|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 27 Gennaio 2005
|
|
|
|
|
|
Web alimentazione e benessere |
|
|
SOAVE 2004: CALA LA PRODUZIONE, CRESCE IL MERCATO |
|
|
|
|
|
In calo la produzione, in crescita l’attenzione del mercato verso il Soave: uno scenario per certi versi inaspettato, ma senza dubbio interessante, quello emerso dai dati presentati nel corso dell’assemblea dei soci di fine anno da Arturo Stocchetti, Presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Soave e Recioto di Soave. Cala la produzione - Quella del 2004 è stata infatti la stagione che ha visto la minor produzione di vino Soave degli ultimi 10 anni, quantificabile in 470.000 ettolitri, di cui 330.000 di Soave Doc, 110.000 di Soave Classico, 27.000 di Colli Scaligeri e 3.000 di Soave Superiore Docg. Dall’analisi di Stocchetti, emergono due cause che hanno portato a questo risultato: in primis, il fattore meteorologico. La grandinata occorsa il 1 luglio ha colpito duramente la zona Doc di Monteforte e Soave e quella del 16 settembre ha recato danni ingenti lungo tutta la fascia pianeggiante a nord della Statale 11. In secondo luogo, la puntuale attività di controllo avviata dal Consorzio, che ha coinvolto nel complesso oltre 700 delle 3.500 aziende interessate alla denominazione e che ha portato, nelle zone non colpite dalle grandinate, al declassamento di molti ettari per il mancato rispetto delle regole riguardanti rese e gradazioni. Cresce il mercato - Dall’altro lato, le analisi elaborate dal Consorzio sul rapporto produzione/consumo del Soave hanno evidenziato come negli ultimi anni ci sia stata una sensibile e costante riduzione delle giacenze, dovuta all’aumento delle vendite, soprattutto in Italia. Il mercato sta premiando infatti il Soave, consentendo alla denominazione di accorciare le distanze dalle quotazioni delle altre Doc storiche veronesi. Negli ultimi tre anni, il Soave Doc ha recuperato almeno il 30-40% del prezzo. Inoltre, il Soave è l’unico vino veronese - e tra i pochi italiani - a segnare una tenuta del prezzo anche nel 2004. Questo grazie al forte ritorno del consumatore a prediligere vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni italici che presentino un buon rapporto qualità/prezzo, come è per l’appunto il caso del Soave. Un segnale positivo per la denominazione, che impegna ancor di più il Consorzio a proseguire nella sua attività di controllo. Tracciabilità dal vigneto alla bottiglia – A questo proposito, grazie al piano di controlli effettuato dal Consorzio nel 2004, che consente di seguire il percorso delle partite di vino dall’arrivo delle uve in cantina all’imbottigliamento, saranno comunicati al Ministero delle Politiche Agricole importanti risultati: più di 700 le aziende verificate per superficie e varietà, mentre per quanto riguarda le rese, 237 le aziende controllate per la denominazione Soave Doc, 14 per il Soave Superiore Docg e 31 per il Recioto di Soave Docg, per un totale complessivo di circa 500 ettari. Altrettanto importanti i numeri che riguardano le conformità rilasciate per l’attività in cantina: più di 220 quelle rilasciate per l’idoneità camerale pari a 410.000 ettolitri, ben 1.742 1e idoneità date per l’imbottigliato per oltre 220.000 ettolitri. Un lavoro importante, quello del controllo, il cui obiettivo ultimo è di tutelare il consumatore. In tal senso, rientra anche la campagna informativa “Controlliamo tutto, tranne con chi lo bevi” che Federdoc (Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, promuoverà nel corso del 2005 per sensibilizzare i consumatori sulla tracciabilità dei vini a denominazione d’origine.
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|