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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 23 Maggio 2005 |
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SECONDA ASSEMBLEA ANNUALE DELL'ANSO, ASSOCIAZIONE NAZIONALE STAMPA ONLINE |
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Milano, 23 maggio 2005 - Il 28 e 29 maggio prossimi si svolgerà a Varese la seconda assemblea annuale dell'Anso, nel prestigioso complesso di Ville Ponti. Il pomeriggio del 28 è in programma un convegno aperto al pubblico, dal titolo "Web e business: un tandem per lo sviluppo"; tra i relatori interverrà Lorenzo Montagna, direttore commerciale di Yahoo! e di Lavapiubianco.com. La mattina della domenica sarà dedicata all'assemblea dei soci. Il programma dettagliato dell'evento è consultabile a questo indirizzo: http://www.Varesenews.it/anso/ www.Anso.it |
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ABI: G. ZOPPIS DIRETTORE CENTRALLE RELAZIONI ESTERNE |
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Roma, 23 maggio 2005 - Nell’ambito della politica di miglioramento dell’immagine del sistema bancario e di rafforzamento delle modalità di comunicazione, l’Abi ha deciso di potenziare l’attività finora svolta istituendo una nuova area dedicata alla gestione delle Relazioni Esterne. A tal area fanno riferimento le attuali strutture dedicate ai rapporti istituzionali, ai rapporti con la stampa, alle relazioni culturali. La responsabilità dell’area sarà assunta nelle prossime settimane dal nuovo Direttore Centrale Dott. Giuliano Zoppis, attuale Vice Direttore Vicario dell’Ansa ed in precedenza Vice Direttore de Il Sole 24 Ore Radiocor. |
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IL COMUNICATTIVO TEMI E OSPITI DAL 23 AL 27 MAGGIO : LA COMUNICAZIONE PRENDE L’AUTOBUS |
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Roma, 23 maggio 2005 - Lunedì 23 maggio “La comunicazione prende l’autobus” Aldo Soldi, presidente Unicoop Tirreno. Christian Cordero, dj e ideatore del “Lovebus game” Per la rubrica “Pungilingua” interviene il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini. Per la rubrica “Il libro ad alto tasso comunicativo” “Skills for the future” di Robert B. Dilts e Gino Bonissone (Guerini editore) All’inizio fu Prodi a girare l’Italia con il suo autobus. Non si è mai saputo se l’iniziativa andò oltre alla curiosità, ma sta di fatto che gli autobus, che non fanno un percorso di linea, ora si sono moltiplicati. Spicca, fra tanti, il Lovebus che, tradotto in italiano, sta per autobus dell’amore. È in giro in alcune città italiane per fare incontrare i single in cerca dell’anima gemella. Anche a Roma ce n’è uno. Un altro autobus particolare, nato con scopi molto diversi dal precedente è quello denominato Camion Coop, trasporto valori. Nonostante il nome il carico può sì rappresentare valori ma sono valori mangerecci, commestibili. Il camion, firmato da Mario Giretti ha cominciato il suo tour per l’Italia sabato 14 maggio. È partito dalla Toscana e scenderà lungo la fascia tirrenica facendo tappa a Viterbo, Cerveteri e Civitavecchia. Proseguirà poi il suo viaggio in Umbria e in Campania. Martedì 24 maggio “Dj e linguaggi musicali” Claudio Coccoluto, dj, Alex Neri, dj e produttore musicale. Si fa presto a dire dj. Quale dj? C’è quello radiofonico, il più noto al grande pubblico, ma poi ci sono gli esperti in elettronica che non fanno serate in discoteca perché si espongono soltanto nei grandi raduni dove vengono ascoltati come musicisti ma non visti come persone, e c’è poi il discjockey, l’esperto che fa ballare nelle discoteche e si deve a lui il successo o meno di una serata, alla sua capacità tecnica di mixaggio dei brani e alle compilation che propone. Il periodo in cui il dj si può esprimere al massimo delle sue capacità è l’estate specie se in una località turistica, soprattutto marina. Ed è lì che l’animatore della notte riesce a dare il meglio di sé. Mercoledì 25 maggio “Comunicare l’autostima” Clarissa Burt Roberto Re, personal coach e autore del libro “Leader di te stesso” Per la rubrica “Il Comunicattivo in direzione”, ideata per illustrare i compiti, i ruoli, lo stile e le finalità che diversificano i vari media italiani interviene il direttore del Tg1, Clemente Mimun. All’inizio furono i popoli orientali, cinesi e giapponesi, a introdurre la pratica dell’esercizio fisico durante quella che da noi viene definita la pausa pranzo. Una pausa sacra nel mondo del lavoro occidentale che nella manciata di minuti concessa serve non soltanto a espletare numerosi funzioni corporali come bere, mangiare, eccetera, ma anche a stabilire contatti sociali con chi condivide le nostre fatiche, a fumare una sigaretta, sempre meno per la verità, a prendere una boccata d’aria e un buon caffè. Nei paesi orientali, invece, è consuetudine andare tutti insieme in un parco e fare precisi movimenti fisici che possono sembrare una danza tanto sono armonici. Incomprensibile ai più, questa pratica ha ora preso piede anche in Occidente sia pure in forme diverse, molto diverse. Perché da noi la preparazione fisica e tecnica è sì d’ausilio a quella mentale ma molte altre pratiche entrano in gioco per ottenere ciò a cui si tende, ossia elevarsi a un livello di pensiero che permetta di vivere meglio la vita di tutti i giorni. Giovedì 26 maggio “L’informazione al fronte” Bruno Socillo, direttore Radio 1 e giornali radio Rai Massimo Nava, corrispondente da Parigi del Corriere della sera e autore del volume "Vittime" (Fazi editore) Il conflitto in Iraq ci ha restituito l’immagine dei nostri inviati di guerra, uomini e donne che, con indubbia professionalità, spiegavano e commentavano i fatti della giornata. Le riprese televisive erano suggestive e, specie all’inizio del conflitto, rimandavano inquadrature con lo sondo notturno punteggiato dalla contraerea. Ma ciò che forse più di altri elementi ha contraddistinto l’informazione che proveniva dalle zone di guerra è stata proprio la mancanza del racconto dei fatti da parte degli inviati. Il pericolo, incombente e concreto come si è drammaticamente potuto vedere, per la vita dei giornalisti, soggetti a essere colpiti o sequestrati, ha determinato il loro embedded, un termine che stando al vocabolario significa “includere” ma che in pratica per il giornalista voleva dire essere privo di autonomia, di non potersi spostare con libertà nei luoghi del conflitto per raccontare gli avvenimenti. Venerdì 27 maggio Il “Confessionale del Comunicattivo”: l’ospite di questa settimana è Emilio Fede. Parla del suo nuovo libro “Peluche”, dell’informazione di ieri e di oggi, dei giornalisti in politica, di televisione e di gossip. Per intervenire sul forum del Comunicattivo e ascoltare le puntate: www.Ilcomunicattivo.rai.it |
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RADIO 1 RAI: PAOLO LIMITI AL “CONFESSIONALE DEL COMUNICATTIVO” “VORREI PRESENTARE UN FESTIVAL DI SANREMO E FARE UN BEL MUSICAL CON TANTI SOLDI” |
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Roma, 23 maggio 2005 - Venerdì 20 maggio Radio 1 Rai l’autore e conduttore Paolo Limiti, creatore di alcune delle più belle canzoni di Mina, è stato l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, laboratorio dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti. “Ci sono programmi che tu guardi ma non sopporti perché sono stupidi, fatti male, tirati via. Sono fatti per alimentare l'ego di certe persone e farebbero meglio a cercare altri risultati".“Per uno sponsor avevamo bisogno di cinque minuti alla fine dei programmi e non si sapeva che cosa fare: inventai l’oroscopo in tv”. “Sono stato il primo a portare le ricette in tv: non sapendo cucinare, avevo cercato tutta la vita qualcuno che mi dicesse quanto burro va messo o a che punto si deve mettere il riso nell’acqua. Scelsi Wilma De Angelis in quanto, ormai, come cantante non aveva più grosse possibilità discografiche”. “Non sopporto quei personaggi che, in genere, non hanno assolutamente nessun motivo di stare in video se non il fatto che qualcuno della loro famiglia vuole che stiano lì. Quei personaggi potrei quasi insultarli”. “Faccio programmi anche per anziani, sono contentissimo di farli e ritengo che le stagioni della vita siano tutte uguali”. Ecco un estratto dell’intervista realizzata da Igor Righetti. Da bambino che cosa sognavi di fare da grande? Quello che ho fatto, tutto quello che riguardasse il cinema. La televisione allora non c’era ancora, ma crescendo sognavo anche quella. Mi raccontano che a quattro anni ero fermo davanti a un cinema-teatro col dito puntato dicendo “voglio quello”. Quindi c’era già questo seme del mondo dello spettacolo che mi ha sempre affascinato. Sei superstizioso? Per niente. Ritengo che la superstizione sia veramente un’idiozia, forse è un po’ pesante ma diciamolo pure soltanto in maniera ironica. È una cosa che arriva un po’ dai primordi dell’uomo quando non conosceva nulla intorno a sé e diceva “ecco piove, sono le lacrime degli dei, arriva il fulmine ed è la punizione perché ho fatto qualcosa”. Credo che la superstizione si leghi molto a questo fatto. Mi fa ridere però. Leggi l’oroscopo? Neanche per idea. Studio astronomia, secondo te posso credere all’oroscopo? Sei come Margherita Hack. Sì, la stimo molto e mi piace tantissimo. Credo molto a ogni cosa che lei ha detto, non forse al cento per cento, però mi rendo conto che è una gran donna e la ammiro molto per quello che dice e per come si esprime. Non posso credere a queste cose anche perché non ho una prova che sia verificabile, mentre se tu studi astronomia ti rendi conto di come, in realtà, possa essere una verità dell’universo. Quindi per te Paolo Fox e Branko potrebbero andare in pensione? Per quello che mi riguarda sì, ma può essere anche una cosa di divertimento salottiero in cui la gente si diverte a dire “di che segno sei, che cosa fai, ma che bella ragazza, l’avrei detto che eri dei Gemelli, ah no, però mi sembravi di più Cancro”. Mi fa ridere ma va bene, non mi dà fastidio. E poi gli oroscopi servono per riempire un po’ i palinsesti… Guarda ti dirò di più. Il primo oroscopo televisivo l’ho fatto io. Allora ero direttore artistico di Telemontecarlo. E allora è colpa tua… Per uno sponsor avevamo bisogno di cinque minuti alla fine dei programmi e non si sapeva che cosa fare. Allora dissi: “Facciamo una bella cosa: facciamo l’oroscopo che in cinque minuti ce la caviamo”. Lo sponsor, che era una bibita, fu contentissimo e noi fummo in assoluto i primi. Ti parlo del lontano 1977. Quindi costano poco e riempiono il palinsesto, un po’ come i programmi di cucina… Che anche quelli ho fatto io per primo. Con “Tele menu” che è andato avanti per quindici anni con Wilma De Angelis che scelsi in quanto, ormai, come cantante non aveva più grosse possibilità discografiche. Le dissi: “Guarda, io ti vedo bene in una cucina”. E facemmo questo programma che si chiamava “Tele Menu” perché io, non sapendo cucinare, avevo cercato tutta la vita qualcuno che mi dicesse quanto burro va messo o a che punto si deve mettere il riso nell’acqua. E allora feci questo fumetto di come si fa una ricetta e poi è andato avanti ininterrottamente per quindici anni. Ormai sono programmi infestanti… Sì, ma molti anni dopo. Eravamo nel ’78. Chi è il tuo migliore amico? Io direi che ne ho due: Carlo e Pino, quelli che mi hanno seguito per quaranta e passa anni. Sono due persone di cui mi fido ciecamente e con cui ho passato gran parte della mia vita. Non sono personaggi dello spettacolo? No, però amano molto lo spettacolo per cui posso parlare, avere delle opinioni, sentirmi dire se una cosa funziona oppure no. Non sono di quelle persone che ti dicono: “Ah, non so io, non me ne intendo, non capisco niente”. Sono all’opposto per cui mi possono aiutare in qualche modo. Di che cosa hai paura? Ho paura della distanza, è la cosa che mi terrorizza di più. Se devo andare a fare un viaggio troppo lontano da casa mia, dove io ho tutta la mia vita, i miei libri, i miei dischi, ho sempre il terrore di trovarmi per terra con una mano sulla gola a gridare “acqua, acqua”. Sono un personaggio molto casalingo. Mi spaventano anche le malattie. Sono un ipocondriaco, non spinto ma a buon livello, adesso sto bene, però se ci penso forse non sto così bene. Eviti di pensarci… Esatto. In quali occasioni ti emozioni? In moltissime occasioni. Mi emoziono per dei gesti gentili, per degli slanci di amore, per le persone indifese, per gli animali, per tante cose. Che cos’è che ti fa arrabbiare? Direi che mi fa arrabbiare quella che io chiamo ottusità, il non voler accettare assolutamente una spiegazione in una situazione. E mi fa arrabbiare molto la perdita di tempo. È un pochino come lo slogan “presto e bene”, ma è la mia impazienza che fa questo. È un difetto mio non degli altri, io vorrei subito tutto. Quando faccio una domanda la risposta deve essere lì. Questo direi che è forse il mio difetto capitale. Che cosa cerchi in un programma televisivo? Cerco del divertimento, che mi rilassi, che mi aiuti a passare la serata bene senza noia. Cerco che non ci sia noia da nessuna parte, questo è quello che mi interessa di più, ecco una delle mie più grosse paure è la noia. Ho sempre paura di annoiarmi. Non sono di quelli che dicono “ho dentro di me tutto da qualunque parte”. Non è affatto vero, io ho sempre il terrore di arrivare in un posto dove mi annoio per cui devi vedere le mie partenze. Videoregistratori, film, libri, mi porto dietro la casa anche solo per tre giorni. Se ho voglia di leggere qualcosa che mi piace devo poterlo fare, se ho voglia di mangiare un dolce che mi piace lo devo poter fare quindi cerco di organizzarmi in maniera che sia così. Quali sono le tue manie? La mia mania è ritagliare i giornali. Ritaglio tutto quello che mi capita sotto mano. Se vedo un articolo che mi piace lo ritaglio, lo metto via poi magari non riuscirò più a leggerlo però ho cataste di ritagli tutte ordinate alfabeticamente. E poi l’ordine. Quale tra i personaggi della televisione apprezzi di più e quale ti è insopportabile? Ne apprezzo tantissimi. Mi piace per esempio Mara Venier con cui ho appena fatto “Domenica in”. È un personaggio di cui mi avevano detto un sacco di cose negative dicendomi “vedrai, vedrai, litigherai dopo cinque minuti”. Stessa cosa avevano detto a lei di me però. Non è che ci conoscessimo bene, ci eravamo sfiorati in due o tre trasmissioni e invece è un personaggio che mi piace moltissimo perché è generosa e per me è una grandissima qualità. Mi sono trovato da Dio con lei, mi piace tantissimo Gerry Scotti, Piero Marrazzo quando faceva il suo programma. Ce ne son tanti. Personaggi insopportabili non ce ne è uno soltanto. Anche in questo caso ci sarebbe una lista. Diciamo quei personaggi che, in genere, non hanno assolutamente nessun motivo di stare in video se non il fatto che qualcuno della loro famiglia vuole che stiano lì. Quei personaggi lì potrei quasi insultarli. Non dico tanto ma un bel “va a casa” mi piacerebbe dirglielo. Ti viene rinfacciato di fare programmi per anziani. Che cosa rispondi? Rispondo che non ho nemmeno bisogno di rispondere. Non capisco perché non dovrei farli e insisto nel dire che la vecchiaia è una stagione della vita che non ha più meriti o meno meriti di un’altra. Quelli che mi accusano di questo fatto sono persone che non hanno capito esattamente come si evolve la vita, sono convinti che a loro non toccherà mai. Quindi ritengono che sia molto giusto sentire Justin Timberlake e non si possa assolutamente parlare di Claudio Villa. Il che è soltanto una dimostrazione di una visione chiusa della vita. I miei programmi sono programmi per tutti, io direi che sono dei crossover, cioè prendono tutte le generazioni. Da me sicuramente vedi una grande riscoperta dei valori del passato e delle tradizioni, ma se non lo fai culturalmente parlando dove vai a parare? Perché poi ci si può scherzare sopra ma se dobbiamo fare un discorso serio io comincio a dire “le radici culturali mica le puoi abolire”. Abbiamo visto che per trent’anni è avvenuto e i risultati sono quelli che si fanno canzonette soltanto in giro di do. È chiaro se non hai sentito altro nella vita, non hai avuto una scuola o degli esempi poi quello che arriva è questo. Ognuno di noi ha la necessità di capire che cosa c’è stato prima, di vederlo, come è accaduto alla mia generazione e come mi auguro accadrà a questa. Tu vedi delle belle ragazze per strada con addosso dei colori talmente impossibili che capisci subito che manca loro un’informazione perché un minimo del gusto estetico, non dico il massimo, qualcuno te lo deve trasmettere. Altrimenti sarai come uno che non ha imparato a leggere. E questo secondo me è il risultato di certe provocazioni. Tornando alla domanda io direi faccio programmi anche per anziani, sono contentissimo di farli e ritengo che le stagioni della vita siano tutte uguali. Non vedo meriti nell’essere giovani, forse sbaglio, ma così la vedo io. Perché molti programmi televisivi andati in onda in questi ultimi mesi non hanno avuto successo? I grandi nomi non fanno più ascolto o non sono stati in grado di evolversi? Perché certi programmi sono delle boiate insopportabili, diciamo “giù la maschera” una volta nella vita. Ci sono dei programmi che tu guardi e non li sopporti perché sono stupidi, sono fatti male, sono tirati via, sono fatti per alimentare l’ego di certe persone che farebbero meglio in questo momento a focalizzare di più su altri risultati. Non è necessario essere sempre in prima linea io, me stesso e io. Ti ricordi quel film di Walter Chiari “Io, io, io e gli altri”?. Qualche volta capita anche agli altri insomma. Io ne ho visto qualcuno di quelli che andavano male e erano lì in ginocchio a pregare “fateci andare male”. Perché erano orribili. Enrico Vaime ha scritto che Pippo Baudo nel suo show flop “Sabato italiano” gli è sembrato un archeologo. Il programma di Baudo, dico la verità, io non l’ho guardato perché ero impegnato. Questa è la tua scusa. E la verità? No, non l’ho visto davvero. Ero molto curioso di vederlo, invece, perché volevo capire che cosa fosse. Il motivo reale è che io esco tutti i sabati né ho una spasmodica voglia di vedere tutto quello che viene programmato. Se sono a casa lo vedo volentieri altrimenti sono fuori. I dieci minuti che ho visto io erano un po’ noiosi. Era un’intervistina con dei tempi un po’ lenti. Poi non so dire se tutto il programma fosse così però mi sembra di capire che non abbia funzionato del tutto per motivi di tempistica. Adesso dargli dell’archeologo non so, però anche Pippo secondo me avrebbe fatto meglio ad aspettare un pochino a studiare una cosa che sentiva proprio adatta alle sue corde. Lui ha un po’ l’ansia del video, se non vede la lucetta rossa addosso non sta bene. Beh io che, per fortuna mia, ho fatto per trent’anni e passa l’autore prima di andare davanti alle telecamere, trovo che si possa stare benissimo anche senza per un bel po’. Renzo Arbore ha aspettato tanto prima di tornare. E come vedi è in piena salute. Non ti accade niente. Lecciso e Costantino sono due fenomeni mediatici arrivati alla popolarità senza avere doti particolari. Senti invidia? Ma sei matto? Ma perché dovrei? Ma figurati, ma è una cosa che a me diverte da pazzi. Ecco qui siamo al solito punto. Diventerebbe l’errore di quelli che dicono che faccio roba per vecchi. La giovinezza ha dei diritti che sono quelli di essere allegri, di scherzare, di giocare, di amare, di scoprire le cose. Ma viva la faccia! Cioè sono due ragazzi che non hanno meriti particolari ma che messi lì per un certo periodo funzioneranno. Poi è chiaro che anche loro troveranno una strada, ma mi diverte la cosa. Perché devo negare la giovinezza e il diritto di divertirsi. Che cosa fai per divertirti? Leggo, esco, canto, ascolto musica, incontro persone, vado alla ricerca, guardo gli animali che sono una mia grande passione. Io posso stare per delle ore a guardare dei cani e dei gatti che giocano. E mi divertono, mi rasserenano l’animo, ci vedo una bella caricatura umana in piccolo con del pelo addosso. Quale è stata la tua delusione più grande? Ne ho avute tante. Di solito le delusioni più grandi arrivano dalle persone che ritieni ti amino e poi ti rendi conto che non è così. Oppure una cosa su cui punti molto come un lavoro, un’opportunità professionale, che invece viene data ad altri che non ne hanno o il diritto o la capacità. Tu rappresenti la tradizione, con i tuoi interventi fai rivivere personaggi e storie di ieri. Che rapporto hai con i nuovi mezzi di comunicazione? Magnifico, trovo che siano una cosa strepitosa. Sono dei miracoli. Sono delle cose che a me lasciano a bocca aperta. Avrei voluto averli io tanti anni fa. Ma ti rendi conto poter registrare su un videodisc quello che stai vedendo, cancellarlo e poter registrarci sopra? Trovo che il futuro riservi, come ha riservato il passato, tante cose magnifiche. Io sono affascinato dal futuro, nel senso chissà che meraviglie verranno fuori. Non sono di quelli che dicono “questo mondo va verso la rovina”. Certamente ci saranno dei difetti capitali, ma ne abbiamo avuti anche noi. Vogliamo ricordare i “figli di nn”? Ti ricordi quando si metteva sui documenti “figlio di nn”? non dimentichiamolo. Quindi non che dal passato abbiamo avuto soltanto meraviglie, ha il vantaggio che allontanandosi nel tempo fa meno male. Quindi le cose si dimenticano? Hai mai chattato? No, è l’unica cosa che non so fare. Deve essere molto complicato. No, è semplicissimo. Ti iscrivi a un sito Internet, entri in una qualunque chat a tua scelta e cominci a digitare come un pazzo. Ma è meglio la telefonata! La tentazione di chattare secondo me ti viene se vuoi sognare, se vuoi sfuggire alla realtà. Allora non ti vedono, non sanno chi sei e quindi puoi uscire allo scoperto. Però, non essendo l’uscire allo scoperto una delle mie paure, non ho neanche questo grande fascino del chattare. Che cos’è che ancora non sei riuscito a realizzare? Tantissime cose, non sono riuscito a fare un bel musical con tanti soldi. Non sono riuscito a presentare un festival di Sanremo, malgrado me lo avessero offerto quattro anni fa, a scrivere un altro libro. Tante cose, tantissime. |
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1° CONGRESSO INTERNAZIONALE DI GRAFOLOGIA CITTÀ DI MILANO LA SCRITTURA LEGGE L’ANIMO UMANO OLTRE 250 GRAFOLOGI A CONVEGNO PER RIBADIRE IL VALORE DI UNA SCIENZA CHE STUDIA I “SEGNI” DELLA PENNA SCOPRENDO CARATTERE, PERSONALITÀ E INCLINAZIONI |
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Milano, 23 maggio 2005 - Grande successo a Milano per il 1° Congresso Internazionale di Grafologia, dove da tutt’Europa sono giunti oltre 250 esperti grafologici. “Abbiamo avuto adesioni anche dagli Stati Uniti e dall’Argentina, oltre che dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania, dalla Grecia, dalla Romania e dalla vicina Svizzera – commenta soddisfatta Daniela Serrati, grafologa, titolare dello Studio Esse organizzatore dell’evento – Questo consenso supera le nostre più rosee aspettative e sottolinea il valore di una disciplina che ormai non deve più essere considerata una sorta di “arte magica” per interpretare l’animo umano”. Ad un esperto grafologo bastano infatti poche parole scritte con una penna su un foglio di carta bianca per individuare carattere, personalità e inclinazioni della persona che ha di fronte. Da ormai diversi anni la scienza grafologica viene utilizzata dai consulenti selezionatori aziendali per l’assunzione di personale, mentre in campo diagnostico e di orientamento le scritture dei bambini e degli adolescenti rivelano con chiarezza capacità e disagi. Il consulente grafologo è ormai a tutti gli effetti ritenuto un professionista esperto, che, valutando la scrittura attraverso parametri e segni ormai codificati da più di cento anni, è in grado di tracciare una vera e propria fotografia della persona: la scrittura è infatti un test proiettivo “a tutto tondo”, come dicono gli esperti, che si evolve e cambia secondo il percorso esistenziale dello scrivente. Per fregiarsi della qualifica di grafologo serve un diploma, che viene assegnato al termine di un corso di specializzazione triennale, o di una laurea breve in consulenza grafologica o tecniche grafologiche; anche il corso di laurea ha durata triennale ed è presente attualmente solo nell’Università di Urbino. Nata in Francia a fine ‘800, la disciplina grafologica è entrata così a far parte di diritto delle scienze che studiano l’animo umano e sempre più ampio è il suo campo d’applicazione. A promuovere la due giorni di convegno internazionale è stata Arigrafmilano, Associazione di Ricerca Grafologica, fondata nel 1981 a Roma, come gruppo corrispondente della Société Française de Graphologie, promotrice di un corso triennale riconosciuto per il conseguimento del titolo di grafologo. L’evento ha annoverato gli autorevoli patrocini del Comune di Milano - Assessorato alla Cultura e dell’International Association of Lions Clubs – Distretto 108 Ib4 con le qualificanti sponsorizzazioni di marchi come Mont Blanc, Burgo, Edizioni Borla e Lasergrafica Polver. “L’europa unita tra speranze ed inquietudini: il ruolo della grafologia nella creazione di una comune identità” è stato il titolo del congresso che ha visto al tavolo dei relatori alcuni tra i maggiori esperti europei della materia che si sono confrontati su tematiche quali le scritture dei popoli europei, la teoria e la pratica grafologica, l’uso del messaggio manoscritto nella rieducazione alla scrittura, la formazione e l’etica professionale del grafologo. “Si è trattato certamente di un evento importante e qualificato – sottolinea Elena Manetti, presidente Arigrafmilano – La scrittura è strumento personale, ma anche espressione di un’immagine e di un linguaggio collettivo, per questo pensiamo possa modularsi per divenire comune elemento di identità europea. Il nostro congresso ha voluto proporre, attraverso il ruolo della grafologia, un’importante occasione di confronto su molti temi attuali della nuova Europa: l’elaborazione dei modelli scolastici, l’analisi del disagio giovanile, il linguaggio dei media, le nuove tendenze professionali condizionate e create dalla mobilità, la libertà di scelta professionale, la nuova creatività dei giovani, le conseguenze sociali ed individuali dell’allungamento della vita e del generale invecchiamento della popolazione europea”. |
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PREMIO ERNST & YOUNG L’IMPRENDITORE DELL’ANNO 2005: GLI IMPRENDITORI SCELGONO LA NUOVA CAMPAGNA PUBBLICITARIA |
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Milano, 23 maggio 2005 – Sono stati i vincitori e i finalisti delle precedenti edizioni del Premio L’imprenditore dell’Anno, promosso da Ernst & Young, a scegliere la pagina pubblicitaria per il lancio dell’edizione 2005 del Premio. Ernst & Young ha, infatti, scelto di coinvolgere i membri dell’Associazione Imprenditore dell’Anno, che riunisce i vincitori e i finalisti delle otto edizioni italiane del Premio, nella selezione finale della pubblicità ufficiale della nona edizione del Premio: è stato quindi proprio chi in passato si collocava tra i destinatari della comunicazione a scegliere lo spunto creativo più efficace per raggiungere, colpire e informare gli imprenditori che decideranno di candidarsi al Premio L’imprenditore dell’Anno 2005. Agli imprenditori membri dell’Associazione è stata sottoposta una short list con una rosa di proposte selezionate da Ernst & Young. La proposta più votata ha ricevuto il 70% delle preferenze e sarà, di diritto, la pagina ufficiale del lancio della nona edizione del Premio Imprenditore dell’Anno. La pagina sarà pianificata sul Sole 24 Ore con 14 uscite nel periodo che andrà dal 12 maggio, data di lancio del Premio 2005 e apertura delle iscrizioni, al 18 novembre, giornata successiva alla premiazione dei vincitori della nona edizione del Premio. Ernst & Young ha fondato l’Associazione Imprenditore dell’Anno nel 2000. Possono accedervi di diritto i finalisti e i vincitori di ogni edizione de L’imprenditore dell’Anno, il Premio volto ad individuare e celebrare i migliori protagonisti dell’economia italiana. Tra gli scopi dell’Associazione ci sono anche la promozione di studi e ricerche nelle scienze economiche, sociali, giuridiche e aziendali; l’organizzazione di tavole rotonde, seminari e congressi; la collaborazione nell’organizzazione e nella promozione del Premio L’imprenditore dell’Anno. |
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FIAT CROMA: “LA GRANDE AUTO RITORNA A PARLARE ITALIANO” |
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Torino, 23 maggio 2005 - È il claim della campagna pubblicitaria di Fiat Croma, il nuovo modello che sarà commercializzato con un “Porte aperte” in programma il 28 e il 29 maggio. Ideata da Burnett Bgs, la comunicazione si articola su televisione, circuiti cinematografici e stampa quotidiana e mira a valorizzare il ritorno della grande ammiraglia Fiat in un segmento particolarmente combattuto dove tutte le Case concentrano il meglio della loro tecnologia e della capacità progettuale. E in questa fascia di mercato arriva Fiat Croma, la vettura disegnata da Giorgetto Giugiaro e che rappresenta un concetto evoluto di Station Wagon. Per presentarla al grande pubblico, Fiat ha scelto una serie di tre spot televisivi di grande impatto (da 30”, 45” e 60”): sullo scorrere delle immagini appaiono dei messaggi in inglese, poi in francese e in tedesco che raccontano l’automobile. Alla fine, mentre la Croma passa accanto ad un cartello stradale che dà il benvenuto in Italia, appare il claim che sintetizza la campagna: “Nuova Croma. La grande auto ritorna a parlare italiano”. L’idea creativa è proprio nel dichiarare che, qualunque sia la lingua impiegata, la vera notizia è che la grande berlina italiana è tornata. E come la precedente Croma degli anni Ottanta, anche il nuovo modello si pone lo stesso obiettivo: essere il punto di riferimento internazionale fra le berline medio-alte. Per questo, proprio come allora, la Nuova Croma si contraddistingue per la “sostanza” dei concetti espressi: grande abitabilità interna per un comfort eccezionale; innovazione tecnologica nel campo dei propulsori diesel; e qualità superiore per un prodotto di serie. Lo spot televisivo - che debutterà il 22 maggio su tutte le principali reti televisive e nei cinema - è stato girato in Spagna, per la direzione del regista Gerard de Thame che si è avvalso della collaborazione di Mick Coulter (direttore della fotografia), oltre ad una troupe di 80 persone impegnate in tre giorni di ripresa. La campagna stampa è declinata in vari annunci: una prima parte, composta da tre soggetti, sarà tutta in inglese, francese e tedesco. Una seconda parte, invece, sarà giocata con ironia sui luoghi comuni che riguardano l’Italia. Insomma, con la Nuova Croma il “piacere di guidare” torna ad esprimersi in italiano. Credits: Direttore Creativo Esecutivo: Luciano Nardi; Copy: Vincenzo Pastore; Art: Gaetano Musto; Regista: Gerard de Thame; Direttore della Fotografia: Mick Coulter. |
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TORINO CALCIO IN TESTA ALLA CLASSIFICA DELLA VISIBILITA’ SUI MEDIA LO RIVELA UN’ANALISI REALIZZATA DA SPORT SYSTEM EUROPE PER IL CLUB GRANATA |
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Bologna, 23 maggio 2005 - In occasione del Workshop organizzato dal Torino Calcio S.p.a. Svoltosi sabato 21 maggio, Sport System Europe ha presentato, un report relativo alla presenza sui mezzi di informazione del Club Piemontese e, in generale, del campionato italiano di Serie B. I dati (parziali) di quest’anno sono stati confrontati con quelli della passata stagione, per poter avere una panoramica esaustiva sull’andamento dei trend. Il campionato di serie B ha beneficiato, fino al mese di aprile, di una copertura televisiva di 1.585 ore in larghissima parte costituite da dirette o differite degli incontri. Per quanto riguarda l’occupazione Stampa, invece, sono stati misurati 1.225.482 mm/col (corrispondenti a 305 pagine di un quotidiano tipo). Per quanto riguarda la presenza sui media del Torino Calcio: la copertura Tv si aggira intorno al 12% dell’intera Serie B, ma il dato più significativo è senza dubbio quello dell’occupazione Press. Il Torino Calcio può contare su una quota pari al 24,62% del totale del campionato cadetto. Praticamente, una pagina su quattro dedicata al campionato di Serie B, composto da ben 22 squadre, parla dei Granata. Alessandro Chiossi, Direttore Commerciale di Sport System Europe sostiene: “I risultati di presenza ottenuti dal Torino sui media nazionali sono assolutamente unici. Nessun altro club, anche di serie A, è in grado di conquistare in questo modo l’attenzione dei media; basti pensare che Juventus e Inter, ad esempio, beneficiano congiuntamente del 33% della copertura stampa della serie A. Naturalmente questi strepitosi numeri derivano dal prestigio, dalla storia e dall’importanza del Club granata nonchè dall’estrema competitività della squadra, attualmente in lotta per la promozione nella massima serie”. |
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L’EDITORIA ITALIANA TORNA ALLA WARSAW INTERNATIONAL BOOK FAIR (VARSAVIA, 19 – 22 MAGGIO). PER CRESCERE ALL’EST. |
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Milano, 23 maggio 2005 - Cresce la pattuglia degli editori italiani richiamati dall’Est. E presenti già dal 19 maggio, e sino al 22, nello stand italiano, organizzato dall’Ice in collaborazione con l'Associazione Italiana Editori (Aie), alla Fiera Internazionale del Libro di Varsavia. E’ proprio per accrescere la presenza italiana nei nuovi mercati emergenti che l'Istituto del Commercio Estero (Ice) - in collaborazione con Aie – ha partecipato con uno stand collettivo “targato Italia” alla 50ma edizione della più importante fiera per l’area centro – orientale dell’Europa e importante occasione per lo scambio dei diritti d’autore. Per il secondo anno consecutivo così uno stand italiano, quest’anno di 70 metri quadrati, ha presentato insieme le opere di ventisei editori: Alfredo Guida editore srl, Associazione Libroidea, Boroli editore, Carlo Delfino editore &c Snc, Casa editrice Leo S. Olschki, Colombo Duemila spa, Consiglio Nazionale delle Ricerche c.N.r., Daniela Piazza editore snc, Domus Aurea srl, Editrice Queriniana, Edizioni Il Punto d'incontro, Edizioni Plus Pisana, Edizioni scientifiche Ma.gi. Srl, Eli srl, Federico Motta editore spa, Giorgio Nada editore srl, Gruppo Edicart srl, Il castello srl, Lozzi Roma s.A.s di Claudio Lozzi, Maria Pacini Fazzi editore, Michele di Salvo editore srl, Piccin Nuova libraria s.P.a., Rusconi libri, Società editrice Il Mulino spa, Touring editore srl, Urbaniana University press. Parallelamente alla presenza espositiva è stata organizzato dall'Aie, nell’ambito dell’Accordo di Settore con il Ministero delle Attività Produttive e in collaborazione con l’Ice, un seminario sul tema “Iniziative di promozione della lettura: casi di studio e supporti finanziari”: un incontro professionale, a partire dall’esperienza di Get Caught Reading Europe, cui interverranno Paola Gabaldi di Aie, Stella Zamprogno, curatrice del progetto “Beccàti a leggere” in Italia e Piotr Marciszuk dell’Associazione degli editori polacchi. Per accrescere la visibilità della presenza italiana a Varsavia, il 21 maggio è stata presente al Festival italiano (l’iniziativa di Ice per promuovere il Made in Italy) Federico Moccia: tra i vari appuntamenti, è stato proiettato il film “Tre metri sopra il cielo”, tratto dal suo libro. Il commento – “Questo ritorno – ha sottolineato il presidente di Aie, Federico Motta – nasce dalla consapevolezza che questo può essere un mercato significativo per noi: la Polonia e, in generale, l’area centro – orientale dell’Europa, sono attente a quanto l’editoria italiana può proporre. E mi riferisco non solo all’editoria religiosa, ma anche ai libri d’arte, alla saggistica, alla linguistica, alla storia…, oltre a quelli dedicati alla cucina e all’alimentazione. Non a caso, in base all’indagine Doxa per Ice – Aie, tra 2001 e 2003 il numero di titoli italiani venduti in questo mercato è praticamente raddoppiato”. |
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IL 28 MAGGIO UNICOM RINNOVA LE CARICHE SOCIALI |
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Milano, 23 maggio 2005 - Avrà luogo a Milano Sabato 28 Maggio L’annuale Assemblea Ordinaria delle Imprese di Comunicazione associate ad Unicom. All’ordine del Giorno, tra gli altri adempimenti statutari, il rinnovo delle Cariche Sociali per il biennio 2005/2007. L’assemblea sarà preceduta Venerdì 27 da un Workshop - anch’esso, come i lavori assembleari di Sabato, strettamente riservato alle Imprese Associate - sul tema “Nuovi scenari e ruolo della comunicazione nell’Economia della conoscenza” guidato dal Prof. Enzo Rullani, Professore di Economia e Direzione Aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. La serata si concluderà con la tradizionale Cena Sociale. |
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NEL NUOVO SPOT DI BARATTOLINO SAMMONTANA VA IN SCENA TUTTO IL GUSTO DI ESSERE ITALIANI. |
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Milano, 23 maggio 2005 - Nel 1970 Sammontana, oggi la più importante azienda del settore a capitale completamente italiano, diede il via a una vera e propria rivoluzione nel mondo del gelato lanciando Barattolino. Per la prima volta il tradizionale mantecato uscì dalle gelaterie per entrare nelle case degli italiani: fu un successo. Provate a definire con una sola parola Barattolino Sammontana. No, no, no: con Una sola parola. Non ci riuscite? Certo, perché definire Barattolino è come cercare di definire gli Italiani: siamo tante cose contemporaneamente, spesso tutto e il contrario di tutto, insomma siamo tutto tranne che una cosa: noiosi. E Barattolino è così: tanti gusti, tante ragioni per sceglierlo, tante personalità, colori, sapori, sfumature eppure è sempre lui. E la campagna ci trasmette proprio questo concetto, facendoci vedere una carrellata di tantissime persone come noi, così vere e proprio per questo così sorprendenti, pazze, speciali, simpatiche, dolci, divertenti, nel momento in cui aprono il loro frigo per prendere il loro Barattolino. Anzi, il nostro Barattolino, perché Barattolino è “uno come noi”. La campagna, ideata dall’Armando Testa, è stata prodotta dalla Littlebull, e girata con la regia di Xavi Rossello. La musica originale è stata prodotta da Beat Music di Madrid sotto la produzione esecutiva di Jordi Civit, e la realizzazione del musicista Luis Chicote. La pianificazione è curata da Vizeum. Il film, che presenta 2 montaggi a 30” e quattro a 15”, sarà on-air a partire dal 22 maggio su Rai e Mediaset. Credits: German Silva, Direttore Creativo; Dario Anania, Vicedirettore Creativo (art director); Pietro Verri, Vicedirettore Creativo (copywriter). Regia: Xavi Rossello; Fotografia: òscar Faura; |
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BUDWEISER, KING OF BEERS, PRESENTA FERGUS, IL CANE PIÙ SIMPATICO DELLA PUBBLICITÀ. IL NUOVO SPOT ON AIR IN TV E NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE |
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Milano, 23 maggio 2005 - Un nuovo amico a quattro zampe è il protagonista della nuova campagna pubblicitaria di Budweiser, King of Beers, che torna in Tv con un nuovo ed esilarante spot. L’idea di fondo, già anticipata lo scorso anno con lo spot “reggae”, è che non ci si fermi davanti a nulla per arrivare ad una Bud e si aguzzi l’ingegno per sorprendere sempre. Lo spot inizia come un simpatico incontro fra due giovani e i rispettivi cani, abilmente addestrati a portare una bottiglia di Bud al proprio padrone. Fergus, questo il nome del simpatico cagnolino, protagonista del finale a sorpresa dei 30’’, riuscirà a stupire e a concludere la missione con una mossa decisamente… inaspettata. Prodotto negli Stati Uniti, adattato per l’Italia da Ideogramma e Bondi Brothers, il film è già in onda su Mtv e All Music dal 3 aprile 2005 ed è partito dal 10 aprile su Mediaset. Da metà aprile è anche sul grande schermo delle sale cinematografiche. “”Il nuovo spot” afferma Gianmarco Laviola, Country Manager Italia di Anheuser-busch Europe, “oltre a rinnovare il messaggio ai nostri consumatori che Budweiser è la birra di qualità premium americana alla quale non si rinuncerebbe mai, rappresenta la prima occasione per Budweiser di firmarsi come sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, e rientra in un piano di investimenti che, per il 2005, assicurerà impatto e visibilità per il marchio su tutto il territorio”. |
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PUNT E MES IS BACK…. UN GRANDE PROTAGONISTA TORNA ALLA RIBALTA |
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Milano, 23 maggio 2005 - Punt e Mes, l’originale aperitivo, torna a far parlare di sé con un rinnovato packaging comunicando con la stessa allegria e spensieratezza con cui ha spopolato negli anni ’70. La campagna pubblicitaria è fresca, piena del colore gioioso dell’estate. E’ nata dalla vena creativa dell’agenzia Forchets e propone Punt e Mes liscio o mixato, come alternativa originale ai soliti aperitivi. La campagna di lancio si articola in due fasi su stampa specializzata e periodica. Da maggio sulla stampa con il claim “ Punt e Mes is back” per poi proseguire con il mitico “ Punt e Mes l’aperitivo yes”. Le foto dei cocktails sono di Raffaello Bra e si ispirano alla libertà e ai colori dei Seventies. Le ricette originali dei cocktails sono state ideate con la collaborazione della “barlady” Tiziana Borreani di Milano. |
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GLI UFFICI PER LE RELAZIONI CON IL PUBBLICO (URP) IN EMILIA ROMAGNA. UN'INDAGINE PRESENTATA A COM-PA FARA' IL PUNTO DELLA SITUAZIONE |
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Bologna, 23 maggio 2005 - A Com-pa si farà il punto sullo stato di salute degli uffici per le relazioni con il pubblico in Emilia-romagna. Sarà presentata infatti, nell'ambito della dodicesima edizione della rassegna, Bologna 3-5 novembre 2005, un'indagine promossa dalla Regione Emilia Romagna, dall'Anci regionale e dalla delegazione emiliano romagnola dell'Associazione "Comunicazione Pubblica" . Quali le tipologie di front-office adottate? Quali le funzioni di comunicazione? Quali le articolazioni territoriali? Quali le forme associate adottate? Queste alcune delle domande che saranno sottoposte ad un campione di trecento fra pubbliche amministrazioni locali. Non solo dati quantitativi quindi, ma anche un'interessante indagine qualitativa: attraverso studi di caso la ricerca intende fare il punto su quali sono i fattori che determinano le soluzioni organizzative di front-office. Si indagherà dunque non solo sulla capacità di ascolto degli Urp, ma sulla risposta organizzativa adottata dalle pubbliche amministrazioni. Comprendere lo stato della comunicazione pubblica e a che punto è l'applicazione della legge 150 in Emilia Romagna significa voler comprendere in quale direzione muoversi in questo settore. Che a farlo siano Regione, Anci e "Comunicazione Pubblica" è un segnale importante. |
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GIULIANADIFRANCO GIOIELLI COMUNICA CON NOESIS AFFIDATE ALL’AGENZIA MEDIA RELATIONS E ORGANIZZAZIONE DEGLI EVENTI |
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Milano, 23 maggio 2005 - Giulianadifranco gioielli, nuovo brand della gioielleria in Italia, ha affidato a Noesis Comunicazione la gestione dell’ufficio stampa, delle attività di relazioni pubbliche e l’organizzazione eventi. Giulianadifranco gioielli nasce nel 2004 ad Enna ,nel cuore della Sicilia. Avvalendosi di un team giovane e tutto femminile, punta al mercato italiano ed estero della gioielleria di design. Giuliana Di Franco, stylist di Giulianadifranco gioielli, in questa fase di crescita e di sviluppo dell’azienda ha scelto Noesis “un partner capace di comunicare lo stile e l’energia delle nostre preziose ed eclettiche creazioni”. La creatività, lo stile ed il design saranno al centro dei contenuti e della comunicazione ai media (stampa quotidiana e periodica, generalista e di settore, radio, tv e media on-line), così come le collezioni (I Maduni Pinti, Dos a Dos e Metamorfosi, le prime presentate) fortemente ispirate ai colori del Mediterraneo e alla tradizione artigianale siciliana. Media relations ed eventi saranno curati dalla divisione Corporate dell’agenzia milanese. Noesis Comunicazione, voce della factory siciliana di gioielli, è un’agenzia indipendente di relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa. Nata nel 1991, con sede a Milano e uffici a Roma e Trieste, ha uno staff di 40 professionisti nelle aree Finanza, Corporate, Tecnologia, Salute e Consumer. |
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ANTONIO MAGARACI ACCOUNT DIRECTOR DI INVENTA |
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Milano, 23 maggio 2005 – Inventa annuncia la nomina di Antonio Magaraci ad Account Director. La promozione fa seguito all’impegno dimostrato fin dal 2003 quando è entrato a far parte del team di Inventa. In quest’arco di tempo Antonio si è occupato di gestire e ampliare il parco clienti dell’agenzia. Nella sua nuova veste Antonio avrà il compito di coordinare il reparto commerciale, sviluppando ulteriormente l’approccio multidisciplinare che caratterizza Inventa e migliorare l’expertise nelle attività di loyalty. Laureato in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano, con una specializzazione in Marketing e Comunicazione, ha maturato una significativa esperienza nelle maggiori agenzie di promoincentivazione d'Italia. |
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PIRELLI SVELA PER LA PRIMA VOLTA IL "DIETRO LE QUINTE" DEL CALENDARIO 40 ANNI DI SEGRETI E RETROSCENA DI "THE CAL" RACCOLTI IN UN ESCLUSIVO VOLUME, PRESENTATO IN ANTEPRIMA AL FESTIVAL DEL CINEMA DI CANNES |
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Cannes, 23 maggio 2005 - Per la prima volta nei suoi 40 anni di mito, Pirelli svela il volto più intimo del suo prestigioso Calendario. Segreti e retroscena, curiosità e aneddoti. Tutto quello che gli estimatori di "The Cal", presenti ovunque nel mondo, avrebbero da sempre voluto conoscere e che non è mai stato mostrato né raccontato è da oggi racchiuso in un esclusivo e prezioso volume, il libro del backstage del Calendario Pirelli . La cornice per la presentazione di un'opera così preziosa non poteva che essere altrettanto unica: i contenuti del volume sono stati infatti presentati il 19 maggio in anteprima assoluta a Cannes, durante il Festival del Cinema , nell'ambito della serata sponsorizzata da Pirelli e dedicata all'amFar (American Foundation for Aids Research). Alcuni fra i più prestigiosi esponenti del cinema e della musica internazionali, promotori della serata - fra cui Sharon Stone, Liza Minelli, Naomi Campbell, Elton John e Michael Douglas – sono stati i primi a ricevere e apprezzare questo nuovo oggetto di culto, che affianca e rafforza il mito di "The Cal". La serata è stata impreziosita delle immagini del Calendario Pirelli 2005 che già hanno "stregato" Rio de Janeiro, New York e Mosca; uno degli scatti originali di Patrick Demarchelier verrà quindi battuto all'asta e il ricavato sarà devoluto a favore dell'amFar. Il libro del backstage del Calendario Pirelli - coordinato da Costantino Ruspoli con l'art director Stefano Corvi - si propone di illustrare le magiche atmosfere di un mito grazie alle splendide illustrazioni di un inedito "dietro le quinte". Prende vita così un fantastico viaggio nel tempo che "passa" con eleganza, arte e ironia oltre 40 anni di storia dell'immagine e del costume. "Volevamo creare un'opera inedita, che raccontasse una storia vera e spontanea come solo il backstage è in grado di esprimere", afferma Ruspoli. "Dalla forza delle immagini del backstage emerge tutto ciò che non è possibile raccontare con le sole parole". Proprio per trasferire con maggior vigore questa sensazione di verità, nessuna fotografia è stata ritoccata, preservando in tal modo l'originalità e l'integrità degli scatti: le fotografie, magari sgranate, riescono a mostrare lo scorrere del tempo e le differenti impostazioni tecniche e stilistiche utilizzate nel corso di quattro decadi. Grande e paziente è stato il lavoro di ricerca che ha portato a trovare, visionare e scegliere le immagini più significative ed emblematiche per ciascuna edizione del Calendario. Le fotografie più preziose, rare e intriganti appartengono ai primi anni di vita del Calendario. Sono gli anni '60, durante i quali molte delle immagini più allusive e ardite non furono scelte per apparire su "The Cal", ma vengono oggi proposte nella prima parte del libro. Seguono gli anni '70 in cui si assiste all'evoluzione dei tempi e delle tecniche fotografiche. Emblematico è il 1974, edizione in cui Hans Feurer cerca di far comprendere le difficoltà di un artista che vuole cogliere e sintetizzare il proprio pensiero in un attimo fuggente mentre intorno a sé, nel backstage, regna confusione e tensione creativa. I "dietro le quinte" degli anni '80 sono caratterizzati dai "movie frames": per ritrarre fedelmente ciò che accade dietro le quinte vengono utilizzati i fermi immagine, istanti significativi catturati direttamente dai video di backstage. Gli anni '90 segnano la rivoluzione del backstage: Herb Ritts, Richard Avedon, Peter Lindbergh - forse i massimi esponenti della fotografia contemporanea ? sono tra gli autori che firmano questi anni. Le immagini del backstage diventano ampie e di più facile lettura, il lavoro del fotografo più intuitivo e comprensibile. Il lettore percepisce i percorsi che portano alla realizzazione dello scatto finale. Il libro del backstage del Calendario Pirelli è un'opera unica, svincolata dai canoni tradizionali dei libri fotografici, senza impostazioni e regole fisse: l'impaginato e la grafica non seguono uno schema predeterminato, ma cambiano secondo lo stile dei fotografi, cercando di ricreare il linguaggio e l'atmosfera del tempo. La rottura con la tradizione si nota già a partire dalla copertina, dove campeggia il negativo di una polaroid. Questo è il "fil rouge" dell'opera: ogni lavoro di un grande artista comincia da una polaroid, l'inizio di un grande progetto. Il libro si chiude con uno straordinario inedito: è il 1963, il calendario di Terence Donovan, mai pubblicato. Si tratta del precursore del Mito, una sorta di edizione "di prova" all'epoca riservata al mercato inglese. Il volume non è in vendita e verrà distribuito ad un numero selezionato di personalità. La storia del Calendario Pirelli è stata segnata da tre grandi periodi: dal 1964 al 1974: nasce il calendario come corporate gadget e diventa un regalo esclusivo per la clientela. I fotografi sono fra gli altri Harri Peccinotti, Brian Duffy e Peter Knapp, le giovani modelle si fanno interpreti delle pulsioni e desideri dell'epoca, le location sono principalmente località esotiche e lontane che fanno sognare. Ma il sogno si interrompe bruscamente nel 1974 con l'avvento della crisi petrolifera, della recessione economica mondiale e delle guerre che segnano il periodo. Dal 1984 al 1994: segna la rinascita e lo sviluppo. Protagonista in questa fase non è solo la donna ma anche il prodotto (il pneumatico) sempre posto in maniera discreta e velata (un'ombra sull'acqua, un'orma sulla spiaggia, l'increspatura di un sontuoso abito). E' storicamente un periodo di rinascita e ripresa, di nuove scoperte e nuove ricchezze e il Calendario se ne fa interprete: le location sono le lussureggiante spiagge delle Bahamas, le eleganti passerelle di moda, lo studio di grandi artisti. Dal 1994 al 2005: una svolta, e il Calendario si fa interprete anche di un cambio di direzione al vertice del Gruppo. Il Calendario cresce e diventa un oggetto glamour e desiderato. Le donne sono le più conosciute top model e le location le più prestigiose e più belle al mondo: parliamo delle Seychelles, Rio di Janeiro, Hollywood, la costiera amalfitana ed il sogno continua... |
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DANIELE BIACCHESSI, WALTER TOBAGI: MORTE DI UN GIORNALISTA |
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Milano, 23 maggio 2005 – Il 28 maggio 1980. Alle 11,10 Walter Tobagi esce dal portone della sua abitazione in via Solari. Sei ragazzi seguono i suoi spostamenti. All'altezza di via Salaino, viene raggiunto mortalmente da sei colpi di pistola. E' l'evento da cui muove il libro. Gli artefici del delitto: i militanti della Brigata 28 marzo che tramarono alle spalle di Tobagi, inviato di punta del Corriere della Sera che ricopriva il ruolo di presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti. Riformista moderato, esperto di terrorismo e di sindacato. Per la prima volta, venticinque anni dopo, il giornalista Daniele Biacchessi ricostruisce quell'omicidio, basandosi su atti processuali, sentenze del Tribunale di Milano e della Corte di Cassazione, una vasta bibliografia e testimonianze inedite. Con uno stile che sa miscelare i toni dell'inchiesta e della cronaca minuziosa, Biacchessi riesce a raccontare il dramma umano di un caso emblematico degli anni di piombo, restituendoci anche il dramma storico e generazionale di quella stagione. Una storia fatta di giovani accecati dall'ideologia, di padri che non hanno saputo fare i padri, di uno Stato che ha celato troppe cose, e di una classe politica che ancora strumentalizza morti e tragedie. In questo senso, quindi, l'onesto approccio giornalistico fa di questo libro un utile strumento per la continua elaborazione della nostra memoria, ancor di più, si spera, per le nuove generazioni. Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore, autore, regista e narratore di teatro civile, è caposervizio di Radio24, l'emittente del Sole 24 Ore, e docente all'Ifg di Milano. Ha finora pubblicato tredici libri d'inchiesta: Il caso Sofri (1998), L'ambiente negato (1999), 10,25 cronaca di una strage (2000), Il delitto D'antona (2001), Un attimo. Vent'anni (2001), Ombre nere (2002), Punto Condor. Ustica, il processo (2002), L'ultima bicicletta, il delitto Biagi (2003), Cile 11 settembre 1973 (2003), Vie di fuga. Storie di clandestini e latitanti (2004). Per Baldini Castoldi Dalai editore, sono usciti La fabbrica dei profumi (1995), Fausto e Iaio (1996), Roberto Franceschi. Processo di polizia (2004). Che cos'è la paura? Camminare per strada e sobbalzare a ogni macchina che ti passa vicino, guidare l'automobile e spaventarsi a ogni moto che ti si affianca. L'altra mattina, 30 gennaio, è stata ritrovata una scheda con il mio nome nella borsa tipo 24 ore lasciata da un terrorista in viale Lombardia. Provo una sensazione di angoscia. Questa paura mi accompagna da più di un anno, da quando uccisero Carlo Casalegno e mi toccò di scrivere di brigatisti. L'assassinio di Emilio Alessandrini vuole dire che non valgono più le regole di un anno fa. Nel mirino ora entrano proprio i riformisti, quelli che cercano di comprendere. Mi pare di essere, forse è una suggestione, il giornalista che come carattere e come immagine è più vicino al povero Alessandrini. Se toccasse a me, la cosa che mi spiacerebbe di più è di non avere trovato il tempo per scrivere una riflessione che spiegasse agli altri, penso a Luca e a Benedetta, il senso di questa mia vita così affannosa. Baldini Castoldi Dalai editore (pp.181 - 13, euro) |
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PREMIO LETTERARIO GIUSEPPE BERTO XVII EDIZIONE PROCLAMATA LA CINQUINA DEL PREMIO |
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Milano, 23 maggio 2005 - Si è riunita il 20 maggio a Milano la Giuria del Premio Letterario "Giuseppe Berto" per proclamare i finalisti della Xvii edizione. Presieduta dal professor Giuseppe Lupo, e composta da Goffredo Buccini, Ferdinando Castelli, Paolo Fallai, Giorgio Pullini, Folco Quilici, Marcello Staglieno, Gaetano Tumiati e Giancarlo Vigorelli, la Giuria ha selezionato una cinquina per la sezione storica dedicata alle opere prime di narrativa italiana ed una terna per le opere della sezione di narrativa straniera, di autori viventi, tradotte in lingua italiana e pubblicate nel periodo tra il 1 maggio 2004 ed il 30 aprile 2005. Dai nominativi di seguito indicati usciranno i vincitori delle due sezioni del Premio, la cui cerimonia ufficiale e assegnazione avrà luogo sabato 4 giugno 2005 a Mogliano Veneto presso la Villa La Marignana Benetton. Sezione Opere Prime Narrativa italiana: Mirco Belletti, Bianco e nero, L'autore Libri Firenze; Franco Bernini, La prima volta, Einaudi Editore; Umberto Contarello, Una questione di cuore, Feltrinelli Editore; Elisabetta Liguori, Il credito dell'imbianchino, Argo; Pier Carlo Rizzi, L'eredità dello zio Guido, Garzanti . Sezione Narrativa Straniera tradotta in lingua italiana: Marc Durin-valois, Chamelle, Voland Edizioni; Etgar Keret, Io sono lui, Edizioni e/o Anita Rau Badami, Il passo dell'eroe, Marsilio Editori. Per informazioni: Segreteria del Premio Assessorato alle Politiche Culturali - Comune di Mogliano Veneto tel. 041.5930802 - 041.5930812 fax 041.5930899 e-mail: cultura@comune.Mogliano-veneto.tv.it www.Comune.mogliano-veneto.tv.it |
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MANUEL MENSA’, ARTISTA VERSATILE E UNICO SOPRANO MASCHILE IN EUROPA, TESTIMONIAL DI CESARE RAGAZZI COMPANY |
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Bologna 23 maggio 2005 – Manuel Mensà, unico soprano maschile in Europa, diventa testimonial di Cesare Ragazzi Company. Abbinerà la sua immagine in apparizioni televisive, interviste e pubblicità per l’azienda fondata da Cesare Ragazzi. Manuel Mensà una voce unica, definita dalla critica “…cammeo della musica lirica europea…la voce del terzo millennio…” ed un artista versatile che esprime la sua arte in diversi contesti come l’opera, l’operetta, la commedia musicale, la prosa e la danza. Manuel Mensà è stato primo ballerino al Balletto di Stato di San Pietroburgo. In Italia Manuel Mensà è noto al grande pubblico per la partecipazione nel ruolo di Miss Mary Sunshine nel musical “Chicago” al Teatro Nazionale di Milano e Teatro Sistina di Roma, per le sue numerose apparizioni televisive e cinematografiche. In occasione del debutto di Manuel Mensà (unico soprano maschile al mondo nella storia dell’opera lirica ad interpretare il ruolo di Violetta Valery nella “Traviata” di G. Verdi in tour a partire dal mese di giugno 2005) La Cesare Ragazzi Company offrirà all’artista un trattamento tricologico completo, oltre a realizzare per lui un impianto basato sul metodo Cnc-capelli Naturali a Contatto, unica tecnica brevettata di infoltimento non chirurgico. Il 23 maggio Alle Ore 17,00 E 21,00 a Bologna Manuel Mensà si esibirà in un recital lirico al Teatro delle Celebrazioni via Saragozza – Bologna evento al quale parteciperà lo stesso Cesare Ragazzi. |
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ALPIEAGLES ANCHE QUEST’ANNO SPONSOR DI VENETO JAZZ FESTIVAL |
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Milano, 23 marzo 2005 - Alpieagles, la compagnia aerea del Nordest, per il secondo anno consecutivo ha deciso di appoggiare la 13ma edizione di Veneto Jazz Festival, uno dei festival più ricchi e interessanti della scena jazz italiana, che coinvolgerà quest’anno, con ospiti di fama internazionale, 40 città del Veneto, con due mesi di calendario (a partire dal 15 giugno) e più di 100 concerti. Un viaggio affascinante nelle più belle città della regione e nelle diverse anime di questo genere musicale, con i grandi maestri del jazz ma anche con nuovi progetti artistici che guardano alla contaminazione elettronica e all’incontro fra le culture del mondo. Saranno un centinaio i concerti in 40 città, con tappe principali la città di Verona (l’Arena ed il Teatro Romano), Bassano del Grappa e Cortina d’Ampezzo. Tra i presenti alla manifestazione le più grandi star di fama internazionale di musica jazz, quali Charlie Haden, Pat Metheny Group, Dee Dee Bridgewater, Francesco Cafiso e l’Orchestra “I Solisti di Perugia”, Incognito, Cassandra Wilson, Madeleine Peyroux, Mccoy Tyner, Enrico Rava, Diane Schuur. In qualità di co-sponsor del Veneto Jazz Festival, Alpieagles promuoverà i vari concerti attraverso i propri voli che ormai atterrano nei due principali aeroporti veneti (Venezia e Verona) dalla Lombardia, dalla Sicilia, dalla Sardegna oltre che da Roma, Atene, Barcellona, Bucarest e Timisoara . E’ proprio nell’offrire questa possibilità - di ascoltare ed applaudire i più importanti artisti internazionali e le loro opere - ad una platea sempre più amplia che si riflette la vocazione internazionale di Alpieagles. |
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