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Notiziario Marketpress di
Lunedì 31 Gennaio 2005
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ANIMA INAUGURA LA NUOVA SEDE - MECCANICA VARIA: UN 2004 CON POCO SLANCIO |
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Milano, 31 gennaio 2005 - Serve un'iniezione di competitività che ridia slancio alla meccanica varia italiana che chiude il 2004 senza particolari entusiasmi facendo registrare una crescita modesta. E' questa la fotografia che emerge dal preconsuntivo 2004 e dalle previsioni per il 2005 diffuse questa mattina da Anima, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica varia ed Affine in occasione dell'inaugurazione della nuova sede di via Scarsellini 13 a Milano. Secondo i dati elaborati dall'Ufficio Studi di Anima nel 2004 la produzione si è attestata su 34,1 miliardi di euro e ha segnato un incremento medio in valore del 1,6%, adattandosi ad un mercato che ha offerto indicazioni alterne nel corso dei trimestri e differenti per le varie specializzazioni produttive. Il mercato nazionale si è mostrato ancora generalmente debole, con un andamento sostanzialmente stabile (+0,6% rispetto al 2003). Malgrado tutte le difficoltà è stato quindi ancora l'export a trainare lo sviluppo, registrando una crescita, più evidente nella seconda parte dell'anno. Il 2004 si è infatti chiuso con un fatturato estero di 17,3 miliardi di euro contro i 16,8 del 2003, pari a + 2,5%. La quota export fatturato si conferma del 50% (50, 6% contro 50,1% del 2003). L'europa rimane il principale mercato di destinazione (68,6%) con un aumento nel primo semestre dell' 11,4%. Anche le vendite in Asia stanno registrando un certo sviluppo anche se nel 2004 hanno rappresentato però solo il 14,3% del totale. La dimensione media di molte aziende non consente loro di affrontare in modo strutturato questi mercati che sono sicuramente tra i più promettenti, Cina ed India in particolare. Cresce anche il mercato nordamericano (+10,8%) che assorbe 1'8,4% del nostro export e dove è particolarmente apprezzata la qualità del prodotto Made in Italy. L'occupazione è rimasta pressoché stabile (-0,7% nel 2004 e -0,1% nel 2005). Gli investimenti (-3%) sono stati condizionati dalle scarse prospettive di domanda, dal basso utilizzo della capacità produttiva esistente e dallo schiacciamento dei margini al quale ha contribuito in modo forte anche il cambio euro/dollaro. Gli investimenti, si sono indirizzati prevalentemente all'innovazione di prodotto. Nel 2005 dovrebbero comunque aumentare dell' 1,5% rispetto al 2004. Scendendo nel dettaglio dei macrosettori le migliori performance sono state raggiunte dal comparto Impianti Macchine e prodotti per l'edilizia (che con 9 miliardi di euro è il secondo comparto per importanza all'interno di Anima) con un + 4,4% sul 2003 ed un export cresciuto del 5,5%. Seguono le macchine ed impianti per la sicurezza dell'uomo e dell'ambiente e le Tecnologie e i prodotti per l'industria cresciuti entrambi del 1,2% sul 2003. Discreto l'andamento del settore più rappresentativo (14,8 miliardi di euro) in seno ad Anima è quello delle Macchine ed impianti per l'energia e per l'industria chimica e petrolifera che ha registrato un +1% ma che è previsto crescere del 2,2% nel 2005, grazie soprattutto agli investimenti attesi nel settore delle perforazioni petrolifere (export atteso +6%) stabili (+0,4) o in flessione (-1,2%) i settori della Logistica e Movimentazione delle merci e delle Tecnologie ed attrezzature per prodotti alimentari. Per quanto riguarda le previsioni la Federazione indica una crescita di circa 1'1,5% in valore ed una conferma dei volumi. L'aumento sarà anche quest'anno trainato dall'export (+3,5% atteso), mentre il mercato domestico dovrebbe far registrare una sostanziale stabilità (-0,6%). Purtroppo però nell'area europea le prospettive non sono le più rosee. Come sottolinea il Presidente Anima Savino Rizzio "i rischi e le incertezze che gravano sull 'economia mondiale sono pesanti, le cause sono a tutti note e non recenti. Pensiamo alle tensioni sui prezzi delle materie prime, ed in particolare del petrolio e dell'acciaio, alla sovravalutazione dell'euro nei confronti del dollaro. Il problema è che ora questi squilibri, che pensavamo di poter fronteggiare se limitati nel tempo, appaiono un dato permanente. A limitare la crescita, poi, contribuiscono non solo questi fattori di carattere congiunturale, ma anche altri di tipo strutturale: la mancanza di efficienza, di competitività, di innovazione, e soprattutto la ridotta dimensione delle imprese. Il sistema dei distretti ed il piccolo e bello in alcuni casi inizia a non bastare più. Questo mi porta a porre un problema più generale che è quello di come ridare competitività al nostro settore, che più di altri, risente della perdita di competitività, forse perché siamo un settore maturo, poco innovativo, molto esposto alla concorrenza dei paesi emergenti ". "C 'è poi" – prosegue Rizzio – "una scarsa propensione ad investire all'estero. Negli ultimi 5 anni poco più dell'1% dei flussi mondiali di investimenti esteri è italiano mentre Francia , Germania e Gran Bretagna raggiungono e superano percentuali sopra il 10%. Noi dobbiamo fare investimenti diretti, joint venture, che in alcuni casi sono indispensabili per entrare in mercati difficili. Inoltre dobbiamo costruire e radicare sui mercati reti commerciali, per non parlare dell 'opportunità di decentrare all 'estero alcune fasi del processo produttivo" Rizzio sottolinea poi come "nessuna impresa può avere successo se non è sostenuta da un sistema Paese moderno ed efficiente. Che vuol dire: formazione delle risorse umane, una moderna rete di infrastrutture, lo sforzo per la ricerca e istituzioni attente ai problemi dell'industria. Il sistema paese deve inoltre aiutare l'imprenditore garantendo un quadro di regole certe in cui muoversi, sostenendolo sul mercato internazionale, creando i presupposti legislativi e fiscali per una ripresa strutturale. Il Governo del paese passa anche e soprattutto attraverso il governo e la programmazione dell'economia. Ma anche la Federazione stessa ha un ruolo di rilievo. Dobbiamo fare di più aiutando le imprese nel campo della formazione, in quello dell'accesso alle informazioni strategiche ed affiancarle nella promozione internazionale. Un ruolo di servizio e di supporto indispensabile in un sistema dove la dimensione medio piccola dell 'impresa non libera risorse per coprire al meglio tutte queste necessità ".
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