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Notiziario Marketpress di
Martedì 01 Febbraio 2005
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PRIMI SEGNALI DI RIPRESA PER I PICCOLI OPERATORI ECONOMICI OSSERVATORIO CRIF DECISION SOLUTIONS E NOMISMA SULLA FINANZA PER I POE, VOL.4: DINAMICITÀ IN AUMENTO (+5%) E RISCHIO ECONOMICO FINANZIARIO STABILE (-0,12%). PRIMI SEGNALI DI UN LENTO RECUPERO ANCHE PER QUANTO RIGUARDA IL RISCHIO DI CREDITO (TASSO DI SOFFERENZA A +0,02%). |
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Bologna, 1 febbraio 2005 - Al traino della ripresa dell’economia mondiale, l’attività economica italiana dovrebbe tornare a crescere a livelli accettabili dopo che per due anni non ha superato lo 0,5%. Elemento caratterizzante dell’economia del nostro Paese, i Piccoli Operatori Economici - ovvero le imprese con meno di 10 addetti e/o meno di 2,5 milioni di Euro di fatturato - nel quadro di ripresa che si va delineando hanno evidenziato una significativa capacità reattiva. Contenuta nel quarto volume dell’Osservatorio sulla Finanza per i Poe realizzato da Crif Decision Solutions e Nomisma, l’analisi dei dati sul rischio economico-finanziario e sulla dinamicità, registrati nel 2004 e messi a confronto con il 2003, dimostra infatti una dinamicità in aumento (+5%) a fronte di un rischio complessivamente stabile nella media (-0,12%). L’analisi territoriale del comportamento finanziario dei Poe A livello territoriale, la dinamicità dei Poe aumenta maggiormente nelle regioni del Centro (+7,7%), seguita da quelle del Nord Est (+5,9%), del Sud e Isole (anche in questo caso +5,9%) e, infine, del Nord Ovest, dove cresce appena di un +0,8%. All’aumento della dinamicità media corrisponde un aumento di tutti e tre i fattori che la compongono e, dunque, della strategia aziendale relativa ai mercati di riferimento, dello sviluppo organizzativo e dello sviluppo tecnico operativo dell’azienda. In generale gli elementi che influiscono in aumento della dinamicità sono, tra gli altri, l’aumento degli investimenti nella ricerca di nuovi prodotti e nuovi mercati, nel controllo qualità, in formazione del personale e nel rafforzamento dell’area finanziaria. Nel Nord Est l’indice cresce del 5,9%, comunque a un tasso superiore di quello nazionale (+5%), trainato dagli investimenti destinati alla ricerca di nuovi prodotti, al rafforzamento dell’area finanziaria e al rinnovo e/o ampliamento della struttura aziendale. Per i Poe del Nord Ovest l’indice registra una leggera crescita (+0,8%) dovuta a un aumento degli investimenti destinati al rafforzamento dell’area finanziaria, frenato però da una diminuzione degli investimenti in impianti e attrezzature e nell’informatizzazione. L’incremento del 7,7% registrato al Centro è da associare principalmente a un aumento degli investimenti per la ricerca di nuovi mercati, per il consolidamento dell’area finanziaria, per l’implementazione di sistemi di controllo della qualità, per il rinnovo locali e per l’informatizzazione a un tasso maggiore rispetto al resto del Paese. Al Sud e Isole l’indice cresce al di sopra della media nazionale (+5,9%): l’aumento della dinamicità è il risultato di un incremento degli investimenti nel rafforzamento dell’area finanziaria, nella formazione del personale, nel rinnovo e\o ampliamento dei locali aziendali. L’analisi settoriale del comportamento finanziario dei Poe Sul piano settoriale, i Piccoli Operatori Economici dimostrano un miglioramento rispetto all’anno precedente nei settori Agricoltura e Commercio e un andamento sostanzialmente stabile nei Servizi e nei Pubblici esercizi. La percentuale degli investitori, infatti, è aumentata rispettivamente del 5,2%, del 8,1% e dello 0,15%. Rispetto all’anno precedente sono invece diminuite le percentuali degli operatori che hanno investito nel settore manifatturiero (-3,09%) e nelle costruzioni (-4,7%). Tuttavia, l’ammontare complessivo delle attività di investimento è in crescita. Infatti, nel 2004 si registra un incremento degli investimenti effettuati dai Poe pari al 2,77% in più rispetto al 2003. Anche in prospettiva le indicazioni sono per un miglioramento della propensione all’investimento. Nella maggior parte dei settori il dato di previsione risulta positivo, in particolare per l’Agricoltura (+11,3%) e le Costruzioni (+12,6%), mentre il manifatturiero si muove in controtendenza, con la percentuale degli operatori che prevedono di investire nel medio periodo che si riduce di 4,4 punti. Ciononostante, le previsioni di investimento complessivo nei prossimi anni migliorano in modo marcato, superando quelle dell’anno precedente del 5,68%. La dinamica dell’attività di investimento appare però diversificata per tipologia. Infatti gli investimenti immateriali sono cresciuti in media del 4,5% mentre quelli materiali si fermano all’ 1,7%. La stessa dinamica si ripresenta analizzando il dato sulle prospettive: gli investimenti immateriali dovrebbero crescere del 26% circa, rispetto ai materiali che cresceranno del 17%. Nel dettaglio, si è riscontrato un aumento consistente degli investimenti per la ricerca di nuovi prodotti (+7,09%), la ricerca di nuovi mercati (+3,50%), la formazione del personale (+3,96%), il rafforzamento dell’area finanziaria (+8,27%) e il controllo qualità (+3,64%), a fronte di una diminuzione degli investimenti per l’acquisto di immobili (-0,65%) e una variazione minima dell’acquisto di macchinari e attrezzature (+0,59%). Anche in prospettiva, le tipologie prevalenti riguardano gli investimenti immateriali. Le previsioni sull’attività futura di investimento dei Poe mostrano che gli investimenti più consistenti si concentreranno prima di tutto nella ricerca di nuovi prodotti (+29,61% rispetto al 2003) e a seguire in sicurezza e ambiente (+28,16%), nell’informatizzazione (+27,91%), in comunicazione (+27,79%), nella ricerca di nuovi mercati (+27,53%), nel rafforzamento dell’area finanziaria (+25,06%) e nella formazione del personale (+24,74%). L’analisi della rischiosità del credito ai Poe L’analisi del rischio di credito evidenzia ancora l’incidenza del periodo di congiuntura non favorevole appena passato, ma mostra i primi segnali di un lento recupero che si è avuto nel breve periodo. In particolare, il Iv volume dell’Osservatorio sulla Finanza per i Piccoli Operatori Economici evidenzia: - il tasso di sofferenza a livello nazionale mostra una sostanziale stabilità nell’ultimo trimestre (con un incremento pari solamente al +0,02%) fermando il trend di crescita iniziato a giugno 2003. Il valore di settembre 2004 (5,2%) rimane comunque il più alto raggiunto dal 2000. L’indicatore di insolvenza grave mostra invece una lieve flessione rispetto alle altre rilevazioni del 2004, assestandosi a un livello di 1,51%, dato identico a quello di settembre 2003. In crescita il tasso di decadimento a 180 giorni (+0,13% rispetto a giugno 2004 e di 0,29% rispetto a settembre 2003) probabilmente è legato alla diminuzione del tasso di crescita della domanda interna. - L’analisi per forma giuridica evidenzia un tasso di sofferenza in lieve aumento nell’ultimo trimestre sia per le società di capitale (+0,11%) sia per le società di persone (+0,10%), mentre risulta stabile per le ditte individuali. - L’analisi territoriale conferma una qualità del credito peggiore nelle zone del Centro (il tasso di sofferenza a settembre 2004 è stato pari al 5,92%) e Sud e Isole (5,55%). Il Nord-est, pur rimanendo l’area geografica con la migliore qualità del credito, inizia a manifestare un periodo di difficoltà che sembrava non averla interessata particolarmente nei periodi precedenti (+0,19 rispetto a giugno 2004, +0,34 rispetto a settembre 2003). Nel complesso si registra una situazione di leggero miglioramento per quasi tutte le regioni del Sud Italia, mentre per l’area Centro permane il trend di costante peggioramento. - L’analisi per settore, in termini di tasso di sofferenza, conferma le difficoltà dei settori dei trasporti marittimi (10,28%), del sistema moda (7,90%), del servizio alberghiero e pubblici servizi (7,70%).
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