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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 26 Gennaio 2005
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ACCESSIBILITÀ DEI SITI WEB: COSA NE PENSANO ASSOCIAZIONI E AZIENDE IN UN’INDAGINE PDC I DATI SULLA PERCEZIONE DEL MERCATO IN MERITO ALL’ACCESSIBILITÀ |
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Milano 26 gennaio 2005 – Pdc, agenzia di relazioni pubbliche a servizio completo, realizza un’indagine per comprendere se e quanto il mondo imprenditoriale e associativo intende investire sull’accessibilità dei siti web. Qual è l’approccio del mondo associativo e imprenditoriale italiano nei confronti dell’accessibilità? Per fotografare la situazione attuale e delineare un possibile scenario futuro, Pdc ha realizzato 118 interviste ai responsabili delle aree Comunicazione e Internet di alcune delle più rappresentative aziende nei settori del credito, della grande distribuzione, dei trasporti, dell’energia, dei servizi, dell’editoria online, e di importanti associazioni no-profit. Dall’insieme dei dati emerge uno scenario che fa pensare a un’attenzione crescente per questo tema e a una rapida evoluzione della situazione. Due sono le sfere di interesse: da un lato l’esigenza di rendere disponibili a tutti le risorse e le informazioni esistenti in rete, dall’altro la necessità – per le aziende e le associazioni – di entrare in contatto con tutti i potenziali utenti. Il primo dato interessante emerge dalla fotografia del campione: solo l’8% dispone di un sito web accessibile, il 27% non sapeva cosa fosse l’accessibilità prima dell’intervista, mentre il 65% ne era informato. Eppure la maggior parte delle aziende intervistate ha dimostrato grande interesse nei confronti dell’accessibilità: l’88% del campione (a esclusione dei soggetti che hanno già un sito accessibile) ritiene che questo sia un progetto su cui valga la pena investire e il 71% ritiene che prenderà in considerazione l’idea di realizzare un sito accessibile. Il costo, inoltre, non sembra costituire un ostacolo per la fattibilità del progetto per il 58% degli intervistati, mentre lo è per il 25%. Sono le associazioni no-profit i soggetti che hanno prima di tutti compreso le potenzialità dell’accessibilità e che continuano a mostrare maggiore interesse a realizzare in futuro progetti di questo tipo, affiancati dal mondo del credito, per una naturale propensione a consentire al più vasto pubblico possibile di entrare in contatto con loro, se pure per diversi motivi. Il 43% delle aziende e associazioni che hanno un sito accessibile, infatti, ha scelto di realizzarlo per la propria specifica tipologia di utenza, il 25% per una strategia aziendale legata al ritorno di immagine e il 13% per una scelta etica. Se gli Stati Uniti sono i pionieri dell’accessibilità nel mondo, l’Italia si posiziona infatti ai primi posti in Europa per l’attenzione a un tema così delicato come la fruibilità del web per tutti: battendo sul tempo molti colleghi europei, i legislatori italiani hanno già reso obbligatoria l’accessibilità per gli enti pubblici con la legge Stanca (n. 4 del 09/01/04). E il campione intervistato è convinto – per il 46% - che tale normativa verrà estesa anche ai soggetti privati. Del resto, i benefici per chi possiede un sito accessibile sembrano innegabili. Ad affermarlo è il 64% del campione, mentre il 55% dichiara di aver registrato una crescita degli accessi proprio grazie all'accessibilità. A dimostrazione del fatto che un sito web accessibile è innanzitutto un sito ben progettato, più leggero da caricare e più semplice da navigare per tutti, indipendentemente dal fatto che si serva, o meno, di ausili particolari.
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