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MARTEDì
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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Luglio 2005 |
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AIUTI ALLO SVILUPPO: PIÙ COLLABORAZIONE TRA BEI E UE |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - L'aula esaminerà la relazione di Gabriele Zimmer (Gue/ngl, De) sui risultati delle operazioni di assunzione e di concessione di prestiti effettuate dalle Comunità nei paesi in via di sviluppo. Attraverso la maggiore cooperazione tra le attività di sviluppo della Banca europea per gli investimenti (Bei) e quelle della Commissione e degli Stati membri, i deputati sperano ottenere importanti obiettivi per armonizzare ed aumentare l'efficienza di politiche per lo sviluppo. Nonostante la Bei abbia fatto numerosi progressi nel seguire le politiche di sviluppo comunitarie, secondo la commissione parlamentare, i suoi strumenti continuano a mancare di flessibilità e presentano problemi nei progetti di valutazione. Per i deputati, il problema maggiore riguarda la mancanza di dialogo tra le Istituzioni europee e la Bei, ed esortano, dunque, ad una maggiore cooperazione non solo con Parlamento ed Esecutivo, ma anche con le agenzie di sviluppo. Occorre, inoltre, che la Bei intensifichi «il coordinamento dei propri obiettivi, dei criteri e della metodologia anche con gli istituti finanziari europei di sviluppo (Edfi) nonché la cooperazione nell'ambito della rete Interact», per assicurare la complementarietà dell'impiego dei finanziamenti rispetto alle misure della Commissione e degli Stati membri. I deputati, inoltre, chiedono maggiore coerenza tra i programmi europei d'aiuto, integrando le politiche di sviluppo europee, come gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio stabiliti nel 2000 e l'accordo di Cotonou, e quelle della Bei. Un migliore coordinamento sarebbe positivo per la Bei non solo economicamente, ma permetterebbe di concentrare gli sforzi. Sarebbe altresì auspicabile, secondo la relazione, che la Commissione e la Bei collaborassero nel proporre un nuovo approccio integrato per la programmazione dell'assistenza esterna dell'Unione europea. Per quel che riguarda il campo della valutazione, la Bei è invitata ad adottare i parametri guida stabiliti dalla Commissione e ad «allineare il suo 'Development Impact Assessment Framework of Investment Facility Projects' agli standard internazionali di valutazione dello sviluppo» per poter valutare più facilmente i propri progetti. I deputati, infine, chiedono l'adozione di ulteriori strumenti per stimolare gli investimenti delle Pmi e incoraggiare l'imprenditoria, in particolare tra le donne. La relazione menziona anche gli sforzi da compiere per integrare gli obiettivi ambientali, esortando la Bei a finanziare progetti volti alla tutela dell'ambiente naturale, «alla valutazione di tutti i progetti di idropotenza» e alla promozione delle energie rinnovabili. |
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ACCORDO UE- SVIZZERA SULL'ACQUIS DI SCHENGEN |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - Il Parlamento è consultato sulle proposte di decisione del Consiglio relative alla conclusione di due accordi tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera sull'associazione di quest'ultima all'attuazione, all'applicazione e allo sviluppo dell'acquis di Schengen nonché sui criteri per determinare lo Stato competente per l'esame di una domanda d'asilo. La relazione di Timothy Kirkhope (Ppe/de, Uk), adottata dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, approva le proposte di decisione ma chiede di ricorrere alla procedura del parere conforme invece che alla mera consultazione. Dopo la conclusione dei cosiddetti "Accordi bilaterali I", l'Unione europea ha deciso di rafforzare la cooperazione con la Svizzera per quanto riguarda la tassazione transfrontaliera dei risparmi e la lotta contro la frode concernente le imposte indirette. La Svizzera, da parte sua, ha chiesto l'apertura di trattative concernenti la sua associazione ai sistemi di Schengen/dublino. Il 17 giugno 2002 la Commissione è stata autorizzata dal Consiglio a varare i negoziati in questione, sfociati in due accordi: il primo relativo all'acquis di Schengen, il secondo all'acquis "Dublino/eurodac". Per quel che riguarda l'accordo, lo scopo è associare la Svizzera alle attività dell'Unione europea. L'approvazione di nuovi atti o misure resterà comunque prerogativa esclusiva delle Istituzioni europee. In tal modo la Svizzera contribuirà allo sviluppo della legislazione sull'acquis di Schengen de facto, senza partecipare al processo decisionale de jure. La Svizzera dovrà accogliere ed applicare l'acquis di Schengen e i suoi sviluppi senza eccezioni o deroghe. Anche se è stata comunque accordata un'eccezione relativamente allo sviluppo dell'acquis di Schengen, nel caso in cui esso riguardi richieste di ricerca o confische a fronte di reati nel campo della fiscalità diretta, se i reati stessi non sono puniti dalla legge svizzera con una pena privativa della libertà. In questo secondo accordo la Svizzera sarà vincolata sia all'acquis di Dublino che alla normativa Eurodac. Dovrà, quindi, accettare, attuare ed applicare concretamente l'attuale e futuro acquis di Dublino/eurodac senza eccezioni come pure le pertinenti disposizioni della direttiva sulla protezione dei dati. La partecipazione della Svizzera all'area Dublino/eurodac si limita al processo di formazione delle decisioni. L'associazione della Svizzera si svolgerà nel quadro di un comitato misto, composto di rappresentanti della Comunità europea - a sua volta rappresentata dalla Commissione - e della Svizzera. In ordine alla gestione e alla risoluzione dell'accordo, il comitato misto ha fondamentalmente le stesse funzioni di quelle istituite nel quadro dell'accordo sull'acquis di Schengen. Ai due accordi sono allegati gli Atti finali contenenti le dichiarazioni, unilaterali e comuni, delle parti contraenti relativamente agli accordi stessi, nonché le schede finanziarie legislative, che prevedono il contributo della Svizzera al finanziamento dell'attuazione degli accordi. Gli accordi dispongono anche un contributo finanziario della Svizzera allo sviluppo dell'acquis di Schengen, in particolare di Sis Ii, nonché all'unità centrale Eurodac. Il 5 giugno scorso ha avuto luogo in Svizzera il referendum relativo alla partecipazione del Paese allo spazio Schengen e agli accordi di Dublino. Il "sì" ha vinto con una maggioranza del 54,6%. Tuttavia, il 25 settembre è previsto in Svizzera un nuovo referendum per ratificare l’estensione degli accordi di libera circolazione ai dieci nuovi Paesi dell'Unione, senza la quale la Svizzera non potrà far parte dello spazio Schengen. |
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QUALE LEGGE IN CASO DI LITIGIO TRANSFRONTALIERO? |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - La Plenaria deve pronunciarsi in prima lettura della procedura di codecisione sulla proposta del cosiddetto regolamento Roma Ii che ha lo scopo di garantire che gli Stati membri applichino le stesse norme nei casi di contenziosi transfrontalieri che riguardano le obbligazioni extracontrattuali (Roma Ii). La relazione di Diana Wallis (Alde/adle, Uk), pur sostenendo la proposta, introduce ben 54 emendamenti adottati dalla commissione giuridica del Parlamento. I deputati intendono agevolare la soluzione dei litigi tra cittadini di diversi Stati membri su questioni come gli incidenti stradali o quelli dovuti a prodotti difettosi. La proposta della Commissione intende assicurare che i tribunali degli Stati membri applichino le stesse norme in casi di controversie transfrontaliere al fine di aumentare la trasparenza e la prevedibilità e migliorare il funzionamento del mercato interno. Agevolando il mutuo riconoscimento delle sentenze, il regolamento intende altresì contribuire alla creazione di un vero spazio europeo di libertà e giustizia. I deputati hanno introdotto una norma generale per la determinazione di quale legislazione debba essere applicata, sopprimendo le rigide disposizioni fissate per ogni tipo di obbligazione. Inoltre, danno la possibilità alle persone coinvolte in un causa di concordare assieme quale normativa debba essere applicata, prima di rifarsi alle disposizioni del regolamento. Per gli incidenti stradali, che rappresentano la maggioranza dei casi di dispute transfrontaliere, i deputati chiedono tuttavia che il tribunale competente, nella determinazione delle modalità dei danni/interessi e il calcolo del loro ammontare, applichi le norme in vigore sul luogo abituale di residenza della vittima. Sul piano della responsabilità, invece, il diritto in vigore sarebbe quello applicabile sul luogo dell'incidente. Background La proposta di regolamento è rivolta ad uniformare le norme di conflitto di leggi degli Stati membri in materia di obbligazioni extracontrattuali e a completare così l'armonizzazione del diritto internazionale privato in materia di obbligazioni civili e commerciali, che il regolamento «Bruxelles I» e la convenzione di Roma del 1980 hanno già fatto notevolmente progredire a livello comunitario. L’armonizzazione delle norme di conflitto di leggi riguarda norme in virtù delle quali viene determinata la legge applicabile ad una obbligazione. Secondo la Commissione, questa tecnica si rivela particolarmente adatta nell'ambito della risoluzione delle controversie transfrontaliere poiché, indicando con una ragionevole certezza la legge applicabile all'obbligazione, a prescindere dal tribunale adito, essa contribuisce a realizzare uno spazio europeo di giustizia. Infatti, anziché costringere a studiare norme di conflitto di leggi spesso notevolmente divergenti nei vari Stati membri i cui tribunali potrebbero essere competenti a giudicare una causa, la proposta permette alle parti di limitarsi allo studio di un regime unico di norme di conflitto, riducendo così i costi della controversia e rafforzando la prevedibilità delle soluzioni e la certezza del diritto. Queste considerazioni generali si applicano particolarmente alle obbligazioni extracontrattuali, materia la cui rilevanza per il Mercato interno è dimostrata dagli strumenti settoriali vigenti o in preparazione, disciplinanti l'uno o l'altro aspetto particolare (per esempio in fatto di responsabilità per i prodotti difettosi o di responsabilità ambientale). Infatti, malgrado i principi comuni, permangono divergenze di rilievo fra gli Stati membri. La proposta di regolamento in esame ha quindi lo scopo di permettere alle parti di poter determinare in anticipo e con ragionevole certezza la regola applicabile ad una determinata situazione giuridica, tanto più che le regole uniformi proposte saranno oggetto di interpretazione uniforme da parte della Corte di giustizia. In tal modo questa iniziativa contribuisce a rafforzare la certezza del diritto e favorisce il buon funzionamento del mercato interno. |
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STIMOLARE L'IMPRENDITORIALITÀ INNOVATIVA |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - L'8 luglio si svolgerà a Parigi (Francia) la manifestazione annuale dell'iniziativa Gate2growth, il cui obiettivo quest'anno sarà stimolare l'imprenditorialità innovativa. La manifestazione rappresenterà un'opportunità per discutere il successo dei servizi Gate2growth nonché per creare dei collegamenti in rete a livello europeo. Si svolgeranno presentazioni di nuove iniziative europee sull'innovazione e una discussione sulle opportunità e le sfide per gli incubatori e i parchi scientifici europei. Al centro di Gate2growth si trovano quattro reti tematiche: Incubator Forum, Proton Europe (trasferimento di tecnologia), Investornet e Academic Network. Http://www.e-unlimited.com/gate2growth/event/paris2005/ |
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RGS: VINTI DUE PROGETTI DI GEMELLAGGIO CON LA ROMANIA |
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Roma, 5 luglio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che la Ragioneria Generale dello Stato si è aggiudicata due Progetti di Gemellaggio con il Ministero delle Finanze della Romania. Nel primo Progetto ("Capacity building for the presentation of the financial consolidated statements and the consolidated reports regarding budget implementation"), l’Italia è stata scelta come leader in via esclusiva. La durata è di un anno, il budget è di 700 milioni di euro, interamente finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Phare . I principali obiettivi sono: lo sviluppo del quadro normativo di riferimento per la finanza pubblica romena, il rafforzamento delle relazioni fra entità pubbliche in materia di contabilità, la realizzazione di manuali metodologici ed, infine, l’implementazione di software necessario al consolidamento dei conti pubblici. Nel secondo Progetto ("Strengthening the financial management and control system in the Ministry of Public Finance"), l’Italia è stata scelta come junior partner in collaborazione con la Francia e con la Svezia. La durata è di due anni, il budget pari a 1,2 miliardi di euro, sempre a carico dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Phare. Il Progetto si sviluppa in diverse componenti, fra queste: l’implementazione di un efficace sistema di controlli sulla gestione finanziaria delle entrate e delle spese della Pubblica Amministrazione romena, l’elaborazione di un programma nazionale di formazione in materia di controlli finanziari e l’implementazione di un sistema informativo integrato per la gestione dei dati. La Ragioneria Generale dello Stato si occuperà della realizzazione dei due Progetti principalmente attraverso gli esperti dell’Igpb, dell’Igepa e del settore della Finanza Pubblica e avvalendosi anche della collaborazione della Regione Lazio. |
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CRIF ENTRA IN NBKI, SOCIETÀ CHE REALIZZERÀ IL CREDIT BUREAU DELLA RUSSIA |
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Milano, 5 luglio 2004 - Crif è tra i membri fondatori della società russa National Bureau of Credit Histories (Oao Nbki) che realizzerà il locale credit bureau, ovvero il sistema di informazioni creditizie a supporto dell’attività di valutazione e concessione di credito retail da parte di banche e società finanziarie. Nella compagine azionaria di Nbki sono presenti, con quote paritetiche, anche l’Associazione Bancaria Russa (Arb), gli istituti bancari Vneshtorgbank, Ak Bars Bank, Alfa-bank, Zenit Bank, Petrocommerz Bank, Gazprombank, Deltabank, il National Credit Information Bureau, Prvni Cesko-ruska Bank, Rosbank, Citibank, Uniastrum Bank, Oao Impexbank, oltre a Transunion (uno dei 3 grandi credit bureau statunitensi). Inoltre, Tu Crif Decision Solutions Llc - la joint venture realizzata da Crif con Trans Union - è stata selezionata come partner strategico e tecnologico da Nbki e, oltre ai propri avanzati sistemi di credit bureau, fornirà alla società russa anche il proprio supporto operativo e consulenziale. “Un efficiente sistema di informazioni creditizie potrà svolgere un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo del mercato del credito al consumo in Russia, consentendo agli istituti finanziari del Paese una migliore gestione del rischio di credito” - afferma Carlo Gherardi, Amministratore Delegato di Crif. “La scelta di Tu Crif Decision Solutions Llc da parte di Nbki come proprio partner tecnologico per la realizzazione del credit bureau nazionale russo” - continua Gherardi - “conferma e consolida la credibilità raggiunta dai nostri sistemi di informazioni creditizie e di supporto decisionale, all’avanguardia a livello internazionale, e l’efficacia della nostra partnership con Transunion. Inoltre, il fatto di essere soci nella neo-costituita società è per noi una garanzia di continuità nello sviluppo di un mercato di enorme potenzialità”. Nei Paesi della Nuova Europa Crif è presente anche in Repubblica Ceca e nella Repubblica Slovacca. Nel 2001 a Praga è stato fondato il primo sistema di informazioni creditizie del Paese (Ccb – Czech Credit Bureau) assieme alle principali banche e società finanziarie ceche, mentre nel 2004 a Bratislava è stata costituita la analoga società Scb - Slovak Credit Bureau, assieme alle principali istituzioni finanziarie slovacche. In entrambe le società Crif è recentemente passata al 100% del capitale, acquisendo le quote degli altri soci non bancari e rafforzando, quindi, il proprio ruolo e i rapporti con le istituzioni finanziarie di questi paesi. Per altro, il sistema utilizzato da entrambi i credit bureau fin dalla loro costituzione è stato realizzato e gestito da Crif e ha le stesse caratteristiche di base di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif al quale aderisce la stragrande maggioranza degli operatori del mercato del credito retail italiano. Anche in Polonia, il principale credit bureau del Paese (Bik) ha da tempo scelto Crif come partner per la realizzazione di un modello di credit bureau score per il controllo del rischio di credito, testimoniando l’affidabilità e l’efficacia dei sistemi di supporto decisionali realizzati dalla società italiana. Fondata a Bologna nel 1988 e presente in diversi Paesi europei e delle Americhe, Crif è il più grande Credit Bureau fondato nell’Europa continentale nel settore delle credit information (maggiore anche dell’analogo sistema da tempo operante in Germania) ed è il quarto a livello mondiale. Grazie l’offerta integrata di informazioni, modelli, sistemi in outsourcing, software e servizi consulenziali, Crif attualmente è leader sul mercato dei servizi che supportano banche, società finanziarie, assicuratrici, di telecomunicazioni e di servizi in ogni fase della relazione con il cliente. Inoltre, attraverso l’esperienza maturata nei mercati più competitivi Crif è in grado di fornire un servizio online di business information anche alle imprese, sia italiane che estere, con l’accesso a informazioni e report su oltre 50 milioni di imprese in 230 Paesi. |
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BANCA ANTONVENETA: SCELTI GLI ADVASIOR PER L’OPAS |
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Padova, 5 luglio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta, riunitosi ieri, ha deliberato di conferire a Goldman Sachs International e Mediobanca S.p.a. Il mandato per assistere, quali advisors finanziari, il Consiglio stesso negli adempimenti connessi all’Offerta Pubblica di Acquisto obbligatoria e all’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio, promosse da Banca Popolare Italiana società cooperativa. |
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NUOVI VERTICI PER SELLA CONSULT, LA RETE DI PROMOTORI FINANZIARI DEL GRUPPO BANCA SELLA NICOLA CULICCHIA DIVENTA AMMINISTRATORE DELEGATO, AL SUO FIANCO ALESSANDRO MARCHESIN E SIMONE RIZZUTO |
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Biella, 5 luglio 2005 – Rinnovo dei vertici aziendali per Sella Consult Simpa, la rete di promotori finanziari del Gruppo Banca Sella. Nicola Culicchia, 44 anni, già Direttore della società dal giugno 2002 al luglio 2004, e Vice Presidente dal luglio 2004 all’aprile 2005, diventa Amministratore Delegato e Ceo di Sella Consult. A completare la nuova squadra, Alessandro Marchesin, 35 anni, già Vice Direttore dal novembre 2002, che assume la carica di Direttore, e Simone Rizzuto, 34 anni, Responsabile dell’area Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Sardegna, che diventa Vice Direttore e seguirà direttamente la rete. A loro si affianca Paolo Giorsino, 40 anni, con precedenti esperienze in qualità di promotore finanziario e Responsabile dell’area Liguria, Valle d’Aosta e parte del Piemonte, che assume l’incarico di Responsabile Marketing e Prodotti. La nuova squadra, forte della condivisione con la rete di valori, stile, principi, regole e progetti, conta di replicare i risultati soddisfacenti dell’ultimo biennio che hanno portato l’utile a 1,3 milioni di euro nel 2004, il margine di intermediazione a una crescita del 27,53%, lo stock di raccolta a 2,1 miliardi di euro (+12,36%), la quota di mercato all’1,17% (+3,81%). “L’obiettivo ora – afferma Culicchia – è di rafforzare il percorso di sviluppo commerciale intrapreso dalla società negli ultimi anni puntando alla qualità del servizio offerto alla clientela, che rimane la leva più importante per accrescere le quote di mercato”. A fine 2004 i promotori finanziari operativi di Sella Consult erano 363 e i centri di promozione finanziaria attivi sul territorio nazionale 33. “Nel corso del 2005 – aggiunge Culicchia – proseguiremo nella selezione di figure di profilo medio-alto con elevata professionalità, esperienza pluriennale e approfondita conoscenza dei mercati finanziari”. |
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IL CREDITO SICILIANO E IL COMUNE DI ACIREALE SIGLANO UNA CONVENZIONE PER L'ISTRUTTORIA DEI PROGETTI DEL PATTO TERRITORIALE DELLE ACI E DELLE VARIANTI DI PROGRAMMA |
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Acireale, 5 luglio 2005 - Il 28 giugno u.S. È stata stipulata fra il Credito Siciliano - banca appartenente al Gruppo Credito Valtellinese - ed il Comune di Acireale una convenzione avente ad oggetto lo svolgimento dell'attività di istruttoria tecnico-bancaria dei progetti imprenditoriali del Patto Territoriale delle Aci e delle eventuali varianti ai programmi d'investimento delle singole iniziative imprenditoriali. Tale attività ha lo scopo di accertare la regolarità tecnico-amministrativa delle richieste di liquidazione S.a.l. (stato avanzamento lavori) e dei relativi collaudi finali. L'accordo testimonia ancora una volta il concreto impegno da parte del Credito Siciliano a sostegno dello sviluppo economico del proprio territorio di riferimento, confermandone la "mission" di banca locale. |
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FONDAZIONE GRUPPO CREDITO VALTELLINESE: TIZIANA COLOMBERA NUOVO DIRETTORE |
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Sondrio, 5 luglio 2005 - Dal 1° luglio Tiziana Colombera è il nuovo Direttore della Fondazione Credito Valtellinese. Tiziana Colombera, 48 anni, ha percorso tutta la sua carriera nell'ambito del Gruppo Credito Valtellinese dove ha iniziato ad operare nel 1981 ricoprendo tra l'altro la responsabilità del Servizio Comunicazione e Pubbliche Relazioni di Gruppo. La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, presieduta dall'avv. Francesco Guicciardi, svolge attività in campo benefico, socio-economico, culturale, artistico, della formazione ed orientamento scolastico e professionale a favore di tutti i territori (Lombardia, Toscana, Lazio e l'intera regione Sicilia) in cui operano le Banche territoriali. Colombera succede a Claudio Snider, che ha concluso il suo mandato; il Consiglio di Amministrazione ha unanimemente espresso al dott. Snider viva gratitudine per il prezioso contributo e l'impegno profusi in questi anni. |
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BERENICE FONDO UFFICI: CHIUSURA ANTICIPATA DELL’OFFERTA PUBBLICA, CONTINUA IL COLLOCAMENTO ISTITUZIONALE NEI PRIMI QUATTRO GIORNI DI OFFERTA RACCOLTE ADESIONI SUPERIORI ALL’AMMONTARE COMPLESSIVO DELL’OFFERTA GLOBALE |
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Milano, 5 luglio 2005 – Pirelli Re Sgr rende noto che le adesioni raccolte nell’ambito della Offerta Pubblica di Vendita di quote di Berenice Fondo Uffici , al termine del quarto giorno di offerta (4 luglio 2005), sono risultate superiori all’ammontare complessivo delle quote offerte nell’ambito dell’Offerta Globale. Pertanto gli offerenti (Aida S.r.l., Ganimede Due S.r.l., Kappa S.r.l., Tiglio I S.r.l. E Tiglio Ii S.r.l.) e Pirelli Re Sgr, d’intesa con i Coordinatori dell’Offerta Globale Banca Caboto (Gruppo Intesa) e Mcc – Capitalia Gruppo Bancario, avvalendosi della facoltà prevista nel Prospetto Informativo, hanno disposto la chiusura anticipata dell’Offerta Pubblica che avrà effetto dalle ore 13.00 di mercoledì 6 luglio 2005. Le domande di adesione all'Offerta Pubblica potranno essere raccolte presso i collocatori, fuori sede ovvero mediante tecniche di comunicazione a distanza (online), con le modalità indicate nel Prospetto Informativo, fino alle ore 13.00 di mercoledì 6 luglio 2005. Si ricorda che l’Offerta Globale, pari ad un numero massimo di 570.000 quote del valore nominale di 500 euro ciascuna, è suddivisa in un’Offerta Pubblica di Vendita per un minimo di 530.004 quote (pari al 93% delle quote oggetto dell’Offerta Globale), ed un contestuale Collocamento Istituzionale, corrispondente a 39.996 quote (pari al 7% dell’Offerta Globale). Fatta salva la facoltà degli Offerenti e di Pirelli Re Sgr, d’intesa con i Coordinatori dell’Offerta Globale, di disporre l’anticipo delle date di seguito indicate, il Collocamento Istituzionale si concluderà il 26 luglio 2005, la comunicazione del Prezzo di Offerta verrà effettuata entro il 28 luglio 2005 e la comunicazione di assegnazione delle quote e l’inizio delle negoziazioni avranno luogo il 29 luglio 2005. |
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ENEL IV: ESERCIZIO INTEGRALE DELL'OPZIONE DI GREENSHOE |
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Milano, 5 luglio 2005 - Con riferimento all’Offerta Globale di azioni Enel S.p.a., si rende noto che in data 4 luglio, i Joint Institutional Bookrunner e Lead Manager, Mediobanca, Merrill Lynch, Goldman Sachs International e Morgan Stanley, hanno comunicato al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’esercizio integrale dell’opzione di greenshoe relativamente a n. 75.000.000 di titoli. Il prezzo di acquisto delle azioni oggetto della greenshoe è pari a 7,18 Euro per azione – corrispondente al prezzo stabilito nell’ambito dell’Offerta Istituzionale – per un controvalore complessivo pari a circa Euro 538,5 milioni. Il trasferimento e il pagamento delle suddette azioni avverrà il 7 luglio 2005. Inclusa la Greenshoe l’Offerta Globale ha riguardato pertanto n. 575.000.000 di titoli Enel S.p.a., pari al 9,38% del capitale sociale, per un controvalore di Euro 4,1 mld. Pertanto il Ministero dell’Economia e delle Finanze scende dal 31,31% del capitale sociale Enel S.p.a. Al 21,93% circa. L’avviso definitivo sui risultati dell’Offerta verrà pubblicato in data 7 luglio 2005. |
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LINCE CRESCE NEL SETTORE DELL’INFORMAZIONE ECONOMICA IN ITALIA APPROVATO IL BILANCIO CIVILISTICO E CONSOLIDATO RELATIVO AL 2004 |
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Milano, 5 luglio 2005 - Lince S.p.a., società a capitale misto Famiglia Romeo e Société Generale, attiva in Italia nel campo dell’informazione economica e di marketing, continua nel suo trend positivo. L’assemblea di Lince S.p.a. Ha approvato il bilancio civilistico e consolidato relativo all’esercizio 2004, con ricavi consolidati per il 2004 pari a 47.3 milioni di Euro e un Ebitda di 11.8 milioni di Euro, in crescita del 13,1% rispetto allo scorso esercizio. Lince conferma dunque il raggiungimento degli obiettivi attesi, con una quota di mercato dell’informazione economica che si attesta intorno al 30%. Il cash flow consolidato generato dalla gestione operativa è stato pari a 5 milioni di Euro. Tramite la consociata Finservice Spa, società specializzata in phone collection e gestione del contenzioso in outsourcing, Lince consolida inoltre la posizione nel settore della gestione dei crediti. “L’anno 2004 è stato un anno molto positivo, nonostante lo sfavorevole scenario macroeconomico di riferimento - commenta con soddisfazione Edoardo Romeo, Direttore Generale di Lince S.p.a – Con il dibattito su Basilea 2 il mercato dell’informazione economica sta assumendo una valenza sempre più strategica per le aziende sia in un’ottica di check-up che di tutela nelle transazioni. Per il 2005 intendiamo promuovere una maggiore cultura della tutela del credito, supportando le aziende a spostare il focus dell’attenzione dal fatturato alla gestione del cash flow, una delle cause principali di crisi” conclude Romeo. |
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CORPORATE VALUATION: IN AUTUNNO L’AREA FINANZA AZIENDALE E IMMOBILIARE DELLA SDA BOCCONI PROPONE UN CICLO DI SEMINARI SULLA VALUTAZIONE DELLE AZIENDE |
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Milano, 5 luglio 2005. –E’ in programma, per l’autunno 2005, un nuovo ciclo di seminari dal titolo Corporate Valuation, organizzato dall’Area Finanza Aziendale e Immobiliare della Sda Bocconi. L’iniziativa nasce dal desiderio di fornire alle aziende metodologie di valutazione e nuove chiavi interpretative per valutare e impostare i piani di acquisizione e ristrutturazione aziendale. L’approfondimento di tali tematiche è reso necessario dalla sempre maggior rilevanza delle operazioni di acquisizione, scorporo di rami d’azienda, disinvestimento e riorganizzazione interna. Si tratta pertanto di un momento indispensabile di crescita e di arricchimento professionale per il management che quotidianamente si trova ad affrontare queste dinamiche. I programmi sono: Le Operazioni di Finanza Straordinaria: dal 26 al 27 settembre 2005 Per informazioni dettagliate è possibile accedere al website: www.Sdabocconi.it/fin05/267598 La Finanza Strategica: dal 23 al 26 novembre 2005 Per informazioni dettagliate è possibile accedere al website: www.Sdabocconi.it/fin05/267600 Il ciclo di seminari Corporate Valuation si rivolge a manager, consulenti, professionisti e imprenditori che debbano impostare le loro valutazioni in un’ottica di creazione di valore. La metodologia didattica, fortemente interattiva e operativa, privilegia, accanto alle classiche ore d’aula, l’analisi e la discussione di casi aziendali, l’impiego di simulazioni e di esercitazioni di gruppo. Un contributo interessante è rappresentato dalle testimonianze di qualificati operatori finanziari e industriali. |
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ITALIAN TRADING FORUM: DUE GIORNATE DI FORMAZIONE |
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Bologna, 5 luglio 2005 - Dopo il grande successo a Italian Trading Forum Mauro Gialdini e Davide Biocchi presenteranno due giornate di formazione presso l'Hotel Imperial a Bologna: Martedì 5 Luglio (corso gratuito): L'incontro verterà sull'utilizzo delle piattaforme di trading tramite dimostrazione a mercati aperti del trader Davide Biocchi. Per consultare il programma completo e per l'iscrizione http://www.Directa.it/iservizi/bologna.html Mercoledì 6 Luglio (corso a pagamento): Davide Biocchi 3° classificato al Campionato Mini Trader 2001 e 4° nel Top Trader azioni 2004 e Mauro Gialdini, 1° classificato al Top Trader categoria azioni nel 2003 e nel 2004, opereranno dal vivo durante tutta la sessione motivando ogni loro operazione. L'operatività sarà essenzialmente di day trading e scalping, secondo le differenti caratteristiche dei due trader. Per consultare il programma completo e per l'iscrizione http://www.Directa.it/iservizi/bologna2.html |
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BOOM DI SOCIETA' IN STATO DI INSOLVENZA CHE POI NON TI CONSEGNANO IL BENE O IL SERVIZIO ACQUISTATO I CONSIGLI DEL CODACONS PER CHI VUOLE RICORRERE AD UN PRESTITO |
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Roma, 5 luglio 2005 - Sono in continuo aumento le società in stato di insolvenza che falliscono prima di averti consegnato il bene o il servizio acquistato. Il risultato è che il cittadino non riceve nulla, ma in compenso la finanziaria pretende il pagamento. Il giochino è il seguente. Acquisti un mobile (caso diffusissimo) o un elettrodomestico e ti offrono 30 comode rate mensili. Taeg zero o per dirla con i loro slogan: "zero anticipo, zero interessi". La pubblicità di solito è: "comprate oggi e pagate in comode rate mensili". Meglio di così…. Perché pagare subito quello che puoi pagare dopo? Così sottoscrivi il contratto con la finanziaria: è il cosiddetto credito al consumo. Poi però scopri che la merce acquistata a rate è difettosa o, peggio ancora, non ti viene nemmeno mai consegnata dal venditore che magari nel frattempo è pure fallito. E qui scatta la fregatura. La finanziaria si dichiara estranea al rapporto originario, non avendo un rapporto di esclusiva e, così, continua a pretendere il pagamento delle rate. E se non paghi? Finisci sulle black list. Di seguito alcuni consigli del Codacons per cercare di ridurre il rischio di fregature: · Taeg zero. Per importi bassi, sotto i 3.000 euro, non conviene approfittare delle rate, anche se il tasso è zero (Taeg Zero). Con i tassi che praticano in questo momento le banche, se si hanno i soldi, è meglio pagare in contanti. · Nel contratto deve essere citato il bene. Se il contratto con la finanziaria riguarda l'acquisto di un determinato bene o servizio, controllate che nel contratto sia indicato e descritto il bene o servizio acquistato; Rapporto di esclusiva: Deve essere indicato nel contratto l'accordo di esclusiva tra venditore e finanziaria; Attenti alle scadenze. Rispettate le date di scadenza per il pagamento delle rate. Una dimenticanza può costare molto cara. Si rischia di diventare "cattivi pagatori" ed andare sulle black list. Trasparenza. Anche nei locali aperti al pubblico debbono essere esposti i tassi di interesse, i prezzi, le spese e ogni altra condizione relativa all'offerta. Attenti a quello che firmate. Esigete sempre anticipatamente il testo del contratto che si andrà a sottoscrivere, per poterlo analizzare (o farlo analizzare) con attenzione a casa vostra. Se la finanziaria mette fretta nella sottoscrizione, vuol dire che c’è puzza di bruciato. Non vi fidate di quello che vi dicono a voce: conta solo quello che poi effettivamente firmate. Controllate il Taeg. Non dimenticare che la legge obbliga i soggetti che esercitano il credito al consumo a riportare sul contratto il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale), cioè il tasso effettivo (comprensivo di commissioni, spese, ed accessori finanziari) applicato al prestito erogato. Non confondete il Taeg, che indica il reale costo del prestito, con il Tan (Tasso Annuo Nominale) che non tiene conto delle spese. ·No agli anticipi. Diffidate di quegli intermediari che pretendono somme anticipate ancor prima di avviare l’istruttoria della pratica di finanziamento. Non pagare per nessuna ragione somme di denaro a qualsiasi titolo richieste. Merce difettosa o servizio non fornito. Se la merce acquistata a rate è difettosa (o il servizio non è fornito), agite subito nei confronti del venditore, diffidandolo ad adempiere con una raccomandata a/r, che invierete per conoscenza anche alla finanziaria. Se il problema non si risolve, prima di interrompere il pagamento delle rate, rivolgetevi ad un'associazione di consumatori. |
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MILANO: UNA IMPRENDITRICE SU DIECI E’ STRANIERA OLTRE UN QUARTO DELLE IMPRENDITRICI STRANIERE È CINESE: TRA LE RESIDENTI CINESI QUASI UNA SU CINQUE È IMPRENDITRICE. POI LE PERUVIANE, LE EGIZIANE, LE RUMENE |
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Milano, 5 luglio 2005 - Un’armata Rosa - o forse gialla – quella delle imprenditrici straniere a Milano: sono 3.265 donne provenienti da tutto il mondo. Soprattutto dalla Cina, che conta il 26,3% del totale delle imprenditrici straniere (860) e vede circa una su cinque donne cinesi residenti fare l’imprenditrice (17%). E se le milanesi avessero la stessa imprenditorialità delle cinesi, ci sarebbero a Milano 320.000 imprese femminili. Seguono le peruviane: 221 le imprenditrici su 5.824 peruviane residenti (il 3,8%). Ma anche le egiziane (121 imprenditrici su 4.084 residenti, il 3%), le rumene (118 su 1.198, il 9,8%). I settori più ambiti dalle imprenditrici straniere a Milano sono il commercio (1.219 imprenditrici, oltre un terzo del totale); poi le attività manifatturiere (597 imprenditrici), le attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (571), trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (275) e altri servizi pubblici, sociali e personali (268). Le imprenditrici straniere di Milano (3.265) rappresentano il 10,4% di tutte le imprenditrici milanesi (italiane e straniere, 31.524) e il 7% sulle extraimprese femminili in Italia. Le straniere si concentrano a Milano: se le imprese femminili milanesi rappresentano il 3,6% di quelle italiane, se guardiamo alle sole titolari straniere ben il 7% nazionale preferisce il capoluogo lombardo. Uomini e donne a confronto? Sul totale milanese di ditte straniere composte da uomini e donne (17.869), quelle femminili sono il 18,3%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al 1° trimestre 2005 riguardanti le ditte individuali. Convegno “Imprenditrici della nuova Europa”, oggi in Camera di commercio di Milano. Si è parlato di imprenditoria femminile, delle politiche dell’Unione europea allargata, di quelle regionali a sostegno delle imprenditoria femminile alla Camera di commercio di Milano, con il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Milano. Tra le imprenditrici dell’est, tra le più presenti a Milano le rumene (118), le polacche (38). Ma su 14 estoni che vivono a Milano, ben 2 sono imprenditrici. “La Camera di commercio - commenta Gianna Martinengo, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano -, è da sempre attenta e sensibile in particolare ai bisogni e alle potenzialità delle donne che si mettono in proprio. Per questo è impegnata in iniziative per favorire una presenza diffusa e una valorizzazione dell’imprenditorialità femminile già presente sul nostro territorio, anche di quella straniera quale portatrice di nuove esperienze, valori e capacità. Le donne sono sempre più attive sul mercato del lavoro specie grazie alle loro qualità e competenze. Ma c'è ancora molto da fare per promuovere una maggiore presenza femminile nelle imprese. Una possibile via di integrazione anche per le donne straniere che già oggi a Milano rappresentano circa un decimo delle ditte individuali femminili milanesi”. Imprenditrici straniere – 1° trim. 2005. Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese | imprenditrici straniere | Totale imprenditrici italiane e straniere | % imprenditrici straniere su tot imprenditrici italiane e straniere | imprenditori stranieri (maschi e femmine) | % imprenditrici straniere su tot. Imprenditori (maschi e femmine) stranieri | Milano | 3.265 | 31.524 | 10,4% | 17.869 | 18,3% | Lombardia | 6.307 | 92.352 | 6,8% | 35.960 | 17,5% | Italia | 46.897 | 874.921 | 5,4% | 221.878 | 21,1% | Titolari di impresa donne straniere distribuzione per settori Solo Straniere | Milano | Lombardia | Italia | quota per settore (Milano) | quota Mi/lomb | quota Mi/it | Agricoltura, caccia e silvicoltura | 29 | 193 | 5251 | 0,9% | 15,0% | 0,6% | Pesca,piscicoltura e servizi connessi | 0 | 1 | 34 | 0,0% | 0,0% | 0,0% | Estrazione di minerali | 0 | 1 | 10 | 0,0% | 0,0% | 0,0% | Attivita' manifatturiere | 597 | 1239 | 7395 | 18,3% | 48,2% | 8,1% | Prod.e distrib.Energ.elettr.,gas e acqua | 0 | 0 | 2 | 0,0% | | 0,0% | Costruzioni | 60 | 130 | 998 | 1,8% | 46,2% | 6,0% | Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa | 1219 | 2287 | 19578 | 37,3% | 53,3% | 6,2% | Alberghi e ristoranti | 166 | 412 | 2966 | 5,1% | 40,3% | 5,6% | Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. | 275 | 490 | 1725 | 8,4% | 56,1% | 15,9% | Intermediaz.monetaria e finanziaria | 37 | 73 | 531 | 1,1% | 50,7% | 7,0% | Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca | 571 | 863 | 3573 | 17,5% | 66,2% | 16,0% | Istruzione | 17 | 27 | 237 | 0,5% | 63,0% | 7,2% | Sanita' e altri servizi sociali | 12 | 21 | 147 | 0,4% | 57,1% | 8,2% | Altri servizi pubblici,sociali e personali | 268 | 545 | 4320 | 8,2% | 49,2% | 6,2% | Serv.domestici presso famiglie e conv. | 0 | 0 | 0 | 0,0% | | | Imprese non classificate | 14 | 25 | 130 | 0,4% | 56,0% | 10,8% | Totale | 3265 | 6307 | 46897 | 100,0% | 51,8% | 7,0% | Prime 10 nazionalità di donne titolari di impresa prevalenti a Milano | Milano | % su tot imprenditrici straniere | Donne straniere iscritte all'anagrafe di Milano al 31/12/02 | % imprenditrici su tot donne della stessa nazionalità iscritte all'anagrafe di Milano al 31/12/02 | Cina | 860 | 26,3% | 5088 | 16,9% | Peru' | 221 | 6,8% | 5824 | 3,8% | Egitto | 121 | 3,7% | 4084 | 3,0% | Romania | 118 | 3,6% | 1198 | 9,8% | Marocco | 104 | 3,2% | 1776 | 5,9% | Francia | 99 | 3,0% | 2332 | 4,2% | Germania | 99 | 3,0% | 1414 | 7,0% | Brasile | 99 | 3,0% | 1251 | 7,9% | Ecuador | 98 | 3,0% | 1994 | 4,9% | Serbia e Montenegro | 90 | 2,8% | 864 | 10,4% | Tot Imprenditrici Straniere a Milano | 3.265 | | | |
| Milano | % su tot imprenditrici straniere | Donne straniere iscritte all'anagrafe di Milano al 31/12/02 | % imprenditrici su tot donne della stessa nazionalità iscritte all'anagrafe di Milano al 31/12/02 | Cecoslovacchia | 17 | 0,5% | nd | nd | Estonia | 2 | 0,1% | 14 | 14,3% | Polonia | 38 | 1,2% | 378 | 10,1% | Slovenia | 2 | 0,1% | 52 | 3,8% | Ceca Rep. | 4 | 0,1% | 140 | 2,9% | Slovacchia | 3 | 0,1% | 52 | 5,8% | Titolari di impresa donne a Milano per valore assoluto e peso percentuale su totale straniere– 1° trim 2005. Elaborazione Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese Cina | 860 | 26,3% | Peru' | 221 | 6,8% | Egitto | 121 | 3,7% | Romania | 118 | 3,6% | Marocco | 104 | 3,2% | Brasile | 99 | 3,0% | Francia | 99 | 3,0% | Germania | 99 | 3,0% | Ecuador | 98 | 3,0% | Serbia e Montenegro | 90 | 2,8% | Svizzera | 86 | 2,6% | Nigeria | 81 | 2,5% | Argentina | 73 | 2,2% | Albania | 45 | 1,4% | Filippine | 44 | 1,3% | Gran Bretagna | 44 | 1,3% | Russia (Federazione) | 42 | 1,3% | Bulgaria | 40 | 1,2% | Polonia | 38 | 1,2% | Somalia | 38 | 1,2% | Spagna | 34 | 1,0% | Colombia | 33 | 1,0% | Sri Lanka | 33 | 1,0% | Venezuela | 31 | 0,9% | Dominicana Rep. | 30 | 0,9% | Giappone | 30 | 0,9% | Unione Rep. Socialiste Sovietiche | 29 | 0,9% | Stati Uniti D'america | 28 | 0,9% | Ucraina | 27 | 0,8% | Corea Del Sud | 26 | 0,8% | Etiopia | 23 | 0,7% | Belgio | 22 | 0,7% | Tunisia | 22 | 0,7% | Bangladesh | 18 | 0,6% | Libia | 18 | 0,6% | Cecoslovacchia | 17 | 0,5% | Pakistan | 16 | 0,5% | Senegal | 16 | 0,5% | Turchia | 14 | 0,4% | Austria | 13 | 0,4% | Cuba | 13 | 0,4% | Maurizio | 13 | 0,4% | Paesi Bassi | 13 | 0,4% | Iran | 12 | 0,4% | Ungheria | 12 | 0,4% | Costa D'avorio | 11 | 0,3% | Uruguay | 11 | 0,3% | Grecia | 10 | 0,3% | Portogallo | 10 | 0,3% | Canada | 9 | 0,3% | El Salvador | 9 | 0,3% | Libano | 9 | 0,3% | Sudafricana Rep. | 9 | 0,3% | Svezia | 9 | 0,3% | Thailandia | 9 | 0,3% | Algeria | 8 | 0,2% | Cile | 8 | 0,2% | Croazia | 8 | 0,2% | Finlandia | 7 | 0,2% | Israele | 7 | 0,2% | Messico | 7 | 0,2% | Australia | 6 | 0,2% | Camerun | 6 | 0,2% | Congo Rep. Dem. | 6 | 0,2% | Bielorussia | 4 | 0,1% | Bosnia rd Erzegovina | 4 | 0,1% | Ceca Rep. | 4 | 0,1% | Moldavia | 4 | 0,1% | Norvegia | 4 | 0,1% | Danimarca | 3 | 0,1% | Eritrea | 3 | 0,1% | India | 3 | 0,1% | Kazakistan | 3 | 0,1% | Seicelle | 3 | 0,1% | Siria | 3 | 0,1% | Slovacchia | 3 | 0,1% | Taiwan | 3 | 0,1% | Vietnam del Nord | 3 | 0,1% | Bolivia | 2 | 0,1% | Capo Verde | 2 | 0,1% | Cipro | 2 | 0,1% | Estonia | 2 | 0,1% | Guinea | 2 | 0,1% | Haiti | 2 | 0,1% | Indonesia | 2 | 0,1% | Iraq | 2 | 0,1% | Irlanda | 2 | 0,1% | Kenya | 2 | 0,1% | Lituania | 2 | 0,1% | Lussemburgo | 2 | 0,1% | Slovenia | 2 | 0,1% | Togo | 2 | 0,1% | Zambia | 2 | 0,1% | Angola | 1 | 0,0% | Arabia Saudita | 1 | 0,0% | Benin | 1 | 0,0% | Birmania | 1 | 0,0% | Ciad | 1 | 0,0% | Georgia | 1 | 0,0% | Germania Est | 1 | 0,0% | Ghana | 1 | 0,0% | Giamaica | 1 | 0,0% | Guadalupa | 1 | 0,0% | Guatemala | 1 | 0,0% | Hong Kong | 1 | 0,0% | Kuwait | 1 | 0,0% | Malta | 1 | 0,0% | Monaco | 1 | 0,0% | Mozambico | 1 | 0,0% | Nicaragua | 1 | 0,0% | Nuova Zelanda | 1 | 0,0% | San Marino | 1 | 0,0% | Sierra Leone | 1 | 0,0% | Tanganica | 1 | 0,0% | Tanzania | 1 | 0,0% | Trinidad e Tobago | 1 | 0,0% | Uzbekistan | 1 | 0,0% | Vietnam | 1 | 0,0% | Vietnam del Sud | 1 | 0,0% | Zimbabwe | 1 | 0,0% | Azerbaigian | 0 | 0,0% | Burkina | 0 | 0,0% | Congo Rep. Pop. | 0 | 0,0% | Gibuti | 0 | 0,0% | Giordania | 0 | 0,0% | Guinea Equatoriale | 0 | 0,0% | Honduras | 0 | 0,0% | Laos | 0 | 0,0% | Lettonia | 0 | 0,0% | Liberia | 0 | 0,0% | Macedonia | 0 | 0,0% | Madagascar | 0 | 0,0% | Malawi | 0 | 0,0% | Mali | 0 | 0,0% | Paraguay | 0 | 0,0% | Singapore | 0 | 0,0% | Sudan | 0 | 0,0% | Uganda | 0 | 0,0% | N.c. | 19 | 0,6% | Tot | 3265 | 100,0% | |
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PREMIO MILANO PRODUTTIVA 2005: PREMI PER CNA MILANO |
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Milano, 5 luglio 2005 - Ben 29 imprese associate Cna Milano e due dipendenti di Cna Servizi hanno ricevuto domenica il Premio “Milano Produttiva” che riprende la tradizione storica del premio “Fedeltà al lavoro”, giunto alla sua sedicesima edizione. Una manifestazione di particolare rilievo per Milano e provincia che attribuisce a enti, organismi, imprese e lavoratori un riconoscimento ufficiale per il loro forte e significativo contributo alla crescita e allo sviluppo dell’economia locale e del Paese. Nel corso della cerimonia di premiazione, tenutasi presso il Teatro alla Scala di Milano, sono intervenuti numerosi ospiti, tra cui: Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio, Gabriele Albertini, sindaco di Milano e il prefetto di Milano, Bruno Ferrante. |
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ASSEMBLEA ANNUALE UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: TORNA A SALIRE LA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE, ROBOT E AUTOMAZIONE MA IL MERCATO INTERNO E’ FERMO |
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Cinisello, 5 luglio 2005 - E’ sostanzialmente positivo il bilancio 2004 dell’industria italiana della macchina utensile, robot e automazione che, nonostante la congiuntura non favorevole, si è confermata al terzo posto delle graduatorie mondiali di settore sia per produzione che per esportazioni. Secondo i rilievi di consuntivo 2004, presentati questa mattina da Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, alla presenza del presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, la produzione dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, dopo due anni di calo, è tornata a crescere, attestandosi a 4.130 milioni di euro (+2,5%) rispetto all’anno precedente. Buona la performance delle esportazioni che, cresciute del 12,2% a 2.077 milioni di euro, hanno trainato le vendite dei costruttori italiani, compensando, almeno in parte, i negativi risultati raccolti sul mercato domestico. Infatti, è proseguito il trend negativo delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno scese a 2.053 milioni di euro (-5,7%), in ragione del calo della domanda (-2%). Il rapporto export su produzione è salito dal 46% del 2003 al 50,3%, torna così sopra la metà la quota di made in italy settoriale destinata ai mercati stranieri. Principali mercati di sbocco della produzione italiana sono risultati la Germania, che ha assorbito il 12,6% del totale esportato, la Spagna (9,4%), gli Stati Uniti (9%), la Francia (8,9%) e la Cina (8,4%) In particolare sono risultate in ripresa le vendite in Germania (248 milioni, +19,1%), Spagna (184 milioni, +18%) e Francia (174 milioni, +2,3%). Positivi anche i riscontri relativi all’export negli Stati Uniti (+7,6%), nel Regno Unito (+4,9%), in Austria (+42,2%) e in Polonia (+14,3%). Tra i paesi emergenti gli incrementi maggiori nelle vendite di sistemi di produzione italiani si sono registrati in Russia (+89,5%), risultata il sesto mercato di sbocco, Turchia (+34,8%), e Cina (+14,8%). Il saldo della bilancia commerciale è risultato in crescita del 18,8% attestandosi a 1.044 milioni di euro. Secondo Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre: “il consuntivo 2004, sebbene di segno positivo, deve essere analizzato con estrema cautela, per almeno due ragioni”. “La prima - afferma Alberto Tacchella - riguarda l’incremento registrato nella produzione che risulta essere ancora molto basso, soprattutto se si considera che il 2003, anno di confronto, è stato per i costruttori di sistemi di produzione, assolutamente deludente. La seconda ragione - prosegue Tacchella - riguarda la discrepanza tra il positivo andamento delle esportazioni e quello delle consegne sul mercato interno, ancora negativo”. “Tali dati - afferma Tacchella - sono la conferma della sostanziale stagnazione che interessa il nostro settore così come l’intero sistema economico del paese che ha bisogno di un vero e proprio rilancio per poter mantenere il passo dei concorrenti stranieri. Occorrono degli interventi concreti, e soprattutto non generici, perché il paese non può rinunciare alla propria vocazione manifatturiera”. “In questo senso - afferma il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - sono quattro le leve strategiche su cui si gioca la sfida della competitività: Internazionalizzazione, Innovazione, Investimenti e Immagine”. Se gli imprenditori devono fare la loro parte, modificando il proprio modo di fare impresa, il sistema-paese deve assolutamente intervenire con misure adeguate e concrete” Per quanto riguarda l’internazionalizzazione - rileva Tacchella - i costruttori hanno la necessità di far fronte alla limitata dimensione aziendale, ostacolo alla presenza strutturata sui mercati stranieri, attraverso l’aggregazione tra imprese aventi obiettivi comuni. A tale scopo si auspica, da un lato, che il sistema-paese operi per l’attuazione di misure che rendano fiscalmente neutrali tali processi e, dall’altro, lo sviluppo di strumenti quali, per esempio, i fondi di private equity, in grado di supportare le imprese nella crescita dimensionale, grazie al finanziamento degli investimenti necessari. “L’innovazione - afferma Alberto Tacchella - rappresenta sicuramente la vera Ieva strategica per mantenere il passo dei tradizionali competitors e allungare il gap qualitativo di cui gode il made in Italy settoriale rispetto alla produzione offerta dai concorrenti provenienti dai paesi emergenti. Prioritaria per le nostre imprese è, dunque, l’attuazione di un dialogo continuo e costante tra industria, istituti di ricerca e università, al fine di creare un circolo virtuoso in grado di favorire il trasferimento diretto dell’idee dal mondo accademico a quello dell’industria manifatturiera”. “A fronte di una negativa congiuntura economica, è necessario, - rileva Tacchella - ancora di più, salvaguardare la meccanica strumentale in quanto produttrice di beni di investimento, agevolando sia le imprese, sia gli investimenti in sistemi di produzione, quale volano di sviluppo per l’intero Paese. A tal proposito occorre una manovra decisa e vigorosa che tenga conto, insieme, dell’abolizione dell’Irap, un’imposta ingiusta e penalizzante, e della liberalizzazione delle quote di ammortamento”. “In ultimo - conclude Tacchella - l’immagine, divenuta oggi un asset, prioritario. A noi imprenditori il compito di imparare a comunicare meglio, ma senza una supporto strutturato alle spalle ogni nostro sforzo risulterà vanificato. Ecco che, allora, chiediamo al sistema-paese che, attraverso una pianificazione efficace e continua di campagne di promozione del made by italians, crei un’immagine nazionale forte, che sappia, però, anche valorizzare le peculiarità delle produzioni specifiche “. |
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SIEMENS: VIA LIBERA DALL’ANTITRUST PER L’ACQUISIZIONE DI FLENDER |
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Milano, 5 luglio 2005 - Dopo aver completato le indagini antitrust, la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione di Flender Holding Gmbh da parte di Siemens. Il valore dell’acquisizione di Flender dal precedente proprietario Citigroup Venture Capital Equity Partners (Cvc Equity Partners) ammonta a 1,2 miliardi di Euro. Il produttore tedesco di azionamenti meccanici ed elettrici, con sede a Bocholt, viene integrato nella divisione Automation and Drives (A&d) di Siemens: come previsto nei programmi, dal 1° luglio è operativa una nuova unit degli azionamenti meccanici, denominata Mechanical Drives. “Quest’acquisizione ci permetterà di offrire ai nostri clienti soluzioni e sistemi integrati attraverso una gamma completa di azionamenti realizzati da un unico Gruppo”, ha dichiarato Helmut Gierse, Direttore della divisione Automation and Drives di Siemens Ag. “Con l’integrazione dell’engineering degli azionamenti meccanici nei nostri sistemi, non solo aumenteremo la nostra quota nel mercato in forte crescita della trasmissione di potenza, ma consolideremo anche la nostra posizione di fornitore globale leader nei sistemi e nelle soluzioni di automazione industriale”. Con 6.700 dipendenti, nell’esercizio 2003/2004 Flender ha registrato un fatturato di 1 miliardo di Euro. L’acquisizione da parte di Siemens prevede l’integrazione di tutte le società e le divisioni del gruppo Flender nella nuova divisione Mechanical Drives di A&d. Le società controllate da Flender, Winergy Ag, Loher Gmbh e la francese Graffenstaden S.a. Rimarranno legalmente autonome ed entreranno a far parte successivamente della nuova divisione. Siemens intende integrare tutti i business del gruppo Flender. Le uniche eccezioni sono costituite dalla consociata Loher e dalla business unit Drives & Automation, che verranno rispettivamente integrate nei settori Large Drives e Standard Drives di A&d. Alla guida della neonata unit ci sono Winfried Walzer, già Amministratore Delegato di Flender che ricoprirà responsabilità tecniche, e Jurgen Glasemann, che assumerà le responsabilità di natura amministrativa oltre che dell’integrazione in Siemens. |
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USURA A MILANO, NE PARLANO OGGI: SANGALLI, PENATI, FERRANTE, LIVIA POMODORO |
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Milano, 5 luglio 2005 - Quanto è presente il fenomeno? Chi sono i protagonisti? Donne o uomini? Italiani o stranieri? Singoli o gruppi organizzati? Come intervenire? La Camera di commercio di Milano ha realizzato la ricerca “Il mercato dell’usura a Milano: un bilancio dopo l’approvazione della nuova legge” attraverso il Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale. Se ne parla al convegno “Prevenzione dell’usura. Un modello di governance integrata”, che si terrà in: Camera di commercio di Milano, Palazzo Giureconsulti, Piazza Mercanti, 2, Martedì 5 luglio, Ore 9,30-13,30. Parteciperanno tra gli altri: Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano; Bruno Ferrante prefetto di Milano; Filippo Penati, presidente Provincia di Milano, Massimo Buscemi, assessore alla polizia locale, prevenzione, protezione civile, Regione Lombardia, Guido Manca, assessore alla sicurezza, periferie, protezione civile, Comune di Milano, Livia Pomodoro, segretario generale Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, Pier Andrea Chevallard, segretario generale Camera di commercio di Milano, Angela Alberti consigliere Camera di commercio di Milano, Alberto Grancini, assessore alla sicurezza e lotta all’usura, Provincia di Milano, Rosario Spina, consigliere Corte d’Appello di Milano, Renzo Nisi, Tcl Guardia di Finanza, comando regionale Lombardia, Fabrizio Cristalli, dirigente Regione Lombardia, direzione generale Sicurezza, Michele Testa, rappresentante Sinvest, Costante Persiani, segretario generale Unione del Commercio, turismo e servizi di Milano. |
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FEDERLEGNO-ARREDO. BUONI RISULTATI E NUOVI IMPEGNI PER IL COMITATO CEN/TC 207 |
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Milano, 5 luglio 2005 - Si è conclusa con alcune sostanziali novità la riunione annuale - tenutasi a fine maggio - del Cen/tc 207, il comitato tecnico competente sui mobili dell'ente europeo di normazione che da tre anni è guidato dall'Italia con il supporto di Federlegno-arredo. Durante l'incontro – a cui hanno partecipato più di 30 delegati in rappresentanza di dieci enti normatori nazionali - sono state prese alcune importanti decisioni sui futuri programmi del comitato, che in questo ultimo triennio ha già raggiunto ottimi risultati. Uno dei compiti fondamentali del comitato consiste nel provvedere ad un accurato riesame delle norme da esso prodotte. Questo ha portato - nel corso della riunione – a prendere in considerazione numerosi documenti attualmente in vigore e ad apportare delle modifiche volte a rendere le norme maggiormente funzionali. Sono così stati approvati per l'avvio della procedura di voto formale due progetti di norma sulla valutazione della accendibilità dei mobili imbottiti (che vanno a rivedere la En 1021-1 e la En 1021-2). L'attenta verifica realizzata dal Cen/tc 207 ha inoltre consentito di giudicare quindici norme tuttora rispondenti alle esigenze degli operatori coinvolti e di fare oggetto di una revisione, basata sull'esperienza maturata dal comitato e sull'evoluzione tecnologica e normativa, altri undici documenti. Infine altre quattro norme, il cui status è ad oggi considerato "sperimentale", verranno riconsiderate per essere rese norme En a tutti gli effetti. Momento significativo dell'appuntamento si è rivelato inoltre l'illustrazione delle attività che attualmente impegnano gli otto diversi gruppi di lavoro costituiti per perseguire gli obbiettivi del comitato in modo più dinamico ed efficiente, come la definizione dei contenuti di undici nuovi documenti riguardanti tra gli altri i mobili per esterno, scolastici, i mobili per usi non domestici e gli accessori. Il desiderio di migliorare ulteriormente l'efficienza del proprio operato ha portato il comitato ad apportare alcune modifiche riguardanti la propria organizzazione e la propria struttura: oltre alla nomina di un nuovo coordinatore per il Wg 2 "Kitchen and bathroom furniture", è stata valutata la possibilità di trasformare la sottocommissione 3 "Office furniture" in un "working group", e – dopo la conclusione dei lavori in programma - è stata momentaneamente sospesa l'attività del Wg 6 "fire behaviour". Un ulteriore importante provvedimento ha portato alla creazione di un gruppo di lavoro congiunto tra il Tc 207 "Furniture" ed il Tc 252 "Child use and care articles" per la revisione delle norme sui fasciatoi per uso domestico. |
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CESSIONE IMMOBILE DI GATTINARA (VC) |
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Treviso, 5 luglio 2005 - Pagnossin S.p.a. Comunica che, nell’ambito del piano industriale-finanziario, ieri, è stata incassata la prima trance della cessione derivante dalla vendita del complesso industriale sito nel comune di Gattinara (Vc), alla ditta Luigi Lavazza S.p.a. (società non correlata con la proprietà). Tale cessione, per l’importo di Euro 3.400.000 + Euro 680.000 per Iva , prevede le seguenti modalità di pagamento: 1) Euro 1.360.000 al 01.07.2005 (incassato il 4 luglio, e da utilizzare a supporto della gestione operativa); 2) Euro 2.720.000 al 31.12.2005 (previo rilascio di fideiussione bancaria). Gli effetti economici di tale operazione, tenuto conto delle svalutazioni effettuata ai fini del Bilancio 2004, sono neutri. |
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CONSULENTI DEL LAVORO, ASSEMBLEA ANNUALE SUL FUTURO DELL'ECONOMIA VENETA |
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Dolo (Ve), 5 luglio 2005 - Il Veneto sta attraversando la fase socio-economica più difficile degli ultimi 40 anni e le vecchie ricette non sono più sufficienti per favorire il superamento della congiuntura negativa. Occorrono coesione e concertazione tra istituzioni, associazioni datoriali e sindacali, con i professionisti capaci di portare un valore aggiunto nuovo. Di questo cambio di prospettiva si discuterà martedì 5 luglio 2005 (ore 17), nell'assemblea annuale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro della provincia di Venezia. Nell'auditorium del Centro Culturale Candiani di Mestre tutti gli iscritti si riuniranno e sarà il debutto del nuovo consiglio direttivo, eletto lo scorso maggio, con Antonio Vegna riconfermato alla presidenza anche per il triennio 2005/2008. "I professionisti devono essere la "quarta gamba del tavolo" con istituzioni, associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali - sottolinea Vegna -, perché la loro esperienza e le loro competenze possono portare un contributo rilevante allo sviluppo del sistema economico dell'Italia e specialmente del Veneto che sta attraversando senza dubbio il momento di maggiore difficoltà economica dal secondo dopoguerra." |
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FRANCIA E GIAPPONE COSTRUIRANNO UN NUOVO JET SUPERSONICO |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - Dopo mesi di controversie sulla destinazione del reattore sperimentale termonucleare internazionale (Iter), Francia e Giappone collaboreranno alla progettazione e alla costruzione di un nuovo aereo passeggeri supersonico che sostituirà il Concorde, ormai in pensione. La collaborazione inizierà con tre anni di ricerca sulle tecnologie relative alla struttura del materiale composito, alla riduzione del rumore prodotto dal motore del jet e ad altre aree che attualmente presentano difficoltà per i voli supersonici. L'accordo è stato siglato dalla Società delle aziende aerospaziali giapponesi (Sjac) e dall'Associazione francese delle industrie aerospaziali (Gifas), ma vi parteciperanno anche centri e società di ricerca di entrambi i paesi. Il ministro giapponese dell'Economia, del commercio e dell'industria Shoichi Nakagawa ha accolto con favore l'accordo, affermando: "Poiché la concorrenza internazionale nel settore degli aeromobili commerciali si sta sempre più intensificando, riunire i rispettivi vantaggi allo scopo di superare svariate difficoltà tecnologiche dovrebbe assicurare la capacità di offrire in futuro velivoli e servizi altamente avanzati. Siamo in presenza di una cooperazione industriale veramente significativa". Il Giappone ha già collaudato con esito positivo un motore che teoricamente può raggiungere velocità cinque volte superiori alla velocità del suono (mach 5,5), afferma il ministro giapponese. Da parte loro, i francesi contribuiranno con l'esperienza maturata grazie al Concorde, il primo e unico jet commerciale supersonico del mondo. I partner auspicano di poter rendere operativo l'aeromobile entro il 2015, un velivolo in grado di volare a velocità pari a 2,4 volte la velocità del suono. "Questo programma di cooperazione rappresenta il simbolo del rapporto cooperativo che lega le industrie aeronautiche di Giappone e Francia. Sono convinto che questo programma stimolerà lo sviluppo futuro di entrambi i paesi", ha dichiarato il ministro Nakagawa. |
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ALITALIA: FIRMATO ACCORDO PILOTI; ARRIVA MULTIBASE NORD ITALIA, PRESTO BASI A MILANO MALPENSA E LINATE E OPERATIVO A VENEZIA |
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Roma, 5 luglio 2005 - Alitalia e le Associazioni Professionali e Organizzazioni Sindacali dei Piloti hanno sottoscritto il 30 giugno un accordo attraverso cui viene compiuto un altro passo fondamentale verso il percorso di risanamento. Fra le novita’ l’introduzione del sistema operativo multibase con sedi a Milano Malpensa, Linate e il nuovo operativo da Venezia. L’intesa suggella la realizzazione di obiettivi importanti sia sul fronte del contenimento del costo del lavoro e della gestione delle eccedenze, che sul fronte dell’efficienza rendendo più coerente le modalità di impiego dei piloti con le esigenze commerciali e di network. Sul piano della realizzazione dei recuperi economici, il risultato più importante è costituito dalla chiusura delle procedure di mobilità attraverso l’applicazione dell’accordo di solidarietà che prevede, per tutto il personale navigante tecnico, una riduzione di 20 giornate lavorative nel corso del biennio 2005-2006, con un programma attuativo decisamente flessibile, che consente la loro collocazione nei periodi di bassa operatività ma anche sulle giornate di riserva inutilizzate. Sotto il profilo dell’organizzazione operativa, l’accordo dà concreta attuazione al progetto “Multibase” prevedendo il posizionamento del personale necessario direttamente sugli scali del nord Italia e creando quindi le migliori condizioni per cogliere le opportunità di business presenti in quell’area. Inoltre si sono definiti e concordati i dettagli relativi alle modalità e ai tempi per il trasferimento a Milano di personale residente, anticipando il programma previsto con un iniziale trasferimento temporaneo. |
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AIR FRANCE INAUGURA IL VOLO PARIGI-DETROIT |
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Roissy, 5 luglio 2005 - Patrick Alexandre, Direttore Generale ‘Commercial International’ d’Air France, ha ufficialmente inaugurato, giovedi’ scorso, la nuova rotta Parigi-detroit, salendo a bordo del volo Af 374 per la capitale economica del Michigan. « Ad oggi, tra le grandi compagnie aeree europee, Air France occupa una posizione di primo piano negli Stati Uniti, sia per l’ampiezza della sua offerta che per la qualità dei servizi offerti », ha dichiarato Patrick Alexandre. « Alleata nell’ambito di Skyteam a tre « majors » : Continental, Delta e Northwest, Air France propone settimanalmente 199 frequenze transatlantiche e serve in totale 125 destinazioni negli Stati Uniti. I progressi realizzati dalla Compagnia negli ulitimi anni su questo mercato particolarmente strategico sono spettacolari ». Con l’apertura di Detroit, Air France è l’unica compagnia aerea che collega, senza scalo, l’Europa alle quattro grandi città della regione dei Grandi Laghi : Chicago (Illinois), Detroit (Michigan), Toronto (Ontario/canada) et Cincinnati (Ohio). La nuova rotta Parigi-detroit, aperta lo scorso 13 giugno, é servita tutti i giorni da un Airbus A330-200 di 219 posti, equipaggiato con i ‘Nuovi spazi di viaggio’ Air France. Il volo parte alle 10h30 dal Terminal 2E dell’aeroporto di Parigi Charles-de-gaulle et arriva lo stesso giorno, alle 13h05 locali, a Detroit. Al ritorno, il volo lascia Detroit alle 19h15 e arriva il giorno dopo a Parigi-cdg2e alle 08h50. |
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TRASPORTI: IN UNA RICERCA DELL’ASSOUTENTI LA FOTOGRAFIA DELL’ITALIA A DUE VELOCITA’ |
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Roma, 5 luglio 2005 - Un’italia dei trasporti a due velocità, a causa della mancanza di infrastrutture, dell’eccessiva congestione di alcuni collegamenti e dell’isolamento tipico di alcune aree territoriali. E’ la fotografia che emerge dall’ “Atlante della mobilità critica”, ricerca presentata oggi a Roma dall’associazione dei consumatori Assoutenti e da Consumers’ Forum, che raggruppa organizzazioni consumeriste e grandi aziende. Il progetto, di cui sono stati illustrati i primi risultati, prevede una mappatura delle linee di trasporto più congestionate d’Italia, si avvale della collaborazione con le Università “Romatre” e “Ferdinando Ii” di Napoli. Con questo studio, Assoutenti intende analizzare le problematiche dei trasporti interni e dell’accesso alle grandi vie di collegamento nazionale e internazionale. Il quadro descritto nella prima fase della ricerca non è dei più confortanti. Su 108 città capoluogo di provincia, 82 (75,9%) sono raggiunte dalla rete autostradale, a fronte del 63% che possono usufruire di treni veloci (Eurostar o Intercity). La situazione peggiora se si considera che soltanto circa il 25% delle principali città italiane dispone di un aeroporto commerciale. E in futuro, lo scenario potrebbe ancora peggiorare. Nei prossimi anni, con l’entrata in servizio delle nuove linee ferroviarie ad alta velocità, saranno 19 i centri toccati dalla rete dei treni veloci: appena il 17% dei capoluoghi di provincia in Italia. “E’ evidente – ha osservato Mario Finzi, presidente Assoutenti – che non tutti i cittadini hanno le stesse possibilità di accesso ai sistemi di trasporto pubblico. La stessa rete autostradale si rivela sempre più insufficiente. Eppure, per risolvere la mobilità critica, basterebbero alcuni correttivi, ritagliati sulle specifiche necessità del territorio, per alleggerire i tratti più congestionati”. Al riguardo, la ricerca ha affrontato quattro casi problematici: il tratto tra Rieti e L’aquila, il corridoio Napoli-salerno, la Sicilia Occidentale e la provincia di Belluno. Prendendo spunto dai problemi di queste zone, Assoutenti ha illustrato una serie di soluzioni alternative, che possono affiancare lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria ed il miglioramento delle principali vie di collegamento, senza grandi investimenti finanziari e realizzabili a breve termine. Tra queste, Assoutenti ha indicato l’ottimizzazione del piano orari per i treni, la sinergia ferro-gomma, il superamento delle linee a binario unico, lo sviluppo delle “autostrade del mare”. Inoltre, manca ancora un’adeguata informazione ai cittadini sulle possibilità di trasporto. “In Sicilia, ad esempio – ha spiegato Finzi – sono in pochi a conoscere gli autobus interurbani. Il che, per una regione a forte vocazione turistica, è impensabile”. L’identificazione di questi quattro casi esemplari rappresenta però soltanto un primo passo per la costruzione di un “Atlante della mobilità critica”. “Disegnando una mappa delle zone a rischio – ha osservato il presidente Finzi – saremo in grado di individuare i nodi su cui intervenire per ottenere un’effettiva “pari opportunità” di spostamento per tutti i cittadini, indipendentemente dal territorio di residenza”. Alla tavola rotonda, hanno partecipato Antonio Longo, presidente di Consumers’ Forum, Mario Finzi, presidente di Assoutenti, Elio Catania, presidente del Gruppo Ferrovie dello Stato, Angelo Sanza, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Guido Del Mese, presidente dell’Asstra, Nicola Biscotti, presidente dell’Anav, Domenico Mazzamurro, direttore dell'Agenzia regionale campana per la mobilità sostenibile e Quinto Piol, assessore ai Trasporti della Provincia di Belluno. |
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SINTESI: “ATLANTE DELLA MOBILITA’ CRITICA” |
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Roma, 5 luglio 2005 - L’italia è afflitta da numerosi problemi di mobilità che ne condizionano lo sviluppo armonico delle attività produttive e ne pregiudicano la competitività nell’ambito dell’Unione Europea e rispetto agli altri potenziali concorrenti esterni. Negli ultimi anni si è molto insistito – e giustamente – sulla congestione crescente nelle aree metropolitane, con le conseguenti ricadute in termini di inquinamento, inefficienza e crisi del modello città che assumono particolare rilevanza in una nazione fortemente urbanizzata, specie nella pianura Padana e lungo le dorsali tirrenica e adriatica. Vi è, però, un’altra storica criticità, tutt’altro che superata, riconducibile al divario nella dotazione infrastrutturale ed al relativo isolamento di molte province o intere regioni. Il fenomeno è comune ad altri paesi europei, ma da noi è accentuato da una orografia particolarmente tormentata e dal ritardo cumulato nello sviluppo dei moderni sistemi di trasporto. E lo sarà ancor di più in prospettiva negli anni a venire, vista la prossima realizzazione della rete ferroviaria veloce da Torino e Milano a Roma e Napoli, cui si aggiungerà successivamente le tratte verso Venezia e Genova, ridurranno notevolmente le percorrenze tra le maggiori città italiane, lasciando però inalterati i tempi di viaggio tra questi nodi e le province interne. Il quadro descritto nella ricerca non è dei più confortanti. Su 108 città capoluogo di provincia, 82 (75,9%) sono raggiunte dalla rete autostradale, a fronte del 63% che può usufruire di treni veloci (Eurostar o Intercity). La situazione peggiora se si considera che soltanto il 25% delle principali città italiane dispone di un aeroporto commerciale. E in futuro, lo scenario potrebbe ancora peggiorare. Nei prossimi anni, con l’entrata in servizio delle nuove linee ad Alta Velocità delle ferrovie, saranno 19 i centri toccati dalla rete dei treni veloci: appena il 17% dei capoluoghi di provincia in Italia. Per tutti questi motivi, qui solo accennati in rapida sintesi, riteniamo quanto mai attuale l’individuazione delle aree a mobilità critica diffuse a macchia di leopardo nel nostro Paese, dei costi e delle penalizzazioni che gravano su una quota rilevante dei nostri concittadini. Si avverte sempre più l’urgenza di trovare soluzioni adottabili in tempi ragionevoli ed a costi compatibili per attenuare il divario e i disagi che finiscono col sopportare tutti, non solo i residenti, ma anche i turisti. Senza considerare i rischi di veder ulteriormente accentuato l’abbandono delle aree più interne e l’ulteriore sovraffollamento di residenze e attività produttive attorno alle principali aree metropolitane. L’atlante ha preso in esame quattro aree a mobilità critica, che costituiscono casi esemplari delle difficoltà in cui versa il sistema di trasporti italiano. La provincia di Belluno è collegata da due linee su rotaia, la Padova-feltre-calalzo e la Venezia-treviso-calalzo, che confluiscono a Ponte delle Alpi, in prossimità del capoluogo. Sono ambedue a binario unico, non elettrificate e caratterizzate da tracciati tortuosi e acclivi, mentre la cosiddetta “autostrada d’Alemagna”, che avrebbe dovuto costituire un collegamento viario internazionale diretto verso il Tirolo e la Baviera, si ferma a Pian di Vedoia, consentendo poi il proseguimento lungo la viabilità ordinaria, che entra sistematicamente in crisi in occasione delle punte di traffico turistico estivo ed invernale, dirette verso Cortina e le mete Dolomitiche, o in caso di maltempo. Le possibili soluzioni di breve periodo, in assenza di pur auspicabili interventi infrastrutturali di rilievo, consistono nella maggiore sinergia tra il sistema viario e quello su rotaia, ottenibile mediante un modello di collegamenti integrati in termini di orari e tariffe tra treni e bus, come realizzato in altre aree alpine sia in Svizzera che in Alto Adige. E’ pure interessante verificare l’individuazione di sottobacini di traffico (come quelli di Feltre, di Belluno e del Cadore) per organizzare attorno ad essi una mobilità più aderente alle esigenze delle popolazioni locali. L’area del Reatino Aquilano, a cavallo tra la regione Lazio e l’Abruzzo, è servita solo nella parte più occidentale dall’autostrada del Gran Sasso, mentre la linea ferroviaria a binario unico e non elettrificata realizza un lungo arco da Sulmona a Terni, risultando inefficace nelle relazioni verso la capitale e limitandosi ad assicurare i collegamenti di natura locale in maniera non pienamente efficiente. Pur auspicando come soluzione ottimale quella di un nuovo raccordo ferroviario tra Passo Corese e Rieti, che supererebbe definitivamente lo storico isolamento di questa provincia del Lazio, il corposo studio dell’Università degli Studi “Roma Tre” dimostra come con una serie di interventi mirati a costi decisamente contenuti sarebbe possibile migliorare in tempi brevi l’appetibilità e, dunque, l’utilità sociale del servizio assicurato da Trenitalia. Un diverso tipo di criticità è, invece, presente lungo il corridoio Napoli-salerno, una delle zone più densamente popolate d’Italia, dotata di importanti strutture stradali e ferroviarie che tuttavia faticano a rispondere alla continua crescita del traffico pendolare e della mobilità diffusa, anche di carattere turistico, lungo un’area che include tra l’altro Ercolano, Pompei e la penisola Sorrentina. Qui il treno è decisamente competitivo rispetto alla strada, ma le potenzialità di crescita sono strozzate dall’oggettiva saturazione ormai raggiunta. L’ormai prossimo arrivo dell’Alta Velocità in Campania e il potenziamento previsto della linea a monte del Vesuvio, con l’instradamento sulla stessa dei collegamenti diretti verso Sud, aprono tuttavia interessanti prospettive per il traffico metropolitano tra le due maggiori città della Regione. Mentre il successo già conseguito con l’integrazione tariffaria “Unico Campania” e con il “Metrò del Mare”, inducono ad insistere sulle nuove opportunità offerte per alleviare la congestione stradale pressoché permanente, che affligge una delle maggiori aree metropolitane del Paese. Infine, per quanto riguarda la Sicilia Occidentale, siamo in presenza di una triplice criticità originata sia dall’insularità e dalla distanza che separa questa zona dal resto della nazione, sia dalla carenza dei collegamenti ferroviari efficienti all’interno alla regione e dalla congestione che affligge l’area palermitana. Anche qui, in attesa di interventi infrastrutturali ambiziosi come il Ponte sullo Stretto, che calamitano l’attenzione dell’opinione pubblica, sarebbe consigliabile intervenire ottimizzando le risorse già disponibili, come il raccordo con l’aeroporto di Punta Raisi e i collegamenti marittimi veloci, ottimizzando le sinergie ferro-gomma, finora largamente sottostimate, e migliorando le informazioni sull’offerta integrata del trasporto pubblico, considerando che alcuni servizi, come quelli offerti dagli autobus interurbani, non sono praticamente conosciuti al di fuori della cerchia di utenti abituali. L’individuazione di queste quattro aree a mobilità problematica, pur con caratteristiche molto differenti tra loro, non pretende certo di esaurire il quadro di difficoltà nei collegamenti che affligge il nostro Paese. Può costituire, comunque, il primo tassello di un più ampio Atlante della Mobilità Critica che intendiamo progressivamente completare per favorire l’individuazione dei nodi su cui intervenire onde migliorare i collegamenti e realizzare una effettiva “pari opportunità” di spostamento per tutti i cittadini indipendentemente dalla provincia di residenza. |
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COMUNE DI GENOVA: SARÀ LA FRANCESE TRANSDEV IL PARTNER STRATEGICO DI AMT S.P.A. 28/06/2005 |
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Genova, 5 luglio 2005 - Nell’ambito della gara indetta per l’individuazione del partner strategico dell’Amt, l’azienda di trasporto pubblico locale del Comune di Genova, la Giunta Comunale ha individuato nell’offerta presentata dal gruppo francese Transdev in raggruppamento con Autoguidovie Italiane (Agi) il miglior progetto di rilancio della società. Dopo l’esclusione del raggruppamento guidato da Sita a causa del mancato rispetto dei requisiti formali richiesti dalla documentazione di gara, per l'acquisizione del 41% di Amt erano rimasti in corsa due importanti operatori francesi: Ratp Development e un raggruppamento costituito da Transdev (95%) ed Agi (5%). La completezza e le caratteristiche innovative del progetto tecnico, l'attenzione alla salvaguardia dell'occupazione, l'ingente piano degli investimenti, nonché un offerta economica pari a circa 22 milioni di Euro sono gli elementi che hanno convinto l'Amministrazione comunale, a conclusione dei lavori della Commissione di gara, a selezionare come partner di Amt il raggruppamento Transdev – Agi. Nell'ambito della complessa operazione il Comune, assistito dall’advisor Dexia Crediop, ha preliminarmente provveduto alla scissione parziale di Amt costituendo Ami S.p.a., società deputata alla valorizzazione delle infrastrutture di trasporto, alla realizzazione della manutenzione dei mezzi di Amt, alla gestione dei parcheggi e, in prospettiva, allo svolgimento delle funzioni di Agenzia per il Tpl. Attraverso un'articolata ed innovativa procedura, nel corso della quale i soggetti interessati (ben 12 aziende hanno presentato istanza di partecipazione a seguito della pubblicazione di un bando europeo) hanno avuto modo di confrontarsi con i tecnici comunali al fine di comprendere gli obiettivi perseguiti dall'Amministrazione, si è giunti a definire il progetto sul quale i concorrenti sono stati invitati a presentare le offerte vincolanti Grazie alla presenza del nuovo partner strategico, Amt fornirà i propri servizi di trasporto pubblico locale nell’ambito del bacino genovese per 6 anni, con possibilità di proroga per ulteriori 3 anni, nel corso del quale darà attuazione ad un piano degli investimenti complessivamente pari a 75 milioni di Euro destinato, in particolare, a rinnovare il parco mezzi anche al fine di ridurre l’impatto ambientale. A breve Comune e raggruppamento aggiudicatario provvederanno alla sottoscrizione di un Contratto di investimento ed un patto parasociale, secondo gli schemi consegnati in sede di gara, che definiranno i rapporti tra i due soci di Amt. Al nuovo partner è riservata la nomina dall'Ad, mentre il Comune provvederà alla nomina del Presidente del Cda e del Collegio sindacale. Giuseppe Pericu, Sindaco di Genova, nella seduta odierna del consiglio comunale, sottolinea come «l'Amt, grazie al contributo finanziario e di esperienza del partner individuato attraverso questa complessa ed innovativa procedura, potrà affrontare le sfide future. La selezione del partner strategico rientra, tuttavia, in un programma più ampio di riorganizzazione del sistema della mobilità. Il Comune intende, infatti, indirizzare gradualmente la domanda di mobilità verso forme di trasporto più "sostenibili". È, infatti, obiettivo prioritario garantire il progressivo decongestionamento dell'area metropolitana e l'abbattimento delle emissioni inquinanti, nell'ottica di un costante miglioramento della qualità della vita dei concittadini». Gérard Bayol, Amministratore Delegato di Dexia Crediop, ribadisce «l'importanza strategica che la nostra Banca attribuisce all'assistenza a favore degli Enti Locali e delle aziende operanti nel settore dei servizi pubblici. Peraltro, la presente operazione è la più importante partnership pubblica/privata realizzata sin ora nel settore del trasporto pubblico locale in Italia. Apre la strada a successive similari iniziative che potranno consentire di dare sviluppo al settore del trasporto». |
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PROTEZIONE AD ALTA TECNOLOGIA DELL'AMBIENTE MARINO EUROPEO |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - La salvaguardia delle coste europee dalle crisi di inquinamento naturale o causato dall'uomo e dalle harmful alga blooms (Hab, fioriture di alghe tossiche) costituisce una priorità per la tutela ambientale europea. Grazie al progetto Dismar, un nuovo sistema - attualmente in fase di dimostrazione operativa - ha raccolto l'ampia gamma di dati delle stazioni di osservazione meteorologica e oceanica di tutta Europa. È ora possibile prevedere gli esiti probabili, consentendo pertanto alle autorità di reagire al meglio alle crisi ambientali. Benché le fuoriuscite di petrolio siano unanimemente considerate disastri ecologici di prim'ordine, i rischi associati all'inquinamento ecologico vengono spesso sottovalutati: le Hab possono distruggere l'intero sistema ecologico di una costa, privando l'acqua di ossigeno vitale, di sole e di nutrienti, sterminando i pesci e danneggiando l'intera catena alimentare, il turismo locale e l'industria della pesca. Dismar sta per Data Integration System for Marine Pollution and Water Quality (Sistema di integrazione dei dati relativi all'inquinamento marino e alla qualità dell'acqua). L'obiettivo generale del progetto, finanziato a titolo dell'area tematica prioritaria "Tecnologie per la società dell'informazione" (Tsi) del Sesto programma quadro (6Pq) è sviluppare un sistema informativo avanzato e intelligente per sottoporre a controlli e previsioni l'ambiente marino e migliorare pertanto la gestione delle crisi di inquinamento che si verificano nelle regioni costiere e oceaniche europee. Il sistema fornirà sostegno alle autorità pubbliche e ai servizi di emergenza responsabili della prevenzione, della mitigazione e della ripresa in caso di crisi. Secondo il dottor Stein Sandven, coordinatore del progetto Dismar e direttore della ricerca presso il Nersc, il Centro norvegese di rilevamento ambientale e a distanza, il dimostratore operativo è pronto e, malgrado possano essere necessari alcuni miglioramenti tecnici, il sistema funziona e il progetto verrà ultimato nell'arco di sei mesi. L'obiettivo primario di Dismar è sviluppare un sistema distribuito per il controllo e le previsioni relative all'ambiente marino. Il sistema integra i dati delle stazioni di controllo europee in una molteplicità di sistemi di modellizzazione. Quando si verifica una fuoriuscita di petrolio o una Hab, è essenziale prevedere in che modo le correnti oceaniche e i modelli meteorologici influiranno sulle operazioni di ripulitura e quali aree saranno a rischio, allo scopo di stabilire le priorità e indirizzare le azioni di risposta adeguate. Grazie all'integrazione di un'ampia varietà di dati, Dismar costituirà uno strumento molto potente in tal senso. Tramite un portale web, Dismar fornirà un unico punto di accesso a diversi servizi che trasmettono dati satellite e altre osservazioni nonché risultati modello, in conformità delle norme internazionali per i dati e i metadati. Dismar si adeguerà per quanto possibile alle linee guida Inspire. Inspire ha definito un insieme di principi comuni e un quadro architettonico per lo sviluppo di un'infrastruttura di dati spaziali per l'Europa basati sull'installazione di servizi di informazioni spaziali interoperabili su Internet. Al consorzio Dismar partecipano 17 organizzazioni di sei paesi: Norvegia, Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Irlanda. Il gruppo ha inizialmente installato il proprio sistema in sei località costiere europee che rappresentano l'ampia varietà ecologica delle coste del nostro continente e comprendono il Mare del Nord, l'area dello Skagerrak, le coste di Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Irlanda sudoccidentale Tali luoghi sottolineano inoltre la natura transfrontaliera dell'inquinamento ecologico o prodotto dall'uomo. Il gruppo intende ora proseguire il proprio lavoro e ampliarlo al fine di coprire una superficie europea maggiore. Ha inoltre intenzione di chiedere un aumento dei finanziamenti per consentire a Dismar di passare alla fase operativa. "Se ottenessimo un altro progetto triennale per continuare questa ricerca, potremmo avvicinarci molto all'obiettivo di rendere operativo questo servizio su base europea", ha dichiarato Stein Sandven al servizio "Risultati Tsi". Http://istresults.cordis.lu/index.cfm/section/news/tpl/article/browsingtype/features/id/77458 |
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APPELLO AI NAVIGANTI: IL 16 LUGLIO MANIFESTAZIONE NAUTICA “ONDA SU ONDA, PER LO STRETTO CONTRO IL PONTE” |
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Milano, 5 luglio 2005 - Il 16 luglio la gente di mare manifesterà con le proprie imbarcazioni dalle 10.30 alle 14.00, chiamata dal Wwf Italia, dai pescatori e dai circoli nautici siciliani e calabresi, nelle acque dello Stretto di Messina per tutelarne la bellezza e l’integrità e per chiedere che sia interrotta la gara del General Contractor cui la Stretto di Messina Spa, con l’avallo del Governo, vorrebbe affidare la progettazione definitiva ed esecutiva e la costruzione del ponte, nonostante le grandi difficoltà tecniche, finanziarie, legali e il pesantissimo impatto ambientale. Il ponte verrebbe costruito in sfregio a quello scorcio di costa e di mare tra Cariddi e Scilla, con un investimento di 6 miliardi di euro (a consuntivo) per quella che potrebbe essere definita, se realizzata, un’inutile opera monumentale (un ponte ad unica campata, stradale e ferroviaria, di 3.300 metri di lunghezza). Ben altri sono i collegamenti autostradali, stradali e ferroviari utili al Mezzogiorno a cominciare dal potenziamento della portualità sulle due sponde dello Stretto, dal completamento dei lavori sulla A3 Salerno-reggio Calabria e della Ss109 Ionica e dalle linee ferroviarie Messina-palermo e Messina-catania. Si vuole procedere “ad ogni costo” (economico, sociale e ambientale), nonostante i colossi europei delle costruzioni (tra cui l’austriaca Strabag Ag, la francese Vinci e la spagnola Necso) si siano ritirati da una gara - che ora è tutta italiana: tra Impregilo e Astaldi -, dati i gravi rischi legali, geologici e tecnico-finanziari. Una gara che potrebbe portare vantaggio solo alle società di progetto. Sul ponte sarebbe bene che tutti si fermassero a riflettere per capire: Di Cosa Ci Priva – Sarebbero definitivamente compromessi i laghetti di Faro e Ganzirri, una delle più importanti aree umide in Sicilia per la sosta degli uccelli migratori e coinvolte almeno altre dieci tra zone di protezione speciale e siti di importanza comunitaria. La costa messinese, nella zona di Capo Peloro e la Costa Viola, sulla sponda calabrese, nonché le propaggini dei Peloritani sarebbero devastate dall’opera principale e dalle opere connesse. Il tratto di mare, importante rotta di passaggio dei cetacei e dei tonni, habitat di rari pesci abissali, subirebbe l’influenza dell’ombra (di giorno) e delle luci (di notte) del ponte. A Cosa Ci Costringe - Il ponte e le opere connesse hanno bisogno di spazio: gli espropri previsti sono centinaia. La durata dei cantieri sarà almeno doppia di quella prevista dai progettisti (almeno 12 anni invece di 6). Infatti, oltre al ponte saranno realizzate infrastrutture ferroviarie e stradali per complessivi 3,1 km di tratti su terra, 2,0 km di tratti su viadotto e 20,6 km di tratti in galleria. Il che comporterà: un fabbisogno complessivo di inerti pari a 3.540.000 metri cubi di materiali (di cui 1.750.000 vengono da cave); e una produzione di materiali provenienti dagli scavi per un totale di oltre 6.800.000 metri cubi Si valuta che soltanto sulla sponda messinese ci saranno 12 cantieri, 6 siti di deposito temporaneo e 1 di deposito finale. Quanto Ci Costa – Il costo del ponte in realtà si stima ad oggi tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro. Infatti, nei 6 miliardi non è stato calcolato né l’aumento del 50% del costo dell’acciaio sui mercati internazionali, che dovrebbe portare ad un incremento di prezzo dell’opera attorno al 15%, né il rilevante aumento del costo del lavoro per il raddoppio dei tempi dei cantieri. E’ stato anche ampiamente sottovalutato l’aumento dei costi derivato dalle 35 prescrizioni di carattere tecnico e ambientale, richieste dal Cipe, in occasione dell’approvazione del progetto preliminare, che riguardano quasi tutti gli aspetti fondamentali (naturalistici, paesaggistici e urbanistici), tra cui quelli importantissimi, per l’area interessata dall’intervento, inerenti gli aspetti sismologici e geo-tettonici. Dall’università Cattolica e dal Politecnico di Milano è stato stimato che il Valore attualizzato netto (Van) finanziario del ponte, che corrisponde alla differenza tra la spesa per l’infrastruttura e gli incassi previsti dai pedaggi, risulta negativo per –1,39 miliardi euro. In difesa dello Stretto di Messina, chiediamo pertanto di: 1) bloccare la Gara del General Contractor, visti i gravi problemi tecnici, economico-finanziari e ambientali; 2) impiegare i 6 miliardi di euro per adeguare e potenziare le infrastrutture esistenti in Calabria e in Sicilia; 3) cancellare il canone fittizio di 138 milioni di euro l’anno che Rfi dovrebbe corrispondere a Stretto di Messina 4) trasformare la Stretto di Messina Spa, costituita per realizzare il ponte, in una società per la promozione delle infrastrutture utili al Sud. |
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GIOCATTOLI PIÙ SICURI PER I BAMBINI |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi in seconda lettura della procedura di codecisione sulla modifica della direttiva concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso degli ftalati nei giocattoli e negli articoli di puericultura. La raccomandazione contenuta nella relazione di Antonios Trakatellis (Ppe/de, El), adottata a larga maggioranza dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, presenta 17 emendamenti alla posizione comune del Consiglio. Da allora, peraltro, Parlamento e Consiglio hanno intrapreso dei negoziati che potrebbero condurre a un divieto totale di sei ftalati. In questa prospettiva, saranno presentati in Plenaria degli emendamenti di compromesso, sostenuti dai gruppi Ppe/de, Pse, Verdi e Gue/ngl che, se adottati dall'Aula, porranno termine alla procedura legislativa. E' dal 1999 che, in virtù delle norme europee sulla sicurezza dei prodotti, è temporaneamente vietata l'utilizzazione di sei tipi di ftalati nella fabbricazione di giocattoli e di articoli per puericultura destinati ai bambini di meno di tre anni, in attesa di una vera e propria direttiva. Gli ftalati sono dei prodotti chimici plastificanti aggiunti al Pvc per renderlo più malleabile. Studi condotti sin dagli anni '90 indicavano che taluni di essi possono avere degli effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione. Questi prodotti non sono chimicamente assorbiti dal Pvc e possono liberarsi, per esempio, nella bocca di un bambino che mordicchia un giocattolo e, quindi, essere assorbiti dall'organismo. Il Parlamento s'era pronunciato in prima lettura nel luglio 2000 e aveva auspicato il divieto di tutti gli ftalati nei giochi e negli articoli destinati ai bambini di meno di tre anni, così come delle avvertenze in etichetta per i giocattoli destinati ai bambini da tre a sei anni, ma suscettibili di essere messi in bocca dai più giovani. Il Consiglio, nell'aprile 2005, ha poi adottato una posizione comune basata sugli ultimi dati scientifici disponibili e sui pareri del Comitato scientifico della tossicità, dell'ecotossicità e dell'ambiente. Il Consiglio ha quindi classificato i sei ftalati in questione in due categorie. Quelli rientranti nella prima (Dehp, Dbp e Bbp) sarebbero vietati in tutti i giocattoli e articoli di puericultura, quelli cha fanno parte della seconda (Dinp, Didp e Dnop) sarebbero vietati unicamente negli articoli destinati ai bambini di età inferiore ai tre anni. Nel corso del dibattito tenutosi in commissione, il relatore ha stigmatizzato tale suddivisione sottolineando, tra la altre cose, il problema delle famiglie in cui coabitano bambini di età inferiore e superiore ai tre anni e chiedendo, almeno, una etichettatura chiara sui rischi potenziali, come era stato chiesto in prima lettura dal Parlamento. La posizione comune, tuttavia, non condivide tale approccio. I deputati ritenevano ragionevole applicare il principio di precauzione agli ultimi tipi di ftalati, visto che le ricerche scientifiche avevano portato a dei risultati contradditori o insufficienti. Sulla base di emendamenti di compromesso, la commissione parlamentare aveva adottato il divieto totale degli ftalati Dehp, Dbp e Bbp per tutti i giocattoli e articoli di puericultura e il divieto degli ftalati Dinp, Didp e Dnop in quelli per i bambini di età inferiore ai tre anni. Il divieto, va precisato, riguarda delle concentrazioni che non eccedano lo 0,1%. I deputati, inoltre, auspicavano che giocattoli e articoli di puericultura fossero, almeno, debitamente etichettati. Prima della sessione plenaria, è stato possibile raggiungere un compromesso con il Consiglio che porterebbe al divieto definitivo dei sei prodotti, qualunque sia la categoria di età. Aldilà dei giocattoli e degli articoli di puericultura, i deputati chiedono alla Commissione di esaminare anche altri tipi di materiali che contengono ftalati, in particolare nel campo delle cure mediche, degli imballaggi alimentari e dei rivestimenti dei pavimenti. L'auspicio, inoltre, è di limitare allo 0,05% delle masse plastificate l'utilizzazione di componenti aromatici cui si fa ricorso per mascherare l'odore sgradevole degli ftalati, al fine di non incoraggiare a mettere in bocca gli oggetti in questione. I deputati, infine, chiedono alla Commissione di valutare la nuova direttiva tre anni dopo la sua entrata in vigore. |
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CONFERENZA ANNUALE DELL'ACADEMIA EUROPAEA |
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Bruxelles, 5 luglio 2005 - Dal 22 al 24 settembre si svolgerà a Potsdam (Germania) la conferenza annuale dell'Accademia Europaea il cui titolo sarà "Architettura scientifica e culturale dell'uomo nella natura". La manifestazione mira a celebrare l'anno internazionale del pianeta Terra, l'anno internazionale della fisica e l'anno di Einstein. La conferenza prevede quindi sessioni sui seguenti temi: "L'impatto di Einstein sulla scienza e sulla cultura europee"; "Il sistema Terra - Una visione dall'esterno"; "Il sistema uomo - Dinamiche di comunità" e "Il sistema uomo - L'individuo". Http://www.acadeuro.org |
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NASCE A SHANGHAI LA PRIMA UNIVERSITÀ ITALO-CINESE |
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Roma, 5 luglio 2005 - Il Ministro Moratti a Pechino: “Un passo fondamentale per rafforzare la cooperazione bilaterale su istruzione, alta formazione e ricerca” Nasce a Shanghai la prima Università italo-cinese E a Roma La Sapienza arriva l’Istituto Confucio per imparare la lingua cinese Il Ministro: “Una serie di iniziative per favorire lo scambio di studenti tra i due Paesi e per il riconoscimento reciproco dei titoli di studio” Nel 2006 Shanghai ospiterà la nuova Università italo-cinese, con corsi di laurea in Ingegneria ed Economia, per rafforzare i rapporti culturali, scientifici ed economici tra Italia e Cina. Il neonato campus italo-cinese, al quale collaboreranno - in prima battuta - per la parte italiana i Politecnici di Milano e Torino e le Università Luiss e Bocconi e per la parte cinese le Università Tongji e Fudan di Shanghai, è una delle molte iniziative messe in cantiere dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti, in questi giorni in visita nella Repubblica Popolare Cinese, con tappe a Pechino e Shanghai. Hanno finora aderito come “sponsor” per il finanziamento della nuova Università italo-cinese importanti aziende ed enti bancari quali Fiat, Merloni, Finmeccanica, Telecom, Bancaintesa, Unicredit, Fondazione Cariplo, Banca Popolare di Milano e Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Letizia Moratti, nel corso della visita in Cina che si concluderà mercoledì mattina, ha firmato oggi, con il Ministro dell’Educazione Zhou Ji, un protocollo d’intesa e una serie di accordi tecnici, che, oltre alla creazione dell’Università italo-cinese, prevedono il mutuo riconoscimento dei titoli di studio, il potenziamento di attività per la cooperazione interuniversitaria e lo scambio reciproco di studenti, secondo il modello inaugurato con il progetto “Marco Polo”, l’offerta di specifiche borse di studio per corsi di lauree magistrali riservate a studenti cinesi presso il Politecnico di Milano e la nascita di programmi congiunti di dottorati di ricerca e corsi post-doc. Un aspetto importante della collaborazione sancita riguarda la promozione dell’insegnamento della lingua italiana in Cina, utilizzando soprattutto le tecnologie Internet e satellitari, e il potenziamento dei laboratori di Italianistica presso l’Università di Economia e commercio con l’estero di Pechino: a tal proposito, saranno anche realizzate le “Settimane della lingua e della cultura cinese” nelle scuole secondarie italiane, e le “Settimane della lingua e della cultura italiana” in quelle cinesi. Nell’università La Sapienza di Roma verrà infine attivata per la prima volta una sede dell’Istituto Confucio, istituzione presente in altre 7 grandi capitali del mondo, che consentirà l’insegnamento e la diffusione della lingua cinese in Italia. “La realizzazione di questi programmi”, ha commentato il Ministro Moratti, “costituisce un momento di grande portata nello sviluppo dei rapporti tra la Cina e il nostro Paese, che ha già trovato significativi riscontri nei primi positivi risultati del progetto Marco Polo, realizzato insieme con il Ministero degli Affari esteri, la Confindustria e la Crui, attraverso il quale incrementeremo notevolmente il numero di studenti cinesi in Italia, dai 200 attuali ai 2000 nel biennio 2005-2006. Inoltre questa intesa permetterà di sostenere concretamente la collaborazione tra gli atenei, lo scambio di docenti e studenti, e in particolare di stimolare una miglior conoscenza delle rispettive culture nelle scuole, ampliando sensibilmente, attraverso iniziative nel settore dell’educazione, il respiro della manifestazione “2006 Anno dell’Italia in Cina”. Scambi reciproci di studenti e cooperazione interscolastica saranno promossi anche per quanto riguarda gli istituti del secondo ciclo, in settori prioritari di comune interesse e nel campo della formazione professionale (soprattutto quelli legati al settore del turismo). Per quanto riguarda l’Università italo-cinese di Shanghai, i primi corsi di studio ad essere attivati – ai quali parteciperanno ottocento studenti – saranno una laurea di primo livello nel settore dell’ingegneria ed una laurea “magistrale” in Economia e management. Queste due iniziative hanno registrato un alto interesse da parte di istituti bancari ed imprese cinesi e possono costituire l’occasione anche per l’ulteriore sviluppo dei rapporti economici tra i due Paesi, da perseguire anche attraverso la nascita di una “Casa Italia” in Cina. Di grande rilievo è poi l’accordo intergovernativo per il riconoscimento dei titoli di studio, che pone le premesse per un significativo rafforzamento della cooperazione inter-universitaria e dello scambio di studenti, ricercatori e docenti tra i due Paesi: Italia e Cina hanno raggiunto un consenso per arrivare in tempi brevi alla firma di un accordo per snellire le procedure per il rilascio dei visti di ingresso agli studenti cinesi in Italia e per la loro iscrizione presso le Università italiane. Il Ministro Moratti ha inoltre sottoscritto altri due protocolli d’intesa, rispettivamente con il Ministro della Scienza e della tecnologia della Repubblica Popolare Cinese (Most) Xu Guanhua e con il presidente dell’Accademia Cinese delle Scienze, Lu Yongxiang, nonché quattro accordi tecnici (mentre altri verranno firmati nelle prossime settimane) finalizzati ad elevare ulteriormente il livello dei rapporti di cooperazione nel campo della ricerca scientifica e tecnologica già esistenti tra università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e private dei due Paesi, nel rispetto delle normative che regolano la proprietà intellettuale. I contenuti del primo protocollo riguardano la nascita di laboratori congiunti di ricerca (Joint laboratories, specializzati nel trasferimento dell’innovazione alle imprese), per i quali sono in corso di definizione gli accordi tra i diversi enti interessati: gli ambiti d’interesse di tali progetti vanno dalle tecnologie spaziali all’Ict, dall’energia all’ambiente, alla fisica nucleare e all’agro-alimentare, dalla medicina e dalla medicina tradizionale cinese alle biotecnologie e alla neuroinformatica, dalle nanotecnologie e scienze dei materiali alle tecnologie per la tutela del patrimonio culturale. I singoli progetti da finanziare saranno individuati e selezionati da una commissione congiunta, composta da rappresentanti dei due ministeri. Il protocollo sottoscritto con l’Accademia cinese delle Scienze rimanda alla stipula di accordi tecnici nelle aree, considerate prioritarie, delle scienze dei materiali, dell’osservazione terrestre e del monitoraggio ambientale, del patrimonio culturale e delle tecnologie del linguaggio umano, dello sviluppo sostenibile, e ad altri progetti nel campo della fisica, della medicina e della farmacologia, implementati attraverso la realizzazione di simposi internazionali da tenersi in Cina o in Italia, lo scambio di scienziati e ricercatori. Anche in questo caso, un comitato paritetico selezionerà i progetti da attivare tra quelli proposti da università e centri di ricerca italiani e cinesi. |
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A CAMERINO 77 ATENEI PER LA CARTA DEI RICERCATORI |
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Camerino, 6 luglio 2005 - Parte da Camerino una nuova sfida per la costruzione dello Spazio Comune della Ricerca: le 77 Università Italiane, infatti, si riuniranno nella sede dell’Ateneo camerte il prossimo 7 luglio, per adottare formalmente la Carta europea dei ricercatori e un Codice di Condotta. L’università di Camerino e la Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), hanno organizzato l’incontro per sottolineare concretamente l’impegno dell’intero sistema universitario italiano per recepire e dare attuazione, attraverso questo importante documento, ai principi contenuti nella Raccomandazione della C.e. 2005/251. Quest’ultima imposta le linee guida per regolamentare, in una prospettiva europea, i rapporti fra ricercatori e loro datori di lavoro in una logica di responsabilità e trasparenza. L’italia è pertanto fra i primi Paesi dell’Unione ad impegnarsi concretamente nell’attuazione dei dettami della Carta: l’Università di Camerino, prima tra le Università italiane, ha anche proposto un’ipotesi di recepimento concreto presso l’Ateneo dei principi riportati nella raccomandazione. All’evento parteciperanno, tra gli altri, il Commissario Europeo per la Scienza e la Ricerca, Prof. Janez Potočnik, il Presidente della Crui, Prof. Piero Tosi, il Rettore dell’Università di Camerino, Prof. Fulvio Esposito, il Delegato Relazioni Internazionali Crui, Prof. Pier Ugo Calzolari, il dott. Raffaele Liberali, Direttore Risorse umane, Mobilità e azioni Marie Curie, Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea, e il dott. Cleto Sagripanti, Vice Presidente Giovani Imprenditori Confindustria con delega all’Education. |
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PORTE APERTE ALL’UNIVERSITÀ 19 LUGLIO 2005 UNA GIORNATA PER CONOSCERE L’ATENEO E LA CITTÀ LO STESSO GIORNO, INCONTRI DI ORIENTAMENTO PER LE FAMIGLIE |
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Pavia, 5 luglio 2005 - «Di che cosa si parla oggi a tavola? Parliamo di me, devo scegliere l’Università, la facoltà, non so, ci penso. Vorrei saperne di più». Dialogo possibile, forse usuale, addirittura auspicabile in molte famiglie. La scelta dell’Università è sempre più collegata alle domande sul post-università: dopo gli studi che cosa farò? Questo corso di laurea garantisce un lavoro? Ma vi sono anche le classiche domande: come sono i professori di quella università? Com’è la città? Quanto costa studiare? E poi, dopo la laurea di primo livello, che specializzazione potrò prendere? E dove? Il valore di una scelta sta proprio sulla capacità di riflettere e la riflessione parte dalla conoscenza. E la conoscenza deve essere il più allargata possibile. Su questo semplice assunto si basa da sempre l’attività del Centro Orientamento dell’Università di Pavia che ormai da molti anni organizza “Porte Aperte all’Università”, quest’anno in programma il 19 luglio, per dare appunto quella conoscenza sulla quale poter riflettere. E per allargare la conoscenza anche ai genitori (in qualche modo, diretto o indiretto, partecipi della scelta), lo stesso giorno è previsto un incontro con le famiglie, per raccontare loro tutto ciò che l’Università è oggi, dopo i grandi cambiamenti che l’hanno riguardata. La formula adottata quest’anno è quella di uno spazio aperto a disposizione degli studenti (sia i ragazzi appena “maturi” sia i neolaureati di primo livello che cercano idee per la laurea specialistica), uno spazio in cui i professori e i ricercatori possano fornire direttamente informazioni e consigli, indirizzi e istruzioni. Inoltre, le presentazioni di ogni facoltà, come in una lezione universitaria, ma dedicata alle caratteristiche dei vari corsi di laurea. Un duplice approccio dunque: uno più formale, nel classico stile universitario, e uno molto più diretto, sotto i portici dell’antico ateneo, dove i giovani ricercatori parlano con i giovani studenti, dove i professori si svestono un po’ dell’ufficialità del ruolo per mettersi in gioco in un faccia a faccia piuttosto inedito. Così, tra l’accademico e l’informale, può passare l’idea di “campus” che l’Università di Pavia è in grado di offrire, sia per le sue caratteristiche interne sia per il contesto cittadino in cui è inserita. Insieme a ciò, la possibilità di conoscere direttamente anche i grandi nomi della ricerca che l’Ateneo pavese ha al suo interno, forse i più validi “testimonial” del valore di questa università e quindi dell’opportunità di una scelta. “Porte Aperte” si svolgerà quindi tutto tra i cortili del polo centrale dell’università, tranne che per la facoltà di ingegneria, dislocata nei suoi usuali spazi alla “Nave”, l’edificio del quartiere Cravino della città. Infine, un “Porte Aperte” a Cremona sarà dedicato alla Facoltà di Musicologia, che ha sede nella città di Stradivari, pur facendo parte dell’Università di Pavia. Nel tardo pomeriggio del 19 luglio, sul finire degli appuntamenti di “Porte Aperte” rivolti agli studenti neodiplomati o neolaureati in cerca di una laurea specialistica, si terrà un incontro, sempre organizzato dal Centro Orientamento dell’Università di Pavia, con i genitori dei ragazzi che devono scegliere l’indirizzo di studi. La scelta di coinvolgere le famiglie nel percorso di orientamento, non rappresenta né un’ingerenza sulla libertà dei ragazzi, né un “commissariamento” della scelta stessa: la ragione sta nella volontà di definire con trasparenza il contratto con lo studente. Il rapporto coinvolge anche la famiglia che, sostenendo la scelta dell’università dei propri figli, fa un investimento e ha bisogno di conoscere sia i contenuti della didattica che la qualità dei servizi. Probabilmente pochi genitori conoscono come è strutturata la nuova università, quella della grande riforma degli scorsi anni. Pensare all’università di oggi nei termini dei vecchi, classici corsi di laurea è, in molti casi fuorviante: sono cambiati gli obiettivi formativi, in molti casi è cambiato il metodo didattico, sono cambiati i tempi e le modalità di studio, è cambiato il mercato del lavoro ed è cambiato il rapporto dell’università con esso. In una parola, sono cambiati il mondo universitario e le leggi che lo governano. Ciò che resta, una volta illustrate le novità e quindi le nuove leve che possono muovere una scelta consapevole, è il valore, per così dire, assoluto di un ateneo. L’università di Pavia, per quanto i mutamenti sociali, economici e giuridici impongano molte novità, continua a mantenere un forte legame con la propria tradizione, anche nei modi di porsi e di rappresentare il suo standing nei campi della didattica e soprattutto della ricerca. Dunque la scelta, maturata anche in famiglia, tiene conto di molti fattori, che in questa giornata di incontri vengono analizzati: la nuova forma dell’università, appunto; il livello della didattica e della ricerca; le possibilità di sbocchi professionali per i vari corsi di laurea (anche grazie alle relazioni col mondo del lavoro che l’Università di Pavia sempre più incrementa); e infine la qualità della vita e dell’ambiente in cui si va a studiare. In questo ultimo punto, Pavia è senz’altro tra le prime città d’Italia, grazie al circuito dei Collegi universitari e ad un rapporto simbiotico tra l’ateneo e la città, testimoniato, nell’incontro del 19 luglio con i genitori, dalla presenza del neosindaco Piera Capitelli. Vivere e studiare a Pavia sono oggi un binomio che indica qualità. Http://cor.unipv.it |
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