per una maggiore competitività dei settori strategici (computer, nuovi materiali, meccanica e tecnologie delle telecomunicazioni) nelle regioni dell'obiettivo 1 [regioni in ritardo di sviluppo]: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia', ha detto Moratti. La seconda quota del finanziamento di 212 milioni di euro, destinata alla creazione di 12 laboratori di ricerca e formazione pubblico-privata, rappresenta 'una novità assoluta per il sud', ha aggiunto Moratti. 'Abbiamo scelto aree di frontiera: diagnostica medica avanzata, medicina personalizzata, energia solare, sismologia, nuovi farmaci antiflogistici, tecnologie agricole innovative, turismo, patrimonio culturale. Un'altra novità è data dal fatto che il 10% del finanziamento è destinato alla formazione di ricercatori, e questo ci permetterà d'inserire cento giovani ricercatori nel sistema di ricerca del sud', ha concluso. Http://www.cordis.lu/italy/ |
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AIUTARE LE NUOVE PMI BIOTECNOLOGICHE A INNOVARE |
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Bruxelles, 28 febbraio 2005 - La Commissione europea finanzierà un'iniziativa per minimizzare gli ostacoli che incontrano le giovani società biotecnologiche interessate a partecipare ai programmi quadro di ricerca dell'Ue. Il progetto Natibs (new approaches and tools for incubated biotech Sme) fa parte di una serie di azioni Eti (Economic and Technological Intelligence) finanziate nell'ambito della parte per il sostegno specifico delle Pmi del Sesto programma quadro (6Pq). Le azioni Eti sono progettate per favorire l'innovazione nelle Pmi, diffondere l'informazione sugli sviluppi scientifici, favorire le buone prassi. Per le società biotecnologiche ai primi stadi, la sfida di posizionarsi in una delle aree ad alta tecnologia in più rapido sviluppo è spesso estremamente impegnativa, e la partecipazione ai programmi quadro dell'Ue non viene considerata una priorità. Eppure i benefici in termini di accesso alle nuove conoscenze e le innovazioni rese possibili dalla partecipazione al 6Pq potrebbero dimostrarsi un fattore vitale per garantire la sopravvivenza di una giovane azienda. La complessità del processo di presentazione delle proposte e il carico amministrativo costituiscono un forte deterrente alla partecipazione al 6Pq, soprattutto nel caso delle Pmi senza precedenti esperienze di ricerca collaborativa. Avendo scoperto che le giovani società biotecnologiche difficilmente presenteranno o entreranno nei progetti del 6Pq senza un consistente sostegno, la Commissione ha deciso di offrire, per l'appunto, una valida assistenza. Il consorzio Natibs riunisce nove partner (sette esperti incubatori biotecnologici e due per le unità di coordinamento) di sei paesi (Estonia, Francia, Germania, Israele, Spagna e Svezia). Nel suo ruolo centrale di mediatore della partecipazione delle aziende al 6Pq, il consorzio Natibs diffonderà attraverso il suo sito web e le sue newsletter informazioni sulle opportunità e le aree di attività dei programmi di ricerca dell'Ue, e agevolerà il processo di presentazione mettendo a punto il testo delle proposte e cercando i necessari partner. I membri del consorzio svolgeranno però anche audit tecnologici e strategici nelle Pmi del settore biotecnologico per misurare le condizioni di mercato e orientare le aziende verso le opportunità di ricerca e innovazione. Le conoscenze ottenute con gli audit serviranno a preparare un rapporto sulle buone prassi per la Commissione, in collaborazione con Talent Scout, un'altra iniziativa Eti che si occupa soprattutto di aziende tecnologiche più mature. Una delle ragioni che rende i partner Natibs fiduciosi sulla possibilità di avvicinare le giovani aziende biotecnologiche al 6Pq è che la maggior parte di tali aziende ha già una solida cultura di ricerca, viste le loro origini commerciali. Se raggiungeranno il loro obiettivo, sostengono i partner, i benefici non andranno alle sole Pmi (Piccole e medie imprese) perché l'intero settore europeo delle biotecnologie si avvantaggerà di una più stretta integrazione delle Pmi innovative nel 6Pq, che farà passare molto più rapidamente di quanto sarebbe altrimenti possibile le nuove idee e le capacità di queste società nello sforzo europeo di ricerca. Per ulteriori dettagli: http://www.Natibs.net/ |
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ABI, INCONTRO IN BASILICATA SU NUOVE REGOLE FONDO DI GARANZIA |
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Roma, 28 febbraio 2005 - Potenziare la capacità di credito per le imprese, attraverso una garanzia offerta alle banche finanziatrici ed una controgaranzia in favore dei Confidi. In più migliorare le qualità dell’indebitamento aziendale, indirizzando le imprese verso l'utilizzo di forme tecniche di affidamento meno onerose e più idonee alla copertura degli investimenti. Con questi obiettivi la Commissione Abi della Basilicata ha incontrato a Matera, presso il Centro Servizi e Formazione della Banca Popolare del Materano, le banche operanti sul territorio per illustrare le nuove regole per l’accesso al Fondo di Garanzia Regionale in favore delle Pmi. Attraverso il Fondo – a cui si accede gratuitamente – viene rilasciata alle banche una garanzia per finanziamenti a medio termine erogati alle imprese, destinati alla realizzazione di nuovi investimenti e al consolidamento delle passività bancarie a breve. Il nuovo regolamento prevede: la fissazione di un limite massimo a 1 milione di euro del valore dei finanziamenti da garantire; il ricorso esclusivo al Fondo a cura dei Confidi per le operazioni fino a 50.000 euro e delle banche per operazioni di importo superiore, il recepimento delle modifiche apportate al Fondo nazionale di garanzia da cui prende spunto il fondo regionale. “Si tratta di uno strumento di grande utilità per le Pmi lucane – ha dichiarato il Presidente della Commissione della Basilicata, Gianluca Jacobini – anche alla luce del periodo non facile che stanno attraversando alcuni dei settori trainanti dell’economia regionale”. Il Fondo di garanzia è stato istituito alcuni anni fa dalla Regione Basilicata per favorire l’accesso al credito delle imprese locali e affidato in gestione alla Ati Banca Popolare del Materano-mcc. Con la nuova normativa si è voluto ampliare l’utilizzo di questo strumento seguendo anche le indicazioni e le sollecitazioni provenienti dalle Associazioni di categoria. |
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CAPITALIA BILANCIO CONSOLIDATO 2004: CRESCITA DELLE COMMISSIONI A €1.425 MLN (+3,7%) SENSIBILE RIDUZIONE DEI COSTI AMMINISTRATIVI A €1.069 MLN (-4,6%) ANNUNCIO DEL NUOVO BRAND DELLE BANCHE DEL GRUPPO |
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Roma, 25 febbraio 2005 — Il Consiglio di Amministrazione di Capitalia, riunitosi il 23 febbraio sotto la presidenza di Cesare Geronzi, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio 2004, illustrato dall'Amministratore Delegato Matteo Arpe. Il progetto di bilancio sarà sottoposto all'Assemblea degli Azionisti, già prevista per il 31 marzo e il 4 aprile prossimi, rispettivamente in prima e in seconda convocazione. Il 2004 ha segnato una tappa decisiva nel processo di rilancio e di crescita del Gruppo, confermando il pieno raggiungimento, e in molti casi il superamento, dei target previsti nel Piano Industriale. Ecco, in sintesi, i dati più significativi dello scorso esercizio: il risultato lordo di gestione registra un forte incremento (+6,1%); l'utile delle attività ordinarie (€ 355 milioni) è il più alto mai raggiunto dal Gruppo; l'utile netto consolidato (€ 337 milioni) è cresciuto di dieci volte rispetto a quello del 2003; i crediti classificati (sofferenze e incagli) netti sono in ulteriore consistente calo (-10,3%); il Tier 1 si colloca ben al di sopra del target 2005, attestandosi a 7,3%. La Capogruppo ha chiuso l'esercizio con un utile netto di € 223 milioni (€ 89 milioni nel 2003). Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di € 0,08 per azione, pari a un rendimento di oltre il 2% dei corsi attuali e quattro volte il dividendo distribuito l'anno scorso. L'importo complessivo del dividendo, che sarà in pagamento il 21 aprile (stacco 18 aprile), ammonta a circa € 177 milioni. E' proseguito nel 2004 il rinnovamento delle strutture organizzative e manageriali, del modello di business e delle regole di governance ed è stato varato un ampio programma di investimenti tecnologici. Sono state, fra l'altro, sviluppate nuove iniziative finalizzate a migliorare la capacità commerciale e la qualità del servizio offerto alla clientela, innovando e razionalizzando la gamma prodotti, sviluppando nuovi strumenti di gestione delle reti di vendita (progetto K6r) e introducendo un nuovo modello distributivo. Sono state rese, infine, ancora più rigorose le procedure di erogazione del credito ed è stato dato forte impulso all'attività di recupero crediti con la piena entrata a regime della joint venture Capitalia Service Jv. L'insieme delle azioni sviluppate nel 2004 hanno posto le basi per una nuova fase di crescita. Per il 2005 è previsto un vasto programma di potenziamento delle attività commerciali e di marketing. Esso comprenderà tre azioni chiave per sfruttare appieno le potenzialità delle reti commerciali: una strategia di completo rinnovamento del brand di Gruppo e delle singole aziende; la ridefinizione del layout delle filiali; il rilancio delle iniziative di marketing, con investimenti in crescita del 142%. Le prime indicazioni sull'andamento commerciale del 2005 sono molto positive: a gennaio i volumi di vendita complessivi, rispetto al valore medio mensile registrato nel 2004, relativi ad assicurazioni vita, obbligazioni e mutui ipotecari sono aumentati del 69%; in particolare per Banca di Roma le vendite di mutui ipotecari hanno registrato un incremento del 23%, raggiungendo € 65 milioni e quelle relative ad assicurazioni vita sono aumentate del 57%, portandosi a quota € 124 milioni. Dati economici consolidati - Il margine d'interesse, pari a € 2.345 milioni, ha registrato una flessione del 4% rispetto al 2003, dovuta soprattutto alla progressiva riduzione dei tassi d'interesse con conseguente ulteriore compressione dello spread. Nel quarto trimestre del 2004, il margine di interesse è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 1,6% risultando pari a € 582 milioni. Le commissioni nette ammontano a € 1.425 milioni, in crescita del 3,7% su € 1.374 milioni di fine 2003. Nel quarto trimestre del 2004 l'aumento è stato del 9,4%. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono € 439 milioni, un dato che incorpora la valutazione ai prezzi di mercato della Bank of Valletta (€ 75,8 milioni) per la quale è in fase avanzata il processo di vendita concordato con il Governo maltese. Il dato si confronta con € 457 milioni, anch'esso comprensivo di risultati non ricorrenti legali alla gestione del rischio di tasso. Per il 2004 gli altri proventi netti mostrano un incremento del 10,6% a € 507 milioni, anche a seguito di una maggiore operatività con la clientela. I dividendi e i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto sono raddoppiati a € 109 milioni, grazie, fra l'altro, ai dividendi di Assicurazioni Generali e Mediobanca, al contributo di Fineco Vita e alla cessione di Holding Banca della Rete, che apportava nel 2003 un risultato negativo. Il margine d'intermediazione segna un lieve incremento, passando da € 4.789 milioni a € 4.826 milioni (+0,8%), reso possibile dalla crescita di quasi il 6% delle componenti diverse dal margine di interesse. I costi operativi, pari a € 3.292 milioni, segnano una ulteriore riduzione (-1,5%), in gran parte grazie al contenimento delle altre spese amministrative (-4,6%) dovuto alla forte azione di accentramento al livello di Gruppo. A fronte di spese in calo sono stati comunque effettuati ingenti investimenti soprattutto in campo informatico. Le spese per il personale sono in lieve aumento (+0,6%). Esse comprendono gli accantonamenti per i maggiori oneri che deriveranno dal nuovo contratto nazionale. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali ammontano a 440 milioni (-2,3%). Il risultato lordo di gestione è pari a € 1.535 milioni, in significativa crescita (+6,1%) su € 1.447 milioni del 2003 e con una forte accelerazione (+31,2%) tra il 3° e il 4° trimestre dell'anno. Le rettifiche nette e gli accantonamenti, complessivamente pari a € 1.180 milioni, risultano in marcata flessione (-24,5%) rispetto a € 1.562 milioni del 2003. In particolare, grazie alla rilevante diminuzione delle nuove sofferenze in ingresso (-22% escludendo Parmalat) si registra il forte calo (-31,9%) delle rettifiche nette su crediti, che ammontano a € 736 milioni e comprendono circa € 110 milioni a fronte dei crediti che Capitalia ha riacquistato da Trevi Finance e Trevi Finance 2. Gli accantonamenti per rischi e oneri risultano in calo del 28,4% a € 211 milioni. Sono invece in crescita del 25,3% a € 234 milioni le rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie, comprendenti circa € 160 milioni relativi alle cartolarizzazioni. I dati includono accantonamenti per rischi e oneri per € 50 milioni relativi a Ipse, il cui valore è stato inoltre rettificato per € 45 milioni. L'utile delle attività ordinarie è di € 355 milioni, contro una perdita di € 115 milioni nel 2003. L'utile straordinario è pari a € 513 milioni, più che raddoppiato rispetto a € 239 milioni del 2003. Al risultato concorrono dismissioni di partecipazioni, tra cui Fineco Vita per circa € 394 milioni (al netto delle minoranze € 170 milioni) e di immobilizzazioni materiali. L'utile ante imposte raggiunge € 868 milioni, contro € 124 milioni del 2003. Dopo l'accantonamento di € 263 milioni per imposte (€ 77 milioni nel 2003) e un utile di pertinenza di terzi per € 267 milioni (prevalentemente legato alla cessione di Fineco Vita), l'utile netto consolidato ammonta a € 337 milioni. Dati patrimoniali consolidati La provvista complessiva, incluse le passività subordinate, ammonta a € 108.173 milioni, in aumento del 4,8% rispetto a € 103.257 milioni a fine 2003. La raccolta diretta da clientela ammonta a € 76.431 milioni, in crescita del 4,8% rispetto ai 72.913 milioni del 31 dicembre 2003. Sull'andamento della raccolta hanno inciso la perdurante propensione dei risparmiatori verso forme di immobilizzo a breve termine e il progressivo ridimensionamento dello stock di debiti rappresentati da titoli in seguito a scadenze registrate nel periodo. I crediti complessivi sono passati da € 92.348 milioni di fine 2003 a € 95.206 milioni, con un incremento del 3,1%, che sale al 9,6% per la componente interbancaria. I crediti a clientela ammontano a € 76.446 milioni, in aumento dell'1,6% sul dato di € 75.227 di fine 2003. L'andamento ha risentito dell'operazione di cartolarizzazione di canoni di leasing per circa € 1.450 milioni effettuata da Fineco Leasing e, per altro verso, l'attenta selezione del merito di credito che il Gruppo sta perseguendo. All'interno dei crediti in bonis, in aumento del 3% per l'anno, una dinamica particolarmente vivace hanno segnato i mutui residenziali (+20%) e il credito al consumo (+25%). Nella gestione delle sofferenze, una delle principali criticità affrontate nel Piano industriale, sono stati conseguiti risultati di rilievo sia in termini di riduzione degli stock sia relativamente al processo di recupero crediti. I crediti classificati lordi (sofferenze e incagli) a fine 2004 ammontano a € 12.180 milioni, in riduzione di circa 4% rispetto al dato del 2003 escludendo € 142 milioni di crediti riacquistati dai veicoli Trevi Finance e Trevi Finance 2. L'ammontare dei crediti classificati netti è di € 5.781 milioni, in decisa flessione (€ 666 milioni, -10,3%) rispetto a € 6.447 di fme 2003, e complessivamente di € 2,1 miliardi (- 26,7%) dalla costituzione del Gruppo Capitalia nel luglio 2002. L'incidenza dei crediti classificati netti sul totale dei crediti è passata dall'8,6% al 31 dicembre 2003 al 7,6% a fme 2004; l'indice di copertura è ulteriormente migliorato di 4 punti percentuali dal 48,5% al 52,5%, mentre l'aumento è di 13,4 punti complessivamente dal luglio 2002. In particolare, le sofferenze nette ammontano a € 4.436 milioni (-2,4%) rispetto a € 4.543, e costituiscono il 5,8% dei crediti per cassa (6% nel 2003). Gli incagli sono pari a € 1.345 milioni, anch'essi in calo (-29,4%) rispetto a € 1.904 milioni di fine 2003. Il flusso da crediti in bonis a crediti dubbi ha subito, su base annua, una riduzione del 45% (19% al netto del caso Parmalat). L'impatto degli standard Ias sulla qualità degli asset si rifletterà in un significativo calo (-25% circa) nel volume di crediti classificati netti e in un sensibile incremento (12 punti percentuali) del relativo livello di copertura. Si consolida la struttura finanziaria del Gruppo, con un indebitamento netto verso banche ridotto dell'1,7% da € 9.897 milioni a € 9.727 milioni e un ammontare di Risk Weighted Asset ulteriormente ridotto da € 89,4 a € 87,5 miliardi (- 2,1%). La raccolta complessiva di prodotti di Wealth Management (raccolta netta gestita, raccolta premi vita, collocamento obbligazioni strutturate ecc.) ha raggiunto € 4.976 milioni, superiore del 3% al dato 2003. Il risultato è il frutto di un processo di ottimizzazione della penetrazione commerciale e del riposizionamento del mix di vendita su prodotti a più alto valore aggiunto. I nuovi prodotti, in particolare, hanno generato oltre il 75% della raccolta; i mutui e le obbligazioni hanno registrato nell'ultimo trimestre dell'anno un netto incremento nei volumi di vendita (rispettivamente, +73% e +81%) sulla media dei trimestri del 2003. Il Tier 1 ratio, principale indicatore di solidità patrimoniale, è cresciuto, nell'arco di attuazione del Piano industriale 2003-2005, dal 5,5% (giugno 2002) al 6,9% (dicembre 2003), al 7,3% (dicembre 2004). E' stato così superato ampiamente l'obiettivo fissato per il 2005, nonostante il rilevante impatto patrimoniale delle operazioni Trevi. Il miglioramento è stato conseguito attraverso una sostanziale riduzione dei rischi connessi ad attività con contributo nullo o negativo alla redditività e attraverso la riallocazione del capitale verso attività strategiche. Le operazioni Trevi Nel settore del recupero crediti, Capitalia Service Jv, la joint-venture tra Capitalia e Archon Group (Goldman Sachs Group), ha portato nel corso dell'anno ad una significativa accelerazione degli incassi e della percentuale di recupero dei crediti dubbi cartolarizzati nei veicoli Trevi. Gli incassi complessivi ammontano a € 345,8 milioni, al netto dei crediti riacquistati da Capitalia per € 142 milioni perfezionato nel mese di ottobre, con un sensibile incremento nel 2° semestre (+36% rispetto al 1° semestre), in linea con lo specifico business plan. Sulla base delle performance realizzate, le agenzie Moody's, Standard & Poor's e Fitch hanno confermato, e in molti casi migliorato, i rating assegnati alle obbligazioni emesse dai veicoli Trevi. La Capogruppo Capitalia S.p.a. Il margine di interesse, negativo per € 327 milioni, è coerente con la struttura di holding di Capitalia, che ha quale prevalente fonte di ricavi i dividendi. I dividendi nell'anno, per cassa e per competenza (questi ultimi provenienti dalle Società controllate), ammontano a € 869 milioni. Il margine di intermediazione, pari a € 778 milioni, e costi operativi per € 244 milioni, conducono a un risultato lordo di gestione positivo per € 534 milioni. L'esercizio chiude con un utile netto di € 223 milioni (€ 89 milioni nel 2003), che incorpora un utile straordinario di € 58 milioni e un contributo positivo delle imposte per € 282 milioni. Eventi successivi alla chiusura dell'esercizio Dal 1 ° gennaio è operativa Capitalia Informatica S.p.a., società specializzata nella gestione dei sistemi informatici e delle attività di back office per le banche del Gruppo e per la Capogruppo. La mission della società consiste nello sviluppare e integrare il sistema informativo; assicurare l'efficacia e l'efficienza delle infrastrutture tecnologiche; gestire le attività a supporto dei processi operativi e amministrativi. Il 17 gennaio è stato effettuato il closing della cessione, da parte di Fineco, del 57,50% di Fineco Vita a Cnp Assurance. Il 18 gennaio è stata riaperta per un ammontare di € 200 milioni l'obbligazione Capitalia a tasso variabile con scadenza 10 dicembre 2009, quotata alla Borsa di Lussemburgo, la cui prima tranche era stata lanciata il 20 novembre 2004. L'importo complessivo del bond sale così a € 500 milioni. Il 22 febbraio il Consiglio di Amministrazione di Fineco ha approvato contratto preliminare per la cessione a Banco Inversis Net S.a. Del 100% di Bipop Espana Holding S.a., che detiene il 100% del Gruppo spagnolo Safei. Corporate Governance Il Consiglio ha esaminato e approvato la Relazione Annuale sul Sistema di Corporate Governane e sull'adesione al Codice di Autodisciplina delle Società Quotate relativa al 2004. Il Consiglio di Amministrazione, a seguito della valutazione annuale, conferma la qualifica di amministratore indipendente per sei dei suoi membri: Mario Federici (Vice Presidente), Paolo Fresco, Paolo Mariotti, Ahmed A. Menesi, Alberto Rossetti, Giuliano Tagliavini. Nel corso della riunione il Consiglio ha anche approvato il rinnovo dell'autorizzazione all'acquisto e alla vendita di azioni proprie, fino ad un massimale rotativo di 30.850.000 di azioni, pari all' 1,396% del capitale sociale. L'acquisto di azioni proprie avverrà mediante utilizzo dell'apposita riserva pari a € 90,4 milioni. ***** Il Consiglio di Amministrazione ha anche esaminato un nuovo piano di stock option per il 2005 che ha la finalità di favorire il conseguimento degli obiettivi aziendali da parte del management del Gruppo. L'adozione di un nuovo piano, del quale potranno beneficiare, dipendenti del Gruppo, vertici operativi, dirigenti e quadri direttivi, è stata disposta per tener conto delle modifiche organizzative intervenute, modifiche che hanno riguardato il modello distributivo della rete e la creazione di nuove società. Il nuovo piano, che verrà sottoposto all'Assemblea degli azionisti per le competenti delibere, prevede, tra l'altro, l'assegnazione gratuita ai dipendenti di warrant non cedibili, validi per la sottoscrizione di azioni ordinarie di Capitalia di nuova emissione. Il numero di warrant da assegnare sarà pari a 22.000.000, corrispondenti a un aumento di capitale di € 22.000.000 nominali. Con le stesse finalità il Consiglio, inoltre, ha deliberato di sottoporre all'Assemblea Straordinaria, convocata per il 31 marzo, 1 ° e 4 aprile 2005, la distribuzione di utili mediante l'assegnazione gratuita di azioni a particolari figure professionali nel Gruppo fino a un massimo di € 10.000.000. |
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BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA SPA - TORO ASSICURAZIONI PRECISANO |
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Desio, 28 febbraio 2005 - Con riferimento alle notizie apparse nei giorni scorsi su alcuni quotidiani, Banco Desio e Toro Assicurazioni comunicano che è stata esplorata l’eventuale ipotesi di una trattativa eventuale partnership nel settore delle banca-assicurazione, ma non vi è allo stato alcuna iniziativa in corso fra le due società. |
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BANCA ANTONVENETA: PERFEZIONATA LA CESSIONE DEL CREDITO INDUSTRIALE SAMMARINESE |
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Padova, 28 febbraio 2005 - Banca Antonveneta, il 24 febbraio, ha perfezionato la cessione dell’intero capitale sociale del Credito Industriale Sammarinese S.a. Alla Banca Carim – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.a., per un prezzo di circa € 110,5/mln. |
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CREDEMFACTOR (GRUPPO CREDEM) PUNTA A NUOVE CONVENZIONI CON LATTERIE E CASEIFICI |
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Reggio Emilia, 28 febbraio 2005 – Il 24 febbraio il Gruppo Credem attraverso Credemfactor, la società di factoring del gruppo guidata da Marino Baratti, ha siglato l’ultima di una serie di convenzioni con latterie e caseifici. L’accordo consente ai soci conferenti di anticipare i crediti, in genere a medio termine, a condizioni agevolate e al caseificio/latteria di evitare l’indebitamento per gli anticipi ai soci e di poter scegliere il momento più opportuno per la vendita del formaggio. Le operazioni di anticipazione crediti hanno mediamente una durata dai 12 ai 18 mesi. Nel 2004 sono state complessivamente dieci le convenzioni stipulate da Credemfactor con aziende del settore nelle province di Re, Mo, Mn e Pr per un totale di circa 23 milioni di euro di affidamenti per conto di oltre 180 conferenti e un turnover complessivo di circa 55 milioni di euro. “Il mercato italiano del factoring ha notevoli potenzialità ed è il terzo nel mondo per volumi amministrati. Il nostro obiettivo per il 2005 è di perfezionare altre 15 nuove convenzioni in questo settore nel quale, grazie anche alla nostra capacità di realizzare soluzioni personalizzate, siamo leader di riferimento”, ha commentato Marino Baratti, direttore di Credemfactor. |
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CREDITO SICILIANO: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO 2004. SVILUPPO E CRESCITA DEGLI AGGREGATI PATRIMONIALI: IMPIEGHI + 14,5% |
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Acireale, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Siciliano, banca del Gruppo Credito Valtellinese, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio dell'esercizio 2004, che manifesta una positiva evoluzione dei principali indicatori economici e la crescita degli aggregati patrimoniali. La raccolta diretta pari a 1.973,8 milioni di euro registra un aumento del 3,0% rispetto a 1.917,1 milioni del dicembre 2003. La raccolta indiretta, in crescita dell'11,6%, si attesta a 1.373,5 milioni di euro contro i 1.230,2 milioni del precedente esercizio, con particolare riguardo alle gestioni patrimoniali che registrano un incremento del 76,3% ed al comparto assicurativo che cresce del 36,0%. La raccolta globale, in incremento del 6,3%, passa da 3.147,3 milioni di euro a 3.347,3 milioni. Positivo l'andamento degli impieghi alla Clientela pari a 1.521,6 milioni di euro, in aumento del 14,5% rispetto a 1.329,4 milioni di fine 2003. Il margine di interesse si attesta a 70,5 milioni di euro, in crescita del 3,7% rispetto al dicembre 2003; il margine di intermediazione risulta di 115,0 milioni di euro, in incremento del 6,3% su base annua; i costi di gestione, pari a 90,2 milioni di euro, si incrementano del 2,7% rispetto al dato del 2003. Il risultato lordo di gestione raggiunge i 13,9 milioni di euro in crescita del 40,0% rispetto a 10,0 milioni di euro di fine 2003. L'utile delle attività ordinarie, al netto di ammortamenti, rettifiche e accantonamenti complessivamente pari a 9,1 milioni di euro, si attesta a 4,9 milioni euro (+68,4%.) contro i 2,9 milioni dello scorso anno. L'utile netto, tenuto conto di componenti straordinarie per 1,6 milioni di euro, e delle imposte di esercizio per 4,8 milioni di euro, si attesta a 1,7 milioni di euro (+54,7%) a fronte di 1,1 milioni dell'esercizio 2003. L'assemblea degli azionisti, convocata in sede ordinaria il prossimo 1 aprile, sarà chiamata a deliberare l'approvazione del bilancio e la proposta di distribuzione dell'utile che prevede un dividendo di 0,15 euro per azione, in pagamento il prossimo 14 aprile 2005. Il Credito Siciliano ha incrementato la presenza sul territorio con l'apertura delle Filiali di Castellammare del Golfo, Niscemi, Agrigento 1, Belpasso, Carini, Catania 2. La banca al termine dell'esercizio 2004 è stata autorizzata all'emissione di assegni circolari propri. |
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BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA DIMISSIONI DEL VICE PRESIDENTE VICARIO SIRO BOMBARDINI |
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Verona, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di amministrazione del Banco Popolare di Verona e Novara comunica che il Vice Presidente vicario, prof. Siro Lombardini, il 22 febbraio, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica ricoperta e da quella di consigliere di amministrazione, cessando conseguentemente anche dagli altri incarichi ricoperti nel Banco (Comitato Esecutivo, Comitato per le proposte di nomina, Comitato per la remunerazione, Comitato per le Stock Option). Le dimissioni sono state motivate in ragione dei crescenti impegni connessi alla Presidenza della Fondazione Banca Popolare di Novara per il Territorio, carica nella quale il prof. Lombardini è stato riconfermato fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2006. Il Consiglio di amministrazione, nell’odierna adunanza, nel prendere atto con rammarico di tale decisione, ha espresso al prof. Lombardini, cui competeva la qualifica di amministratore indipendente e non esecutivo, stima e viva gratitudine per il servizio svolto, ringraziandolo per l’importante e prezioso contributo apportato alla gestione del Banco in particolare nell’ambito del processo di integrazione conseguente alla fusione tra la Banca Popolare di Verona e la Banca Popolare di Novara, di cui egli è stato artefice primario e determinante. |
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GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “HAWALA”. SEQUESTRATA, A MILANO, STRUTTURA AZIENDALE CLANDESTINA DI UNA BANCA MAROCCHINA |
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Roma, 28 febbraio 2005 - I finanzieri del Nucleo Regionale Polizia Tributaria Lombardia hanno individuato un istituto di credito marocchino che, seppur privo delle abilitazioni previste dalla normativa in materia bancaria, ha operato in Italia, negli ultimi sei anni, la raccolta del risparmio e l’attività finanziaria nei confronti di un gran numero di immigrati di provenienza magrebina. Le indagini di polizia economico-finanziaria si sono sviluppate attraverso una minuziosa disamina di dati bancari ed informazioni acquisite dalla Banca d’Italia, dall’Ufficio Italiano dei Cambi e da alcuni dei principali enti creditizi nazionali. Servendosi di un efficiente apparato di promotori, l’istituto raccoglieva i risparmi su un conto corrente postale alimentato da versamenti effettuati dagli stessi immigrati. A tal fine, i risparmiatori si servivano di un bollettino premarcato la cui ricevuta veniva poi consegnata al promotore dell’istituto di credito magrebino, il quale, contattata la sede centrale di Casablanca, faceva sì che la corrispondente somma venisse accreditata sul conto corrente marocchino precedentemente acceso dall’immigrato. Se da un lato gli immigrati potevano così trasferire all’estero i propri risparmi, evitando di servirsi del sistema bancario italiano, tale procedura costituiva di fatto un ostacolo alla vigilanza posta in essere dalle competenti Autorità. Nel corso delle perquisizioni presso la rete dei promotori, è stato, tra l’altro, rinvenuto il documento di riconoscimento di un cittadino marocchino, denunciato per “associazione con finalità di terrorismo e sovversione dell’ordine democratico” all’indomani degli attentati dell’11 settembre. La ricostruzione fatta dai finanzieri ha consentito di accertare che, in circa sei anni di attività, l’istituto di credito marocchino ha abusivamente raccolto in Italia risparmi complessivi pari ad oltre 100 milioni di euro, parte dei quali sono stati trasferiti in Marocco. Sequestrati 20 conti correnti bancari e postali, per la maggior parte direttamente riconducibili all’istituto di credito marocchino, con disponibilità pari a circa 4 milioni di euro, nonché tutti i documenti ed i beni strumentali alla consumazione degli illeciti. Tra questi anche arredi e macchine da ufficio rinvenuti all’interno di un complesso immobiliare di Milano. Per informazioni, è possibile contattare il Comando Nucleo Regionale Pt Lombardia della Guardia di Finanza di Milano al numero: 02/67662608. |
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CONVEGNO "PROBLEMI E PROSPETTIVE DEL CONSOLIDAMENTO NEL SISTEMA CREDITIZIO" |
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Milano, 28 febbraio 2005 – Il sistema creditizio, le strategie di concentrazione e il ruolo delle banche nelle crisi dei grandi gruppi industriali se ne parlerà domani, presso la sala assemblee di Banca Intesa in p.zza Belgioioso 1 dalle ore 9,00 nel corso di un convegno sul tema : "Problemi e prospettive del consolidamento nel sistema creditizio". L’incontro è stato promosso da: Aletheia, Banca Intesa, "Sistemi & Impresa", Università Cattolica Del Sacro Cuore Di Milano e prevede gli interventi di: Giampio Bracchi (Presidente della Fondazione del Politecnico di Milano e Vice Presidente di Banca Intesa); Pierluigi Celli (Corporate Identity Unicredit); Francese Cesarini (Ordinarlo di Economia delle Aziende di Credito dell’Università Cattolica di Milano); Gregorio De Felice (Chief Econornist Banca Intesa); Pierluigi Fabrizi (Presidente Monte dei Paschi di Siena); Carlo F Rtta Pasini (Presidente Banco Popolare di Verona e Novara); Paolo Marullo Reedtz (Servizio Vigilanza della Banca d'Italia); Franco Rebuffo (Amministratore Delegato di Alétheia); Enrico Salza (Presidente San Paolo Imi); Marco Vitale (Vice Presidente della Banca Popolare di Milano). Il convegno vuole cercare di fare il punto della situazione sull'attuale processo di consolidamento delle istituzioni finanziarie e sul ruolo delle banche a fronte delle crisi dei grandi gruppi industriali. Il convegno chiude un'indagine durata due anni e dedicata a focalizzare il fenomeno del consolidamento del sistema creditizio ("Lo scenario del dopo-consolidamento nel settore fnanziario"). Si è trattato di un'indagine qualitativa condotta con una serie dì interviste individuali che hanno coinvolto i Presidenti e gli Amministratori Delegati dei maggiori gruppi bancari e delle più rilevanti banche italiane. La serie delle interviste è stata pubblicata su "Sistemi & Impresa" e ha permesso il "taglio" degli argomenti del convegno. |
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HEDGE FUNDS: ASSOCIAZIONE STUDI AZIENDALI E MANAGERIALI - UNIVERSITÀ CATTOLICA PRESENTANO I RISULTATI DEL PRIMO OSSERVATORIO ITALIANO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE FRA MONDOHEDGE E ASSOCIAZIONE ITALIANA PRIVATE BANKING |
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Milano, 28 febbraio 2005 - L'osservatorio Italiano Hedge Funds, realizzato da Mondohedge e Aipb - Associazione Italiana Private Banking - con il patrocinio di Asam, Associazione Studi Aziendali e Manageriali dell'Università Cattolica Milano, che rappresenta la prima ricerca italiana dedicata esclusivamente a questo settore, si propone quale strumento di analisi relativo allo stato dell'arte e all'evoluzione di questa particolare industry finanziaria di recente sviluppo nel nostro paese. In particolare, dall'Osservatorio risulta che nel 2004 il patrimonio gestito dall'industria degli hedge fund è salito in Italia da 6,2 a 11,8 miliardi di Euro, con un incremento del 96% a fronte di un risultato a livello mondiale che ha superato i 972,6 miliardi di dollari (715,5 milioni di Euro) in gestione, con circa 7.436 hedge fund operativi. Per quel che concerne invece il mercato europeo, questo ha superato nel 2004 i 215 miliardi di dollari (173 milioni di Euro) con più di 900 hedge fund operativi. In Italia la raccolta dei fondi esteri amministrati dalle società italiane con deleghe di gestioni è passata dai 228 milioni di Euro di fine 2003 ai 675,7 milioni di Euro di fine 2004 (196%). L'industria degli hedge fund italiana continua ad essere costituita prevalentemente da fondi di fondi (o multimanager) che rappresentano il 97% della raccolta complessiva, contro il 3% dei fondi puri (o singie manager). Nel corso del 2004 il numero degli hedge operativi è salito a 131 dai 79 di fine 2003. Il patrimonio dei fondi di fondi hedge (114) si è attestato a 11,45 miliardi di Euro (di cui 456 milioni gestiti dai fondi misti), contro i 5,8 miliardi nel 2003. Esigua la raccolta dei fondi puri che dai 363 milioni di Euro del 2003 è passata ai 366 milioni di fine 2004. Di conseguenza, la grandezza media dei patrimoni di questa categoria è scesa a 41 milioni di Euro (45 milioni a fine 2003). I fondi misti, che hanno iniziato a operare nell'ottobre 2003, hanno un patrimonio medio di 57 milioni di Euro. Nel corso del 2004 la categoria che ha registrato una maggior raccolta in Italia è stata quella dei fondi di fondilow volatility, che si sono ritagliati una quota del 44,2%. Seguono i medium volatility con il 34%, gli high volatility (9,9%), gli equity (4,9%) e i misti (3,9%). Per quanto riguarda la massa gestita, i fondi più grandi sono: nella categoria fondi di fondi il Duemme Hedge Performance (626,2 milioni di Euro); nella categoria misti il Kairos Opportunity Fund (139 milioni di Euro) e nella categoria dei puri I'hedgersel (100,5 milioni di Euro). Nel 2005, si prevede un incremento del numero delle Sgr. In particolare, la Finanziaria Internazionale Alternative Investment, Sgr. Speculativa costituita dal gruppo indipendente Finint, ha già ottenuto il via libera da Banca d'Italia, mentre altre quattro Sgr sono in attesa dell'autorizzazione: Azimut Capita) Management P&g Alternative, Società Generale e Ubs Alternative Investments. Sul fronte dei fondi di fondi si moltiplicano le duplicazioni dei prodotti esistenti che hanno raggiunto il limite dei 200 sottoscrittori e che, quindi, hanno chiuso ai nuovi investitori. A lanciare la "seconda edizione" di prodotti esistenti sono state: Bipielle A.i., Credit Agricole Aipig, Duemme Hedge, Sanpaolo Imi Al, Nextra A.i. E Pioneer Alternative Investment Management. Anche per il mercato dei fondi puri è previsto un incremento nel corso del 2005. Alcune delle Sgr in attesa del via libera di Banca d'Italia, hanno infatti in progetto il lancio di prodotti single manager. Azimut ha in preparazione un Iong/short equity, mentre Finint A.i. Ha allo studio due prodotti, uno focalizzato sul settore Abs e un altro concentrato nel real estate. Sul fronte della normativa vigente, si prevede l'imminente entrata in vigore delle nuove regole che vedono l'introduzione di una nuova categoria di fondi, gli Oicr aperti non armonizzati, che avranno la possibilità di investire sino al limite complessivo massimo del 20% del patrimonio in fondi speculativi italiani o esteri. Un'apertura verso gli hedge fund potrebbe esserci anche dai fondi pensione, con l'arrivo di nuove regole che potrebbero attenuare i vincoli cui sono oggi sottoposti i fondi pensione di nuova istituzione. L'aipb, Associazione Italiana Private Banking, nata nel giugno del 2004 su iniziativa di Asam - Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali - dell'Università Cattolica e Pricewaterhousecoopers. Aipb è un'associazione professionale senza fini di lucro, che si propone quale punto di riferimento, aggregazione, riflessione e sviluppo della cultura di imprese private, interamente dedicato agli stakeholders del mercato del risparmio gestito. Fra le iniziative in corso, ricordiamo: la creazione dell'Osservatorio Permanente sul Private Banking, articolato in 2 sezioni distinte, dedicate rispettivamente al sel-side e al buy-side; la promozione di un convegno annuale nazionale; la redazione e pubblicazione di un periodico dedicato al settore del private banking e al wealth management. |
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NEXTRA SVILUPPO IMMOBILIARE E NEXTRA IMMOBILIARE EUROPA: APPROVATI I RENDICONTI DI GESTIONE PER I FONDI |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Nextra Investment Management Sgr S.p.a., riunitosi il 25 febbraio, ha approvato il Rendiconto Annuale del Fondo immobiliare chiuso Nextra Sviluppo Immobiliare ed il Rendiconto relativo al secondo semestre 2004 del Fondo immobiliare chiuso Nextra Immobiliare Europa. Nextra Sviluppo Immobiliare - Al 31 dicembre 2004 il Fondo presentava un valore complessivo netto pari ad euro 209.492.929,43 con un valore unitario della quota pari a euro 3.141,813, in crescita del 2,97% rispetto ai valori dell’esercizio precedente; al 31 dicembre 2003 il valore complessivo netto del Fondo era pari ad euro 203.443.104,09 ed il valore unitario della quota era pari ad euro 3.051,082. La variazione è dovuta in gran parte ai ricavi da locazione (euro 14,7 milioni nell’esercizio) e, per circa euro 5 milioni, alla rivalutazione del portafoglio esistente. L’utile di esercizio è stato di euro 11.517.503, sostanzialmente in linea con quanto realizzato nel corso del 2003. Considerando il valore del provento di gestione distribuito nel corso dell’esercizio, pari ad € 82 per quota (euro 5,5 milioni complessivi), la performance annuale del Fondo nel 2004 è stata del 5,80%. I proventi netti distribuibili del Fondo Nextra Sviluppo Immobiliare, interamente generati nell’esercizio 2004, sono pari a complessivi euro 8.949.075,86. L’incremento rispetto all’esercizo precedente è imputabile in parte al mutato regime fiscale, all’acquisizione dell’immobile di Bari, ed all’ottimizzazione del livello di liquidità disponibile. Si procederà pertanto al pagamento di un provento totale di euro 8.934.986,00, assegnando euro 134,00 a ciascuna delle 66.679 quote del Fondo. La data stacco del provento è fissata nel giorno 14 marzo 2005; la data di pagamento è fissata nel giorno 17 marzo 2005. Nel mese di settembre 2004 il Fondo ha finalizzato l’acquisto di una proprietà ad uso direzionale localizzato a Bari, una costruzione moderna di 15 piani fuori terra oggetto di un recente intervento di ristrutturazione leggera da parte del precedente proprietario. Il corrispettivo pagato è stato di € 20.050.000, oltre alle spese. La situazione locativa dell’immobile vede attualmente il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze occupare gli spazi corrispondendo un’indennità di occupazione complessiva di € 1.833.355, in attesa che si completi il processo di rinegoziazione dei rispettivi contratti di locazione. Una terza porzione dell’immobile è locata al Ministero della Giustizia. Un piano dell’immobile per una superficie di circa 700 mq è attualmente sfitto. Sulla base delle indennità e dei canoni di locazione oggi percepiti, la redditività iniziale dell’investimento è del 9,54%. In sede di rogito le parti hanno concordato un’integrazione al corrispettivo della transazione in funzione del risultato della rinegoziazione del contratto di locazione con il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, con un aggravio massimo per il Fondo di € 600.000. Il Fondo nel corso dell’esercizio non ha disinvestito alcun immobile. Il valore complessivo del patrimonio immobiliare alla data del 31 dicembre 2004 è stato stimati dagli esperti indipendenti in euro 231.130.000, pari al 92.08% del totale delle attività. Nel corso del 2004 la liquidità non impegnata in investimenti immobiliari o indisponibile per crediti di imposta da recuperare è stata prevalentemente investita in strumenti finanziari del mercato monetario, in titoli di Stato facilmente liquidabili e/o pronti contro termine. Al 31 dicembre 2004 la liquidità disponibile ammontava a euro 4.764.128,00 (1,9 % del totale delle attività); risultavano investiti in operazioni di pronti contro termine euro 8.001.052,00 (3,2 % del totale delle attività). Il nel corso dell’esercizio il Fondo ha effettuato operazioni in strumenti finanziari derivati (opzioni) aventi come sottostanti alcuni immobili presenti nel portafoglio e volte a coprire il rischio di eventuali riduzioni del valore di mercato di detti immobili, riscontrabili nel lungo periodo. Al 31 dicembre 2004 il valore di tali opzioni ammontava ad euro 6.245.053,00 (2,5 % del totale delle attività). Il Fondo ha in essere un contratto quadro di finanziamento con Intesa Mediocredito S.p.a. (Società del Gruppo Banca Intesa a cui appartiene anche la Sgr). Nel corso del mese di luglio il Fondo ha proceduto al rimborso di una quota del finanziamento erogato, pari a euro 15.000.000,00, utilizzando la liquidità disponibile. Alla data del 31 dicembre 2004, dopo aver rimborsato la prima rata in conto capitale, la posizione debitoria del Fondo ammontava ad euro 35.120.780,00 di finanziamenti ipotecari utilizzati per l’acquisto degli immobili in portafoglio. Nel periodo compreso tra la chiusura dell’esercizio e l’approvazione del Rendiconto di gestione del Fondo non si sono verificati eventi di rilievo. Nextra Immobiliare Europa - Al 31 dicembre 2004 il Fondo presentava un valore complessivo netto pari ad euro 215.083.918,00 con un valore unitario della quota pari a euro 2.534,783, sostanzialmente allineato (-0,15%) rispetto al valore al 30 giugno 2004 (euro 215.401.938,00 il valore complessivo netto, ed euro 2.538,531 il valore della quota). Tale risultato sommato a quello realizzato nei precedenti esercizi porta l’incremento del valore della quota rispetto a quello di collocamento al 5,18% in 39 mesi. La performance del Fondo nel corso del 2004, in termini di Irr, è stata del +2,19%. I proventi netti di gestione del Fondo Nextra Immobiliare Europa, riferiti al secondo semestre 2004 sono pari a complessivi euro 2.845.731,93, in crescita rispetto al dato al 30 giugno 2004 principalmente a causa di un miglior risultato delle operazioni di copertura cambi. Si procederà alla distribuzione di un provento totale di euro 2.842.575,50, calcolato dal 1 luglio 2004, assegnando euro 33,50 a ciascuna delle 84.853 quote del Fondo. La data stacco del provento è fissata nel giorno 14 marzo 2005; la data di pagamento è fissata nel giorno 17 marzo 2005. Nel mese di ottobre 2004 il Fondo ha finalizzato l’acquisto di un di un complesso immobiliare destinato ad uso uffici, sito in rue Bertrand Sincholle 4-6, rue de Paris 65, a Clichy, nella periferia nord-ovest di Parigi. Il controvalore dell’investimento è di € 16.000.000, oltre alle spese. L’immobile è costituito da due edifici comunicanti (sette e tre piani fuori terra rispettivamente) che sviluppano una metratura totale di 5.500 mq circa. Il Fondo nel corso dell’esercizio non ha disinvestito alcun immobile. Il valore complessivo del patrimonio immobiliare e delle partecipazioni detenute, alla data del 31 dicembre 2004, è stato stimati dagli esperti indipendenti in euro 167.959.326, pari al 75.92% del totale delle attività. Nel corso del 2004 la liquidità non impegnata in investimenti immobiliari è stata prevalentemente investita sia in titoli di Stato facilmente liquidabili e/o pronti contro termine, sia in strumenti finanziari rappresentativi di operazioni di cartolarizzazione (Abs) aventi ad oggetto beni immobili o crediti garantiti da ipoteca immobiliare e dotati di rating Aaa. Nei mesi di novembre e dicembre la posizione in Abs detenuta è stata azzerata, realizzando una plusvalenza di circa euro 60.000,00. Al 31 dicembre 2004 la liquidità disponibile ammontava a euro 5.666.547,00 (2,56 % del totale delle attività); risultavano investiti in operazioni di pronti contro termine euro 44.000.967,00 (19,89% del totale delle attività). Alla data del 31 dicembre 2004 non risultavano aperte posizioni debitorie. Nel periodo compreso tra la chiusura dell’esercizio e l’approvazione del Rendiconto di gestione del Fondo non si sono verificati eventi di rilievo. |
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ALLA RICERCA DI ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DEI FONDI DI FONDI HEDGE |
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Italiani Milano, 28 febbraio 2005 – Secondo Tosetti Value Spa società specializzata nell'analisi dei prodotti finanziari, in Italia sono attive oggi 27 Sgr italiane che distribuiscono 115 fondi di fondi hedge. Alcuni di essi iniziano ad avere un track record superiore a 3 anni e tuttavia manca ancora un metodo per valutare correttamente l'operato dei gestori italiani. I fondi di fondi hedge non sono tutti uguali, ossia possono avere universi d'investimento molto diversi tra di loro. Così come esistono diverse categorie per gli investimenti azionari e obbligazionari (es: Azionari Europa, Obbligazionari paesi emergenti) che permettono di comparare prodotti omogenei tra di loro, così dovrebbe essere per il mondo hedge. I fondi hedge puri in realtà hanno una loro categoria d'appartenenza che corrisponde alla strategia d'investimento prevalente: esistono i fondi Long/short, i Convertible Arbitrage e così via. Ma in Italia il mercato offre solo 8 fondi puri, rendendo sterile ogni tentativo di suddivisione. Diverso è il discorso per i fondi di fondi hedge dove mancano al momento dei parametri di riferimento. Un tentativo è stato fatto con estremo coraggio dalla rivista specializzata Mondo Hedge, la quale da subito ha capito tale esigenza e ha suddiviso l'universo dei fondi di fondi hedge italiani in categorie che si basano sulla volatilità attesa dei rendimenti: si distinguono le categorie Low, Medium e High Volatility, alle quali si sono aggiunte una categoria specialistica Equity e una mista per quei fondi che non hanno solo fondi hedge in portafoglio. Le categorie che si basano sulla volatilità attesa hanno mostrato dei limiti quando terminata l'attesa, i dati hanno evidenziato una realtà diversa. Chi era stato inserito nella categoria Low Volatility ha avuto in alcuni casi livelli di volatilità superiori ai fondi inseriti nella High Volatility e viceversa. Inoltre alla base dei calcoli ci sono quote che vengono calcolate mensilmente e il loro valore non è sempre affidabile in quanto gli investimenti sottostanti i fondi puri sono spesso di difficile valutazione (soprattutto in alcune strategie come la Distressed Securities, specializzata nell'investimento in società cadute in default). La distribuzione anormale dei rendimenti fa si che i metodi tradizionali di misurazione non siano in grado di catturare in maniera completa la gamma dei rischi presi per generare una serie di rendimenti. Tuttavia quella di Mondo Hedge rimane oggi l'unica classificazione disponibile, meritevole comunque di aver voluto dare trasparenza fin dal principio ad un settore innovativo e molto complesso. Riteniamo utile, non solo per gli investitori ma anche per gli operatori del settore, identificare delle categorie omogenee che suddividano i fondi di fondi per tipologia di investimento. Ad esempio, categorie che si distinguano per l'utilizzo delle differenti strategie sottostanti i fondi puri. Se un fondo di fondi investe prevalentemente in strategie Long/short dovrebbe essere inserito in una categoria diversa da chi investe per lo più in strategie di arbitraggio. Ci sono fondi più o meno direzionali all'andamento dei mercati azionari, e fondi più o meno flessibili nel modificare l'allocazione strategica dei portafogli. Una nuova classificazione basata sulla scelta delle strategie d'investimento dei fondi puri sottostanti, permetterebbe di creare gruppi più omogenei e di comparare più correttamente fondi di fondi appartenenti alla stessa categoria. Permetterebbe di giudicare (questa una novità) ogni categoria rispetto all'andamento delle strategie sottostanti, utilizzando gli indici di strategia già presenti sul mercato. Un esempio aiuterà a capire meglio. Per il mercato azionario esiste la categoria Europa che include i fondi che investono in aziende la cui attività principale si svolge sul territorio europeo. Esistono degli indici che riflettono l'andamento di tali aziende europee come l'Msci Europe. Esiste inoltre un indice che riflette l'andamento dei fondi inclusi nella categoria Europa, il Fideuram azioni Europa. In tal modo abbiamo la possibilità, tramite la categoria "Europa", di comparare tra di loro fondi che includono lo stesso livello di rischio (aziende europee); mediante il benchmark Msci Europe, abbiamo la possibilità di verificare l'efficienza di tali fondi rispetto all'andamento del mercato sottostante; e grazie all'indice Fideuram azioni Europa di comparare i fondi con la media della propria categoria. Per i fondi hedge puri, come già accennato, esistono categorie omogenee relative alle differenti strategie adottate; come benchmark vengono utilizzati gli indici di strategia, che rappresentano una media dei rendimenti di fondi che investono in quella determinata strategia, e che sono concettualmente simili (ma non tecnicamente) agli indici Fideuram per i fondi comuni; forniti da importanti datavendors, tra i quali Tremont, Hfr, Tass, essi presentano però alcuni elementi di distorsione. Un inconveniente importante è che questi database non rappresentano un universo definito, e indici della stessa strategia possono differire di molti punti percentuali a seconda del datavendor che li fornisce. Attualmente per il mercato dei fondi di fondi hedge non esistono gruppi omogenei relativamente al rischio implicito. Alcuni addetti ai lavori sostengono che l'impresa sia quasi impossibile. Troppe sono le variabili di rischio che possono differire tra due fondi di fondi hedge, ci vorrebbero benchmark a più dimensioni, che tengano conto, ad esempio, anche della leva finanziaria. Rimane un punto fermo: gli investitori hanno bisogno di elementi concreti per valutare correttamente i risultati dei gestori. |
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ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 25 FEBBRAIO 2005 |
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| | Cct T. V. | | Btp 2,75% | | Btp 4,25% | | | | | | | | Scadenza | | 01.11.2011 | | 01.02.2008 | | 01.02.2015 | Cod./tranche | | It0003746366/7 | | It0003804850/3 | | It0003719918/11 | Imp.offerto | | 2500 | | 3000 | | 2500 | Regolamento | | 01.03.2005 | | 01.03.2005 | | 01.03.2005 | Ced. God. 01.11.04 | | 1,20 | | | | | Imp.domandato | | 5107 | | 5196 | | 4836 | Imp.assegnato | | 2500 | | 3000 | | 2500 | Prezzo aggiudicazione | | 101,23 | | 100,22 | | 104,25 | Prezzo esclusione | | 99,248 | | 98,248 | | 102,299 | Rendimento lordo | | 2,21 | | 2,69 | | 3,77 | Variazione Rend.asta prec.(*) | | 0 | | 0,08 | | 0,13 | Rendimento netto | | 1,91 | | 2,34 | | 3,24 | Riparto | | 58,883 | | 93,285 | | 62,129 | Importo in circolazione (mln) | | 11000 | | 8000 | | 18350 | Riapertura (mln) | | 250 | | 300 | | 250 | Prezzo nettisti | | 101,23000000 | | 100,22000000 | | 104,25000000 | | | | | | | | (*) raffronto con titolo di pari durata | | | | | | | Elaborazione Assiom | | | | | | | |
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ANALISI DEI MERCATI AZIONARI DEI PAESI EMERGENTI – UNION INVESTMENT |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Alexander Karpov, gestore del fondo Uniem Osteuropa di Union Investment che ha fatto registrare performance a 1 anno del 38,6% e a 5 anni del 95,1%, continua a vedere con grande ottimismo i mercati dell’Est Europa, partiti bene in questo inizio d’anno. Anche il mercato azionario russo ha avuto performance decisamente soddisfacenti, grazie alla crescita delle quotazioni dei titoli del settore delle materie prime. Per il 2005 nel complesso si può prevedere una performance del 10-15 per cento. In Russia tra le società preferite ci sono Sverstal e Nizhny Tagil Iron an Steel (acciaio) e Ammofos (chimico). Buone potenzialità nel campo dei beni di consumo (Seventh Continent) e Volga Telekom, Sibir Telecom e Northwest Telcom (telecomunicazioni locali). Nell’europa centrorientale, e in particolare in Polonia, piacciono le banche (Otp Bank e Komernci Banka). Ottime opportunità nei settori dei combustibili (petrolio e gas), delle utilities e del farmaceutico. Le società petrolifere Mol e Pkn stanno dando risultati molto positivi per quanto riguarda i margini di guadagno nel comparto della raffinazione mentre le loro quotazioni al momento restano relativamente a buon mercato. Egis e Gedeon Richter stanno ampliando i loro affari in Russia, dando prova di crescere bene e con forza. Nel Far East, gli fa eco il gestore Hans Hoelzl, la catastrofe ambientale prodotta dallo Tsunami ha avuto gravi conseguenze molto più sul piano umano che a livello economico. Gli impianti produttivi, nel loro complesso, non hanno subito danni e grazie alle consistenti donazioni e all’aiuto delle banche mondiali, i Paesi dell’area dovrebbero riuscire a tornare presto alla normalità, se non altro dal punto di vista economico. Union punta su Singapore, forte dell’attrattiva che suscita sui cinesi abbienti che si recano lì per i loro acquisti di beni di lusso. Significativo il settore immobiliare in crescita (Singapore Land), anche grazie alla prevista costruzione di un nuovo Casinò che darà ulteriore impulso al settore turistico. Nell’intera area si assiste poi a una ripresa degli investimenti nel settore dell’It. |
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FIDEURAM INVESTMENT: MARKET OUTLOOK |
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Milano, 28 febbraio 2005 - La diffusione dei dati sul Pil dell’ultimo trimestre del 2004 ha ulteriormente evidenziato il divario nei ritmi di crescita che caratterizza le tre principali aree economiche del mondo. Mentre negli Usa, infatti, il rallentamento della crescita rispetto al trimestre precedente è stato contenuto (ed il dato sarà probabilmente rivisto al rialzo) e le prospettive nella prima parte dell’anno sono per una crescita su ritmi sostenuti, l’andamento dell’attività economica nell’area euro e in Giappone è stato particolarmente deludente. Il tasso di crescita dell’area euro ha subito nella parte finale dello scorso anno un’inattesa ulteriore decelerazione dai ritmi già molto dimessi del terzo trimestre, con una performance molto eterogenea tra le principali economie (con una netta e inattesa contrazione in Germania e Italia e un andamento confortante in Francia e Spagna) e le prospettive per la prima parte del 2005 sono per una prosecuzione della crescita su ritmi molto modesti. In Giappone i dati diffusi nel corso degli ultimi giorni mostrano addirittura che l’economia è entrata a metà 2004 nella quarta recessione a partire dall’inizio degli anni 90. La fase di contrazione dell’attività economica, determinata principalmente dall’andamento deludente dei consumi privati e dell’interscambio commerciale, dovrebbe essersi già conclusa, ma la crescita dovrebbe rimanere stentata anche nella prima parte del 2005 (permane però la nostra visione positiva sullo scenario di medio periodo). Stati Uniti - Crescita del Pil stabile su ritmi elevati. Le indicazioni relative all’andamento dell’attività economica nella prima parte del 2005 confermano lo scenario secondo cui i tassi di crescita negli Usa si stanno mantenendo pressoché in linea con quelli prevalenti in media nella seconda metà del 2004. Nel trimestre corrente, in particolare, si dovrebbe assistere ad un rallentamento della domanda finale interna privata, con una moderazione della crescita sia per i consumi che per gli investimenti. A differenza del quarto trimestre del 2004 si dovrebbe, però, registrare un modesto contributo positivo alla crescita proveniente dal canale estero, che ha invece pesantemente drenato crescita nel trimestre scorso, e la variazione delle scorte dovrebbe fornire una spinta ancora più marcata rispetto al quarto trimestre del 2004. La crescita dei consumi si conferma robusta all’inizio dell’anno. L’andamento delle vendite al dettaglio di gennaio ha confermato che, nonostante un rallentamento rispetto ai ritmi molto sostenuti della seconda parte del 2004, la crescita dei consumi nella parte iniziale dell’anno è rimasta elevata. Le vendite al dettaglio totali hanno risentito della sensibile, ma ampiamente attesa, contrazione delle vendite di auto, facendo registrare una contrazione del -0.3% m/m (la prima flessione dallo scorso agosto). La dinamica delle spese escluse le auto è rimasta però alquanto sostenuta e ha, anzi, accelerato rispetto ai due mesi precedenti. Se, oltre alle auto, si escludono anche le spese per la benzina e per i materiali per costruzioni, le considerazioni appena fatte rimangono valide: le vendite “core”, che sono rilevanti per l’andamento dei consumi nel Pil, sono aumentate in gennaio del +0.6% m/m, facendo registrare il tasso di crescita più elevato degli ultimi tre mesi. Dati discordanti sulle condizioni del mercato del lavoro. La crescita dell’occupazione nel corso degli ultimi mesi non è risultata molto vivace e ha chiaramente rallentato rispetto ai ritmi prevalenti durante lo scorso anno: l’aumento medio degli addetti nei tre mesi fra novembre e gennaio è stato di 137 mila unità, contro una media di 191 nei primi dieci mesi del 2004. Indicazioni molto più confortanti giungono invece dai dati a più alta frequenza relativi ai “jobless claims” che hanno mostrato un evidente miglioramento nel corso delle ultime settimane. L’andamento dei “jobless claims”, unitamente al sensibile miglioramento della percezione delle prospettive occupazionali registrata dalla ricerca sulla fiducia dei consumatori in dicembre e gennaio, evidenzia che, probabilmente, le condizioni del mercato del lavoro non sono deteriorate nella misura indicata dai dati sui “payrolls” e un recupero della crescita occupazionale è ragionevole nell’immediato futuro. Niente sorprese dalla Fed. La testimonianza semestrale di Greenspan di fronte al Congresso di metà febbraio non ha fornito spunti di particolare novità e non ha, pertanto, indotto modifiche nelle nostre aspettative di politica monetaria per il resto dell’anno. La Fed ha presentato stime di crescita per il 2005 e per il 2006 alquanto positive: la proiezione per il 2005 indica che la crescita a/a del Pil nell’ultimo trimestre dell’anno si attesterà fra il 3,75 e il 4%. Per quanto riguarda l’inflazione lo scenario presentato dalla Fed non contempla sostanzialmente nessuna accelerazione nella dinamica dei prezzi nel corso dei prossimi due anni. Nel complesso, la Fed sembra comunicare che, in presenza di una maggiore solidità e sostenibilità della crescita, di tassi reali a breve che rimangono ancora “alquanto bassi” e di una mancata correzione al rialzo dei rendimenti a lunga da quando è iniziato il ciclo restrittivo (fenomeno che appare “un enigma” secondo Greenspan), un aumento graduale dei tassi sui Fed Funds sia necessario, in particolare dal momento che un aumento del risparmio nazionale netto risulta “cruciale per l’aggiustamento” degli squilibri che caratterizzano l’economia Usa. Manteniamo quindi la nostra previsione che una pausa nel processo di rialzo dei tassi da parte della Fed non sia imminente (con i tassi sui Fed Funds a fine anno al 3.75% e un rischio al rialzo su questa previsione). Area euro - La crescita del Pil nel quarto trimestre del 2004 delude decisamente, soprattutto in Germania e Italia. Le prime stime preliminari sulla crescita del Pil dell’area euro nel quarto trimestre ‘04 hanno significativamente deluso al ribasso in tutte le principali economie dell'area, ad eccezione di Francia (3.0% annualizzato) e Spagna (3.5% annualizzato). In Germania, Italia e Paesi Bassi si è addirittura verificata una contrazione del Pil (rispettivamente del -0.8%, -1.2% e -0.4% annualizzato). Aggregando i diversi paesi, la crescita dell’area euro non dovrebbe avere superato un misero 0.6%/0.8% annualizzato, dunque in ulteriore rallentamento rispetto al già modesto 1.1% conseguito nel trimestre precedente, e ben al di sotto della nostra attesa (1.5%). Gli unici dati disaggregati sulla scomposizione del Pil di cui si dispone attualmente (quelli di Francia e Paesi Bassi) mostrano però una ripresa significativa della domanda interna, e, nel caso olandese, un importante contributo negativo da parte delle scorte. Dal momento che nel terzo trimestre si era verificato un forte accumulo di scorte un po’ in tutti i paesi dell’area euro (ma con l’importante eccezione dell’Italia), è probabile che un simile decumulo consistente degli stock di magazzino si sia verificato anche in Germania (per l’Italia la valutazione è resa più incerta proprio dal fatto che nel terzo trimestre ‘04 le scorte si erano già contratte in misura marcata, e per il terzo trimestre consecutivo). A giudicare dai dati sulla produzione industriale, si può sospettare che, almeno nel caso dell’Italia, si sia verificata anche una contrazione marcata degli investimenti. Inoltre, a differenza della Germania, in Italia anche il contributo del canale estero dovrebbe essere stato pesantemente negativo. L’italia pertanto sembra confermare le maggiori difficoltà di ripresa rispetto agli altri paesi dell’area euro. Il ciclo delle scorte potrebbe comportare un avvio più brillante nel 2005. Nel caso in cui le scorte fossero state il principale responsabile dell’andamento negativo della crescita nel quarto trimestre ‘04, le aspettative per il primo trimestre 2005 potrebbero venire innalzate da un'attesa di un probabile riaccumulo dei magazzini, anche in considerazione del miglioramento della fiducia delle imprese nel mese di gennaio e probabilmente anche a febbraio, perlomeno a giudicare dall’ulteriore, forte rialzo dell’indice Zew proprio nel mese di febbraio (l’indice si è riportato sulla media di lungo periodo). Va però considerato che la sorpresa negativa nelle stime preliminari di crescita per il quarto trimestre ‘04 è stata decisamente marcata rispetto alle attese, e questo lascia supporre che non solo le scorte, ma molto probabilmente anche la stessa domanda finale interna (consumi ed investimenti) abbiano ancora una volta deluso al ribasso. Tale dinamica, oltre a comportare un minore "effetto trascinamento" per la crescita del 2005 (che perde per questo motivo un decimale, scendendo all'1.4% dal precedente 1.5%), confermerebbe ancora una volta la fragilità della ripresa in atto nell’area euro, moderando le attese di una mossa anticipata di rialzo dei tassi della Bce prima dell’autunno prossimo. La Bce continua a mantenere un tono piuttosto aggressivo. La conferenza stampa della Bce di inizio febbraio, pur non presentando differenze sostanziali rispetto al mese precedente, è parsa comunque, nel complesso, volere accentuare alcune sfumature in senso più restrittivo, in particolare sottolineando una volta di più le preoccupazione per l’eccesso di liquidità presente nel sistema e i rischi per i prezzi degli assets (sia immobiliari che finanziari). Inoltre anche nelle settimane successive importanti esponenti della Bce hanno inasprito i toni in una serie di interviste, sottolineando come i rischi per la stabilità dei prezzi fossero diventati più forti. Le dinamiche di inflazione restano favorevoli. I dati delle principali economie dell’area euro relativi al mese di gennaio hanno avvalorato la nostra attesa di una discesa dell’inflazione già a partire da inizio anno al 2.1% dal 2.4% di dicembre, ed anzi, sembrerebbero indicare che il dato finale possa scendere ulteriormente al 2.0%. Il risultato è conseguenza non solo di un favorevole effetto base nei prezzi amministrati (che l’anno scorso erano aumentati considerevolmente in gennaio), ma anche di sconti più elevati delle attese per quanto concerne i saldi nel settore dell’abbigliamento. Nel resto dell’anno, sia l’inflazione totale che l’inflazione core dovrebbero continuare a scendere gradualmente e portarsi rispettivamente all’1.8% e all’1.6% (in media) già a partire dal secondo trimestre (a meno di ulteriori shock esogeni). Giappone e Cina Quarta recessione in Giappone dalla fine della bolla speculativa, ma probabilmente già finita. La pubblicazione del Pil del quarto trimestre 2004 e la revisione dei dati dei precedenti trimestri ha mostrato che l’economia giapponese ha registrato la quarta recessione dallo scoppio della bolla speculativa all’inizio degli anni ‘90. Il Pil, infatti, oltre ad essersi contratto nel quarto trimestre del -0.5% annualizzato, è stato anche rivisto in territorio negativo nel terzo trimestre del 2004 (dal +0.2% al -1.1%), dopo che già nel secondo trimestre si era contratto (del -0.8%, secondo i dati rivisti). L’economia giapponese nel 2004 è cresciuta del 2.6%, ma se si analizza l’andamento della crescita nei diversi trimestri si evince una fotografia molto meno confortante. La performance tanto deludente della crescita può essere attribuita sostanzialmente a due fattori: consumi privati e canale estero. I primi risultano in flessione da un semestre. La deludente spesa per consumi nel quarto trimestre (-1.3%) può essere parzialmente ricondotta a diversi fattori temporanei (un forte aumento dei prezzi degli alimentari determinato dai numerosi tifoni che si sono abbattuti sulla regione a settembre, il terremoto di fine ottobre, il clima di fine trimestre meno rigido del solito), ma non si possono trascurare gli effetti che potrebbero aver avuto sul reddito disponibile, oltre ai minori bonus, i maggiori esborsi per contributi e tasse, oltre alla maggiore incertezza riguardo all’andamento delle pensioni. Il Pil del quarto trimestre ha registrato, d’altro lato, il secondo contributo negativo consecutivo del canale estero. Anche per questa voce è difficile attendersi una ripresa nel breve periodo, mentre attese più positive appaiono ragionevoli per la seconda metà del 2005. Sembra dunque plausibile attendersi che nel primo semestre del 2005 i tassi di crescita del Pil saranno piuttosto deboli e sostenuti principalmente dagli investimenti e dalla spesa pubblica (alla luce del primo budget supplementare approvato in tre anni). Il nostro scenario continua a prevedere tassi di crescita più elevati nel secondo semestre dell’anno in corso. Diventano più convincenti le attese di una tenuta degli investimenti nel 2005. Alla luce dei dati ad alta frequenza a nostra disposizione (in particolare gli ultimi due rapporti sugli ordinativi di macchinari), il nostro scenario centrale prevede una tenuta degli investimenti in macchinari ed attrezzature in tutto il 2005 (la nostra previsione per gli investimenti reali non residenziali nel Pil prevede una crescita nel 2005 del 5.6% dal 6.1% registrato nel 2004). I dati sugli ordini di macchinari “core” consentono di anticipare l’andamento degli investimenti in macchinari ed attrezzature. Nel quarto trimestre questi ordini sono cresciuti del 6% t/t superando le previsioni di inizio trimestre formulate dal governo (1.8% t/t). Dalla scomposizione degli ordinativi si evince anche che la crescita nel quarto trimestre è stata piuttosto equilibrata mostrando elevati tassi di crescita sia nel settore manifatturiero (+ 6.4% t/t) che in quello non manifatturiero (+6.3% t/t, crescita sostenuta anche dal necessario adeguamento delle piattaforme informatiche dei segmenti bancario/assicurativo a causa del termine della garanzia sui depositi prevista ad inizio aprile). Le previsioni del Governo per il primo trimestre del 2005 sono ancora molto positive (+9.9% t/t, con una crescita nel manifatturiero del 6.9% t/t e nel non manifatturiero del 10.4% t/t), ad indicare che il temuto rallentamento degli investimenti nel primo semestre del 2005 non dovrebbe materializzarsi. Dopo il G7 si sono ridotte le pressioni per una rivalutazione della valuta cinese: più probabile una mossa a sorpresa? In seguito al nulla di fatto seguito al G7 che si è tenuto ad inizio febbraio, le pressioni per una rivalutazione imminente dello yuan (molto evidenti nei dati relativi all’accumulo di riserve valutarie nel quarto trimestre) sembrano essere, almeno parzialmente, rientrate. I dati a frequenza giornaliera sui “forward” che forniscono un’indicazione dell’ampiezza della rivalutazione attesa dal mercato mostrano ora un probabile apprezzamento nel prossimo anno ben più modesto (2% circa) rispetto a fine dicembre 2004 quando prospettavano una rivalutazione del 6%. Una minore pressione speculativa sul cambio, a nostro avviso, costituisce una delle precondizioni necessarie affinché le autorità di politica economica cinesi possano decidere di muoversi per rivalutare lo yuan. La tenuta della crescita (i dati di gennaio distorti dall’effetto del “nuovo anno cinese” non aiutano a comprendere se l’economia cinese sia entrata nel 2005 con slancio oppure no) ed il rafforzarsi di pressioni inflazionistiche (l’inflazione è prevista in calo nel breve termine, ma per riaccelerare poi nella seconda metà dell’anno) costituirebbero ulteriori condizioni necessarie per questa decisione. Mercati azionari - Segnali di ripresa della spesa per investimento - Gli indici azionari internazionali hanno registrato nell’ultimo mese una leggera performance positiva. Il mercato americano e quello giapponese, dopo la correzione di gennaio, hanno recuperato, attestandosi su livelli vicini a massim di periodo, mentre quello europeo ha proseguito l’andamento brillante di inizio anno. I mercati azionari hanno beneficiato delle conferme provenienti dal versante societario: la conclusione della reporting season americana ed europea hanno ribadito, oltre ad una forte crescita dei profitti (il 2004 si è concluso con un incremento di più del 20% nei mercati principali), la buona redditività delle imprese ed il virtuoso stato di salute de bilanci, evidenziato dal basso livello di indebitamento e dall’ingente liquidità. In un quadro in cui l’apporto alla crescita da parte dei consumi privati appare meno rilevante ed il processo di riduzione dei costi da parte delle imprese sembra volgere al termine, in particolar modo negli Stati Uniti, la capacità di generare utili da parte delle società dipende in maniera cruciale dalla ripresa della spesa per investimento. Secondo una prospettiva storica la spesa per investimenti, nonostante la crescita dell’ultimo anno, appare ancora debole rispetto al ciclo economico. La causa va ricercata nell’avversione al rischio delle imprese che hanno preferito utilizzare la liquidità per la riduzione del debito e la distribuzione di dividendi (e acquisto di azioni proprie) piuttosto che nell’investimento in conto capitale. Il clima, però, si sta evolvendo favorevolmente e cominciano ad arrivare i primi segnali incoraggianti sulla ripresa degli investimenti: i nuovi ordini di beni capitali non legati alla difesa sono cresciuti notevolmente negli Stati Uniti, secondo gli ultimi dati rilasciati dalla Fed e dalle società, pur in presenza della fine dei benefici fiscali; la domanda di credito da parte delle imprese appare in ripresa, come emerge dalle trimestrali delle banche americane, che hanno evidenziato una crescita degli impieghi intorno al 5% nella seconda parte dell’anno scorso, e dai questionari che le banche centrali periodicamente propongono ai principali istituti di credito (Loan Officer opinion survey della Fed e la survey contenuta nel Bollettino mensile della Bce); le attività di fusioni e acquisizioni hanno subito un’accelerazione dopo tre anni di cautela: la crescita del 2004 è stata rilevante, intorno al 50%, e i mesi di dicembre e gennaio sono stati i più vivaci degli ultimi 4 anni; l’acquisto della Gillette da parte della Procter & Gamble e della At&t da parte della Sbc Communications rappresentano i casi più significativi. Rimangono, tuttavia, elementi di incertezza relativi a: aspetti macroeconomici : il ciclo economico europeo e giapponese rimangono in ritardo rispetto a quello americano specie per quanto riguarda la domanda interna, come emerge dai dati preliminari di crescita del Pil nel quarto trimestre 2004: particolarmente deludente l’andamento di Germania, Giappone ed Italia aspetti microeconomici : permane una elevata avversione al rischio delle imprese, come testimoniano le ultime fusioni e acquisizioni orientate esclusivamente al risparmio sui costi e quindi motivate da ragioni di efficienza operativa piuttosto che da investimenti strategici sulla top-line. I segnali di una possibile ripresa della domanda di credito unitamente alla ingente liquidità presente nei bilanci societari indicano, comunque, un notevole potere di spesa da parte delle imprese. Le modalità di impiego di queste risorse finanziarie costituiscono il principale punto di domanda per i prossimi mesi. In proposito, da una indagine effettuata presso un campione di aziende sull’andamento della spesa per investimenti emergono i seguenti punti: in tutte le aree è atteso un risveglio della spesa per investimenti: i piani di spesa previsti appaiono più aggressivi negli Stati Uniti, dove è stimato che il 38% delle società aumenteranno i propri investimenti più del 10%; la liquidità disponibile appare la fonte di finanziamento preferita: il 90% delle società americane e giapponesi e l’80% di quelle europee hanno pianificato l’utilizzo di fondi generati internamente per finanziare i piani di investimento; l’impiego della liquidità disponibile è rivolto principalmente alla spesa per investimento e all’acquisto di azioni proprie (più del 50% in tutte le aree). Lo scenario, che emerge, è quello di un aumento della spesa per investimenti, finanziata principalmente con la liquidità che è stata generata dalle prudenti politiche societarie degli ultimi anni. In conseguenza dei segnali confortanti di inizio anno sulla ripresa degli investimenti siamo portati, quindi, a ritenere che le prospettive sulla sostenibilità della crescita degli utili rimangano sostanzialmente buone, anche se non ai livelli record degli ultimi due anni. Le precedenti considerazioni, unitamente agli alti livelli di dividend yield (1,9% negli Stati Uniti e 2.9% in Europa) e ai bassi livelli di rendimento forniti dalle obbligazioni governative e corporate, ci inducono a confermare l’attuale preferenza per l’investimento azionario. Materials: domanda sostenuta ma scarsi investimenti - Usa - Il comparto dei titoli legati alle materie prime ha archiviato, da inizio anno, una performance solo marginalmente superiore a quella del mercato nel complesso andando però ad amplificarne i movimenti, tanto nella fase di ribasso - le prime settimane dell’anno - quanto nel movimento di ripresa da fine gennaio in avanti. Principalmente degli scarsi investimenti per l’ampliamento della stessa realizzati nel decennio passato. Ciò rende plausibile l’attesa di un inasprimento della strozzatura dal lato dell’offerta e quindi della possibilità per i principal operatori del settore di avere un pricing power sufficiente, al minimo, a scaricare sul prodotto finale i maggiori costi legati all’elevato prezzo del petrolio e quindi a non creare problemi sui margini operativi. Le prospettive di una crescita economica a livello globale ancora su livelli apprezzabili, garantiscono una certa visibilità sull’andamento, almeno nel breve, della domanda di materie prime. A rendere tale tesi ancora più plausibile è il fatto che l’economia cinese, responsabile di buona parte della domanda di materie prime, per quanto probabilmente in rallentamento rispetto ai livelli record degli scorsi trimestri manterrà ritmi ancora molto sostenuti e comunque più che doppi rispetto a quelli delle altre macro-aree. Per contro, il comparto è attualmente in una situazione in cui l’utilizzo della capacità produttiva è su livelli record, a seguito Europa - Il settore dei materials è stato, da inizio anno, uno dei miglior performer del mercato europeo, segnando un rialzo di circa il 9% (indice Msci Europe Materials), superando l’indice Msci Europe di quasi il 4%. Il differenziale di rendimento tra le varie componenti del settore è stato comunque abbastanza marcato, per cui è necessario individuare le diverse tematiche industriali che hanno guidato le performance dei principali sub-comparti Infatti, se nel complesso il settore continua ad essere favorito da un livello di domanda che rimane sostenuto, bisogna considerare che il forte rialzo dei segmenti metals&mining e constructions (13% circa) è stato piuttosto indotto da elementi specifici. I titoli legati alle attività di estrazione e lavorazione dei metalli hanno beneficiato del perdurare di uno scenario favorevole sulle materie prime - con i prezzi delle commodities che continuano a seguire il trend rialzista che ha caratterizzato anche il 2004 – mentre i titoli del settore costruttivo sono stati prevalentemente condizionati da elementi speculativi relativi ad operazioni di fusione ed acquisizione. Il segmento della chimica, invece, pur realizzando performance positive in assoluto (+6% circa) ha sottoperformato l’indice generale di settore, in quanto penalizzato dal rialzo del prezzo del petrolio che viene percepito negativamente in quanto correlato con l’andamento dei costi di produzione. Le prospettive sui materials rimangono generalmente buone, sia in relazione ai processi di ristrutturazione ancora in corso, con attese positive sul fronte del taglio dei costi, sia per quanto riguarda l’elevata generazione di cassa raggiunta mediamente dal comparto, che dovrebbe andare a finanziare nuovi piani d’investimento (settore mining) o apprezzabili politiche di distribuzione di cassa agli azionisti (settore chemicals). Tuttavia, bisogna comunque considerare l’impatto valutario connesso all’esposizione dei fatturati aziendali alle aree americana ed asiatica e l’incertezza sul perdurare dell’attuale pricing power delle aziende chimiche. Telecom: contesto industriale incerto ma potenzialità di crescita in Europa Usa Il settore telecom attualmente evidenzia la peggior performance da inizio anno sia in termini assoluti sia relativamente all’S&p500. Le motivazioni alla base dell’andamento negativo del settore sono in larga parte correlati ad un contesto industriale molto incerto e caratterizzato da possibili evoluzioni negative, confermate anche da una serie di eventi e notizie recenti. In particolare: inoltre, errori in tale fase potrebbero portare ad inutili sprechi di risorse e/o ad una minore attenzione ed incisività nel core business; rimane aperta la possibilità di un deterioramento della posizione finanziaria che, probabilmente, più che compensa l’elevato livello di dividend yield offerto dalle principali società del settore. Nella valutazione delle fusioni recentemente annunciate prevale il carattere difensivo di tali operazioni: dopo l’acquisizione di At&t Wireless da parte di Cingular il settore è stato interessato da una serie di operazioni di fusione che hanno ridefinito sia il comparto wireless (Sprint/nextel) che, soprattutto, la parte wireline. Pur essendo positiva la spinta verso la razionalizzazione del settore, i benefici ottenibili da tali operazioni in termini di sinergie di costo e strategiche rimangono ancora incerti ed, pricing power debole e concorrenza agguerrita: i trend storici di riduzione dei prezzi sulla telefonia fissa e di forte competizione da parte delle società di Tv via cavo, rimangono ancora validi e sono stati confermati dalle informazioni dedotte dalle trimestrali delle principali società cable (Comcast e Time Warner); quadro valutativo poco attraente nonostante la compressione dei multipli: la presenza di un contesto strutturale caratterizzato da fattori negativi di notevole portata ridimensiona completamente l’attrattività dei multipli valutativi e, conseguentemente, la compressione di questi ultimi non può rappresentare una motivazione sufficiente per l’investimento nel settore a meno di ulteriori e consistenti ribassi dei corsi azionari dai livelli attuali. La consistente underperformance del settore potrebbe essere ridimensionata da evoluzioni riferite alla quantificazione delle sinergie (di costo e/o strategiche) ottenibili tramite le operazioni di fusione o relative a modifiche del quadro normativo in senso favorevole alle principali società telefoniche. Europa Dopo essersi contraddistinto tra i migliori settori del listino nell’ultima parte del 2004, il comparto telefonico ha realizzato finora una performance assoluta positiva (oltre il 2%), ma risulta deficitario rispetto all’andamento globale del mercato europeo (-3% circa in relativo). La spiegazione di tale fenomeno va principalmente ricercata proprio nelle prese di profitto che hanno seguito il recente andamento brillante del settore, visto che da inizio anno non si sono verificate variazioni significative nello scenario di riferimento, tali da giustificare un’inversione di tendenza del comparto. All’interno di uno scenario d’investimento in cui si segnala la preferenza per i settori con buona visibilità degli utili e rendimento elevato, il comparto telefonico dovrebbe continuare ad essere favorito dalla combinazione di tre aspetti fondamentali: l’attrattività delle valutazioni, il momento positivo degli utili societari e il processo di impressionante generazione di cassa, che rende sostenibile la crescita sequenziale del dividendo e il rinnovo dei piani aziendali di buy-back. Da un punto di vista industriale, peraltro, il settore si caratterizza per una serie di potenzialità di crescita connesse sia allo sviluppo dei nuovi servizi integrati (cosiddetto triple play: telefonia fissa, mobile, internet), sia ai progressivi piani d’investimento che i principali operatori europei stanno conducendo nei paesi cosiddetti emergenti, dove lo sviluppo dell’offerta telefonica è ad una fase meno matura del ciclo. Mercati obbligazionari Ulteriore appiattimento delle curve dei rendimenti - Dalla fine di gennaio il mercato obbligazionario ha mostrato un andamento volatile e con qualche differenziazione tra le diverse aree geografiche, che si è sviluppato in un contesto di tendenziale appiattimento delle curve dei rendimenti. Sul mercato statunitense i titoli guida con scadenza a due anni hanno registrato un innalzamento dei rendimenti di circa 14 pb mentre sulla scadenza a dieci anni i rendimenti sono rimasti sostanzialmente invariati. In Europa, il movimento di appiattimento della curva dei rendimenti è stato meno evidente con le scadenze a breve termine ed intermedie che segnalano un rialzo dei rendimenti di circa 5 pb e quelle a più lunga scadenza che evidenziano rialzi più contenuti. Negli Stati Uniti l’andamento delineato è stato principalmente il risultato della fermezza della Federal Reserve nel riportare i tassi guida della politica monetaria verso un sentiero di normalizzazione. Tale intenzione, peraltro, è stata ulteriormente confermata nella testimonianza che Greenspan ha recentemente tenuto di fronte al Senato americano. Sebbene l’intervento del governatore della banca centrale americana non abbia riservato particolari novità per gli operatori del mercato obbligazionario, rimane chiara la visione secondo cui gli attuali tassi di riferimento sono eccessivamente bassi se valutati in termini reali. Rimane, tuttavia, aperta la questione di una parte a lungo termine della curva dei rendimenti che mostra valori estremamente bassi se valutati nella prospettiva storica dei precedenti rialzi dei tassi da parte della banca centrale. In parte questo è il risultato di aspettative di inflazione piuttosto tenui da parte degli operatori. Sembra, tuttavia, difficile spiegare il livello dei tassi di interesse negli Stati Uniti senza ipotizzare che una parte sufficientemente ampia di operatori si sta aspettando un rallentamento della crescita economica. Naturalmente concorrono anche fattori di tipo tecnico quali il continuo acquisto di titoli obbligazionari a lungo termine da parte di fondi pensione ed i flussi consistenti in acquisto che continuano a provenire dalle banche centrali asiatiche. Anche in Europa i fattori tecnici hanno sostenuto il mercato, sovrapponendosi ai rilasci dei principali dati macroeconomici che, peraltro, sul fronte della crescita economica non si sono rivelati troppo incoraggianti. Tra questi vanno citati i continui acquisti di titoli a lunga scadenza da parte d’investitori istituzionali, fondi pensione e assicurazioni, che hanno la finalità di assicurarsi rendimenti garantiti a fronte di passività a medio-lunga scadenza. Pur prescindendo da considerazioni sulla congruità degli attuali livelli di rendimento, risulta chiaro che un tale fenomeno non può essere transitorio bensì legato ai processi di ristrutturazione dei sistemi pensionistici nelle maggiori economie occidentali. In Europa permane, comunque, un quadro positivo che la Bce ha tracciato, nelle comunicazioni al mercato, sulle moderate prospettive inflazionistiche, mentre un fattore di preoccupazione è legato alla persistenza di abbondante liquidità. A riprova della forza dei fattori endogeni, si deve sottolineare che il sensibile ritracciamento dell’euro verso il dollaro dai massimi di fine anno intorno a 1,35 all’attuale 1,29 non ha avuto particolare influenza sull’andamento del mercato obbligazionario europeo I titoli inflation linked hanno mostrato una buona performance sia negli Stati Uniti che in Europa. Le break even inflation (differenziale di rendimento tra i rendimenti nominali e i rendimenti reali dei titoli legati all’inflazione) sono aumentate anche in considerazione di fattori tecnici legati alla stagionalità dell’inflazione che, nei prossimi mesi, dovrebbe favorire questi titoli rispetto ai loro corrispettivi nominali. In Giappone il corso dei titoli obbligazionari è risultato molto volatile, guidato da una serie di dati macroeconomici non univoci e spesso contrastanti. Fino a metà mese sono emerse buone indicazioni dagli ordinativi di macchinari e dalla fiducia dei consumatori, che hanno sospinto i rendimenti al rialzo. Tenui tensioni inflazionistiche e, in particolare, dati di crescita particolarmente deludenti hanno recentemente innescato un’inversione di tendenza dei rendimenti. In prospettiva: continuiamo a ritenere che la parte a breve europea offra un buon livello di protezione, appare infatti improbabile un rialzo dei tassi da parte della Bce per i prossimi mesi. Un deciso indebolimento dell’euro sul dollaro modificherebbe tale scenario, ma fattori strutturali manterranno una pressione al ribasso sulla valuta americana; dopo l’ottima performance relativa realizzata dai titoli europei, attualmente, il potenziale di sovra-performance dei titoli lunghi europei rispetto a quelli americani appare molto più limitato; fattori di stagionalità rendono i titoli inflation linked marginalmente attraenti rispetto ai corrispondenti titoli nominali per i prossimi mesi. Questa considerazione vale soprattutto per le obbligazioni americane; prevediamo un proseguimento della fase di appiattimento della curva dei rendimenti americana, sulla scia dei prossimi interventi della Fed. High yield - Corporate - Investment grade Riepilogo - Nel periodo compreso tra gennaio e febbraio le asset class a spread hanno rinnovato una tendenziale forza evidente soprattutto nelle aree a maggior rischio (high yield) e nell’area corporate euro che si conferma ancora molto solida. Rimane invece piuttosto debole l’andamento dei titoli “investment grade” americani sui quali rimane più marcato l’effetto negativo dei maggiori produttori di auto. Quadro - Ancora una volta il quadro di riferimento rimane costruttivo. A seguito di buoni fondamentali, consistente liquidità e tendenziale taglio dei costi, le imprese hanno limitate esigenze di rifinanziamento che incontrano invece investitori alla continua ricerca di extra-rendimento. La ripresa, soprattutto in Usa, dell’attività di fusione ed acquisizione non sta ancora innescando una rincorsa all’indebitamento né fenomeni di crescita esterna in aree non caratteristiche delle aziende coinvolte. Inoltre, le proposte legislative inerenti i fondi pensione americani nonché le riforme sul medesimo fronte al momento in atto in Europa risultano a supporto della domanda di titoli corporate. Prospettive - Le prospettive rimangono positive per la scarsità di imminenti fattori di rischio al momento concepibili. A fronte di ciò, il valore offerto dai livelli correnti di spread è minimo e si traduce in un’asimmetrica posizione di rischio, ovvero offre una remunerazione insufficiente per il rischio implicito nell’asset class. |
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FIMIT: IL CDA HA APPROVATO IL RENDICONTO DEL FONDO ALPHA AL 31 DICEMBRE 2004: IL VALORE DELLE QUOTE SALE A 3.763,89 EURO PROVENTI PER SINGOLA QUOTA PARI A 154,20 EURO |
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Roma, 28 febbraio 2005 – Il Consiglio di Amministrazione di Fimit, la Sgr che gestisce il Fondo Immobiliare di tipo chiuso “Alpha Immobiliare”, ha approvato il 25 febbraio il rendiconto annuale del Fondo al 31 dicembre 2004. Evoluzione del Net Asset Value e del valore unitario delle quote - Dal 31 dicembre 2003 il valore complessivo netto (Nav) del Fondo è passato da 386.257.019 euro a 390.973.891 euro al netto di 23.683.500 euro di proventi distribuiti in data 11 marzo 2004 e di 12.516.937 euro di proventi distribuiti in data 16 settembre 2004. Conseguentemente, il valore unitario delle quote è passato da 3.718,48 euro del 31 dicembre 2003 a 3.763,89 euro del 31 dicembre 2004. La variazione del Nav è stata positiva, anche a seguito delle distribuzioni di proventi effettuate nel corso dell’esercizio, in virtù dei risultati della gestione e delle plusvalenze realizzate. Il risultato della gestione, pari a 40.917.310 euro, è aumentato di 14.757.681 euro rispetto all’esercizio precedente in forza: del migliorato risultato della gestione dei beni immobili e dell’incremento dei canoni di locazione; dei maggiori utili realizzati per cessioni immobiliari; del risparmio dei costi per l’attività di property management a seguito della relativa internalizzazione; della minore commissione variabile annuale dovuta alla Sgr; dell’abolizione, con decorrenza 1° gennaio 2004, dell’imposta sostitutiva sul patrimonio a suo tempo introdotta con decreto legge 351/2001 convertito nella legge 410/2001. Distribuzione dei proventi - Il Cda ha, inoltre, deliberato la distribuzione di un provento di 154,20 euro per singola quota, maturato nel secondo semestre 2004. L’iniziativa di distribuzione dei proventi dà concreta attuazione alle linee strategiche approvate dal Cda in merito ad “una gestione economico e finanziaria che permetta una distribuzione sistematica dei proventi ai portatori dele quote”. Ai sensi della vigente normativa tributaria, il provento in distribuzione sarà assoggettato ad una ritenuta del 12,50%, con esclusione dei fondi di previdenza complementare, degli Oicr italiani e dei soggetti non residenti. Il provento verrà posto in pagamento il 24 marzo 2005, con data di “stacco” della cedola al 21 marzo 2005. Il patrimonio immobiliare del Fondo - Il patrimonio immobiliare del Fondo, la cui relazione di stima effettuata dagli Esperti Indipendenti è riportata per estratto nel rendiconto, è passato da 434.924.500 euro al 31 dicembre 2003 a 445.504.422 euro al 31 dicembre 2004, con una rivalutazione dell’2,43% nonostante la cessione di alcuni immobili. La percentuale di attivo investita in immobili è altresì cresciuta dal 92,2% di fine 2003 al 93,8% di fine 2004. La gestione ordinaria è proseguita attivando azioni per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la massimizzazione dei rendimenti, tramite la messa a reddito di unità immobiliari libere e la costante opera di adeguamento tecnico degli immobili. Il risultato complessivo in termini di redditività lorda da locazione è stato positivo, come confermato dalla crescita del rapporto tra canoni e valore corrente del portafoglio che ha raggiunto alla fine del 2004 l’8,5% (era dell’8,1% nel 2003 e del 7,8% nel 2002). Coerentemente con le politiche di asset alocation stabilite dal Consiglio di Amministrazione, è stata effettuata la cessione dell’immobile sito in Roma - Via Rodolfo Lanciani n. 11 per un importo complessivo (iva esclusa) di 7.500.000 euro, realizzando una plusvalenza, rispetto al valore iscritto al 31 dicembre 2003, di 4.432.900 euro, nonché di tre unità residenziali di valore residuale site in Milano -Via Vitruvio, 43. Gli altri investimenti e l’utilizzo dell’effetto leva - La liquidità disponibile del fondo è passata da 12.589.461 euro del 31 dicembre 2003 a 1.923.245 euro del 31 dicembre 2004. I finanziamenti ricevuti, ampiamente contenuti entro i limiti stabiliti dalla normativa vigente, sono complessivamente passati da 62.944.948 euro del 31 dicembre 2003 a 64.377.325 euro di fine 2004. Il finanziamento bancario sotto forma di scoperto di conto corrente alla data del 31 dicembre 2004 ammontava a 5.638.292 euro. Fatti di rilievo intervenuti successivamente alla chiusura del periodo di riferimento - Oltre alla stipula di alcuni nuovi contratti di locazione, sono in corso alcune trattative di rilievo per investimenti immobiliari oltre al perfezionamento dell’operazione di dismissione di un immobile sito in Roma, la cui cessione avverrà presumibilmente entro marzo 2005. |
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TELECOM ITALIA: APPROVATI I RISULTATI DI BILANCIO 2004: DIMINUISCE L’INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO A 29,5 MILIARDI DI EURO ( -3,8 MILIARDI DI EURO RISPETTO AL 31 DICEMBRE 2003) UTILE NETTO CONSOLIDATO: 781 MILIONI DI EURO |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi oggi sotto la presidenza di Marco Tronchetti Provera, ha esaminato e approvato la documentazione di bilancio del Gruppo e della Capogruppo al 31 dicembre 2004. Risultati del Gruppo Telecom Italia Nel corso del 2004 non si sono verificate variazioni significative del perimetro di consolidamento. Ai fini del raffronto con i dati 2003 si ricorda che dal mese di agosto 2003 è uscita dal perimetro di consolidamento la Nuova Seat Pagine Gialle; pertanto i dati economici del 2003 la includono per soli sette mesi. I ricavi nel 2004 ammontano a 31.237 milioni di euro e registrano un incremento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2003 (30.850 milioni di euro). Escludendo gli effetti negativi delle variazioni dei cambi (175 milioni di euro) e del perimetro di consolidamento (895 milioni di euro, di cui 703 milioni relativi alla cessione, nel mese di agosto 2003, della Nuova Seat Pagine Gialle), la crescita organica è stata pari a +4,9% (+ 1.457 milioni di euro). Alla crescita organica dei ricavi contribuiscono la business unit Mobile (+1.268 milioni di euro), grazie alle performance sia nel mercato domestico sia nel mercato internazionale, e la business unit Wireline (+303 milioni di euro) grazie al successo delle azioni di sviluppo del mercato Broadband, dei servizi innovativi e all’arricchimento dell’offerta dei servizi wholesale. Il margine operativo lordo, pari a 14.528 milioni di euro, ha registrato una crescita del 1,7% rispetto al 2003 (14.280 milioni di euro). L’incidenza sui ricavi è pari al 46,5% (46,3% nel 2003). Escludendo gli effetti negativi delle variazioni dei cambi (46 milioni di euro) e del perimetro di consolidamento (318 milioni di euro), la crescita organica è pari a +4,4% (+ 612 milioni di euro), grazie soprattutto al contributo delle business unit Mobile (+586 milioni di euro), Wireline (+165 milioni di euro) e Internet & Media (+27 milioni di euro). Il risultato operativo, pari a 7.200 milioni di euro, registra un aumento del 6,1% rispetto all’esercizio 2003 (6.789 milioni di euro) dovuto anche ai minori ammortamenti delle differenze di consolidamento ed ai minori accantonamenti per rischi su crediti. L’incidenza sui ricavi è del 23,0% rispetto al 22,0% del 2003. La crescita organica è pari al +9,3% (+610 milioni di euro). Il risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte è pari a 5.366 milioni di euro (4.525 milioni di euro nel 2003) e beneficia del miglioramento della gestione operativa e finanziaria. In particolare il saldo della gestione finanziaria, negativo per 1.952 milioni di euro, presenta un miglioramento di 240 milioni di euro rispetto al 2003. I proventi e oneri straordinari presentano un saldo negativo di 410 milioni di euro (negativo per 1.083 milioni nel 2003) e registrano un miglioramento di euro 673 milioni. In particolare i proventi straordinari del 2004, pari a 1.177 milioni di euro, comprendono: la sopravvenienza attiva di 621 milioni di euro, relativa al contributo per l’esercizio di attività di telecomunicazione versato per l’esercizio 1999, a seguito della sentenza del Tar del Lazio 47/2005 del 4 gennaio 2005, che ha accolto il ricorso di Telecom Italia annullando per illegittimità il decreto ministeriale 21 marzo 2000; le plusvalenze su alienazione di immobilizzazioni finanziarie per 190 milioni di euro, di cui 85 milioni di euro derivanti dalla cessione dell’intera quota detenuta in Mirror International Holding Sarl; altri proventi straordinari, pari a 366 milioni di euro, che includono il rilascio di fondi rischi per 177 milioni di euro (di cui euro 109 milioni stanziati nel 2001 per la partecipata brasiliana Tim Celular), sopravvenienze attive ed altri proventi straordinari per 189 milioni di euro. Gli oneri straordinari del 2004, pari a 1.587 milioni di euro, comprendono: 282 milioni di euro relativi alla transazione con De Agostini, conclusasi con l’acquisto del 40% di Webfin per 325 milioni di euro; oneri ed accantonamenti per esodi e mobilità del personale pari a 182 milioni di euro di cui 146 milioni di euro a carico della Capogruppo; svalutazioni delle differenze di consolidamento relative a società consolidate dell’area America Latina per 169 milioni di euro (di cui 162 milioni di euro relativi ad Entel Chile); oneri per 158 milioni di euro relativi al riassetto delle partecipazioni detenute nel Gruppo Mediterranean Nautilus e nel Gruppo Med 1; accantonamento a fondi rischi straordinari per 152 milioni di euro relativi alla sanzione imposta dall’Autorità Antitrust per presunto abuso di posizione dominante; accantonamenti e svalutazioni di immobilizzazioni materiali e immateriali effettuati dal gruppo Latin American Nautilus per 56 milioni di euro; oneri ex Legge 58/1992 per la ricongiunzione all’ex Fondo Previdenza Telefonici (Fpt) per 66 milioni di euro; accantonamento relativo all’adeguamento al valore di presunta vendita di Finsiel per 27 milioni di euro; altri oneri straordinari per 495 milioni di euro. Il risultato prima delle imposte è pari a 4.956 milioni di euro, in crescita di 1.514 milioni di euro rispetto al 2003 (3.442 milioni di euro), grazie al miglioramento della gestione operativa, finanziaria e straordinaria. L’utile netto consolidato prima delle differenze di consolidamento è pari a 2.311 milioni di euro (3.456 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi) in riduzione rispetto ai 2.983 milioni di euro del 2003. L’utile netto consolidato del Gruppo del 2004 è positivo per 781 milioni di euro (1.902 milioni di euro prima della quota di spettanza dei Terzi), in riduzione di 411 milioni di euro rispetto al 2003 (1.192 milioni di euro). Il positivo apporto della gestione operativa, finanziaria e straordinaria è infatti più che compensato dall’aumento delle imposte per 2.040 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Tale incremento è dovuto alla non ripetibilità di imposte differite attive (1.266 milioni di euro nel 2003 divenuti recuperabili a seguito della fusione Olivetti-telecom Italia), al minor beneficio fiscale legato al recupero del contributo per l’esercizio delle attività di telecomunicazioni (230 milioni di euro nel 2004 rispetto a 562 milioni di euro nel 2003) ed ai migliori risultati della gestione. Gli investimenti industriali, pari a 5.335 milioni di euro, crescono del 9,0% rispetto al 2003 (4.894 milioni di euro) per via dei maggiori investimenti della Bu Mobile (Umts ed Edge in Italia e Gsm in Brasile). L’indebitamento finanziario netto, pari a 29.525 milioni di euro, si riduce di 3.821 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2003 (33.346 milioni di euro). Il free cash flow operativo (Ebit + ammortamenti - investimenti industriali +/- variazione del capitale circolante operativo) pari a 9.887 milioni di euro, registra un aumento di 654 milioni di euro (+7,1%) rispetto al 2003, ed è pari al 31,7% dei ricavi (29,9% nel 2003). Il flusso di cassa netto sconta inoltre l’effetto di oneri finanziari netti per 1.952 milioni di euro, di imposte dirette per 1.326 milioni di euro e di dividendi per 2.780 milioni di euro. Rispetto al 30 settembre 2004 il debito si riduce di 1.896 milioni di euro per effetto del flusso di cassa generato dalla gestione che risente altresì del pagamento di imposte dirette per 880 milioni di euro. Le efficienze sui cash costs realizzate nel 2004, pari a 771 milioni di euro, hanno permesso di raggiungere nel periodo 2002-2004 un importo cumulato di 3.021 milioni di euro, superando il target di 2,6 miliardi di euro annunciato per il triennio 2002-2004. Il personale del Gruppo al 31 dicembre 2004 è pari a 91.365 unità (16.331 all’estero) e registra una riduzione di 1.822 unità (93.187 unità al 31.12.2003), dovuta per 2.112 unità alla variazione del perimetro di consolidamento, mentre il turnover gestionale è stato positivo di 290 unità. Il costo del lavoro, pari a 4.037 milioni di euro, si riduce del 6,1% rispetto al 2003, con un’incidenza sui ricavi che si riduce al 12,9% dal 13,9%. Telecom Italia Spa - I dati relativi ai risultati 2004 sono confrontati con quelli del 2003, ricostruiti ipotizzando la decorrenza dal 1 gennaio 2003 dell’incorporazione in Telecom Italia Spa di It Telecom Spa ed Epiclink Spa, efficace dal 31 dicembre 2004 con effetti contabili e fiscali decorrenti dal 1 gennaio 2004. Il confronto a parità di perimetro esclude invece gli effetti della cessione a Tim Spa del ramo d’azienda “Sviluppo” di It Telecom Spa. I ricavi della Capogruppo ammontano a 16.126 milioni di euro, in lieve flessione rispetto al 2003 (-0,6%). A parità di perimetro i ricavi dell’esercizio 2004 registrano una crescita organica di 48 milioni di euro (+0,3%). Il margine operativo lordo, pari a 7.540 milioni di euro, aumenta di 19 milioni di euro rispetto al 2003 (+0,3%). A parità di perimetro la crescita organica è di 63 milioni di euro (+0,8%). L’incidenza sui ricavi delle vendite e delle prestazioni è del 46,8% (46,3% nell’esercizio 2003). Il risultato operativo, pari a 4.234 milioni di euro, registra una crescita di 136 milioni euro (+3,3%) rispetto al 2003. A parità di perimetro la crescita organica è di 179 milioni di euro (+4,4%). L’incidenza sui ricavi è del 26,3%, rispetto al 25,2% dell’esercizio 2003. Il risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte è pari a 3.923 milioni di euro, in crescita di 511 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003 (3.412 milioni di euro). Su tale risultato, oltre all’aumento del risultato operativo, ha influito il miglioramento della gestione finanziaria per 641 milioni di euro (negativo per 1.772 milioni di euro nel 2004 e per 2.413 milioni di euro nel 2003), in parte compensato dal peggioramento del saldo proventi e oneri da partecipazioni per 266 milioni di euro (pari a 1.461 milioni di euro nel 2004 e 1.727 milioni di euro nel 2003). L’utile netto della Capogruppo è positivo per 2.135 milioni di euro, inferiore di 511 milioni di euro rispetto al 2003. Anche per la Capogruppo la riduzione del risultato netto è dovuta principalmente al fatto che nel 2003 il risultato netto scontava benefici fiscali derivanti dalla fusione Olivetti-telecom Italia per 1.266 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto è pari a 31.257 milioni di euro e registra una sostanziale diminuzione, pari a 4.344 milioni di euro, rispetto all’esercizio 2003. Eventi Successivi Al 31 Dicembre 2004 - Percorso di integrazione Telecom Italia/tim Come noto i Consigli di Amministrazione di Telecom Italia e Tim il 7 dicembre 2004 hanno approvato un percorso d’integrazione societaria che, in presenza di rapide evoluzioni tecnologiche che aprono la strada ad importanti efficienze dal punto di vista industriale, mira anche ad assicurare al Gruppo la semplificazione della struttura proprietaria e l’ottimizzazione della struttura patrimoniale e finanziaria. In coerenza con detto percorso il 21 gennaio 2005 si è conclusa l’Opa volontaria parziale di Telecom Italia sui 2/3 del flottante delle azioni ordinarie, e totalitaria sulle azioni di risparmio Tim. Nonostante il mancato raggiungimento della soglia minima di adesioni per le azioni di risparmio, Telecom Italia ha rinunciato alla relativa condizione di efficacia dell’offerta, ritenendo che l’operazione sia stata comunque un successo, tenuto conto dell'obiettivo perseguito di ottimizzazione della struttura del capitale azionario, nonché della struttura patrimoniale e finanziaria di Telecom Italia. Il 23 gennaio 2005 è stato approvato il progetto di fusione, con conseguente convocazione nei primi giorni di aprile delle assemblee straordinarie di Tim e Telecom Italia. Si prevede che la fusione sia perfezionata a fine semestre, a valle della distribuzione dei dividendi per l’esercizio 2004. Infine, in data odierna è stato stipulato l’atto di conferimento in una società interamente partecipata da Tim del complesso aziendale relativo al business delle comunicazioni mobili Italia (cfr. Il comunicato stampa diffuso da Tim). Finsiel: concluso contratto preliminare di compravendita con Gruppo Cos In relazione alla procedura di dismissione della quota di controllo detenuta da Telecom Italia in Finsiel S.p.a e a valle delle proposte ricevute, Telecom Italia, come deliberato dal Cda in data odierna, ha sottoscritto oggi un contratto preliminare di compravendita con il Gruppo Cos. La transazione, che riguarda l'intera quota detenuta da Telecom Italia in Finsiel (79,5%), avviene sulla base di un Enterprise Value fissato in circa 164 milioni di euro. Nel bilancio consolidato 2004, si è allineato il valore di Finsiel al presunto valore di vendita, accantonando un fondo svalutazione pari a 27 milioni di euro. Tale operazione consente inoltre di iscrivere imposte differite attive per 38 milioni di euro, derivanti dalla svalutazione di 115 milioni di euro effettuata da Telecom Italia nel 2002, con un effetto netto positivo di 11 milioni di euro nel consolidato 2004. Riacquisto Bond In data 26 gennaio e 3 febbraio 2005 Telecom Italia Finance S.a. Ha riacquistato sul mercato quote del bond di propria emissione (importo originario 3.000 milioni di euro, cedola 6,125%, scadenza 20/04/2006, residuo al 31 dicembre 2004 2.745 milioni di euro) rispettivamente per un ammontare pari a 26 milioni di euro ed 30 milioni di euro: con tali riacquisti il debito nominale residuo risulta essere pari a 2.689 milioni di euro. Prestito Obbligazionario Convertibile 2001-2010 Successivamente al 31/12/04 ed in coerenza con i periodi di sospensione previsti dal prestito, sono pervenute richieste di conversione di obbligazioni di cui al prestito obbligazionario convertibile 2001-2010 emesso da Telecom Italia S.p.a. (già Olivetti S.p.a.) per un totale di n. 1.406.391.362 obbligazioni corrispondenti a n. 663.188.066 azioni Telecom Italia ordinarie. Ciò ha determinato una riduzione dell’indebitamento di circa 1,5 miliardi di euro. Accordo per la cessione di Entel Chile S.a. In data 25 gennaio 2005, Telecom Italia attraverso la propria controllata Telecom Italia International N.v., ha sottoscritto un accordo con Almendral S.a. (holding di partecipazioni quotata alla Borsa di Santiago del Cile, che fa riferimento ad imprenditori locali tra cui il Gruppo Hurtado Vicuna ed il Gruppo Matte) per la cessione della propria partecipazione nella società cilena Entel Chile S.a., pari al 54,76% del capitale sociale. Il prezzo di vendita riconosciuto a Telecom Italia International ammonta a Usd 934 milioni. Il closing dell’operazione, previsto entro i prossimi tre mesi, è subordinato all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità competenti. Tale operazione s’inquadra nell’ambito della strategia del Gruppo Telecom Italia di razionalizzare il portafoglio internazionale, focalizzandosi sulle aree d’interesse strategico con potenzialità di crescita. I Risultati Delle Business Unit Internet & Media E Mobile - I dati relativi ai progetti di bilancio 2004 di Telecom Italia Media e di Tim sono stati riportati nei comunicati stampa diramati a valle dei relativi Consigli di Amministrazione che li hanno approvati. Wireline - I dati della Business Unit di Telecom Italia per i servizi di rete fissa confermano il trend di crescita complessiva dei ricavi e dei margini del 2004 spinti, oltre che da un costante miglioramento della gestione industriale, anche dal forte sviluppo del mercato Broadband. I ricavi delle vendite e delle prestazioni, pari a 17.571 milioni di euro, registrano un incremento del 2,1% rispetto all’esercizio precedente (17.216 milioni di euro), confermando così il trend positivo già rilevato lo scorso anno. La crescita organica è pari a +1,8%. I ricavi della Fonia, pari a 10.267 milioni di euro, presentano una lieve flessione (-67 milioni di euro) rispetto al 2003. Prosegue l’arricchimento del portafoglio delle offerte flat e dei nuovi pacchetti di offerta Tutto 4* e Chat Sms, che hanno raggiunto a fine anno la consistenza di 7.8 milioni di unità. Ciò è stato possibile anche grazie all’evoluzione dei terminali innovativi della gamma Aladino, in grado di supportare servizi innovativi. I ricavi Internet e Data Business, pari a 2.526 milioni di euro, aumentano di 280 milioni di euro rispetto al 2003 grazie al successo delle offerte Broadband Adsl Alice e Smart, i cui ricavi hanno registrato un incremento di oltre il 108%, ed ai servizi di trasmissione dati innovativi, con ricavi in crescita del 20%. Il portafoglio Broadband domestico ha raggiunto 4.010.000 accessi (+96,6%), quello internazionale 420.000 accessi (+162,5%). Complessivamente il portafoglio Broadband ha raddoppiato la consistenza, passando da oltre 2 milioni di accessi nel 2003 a 4.430.000 nel 2004. In crescita anche i ricavi dei servizi Wholesale, pari a 3.329 milioni di euro, (+1,9% rispetto al 2003); in particolare grazie alla vendita di servizi dati (+60,7%) e dei servizi Wholesale internazionali (+4,3%). Il Margine Operativo Lordo, pari ad 8.426 milioni di euro, registra una crescita del 2,1% rispetto al 2003. L’incidenza sui ricavi è pari al 48,0% (47,9% nel 2003). La crescita organica è pari a +2,0%. Il Risultato Operativo, pari ad 5.199 milioni di euro, registra una crescita del 4,6% rispetto all’esercizio 2003. L’incidenza sui ricavi è pari al 29,6% (28,9% a fine 2003). La crescita organica è pari a +5,1%. Gli investimenti industriali del 2004 sono pari a 2.201 milioni di euro, in riduzione di 101 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente. Anche nel 2004 sono stati privilegiati gli investimenti destinati allo sviluppo di infrastrutture innovative, in particolare di quelle legate all’erogazione di servizi Broadband sia in Italia che all’estero. Il personale al 31 dicembre 2004, pari a 50.383 unità, si riduce di 383 unità rispetto al 31 dicembre 2003. La variazione è determinata da 1.917 nuovi ingressi, di cui 882 in Telecontact Center, a fronte di 2.300 cessazioni/variazioni di perimetro ed organizzative. Sudamerica (Cile E Bolivia) - I ricavi ammontano a 1.076 milioni di euro, con una riduzione di 35 milioni di euro (-3,2 %) rispetto al 2003, da attribuirsi principalmente ad una contrazione dei ricavi del gruppo Entel Chile nel business fisso di lunga distanza in Nord America. Escludendo l’effetto cambio, i ricavi registrano un decremento del 3,7% rispetto all’esercizio 2003. Il margine operativo lordo (Mol), pari a 396 milioni di euro, si riduce di 11 milioni di euro (-2,7%) rispetto al 2003. L’incidenza sui ricavi è del 36,8% (36,6% nell’esercizio 2003). Il risultato operativo, pari a 121 milioni di euro, si riduce di 24 milioni di euro (-16,6%) rispetto al 2003. L’incidenza sui ricavi è dell’11,2% (13,1% nell’esercizio precedente). Gli investimenti industriali, pari a 157 milioni di euro, presentano un incremento di 28 milioni di euro rispetto al 2003. Il personale al 31 dicembre 2004, pari a 5.080 unità, registra un incremento di 127 unità rispetto al 31 dicembre 2003, per effetto dell’incremento dell’organico nel gruppo Entel Chile. Olivetti Tecnost - I ricavi ammontano a 601 milioni di euro, con una riduzione di 54 milioni di euro rispetto al 2003 (-8,2%); escludendo gli effetti negativi del cambio e della variazione del perimetro di consolidamento (in particolare riferito alla cessazione delle attività in America Latina ed alla cessione delle attività in Usa e Messico), la crescita organica è pari a 15 milioni di euro (+2,7%). Il margine operativo lordo è positivo per 44 milioni di euro con un miglioramento di 4 milioni di euro (+10%) rispetto al 2003. Se si escludono gli effetti di cambio e della variazione del perimetro, la crescita organica è nulla principalmente per effetto di costi incrementali legati a nuovi progetti. Il risultato operativo dell’esercizio 2004 è pari a 21 milioni di euro e migliora di 19 milioni di euro rispetto al 2003. La crescita organica è pari a 13 milioni di euro per effetto di operazioni di ristrutturazione poste in essere nel passato esercizio. Gli investimenti industriali ammontano a 15 milioni di euro rispetto ai 20 milioni di euro dell’esercizio precedente. Il personale al 31 dicembre 2004 è costituito da 2.108 unità, in diminuzione di 287 unità rispetto alla consistenza del 31 dicembre 2003. Information Technology Mercato - La Business Unit It Mercato ha modificato il perimetro di riferimento rispetto a quello del 2003 per la cessione a Value Partners della quota di partecipazione del gruppo Webegg. I ricavi nel 2004 sono pari a 729 milioni di euro e registrano una diminuzione di 99 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003 ricostruito in termini omogenei, attribuibile prevalentemente alla fatturazione della commessa Telcal nel 2003 (-112 milioni di euro) a completamento delle attività degli anni precedenti. Il margine operativo lordo pari a 65 milioni di euro diminuisce di 15 milioni di euro rispetto al 2003, principalmente a causa della riduzione del margine di Banksiel. Il risultato operativo, anch’esso influenzato dalla performance negativa di Banksiel, diminuisce di 23 milioni di euro passando dai 59 milioni del 2003 ai 36 milioni di euro del 2004. Gli investimenti industriali ammontano a 25 milioni di euro e si riducono di 2 milioni di euro rispetto al 2003. Il personale al 31 dicembre 2004 ammonta a 4.131 unità, con una riduzione di 34 unità rispetto alla consistenza del 31 dicembre 2003 ricostruito. Information Technology Di Gruppo - In data 10 ottobre 2004, il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha definitivamente approvato il progetto di fusione per incorporazione in Telecom Italia delle società, controllate al 100%, It Telecom S.p.a. Ed Epiclink S.p.a.. La fusione è divenuta efficace dal 31 dicembre 2004 con effetti contabili e fiscali decorrenti dal 1 gennaio 2004. L’intera operazione si inquadra nell’ambito di una più ampia riorganizzazione del comparto Information Technology del Gruppo. L’aver ricondotto le attività delle due controllate all’interno di Telecom Italia permetterà una razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse e delle competenze tecnologiche e comporterà una significativa semplificazione dei processi di gestione operativa, amministrativa e societaria. I ricavi consolidati, pari a 965 milioni di euro, registrano una crescita di 17 milioni di euro rispetto al 2003 ricostruito, per l’incremento delle attività sia verso il Corporate di Telecom Italia (progetti istituzionali) sia verso Wireline. Il margine operativo lordo, pari a 76 milioni di euro, presenta un incremento di 24 milioni di euro rispetto al 2003. Il risultato operativo, negativo per euro 67 milioni di euro, migliora di 12 milioni di euro rispetto al 2003. Gli investimenti industriali, pari a 180 milioni di euro, sono sostanzialmente in linea al 2003. Il personale al 31 dicembre 2004 ammonta a 3.160 unità, in diminuzione di 56 unità rispetto alla consistenza del 31 dicembre 2003 ricostruito. Emissioni Obbligazionarie Ed Obbligazioni In Scadenza - Nel corso del 2004 sono state effettuate da Telecom Italia quattro emissioni obbligazionarie che rientrano nell’ambito dell’Euro Medium Term Note Programme, che prevede emissioni obbligazionarie fino ad un massimo di 10 miliardi di euro: In data 29 gennaio 2004 una emissione per complessivi 3.000 milioni di euro, suddivisi in tre tranche: 1.000 milioni di euro, scadenza 29 ottobre 2007; 750 milioni di euro, scadenza 28 gennaio 2011; 1.250 milioni di euro, scadenza 29 gennaio 2019; In data 8 aprile 2004 una emissione in collocamento privato di 110 milioni di euro, scadenza 30 marzo 2009; In data 24 giugno 2004 una emissione per 850 milioni di sterline, scadenza 24 giugno 2019; In data 23 novembre 2004 una emissione per 120 milioni di euro, scadenza 23 novembre 2015. In data 6 ottobre 2004 Telecom Italia Capital S.a. Ha emesso un prestito obbligazionario per un importo complessivo di 3.500 milioni di dollari Usa, garantito da Telecom Italia S.p.a., suddivisi in tre tranche: 1.250 milioni Usd, scadenza 15 gennaio 2010; 1.250 milioni Usd, scadenza 30 settembre 2014; 1.000 milioni Usd, scadenza 30 settembre 2034. Il prestito obbligazionario emesso da Telecom Italia Finance S.a. Nel 2002 e scadente il 15 marzo 2005 pari a 500 milioni di euro prevedeva l’estensione della scadenza per ulteriori 21 mesi con scadenza finale marzo 2012. Per i possessori del bond che hanno deciso di estendere la scadenza in misura pari a 499,7 milioni di euro, il 14 dicembre 2004 Telecom Italia Finance S.a. Ha provveduto all’emissione di un nuovo bond denominato “Telecom Italia Finance S.a. Euro 499,7 milioni Guaranteed Floating Rate Extendable Notes Due 2006” con nuova scadenza 14 dicembre 2006. Nel corso del 2004 Telecom Italia ha inoltre emesso obbligazioni relative al prestito obbligazionario 2002-2022 riservato in sottoscrizione al personale del Gruppo per un controvalore nominale di 0,7 milioni di euro. Si elencano infine i prestiti obbligazionari in scadenza nei 18 mesi successivi alla chiusura dell’esercizio 2004 emessi da Telecom Italia Finance con garanzia Telecom Italia S.p.a : • 0,3 milioni di euro, scadenza 14 marzo 2005; • 803 milioni di euro, scadenza 3 novembre 2005; • 1.100 milioni di euro, scadenza 3 gennaio 2006; • 1.964 milioni di euro, scadenza 15 marzo 2006; • 2.745 milioni di euro, scadenza 20 aprile 2006. Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha inoltre completato l’agenda dei lavori dell’Assemblea dei soci, già convocata per l’approvazione del progetto di fusione, inserendo all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e l’integrazione della compagine consiliare. Considerata la misura dell’utile netto d’esercizio e il favorevole andamento gestionale, viene proposto un miglioramento della remunerazione del capitale sociale rispetto allo scorso anno, mediante distribuzione di un dividendo calcolato sulla base dell’importo di 0,1093 euro per ciascuna azione ordinaria (+5% rispetto al dividendo distribuito nel 2004) e di 0,1203 euro per ciascuna azione di risparmio. Il dividendo sarà messo in pagamento dal 21 aprile 2005, con stacco cedola in data 18 aprile 2005. Inoltre, alla luce del percorso di fusione di Tim in Telecom Italia, l’Assemblea è chiamata a integrare il Consiglio di Amministrazione della “nuova” Telecom Italia con esperienze e professionalità sperimentate nella gestione del business mobile. All’uopo, sono stati selezionati all’interno del Consiglio di Amministrazione di Tim l’Amministratore Delegato, Dott. Marco De Benedetti, e il Consigliere indipendente Prof. Enzo Grilli, che fanno parte dell’organo collegiale della società incorporanda rispettivamente dal 1999 e dal 2001. |
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TIM: APPROVATI I RISULTATI AL 31 DICEMBRE 2004 RICAVI CONSOLIDATI DEL GRUPPO IN CRESCITA DEL 9,5% MARGINE OPERATIVO LORDO CONSOLIDATO DEL GRUPPO +10% |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Tim (Gruppo Telecom Italia), presieduto da Carlo Buora, ha esaminato e approvato il 24 febbraio, su proposta dell'Amministratore Delegato Marco De Benedetti: la relazione sulla gestione, il progetto di bilancio d’esercizio 2004, il bilancio consolidato al 31 dicembre 2004. I dati sono tuttora in corso di revisione da parte degli auditor esterni. I risultati del Gruppo Tim - I ricavi consolidati, pari a 12.900 milioni di euro, registrano una crescita del 9,5% rispetto all’esercizio 2003, e confermano gli obiettivi di sviluppo sul business domestico e di espansione sull’area internazionale; tale crescita si attesta al 10,9% eliminando gli effetti della variazione dei tassi di cambio. I ricavi dell’area internazionale sono pari a 2.995 milioni di euro, in crescita del 27,4% rispetto all’esercizio 2003 (+36,1% a parità di cambi); in particolare il Brasile raggiunge 1.818 milioni di euro (+43% rispetto all’esercizio 2003, +49,9% a parità di cambio). Il quarto trimestre conferma il positivo trend di sviluppo con ricavi consolidati pari a 3.401 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio 2003 del 8,1% (Brasile +42,2%, +49,4% a parità di cambio). Il margine operativo lordo (Mol) è pari a 6.052 milioni di euro, in aumento del 10,0% rispetto all’esercizio 2003 (+10,7% a parità di cambi). L'incidenza del Mol sui ricavi, pari al 46,9% (46,7% nell’esercizio 2003), conferma la positiva performance del Gruppo anche in termini di efficienza e produttività, grazie ad una attenta gestione delle dinamiche sui costi. Nel quarto trimestre il Mol è pari a 1.478 milioni di euro con una crescita sull’esercizio 2003 del 9,9%. Il risultato operativo, pari a 4.073 milioni di euro, presenta una crescita del 7,6% rispetto all’esercizio 2003 (+7,5% a parità di cambi) ed un’incidenza sui ricavi che raggiunge il 31,6% (32,1% nell’esercizio 2003). Il risultato risente dell’avvio dell’ammortamento della licenza Umts di Tim S.p.a. A livello consolidato (134 milioni di euro, pari a circa un punto percentuale di incidenza sui ricavi). Nel quarto trimestre il risultato operativo raggiunge 944 milioni di euro, in crescita del 12,1% rispetto all’esercizio 2003. L’utile netto del Gruppo (al netto delle quote di azionisti terzi) è pari a 2.353 milioni di euro, superiore di 11 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003. Il risultato beneficia di elementi “non ricorrenti” per 209 milioni di euro al netto degli effetti fiscali, tra cui 109 milioni di euro relativi al rilascio del fondo rischi stanziato per la partecipata brasiliana Tim Celular e 132 milioni di euro per la sopravvenienza attiva relativa all’accensione di un credito restitutorio riferito al versamento (avvenuto nel 2000) del contributo per le telecomunicazioni relativo all’esercizio ‘99. Il risultato del 2003 comprendeva altresì elementi “non ricorrenti” positivi per 348 milioni di euro al netto degli effetti fiscali: 334 milioni di euro per la sopravvenienza attiva relativa all’annullamento del debito maturato al 31.12.2002 per il Contributo Tlc e 14 milioni di euro per svalutazioni del portafoglio partecipate. L’utile netto di spettanza della capogruppo Tim normalizzato da tutte le partite “non ricorrenti” presenta una crescita del 7,5%. Il Free Cash Flow operativo (risultato operativo+ammortamenti-investimenti tecnici, al netto della variazione del capitale circolante operativo) è pari a 3.974 milioni di euro, in aumento di 228 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003, dopo aver sostenuto investimenti industriali per 2.490 milioni di euro. La posizione finanziaria netta è positiva e pari a 317 milioni di euro, in flessione di 617 milioni di euro rispetto al 31.12.2003 (934 milioni di euro), dopo aver distribuito dividendi per 2.222 milioni di euro e pagato imposte per 2.169 milioni di euro. Rispetto al 30.09.2004 la posizione finanziaria è migliorata di 257 milioni di euro, grazie al flusso di cassa generato dalla gestione operativa (il free cash flow operativo del quarto trimestre è pari a 1.145 milioni di euro, +522 mln rispetto al quarto trimestre 2004) che ha più che compensato il versamento di imposte effettuato nel periodo (857 milioni di euro). Le linee mobili del Gruppo Tim hanno raggiunto i 53,8 milioni con un incremento del 20,9% rispetto alle consistenze di fine 2003. Le linee in Brasile raggiungono 13,6 milioni (di cui 8,8 milioni Gsm), con un incremento di 5,3 milioni rispetto al 31.12.2003. I risultati di Tim S.p.a. - I risultati dell’esercizio 2004 confermano gli obiettivi di crescita del business ed il miglioramento dei livelli di redditività, in particolare: i ricavi sono pari a 9.943 milioni di euro, con un incremento del 5,0% rispetto all’esercizio 2003, grazie alla conferma dei tassi di crescita sul core business (+2,9%) e al significativo apporto dei Servizi a Valore Aggiunto (Vas) pari a 1.256 milioni di euro in crescita del 22,2% (con un’incidenza sui ricavi da servizi pari al 13,4%, 11,4% nell’esercizio 2003). I ricavi del quarto trimestre si attestano a 2.562 milioni di euro (+2,9% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2003), di cui 329 milioni di euro relativi ai Vas (+15,4%). L’arpu dell’esercizio 2004 (ricavo medio mese per linea al netto dei visitor) è pari a 29 euro, con una crescita del 3,0% rispetto all’esercizio 2003. L’arpu Vas raggiunge i 3,9 euro (+19,4% rispetto all’esercizio 2003). Tale performance è trainata dallo sviluppo dei consumi di traffico voce (minuti di traffico relativi ai soli clienti Tim +5,8% rispetto all’esercizio 2003) e dalla crescita dei servizi Vas, grazie all’efficacia dell’azione commerciale e alla continua innovazione dei servizi e dei contenuti offerti. L’arpu del quarto trimestre è pari a 29 euro (+2,1%), di cui 4 euro da Vas (+11,2%). Il margine operativo lordo (Mol) si attesta a 5.347 milioni di euro, con una crescita del 6,2% rispetto all’esercizio 2003. L’incidenza sui ricavi è pari al 53,8% e in crescita rispetto all’esercizio 2003 (53,2%), grazie ad una attenta gestione delle dinamiche sui costi e ad una efficiente allocazione delle risorse investite. Nel quarto trimestre il Mol è pari a 1.271 milioni di euro (+3,3% rispetto all’esercizio 2003), con un’incidenza sui ricavi pari al 49,6% (49,4% nel quarto trimestre 2003). Il risultato operativo è pari a 4.147 milioni di euro, in miglioramento del 7,4% rispetto all’esercizio 2003, con un’incidenza sui ricavi del 41,7%, circa un punto percentuale superiore al 2003 (40,8%), nonostante la crescita del livello di ammortamento dovuta allo sviluppo delle infrastrutture tecniche. Il risultato operativo nel quarto trimestre è pari a 946 milioni di euro (+5,8% rispetto all’esercizio 2003). L’utile netto dell’esercizio 2004 raggiunge i 2.822 milioni di euro (+21,5%) ed è superiore di 500 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003. Il risultato beneficia: o di un provento straordinario netto di 150 milioni di euro realizzato per effetto dello storno delle quote di ammortamento della licenza Umts contabilizzate negli esercizi 2002 e 2003 ai soli fini di deducibilità fiscale; o della sopravvenienza attiva relativa all’accensione di un credito restitutorio riferito al versamento (avvenuto nel 2000) del contributo per le telecomunicazioni relativo all’esercizio ’99 pari a 132 milioni di euro. Eliminando dai due esercizi a confronto le operazioni “non ricorrenti”, la crescita dell’utile è pari al 6,8%. Gli investimenti industriali sono pari a 1.469 milioni di euro, in crescita di 275 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003 per effetto dell’accelerazione dello sviluppo delle infrastrutture tecnologiche di supporto ai servizi innovativi (gli investimenti Edge e Umts sono pari a 515 milioni di euro). Il Free Cash Flow operativo è pari a 4.127 milioni di euro, in diminuzione di 74 milioni di euro rispetto all’esercizio 2003 che beneficiava di un utilizzo di crediti Iva acquisiti con l’incorporazione di Blu S.p.a. Per circa 180 milioni di euro. La posizione finanziaria netta è positiva e pari a 803 milioni di euro, in flessione di 615 milioni di euro rispetto al 31.12.2003 (positiva per 1.418 milioni di euro), dopo la distribuzione dei dividendi per 2.200 milioni di euro e pagamento imposte per 2.061 milioni di euro. Rispetto al 30.09.2004 la posizione finanziaria è migliorata di 298 milioni di euro, grazie al flusso di cassa generato dalla gestione operativa (il free cash flow operativo del quarto trimestre è pari a 1.089 milioni di euro, +297 milioni rispetto al quarto trimestre 2004) che ha più che compensato il versamento di imposte effettuato nel periodo (822 milioni di euro). Con 26,3 milioni di linee, Tim conferma la sua posizione di leader nel mercato domestico. Tale valore non include 688 mila linee “silenti” al fine di garantire maggiore coerenza tra il numero delle linee gestite e lo sviluppo delle attività. Il numero di dipendenti della Tim S.p.a. Al 31 dicembre 2004 è pari a 10.424 unità, in crescita di 401 unità rispetto al 31 dicembre 2003. Tale incremento è attribuibile all’insourcing di attività di progettazione e realizzazione software, funzionale allo sviluppo del business. Risultati delle principali controllate e collegate estere del Gruppo Tim Brasile (cambio medio real/euro 0,274776607) - Nel corso del quarto trimestre è proseguita l’attività di sviluppo delle reti Gsm, con un forte impegno realizzativo e finanziario. Lo sviluppo della tecnologia Gsm pone il Gruppo Tim Brasil quale unico operatore con copertura nazionale ed in grado di disporre di una rete nazionale basata su un’unica tecnologia di trasmissione, con conseguenti benefici per il cliente. Il Gruppo Tim Brasil è il primo operatore in tale tecnologia con 8,8 milioni di linee al 31 dicembre. E’ proseguita inoltre la forte spinta commerciale finalizzata allo sviluppo della base clienti associata ad un progressivo e costante miglioramento della performance economica in un contesto caratterizzato da forte competitività e pressione sui margini. Le linee al 31 dicembre 2004 sono pari a 13,6 milioni (di cui circa il 65% in tecnologia Gsm), in crescita di 5,3 milioni. Tim ha raggiunto una quota di mercato del 20,7%. I ricavi del Gruppo Tim Brasil raggiungono i 6.617 milioni di reais, con una crescita del 49,9% rispetto all’esercizio 2003. Il margine operativo lordo (Mol) consolidato è pari a 1.314 milioni di reais, superiore del 150% rispetto all’esercizio 2003. Tale risultato conferma l’attenzione del Gruppo verso una crescita correlata alle dinamiche di redditività. Il risultato operativo consolidato è pari a -358 milioni di reais (-677 milioni di reais nell’esercizio 2003). Il miglioramento del risultato è stato conseguito nonostante la crescita del livello di ammortamento relativo al progressivo sviluppo delle infrastrutture di rete e delle piattaforme di supporto al business. Nel quarto trimestre il risultato operativo è pari a -40 milioni di reais, in miglioramento di 210 milioni di reais rispetto all’esercizio 2003. Gli investimenti industriali realizzati nel periodo sono pari a 2.980 milioni di reais (1.999 milioni di reais nel 2003). In dettaglio i principali risultati delle società operative del Gruppo Tim Brasil. Tim Celular - I ricavi sono pari a 2.854 milioni di reais, in crescita rispetto all’esercizio 2003 (+126,9%). Il margine operativo lordo (Mol), negativo per 115 milioni di reais è risultato in netto miglioramento rispetto al livello conseguito nel 2003 (Mol negativo per 833 milioni di reais); la società già in break even nel terzo trimestre 2004 ha raggiunto nel quarto un Mol positivo di 12 milioni di reais. Il risultato operativo si attesta a -912 milioni di reais e risulta in miglioramento rispetto all’esercizio precedente (-1.278 milioni di reais nel 2003), pur considerando il maggior livello di ammortamento relativo al sostenuto sviluppo delle infrastrutture industriali. Il numero delle linee al 31 dicembre 2004 ammonta a 5,5 milioni, +123,3 % rispetto al 31.12.2003. Gruppo Tim Participacoes - I ricavi sono pari a 2.706 milioni di reais, in crescita del 18,6% rispetto all’esercizio 2003. Il margine operativo lordo (Mol) è pari a 1.150 milioni di reais, in crescita del 15,6% rispetto all’esercizio 2003, con un’incidenza sui ricavi pari al 42,5% (43,6% nel 2003). Il risultato operativo ammonta a 594 milioni di reais (524 milioni di reais nell’esercizio 2003). Il numero delle linee al 31 dicembre 2004 ammonta a 5,7 milioni, +33,8% rispetto al 31.12.2003. Maxitel - I ricavi sono pari a 1.076 milioni di reais, superiori del 20,9% rispetto all’esercizio 2003 grazie anche alla crescita della base clienti (+50,6% rispetto al 31 dicembre 2003). Il margine operativo lordo (Mol) si attesta a 270 milioni di reais (316 milioni di reais nell’esercizio 2003), con un’incidenza sui ricavi del 25,1%. Il risultato è attribuibile sostanzialmente alla dinamica delle spese commerciali tese a contrastare la crescente pressione competitiva, oltre che a sostenere la dinamica evolutiva del mercato Gsm. Il risultato operativo è negativo per 26 milioni di reais, su cui ha influito il maggior il livello degli ammortamenti legati allo sviluppo delle infrastrutture tecniche della tecnologia Gsm. Il numero delle linee al 31 dicembre 2004 è pari a 2,4 milioni, +50,6% rispetto al 31.12.2003. Peru' (cambio medio nuevo sol/euro 0,235640093) - Tim Perù - Al 31 dicembre la società raggiunge una base clienti pari a 1,1 milioni di linee, in crescita rispetto al 31 dicembre 2003 di 479 mila (+76,9%). In crescita anche la quota di mercato pari a circa il 27% (22% nell’esercizio 2003). I ricavi ammontano a 701 milioni di nuevo soles, in crescita del 39,6% rispetto all’esercizio 2003, grazie allo sviluppo della base clienti. Il positivo andamento dei ricavi, associato ad un efficace controllo dei costi, ha consentito il raggiungimento di un margine operativo lordo (Mol) positivo pari a 156 milioni di nuevo soles (incidenza sui ricavi del 22,3%) rispetto ad un Mol di 26 milioni di nuevo soles dell’esercizio 2003. Il risultato operativo pari a -22 milioni di nuevo soles, evidenzia un netto miglioramento rispetto all’esercizio 2003 (-128 milioni di nuevo soles). Venezuela (cambio puntuale* bolivar/euro 0,000382375) - *in quanto la società applica i principi della contabilità per i Paesi ad alta inflazione Corporación Digitel - Il numero delle linee al 31 dicembre 2004 ammonta a 1,4 milioni con una crescita di 215mila clienti rispetto al 31 dicembre 2003 (+18,6%). I ricavi ammontano a 453.786 milioni di bolivares, in crescita del 51,9% rispetto all’esercizio 2003, sostenuti dalla crescita della base clienti e da un maggior utilizzo dei servizi Voce e Vas. Il margine operativo lordo (Mol) si attesta a 141.599 milioni di bolivares, in crescita del 57% rispetto all’esercizio 2003, con un’incidenza sui ricavi pari al 31,2%. Il risultato operativo ammonta a 30.046 milioni di bolivares (-19.702 milioni di bolivares nell’esercizio 2003). Grecia Tim Hellas - La società ha proseguito l’impegno nel contrastare la maggiore pressione competitiva e rafforzare il proprio posizionamento sull’innovazione tecnologica e sull’offerta. Tale spinta sulle leve commerciali ha influito sui risultati economici dell’esercizio con margini in flessione rispetto al 2003 (incidenza del Mol sui ricavi pari al 31,5% rispetto al 35,7% del 2003). I ricavi risultano pari a 838 milioni di euro, in crescita del 4,1% rispetto all’esercizio 2003. La performance sui ricavi da servizi è stata conseguita, grazie anche al contributo positivo delle nuove offerte commerciali (pacchetti di minuti), nonostante l’impatto negativo sui ricavi entranti, derivante dalla duplice riduzione della tariffa sul traffico fisso-mobile (-31% rispetto al 2003). Il margine operativo lordo (Mol) è pari a 264 milioni di euro (287 milioni di euro nell’esercizio 2003), con un’incidenza sui ricavi che si attesta al 31,5%. Il risultato operativo ammonta a 127 milioni di euro (166 milioni di euro nell’esercizio 2003) e risente dell’avvio del processo di ammortamento della licenza Umts a partire da gennaio 2004. Al 31 dicembre 2004 la società ha raggiunto una base clienti pari a 2,3 milioni di linee, con una quota di mercato pari a circa il 21%. Turchia (società collegata) Avea Iletesim Hizmetleri A.s. - La società è ancora impegnata nel processo di integrazione industriale delle attività operative degli ex operatori Aria/is Tim e Aycell. A fine dicembre Avea ha raggiunto 4,8 milioni di linee (al netto di circa 0,8 mln di disconnessioni di linee silenti) con una quota di mercato pari a circa il 14%. Il Consiglio di Amministrazione di Tim ha conferito mandato al Presidente ed all’Amministratore Delegato a convocare l’assemblea degli azionisti, in sede ordinaria, integrando l’ordine del giorno dell’assemblea straordinaria già convocata in Rozzano (Milano) per il giorno 5 aprile 2005, in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 6 aprile, in seconda convocazione per deliberare in merito al progetto di fusione per incorporazione di Tim in Telecom Italia. Il Consiglio ha quindi deliberato di proporre all’assemblea ordinaria la distribuzione di un dividendo, al lordo delle eventuali ritenute di legge, pari ad euro 0,2825 per ciascuna azione ordinaria ed euro 0,2945 per ciascuna azione di risparmio. Il dividendo sarà messo in pagamento dal 21 aprile 2005, con stacco cedola in data 18 aprile 2005. L’assemblea dovrà inoltre provvedere alla nomina del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, nomine che saranno effettuate mediante voto di lista. In considerazione dell’operazione di fusione per incorporazione di Tim in Telecom Italia, che sarà sottoposta all’approvazione da parte dell’assemblea convocata in sede straordinaria, i consiglieri ed i sindaci nominati rimarranno in carica fino all’efficacia dell’atto della citata fusione, prevista per fine giugno 2005. Prosegue il progetto di integrazione: definizione del perimetro aziendale oggetto dello scorporo e aumento di capitale di Tim Italia Il 24 febbraio si è data esecuzione allo scorporo del complesso aziendale relativo al business della comunicazione mobile in Italia in favore della società “Tim Italia S.p.a”, il cui avvio era stato oggetto della precedente deliberazione del Consiglio di Amministrazione di Tim, in data 23 gennaio 2005. Lo scorporo costituisce passaggio fondamentale del programma di riorganizzazione del gruppo facente capo a Telecom Italia, a valle dell’Opa promossa da Telecom Italia su azioni ordinarie e azioni di risparmio Tim, conclusasi il 21 gennaio 2005, e prima della fusione per incorporazione di Tim in Telecom Italia, ai sensi degli articoli 2501 e seguenti cod. Civ. La cui efficacia è prevista entro la fine del mese di giugno del corrente anno. In conseguenza dello scorporo, e fino alla produzione degli effetti giuridici della fusione, Tim manterrà il controllo di Tim Italia e di Tim International Nv, holding delle partecipazioni in società estere operanti nel mobile. Per effetto della fusione, Telecom Italia acquisirà la titolarità dell’intero capitale sociale di Tim Italia e di Tim International Nv. Lo scorporo è stato realizzato mediante il conferimento in favore di Tim Italia - società costituita in data 29 dicembre 2004 da Tim e interamente controllata da quest’ultima - del complesso aziendale relativo al business di comunicazione mobile in Italia di Tim. Il Consiglio di Amministrazione di Tim Italia ha nominato Presidente il Dott. Carlo Buora ed Amministratore Delegato il Dott. Marco De Benedetti, conferendogli le deleghe gestionali. Il conferimento determinerà, subordinatamente al completamento dell’iter autorizzativo avviato nei confronti del Ministero delle Comunicazioni, il subentro di Tim Italia nei titoli abilitativi detenuti da Tim per l’erogazione del servizio di comunicazione mobile in Italia. Lo scorporo comporterà, inoltre, il subentro di Tim Italia in tutti i diritti d’uso (anche temporaneamente assegnati a Tim alla data di conferimento del complesso aziendale), nelle numerazioni e/o frequenze radio già oggetto di concessione, licenza, autorizzazione generale, e nelle autorizzazioni speciali conseguenti a dichiarazioni costituenti denuncia di inizio attività. Gli adempimenti connessi a tutti gli obblighi di iscrizione e di comunicazione alle autorità competenti sono stati avviati e in data 29 dicembre 2004 Tim ha comunicato al Ministero delle Comunicazioni, ai sensi dell’art. 25, comma 8, del D.lgs n. 259/2003, l’intenzione di procedere al conferimento in favore di Tim Italia. Il completamento di tale iter autorizzativo è previsto entro il corrente mese di febbraio. Si prevede pertanto che lo scorporo abbia efficacia, a seguito dell’iscrizione presso il Registro delle Imprese di Milano, dal 1° marzo 2005. Il perimetro del complesso aziendale oggetto dello scorporo - Il perimetro del complesso aziendale oggetto dello scorporo è stato valutato sulla base della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2004, così come recepita nel progetto di bilancio approvato in data odierna e comprende tutte le attività, passività e i rapporti giuridici comunque connessi o relativi al business di comunicazione mobile Italia facenti capo a Tim alla data di efficacia del conferimento. In particolare, fanno parte del compendio oggetto di conferimento tutti i rapporti di lavoro subordinato o autonomo già facenti capo a Tim. Il complesso aziendale oggetto di conferimento risultante dalla situazione patrimoniale al 31/12/2004 comprende in particolare: Attività per un valore contabile di 7.721 milioni di euro costituite da: tutte le immobilizzazioni materiali pari a 2.196 milioni di euro; tutte le immobilizzazioni immateriali pari a 3.364 milioni di euro; tutti i crediti di natura commerciale per circa 1.349 milioni di euro; altri crediti nonchè ratei e risconti attivi per 768 milioni di euro; crediti di natura finanziaria e disponibilità liquide per 24 milioni di euro; magazzino merci per 20 milioni di euro; Passività per un valore contabile di 3.781 milioni di euro costituite da: debiti di natura commerciale, debiti derivanti dai rapporti di lavoro subordinato o autonomo, nonché ratei e risconti passivi per un valore di 3.405 milioni di euro; trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato per 105 milioni di euro; fondi rischi ed oneri connessi all’attività trasferita per 134 milioni di euro; il fondo per imposte differite per 137 milioni di euro. Il patrimonio netto contabile relativo al complesso aziendale oggetto di conferimento valutato al 31/12/2004 ammonta a circa 3.940 milioni di euro. Lo scorporo, attuato ai sensi dell’art. 176, comma 1 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, approvato con D.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917, costituisce un’operazione neutra dal punto di vista fiscale e come tale non determinerà il realizzo di plusvalenze, né di minusvalenze. In altri termini, Tim Italia subentrerà a Tim nelle posizioni fiscali relative agli elementi dell’attivo e del passivo conferiti. Rimangono escluse dal complesso aziendale oggetto del conferimento le seguenti attività e passività nella consistenza alla data di efficacia dello scorporo, primariamente relative al business internazionale, iscritte nel progetto di bilancio di Tim al 31 dicembre 2004 ai seguenti valori: (i) partecipazione detenuta da Tim in Tim International N.v., per un valore di carico - comprensivo dei versamenti per futuri aumenti di capitale - di euro 4.587 milioni; (ii) fondo rischi ed oneri relativi per lo più a garanzie prestate nell’interesse di società collegate estere, per un valore di euro 211 milioni; (iii) garanzie prestate e ricevute, relative al comparto internazionale, iscritte nei conti d’ordine, per un valore di euro 395 milioni; (iv) fiscalità anticipata connessa agli asset internazionali per un valore di euro 587 milioni; (v) saldo del conto corrente di corrispondenza con Telecom Italia per il valore risultante alla data del conferimento del complesso aziendale ed ammontante al 31 dicembre 2004 a euro 633 milioni; (vi) alcune ulteriori poste di natura finanziaria e fiscale. Aumento di capitale di Tim Italia - Ai fini del conferimento in favore di Tim Italia, in data 12 gennaio 2005, su istanza di Tim, il Presidente del Tribunale di Milano ha nominato il Dott. Claudio Pastori, Dottore Commercialista in Milano, quale esperto incaricato di redigere la relazione giurata di stima del complesso aziendale oggetto del conferimento, ai sensi dell’art. 2343 cod. Civ. A fronte dello scorporo e preso atto della relazione giurata di stima dell’esperto, in data odierna, l’Assemblea Straordinaria di Tim Italia ha deliberato di aumentare il capitale sociale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2440 cod. Civ., da euro 120.000,00 a euro 413.552.203,00, sovrapprezzo euro 3.526.576.691,59 mediante emissione di n. 413.432.203 azioni da nominali euro 1,00 ciascuna, sovrapprezzo di euro 8,53 e godimento regolare, da liberarsi esclusivamente mediante conferimento in natura del complesso aziendale oggetto dello scorporo. A seguito del conferimento del complesso aziendale oggetto dello scorporo Tim Italia è destinata ad assumere il ruolo di major player del mercato delle comunicazioni mobili in Italia e, nell’ambito del Gruppo Telecom, di soggetto di riferimento del suddetto business. |
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PIRELLI & C. SPA ESAMINA I RISULTATI PRELIMINARI DEL 2004: MIGLIORA SIGNIFICATIVAMENTE LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA |
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Milano, 25 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Pirelli & C. Spa , riunitosi il 25 febbraio, ha esaminato i risultati preliminari e non auditati della gestione relativa al 2004 . Nel corso del 2004 il Gruppo Pirelli & C. Spa ha fatto registrare un significativo miglioramento di tutti gli indicatori economici , confermando i trend già evidenziati nel corso dell'anno, durante il quale è stato intrapreso uno stabile percorso di crescita. Le performance di tutti i Settori di attività del Gruppo hanno ulteriormente beneficiato delle azioni di focalizzazione sui segmenti a maggior valore aggiunto. Nelle Attività Industriali , il 2004 è stato per il Settore Pneumatici il migliore degli ultimi dieci anni in termini di redditività, durante il quale sono stati anche varati importanti investimenti per l'ampliamento della capacità produttiva in aree a forte crescita per produzioni a più alto contenuto tecnologico; il Settore Cavi e Sistemi Energia ha confermato la sua leadership internazionale sia a livello tecnologico sia per quote di mercato con un risultato operativo in forte crescita; nel Settore Cavi e Sistemi Telecom il business Cavi e Fibre ha raggiunto il break-even, mentre le nuove attività nell'accesso a banda larga e nella fotonica di Pirelli Broadband Solutions hanno più che raddoppiato le vendite a oltre 60 milioni di euro grazie alle innovazioni sviluppate in collaborazione con i Pirelli Labs. Nel 2004 ha trovato conferma il trend di forte crescita delle Attività Immobiliari , in linea con gli obiettivi del Piano Triennale 2003-2005. Si è proceduto inoltre a rafforzare la presenza del Gruppo nel settore ambientale integrando in un'unica società controllata da Pirelli & C. - Pirelli & C. Ambiente Holding Spa - le attività di Pirelli & C. Ambiente Spa, attiva nel campo del recupero energetico da rifiuti e delle bonifiche ambientali, e di Cam Tecnologie Spa (oggi Pirelli & C. Ambiente Tecnologie Spa), società già controllata da Camfin e produttrice del carburante a basso impatto ambientale Gecam tm - Il Gasolio Bianco. Il Gruppo Pirelli & C. Spa - Nel 2004 i ricavi a livello consolidato del Gruppo Pirelli & C. Spa ammontano a circa 7.130 milioni di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 6.671 milioni del 2003. Su base omogenea - al netto degli effetti cambi, prezzo metalli e variazione perimetro - il valore è in crescita del 3,4% . Il risultato operativo consolidato si attesta a circa 380 milioni di euro, in crescita del 42% rispetto al dato di 268 milioni di euro di fine 2003. Va ricordato che il 2003 aveva beneficiato del settlement concluso con Ciena su utilizzo di brevetti per un valore di 10 milioni di euro. Il margine di redditività ( Ros - Return on Sales) a livello consolidato è pari al 5,3% , in ulteriore crescita rispetto al 4,0% del 2003. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2004 è negativa per circa 1.475 milioni di euro, in miglioramento dai -1.745 milioni di euro di fine 2003 tenuto conto degli effetti legati alla distribuzione di dividendi (132 milioni di euro), all'operazione che ha visto Pirelli esercitare il diritto all'acquisto di oltre 47 milioni di azioni Telecom Italia (110 milioni di euro), alla sottoscrizione dell'aumento di capitale di Eurostazioni Spa (33 milioni di euro) e all'acquisto di azioni Rcsmediagroup (33 milioni di euro), ai quali si sono contrapposti la cassa generata dall'attività ordinaria per circa 240 milioni di euro e gli incassi derivanti dal collocamento da parte di Deutsche Bank di azioni Pirelli & C. Real Estate (93 milioni di euro), dalla cessione di asset industriali non strategici (circa 90 milioni di euro) e dalla sottoscrizione di Warrant Pirelli & C. 2003-2006 (circa 175 milioni di euro). Le attività industriali del Gruppo - L'andamento delle Attività Industriali nel 2004 ha mostrato un significativo miglioramento del risultato operativo , grazie soprattutto alle ottime performance in termini di redditività del Settore Pneumatici e del Settore Cavi e Sistemi Energia. Anche il Settore Cavi e Sistemi per Telecomunicazioni evidenzia un miglioramento del risultato operativo, pur in presenza di una continua e marcata pressione sui prezzi dei cavi e delle fibre ottiche. Nel 2004 le vendite ammontano a circa 6.560 milioni di euro, con un incremento dell' 8,8% . Su base omogenea (al netto degli effetti dovuti ai cambi, prezzo metalli e variazione di perimetro di consolidamento), i ricavi crescono del 5.0 % . Il margine operativo lordo (Ebitda) è pari a circa 660 milioni di euro (10,1% sulle vendite) e si confronta con i 567 milioni di euro del 2003 (9,4% delle vendite). Il risultato operativo (Ebit) si attesta a circa 380 milioni di euro, in forte crescita ( +43,9% ) rispetto ai 264 milioni del 2003; il Ros sale al 5,8% dal 4,4% del 2003. Il risultato operativo del quarto trimestre è stato di circa 90 milioni di euro contro i 70 milioni di euro dello stesso periodo del 2003. Il personale delle attività industriali al 31 dicembre 2004 è formato da 33.956 unità (di cui 3.368 lavoratori con contratto a termine), contro le 33.401 di fine 2003 (di cui 2.253 lavoratori con contratto a termine). Andamento dei singoli Settori industriali - Le vendite nel Settore Pneumatici sono state pari a circa 3.250 milioni di euro con un incremento su base omogenea pari all' 11,5% che per circa l'8% è dovuto ai maggiori volumi e per la parte rimanente dovuto a prezzo/mix, a conferma della continua focalizzazione sui segmenti di alta gamma. Il margine operativo lordo è pari a circa 455 milioni di euro (399 milioni di euro nel 2003). Il risultato operativo è di circa 275 milioni di euro con un Ros pari all' 8,5% (7,4% nel 2003), in crescita del 25% sui 220 milioni di euro del 2003. Le vendite nel Settore Cavi e Sistemi Energia sono state pari a circa 2.890 milioni di euro, in crescita del 9,5% rispetto al 2003; su base omogenea, al netto degli effetti legati all'andamento dei cambi, al prezzo dei metalli e alla variazione del perimetro di consolidamento, le vendite sono state in linea con quelle del 2003. Il margine operativo lordo è pari a circa 200 milioni di euro (169 milioni di euro nel 2003). Il risultato operativo è stato di circa 118 milioni di euro in crescita del 43% dagli 83 milioni di euro del 2003 con un Ros che cresce al 4,1% dal 3,1%. Nel settore Cavi e Sistemi Telecom le vendite sono state pari a circa 425 milioni di euro, sostanzialmente in linea ai 427 milioni del 2003. Su base omogenea, la contrazione è stata dell'1,9%, dovuta alle pressioni sui prezzi cui si è solo parzialmente contrapposta una crescita dei volumi. Il margine operativo lordo è pari a circa 8 milioni di euro (negativo per 1 milione di euro nel 2003). Il risultato operativo è negativo per circa 15 milioni di euro (di cui -6 milioni di euro relativi alle attività sottomarine oggetto dell'accordo con Alcatel e -10 milioni legate allo start-up delle attività nella banda larga e nella fotonica di seconda generazione), in miglioramento rispetto ai -39 milioni di euro del 2003. Le attività Cavi e Fibre hanno quindi raggiunto nel 2004 il break-even a livello operativo, grazie soprattutto alle azioni di efficienza messe in atto del management della società. Le attività immobiliari del Gruppo - Si ricorda che Pirelli Re è una management company che gestisce società e fondi proprietari di immobili e non performing loans (crediti ipotecari in sofferenza) nei quali investe tramite quote di minoranza (attività di asset management e fund management) ed ai quali fornisce, così come ad altri clienti, tutti i servizi immobiliari specialistici (attività di service provider). Pertanto, il valore aggregato della produzione al netto delle acquisizioni e il risultato operativo comprensivo del risultato pro-quota da partecipazioni sono da considerarsi gli indicatori più significativi nell'esprimere rispettivamente il volume d'affari gestito e l'andamento dei risultati a livello operativo. Il valore aggregato della produzione nel 2004 è risultato, al netto delle acquisizioni, pari a circa 1.973 milioni di euro, in crescita del 29% rispetto ai 1.525,5 milioni di euro del 2003. Il risultato operativo comprensivo dei proventi pro-quota da partecipazioni ammonta a circa 157 milioni di euro, rispetto ai 128,1 milioni di euro del 2003, in crescita del 23% . Per ulteriori informazioni sull'andamento delle Attività Immobiliari si rimanda al comunicato stampa diffuso da Pirelli Re lo scorso 22 febbraio. Olimpia - Nel 2004 Olimpia ha migliorato ulteriormente il proprio profilo economico-finanziario e, a seguito della fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti avvenuta nel 2003, ha beneficiato del flusso di dividendi per cassa, garantendosi l'equilibrio economico. L'andamento di Olimpia, che non ha effetti sui dati preliminari del Gruppo Pirelli & C. Qui riportati, sarà, come consuetudine, rappresentato in occasione della pubblicazione del progetto di bilancio. Il Consiglio di Amministrazione infine, dando parziale attuazione alla delega attribuitagli dall'assemblea del 7 maggio 2003, ha deliberato un aumento di capitale al servizio dei piani di stock option denominati "Pirelli to People" e "Group Senior Executives", già posti in essere dall'incorporata Pirelli Spa nel 2001 e riguardanti complessivamente 570 soggetti, suddivisi tra dirigenti, quadri e alti potenziali del Gruppo. In particolare, l'operazione, volta ad assicurare la disponibilità delle azioni da porre al servizio dei due piani qualora i titolari delle relative opzioni già assegnate decidessero di esercitarle, prevede l'eventuale emissione di massime n. 54.225.850 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ciascuna, da sottoscriversi a un prezzo unitario di 1,15 euro per azione. Qualora emesse, tenuto conto del predetto aumento di capitale, le azioni rappresenteranno circa l'1% del capitale ordinario di Pirelli & C. Spa. |
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SNAM RETE GAS - PRECONSUNTIVO CONSOLIDATO 2004 UTILE NETTO DI 526 MILIONI DI EURO (+5,8% RISPETTO ALL'UTILE NETTO ADJUSTED¹ DELL'ANNO PRECEDENTE) NUOVO PIANO DI INVESTIMENTI PER IL QUADRIENNIO 2005-2008 DI 3,5 MILIARDI DI EURO |
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San Donato Milanese, 28 febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Snam Rete Gas S.p.a., iil 24 febbraio, ha esaminato il bilancio consolidato preconsuntivo al 31 dicembre 2004, che chiude con l'utile netto di 526 milioni di euro (+5,8% rispetto all'utile dell'anno precedente depurato della componente non ricorrente di 48 milioni di euro dovuta agli effetti fiscali derivanti dalla rivalutazione di parte dei beni d'impresa ai sensi della Legge n. 350/03). La spesa per investimenti dell'anno ha raggiunto i 574 milioni di euro con una crescita di 69 milioni di euro rispetto al 2003, di cui 417 milioni di euro finalizzati allo sviluppo e potenziamento delle infrastrutture di trasporto. Sulla base di questi risultati, il Consiglio di Amministrazione intende proporre all'Assemblea degli Azionisti, che sarà convocata il 27 e 28 aprile, rispettivamente in prima e seconda convocazione, un dividendo di 0,20 euro per azione con un pay-out del 74%. La data di stacco del dividendo sarà il 23 maggio 2005; il dividendo sarà messo in pagamento dal 26 maggio 2005. Inoltre il nuovo programma investimenti prevede una spesa complessiva di 3,5 miliardi di euro nel quadriennio 2005-2008, di cui oltre l'80% relativa agli investimenti di sviluppo. Preconsuntivo Consolidato 2004 Scenario operativo La domanda di gas naturale nel 2004 in Italia è stata di circa 80,3² miliardi di metri cubi, con una crescita di circa il 3,8% dovuta all'incremento dei consumi nel settore termoelettrico (+8,9%), per l'entrata in esercizio di alcune centrali a ciclo combinato, e ai maggiori consumi di gas naturale nel settore industriale (+3,4%). I volumi di gas immessi nella Rete Nazionale Gasdotti nel 2004 sono stati pari a 80,4 miliardi di metri cubi con un incremento di 4 miliardi di metri cubi, pari a 5,3%, rispetto all'anno precedente. I volumi di Gnl rigassificati nel terminale di Panigaglia sono stati di 2,1 miliardi di metri cubi, con una riduzione di 1,4 miliardi di metri cubi rispetto all'anno precedente. La riduzione è dovuta agli effetti dell'incidente all'impianto di produzione di Gnl di Skikda in Algeria che ha provocato una minore disponibilità di Gnl sul mercato. Ricavi (milioni di euro)
| 2003 | 2004 | Var. | Trasporto | 1.701 | 1.734 | 33 | Rigassificazione | 41 | 34 | (7) | Ricavi regolati | 1.742 | 1.768 | 26 | Altri ricavi della gestione caratteristica | 16 | 12 | (4) | Altri ricavi e proventi | 9 | 29 | 20 | Ricavi non regolati | 25 | 41 | 16 | Totale | 1.767 | 1.809 | 42 | I ricavi delle attività regolate (1.768 milioni di euro) aumentano di 26 milioni di euro (+1,5%) rispetto all'esercizio precedente. La crescita dei ricavi dell'attività di trasporto (+33 milioni di euro) è dovuta principalmente agli investimenti di sviluppo entrati in esercizio e ai maggiori volumi di gas trasportati (complessivamente pari a +47 milioni di euro), parzialmente compensati dalla riduzione di componenti di ricavo (-14 milioni di euro) che trovano contropartita nei costi. I ricavi di rigassificazione (34 milioni di euro) si riducono di 7 milioni di euro per effetto della riduzione dei volumi di gas rigassificati (2 milioni di euro) e dei minori riaddebiti di gas utilizzato nei processi di rigassificazione (5 milioni di euro). I ricavi non regolati aumentano di 16 milioni di euro per effetto principalmente della restituzione da parte della Regione Sicilia della prima rata del tributo ambientale, versata nel mese di aprile 2002 (11 milioni di euro) e di altri proventi non ricorrenti. Costi operativi (milioni di euro) | 2003 | 2004 | Var. | Acquisti, prestazioni di servizi e costi diversi | 262 | 248 | (14) | Costo lavoro | 102 | 107 | 5 | Totale costi operativi | 364 | 355 | (9) | I costi operativi sono pari a 355 milioni di euro e diminuiscono di 9 milioni rispetto al 2003. Il decremento di 14 milioni di euro dei costi per acquisti, prestazioni di servizi e diversi (248 milioni di euro) è conseguente principalmente:a minori costi per materiali e servizi di manutenzione e a minori costi generali e amministrativi (-9 milioni di euro), parzialmente compensati dai maggiori costi di acquisto del gas per l'incremento dei volumi di gas naturale utilizzato per il funzionamento delle centrali di spinta (+6 milioni di euro); alla riduzione delle componenti di costo che trovano contropartita nei ricavi, ed in particolare ai minori costi di interconnessione (-15 milioni di euro); all'incremento delle minusvalenze derivanti principalmente dalla dismissione di componenti impiantistiche di una centrale di spinta e di alcuni tratti di metanodotti (+7 milioni di euro). Il costo lavoro aumenta di 5 milioni di euro per effetto della dinamica salariale, compresi gli adeguamenti contrattuali e le politiche gestionali, e di componenti non ricorrenti, parzialmente compensate dalla riduzione dell'organico medio. Conto Economico(milioni di euro)
| 2003 | 2004 | Var. | Ricavi Della Gestione Caratteristica | 1.758 | 1.780 | 22 | Altri Ricavi E Proventi | 9 | 29 | 20 | Ricavi Totali | 1.767 | 1.809 | 42 | Costi Operativi | (364) | (355) | 9 | Margine Operativo Lordo | 1.403 | 1.454 | 51 | Ammortamenti E Svalutazioni | (477) | (485) | (8) | Utile Operativo | 926 | 969 | 43 | Proventi (Oneri) Finanziari Netti | (124) | (109) | 15 | Utile Prima Delle Componenti Straordinarie E Delle Imposte | 802 | 860 | 58 | Proventi (Oneri) Straordinari Netti | 0 | (2) | (2) | Utile Prima Delle Imposte | 802 | 858 | 56 | Imposte Sul Reddito | (257) | (332) | (75) | Utile Netto (*) | 545 | 526 | (19) | (*) Utile netto adjusted 2003: 497 M€ | Il margine operativo segna un incremento di 51 milioni di euro rispetto al 2003 mentre l'utile operativo si attesta a 969 milioni di euro. Gli oneri finanziari netti diminuiscono di 15 milioni di euro, in conseguenza della riduzione dell'indebitamento medio e dei tassi di interesse. Le imposte sul reddito si incrementano di 75 milioni di euro anche per la presenza nel 2003 di una componente positiva non ricorrente conseguente la rivalutazione di parte dei beni (Legge n. 350/03). L'utile netto è pari a 526 milioni di euro con un incremento di 29 milioni di euro, pari al 5,8%, rispetto all'utile netto adjusted dell'anno precedente. Stato Patrimoniale L'indebitamento finanziario netto è pari 2.874 milioni di euro con un leverage (indebitamento/indebitamento+patrimonio netto) pari al 33,1% (35,4% nel 2003). Rispetto al 30 settembre 2004, l'indebitamento finanziario netto è diminuito di 208 milioni di euro (da 3.082 a 2.874 milioni di euro) in relazione alla consistenza del flusso di cassa generato dalla gestione. Gli investimenti del 2004 ammontano a 574 milioni di euro (505 nel 2003) e si riferiscono per 417 milioni di euro a progetti di sviluppo e potenziamento delle infrastrutture di trasporto (+15,5% rispetto all'esercizio precedente) e per 157 milioni di euro a progetti di mantenimento, destinati a garantire l'efficienza e la sicurezza della rete dei metanodotti, e di adeguamento dei sistemi informativi. Evoluzione prevedibile della gestione Le stime più recenti sulla evoluzione della domanda del gas in Italia confermano una previsione di crescita di circa il 3% medio annuo nell'arco del quadriennio 2005-2008. Snam Rete Gas continuerà a perseguire nel 2005 obiettivi di sviluppo per linee interne principalmente attraverso progetti di investimento di grande rilevanza destinati ad incrementare la capacità di trasporto in coerenza con gli aumenti attesi della domanda del gas in Italia. La spesa per investimenti nel 2005 è prevista in crescita. Il 30 settembre 2005 si concluderà il primo periodo di regolazione. L'autorità per l'Energia Elettrica e il Gas nei primi mesi del 2005 dovrà definire il nuovo quadro regolatorio per il secondo periodo di regolazione (1° ottobre 2005 ÷ 30 settembre 2009). Covenants Snam Rete Gas ha stipulato accordi di finanziamento con banche che prevedono il mantenimento di determinati indici finanziari basati generalmente sul bilancio consolidato del gruppo Eni. Al 31 dicembre 2003 e 2004 i debiti finanziari soggetti a queste clausole restrittive ammontavano rispettivamente a 75 e 44 milioni di euro. Le condizioni sono state rispettate. |
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GRUPPO ENERGIA (CIR): CONTINUA LA CRESCITA L’UTILE SALE A 36,4 MILIONI RISULTATI CONSOLIDATI DELL’ESERCIZIO 2004 UTILE NETTO DI 36,4 MILIONI DI EURO (+ 126%) INDEBITAMENTO NETTO DI 154,6 MILIONI DI EURO (+ 74,3%) |
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Milano, 28 Febbraio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Energia Spa, società controllata dal gruppo Cir e partecipata dall’austriaca Verbund, si è riunito oggi sotto la presidenza del dr. Rodolfo De Benedetti e ha approvato la proposta di bilancio civilistico e il bilancio consolidato del Gruppo per l’esercizio 2004. Il fatturato consolidato di Energia ha registrato nel 2004 una crescita significativa, attestandosi a 943,2 milioni di euro, rispetto a 808 milioni nel 2003 (+ 16,7%). L’incremento è dovuto al buon andamento delle vendite del gas, con una crescita dei volumi di oltre il 34%, mentre per il settore dell’energia elettrica l’aumento è stato del 3,75%. Il margine operativo lordo consolidato (Ebitda) è stato di 36,8 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2003 (37,2 milioni) ed è stato positivamente influenzato dai buoni risultati del settore elettrico, mentre la commercializzazione del gas ha scontato nel 2004 margini più contenuti rispetto al 2003 a seguito di uno scenario energetico meno favorevole. L’utile netto consolidato si é attestato nel 2004 a 36,4 milioni di euro, rispetto a 16,1 milioni nel 2003 (+126%). Tale dato è significativamente influenzato dal risultato di Tirreno Power che, a seguito del decreto emanato dal Ministero delle Attività Produttive il 6 agosto 2004, ha registrato nello scorso anno il riconoscimento degli stranded costs per 167,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2004 presenta un indebitamento di 154,6 milioni di euro, contro a 88,7 milioni alla fine del 2003. Tale incremento é sostanzialmente riconducibile all’aumento di capitale di 150 milioni di euro avvenuto nel maggio scorso in Energia Spa, controbilanciato dall’investimento di circa 191 milioni di euro nella centrale a ciclo combinato di Termoli (la cui costruzione è stata avviata all’inizio del 2004), dalla variazione del capitale circolante per circa 17 milioni di euro e dal pagamento di dividendi per 6 milioni di euro. Nel 2004 la capogruppo Energia Spa ha registrato un fatturato di 938 milioni di euro, contro 804,8 milioni del 2003 (+16,6%). Il margine operativo lordo è risultato di 35,9 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto al 2003 (35,8 milioni), mentre l’utile netto è stato di 12,6 milioni di euro contro 13,8 milioni (-8,7%). La posizione finanziaria netta di Energia Spa è considerevolmente migliorata, evidenziando a fine 2004 una liquidità pari a 23,5 milioni di euro, contro un indebitamento di 28,8 milioni al 31 dicembre 2003. Il Gruppo Energia è fortemente impegnato nello sviluppo del piano industriale, che prevede la realizzazione di un programma di centrali termoelettriche “greenfield”, ciascuna da 770 Mw, a ciclo combinato e alimentate a gas naturale. Dopo la centrale di Termoli (in costruzione da circa un anno), la centrale di Modugno ha ottenuto l’autorizzazione unica e l’avvio dei lavori è previsto nei prossimi mesi. I progetti relativi ad Aprilia (Latina), Pisticci (Matera) e Bertonico-turano Lodigiano (Lodi) progrediscono negli iter autorizzativi. Energia sta inoltre sviluppando altri progetti di generazione da fonti rinnovabili, con particolare attenzione alla realizzazione di nuovi impianti eolici. Per quanto riguarda l’attività di commercializzazione dell’energia elettrica e del gas naturale, che nel 2004 si è rivolta a oltre 5.000 aziende clienti, si prevede per il 2005 un sostanziale consolidamento dei volumi di energia elettrica venduti nell’esercizio precedente e un incremento delle vendite di gas. |
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FIN.PART – ATTESO PER OGGI LO SCIOGLIMENTO DELLA RISERVA DA PARTE DELLA SEZIONE FALLIMENTARE DEL TRIBUNALE DI MILANO- CERRUTI, CONCESSA ESCLUSIVA AD UN FONDO BELGA PER LA CESSIONE DELLA SOCIETA’ |
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Milano, 28 Febbraio 2005 - Fin.part S.p.a. Comunica che il 24 febbraio si è tenuta, avanti la Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano, l’udienza in sede collegiale conseguente alle istanze di fallimento presentate contro la società. I legali di Fin.part hanno precisato in tale udienza che il piano di ristrutturazione del Gruppo sta proseguendo e che si rende necessario un adeguato termine per la finalizzazione dello stesso. A tal fine è stato richiesto un differimento della trattazione del procedimento. Il Collegio si è riservato di decidere sulla richiesta e la società prevede che tale riserva possa essere sciolta nel corso della giornata di lunedì 28 febbraio. Fin.part rende noto inoltre, anche per conto delle proprie controllate Pepper Industries S.p.a. E Finpart International S.a., che proseguono le negoziazioni con Mittel S.p.a., Progressio Sgr S.p.a., il Sig. Remo Ruffini e Vela Financial Holding Ltd. Per la sottoscrizione del contratto definitivo di cessione delle attività industriali e commerciali facenti capo al Gruppo Pepper; si ritiene che la sottoscrizione del contratto definitivo possa avvenire al più presto e comunque entro i prossimi 15 giorni. Inoltre è stata concessa a Wingfield Corporation, fondo di investimento belga, l’esclusiva fino al prossimo 4 Marzo per la cessione del 100% del capitale sociale di Cerruti 1881 S.a.s. Proprietaria del marchio Cerruti. La controparte ha completato le attività di due diligence, decidendo di proseguire nella trattativa. |
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SIT SPORTELLO IMPRESA IN TRASFORMAZIONE MANAGER PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE MILANESI |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Nel sistema economico milanese è importante dimostrare la capacità delle imprese di innovarsi anche attraverso le moderne tecnologie e di riorganizzarsi in maniera produttiva per poter competere in campo internazionale. La riorganizzazione delle aziende diventa il momento di maggior criticità dell’azienda stessa, soprattutto per quelle medio-piccole che si trovano in carenza di personale adeguato. E’ in questa fase che entra in gioco il ruolo del manager. Per far incontrare le imprese con i manager, a Milano, è stato creato il Sit – Sportello Impresa In Trasformazione, voluto fortemente dall’Assessore al Lavoro Risorse e Statistica del Comune di Milano, Carlo Magri, che ha coinvolto il mondo associativo manageriale e la Camera di commercio di Milano. Lo Sportello Sit ubicato presso Formaper, l’azienda speciale della Camera di commercio di Milano, ha come scopo principale quello di creare occupazione ai manager; opererà attraverso una Banca Dati all’interno della quale confluiscono le imprese richiedenti e i manager disponibili. Il Servizio è interamente gratuito. I manager, con rimborso spese e copertura assicurativa devoluti dalla Camera di commercio di Milano, presteranno assistenza gratuita per un periodo che può variare da 1 a 3 mesi. “La presenza di manager capaci ed esperti, ha dichiarato il Sindaco Gabriele Albertini, gioca un ruolo importante nella sfida per stare al passo con i tempi. Ma spesso è difficile per le imprese trovare i collaboratori giusti. Eppure Milano, ha proseguito Albertini, è una miniera di queste risorse. Il Comune ha pensato di fare incontrare domanda e offerta di lavoro, rendendo più fluido ed efficiente il collegamento tra le imprese e le professionalità presenti sul territorio. Il Sit – Sportello Impresa in Trasformazione – è la concretizzazione di questa idea” “Questa iniziativa, ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano, rappresenta una collaborazione concreta tra le istituzioni e il mondo associazionistico, che favorisce un incontro tra manager specializzati e quelle imprese bisognose di risorse umane ad elevata professionalità, importanti per affrontare una fase di trasformazione. E’ uno sportello al servizio non solo delle imprese, ma di tutto il sistema milanese, che mira a rilanciare la competitività del territorio intervenendo a favore dell’occupazione e dello sviluppo imprenditoriale” “ Il Comune, ha dichiarato Magri si impegna a promuovere e monitorare questa iniziativa per un anno con possibilità di proroga . Attraverso il Sit, ha proseguito Magri, ci auguriamo di sensibilizzare le imprese e i cittadini al fine di creare occupazione manageriale specializzata”. Le organizzazioni manageriali che hanno aderito all’iniziativa e che si prodigheranno per fornire la Banca Dati dei manager sono: Aldai-federmanager, Cida e Manageritalia. |
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AVVISO INDICATIVO DI BANDO NEL SETTORE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE PROFESSIONALI |
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Bruxelles, 28 febbraio 2005 - L'agenzia europea per salute e sicurezza sul luogo di lavoro ha pubblicato un avviso indicativo di invito a presentare offerte per prestazioni di servizi esperti di ricerca riguardanti l'istituzione di un osservatorio per la sicurezza e la salute professionali. La durata massima del contratto è di tre anni, con un bilancio annuale approssimativo di 500.000 euro. Per il testo completo dell'invito: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=036960-2005 |
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I GRANDI PROGETTI RILANCIANO MILANO COSTO DELLE CASE: +2,5% IN SEI MESI, MA PIÙ DI UNA ZONA SU 3 È FERMA AL +0% |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Il mercato immobiliare continua a crescere: +2,5% nel secondo semestre 2004, ma sono numerose le zone che registrano una crescita zero, anche in centro con vie eccellenti come Brera, Vittorio Emanuele e San Babila. Ma non tutto è fermo: i grandi progetti mettono le ali a Rogoredo-montecity, che aumenta del 14%. Crescono anche Bovisa–dergano (+11%), Conca dei Navigli (+11%), Martini-cuoco (+11%), Lagosta - Garibaldi (+9%), Abruzzi-romagna (+9%). Le zone a sud e ad est sono quelle che crescono di più con il 4% medio, mentre le più lente sono il centro (+1,3%) e la zona a ovest (+1,6%). Se il prezzo medio è di 4.006 euro al metro, la più cara si conferma via della Spiga con 9.900 euro al metro quadro, mentre la più economica è Salomone-bonfadini con 2.300 euro al metro quadro. E gli affitti? Fermi su un prezzo di 212 euro al metro quadro all’anno. La Milano che è cresciuta di più in sei mesi è quella multietnica con il 4%, segue la zona della Fiera con il +3%, sostanzialmente allineate alla media cittadina la Milano della moda, degli studi e del verde. Leggermente in aumento anche il prezzo degli immobili da adibirsi a negozio: +1,8% tranne che per Rogoredo-montecity con + 70% e Famagosta, +34% in sei mesi. E in provincia il valore delle abitazioni cresce leggermente di più che nel capoluogo: +3% contro il +2,5%. E’ il Legnanese l’area con la crescita più veloce +5%, mentre Sud Milano e Abbiatense sono le più stabili. Il Nord di Milano è la parte della provincia dove i prezzi delle abitazioni sono più alti, 1.934 euro al metro quadro, mentre il più economico è l’Abbiatense con 930 euro al metro quadro. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ventiseiesima edizione della “Rilevazione dei prezzi degli immobili sulla piazza di Milano” realizzata da Osmi-borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Fimaa Milano. "In una fase di transizione per l’economia a livello internazionale - ha commentato Antonio Pastore, presidente di Osmi-borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano - il mercato immobiliare ha retto. Anzi, continua nel suo trend positivo e se da un lato si scorgono i primi segnali di una stabilizzazione dei prezzi, dall’altro si vede il nuovo impulso dato al mercato dalle grandi infrastrutture. Infatti la crescita della città si legge sul territorio lungo l’asse nord-ovest/ sud-est. Crescono i progetti di recupero architettonico ed urbanistico a sud di Milano ed il mercato reagisce positivamente. Mentre gli affitti residenziali sono fermi, il mercato del terziario, nella cintura di periferia offre spazi di sviluppo, così la città si espande e la risposta sta nell’offrire adeguati servizi. La nostra ricerca ogni sei mesi parla di Milano nel senso più ampio del termine, suggerendoci come cambiano la città, i gusti e le aspettative dei suoi cittadini e delle sue imprese”. “La lettura dei dati provinciali, – ha dichiarato Mauro Danielli, vicepresidente di Osmi–borsa immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e presidente Fimaa Milano – per ambiti territoriali, permette di evidenziare sempre meglio la vocazione policentrica dell'area metropolitana milanese. La provincia per il comparto delle abitazioni ha una domanda costante, forte e positiva (+22%), mentre per il capolugo il saldo è critico (-9%). Tutto cambia per gli uffici, dove c’è una gran voglia di città e la provincia perde attrattività” . “L’osservatorio – ha dichiarato Giorgio Viganò, presidente Osservatorio Permanente sul mercato immobiliare della Camera di commercio di Milano – mostra soddisfazione nel vedere confermate in questi dati le sue analisi di previsione. Una dimostrazione dell’importanza degli studi condotti periodicamente insieme agli istituti universitari. E’ infatti necessario essere in grado di interpretare e valutare in modo chiaro e trasparente le forti variazioni dell’attuale mercato per elaborare previsioni sull’andamento degli anni a venire”. Chi cresce di più In sei mesi. A distanza di un semestre le zone che crescono di più sono quelle ad Est e a Sud con un +4%, stabile invece il centro con un +1%. Più in dettaglio, Montecity Rogoredo continua la sua cavalcata con un +14%, le tengono dietro con +11%: Bovisa – Dergano, Martini – Cuoco, Conca del Naviglio - Porta Genova. Con +9% Lagosta - Staz. Garibaldi, Abruzzi – Romagna. Mentre troviamo 24 aree su 70 stabili allo 0% tra cui Brera, Sarpi, S.vittore. In un anno. La zona a Nord è quella che nel 2004 è cresciuta di più con un +9% seguita dalla zona sud con un +8,5%. Più stabili e a poca distanza l’est con +8,2, l’ovest con +5,5% ed il centro città con il +2,4%. In particolare, la via che è cresciuta di più è Bovisa-dergano con un +26%, segue Quarto Oggiaro al 20% e Martini-cuoco con il 19%. In due anni. Le zone che in media crescono di più sono la zona Est e la Nord con un +17%, mentre le più lente sono il centro e la zona Ovest con +14%. Se analizziamo via per via l’area che ha registrato l’incremento più forte in due anni è Martini -Cuoco con il +46%, seguono Bovisa-dergano con il +37%, e Mercalli-quadronno con il +35%, le meno veloci Solferino-corso Garibaldi con l’1%, Leopardi Boccaccio Pagano e Solferino-corso Garibaldi con il +5%. La città zona per zona Zona Centro. La zona centro con un prezzo medio al metro quadro di 6.872 euro tiene con il +1% in sei mesi, con punte come Diaz - Duomo e Scala con +3%, e Augusto, Cairoli - Cordusio, Missori – S.sofia con +2%. Montenapoleone e Spiga: +1,5%. Stabili Vittorio Emanuele- San Babila e Brera: +0%. Via Montenapoleone è la più cara 9.900 euro al metro quadro, mentre la più economica è Vetra- S.vito con 5.650 euro al metro quadro. Zona Nord. La Zona Nord con un costo al mq di 3.448 segna un aumento del +2% rispetto al semestre precedente, un tasso lievemente inferiore a quello cittadino. All’interno della zona ci sono però punte avanzate come Bovisa-dergano con un +11% in sei mesi, Lagosta - stazione Garibaldi +9%, Carbonari - Maggiolina +7%, Quarto Oggiaro +6%. Numerose le zone stabili tra le quali Pisani - Gioia - Baiamonti, Brianza-pasteur, Gen Covone- Cenisio, Sarpi-procaccini, Musocco-vilapizzone, Repubblica-porta nuova, tutte a +0%. La più cara è Repubblica - Porta Nuova con 6.500 euro al metro quadro, mentre Greco rimane la più economica della zona nord con 2.700 al metro quadro. Zona Ovest. Con un costo medio di 3.775 euro al metro quadro la zona ovest si pone anche essa lievemente sotto la crescita media cittadina con un +1,6%, ma Fiera Sempione e Accursio crescono più velocemente +7%. Segue Fiera Sempione, +6,6%. Molte le zone stabili tra le quali: Axum-ospedale S.carlo, Inganni-s. Cristoforo, Leopardi-boccaccio-pagano, Bande Nere, Giambellino, con il +0%. La zona, Leopardi-boccaccio-pagano rimane la più cara, 6.000 euro al metro al metro quadro contro Baggio con 2.650 euro al metro quadro e Axum – Ospedale S. Carlo 2.600. Zona Sud. Con i suoi 3.469 euro al metro quadro la zona Sud è tra quelle che mediamente sono cresciute di più negli ultimi sei mesi raggiungendo il +4%. I velocisti della zona sono Conca del Naviglio-porta Genova con il +11%, segue Agrippa-abbiategrasso con +7,5%, Barona - Famagosta con +6,7%. Stabili Bligny e Toscana, Navigli - Cassala +0%. Gratosoglio - Missaglia la più economica, 2.550 al metro quadro, mentre Conca dei Navigli –Porta Genova, Navigli-cassala le più care, con 4.500 al metro quadro e Metalli-quadronno con 6.150. Zona Est. Anche il settore est con i suoi 3.689 euro al metro quadro supera il trend di crescita medio milanese con un +4%, ma se abbiamo zone come Montecity Rogoredo che aumenta del 14%, Martini-cuoco dell’11%, Abruzzi - Romagna che tocca il 9%, Pacini – Ponzio con +6,5% e Udine con +5,6%, troviamo anche Tribunale - Cinque Giornate con +0% e il +1% di Piceno-indipendenza, Libia-cirene. Venezia - Monforte la zona più costosa con 7.500 euro al metro quadro. Salomone-bonfadini la più economica con 2.300 euro al metro quadro. E i negozi. A Milano in media negli ultimi sei mesi i negozi crescono meno delle case: +1,8% contro il 2,5% delle abitazioni. Crescono in particolare le zone Sud ed Est della città registrando in media rispettivamente +3,7% e +3,9%. Mentre a Nord sono fermi al +0% e nel centro resistono con un +1%. A distanza di un anno Solferino-corso Garibaldi con +38% battono via della Spiga +9%, segue Barona - Famagosta con +34%. Aumenti anche per Bande Nere-giambellino +17% e Washington-po-vesuvio +16%, Quartiere Gallaratese-trenno +15%. I più stabili: S. Ambrogio con +3% e Quartiere-greco con +2%. Locazioni. Mercato degli affitti delle abitazioni in equilibrio a Milano con un prezzo medio di 212 euro al metro quadro, partendo dai 355 euro dei monolocali ai 142 euro al metro quadro all’anno per i quattro locali, il mercato delle locazioni è stabile: + 0% in sei mesi. La Milano tematica. Cresce di più la Milano “multietnica” (Sarpi-procaccini Bovisa-dergano Istria-maciachini Buenos Aires-vitruvio) con +4% in sei mesi, segue la “città della Fiera” +3 % (Repubblica Monterosa Fiera), seguono tutte le altre città tematiche “la Milano del Verde” (dove ci sono i principali parchi), “della moda”, “dello studio” (quella dove ci sono le maggiori Università) con una crescita del +2% lievemente al di sotto della media cittadina. A distanza di un anno la situazione non cambia: la Milano multietnica conduce la volata con +11%, poi la città della Fiera con un+9%, segue con un +7% la città del verde e dei divertimenti I prezzi in provincia Abitazioni. In provincia la crescita tra appartamenti nuovi e vecchi è superiore a quella del capoluogo: +3% contro il 2,5%. E se nell’Abbiatense e a sud di Milano la situazione è stazionaria, la poco distante zona del Legnanese cresce a ritmi del +5% precedendo di poco il Nord di Milano con il 4,9% e la Brianza con il 4,7%. L’area a Nord di Milano conduce la classifica dei prezzi in provincia con 1.934 euro al metro quadro, segue il Rhodense 1.477 euro al metro quadro e la zona Nord Groane, 1.476. Fanalino di coda l’Abbiatense con 930 euro ed il Castanese con 1.051 euro in media al metro quadro. Anche in provincia il mercato delle locazioni è stabile +0%, con un prezzo medio di 63 euro al metro quadro anno Capannoni Cresce il valore dei capannoni in provincia soprattutto nella zona a Nord di Milano con il +5,5% in sei mesi seguono la Brianza con il +3,8% e la zona Martesana Adda con il +3%. Stabile invece la situazione a Sud - Est di Milano, +0% nell’Abbiatense e nel Castanese. Nella classifica dei prezzi è sempre l’area a Nord di Milano che vince con 967 euro al metro quadro, seguono le zone Nord e Groane con 910 euro ed il Rhodense con 803. I capannoni più economici? Nell’abbiatense a 519 euro al metro quadro e nel Castanese con 642 euro al metro quadro. |
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TIO -THE INVESTMENT OFICE DI DUBAI ENTRA NEL CAPITALE SOCIALE DI AEDES S.P.A. CON UNA QUOTA RILEVANTE OLTRE IL 2% |
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Milano, 25 febbraio 2005 - Aedes S.p.a., tra le principali società immobiliari quotate italiane, comunica che Tio- The Investment Office di Dubai è entrato a far parte del capitale sociale del Gruppo Aedes con una quota rilevante oltre il 2%. L’ingresso di The Investment Office di Dubai, già partner di Aedes con Villa Moda e Prim nel consorzio Rinascente, si inquadra nella strategia del Gruppo di un rafforzamento della compagine azionaria attraverso l’ingresso di solidi partners finanziari ed industriali. E’ proprio grazie alla collaborazione professionale con Aedes nella gara Rinascente, che è maturata la stima nei confronti del Gruppo e del management e la volontà da parte di The Investment Office di Dubai di collaborare più sinergicamente con Aedes in progetti anche in qualità di socio. Aedes comunica che 3I International ha ridotto la propria partecipazione sotto al 10%. In relazione alla notizia apparsa recentemente su un settimanale , Aedes conferma la sua partecipazione e quella del consorzio di cui fa parte, alla gara per Rinascente. Si ricorda inoltre che, con l’approvazione delle linee guida del nuovo piano strategico, Aedes si sta gradualmente trasformando da property company a management company focalizzata sulla gestione di fondi immobiliari, su nuove iniziative immobiliari di sviluppo e trading e sullo sviluppo di servizi ad alto valore aggiunto rivolti ai fondi, alle joint ventures e a clienti terzi. |
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COMMERCIO ESTERO: QUINTIERI, PER L'EXPORT IL 2005 INIZIA SOTTO I MIGLIORI AUSPICI ESPORTAZIONI IN CRESCITA ANCHE NEI PAESI ANCORATI AL DOLLARO |
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Roma, 28 febbraio 2005 - "Per l'export italiano il 2005 inizia sotto i migliori auspici. Nonostante il persistere della debolezza del dollaro rispetto all'euro, i dati segnalano a gennaio un incoraggiante incremento del 19,2% delle esportazioni verso i Paesi extra Ue e un miglioramento del saldo commerciale rispetto allo stesso mese dello scorso anno". Così il Presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri, commenta i dati Istat sull'andamento della bilancia commerciale. "L'export italiano - osserva Quintieri - risulta in crescita verso quasi tutti i Paesi con dati particolarmente lusinghieri registrati nei confronti della Russia (+41,4%), Paese verso il quale l'Italia ha in agenda per il 2005 un importante programma di promozione del Made in Italy. Più in generale - prosegue il Presidente dell'Ice - è da rilevare come, nonostante il supereuro, le nostra esportazioni siano in forte crescita non solo negli Stati Uniti ma anche in quei Paesi direttamente o indirettamente ancorati al dollaro". |
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“TAILANDIA: ESPLORA LE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER LA TUA AZIENDA” È IL PRIMO CONVEGNO PER LA PROMOZIONE DELLO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI ITALIANI NEL PAESE ASIATICO. IL 7 MARZO IN ASSOLOMBARDA A MILANO |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Il Ministero dell’Industria Tailandese attraverso la sua agenzia Board of Investment (Boi) ha affidato a Mda Associati, società italiana di consulenza di strategia e finanza, l’incarico di promuovere lo sviluppo degli investimenti italiani in Tailandia. Il Board of Investment ha il compito di attrarre investimenti stranieri nel proprio Paese promuovendo il ‘sistema Tailandia’ nel mondo attraverso la creazione di un’ampia gamma di incentivi fiscali e non e di garanzie d’investimento in linea con gli obiettivi di sviluppo economico nazionale. La Mda Associati lavora con imprese nazionali e internazionali gestendo progetti nel settore dell’Industria, dei Servizi, della Finanza e delle Istituzioni. La profonda conoscenza del tessuto imprenditoriale italiano e l’esperienza nel valutare e capire i mercati asiatici da parte della società milanese sono i punti di forza che hanno convinto l’agenzia tailandese a riconoscere a Mda il ruolo di advisor nel nostro Paese. Grazie a questo incarico, Mda si propone come partner delle medie imprese per le quali è in grado di studiare e proporre le migliori strategie e affiancare l’imprenditore passo dopo passo verso l’ottenimento dei benefici fiscali, l’insediamento in Tailandia e l’accesso al mercato asiatico. Inoltre, Mda organizzerà incontri riservati e tavole rotonde tra i rappresentanti del governo tailandese e quegli imprenditori particolarmente interessati ad approfondire gli aspetti strategici e di investimento. In linea con questi obiettivi, l’accordo tra il Board of Investment e Mda prevede anche la realizzazione di un programma di convegni, tenuti congiuntamente dai professionisti di Mda e dai funzionari dell’agenzia tailandese, dedicati a presentare le potenzialità di questo mercato asiatico. Si tratta di una serie di sette eventi che verranno organizzati nell’arco del 2005 in varie province italiane in collaborazione con le associazioni industriali locali. “Tailandia: esplora le opportunità di business per la tua azienda” è il titolo del primo convegno che si svolgerà il 7 Marzo prossimo presso Assolombarda a Milano, in via Chiaravalle 8. In questa occasione aprirà i lavori l’Ambasciatore tailandese in Italia che darà una prima risposta alle domande di chi si chiede quale sia la situazione del suo Paese dopo i recenti eventi drammatici che lo hanno interessato. Obiettivo di questo incontro, e di quelli che seguiranno, è quello di entrare in contatto direttamente con gli imprenditori italiani per offrire loro un quadro concreto del ‘sistema Tailandia’, affrontando varie tematiche quali, ad esempio, i vantaggi economici che i Paesi che hanno aderito all’Asean (Association of Southeast Asian Nations) possono offrire agli investitori stranieri; proponendo un approccio strategico al mercato tailandese attraverso la lettura di dati geo-politici, di mercato e di impatto culturale; presentando testimonianze di imprenditori italiani che hanno già investito in Tailandia. La Tailandia è un paese che offre una valida alternativa per chi sia alla ricerca di espandere i propri orizzonti commerciali e produttivi dal momento che gli incentivi agli investimenti esteri che il governo Tailandese concede attraverso il Board of Investment, sono tra i più favorevoli in Asia. Il Paese gode infatti di una strategica collocazione geografica nel cuore dell’Asia. La Tailandia riassume in sé uno dei migliori rapporti qualità paese/costi rispetto a molti paesi “concorrenti” orientali. Non è un segreto infatti che, pur avendo un costo della mano d’opera contenuto, questo Paese possa offrire un tessuto di maestranze di buon valore consentendo così quelle lavorazioni a maggior valore aggiunto che non sono ancora trasferibili in altri paesi dell’Asia emergente. È da tener presente inoltre che le infrastrutture sono di buon livello e che il peso del fisco e della burocrazia (il cosiddetto ‘redtape’) sono molto contenuti. Per gli investitori italiani è importante sottolineare che il tessuto industriale tailandese, costituito di imprese familiari di media capitalizzazione, è molto simile a quello del nostro Paese. Peculiarità che costituisce un indiscutibile vantaggio nell’approccio tra le due culture e i loro mercati. Infine, grazie agli accordi commerciali bilaterali Asean + 3, la Tailandia può anche essere una base strategica di partenza per l’esportazione dei prodotti verso Cina, Sud Korea e Giappone e il resto del continente asiatico. |
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CAMPARI ANNUNCIA L’ACQUISTO DI UN’ULTERIORE QUOTA DEL 30,1% DI SKYY SPIRITS, LLC LA PARTECIPAZIONE NELLA SOCIETÀ SALE AL 89% VALORE DELL’OPERAZIONE PARI A US$ 156,6 MILIONI |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Davide Campari-milano S.p.a. Annuncia di avere perfezionato l’acquisto di un’ulteriore quota del 30,1% di Skyy Spirits, Llc, tramite l’esercizio di una call option, secondo i termini stipulati nel gennaio 2002. In questo modo la partecipazione in Skyy Spirits, Llc sale al 89%. Il valore dell’operazione è pari a Us$ 156,6 milioni (corrispondente a circa € 118 milioni al tasso di cambio corrente). Skyy Spirits, Llc, società americana controllata dal Gruppo Campari dal 2002 con sede a San Francisco, è proprietaria del brand Skyy, uno dei marchi di spirits in maggiore crescita a livello mondiale e con una posizione di leadership nel mercato Usa delle vodke super premium, che rappresenta a sua volta uno dei comparti più dinamici del settore spirits. L’acquisto è avvenuto tramite l’esercizio di una call option a favore di Campari, secondo i termini stipulati e resi noti al momento dell’acquisito della partecipazione di maggioranza da parte di Campari nel gennaio 2002. L’acquisizione, il cui corrispettivo è stato pagato in contanti, è stata finanziata in parte con mezzi propri e in parte con indebitamento bancario. L’acquisizione è avvenuta tramite la controllata americana Redfire, Inc., partecipata al 100% dalla capogruppo Davide Campari-milano S.p.a. La quota è stata ceduta da società facenti capo a Maurice Kanbar, fondatore di Skyy Spirits, Llc nel 1992 e azionista di controllo fino a gennaio 2002. “L’incremento della partecipazione del Gruppo Campari in Skyy Spirits, Llc riflette il forte impegno a perseguire un ulteriore rafforzamento negli Usa, che rappresenta un mercato cruciale nella strategia di crescita internazionale del Gruppo”, ha commentato Enzo Visone, Chief Executive Officer di Campari. Secondo gli accordi stipulati nel gennaio 2002, la partecipazione del 30,1% era oggetto di un meccanismo di opzioni reciproche call I put concesse rispettivamente a società facenti capo a Davide Campari-milano S.p.a. E a Maurice Kanbar, per l’acquisto / vendita della quota detenuta da Maurice Kanbar. L’esercizio della call option è avvenuto, in base ai termini previsti dal contratto, a un prezzo pari a 10 volte l’utile ante imposte pro-quota realizzato da Skyy Spirits, Llc nell’esercizio 2004. Il restante 11% del capitale sociale è detenuto dal management team di Skyy Spirits, Llc. Si ricorda che il contratto stipulato nel gennaio 2002 prevede altresì un meccanismo di opzioni reciproche call I put concesse rispettivamente a Davide Campari-milano S.p.a. E al management team per l’acquisto / vendita della quota detenuta dal management team a un prezzo compreso tra 5 e 15 volte l’utile ante imposte medio pro-quota realizzato da Skyy Spirits, Llc nel periodo 2002 - 2006. L’opzione è esercitabile dopo il 31 gennaio 2007. Negli ultimi cinque anni Skyy Vodka ha raddoppiato il proprio volume di vendita fino a raggiungere 2.2 milioni circa di casse da 9 litri nel 2004, crescendo a un tasso composto annuo (Cagr) del 17%. Inoltre, nel 2005 Skyy Vodka ha conseguito per il decimo anno consecutivo il riconoscimento come “Hot Brand” da parte di Impact, una tra le più autorevoli riviste di settore negli Stati Uniti. Skyy Vodka è in assoluto la marca di vodka che ha vinto il maggior numero di riconoscimenti “Hot Brand” consecutivamente. Completano la gamma dei prodotti a marchio Skyy gli Skyy flavour, lanciati sul mercato tra il 2000 e il 2004, che includono Skyy Berry, Skyy Citrus, Skyy Melon, Skyy Orange, Skyy Spiced e Skyy Vanilla. Skyy Spirits, Llc inoltre distribuisce negli Usa anche alcuni rilevanti marchi di terzi, tra cui in particolare tequila 1800 e Cutty Sark Scots Whisky, oltre ai brand del Gruppo Campari, tra cui Campari, Cinzano e Ouzo 12. |
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UNA MARCIA IN PIÙ PER LE RELAZIONI ECONOMICHE TRA ITALIA E POLONIA SIGLATO A VARSAVIA UN ACCORDO DI COOPERAZIONE TRA UNIONCAMERE E LA CAMERA DI COMMERCIO POLACCA (KIG) |
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Varsavia, 28 febbraio 2005 – Promozione della cooperazione tecnica, commerciale e industriale; scambio di informazioni nel campo economico, statistico e legale; sviluppo di programmi e di interventi comuni nei settori strategici della promozione dell’imprenditorialità, dell’innovazione, dello sviluppo di investimenti e joint ventures; mutua assistenza in occasione di missioni e fiere. Il tutto valorizzando al massimo l’esperienza delle Camere di commercio italiane, in particolare nel campo della promozione dell’internazionalizzazione delle imprese. Questi i principali ambiti in cui si svilupperà la collaborazione tra i sistemi camerali di Italia e Polonia, sulla base dell’Accordo di cooperazione siglato oggi a Varsavia tra i vertici di Unioncamere e della Camera di commercio polacca, che associa 160 Camere di commercio locali e a cui fanno riferimento circa 500.000 imprese. A sottoscrivere l’impegno per l’Italia è stato Augusto Strianese, Vice Presidente di Unioncamere delegato per l’internazionalizzazione e Presidente della Camera di Commercio di Salerno. Da parte polacca il firmatario è stato il presidente della Camera di commercio polacca Andrzej Arendarski. Oltre a promuovere lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due Paesi attraverso la progettazione di un calendario di incontri operativi e la costituzione di un Comitato permanente di lavoro, il documento prevede l’impegno delle parti a continuare le attività già avviate nell’ambito dell’Iniziativa Centro Europea delle Camere di commercio per favorire lo sviluppo delle relazioni economiche tra paesi dell’Europa Centro-orientale. Il primo appuntamento in programma sarà un seminario di promozione della cooperazione nell’ambito del Terzo settore nei paesi In.c.e., che si svolgerà a Lublino nel mese di giugno 2005. L’accordo non ha scadenza e si rinnova tacitamente. |
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CONTINUA LA TENDENZA AL RIBASSO DEL COMMERCIO E DEI SERVIZI TRIMESTRE ANCORA IN FLESSIONE PER ENTRAMBI I SETTORI, MA CON LE MEDIE IMPRESE CHE RISOLLEVANO IL BILANCIO DI FINE ANNO |
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Roma, 28 febbraio 2005 – Prosegue la tendenza al ribasso del volume d’affari delle piccole e medie imprese del commercio e dei servizi nel trimestre finale dell’anno. Il Iv trimestre si chiude, infatti, con una flessione, anche se meno accentuata di quella registrata nei mesi precedenti. Per quanto riguarda le previsioni per l’inizio del 2005, l’apprensione è tanta nelle imprese del commercio, mentre si registra un cauto ottimismo nelle aziende dei servizi. Questo quanto emerge dalla rilevazione periodica, effettuata dal Centro studi di Unioncamere, relativa all’andamento nel Iv trimestre 2004 e alle previsioni per il I trimestre 2005. Il commercio al dettaglio Tra settembre e dicembre 2004, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le vendite delle imprese commerciali sono calate dello 0,6% (a fronte del -1,3% del Iii trimestre 2004). L’andamento è negativo per le imprese minori (-2,3% per la piccola distribuzione e -1,8% per la media). Aumenta, invece, il volume d’affari della grande distribuzione (+1,7%). Il settore commerciale ha tenuto meglio al Settentrione (+0,1% nel Nord-ovest e +0,3% nel Nord-est), mentre Centro (-0,9%) e, soprattutto, Mezzogiorno (-1,8%) presentano un andamento negativo. A livello settoriale, alle performance positive degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+2,1%), fanno da contraltare le difficoltà registrate soprattutto dal commercio al dettaglio alimentare (-2,1%). All’interno del comparto non alimentare (-0,9%), il settore abbigliamento ed accessori manifesta la flessione maggiore (-3,6%). Gli altri settori dei servizi Anche le imprese dei servizi sembrano contenere le perdite nel trimestre di fine anno. La flessione rispetto all’analogo periodo del 2003 (-0,2% il dato medio) è infatti inferiore a quella registrata nel Iii trimestre 2004 (-1,1%), grazie a un incremento del volume d’affari delle imprese con oltre 50 dipendenti (+1,2%) e a un dato prossimo alla stabilità (-0,2%) per le aziende con 10-49 dipendenti. Il trimestre si chiude “in rosso”, invece, per le imprese con 1-9 dipendenti (-1,1%). A livello territoriale, le flessioni più sensibili appaiono quelle del Nord-est (-0,6 %), mentre il Sud registra un decremento dello 0,5%. Il Nord-ovest segna un -0,2% e il Centro mostra un lieve aumento del volume d’affari (+0,3%). A livello settoriale, spicca il calo degli Alberghi, ristoranti e servizi turistici (-3,9%). Andamenti superiori alla media o addirittura in positivo (come nel caso degli Altri servizi, che chiudono il trimestre con +1,2%) vengono registrati dagli altri settori. Le previsioni per il I trimestre 2005 Decisamente negative le aspettative delle Pmi del commercio per il I trimestre 2005. Ammonta a -16 il saldo tra attese di incremento (21%) e previsioni di riduzione (37%) delle vendite. Pessimistico è l’atteggiamento delle imprese del Nord-ovest (-20), del Centro (-17) e del Mezzogiorno (-18). Meno apprensive si mostrano invece le Pmi del Nord-est (-5). Positive, invece, le previsioni per i servizi: il saldo è pari a +10. A credere di più in un incremento del giro d’affari sono le imprese del Mezzogiorno (+23), mentre le altre ripartizioni si mostrano più caute. |
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RECORDATI: CONCLUSA L'ACQUISIZIONE IN GERMANIA. NASCE MERCKLE RECORDATI |
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Milano, 25 Febbraio, 2005 - Recordati ha comunicato che è stata conclusa con successo l'acquisizione delle attività di marketing e di vendita delle specialità farmaceutiche di Merckle Gmbh, annunciata lo scorso 17 gennaio. In particolare, è stato ottenuto il via libera dalle autorità anti-trust e sono state completate le operazioni di riorganizzazione societaria per la scissione delle attività non oggetto dell'acquisizione. La nuova consociata opera ora con il nuovo nome Merckle Recordati, con sede a Ulm. Per questa operazione di acquisizione Recordati è stata assistita dalla banca d'investimento Rothschild. Al momento del closing sono stati versati € 45 milioni e il rimanente complemento di prezzo di € 20 milioni sarà dovuto nell'arco dei prossimi tre anni a condizione che si verifichi il favorevole sviluppo relativo alle vendite di alcuni prodotti. Recordati consoliderà i risultati economici e la situazione patrimoniale della nuova consociata a partire dal 1 gennaio 2005. |
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LA MECCANICA TIENE MA NON SPICCA IL VOLO |
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Milano, 25 febbraio 2005 - Nel commentare i dati dell'indagine trimestrale condotta su un campione di imprese, il presidente Anima Savino Rizzio parla di "solidità del settore, che registra lievi e continui progressi e non cede le posizioni conquistate in questi anni. Questo nonostante si riducano i profitti a causa delle vicissitudini dell'andamento del cambio euro/dollaro: gran parte delle nostre vendite sono fatte in dollari, ma risulta difficile ripercuotere sulla clientela gli effetti perversi del cambio". La tenuta è dovuta secondo Rizzio alla qualità ed alla costanza dell'apprezzamento delle produzioni italiane. Aumentano quanti dichiarano migliorata la situazione del fatturato sia in Italia sia all'estero e in ripresa gli ordini in particolare dai mercati internazionali. Buone anche le aspettative per il primo trimestre 2005. Dopo i segnali di stagnazione fatti registrare nel trimestre precedente, tra gli operatori della meccanica varia torna a diffondersi un relativo ottimismo. E' quanto emerge dai risultati dell'indagine trimestrale sull'andamento del settore, resi noti da Anima (Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica varia ed Affine) su un campione di 411 aziende. I numeri indicano che, relativamente al fatturato, il saldo tra le imprese che giudicano la situazione "migliorata" e quelle che la giudicano "peggiorata" è passato dal valore negativo dello scorso trimestre (-11,1%) ad uno ampiamente positivo (20,8%). Ora le aziende che giudicano migliorato il proprio fatturato sono infatti il 41,4% (erano il 23,6% nel trimestre precedente), mentre diminuiscono sensibilmente quelle che lo indicano peggiorato (20,6% contro il 34,7% del trimestre luglio-settembre). Praticamente invariata la percentuale delle aziende che giudicano stabile il fatturato (38% contro il 41,7%). Il ribaltamento della situazione ha fatto registrare indici simili sia per quel che concerne il mercato interno che i mercati esteri (da -14,3% a 17,4% in Italia, da -3,6% a 17,1% all'estero). Al termine del Iv trimestre 2004 sono salite al 38,2% le aziende che denunciano migliorato il fatturato Italia (erano il 19.4% nel trimestre precedente) e contemporaneamente sono diminuite quelle che lo dichiarano peggiorato (sono scese dal 33,7% del terzo trimestre 2004 al 20,8% dell'attuale periodo). Situazione analoga per i mercati esteri: le aziende che indicano il proprio fatturato in crescita sono oggi il 37% (contro il 24,3% del Iii trimestre) mentre quelle che lo indicano in calo sono il 20,6% (erano il 34,7%). La situazione ordini permane non brillante. Si registra tuttavia nel Iv trimestre una lieve diminuzione delle aziende che la giudicano bassa (dal 32,4% del trimestre precedente al 28,5% dell'attuale periodo), mentre le aziende che hanno un alto carnet di ordini sono salite dall'11,2% al 12,3 %. Si segnala un leggero miglioramento soprattutto rispetto agli ordinativi esteri, dove il numero delle aziende che dichiarano la situazione ordini "alta" è passato dall' 11,7% al 15%. La grande maggioranza delle imprese ritiene comunque la situazione attestata su livelli di normalità (il 59,2%). Il trend relativamente dinamico dovrebbe consolidarsi nel I trimestre 2005. Sono attesi, infatti, risultati migliori dal 29,4% delle aziende, e stabili dal 56,8% del campione. Generalmente invariata l'occupazione, con 1'52,3% delle aziende che ipotizza per il primo trimestre 2005 una sostanziale stabilità del numero degli addetti. Previsioni più rosee, invece, per gli investimenti. Le aziende che programmano una crescita sono il 18,4%, mentre quelle che prevedono un calo sono passate dal 14,5% (nel periodo ottobre-dicembre 2004) all'11,2%. Secondo il Presidente Anima Savino Rizzio, "la qualità delle produzioni italiane e l'apprezzamento costante del mercato garantisce una certa solidità al nostro settore, che regist-a lievi e continui progressi e non cede le posizioni conquistate negli anni. Questo nonostante si riducano i protetti a causa delle vicissitudini dell'andamento del cambio eurodollaro: gran parte delle nostre vendite sono fatte in dollari e risulta difficile ripercuotere sulla clientela gli metti perversi del cambio ". Analisi settoriale Queste le situazioni, differenziate, che emergono dall'analisi dei vari settori. Conferma le previsioni del Iii trimestre il comparto "Sistemi di sollevamento e movimentazione", con un saldo pari a -`55,2% tra le aziende che dichiarano un aumento del fatturato e. Quelle che ne denunciano un peggioramento. La situazione salda sul versante degli ordinativi permette previsioni improntate alla stabilità anche per il nuovo trimestre. Continua la crescita del settore delle "Macchine edili stradali minerarie ed affini" sia in Italia che all'estero. Il trend è. Atteso proseguire anche nei prossimi mesi. Dopo i pesanti cali di attività subiti nello scorso trimestre dalle "Macchine per l'industria alimentare" e dalle "Attrezzature per il commercio" si delineano segnali di ripresa, con rispettivamente un saldo positivo del 22,2% e del 33,3% tra le imprese che dichiarano un aumento del fatturato e quelle che ne denunciano un decremento. Fa ben sperare per quest'ultimo comparto l'inflessione positiva che caratterizza in generale gli ordini. Il settore delle "Affettatrici, tritacarne ed affini", mantiene le posizioni grazie all'attività all'estero. Segnali positivi pervengono invece dal comparto "Macchine per la lavorazione delle carni", dove il 25% delle aziende intervistate denuncia un incremento del fatturato rispetto al trimestre precedente. Non disattende le attese e continua con una crescita brillante il settore delle "Macchine per il caffè espresso'"dove i due terzi delle imprese dichiarano un incremento del fatturato rispetto al trimestre precedente. Con una situazione ordini soddisfacente le aziende guardano con fiducia al prossimo futuro. Nel comparto "Apparecchiature aerauliche" prosegue invece una fase di rallentamento: il Iv trimestre `04 chiude con un saldo di — 14,8% tra le aziende che dichiarano un incremento del fatturato e quelle che ne denunciano un decremento. Tuttavia un carnet ordini saldo che attesta a 3 i mesi di lavoro assicurato, e un'inflessione positiva della domanda sui mercati nazionale ed estero consentono di formulare previsioni positive. Diversa la situazione nel comparto "Apparecchi e componenti per impianti termici" dove continua la crescita e si porta a +39,4% il saldo tra le aziende che dichiarano un aumento del fatturato e quelle che ne denunciano una diminuzione. Le previsioni per il I trimestre 2005 indicano un rallentamento. Bene anche il settore "Serrature e ferramenta": dopo la chiusura decisamente negativa dello scorso trimestre, è ora il 50% delle aziende a dichiarare aumentato il fatturato. Il livello ordini fa guardare con cautela al prossimo futuro. Ancora negativa la situazione del comparto "Posateria, coltelleria, vasellame, pentolame e affine" a causa della contrazione degli ordinativi sia sul mercato interno che estero. Il carnet medio in medi di lavoro assicurato passa da 2 a 0,9. Si confida in una ripresa nel I trimestre 2005. ,. In miglioramento il trend del settore "Forni Industriali" sia in Italia che all'estero. Continua la crescita degli "Impianti di finitura", confermando le previsioni dell'ultimo trimestre, con il 57,9% delle imprese che dichiara un incremento del fatturato. Segnali di ripresa anche per i settori "Rubinetteria Sanitaria" e " Valvolaine, bronzo e ottone" che chiudono il Iv trimestre rispettivamente con un saldo pari a +17,7% e +38,5% tra le aziende che dichiarano un aumento e quelle che dichiarano un decremento del fatturato; così come buona è la performance del comparto "Casseforti, porte corazzate e cassette di sicurezza" dove ben il 63,6% delle aziende dichiara aumentato il fatturato rispetto allo scorso trimestre. Nonostante una situazione ordini in calo, si guarda con fiducia al prossimo futuro. Stenta invece a decollare la ripresa per i "Misuratori gas": il 50% delle aziende denuncia un decremento del fatturato rispetto al trimestre precedente, malgrado i sedali positivi dal mercato internazionale. Nel settore "Misuratori acqua" la situazione è migliorata (+33,3% il saldo del fatturato), grazie soprattutto all'incremento delle opportunità sui mercati esteri. E' la domanda nazionale invece a trainare il comparto dei "Sistemi elettronici di conversione". Ottima la performance nel settore dei "Distributori di carburante"; la totalità delle imprese denuncia un aumento del fatturato e il 40% nuovi investimenti. Migliora la situazione del comparto "Caldareria" che, dopo la battuta d'arresto del trimestre scorso, chiude con un saldo del fatturato di +32,3%. Le previsioni per il I trimestre 2005 indicano una partenza un po' sottotono. Infine, nel comparto dei "Dispositivi per la protezione individuale sul lavoro", dopo la pausa del terzo trimestre l'attività ha mostrato segnali di ripresa, che è attesa proseguire anche nei primi mesi del 2005. |
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PIAGGIO: PRECISAZIONI |
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Pontedera (Pi), 25 febbraio 2005 - In relazione alle anticipazioni di stampa del mensile Motociclismo riportate dall'agenzia Ansa, relative a ipotesi di cessione di Moto Guzzi, l’Ing Sabelli, Amministratore delegato di Piaggio, ha definito tali ipotesi “del tutto prive di fondamento”. “Moto Guzzi è parte integrante del Gruppo Piaggio – ha dichiarato l’ing. Sabelli - ed è al centro di un importante programma di investimenti industriali e di rafforzamento manageriale finalizzati al rilancio del marchio Moto Guzzi in Italia e all'estero. Tali programmi sono stati, peraltro, recentemente da me illustrati al Governo e alle Organizzazioni Sindacali.” |
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MACCHINE AGRICOLE: BILANCIO A DUE FACCE IL SETTORE CHIUDE IL 2004 CON INCREMENTI DI FATTURATO DEL 3%, E REGISTRA UNA CRESCITA SUL MERCATO INTERNO PER TUTTE LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI MACCHINE. TUTTAVIA, CROLLANO I MARGINI DI PROFITTO |
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Roma, 28 Febbraio 2005 - L'industria italiana della meccanizzazione agricola presenta un bilancio "a due facce". Nel corso del 2004 il settore ha segnato incrementi di produzione e un positivo andamento delle vendite sia sul mercato interno sia sui mercati esteri, ma nello stesso tempo ha visto ridursi al minimo gli utili aziendali, per la crescita vertiginosa dei costi di produzione. Il dato - illustrato da Massimo Goldoni, Presidente dell'Unione nazionale dei costruttori di macchine agricole Unacoma, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 9 febbraio scorso a Roma - suscita preoccupazioni circa la tenuta di un settore che, con una produzione di oltre 900 mila tonnellate annue, un fatturato intorno ai 6,5 miliardi di euro, e una quota di esportazioni pari al 60% del totale prodotto, ha fino ad oggi rappresentato uno dei punti di forza del made in Italy. I positivi risultati del comparto, che ha chiuso il 2004 con una crescita globale del 3%, e che dovrebbe registrare sulla base dei dati d'immatricolazione (depurati del cospicuo numero di pratiche in giacenza relative al 2003) incrementi tanto per le trattrici (stimati intorno al 3%) quanto per le mietitrebbiatrici (circa il 10%), nonché per le motoagricole e i rimorchi, sono da attribuire alla sua competitività e capacità d'innovazione. Queste caratteristiche, tuttavia, rischiano oggi di essere compromesse. L'impennata dei prezzi delle materie prime ferrose, infatti, dovuta all'eccesso di richiesta da parte soprattutto della Cina, ha comportato incrementi medi nei costi di fornitura superiori al 40%, con punte anche maggiori per quelle tipologie di macchine nelle quali la componente ferrosa è preponderante. La drastica riduzione degli utili - ha sostenuto Goldoni - non potrà non avere riflessi anche sugli investimenti per lo sviluppo tecnologico dei prodotti, necessari a mantenere il settore competitivo su tutti i mercati. Questo in un contesto che vede l'Italia agli ultimi posti in Europa nei finanziamenti per la ricerca, con tassi inferiori all'l% sul prodotto nazionale lordo. Lo Stato non sostiene l'innovazione, né in modo indiretto, con politiche di defiscalizzazione per la ricerca privata, né in modo diretto. Dobbiamo ricordare che è dagli anni '80 - ha detto Goldoni - che non esiste più un solo progetto importante finanziato con fondi pubblici nel campo della meccanizzazione agricola. Oltre alla crescita dei costi di produzione e alla mancanza di una politica per la ricerca e l'innovazione, un problema aperto è anche quello dei tassi di rinnovo del parco macchine. L'italia presenta un numero complessivo di trattrici pari a oltre 1 milione 650 mila unità, la gran parte delle quali totalmente obsoleta, se si considera che il mercato interno non assorbe in media più di 30.000 esemplari nuovi ogni anno. Per stimolare l'innovazione, e in parte anche per sostenere il mercato, l'Unione dei costruttori chiede dunque un nuovo provvedimento rottamazione (il decreto atteso per il 2005 è stato annullato dalla finanziaria), da abbinare con l'istituzione di una revisione obbligatoria dei veicoli. |
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AGENZIA SVILUPPO NORD MILANO È DIVENTATA L’AGENZIA DI SVILUPPO DELL’AREA METROPOLITANA DI MILANO |
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Sesto San Giovanni, 28 febbraio 2005 - Asnm, l’Agenzia di sviluppo locale che dal 1996 ha promosso e gestito, in collaborazione con le amministrazioni pubbliche del Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Cinisello Balsamo e Bresso) la reindustrializzazione e il rilancio produttivo del territorio, è diventata la nuova Agenzia per la promozione economica dell’intera area metropolitana. La definizione del nuovo ambito territoriale di intervento, del nome e della missione è stata decisa oggi pomeriggio dai Soci riuniti in Assemblea Ordinaria e Straordinaria, che hanno anche approvato l’aumento del capitale sociale e l’apertura a nuovi soci. Nella nuova società per azioni denominata Agenzia per la Promozione e lo Sviluppo Sostenibile dell’Area Metropolitana di Milano (in breve Agenzia Sviluppo Milano Metropoli) potranno entrare gli altri Comuni dell’area metropolitana di Milano, altri enti interessati a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio. Tra gli attuali soci, avranno un peso maggiore la Provincia di Milano e la Camera di Commercio di Milano, mentre rimane invariata la partecipazione degli altri azionisti (Comuni di Cinisello, Cologno e Bresso, Finlombarda, Bcc di Sesto San Giovanni, Falck, Abb, Marcegaglia e Centro Edilmarelli). La nuova missione di Agenzia Sviluppo Milano Metropoli si concentrerà su cinque aree strategiche: Marketing territoriale: promozione del territorio a livello nazionale e internazionale, con particolare riferimento all’attrazione di investimenti esteri e di risorse qualificate, alla creazione di un’offerta turistica integrata, alla progettazione e realizzazione di strumenti e iniziative. Promozione di settori economici strategici: supporto e rilancio delle imprese milanesi di settori particolarmente rilevanti e strategici per l’area milanese, dalla net economy, informatica e telecomunicazioni, alle industrie creative. Realizzazione di progetti speciali: tra i primi progetti speciali che potrebbe avviare la nuova Agenzia ci sono la realizzazione di un Parco Audiovisivo Multimediale nel Nord Milano e la costituzione di un Polo Metropolitano dell’Innovazione, della Formazione e del Lavoro a Milano. Realizzazione di insediamenti produttivi: creazione di strutture destinate all’insediamento di artigiani e piccole imprese, sul modello dei distretti produttivi costruiti da Asnm a Sesto, Cologno e Bresso. Collaborazione alla definizione e alla gestione di strategie di governance e sviluppo dell’area metropolitana milanese. La nascita della nuova Agenzia Sviluppo Milano Metropoli si associa all’unanime riconoscimento del lavoro svolto e alla volontà di procedere alla valorizzazione delle competenze e delle esperienze accumulate da Asnm nel processo di rilancio economico e territoriale del Nord Milano. Www.asnm.com |
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MADE IN ITALY E GLOBALIZZAZIONE: UNA CONVIVENZA POSSIBILE? |
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Como, 28 febbraio 2005 - Con la Legge Finanziaria 2004 (L.350/2003) è iniziato un vasto progetto di riforma a tutela del Made in Italy diretto a contrastare il crescente fenomeno della contraffazione proveniente in particolare dai mercati del Far East; anche la Confindustria, tramite il Comitato Tecnico Confederale, è impegnata da tempo nella ricerca di soluzioni sia a livello nazionale che internazionale Al fine di fare il punto della situazione sulle attività delle Istituzioni a difesa del Made in Italy nei vari settori e in particolare nel Tessile e Abbigliamento Vi invitiamo a partecipare al convegno sul tema: “Made in Italy e globalizzazione: una convivenza possibile?” Come difendersi dal fenomeno della contraffazione martedi' 1° marzo 2005, ore 16,30 Presso la sede dell'Unione Industriali di Como Interverranno: Ing. Giorgio Carcano – Presidente dell'Unione Industriali di Como; Dott. Paolo Zegna – Presidente di Smi – Sistema Moda Italia; Dott. Gian Domenico Auricchio – Presidente del Comitato Tecnico Confederale per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione; Dott. Mario Andrea Guaiana – Direttore Generale Agenzia delle Dogane di Roma; Avv. Riccardo Castiglioni – Studio Legale Castiglioni Bonelli Marchetti le Divelec. |
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CONVEGNO SUL TEMA: “DESIGN ON GLOBAL MARKET: LA GEOGRAFIA DELLA TUTELA” |
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Milano, 28 febbraio 2005 - Design Focus osservatorio sul sistema del design lombardo, Camera di Commercio di Milano e Fondazione Politecnico di Milano, in collaborazione con Promos e Camera di Commercio Italo-cinese, organizzano un convegno convegno sul tema: “Design on Global Market: la geografia della tutela” che si terrà il 7 marzo 2005 alle ore 9.30, presso Palazzo Turati_sala conferenze, via dei Meravigli 9/b, 20133 Milano. L'iniziativa è rivolta a imprese, professionisti del mondo del design e a tutti coloro che sono interessati a conoscere il nuovo scenario della tutela del design e le sue relazioni con il sud est asiatico. Questo evento tratterà l'argomento della Tutela del Design e le prospettive del nuovo assetto legislativo europeo in relazione a un tema di grande attualità: la nuova Cina. Il convegno è suddiviso al mattino in due sessioni tematiche: Tutela e Design: stato dell'arte della normativa e risultati di un'indagine presso le imprese lombarde e Geografie della tutela e mercato: il caso Cina. Nel pomeriggio invece, i temi trattati riguarderanno, in modo specifico, il mondo imprenditoriale interessato all'approvvigionamento dalla Cina. |
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NANOPARTICELLE PER NUOVI PRODOTTI DI GRANDE CONSUMO |
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Bruxelles, 28 febbraio 2005 - Un progetto dell'Ue unisce scienza e ingegneria per tentare di trovare nuovi processi di dispersione delle nanoparticelle nei liquidi, ad esempio lozioni per il corpo e detergenti. L'uso delle nanoparticelle può rendere certi prodotti più attraenti agli occhi dei consumatori, facendo vedere meno sulla pelle una lozione per il corpo o proteggendo la vernice dalla luce solare, per citare due casi. Ma per essere efficaci, le particelle debbono essere disperse nei liquidi, e anche se i produttori lo fanno, 'manca attualmente una conoscenza profonda di come i parametri ingegneristici interagiscono con i parametri chimici', ha dichiarato al Notiziario Cordis il dottor Gul Ozcan-taskin, coordinatore del progetto Proform. Il processo di dispersione richiede un numero di passaggi che varia in funzione del tipo di particella, ad esempio umidificazione, dispersione e dissoluzione. Per migliorare i metodi attuali, il consorzio esaminerà ciascun componente e ciascuna fase della dispersione delle nanoparticelle, dalle proprietà delle particelle (umidità, porosità, forma, dimensione, densità, forza aggregante) alle proprietà fisiche del liquido e alla dispersione stessa. Importante, ad esempio, assicurarsi che le particelle non galleggino e non affondino, e che gli aggregati si scompongano. Comprendendo più a fondo questi processi, si spera di poter migliorare i prodotti e ridurre gli scarti. I risultati di Proform includeranno una guida di progettazione per l'intero processo, una banca dati d'informazioni generiche per la caratterizzazione delle particelle, e modelli numerici per le proprietà reologiche delle sospensioni, la cinetica dei processi secondari, il flusso e la miscelazione dei fluidi. Il progetto, che riunisce dieci partner del settore industriale (sia grandi che piccole aziende) e del mondo accademico, ha preso il via nel luglio 2004 e durerà tre anni, con un finanziamento del Sesto programma quadro (6Pq) dell'Ue. Per ulteriori dettagli su Proform: http://www.Bhrgroup.co.uk/bhrsoln/process/proform.htm |
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AIR FRANCE : PUNTUALITA’ DEI VOLI E ‘PERFORMANCE BAGAGLI’ PER IL MESE DI GENNAIO 2005 |
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Roma, 28 febbraio 2005 - Da novembre 2004, Air France comunica informazioni piu’ complete riguardo la puntualità dei suoi voli, insieme a nuovi dettagli sia sulla regolarità di essi sia sui bagagli persi. La pubblicazione é mensile e avviene poco prima della pubblicazione dei dati su questi argomenti da parte dell’Aea (Association of European Airlines) e del Caprs (Community Air Passengers Reporting System), forniti dalle compagnie aeree che ne fanno parte. Da notare é che le classifiche presentate da questi due organismi non tengono conto delle diverse tipologie di compagnie aeree ( charter, low cost, “hubbed”, major, “point-to-point”) Commenti sulle condizioni operative di gennaio Nell’insieme, le condizioni operative sono state soddisfacenti; alcune perturbazioni meteorologiche hanno impattato il controllo del traffico aereo./. Puntualità e regolarità dei voli Air France : I risultati del mese di gennaio mostrano un miglioramento rispetto sia a quelli di dicembre 2004 sia ai risultati di gennaio 2004, illustrando cosi’ una continuità nel miglioramento. A gennaio, i voli Air France: - “partiti in orario o entro i 15 minuti” rappresentano l‘82,7 % del suo traffico. - “arrivati in orario o entro i 15 minuti” rappresentano l’80,3 % del suo traffico.
| Voli « Navette » | Voli corto e medio raggio | Voli lungo raggio | Gennaio 05 | Totale 05 | Gennaio 05 | Totale 05 | Gennaio 05 | Totale 05 | Puntualità alla partenza | 86,7 % | 86,7 % | 81,5 % | 81,5 % | 67,2 % | 67,2 % | Puntualità all’arrivo | 88 % | 88 % | 78 % | 78 % | 62,8 % | 62,8 % | % cause esterne (Atc, meteo,…) | 40 % | 40 % | 42 % | 42 % | 41 % | 41 % | % cause interne (gestione passeggeri) | 33 % | 33 % | 16 % | 16 % | 18 % | 18 % | % cause interne (gestione aeromobile, carico) | 20 % | 20 % | 20 % | 20 % | 27 % | 27 % | % effetti indotti dalle 3 cause sovrastanti | 7 % | 7 % | 21 % | 21 % | 14 % | 14 % | Ritardo medio (per volo ritardato) | 22 min. | 22 min. | 24 min. | 24 min. | 29 min. | 29 min. | Regolarità | 98,2 % | 98,2 % | 97,6 % | 97,6 % | 99,6 % | 99,6 % | Puntualità: i criteri usati sono: la percentuale di voli corto, medio e lungo raggio, nazionali e internazionali, partiti e arrivati “in orario o entro i 15 minuti” rispetto all’orario programmato, in tutti gli scali del network ; la percentuale delle quattro principali cause di ritardo (esterne alla compagnia – Atc, meteo, infrastrutture aeroportuali .- e interne – legate alla gestione dei passeggeri, dell’aeromobile, del carico, ...) Regolarità : il criterio usato è la percentuale dei voli programmati che sono stati realmente effettuati, considerando che si tiene conto di tutti gli annullamenti avvenuti fino a tre giorni prima della partenza. Commento : I risultati sulla puntualità per il mese di gennaio dimostrano che la maggioranza dei ritardi avviene a causa dei problemi esterni (cattive condizioni meteorologiche, saturazione delle risorse aeroportuali, misure di sicurezza...). Questo é particolarmente accentuato nel caso dei voli a lungo raggio./. “Performance bagagli” : Il criterio usato é il numero di bagagli mancanti all’arrivo della destinazione finale (ovvero tutti quelli che non arrivano allo stesso momento del passeggero e vengono mandati dopo) ogni mille passeggeri imbarcati in tutti gli scali Air France.. “Performance bagagli” nel mese di gennaio 2005 : 14,9 ogni 1 000. “Performance bagagli” dall’inizio dell’anno: 14,9 ogni 1 000. Commento: La “performance bagagli” della compagnia nel mese di gennaio é notevolmente migliorata, paragonata sia al mese scorso sia a gennaio 2004. Per il quinto mese consecutivo, grazie a questo risultato, Air France si posiziona, per quanto riguarda il trattamento dei bagagli, di nuovo in testa a tutte le compagnie aeree europee major, su tutto il network. |
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BANDO DI GARA PER L'APPALTO DI ALCUNI SERVIZI AIR SIDE E ACCESSORI DELL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI RIMINI - SAN MARINO "FEDERICO FELLINI" |
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Rimini, 28 febbraio 2005 - Affidamento mediante procedura ristretta ad evidenza pubblica (licitazione privata) dei servizi di rampa agli aeromobili passeggeri, combi e merci, presidio magazzino merci, pulizia piazzale ed opere accessorie. Sono posti a gara quali servizi opzionali: manutenzione di tutto il parco mezzi air side; prelevamento del bottino di bordo e il rifornimento dell'acqua potabile. Tutti i servizi dovranno essere svolti in conformità alla vigente normativa in materia aeronautica e aeroportuale internazionale, nazionale ed alle ordinanza E.n.a.c. E D.c.a. Riguardanti il settore. Luogo prestazione dei servizi: Aeroporto Internazionale di Rimini San Marino "Federico Fellini” - Miramare di Rimini, Via Flaminia n. 409. Ammontare complessivo dell’appalto al netto I.v.a., euro 659.397,33 annui, per complessivi euro 3.296.986,67 al netto I.v.a. Per la durata quinquennale del contratto ivi compresi i servizi opzionali. L’affidamento avrà durata quinquennale, con facoltà per la Stazione Appaltante di prorogare l'affidamento una sola volta per un periodo massimo di pari durata ed obbligo esplicito per l’impresa affidataria di garantire il servizio nelle more per il completamento delle nuove procedure di gara per un periodo massimo di ulteriori mesi 12, a condizioni invariate. Tutti i partecipanti dovranno essere in possesso della certificazione o abilitazione E.n.a.c. Per l'espletamento dei servizi in affidamento. Scadenza fissata per la ricezione delle domande di partecipazione: 10/03/2005, ore 12. Le domande di partecipazione e relative allegazioni – il tutto redatto tassativamente in lingua italiana – dovranno essere inoltrate a Segreteria di Direzione di Aeradria S.p.a., Via Flaminia 409, 47831 Miramare di Rimini (Rn) e la busta dovrà riportare la seguente dicitura: Non Aprire, Contiene Domanda Di Partecipazione Alla Procedura Ristretta Per Bando Di Gara Per L'appalto Di Alcuni Servizi Air Side E Accessori Dell'aeroporto Internazionale Di Rimini - San Marino "Federico Fellini". Il presente bando è pubblicato in “Supplemento Alla Gazzetta Ufficiale Dell’unione Europea”: rif. 21511-2005, 022/2005 - I-rimini: Servizi Di Supporto Vari Ai Trasporti Aerei del 01 febbraio 2005. |
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LOGISTICA URBANA UN CONFRONTO OPERATIVO |
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Milano, 28 febbraio 2005 – Oggi dalle ore 9.30 presso la Camera di commercio palazzo Turati – sala Consiglio in via Meravigli 9/b si terrà un Convegno sul tema : "Logistica urbana“ Parteciperanno: Gabriele Albertini, sindaco di Milano; Massimo Sordi, vicepresidente della Camera di commercio di Milano; Marco Spinedi, consiglio direttivo City Logistics; Simonpaolo Buongiardino, amministratore Unione del Commercio di Milano; Adriano Vaia, presidente Fedit (Federazione Italiana Trasportatori); Mario Castaldo, presidente del gruppo merceologico trasporti, Assolombarda; Agostino Fornaroli, Ailog (Associazione Italiana di logistica e di Supply Chain Management); Arcangelo Merella, presidente della Consulta della Mobilità A.n.c.i. (Associazione Nazionale Comuni Italiani); Alberto Croce, presidente City Logistics; Lanfranco Senn, direttore Centro di Economia regionale dei trasporti e del turismo, Università Bocconi; Pierluigi Ficara, amministratore delegato consorzio Train (Consorzio per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il trasporto innovativo). Conclude i lavori Giorgio Goggi, assessore trasporti e mobilità Comune di Milano. |
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GLOBAL CITY: SOLUZIONI PER AMMINISTRARE LA CITTA GLOBALE ROMA, TORINO, MILANO, BARI, BRESCIA E PADOVA TRA LE BEST PRACTICE INTERNAZIONALI |
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Cannes, 28 Febbraio 2005 - Alla sua prima edizione, Global City è la conferenza delle città europee e degli Amministratori Locali sui temi dell' Urban Management, dell' Ambiente, della Mobilità e dello sviluppo sostenibile. Un Forum internazionale in cui gli amministratori locali e gli esperti di tutto il mondo potranno incontrarsi e confrontarsi sulle best practice a livello internazionale. Ideata ed organizzata da Reed Midem Exhibition (che già promuove le Fiere internazionali di Mapic e Mipim) Global City si svolgerà a Cannes, dal 6 all'8 Marzo 2005 (in concomitanza con la prossima edizione di Mipim, in programma dall'8 all'11 Marzo) e si ripeterà annualmente diventando un evento itinerante. Global City ha un "advisory commitee" di Amministratori Locali Europei che ne supportano l'alta qualità dei contenuti. Hanno confermato la loro adesione: Gabriele Albertini, Sindaco di Milano, Pam Alexander, Pdg South East England Development Agency (Seeda), Royaume Uni, Jean-marc Ayrault,sindaco di Nantes, Francia, Iñaki Azkuna, Sindaco di Bilbao, Spagna, Frank Beke, Sindaco di Gand, Belgio, Bernard Brochand, Sindaco di Cannes, France, Jean Marie Bockel, Ville de Mulhouse, Président de Association des Maires des Grandes Villes de France, France, Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino, Italia, Gérard Collomb, Président du Grand Lyon, Communauté Urbaine de Lyon, France, Wim Deetman, Sindaco di La Haye, Pays Bas, Andrea De Maria, Vice Presidente dellaProvincia di Bologna, Vincenzo Divella Presidente Provincia di Bari, Italia, Michele Emiliano, Sindaco di Bari, Italia, John Fitzgerald, City Manager Ville de Dublin, Irlande, Richard Leese, Leader – Conseil Municipal Ville de Manchester, Royaume Uni, Président Eurocities, David Lunts, Directeur du Département Politique Urbaine Bureau du Premier Ministre Adjoint, Royaume Uni, Mohamed M’barki, Gouverneur / Wali, Ville de Tétouan, Maroc, Président de l’Inta ( Association Internationale du développement Urbain), Petra Roth, Sindaco di Francoforte, Germania, Antõnio Carmona Rodrigues, Sindaco di Lisbona, Portogallo, Alfredo Sanchez Monteseirin, Sindaco di Siviglia, Espagne, Wolfgang Schuster Sindaco di Stoccarda, Germania, Rui Fernando da Silva Rio, Sindaco di Porto, Portogallo, Wolfgang Tiefensee, Sindaco di Leipzig, Germania, Walter Veltroni, Sindaco di Rome, Italia, Mike Whitby,leader – Conseil Municipal Ville de Birmingham, Royaume Uni, Artūras Zuokas, Sindaco di Vilnius, Lituania. Gmprgroup fa parte del Comitato scientifico internazionale di Global City in qualità di rappresentante per l'Italia. Durante le tre giornate di incontro, saranno presentate le best practice di quelle città che, per affrontare e risolvere le problematiche relative alla complessità dei loro territori, hanno trovato soluzioni reali che includono lo sviluppo economico, sociale, infrastrutturale e della qualità della vita. Trasformare la visione della città in un progetto strategico integrato: Attraverso il programma di Conferenze, Global City faciliterà l’incontro e lo scambio delle migliori pratiche in una logica di networking sull’ urban management. Proporrà soluzioni pratiche per aiutare le nostre città a diventare luoghi migliori in cui vivere, lavorare, investire. Alla sua prima edizione, Global City si focalizzerà sui seguenti temi: Migliorare la qualità dell’ambiente urbano; Sviluppare il potenziale economico di una città o di una regione ; Gestire il sistema dei trasporti e della mobilità urbana. Programma aggiornato al 17/02/05 - 15 global case studies: Barcelona: 22@ Barcelona, la riconversione di una zona industriale in un distretto innovativo con infrastrutture all’avanguardia; Bilbao: La rinascita di Bilbao è spesso ridotta allo spettacolare Guggenheim Museum, Cosa c’è all’ombra di questa grande opera architettonica? Dublin: Le strategie territoriali per sostenere l’identità urbana e il successo economico Lyon: Strategie metropolitane per la coesione sociale Melbourne: Melbourne 2030 – Pianificare lo sviluppo sostenibile Randstad / Delta Metropolis: Strategie per incrementare la competitività della regione. Rome: “Rinascimento Romano” – Il primo piano regolatore della cittàche prende in considerazione fattori economici, sociali, infrastrutturali e della qualità della vita. Stuttgart: Integrazione, Internazionalizzazione e iniziative per il nuovo millennio. Turin: Trasformazione e alleanze strategiche per i Giochi Olimpici invernali del 2006. 35 Interactive sessions: Sviluppare il potenziale economico di una città e di una Regione - Le Asturie: la creazione di una nuova regione metropolitana ; Hanover: Come conciliare sviluppo sostenibile e crescita economica ; Lisbon: Progettare lo sviluppo Economico ; Seeda (South East England Development Agency): Arricchire il potenziale del territorio Toulouse: From Azf to Canceropole : dopo la crisi, un approccio integrato… Un ambizione europea ; Vilnius/kaunas: La creazione della nuova Regione Dipolis ; Wolfsburg: la transizione da un’area industriale ad una di servizi e tempo libero. Migliorare la qualita dell’ambiente urbano - Birmingham: Sviluppo e rigenerazione di Bullring Mall & New Eastside ; Bordeaux: Ampliare il centro cittadino ; Budapest: Accendere le luci per lo sviluppo economico, in collaboration with Luci Association (Lighting Urban Community International Association) ; Ghent: Accendere le Luci per migliorare la qualità della vita, in collaboration with Luci Association (Lighting Urban Community International Association) ; Madrid: La rivitalizzazione della città:un piano per spazi pubblici e abitativi ; Malmö: Il porto occidentale: a Green Compact City ; Nantes: Il progetto di sviluppo della città ; Panel: Public-private Partnerships per I servizi idrici ; Paris: Piano per la rigenerazione urbana e commerciale del quartiere di Beaugrenelle ; Prague: strategie di rigenerazione del centro storico ; Westminster: una delle città più pulite del mondo. Gestire la mobilita’ e i trasporti del sistema urbano - Antwerp: Promuovere una rete di servizi di trasporto pubblico ; Brescia: Il Metrobus ; Hamburg: Hamburg@work –le iniziative di e-government: Il progetto non-commercial Wlan project della Germania ; London: Tassa sull’ingresso nel centro città ; Padova: Nuovi trasporti e infrastrutture commerciali: Il City Port. |
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DA GALLARATE A MALPENSA IN TRENO, SÌ AL PROGETTO ARRIVERÀ AL TERMINAL 2 E SI COLLEGHERÀ ALLE FERROVIE NORD AL TERMINAL 1 |
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Milano, 28 Febbraio 2005 - Da Gallarate direttamente a Malpensa (Terminal 2) in treno, tutto in galleria. E' il progetto preliminare di collegamento da nord con l'aeroporto intercontinentale predisposto da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), sul quale ha espresso parere favorevole la Giunta regionale, su proposta degli assessori alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro, e al Territorio e Urbanistica, Alessandro Moneta. Il progetto, denominato "Accessibilità da nord a Malpensa", rientra fra quelli della cosiddetta "Legge Obiettivo" e dovrà ora ricevere l'approvazione del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica). Dalla fermata al Terminal 2 il tracciato proseguirà poi fino all'attuale stazione della Ferrovie Nord al Terminal 1, consentendo così l'integrazione fra le due reti ferroviarie, Rfi e Ferrovie Nord stessa. "Con questo intervento - ha detto l'assessore Corsaro -si realizza una nuova linea che collegherà l'aeroporto di Malpensa con le aree della vicina Confederazione Elvetica (Sempione, Ticino) e con l'area di Milano. La nuova tratta ferroviaria consentirà pertanto di potenziare i flussi di traffico passeggeri diretti allo scalo aeroportuale, mediante un efficace collegamento con le direttrici a lunga percorrenza". L'istruttoria regionale ha comportato una lunga e impegnativa attività di concertazione che ha coinvolto i Comuni interessati, la Provincia di Varese, Sea, Enac ed Enav, gestori dell'impianto aeroportuale, e Ferrovie Nord. |
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PATENTE A PUNTI: ALLO STUDIO FERMO AMMINISTRATIVO IL CODACONS FAVOREVOLE. MA IL PROVVEDIMENTO DEVE ESSERE GARANTISTA E PROPORZIONALE ALL’INFRAZIONE |
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Roma, 28 febbraio 2005 - Il Codacons esprime parere favorevole in merito alla proposta annunciata oggi dal Viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Mario Tassone, di un fermo amministrativo di breve durata (da 10 a 15 giorni) che faccia seguito alla sentenza della Consulta sulla patente a punti. “L’idea di un fermo amministrativo per un’auto che ha commesso una grave infrazione ci sembra buona – afferma per il Codacons Carlo Rienzi – anche perché non si tratta di una ingiusta pena personale, come invece avveniva con la decurtazione dei punti patente, prima della sentenza della Consulta. Il fermo però – prosegue Rienzi – deve essere di durata limitata e proporzionale all’infrazione commessa, e va applicato solo per le infrazioni gravi. Si deve cioè seguire una linea garantista che non danneggi eccessivamente il proprietario dell’auto a bordo della quale è stata commessa la violazione”. |
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TARIFFE GAS METANO: NUOVO RICORSO URGENTE IN APPELLO AL CONSIGLIO DI STATO |
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Milano, 28 febbraio 2005 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha disposto un nuovo ricorso urgente al Consiglio di Stato per la sospensione della decisione del Tar per la Lombardia che lo scorso 16 febbraio ha disposto l'annullamento della delibera con la quale furono definite le tariffe di distribuzione del gas metano per il periodo 1 ottobre 2004 - 30 settembre 2008. Quest'ultima decisione del Tar, che ha accolto le richieste di Italgas e di una parte degli altri distributori tra cui alcune municipalizzate, comporta il rischio di un aumento di circa l'1,1% del prezzo finale pagato dai consumatori, con maggior esborso annuo di 9 euro. Un precedente provvedimento del Tar, che ha sospeso l'aggiornamento trimestrale della componente tariffaria relativa al valore della materia prima, anch'esso appellato urgentemente dall'Autorità, ha già prodotto il rischio di un aumento di circa l'1,7% pari a 13 euro all'anno. Le conseguenze delle due decisioni del Tar potrebbero quindi determinare un aumento del 2,8%, circa 22 euro all'anno in più (oltre 300 milioni di euro la maggiore spesa complessiva a carico delle famiglie e degli altri piccoli consumatori). Le riduzioni della tariffa di distribuzione disposte dall'Autorità furono sostanzialmente determinate dall'aggiornamento del tasso di remunerazione riconosciuto alle società di distribuzione (principalmente in considerazione della riduzione internazionale dei tassi di interesse e del conseguente minor costo del capitale) allineandolo alle remunerazioni riconosciute in tutti gli altri Paesi europei. La decisione del Tar sulle tariffe di distribuzione per il periodo regolatorio 2004 - 2008 espone il mercato del gas a gravi incertezze: l'annullamento della delibera, infatti, non determina di per sé il rientro in vigore delle tariffe precedenti, che hanno cessato ogni effetto il 30 settembre, e potrebbe indurre le imprese, erroneamente, a praticare corrispettivi arbitrari, a danno dei consumatori. L'eventuale non accoglimento da parte del Consiglio di Stato della richiesta di sospensione degli effetti della decisione del Tar determinerebbe anche una grave restrizione del grado di apertura della concorrenza nel mercato del gas. La delibera annullata aveva infatti introdotto una forte semplificazione delle tariffe di distribuzione a livello locale, misura indispensabile per l'ingresso di nuovi operatori, che infatti si sono attivati negli ultimi mesi con offerte dirette ai singoli consumatori finali anche nelle aree dove in precedenza non erano presenti. Con lo stesso obiettivo di incentivazione della concorrenza e dell'ingresso di nuovi operatori in mercati locali che ancora si configurano come monopolistici, la delibera annullata conteneva norme tese a impedire comportamenti opportunistici delle società di distribuzione in favore delle imprese di vendita da esse controllate, a scapito delle altre; l'annullamento della delibera potrebbe pertanto consolidare la posizione dominante delle società di vendita appartenenti allo stesso gruppo dell'impresa di distribuzione. |
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RISCHIO TSUNAMI IN ADRIATICO? SE NE PARLA A VENEZIA IL 28 FEBBRAIO IN UNA TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA DA CORILA E CNR |
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Roma, 25 febbraio 2005 - “La salvaguardia di Venezia passa per diversi fronti” avverte Paolo Cescon, direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche di Venezia e presidente del Consorzio Corila. “Non basta preoccuparsi di acqua alta e inquinamento, le misure di protezione debbono riguardare anche la valutazione di un rischio maremoto”. Proprio su questo argomento il Corila, il Consorzio per la gestione delle attività di ricerca sul sistema lagunare, ha organizzato a Venezia il 28 febbraio prossimo, alle ore 15,00 (Palazzo Franchetti) una tavola rotonda quale momento di informazione e riflessione su un argomento non solo di attualità, per le sue conseguenze tragiche, ma anche di interesse scientifico ed operativo per tutti coloro che si occupano di gestione delle coste. Il rischio di un maremoto, infatti, nel caso veneziano assume un significato particolare per l’immenso e universale valore della città. Il fenomeno naturale che si è verificato nel Pacifico ha aperto infatti un dibattito riguardo alle possibilità che tali eventi possano essere, se non previsti, almeno mitigati nelle loro conseguenze. Nell’atlantico, esiste un centro di allerta statunitense per i maremoti. Nel Mediterraneo e in particolare nel mare Adriatico, ha senso porsi il problema della prevenzione di un rischio analogo? E’ possibile predisporre un sistema di difesa preventiva? Ed in questo caso, quali sono gli obiettivi più immediati da porsi? La risposta a queste domande richiede un riscontro scientifico sulle modalità di formazione di un maremoto nei nostri mari ed una coerente valutazione del rischio, che si basi anche su monitoraggi e misure, effettuate e da farsi. Esperti di chiara fama internazionale presenteranno informazioni, dati e proporranno risposte e soluzioni. Programma Tavola Rotonda: Moderatore: Prof. Paolo Cescon Direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr di Venezia, Presidente Corila. Interventi: Prof. Renato Funicello Ordinario di Geologia strutturale Università degli studi Roma Tre “Terremoto/maremoto del 26 dicembre 2004: Possibilità di analoga fenomenologia nell'area del Mediterraneo”. Dott. Luigi Cavaleri Istituto di Scienze Marine Cnr - Corila “La fisica di un maremoto e i casi di tsunami”. Dott. Alessandro Crise Direttore del Dipartimento di Oceanografia Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale - Corila “E' possibile la prevenzione del rischio maremoto nel mare Adriatico ?” Conclusioni: Ing. Pierpaolo Campostrini Direttore del Corila. Per informazioni: Paolo Cescon, Istituto per la dinamica dei processi ambientali, Cnr 041/2348547 |
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IL MINISTRO MORATTI: "CON LE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE DARWIN PERFEZIONEREMO I PROGRAMMI DELLA SCUOLA DEL PRIMO CICLO E METTEREMO A PUNTO QUELLI DELLA SECONDARIA SUPERIORE" |
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Roma, 28 febbraio 2005 - Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca rende noto che il documento commissionato al Gruppo di esperti presieduto dalla senatrice Rita Levi Montalcini e relativo alla "questione Darwin" è stato consegnato stamani al Ministro Letizia Moratti. Il Ministro ha trasmesso il rapporto alla struttura amministrativa affinché provveda ad integrare i piani di studio della scuola primaria e secondaria di primo grado in base alle riflessioni fornite. "Esprimo viva soddisfazione", ha detto il Ministro Moratti, "per la collaborazione offertami dagli illustri studiosi, che mi consentirà di migliorare le indicazioni nazionali relative al primo ciclo di istruzione". Il Miur fa presente inoltre che le bozze relative agli Obiettivi specifici di apprendimento delle discipline delle otto tipologie liceali previste dalla riforma sono state trasmesse al Gruppo di esperti il giorno 7 febbraio 2005. Le bozze delle linee di riforma del secondo ciclo, peraltro ancora nella fase di confronto, nella prassi consolidata del Ministero di garantire la massima trasparenza, sono da tempo consultabili sul sito www.Istruzione.it A tale documento e agli Obiettivi specifici di apprendimento, inoltrati alle associazioni disciplinari degli insegnanti ed alle organizzazioni sindacali, è stato già dato riscontro, con utili suggerimenti e osservazioni, da parte di una decina di associazioni disciplinari. Anche questi contributi saranno utilizzati per una definitiva messa a punto dei programmi liceali. |
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RICERCA UNIVERSITARIA: VIA LIBERA AL BANDO DI PRESENTAZIONE DEI PRIN 2005, PROGETTI DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE |
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Roma, 29 febbraio 2005 - Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha firmato il decreto con cui si dà il via libera alle procedure di presentazione da parte delle Università dei Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin), il più significativo e innovativo canale di azione del Ministero per il sostegno della ricerca universitaria di base. Anche quest'anno le risorse saranno concentrate su progetti di reale rilievo nazionale liberamente presentati dai docenti su tutte le quattordici aree disciplinari. Particolare interesse è stato rivolto ai ricercatori universitari non confermati, che per la prima volta avranno la possibilità di assumere l'incarico di coordinatori scientifici dei progetti. L'obiettivo per il 2005 è migliorare i numeri dello scorso anno, nel segno della trasparenza procedurale e della piena collaborazione tra gli atenei. Ogni progetto è sviluppato da una o più "unità operative di ricerca" (per il 2005 fino ad un massimo di cinque) raggruppanti un numero adeguato di ricercatori e può essere coordinato da un professore di prima e seconda fascia o da ricercatori confermati e non. Ogni singolo ricercatore può svolgere l'incarico di "coordinatore scientifico di unità operativa". La selezione delle domande sarà svolta da una Commissione di garanzia che si avvale di revisori anonimi, composta da nove membri di alta qualificazione scientifica e presieduta da un esperto designato direttamente dal Ministro. La partecipazione finanziaria del Miur ai singoli progetti approvati ammonta ad un massimo del 70% del costo totale ammissibile. Rispetto agli anni scorsi cambia il processo di valutazione dei progetti. Sulla base dei contenuti e delle parole-chiave indicate dai proponenti, per ogni proposta la Commissione individuerà due parole-chiave. Spetterà poi all'ufficio competente del Ministero affidare per via telematica la valutazione di ciascun progetto a un panel di due revisori indipendenti e anonimi, che provvederanno a formulare il giudizio di merito sulla base di una griglia di valutazione già fissata dal bando. E' possibile presentare le domande fino al 31 marzo 2005 utilizzando la modulistica informatizzata appositamente predisposta. Il bando è disponibile sul sito www.Miur.it |
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INSEGNANTI PIÙ QUALIFICATI E PIÙ GIOVANI NELLA NUOVA SCUOLA. IL MINISTRO MORATTI: "COSÌ SUPEREREMO IL PRECARIATO E DAREMO LA CERTEZZA DEL POSTO DI LAVORO AGLI ASPIRANTI DOCENTI" |
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Roma, 28 febbraio 2005 - Cambia la formazione iniziale dei docenti delle scuole italiane, in linea con le normative europee che richiedono per la professione di insegnante una formazione specifica di livello universitario. Il Consiglio dei Ministri ha approvato stamani in prima lettura, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, lo schema di decreto legislativo concernente la definizione delle norme generali in materia di formazione degli insegnanti ai fini dell'accesso all'insegnamento, in attuazione della legge 53/2003. Il decreto prevede una formazione di pari dignità per i docenti di tutti gli ordini e gradi di scuola. I percorsi di formazione iniziale dei docenti della scuola dell'infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo si svolgeranno presso le università e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, rispettivamente nei corsi di laurea magistrale e nei corsi accademici di secondo livello. "Avremo insegnanti più qualificati e più giovani", ha detto il Ministro Moratti, "e, attraverso la programmazione, potremo dare loro certezza del posto di lavoro, mentre nel sistema precedente si era creata una situazione caratterizzata da aspiranti insegnanti anche non laureati e in numero sovradimensionato. La nuova disciplina", ha aggiunto il Ministro Moratti, "consentirà progressivamente di risolvere il problema del precariato nelle scuole, perché a regime sarà possibile insegnare solo con il livello più alto della formazione universitaria, e non con una semplice formazione professionale. Per quanto riguarda il precariato storico viene conservato il reclutamento dalle graduatorie permanenti dei precari storici per il 50% dei posti da coprire, così come previsto dalla disciplina attuale. Con il nuovo canale formativo verrà coperto il restante 50% dei posti, che la disciplina previgente riservava ad un concorso per titoli ed esami". "Il Miur", ha concluso il Ministro Moratti, "sta studiando con il Ministero dell'Economia e con il Dipartimento della Funzione Pubblica misure che ci consentano di assorbire nei prossimi cinque anni tutto il precariato storico. A tale proposito stiamo avviando un confronto con le Organizzazioni sindacali e già alcune proposte sono pervenute dallo Snals. Vorrei ricordare che a partire dall'estate 2001 abbiamo assunto complessivamente circa 90.000 docenti precari, riducendo il fenomeno del precariato storico di circa il 30 per cento. Con le misure che adotteremo potremo pianificare il riassorbimento degli altri 200.000 precari storici". L'inizio dei nuovi corsi è previsto dall'anno accademico 2006-2007, per cui i primi abilitati potranno essere assegnati alle scuole dall'anno scolastico 2008-2009. Ma ecco, in sintesi, altri punti qualificanti della nuova normativa. I nuovi percorsi sono programmati dalle Università nella loro autonomia in conformità a criteri definiti con decreto del Ministro, assicurando l'approfondimento disciplinare, i contenuti pedagogico-professionali e periodi di tirocinio nelle scuole, oltre ad eventuali stage all'estero. I corsi sono finalizzati all'acquisizione di quell'insieme di competenze che caratterizzano il profilo culturale e professionale del docente. I nuovi percorsi formativi sono a numero programmato e sono ripartiti tra le Università di ciascuna Regione in misura pari al numero dei posti che si prevede di coprire per concorso nelle scuole statali della Regione stessa. Ai corsi si accede previa selezione nazionale che si svolge presso le università, dopo aver conseguito la laurea di primo livello o il diploma accademico di primo livello. Un ruolo essenziale nella formazione dei docenti hanno i Centri di ateneo o di interateneo, che verranno realizzati con compiti di organizzazione del tutorato, svolgimento delle prove d'accesso, coordinamento delle lezioni teoriche con i laboratori e i tirocini, raccordo con le scuole e con le altre istituzioni formative del territorio. Tale raccordo verrà assicurato anche da professori della scuola, comandati presso i Centri con compiti di supervisione e coordinamento dei tirocini. I Centri realizzeranno specifiche intese con le scuole o con reti di scuole, con le associazioni professionali e disciplinari, gli Irre, l'Indire e l'Invalsi per assicurare una migliore integrazione e sinergia tra i contenuti teorici curati dalle Università e la riflessione sulla pratica professionale svolta nelle scuole. Alla fine del corso, dopo la laurea magistrale o il diploma accademico di secondo livello, è previsto un esame di Stato con valore abilitante, che vale anche come prova concorsuale e garantisce quindi a coloro che lo superano la certezza dell'assunzione nelle scuole statali sui posti messi a concorso. La programmazione dei posti avviene a cadenza triennale in base a stime previsionali che tengono conto del numero dei posti di insegnamento, del numero degli alunni, anche disabili e del turn-over del personale docente. Il Ministero ripartisce poi anno per anno tra le università funzionanti nelle singole Regioni un numero di posti pari a quelli che si prevede di coprire nelle scuole della Regione maggiorato del 10%. I vincitori del concorso sono assegnati, nell'ordine della graduatoria del concorso e tenendo conto delle loro preferenze, alle scuole della Regione, nelle quali svolgono un periodo di applicazione della durata di un anno tramite un apposito contratto di inserimento formativo al lavoro, con assunzione di responsabilità di insegnamento sotto la supervisione di un tutor e svolgimento di attività formative connesse all'esperienza didattica, coordinate dal Centro di ateneo, sulla base delle indicazioni del tutor. Al termine dell'anno di applicazione ed in seguito a valutazione positiva espressa dal comitato per la valutazione del servizio, i docenti stipulano con i dirigenti scolastici un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il nuovo canale formativo potrà essere utilizzato anche dalle Regioni per assumere gli insegnanti delle loro istituzioni formative sulla base di un'intesa in Conferenza Unificata. |
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7 MILIONI PER 1.000 ALLOGGI AGLI UNIVERSITARI I POSTI LETTO ASSEGNATI IN LOCAZIONE TEMPORANEA CON UN VINCOLO PER 25 ANNI |
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Milano, 28 Febbraio 2005 - Camere, minialloggi e appartamenti per un totale di un migliaio di posti letto per studenti universitari. E' ciò che potranno realizzare Università, cooperative edilizie, Fondazioni, Aler, Comuni, imprese e associazioni, con i 7 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alle Politiche per la Casa, Giampietro Borghini. Lo stanziamento copre il 30% dei costi ed è quindi in grado di mobilitare un investimento di oltre 22 milioni per nuove costruzioni, ristrutturazioni e acquisti di edifici. Le domande potranno essere presentate in Regione entro il 16 settembre 2005 a partire, verosimilmente, dai primi di aprile, dopo che sarà stata approntata la relativa modulistica. I posti letto saranno assegnati in locazione a studenti di corsi universitari o post-universitari. Ogni iniziativa dovrà prevedere la disponibilità di almeno 100 posti letto, che dovranno rimanere vincolati alla locazione per studenti per almeno 25 anni. "E' la prima volta che, nell'ambito della locazione temporanea, attuiamo una iniziativa specifica per gli studenti - ha detto l'assessore Borghini - che va ad inserirsi nel vasto programma di finanziamenti che la Regione Lombardia sta attuando per rispondere alle più disparate esigenze abitative che si evidenziano nella nostra società". |
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L’OPERATORE DI AGENZIA TURISTICA DIVENTA UN PROFESSIONISTA SCADE IL 4 MARZO IL CORSO GRATUITO PER SPECIALIZZARSI CON UN CORSO GRATUITO |
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Firenze, 28 febbraio 2005 - Scade il 4 Marzo il corso di formazione per “Operatore Di Agenzia Turistica” un corso ideato per specializzare giovani diplomati ad operare nel mondo del turismo. Lavorare in Agenzie di Viaggio, Tour Operator e turismo in genere richiede oggi un’alta professionalità: conoscenze del prodotto turistico e del marketing, oltre che capacità di relazionarsi con la clientela, intuire bisogni e saper dare delle risposte adeguate. Il Centro Studi Turistici, attento alle nuove esigenze del mercato, propone un corso di formazione altamente professionalizzante in cui acquisire competenze che vanno dal marketing all’organizzazione delle reti di vendita alle nuove tendenze del mercato turistico. Il corso progettato e organizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze e finanziato dalla Provincia di Firenze, dalla Regione Toscana, dal Ministero del Lavoro e dal Fse - è rivolto a 10 diplomati disoccupati o alla ricerca della prima occupazione, che siano residenti in Italia. In caso di un numero maggiore di iscritti verrà data la precedenza a giovani in possesso di diploma di istituti professionali e tecnici ad indirizzo turistico-alberghiero La partecipazione è gratuita. Le lezioni si terranno a Firenze tra aprile e novembre 2005, per una durata complessiva di 800 ore di attività articolate tra teoria e pratica di cui 300 ore di stage operativo in aziende del settore. Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di qualifica professionale. La scadenza del bando è fissata per il 4 marzo 2005. Per informazioni e iscrizioni: Centro Studi Turistici Via Piemonte, 7 – 50145 Firenze Tel. 055 3438733 – 726 Fax 055 301042 E-mail: s.Masi@cstfirenze.it |
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CONVEGNO: "I VICINI ARABI: TIMORI E CAMBIAMENTI DOPO IL VOTO IRACHENO" |
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Milano, 28 febbraio 2005 - il prossimo 2 marzo alle ore 18.00, l'Ispi promuove il terzo incontro del ciclo "L'iraq e i suoi vicini: prospettive per la regione", organizzato nell'ambito del programma Mimed - Comune di Milano, sul tema: "I vicini arabi: timori e cambiamenti dopo il voto iracheno" Interverranno: Alberto Negri, Il Sole 24 Ore e Franco Zallio, Ispi . Segreteria Organizzativa (tel. 02 86 93 053, e.Mail ispi.Eventi@ispionline.it ) Palazzo Clerici in Via Clerici 5, Milano. Il programma completo è consultabile sul sito www.Ispionline.it |
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