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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 06 Luglio 2005 |
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THINKTEL - FORUM INTERNAZIONALE SU INNOVAZIONE DIGITALE, MEDIA E TELECOMUNICAZIONI ACCADEMICI, ESPERTI E GIORNALISTI AVVIANO UN DIBATTITO INTERDISCIPLINARE SUI TEMI IMT (INNOVAZIONE DIGITALE, MEDIA E TELECOMUNICAZIONI) E DELL’INFORMATION SOCIETY IN GENERALE, CON L’OBIETTIVO DI CONTRIBUIRE ALL’ANALISI DELLE TENDENZE IN ATTO E ALLA FORMULAZIONE DI RACCOMANDAZIONI A BENEFICIO DEL SETTORE E DEL PAESE |
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Milano, 6 luglio 2005 – Innovazione digitale, Media e Telecomunicazioni (Imt) rappresentano sempre più gli assi portanti delle economie moderne, in quanto caratterizzati da elevati tassi di innovazione e da trasversalità rispetto a tutti i settori industriali e di servizio tradizionali. La convergenza tra i settori Imt, in crescita continua, ha implicazioni ampie e complesse. Thinktel, un gruppo di opinione a cui collaborano 25 autorevoli accademici, esperti e giornalisti, è nato proprio per analizzare le tendenze in atto e tali implicazioni. L’approccio adottato dal gruppo è multidisciplinare e rigorosamente oggettivo. L’intera produzione di Thinktel sarà diffusamente comunicata tramite convegni, seminari, interventi stampa e attraverso il sito web www.Thinktel.org. Contesto di riferimento Il complesso dei settori Imt si sta misurando con cinque rilevanti fenomeni di convergenza, che potrebbero ridisegnare il grande mondo Imt in termini di modelli di business, profilo della domanda, offerta di prodotti e servizi, ruolo e peso specifico degli operatori, struttura delle catene del valore, modalità e livelli competitivi, politiche regolamentari. Questi fenomeni sono già in atto, anche se sono caratterizzati da diversi livelli di maturazione, e riguardano: 1. L’evoluzione della banda larga abbinata all’affermarsi del protocollo Ip, che consente di disporre di reti di comunicazione sempre più standardizzate, multi-protocollo e multi-servizio; 2. La convergenza fisso-mobile in termini di modalità di accesso wireless multiprotocollo (trasparenti per l’utilizzatore) e unificazione delle reti di trasporto e delle piattaforme di servizio; 3. La distribuzione di contenuti multimediali tramite reti di telecomunicazione e la progressiva interattività delle reti radio-televisive, allo scopo di supportare la diffusione di servizi audiovisivi personalizzabili; 4. La distribuzione di applicazioni e servizi It tramite reti di telecomunicazione, a supporto di modalità innovative “on demand” di installazione e manutenzione di sistemi informatici; 5. L’intersezione tra It e biotecnologie / bioingegneria con prevedibili ricadute significative anche sulle telecomunicazioni. Tali tendenze sono oggetto di discussione scientifica da qualche anno, ma solo recentemente il dibattito è cresciuto di intensità e si stanno delineando alcuni scenari di impatto sui sistemi di business attuali. Il livello di discussione in Italia è ancora approssimativo e in generale è solo qualitativo, poco basato su fatti concreti e/o misurabili. Inoltre, spesso, sembra mancare una visione di insieme, anche perché i vari operatori e regolatori restano legati a logiche tradizionali. Raramente essi spingono la loro prospettiva concettuale a modelli di competizione allargata che favoriscano i benefici per i consumatori e la sostenibilità degli operatori con capacità di investimento, ossia di innovazione. Si è pertanto ravvisata l’opportunità di ampliare il dibattito in termini interdisciplinari e di orizzonte temporale, mediante l’impegno di un gruppo, eterogeneo per formazione, di professionisti esperti sui temi Imt e di innovazione digitale in generale. Da qui la costituizone di Thinktel. Scopo e attività Thinktel si propone di contribuire allo sviluppo della cultura e del dibattito sullo stato attuale e sul futuro Imt, in Italia e nelle varie sedi europee, fornendo apporti di sostanza e di indirizzo per lo sviluppo sostenibile, economico e sociale, del settore. Il contributo sarà fondato su pragmaticità e oggettività: saranno privilegiati i fatti concreti, dimostrabili e misurabili quantitativamente. Thinktel intende operare con elevata professionalità e obiettività di opinione, in opposizione ai “luoghi comuni”, che spesso limitano l’analisi critica, e agli approcci qualitativi - spesso emotivi - che hanno caratterizzato il dibattito Imt in Italia e ostacolato la formazione di punti di vista fattuali. I Partner Thinktel sono coinvolti in modo flessibile alle attività del gruppo garantendo la partecipazione attiva e contributiva agli incontri bimestrali, in cui vengono presentati i risultati delle ricerche in corso e discusse congiuntamente le conseguenti raccomandazioni. Inoltre i Partner si impegnano in prima persona (singolarmente o in team) alla conduzione di analisi su temi di particolare spessore e attualità e curano la divulgazione dei risultati e delle relative proposte che sono condivise dal board Thinktel quale garante della coerenza intellettuale. Www.thinktel.org |
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LE RILEVAZIONI D’ASCOLTO DEI MEDIA ITALIANI SONO INAFFIDABILI LO DICONO I DIRETTORI MARKETING E COMUNICAZIONE INTERPELLATI CON UNA RICERCA SVOLTA DA RICHMOND ITALIA PER MARKETING FORUM |
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Milano, 6 luglio 2005 - Una ricerca commissionata da Richmond Italia per Marketing forum, e realizzata da Q Mark, fotografa il settore della comunicazione attraverso il rapporto tra aziende e fornitori e un’analisi degli strumenti di rilevazione dell’audience. Il dato più interessante riguarda le rilevazioni d'ascolto di Tv e Radio, giudicate sostanzialmente inaffidabili. Questa non è più solo una sensazione, ma è quello che dicono i cento direttori marketing che hanno risposto all’indagine realizzata a maggio. Tra i dati si scopre anche la scarsa fedeltà ai fornitori di servizi di comunicazione alle aziende. Sempre in prima pagina per le polemiche che lo riguardano, l’Auditel esce male da questa ricerca. Solo l'8% dei direttori marketing oggetto dell'indagine dicono che i numeri sono calcolati in modo corretto. E stiamo parlando proprio delle persone che pianificano la pubblicità. Il 10% del campione dice che le tecnologie di rilevazione sono obsolete, il 20% dice che non sono rappresentative, il 24% dice che non è trasparente, il 7% dice che i criteri sono giusti, ma ci crede poco. Il 31% ammette di non sapere bene come i dati vengano calcolati, segno della mancanza da parte delle stesse società di rilevazione di una seria informazione verso i fruitori dei dati sull’audience. Sull'attendibilità dei dati la situazione è analoga. Solo il 5,5% li giudica molto attendibili, il 20,5% abbastanza attendibili, il 21% è incerto e il 33% poco o per niente attendibili. Un po' meglio va ad Audipress, giudicata molto o abbastanza attendibile dal 39% del campione che risponde alla domanda. Per Audiweb l'attendibilità è giudicata molto buona o abbastanza buona dal 42%, per Audiradio dal 25%, per Audiposter dal 27,5%. I direttori marketing hanno poi espresso la loro opinione sui dati in base all'esperienza personale. Tra coloro che conoscono i metodi di rilevazione, il 12% giudica Auditel rappresentativo dell'audience, ma ben il 42,5% dice di ritenere che venga sovrastimata. Il sistema di rilevazione più rappresentativo in questo item è Audiweb, che viene così giudicato dal 36% del campione che risponde alla domanda. Al secondo posto come inaffidabilità c'è Audiradio, attendibile per il 16,7% di chi risponde, accusata di sovrastimare gli ascoltatori dal 36,7%. Simile il risultato di Audiposter, con 17,5% di affidabilità e 40% di sovrastima. Per Audipress, 19,4% di attendibilità e 43,3% di sovrastima. In generale i direttori marketing sono soddisfatti delle loro scelte nelle pianificazioni. Il 75% dice di avere ottenuto risultati in linea con le attese, il 9% di avere avuto risultati migliori e il 16%inferiori alle aspettative. La ricerca ha poi indagato il rapporto coi fornitori. Per quanto riguarda l'agenzia creativa i direttori marketing sono molto o abbastanza soddisfatti del loro fornitore con variazioni dal 70 al 90% a seconda del media su cui hanno sperimentato la capacità creativa dell'agenzia. Anche i centri media o comunque l'agenzia che ha pianificato escono bene: su tutti i mezzi il gradimento è superiore al 70%, tranne per le affissioni in cui la somma di “molto” e “abbastanza” soddisfatto è solo del 56%. L'agenzia creativa viene cambiata per trovare nuove idee e non perché costa troppo. Il 24% dei campione cambia agenzia ogni due anni, il 21% ogni cinque anni, il 20% ancora più raramente. Il 27% dice di non averla mai cambiata. Il 7% cambia agenzia per ogni campagna. Il motivo del cambiamento? Nuovi stimoli creativi, per il 60,3% e per politica aziendale il 20,5%. Il costo incide solo per il 4,1%. Diverso il capitolo delle pubbliche relazioni, in cui il costo è un elemento importante: il 36,8% cambia agenzia per questo motivo. Il 15,8% cambia perché cerca nuove idee, e un analogo 15,8% e genericamente insoddisfatto dei servizi ricevuti. Per quanto riguarda la soddisfazione della agenzie dedite al cosiddetto below the line, la soddisfazione è elevata, varia tra il 67% delle sponsorizzazioni e l'80% del direct marketing. Sono il 72% i molto o abbastanza soddisfatti delle sales promotion, 79% per i fornitori di eventi, 70% per le Pr. E com'è in questo caso la fedeltà? In generale scarsa. Migliore per le Pr che vede un 36,6% di direttori marketing che non hanno mai cambiato l'agenzia, peggio per le sponsorizzazioni che vengono mantenute senza limite di tempo solo dal 14,7% del campione. Un quarto del campione però cambia ogni due anni agenzia di Pr, di sales promotion e di direct marketing. Eventi e sponsorizzazioni per un terzo del campione richiedono una scelta ad hoc fatta di volta in volta. |
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CRM ANALITICO E LOYALTY MARKETING: UN CONVEGNO DEDICATO AD ESPLORARE I MODI IN CUI LE AZIENDE POSSONO INCREMENTARE IL VALORE DELLA LORO BASE CLIENTI. AL WORKSHOP VERRA’ CONSEGNATO ALLA STAMPA IL REPORT DEL BENCHMARKING 2005 DEL CUSTOMER MANAGEMENT FORUM. |
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Milano, 6 luglio 2005 - Il Customer Management Forum terrà il prossimo convegno giovedì 7 luglio (ore 9.30) a Milano (Gruppo Cartasi – Auditorium – Corso Sempione, 55). I lavori verteranno sulle tematiche del Crm analitico e del loyalty marketing. In particolare si parlerà dei programmi fedeltà che le aziende utilizzano per incrementare la loro base clienti, analizzando quando è indispensabile profilare i clienti in base al tipo di acquisti che compiono, per attivare programmi di up e cross selling adeguati a trasformare le esperienze di acquisto in relazioni di lungo periodo. Si muoveranno in questa direzione gli interventi di Thomas Schael (Resp. Customer Management Forum irso- Butera e Partners) e di Antonio Travaglini (manager Butera e Partners). Mentre Schael incentrerà il suo intervento sui trend in atto, sia in Italia che all’estero, nella evoluzione dei programmi fedeltà (facendo tesoro del patrimonio informativo del benchmarking del Customer Management Forum), il contributo di Travaglini sarà focalizzato sull’analisi della varie tipologie dei programmi di loyalty: dalle classiche raccolte punti che inchiodano il cliente con il meccanismo del premio, a programmi più avanzati che una volta tracciate le abitudini di acquisto riescono ad attivare offerte mirate ai clienti migliori. In programma, tra gli altri, l’intervento di Laura Moscheni (Direttore Marketing di Cartasi) sul caso di Club ioSi, il loyalty program che ha l’obiettivo di cambiare il modo di utilizzo della carta di credito da parte dei clienti di Cartasi, e la testimonianza di Home Shopping Europe sul Crm applicato allo shopping presentata da Giuseppe Caggese (Resp. Information Services H.s.e.) e Arianna Fusco (Quality Manager H.s.e.). Marco Tealdo (Resp. Customer Operations Milano Tim) si focalizzerà invece sulle modalità in cui la Tim gestisce e incrementa la propria base clienti tramite azioni di business intelligence. La stampa e gli iscritti al Customer Management Forum riceveranno gratuitamente una copia del benchmarking 2005 sul Crm in Italia. Il benchmarking 2005 del Customer Management Forum è un’indagine che da cinque anni si focalizza sui temi del Crm e del customer care in Italia in un’ottica strategico-gestionale, e non esclusivamente tecnologica. Quest’anno la penetrazione della ricerca nelle varie industries è stata molto elevata: hanno partecipato 264 amministrazioni pubbliche e aziende con complessivamente 422 contact center attivi, il 22%[1] degli installati in Italia, per un totale di 35.300 postazioni operatore, ovvero il 42%* del parco istallato nel paese. Nel campione si trovano inoltre gran parte delle aziende con più di 1.000 postazioni operatore come Acroservizi, Cos, H3g, Poste Italiane, Telecom, Tim, Televoice, Vodafone e Wind. |
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INIZIATIVA A FAVORE DEI GIORNALISTI: CORSO DI FORMAZIONE IN MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE E SESSUOLOGIA AVVIO IL 21 SETTEMBRE 2005. |
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Varese (Villa Toeplitz), 6 luglio 2005 - tra il 21 settembre e il 19 ottobre prossimi, con cadenza settimanale (quattro mercoledì) si terrà un corso di formazione in medicina della riproduzione e sessuologia riservato ai giornalisti. L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Lombardia (assessorato Sanità), dell'Università dell'Insubria (facoltà di medicina), dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e di Corriere Medico. La direzione scientifica è affidata ai professori Pierfrancesco Bolis e Giovanni M. Colpi, rispettivamente direttore della clinica ginecologica-ostetrica dell'Università dell'Insubria e direttore dell'unità di andrologia della Statale di Milano (ospedale San Paolo), e alla professoressa Maria Teresa Coglitore, psicoterapeuta e terapeuta in sessuologia. Il team dei docenti alle quattro giornate di studio sarà comunque completato da esperti di ambiti diversi: dal pediatra al medico di famiglia, dal genetista al medico legale, dal giurista al "massmediologo". Perché un corso per giornalisti? E' presto detto. I temi della scienza e della medicina tengono banco su tutti i media, tuttavia alla grande richiesta di informazione da parte del pubblico non sempre fa riscontro la reale preparazione di chi (i giornalisti) deve essere mediatore tra il mondo della ricerca e quello accademico-sanitario e il grande pubblico. Internet, poi, ha ulteriormente complicato il contesto favorendo anche la diffusione di messaggi dalla paternità, e dunque dall'attendibilità, non sempre rintracciabile. Se a tutto ciò aggiungiamo la complessità delle tematiche medico-scientifiche moderne, spesso banalizzate più che semplificate dai cosiddetti media "laici", allora ci rendiamo conto della reale necessità di una formazione specifica per i giornalisti. Del resto, le false consapevolezze del grande pubblico su temi importanti, come ad esempio la prevenzione delle malattie in generale, sono la concreta dimostrazione che il meccanismo informativo-formativo va calibrato, in particolare in àmbiti delicati come sono quelli della sessualità e della medicina della riproduzione. In Italia si riconosce ai giornalisti la "specializzazione" se trattano di politica, di economia, di arte o magari di sport, mentre anche all'interno della stessa categoria fatica a penetrare l'idea che ci debba essere un professionista formato per la divulgazione scientifica, la quale non può essere ridotta a semplice notizia di cronaca episodica. E' pur vero che negli ultimi anni qualcosa si è mosso, ma il cammino è ancora lungo. Dunque ben vengano stimoli e occasioni di formazione e di confronto tra realtà professionali diverse. Per il programma dettagliato e per informazioni circa l'iscrizione al corso, i giornalisti possono far riferimento alla segreteria organizzativa che fa capo a "Mde congressi ed eventi" (via San Giovanni in Borgo 4 - 27100 Pavia). Telefono 0382-302.859; fax 0382-27.697. E-mail: info@mdecongressi.It Per approfondimenti sulle tematiche trattate, invece, gli interessati possono rivolgersi direttamente alla psicosessuologa Maria Teresa Coglitore (e-mail: mtcoglitore@tiscali.It ) o a Marino Casella, v. Direttore di Corriere Medico (e-mail: casella@medweb.It ) . |
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“ON THE BEACH”CON NIVEA FOR MEN |
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Milano, 6 luglio 2005 - Adverteam, agenzia di eventi di comunicazione milanese con una filosofia “Around the line”, ha appena concluso, in collaborazione con Piano B, un’attività di sampling sulle spiagge per il lancio della nuova linea “Nivea for men” dedicata ai ragazzi. La partnership tra Adverteam, Piano B e Nivea, brand di Beiersdorf Italia, risale al 1999 con il tour sulle spiagge “Sun Experience”. Un incontro da subito positivo, che ha saputo creare intorno alla marca valore aggiunto attraverso eventi spettacolari che hanno dato origine a un contatto diretto con le famiglie, e in particolare i giovani, all’insegna del benessere e dell’intrattenimento. Per due week end consecutivi nel mese di giugno presso i più importanti stabilimenti balneari italiani, rinomati per la loro capacità attrattiva a base di puro divertimento – da Jesolo a Forte dei Marmi fino a Milano Marittima e Ostia, per citarne alcuni – le hostess, vestite con abbigliamento personalizzato “Nivea for men weekend”, hanno distribuito a tutti ragazzi presenti oltre 40.000 “kit di sopravvivenza week end”. Il pack conteneva quattro sample della linea “Nivea for men”, in formato mini dedicati alla bellezza al maschile: Gel Detergente, Schiuma Sensitive, Balsamo Sensitive aftershave, Deodorante Dry for men. “L’evento ha riscosso un enorme successo” commenta Alberto Damiani, socio amministratore di Adverteam. “Possiamo, infatti, affermare che è stato sicuramente raggiunto l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo Nivea dedicato alla rasatura e ai prodotti cosmetici maschili. Questo evento si inserisce in un quadro più ampio di collaborazione “around the line” che abbiamo instaurato con il cliente Nivea; una cooperazione che pone spesso al centro della comunicazione i ragazzi, in qualità di futuri clienti”. A loro, infatti, sono stati dedicati anche gli eventi Nivea soft Drive In, un’attività di sampling per la brand Nivea Soft presso le principali Università italiane in concomitanza con la creazione di 4 Drive In Theatre, dove veniva rappresentato il musical Grease, e Let’s Style incursioni di percussionisti e ballerini agli ingressi delle Università al termine delle quali venivano distribuiti sample del nuovo Nivea Styling Creme Gel. E’ bene ricordare, sempre per Nivea, due eventi che ormai sono diventati un appuntamento istituzionale come la pista di pattinaggio presso Piazza del Duomo di Milano e il Festival del Fitness di Rimini. |
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BLOCKBUSTER RINNOVA IL SUO IMPEGNO NELLA LOTTA CONTRO LA PIRATERIA |
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Milano, 6 luglio 2005 – Blockbuster, catena nel mercato dell’home video entertainment, continua la sua lotta contro la pirateria multimediale, una pratica che comporta oggi gravi conseguenze culturali ed ingenti perdite economiche che oscillano tra 1 miliardo e 200 milioni e 1 miliardo e 300 milioni di euro annui. L’azione di Blockbuster, già da tempo concretamente impegnata contro la pirateria, si riconferma oggi con maggiore intensità sia sul piano locale che su quello internazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico nei confronti delle implicazioni criminali del fenomeno, che trova nella scarsa percezione dello stesso uno dei più grandi limiti alla risoluzione del problema. Come primo passo concreto, Blockbuster veicolerà sul Blockbuster Network la nuova campagna di sensibilizzazione contro la contraffazione di software presentata lo scorso 2 maggio a Palazzo Chigi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e incentrata sullo spot dal claim “Ogni duplicazione pirata mette a rischio la nostra cultura”, che ha come testimonial Giorgio Faletti. Lo spot verrà veicolato sul Tv magazine informativo dedicato alle novità del mondo Blockbuster, in onda a circuito chiuso in tutti i 240 store della catena. La comunione di intenti tra Blockbuster ed altri operatori pubblici e privati di fronte ai devastanti effetti di queste forme di illegalità prevede anche la collaborazione con le major cinematografiche e la Favap al fine di creare iniziative di concerto per sensibilizzare i consumatori e contrastare questo grave fenomeno. Paolo Penati, Amministratore Delegato Blockbuster Italia, dichiara: “Questo è solo l’inizio di un progetto di sensibilizzazione del pubblico che Blockbuster svilupperà per combattere la pirateria. Il nostro impegno è volto a sottolineare agli occhi del consumatore l’importanza della consapevolezza d’acquisto”. |
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DAI FUMETTI, ALLA MUSICA, AI FILM...È DI MODA IL TEMA DELLA FEDE IL CRISTIANESIMO SI INSERISCE NELLA GUERRA TRA LE CULTURE |
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New York, 6 luglio 2005 - Sentimenti antireligiosi abbondano nella cultura contemporanea e nel mondo dell’informazione, ma la realtà non si limita a questo. I cristiani stanno creando i propri filoni in questi ambiti e con notevole successo. Il 22 giugno un rapporto della Reuters ha rilevato che la vendita dei libri religiosi è in forte crescita negli Stati Uniti. L’articolo ha citato dati del Book Industry Study Group da cui risulta che le vendite librarie totali negli Stati Uniti sono aumentate del 2,8% nel 2004, raggiungendo i 28,6 miliardi di dollari, e che nello stesso periodo, le vendite dei libri religiosi sono aumentate dell’11%, arrivando a quasi 2 miliardi di dollari. Peraltro, questo potrebbe anche passare in secondo piano di fronte alla notizia dell’Associazione degli editori cristiani evangelici che rivendica un fatturato di vendita dei propri libri di 2,38 miliardi di dollari l’anno. La crescita riguarda sia il settore della saggistica che quello dei romanzi. Nella prima categoria sono molto venduti i libri di “self-help” (miglioramento personale) basati sulla spiritualità evangelica. Ma anche i romanzi vanno molto bene, ha affermato Joan Marlow Golan, responsabile della collana Steeple Hill, della casa editrice Harlequin, che propone romanzi a sfondo religioso. L’orientamento editoriale della società non prende in considerazione personaggi cristiani che siano dediti all’alcol, al ballo, al gioco d’azzardo e alla sessualità. E il 21 giugno il Sun-sentinel del Sud della Florida ha dato notizia di un nuovo video su Gesù in grafica computerizzata, intitolato “The Godman” (L’uomo-dio), che ha richiesto quattro anni di lavorazione e 6,2 milioni di dollari per la produzione. La società che l’ha prodotto è la Book of Hope, che si occupa della distribuzione di libri basati sulla Bibbia. “Il nostro obiettivo è ancora molto semplice: quello di raccontare la storia di Gesù nella maniera più adatta possibile per i bambini di questa generazione”, ha affermato Rob Hoskins, responsabile dell’organizzazione. Il video, della durata di 52 minuti, è stato già tradotto in spagnolo e sta per essere tradotto in molte altre lingue. Esso inizia con la storia della creazione tratta dalla Genesi, per passare poi direttamente al racconto della vita di Gesù, mettendo in evidenza gli episodi principali, dalla natività alla crocifissione e resurrezione. Il Sun-sentinel ha dato notizia di un altro video cristiano che è stato pubblicato su Dvd lo scorso anno, dal titolo “The Animated Passion Trilogy”. Mentre anche la nascita della religione islamica è stata oggetto di una produzione video, trasmessa nei cinema lo scorso anno. I fumetti e la musica La religione si sta facendo largo anche nel mondo della fumettistica. Secondo una notizia dell’ Associated Press del 3 giugno, il numero dei fumetti a sfondo cristiano è cresciuto rapidamente negli ultimi anni. È sorta negli Stati Uniti anche una cooperativa di artisti cristiani, la Community Comics Llc, finalizzata alla promozione e distribuzione delle loro opere. I dati sulle vendite non sono facili da ottenere, ma Steve Macdonald, che gestisce il sito Internet www.Christiancomicbooks.net, ha riferito all’ Associated Press che il numero dei titoli è raddoppiato nello scorso anno. Il suo sito riporta un repertorio di fumetti cristiani e le indicazioni su dove reperirli. “I cristiani hanno le storie più belle da raccontare”, ha affermato Sherwin Schwartzrock, disegnatore di fumetti e grafico. “Il mondo è pieno di persone che soffrono, attanagliate dal vizio della droga e da ogni tipo di problema che può affliggere gli esseri umani. Gesù Cristo è la risposta”. I fumetti variano dall’adattamento di storie bibliche, alla creazione di supereroi a sfondo cristiano. Schwartzrock ha osservato che ai ragazzi non piacciono le prediche; per questo è importante intrattenerli in modo accattivante. La musica cristiana è un altro settore di successo, come rivela la Reuters dell’11 giugno. Oltre alla musica leggera cristiana, recentemente è cresciuto l’interesse per gli inni religiosi. Gli artisti stanno prendendo i testi dei canti di Chiesa, riadattandoli ai diversi stili musicali, dal country, al jazz, al gospel, al Rap, Dance e Rock. Uno di questi artisti, Amy Grant, ha visto la sua incisione dei canti di Chiesa guadagnare il primo posto nelle classifiche degli album cristiani lo scorso maggio, vendendo ad oggi 54.000 copie. Una collezione di inni cantati dalla Grant, del 2002, ha venduto 465.000 copie. Un altro cantante, Bart Millard, ha dichiarato alla Reuters di aver voluto fare un album sui canti di Chiesa perché voleva creare qualcosa di speciale per suo figlio. “Considerando il modo in cui si sta evolvendo la musica, è possibile che a mio figlio non resti alcuna memoria dei vecchi canti di Chiesa, come ho avuto io invece nella mia infanzia”, ha affermato. Molte chiese hanno sostituito i vecchi inni con musica contemporanea, ha spiegato Millard. Intanto, la cantante Ashley Cleveland ha osservato che “vi è un pregiudizio comune secondo cui questi canti sarebbero antiquati, vecchie e impolverate reliquie senza importanza, ma per me sono molto importanti. Di fronte alle profonde divisioni nella nostra cultura e persino all’interno della comunità cristiana, quando si tira fuori un canto conosciuto, tutti si trovano nuovamente riuniti”. Mentre dall'Italia il Christian Rockers Roberto Bignoli lancia su scala mondiale per le Radio il suo Cd singolo "La C'è un posto" arrangiato dal noto chitarrista Paolo Carta giò collaboratore di Eris Ramazzotti, Pausini, Morandi, Max Pezzali i tanti altri Big della musica leggera italiana. Pronto per la stampa Dall’inghilterra, il Times di Londra ha dato notizia l’11 aprile di un nuovo tabloid, The Son, che è pronto per un lancio in grande stile. La rivista è prodotta dal giornalista Hugh Southon, che si è convertito al cristianesimo otto anni fa. La prima edizione ha venduto 40.000 copie e la seconda, pubblicata a Pasqua, 62.000. “Volevamo una rivista anticonformista, stimolante e provocatoria, che potesse riportare Gesù al centro della società, ma volevamo che fosse anche divertente e attuale, considerando la cultura odierna della celebrità”, ha dichiarato Southon. La rivista è bimestrale ed ha in programma di diventare mensile a partire dall’anno prossimo. Le vendite avvengono principalmente attraverso la rete dei cristiani evangelici. Anche il mondo della moda, noto per il suo stile di vita non esattamente ascetico, vede delle convergenze con il cristianesimo. Un servizio del 17 maggio del quotidiano Irish Independent ha descritto le attività del gruppo Models for Christ di New York. L’organizzazione è stata costituita da un ex modello dell’agenzia Ford, Jeff Calenberg, per dare una direzione spirituale ai modelli. “Molte persone del nostro settore hanno attraversato momenti difficili a causa delle pressioni che si subiscono”, ha spiegato. Il gruppo, istituito nel 1984, recentemente si è rafforzato, e dispone di un elenco di circa 500 persone che ricevono le e-mail dell’organizzazione. A Los Angeles e a Miami sono state stabilite delle sezioni locali. Una delle funzioni dell’organizzazione è di sostenere coloro che stanno tentando di uscire fuori da situazioni di crisi o di tossicodipendenza. Essa incoraggia inoltre i propri membri a dare del loro tempo per aiutare i poveri e per fare da guida ai giovani modelli entrati nel settore. Calenberg ha inoltre incoraggiato i modelli a non accettare lavori che non siano compatibili con le proprie convinzioni religiose. Il gruppo dispone di una propria rete di fotografi e agenti che condividono la medesima fede. Le produzioni più convenienti Il desiderio del pubblico di poter godere di un contenuto sano nei mezzi di comunicazione è dimostrato dal successo dei film per la famiglia. Il 15 marzo scorso, l’ Associated Press ha informato che lo scorso anno, per la prima volta in 20 anni, i film per i quali è richiesta la presenza dei genitori sono aumentati più dei film per adulti, incassando negli Stati Uniti 2,3 miliardi di dollari, rispetto ai 2,1 miliardi di dollari per i film destinati ad un pubblico adulto. I dati sono stati rilasciati dalla National Association of Theater Owners. La categoria più gettonata è stata quella dei film adatti ai ragazzi dai 13 anni in su, con una vendita al botteghino di 4,4 miliardi di dollari. Successivamente, il 7 giugno, l’ Associated Press ha riportato uno studio svolto dalla Dove Foundation, un gruppo che incoraggia la produzione di film per la famiglia. Secondo tale studio, i film per tutta la famiglia sono risultati i più richiesti, rispetto ai film per adulti. Secondo uno studio svolto sui 200 film più diffusi negli anni dal 1989 al 2003, la produzione dei film per tutta la famiglia è risultata 11 volte più redditizia rispetto a quella dei film per adulti. Se non altro, l’evidenza di questi dati potrebbe alla fine portare i magnate di Hollywood a convertirsi |
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