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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Febbraio 2005
 
   
  Pagina1  
  IMPRESE: LE SOCIETÀ DI CAPITALE GUIDANO LA CRESCITA DEL SISTEMA ITALIA NEL 2004 ALTRE 90MILA IMPRESE IN PIÙ, 48MILA SONO SOCIETÀ IL LAVORO AUTONOMO RESISTE GRAZIE AGLI IMMIGRATI: 1 NEO-IMPRENDITORE SU 3 VIENE DA UN PAESE NON UE.  
   
  Roma, 3 febbraio 2004 – Sono 5.997.749 le imprese che, alla fine del 2004, risultano registrate presso il Registro delle Imprese gestito dalle Camere di Commercio italiane. Nell’anno da poco concluso sono state 425.510 le imprese che hanno aperto i battenti, a fronte delle quali 335.145 hanno cessato di operare. Il saldo complessivo, il migliore degli ultimi sette anni, è risultato pertanto positivo per 90.365 unità, un terzo delle quali ha un titolare immigrato da Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Il tasso di crescita annuale è stato pari all’1,53% del totale delle imprese registrate (il 2,17% se non si tiene conto del settore agricolo). Fallimenti stabili e meno liquidazioni rispetto al 2003. Sono questi i principali risultati che emergono dai dati diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sul movimento demografico delle imprese condotta da Infocamere, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane (tutti i dati sono disponibili sul sito www.Infocamere.it “Il tessuto imprenditoriale del Paese continua a rafforzare la sua trama – ha detto il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, illustrando i dati di Movimprese 2004 – e conferma di avere voglia di competere e di svolgere un ruolo guida nel progresso sociale. Avere più società di capitali significa poter contare su imprese più forti, perché più organizzate e quindi potenzialmente più competitive. D’altro canto, i dati evidenziano come la crescita del lavoro autonomo sia legata in maniera sempre più significativa alle imprese costituite da imprenditori immigrati. L’impresa è dunque un potente fattore di integrazione sociale, di dialogo tra le culture, oltre che di creazione di benessere a tutti i livelli. Questa iniezione di fiducia – ha detto il presidente di Unioncamere – non deve però far dimenticare che vanno migliorate alcune condizioni di sistema per consentire alle imprese di restare sul mercato in termini competitivi. Penso in particolare ad una pubblica amministrazione più semplice e capace di affiancare le imprese, ad un legame più stretto tra ricerca tecnologica e innovazione nei prodotti e nei processi aziendali, alla finanza di progetto per le infrastrutture, ad una rete veramente coesa e organizzata al servizio dell’internazionalizzazione e del turismo. Sono queste peraltro – ha concluso Carlo Sangalli - le proposte che l’Unioncamere ha avanzato in vista del varo del provvedimento sulla competitività”. Il Quadro Generale Da quest’anno Movimprese include stabilmente l’universo delle imprese agricole nella presentazione dei risultati[1], con alcuni effetti statistici degni di nota sui diversi fenomeni demografici analizzati dall’indagine. In termini strutturali, l’inclusione dell’Agricoltura accresce l’incidenza delle Ditte individuali (largamente prevalenti, con il 92,0% tra le imprese agricole) che era pari al 51,9% fra le imprese extra-agricole e che ora è pari al 58,2% sul totale di tutte le imprese. Conseguentemente si riduce il peso di tutti gli altri tipi di impresa costituiti adottando una qualche forma societaria. In termini congiunturali, l’inclusione delle imprese agricole tende ad aumentare il fenomeno delle cessazioni: l’agricoltura è un settore tradizionale nel quale cresce continuamente la produttività e che, insieme a profonde trasformazioni, negli ultimi anni conosce una continua riduzione del numero delle aziende, diminuite tra il 1998 e il 2004 del 18,1% (mediamente oltre 28.000 unità all’anno). Anche tenendo conto di questa novità, il 2004 (vedi la tavola 1), si afferma come il migliore degli ultimi sette anni, sia in termini di nuove iscrizioni sia in termini di saldo attivo, facendo registrate un tasso di incremento delle imprese praticamente pari a quelli del 2000 e del 2001. Tabella 1 – Andamento demografico delle imprese italiane nel periodo 1998-2004 (tutti i settori)
Anno Iscrizioni Cessazioni Saldo Tasso di Crescita
1998 408.475 368.023 40.452 0,74%
1999 390.074 313.345 76.729 1,39%
2000 403.408 316.632 86.776 1,55%
2001 421.451 331.713 89.738 1,57%
2002 417.204 347.074 70.130 1,21%
2003 389.342 317.553 71.789 1,23%
2004 425.510 335.145 90.365 1,53%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Le Dinamiche Per Forma Giuridica L’anno 2004 conferma due fenomeni: una ormai consolidata dinamica di lungo periodo (la crescente rilevanza, in termini assoluti e relativi, delle società di capitale), e una dinamica più recente (la tenuta, in termini assoluti, delle ditte individuali). La tabella 2 illustra come, nell’arco dei sette anni considerati, le società di capitale abbiano accresciuto complessivamente di 3,7 punti percentuali il proprio peso sul totale delle imprese registrate; contemporaneamente le ditte individuali hanno visto ridursi di 4 punti percentuali il proprio peso sul totale. Tabella 2 – Evoluzione dello stock delle imprese registrate ripartito per forma giuridica (valori percentuali, tutti i settori)
Anno Società di capitale Società di persone Ditte individuali Altre forme Totale
1998 14,2 20,5 62,2 3,1 100,0
1999 14,8 20,7 61,4 3,1 100,0
2000 15,4 20,9 60,5 3,2 100,0
2001 16,2 20,9 59,6 3,3 100,0
2002 16,7 20,8 59,3 3,2 100,0
2003 17,3 20,8 58,6 3,3 100,0
2004 17,9 20,6 58,2 3,3 100,0
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese L’accresciuto peso delle società di capitale è confermato da un altro dato che, dal punto di vista dei flussi, illustra l’accrescersi del loro peso: in tutti i sette anni le società di capitale spiegano più del 50% del saldo annuale complessivo, dal minimo del 50,3% avuto nel 1999, al massimo del 73,1% registrato nel 2002. Lo scorso anno le società di capitale hanno determinato il 53,1% del saldo complessivo tra imprese nate e imprese cessate. La tabella 3 (che isola la dinamica dei saldi fra imprese di nuova iscrizione e cessate) conferma d’altro canto la tenuta in valore assoluto del saldo delle ditte individuali, in virtù della quale negli anni recenti si registra stabilmente una serie positiva di saldi tra imprese iscritte e cessate. Il fenomeno inizia nel 1999 (dopo il forte saldo negativo del 1998 influenzato in particolare dalle molte imprese agricole cessate), e si fa chiaro a partire dal 2001 quando spiega con 2.146 unità il 2,4% del saldo complessivo, per salire al 4,5% nel 2002 (3.129 unità), all’8,9% nel 2003 (6.424 unità) per arrivare al 29,6% (26.728 unità) nell’anno da poco concluso, grazie in particolare alla crescita di ditte individuali nel commercio al dettaglio. Tabella 3 – Andamento del saldo annuale delle imprese ripartito per forma giuridica
Anno Società di capitale Società di persone Ditte individuali Altre forme Totale
1998 29.351 34.036 -27.788 4.853 40.452
1999 38.565 29.269 1.694 7.201 76.729
2000 46.713 27.251 1.450 11.362 86.776
2001 58.468 20.985 2.146 8.139 89.738
2002 51.293 11.366 3.129 4.342 70.130
2003 48.552 12.415 6.424 4.398 71.789
2004 47.976 13.680 26.728 1.981 90.365
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimpresele Dinamiche Per Circoscrizione Territoriale La distribuzione dei principali dati anagrafici fra le quattro grandi circoscrizioni territoriali sottolinea la stabilità di fondo del sistema italiano delle imprese, cui corrisponde tuttavia una più marcata dinamica rilevabile se si osserva da vicino l’evoluzione a livello settoriale. Dal punto di vista della demografia delle imprese, la situazione strutturale è illustrata dal seguente prospetto che mette a confronto i dati del 2004 con quelli del 1998. Tabella 4 - Distribuzione territoriale delle imprese registrate
1998 2004
Valori assoluti Valori % Valori assoluti Valori %
Nord-ovest 1.450.530 26,3 1.578.907 26,3
Nord-est 1.146.811 20,8 1.200.462 20,0
Centro 1.133.995 20,5 1.226.000 20,5
Sud e Isole 1.785.247 32,4 1.992.380 33,2
Italia 5.516.583 100,0 5.997.749 100,0
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimpresecome mostra la tabella, il peso delle circoscrizioni Nord-ovest e Centro resta stabile, mentre alla riduzione del Nord-est (-0,8 punti percentuali) corrisponde un pari aumento della circoscrizione Sud e Isole. In termini relativi, dunque, le dinamiche complessive risultano modeste. Risultano però meno modeste se si fa riferimento all’incremento registrato nell’arco dei sette anni presi in esame. Questo, infatti, è pari a 481.166 unità in termini assoluti e all’8,7% in termini relativi. Tale incremento (e qui entrano in gioco le dinamiche dei diversi settori produttivi), è completamente dovuto agli incrementi dei settori extra-agricoli. In questa prospettiva, l’aumento delle imprese nella circoscrizione Sud e Isole contribuisce per il 43,0% alle 481.166 unità in più, indicando indirettamente che anche l’incremento delle imprese extra-agricole nel Mezzogiorno si è mantenuto superiore – in termini relativi ed assoluti – a quello di tutte le altre circoscrizioni e non solo nel 2004. La tabella n.5 mette a confronto per gli anni 2001 e 2004 i flussi che determinano gli stock a livello territoriale. Tabella 5 – Confronto intertemporale in termini relativi fra il valore dei flussi demografici di imprese nelle quattro grandi circoscrizioni territoriali
2001 2004
Iscrizioni Cessazioni Saldi Iscrizioni Cessazioni Saldi
Nord-ovest 26,9 26,4 28,8 27,4 27,5 26,7
Nord-est 19,4 22,1 9,4 19,7 21,2 14,2
Centro 21,1 20,3 23,9 20,7 20,8 20,4
Sud e Isole 32,6 31,2 37,9 32,2 30,5 38,7
Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Le Dinamiche Settoriali Nel 2004 i saldi più elevati, in termini assoluti, sono stati registrati nel settore delle costruzioni (29.855 unità), in quello dei servizi alle imprese (22.651 unità), nel settore del commercio (18.555 unità) e in quello degli altri servizi pubblici, sociali e personali (7.562 unità). Questi quattro settori determinano da soli l’84,7% del saldo complessivo. In termini relativi (tralasciando i quattro settori di dimensione inferiore alle 20.000 imprese), i migliori incrementi sono stati conseguiti da sanità e altri servizi sociali (5,5%); servizi alle imprese (4,1%); costruzioni (4,0%); altri servizi pubblici sociali e personali (3,3%); alberghi e ristoranti (2,7%); trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (2,3%): tutti risultati nettamente migliori dell’incremento medio nazionale. La tabella n.6 mostra come siano variati nell’arco dei sette anni (per i quali è possibile il confronto con l’inclusione dell’agricoltura), i pesi dei singoli settori nell’universo delle imprese registrate e, al tempo stesso, offre una misurazione in termini percentuali dell’incremento verificatosi nello stesso arco di tempo. Tabella 6 – Confronto del peso dei settori (valori assoluti e percentuali) nel 1998 e nel 2004 e relative variazioni percentuali
Settori 1998 2004 Variazioni % 1998-2004
Imprese registrate Peso % Imprese registrate Peso %
Settori principali per numerosità
Commercio 1.506.295 27,3 1.581.817 26,4 5,0
Agricoltura 1.092.525 19,8 972.940 16,2 -10,9
Costruzioni 621.180 11,3 771.432 12,9 24,2
Manifatturiero 740.492 13,4 752.188 12,5 1,6
Totale Parziale 3.960.492 71,8 4.078.377 68,0 3,0
Altri settori del terziario
Att. Immobiliari, noleggio, informatica… 460.949 8,4 581.272 9,7 26,1
Alberghi e ristoranti 256.180 4,6 285.118 4,8 11,3
Altri servizi pubblici, sociali e personali 220.995 4,0 240.039 4,0 8,6
Trasporti e comunicazioni 201.630 3,7 212.943 3,6 5,6
Intermed. Monetaria e finanziaria 90.589 1,6 108.008 1,8 19,2
Sanità e altri servizi sociali 19.844 0,4 25.213 0,4 27,1
Istruzione 13.848 0,3 18.939 0,3 36,8
Totale Parziale 1.264.035 22,9 1.471.532 24,5 16,4
Altri settori 21.083 0,4 21.592 0,4 2,4
Imprese non classificate 270.973 4,9 426.248 7,1 57,3
Totale 5.516.583 100,0 5.997.749 100,0 8,7
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese I quattro principali settori per numerosità di imprese sono aumentati nei sette anni del 3,0%, molto meno della crescita nazionale complessiva (+8,7%). Ciò è dipeso soprattutto dal rallentamento della crescita delle imprese manifatturiere (solo +1,6%), di quelle del commercio (+5,0%), e dalla forte diminuzione delle imprese agricole (-10,9%), legata alla continua riduzione delle superfici destinate ad uso agricolo e, in minor misura, ai modesti processi di accorpamento dei fondi agricoli. Fa eccezione il settore delle costruzioni (+24,2%), cresciuto ad un ritmo quasi tre volte superiore a quello medio nazionale; crescita probabilmente legata alle peculiari caratteristiche del patrimonio abitativo nazionale (e alle cure che esso richiede), che alimentano un “naturale” ruolo delle attività di ristrutturazione, ammodernamento, risanamento, manutenzione, spesso di carattere artigianale. Complessivamente, i quattro grandi settori vedono diminuire il loro peso dal 71,8% nel 1998 al 68,0% nell’anno da poco concluso (-3,8 punti percentuali). Il gruppo dei servizi alle persone e quello dei servizi alle imprese (ad esclusione dei trasporti che sembrano muoversi parallelamente con il settore del commercio, solo +5,6% nei sette anni), insieme al settore dei servizi pubblici, sociali e personali, registrano una crescita relativa superiore al valore medio nazionale: dall’11,3% del settore alberghi e ristoranti al 26,1% del settore attività immobiliari, noleggio di attrezzature, informatica, ricerca, altre attività imprenditoriali e professionali (esattamente il triplo dell’aumento medio nazionale), al 36,8% del minuscolo settore dell’istruzione. Complessivamente i servizi, nell’arco di sette anni, passano da un peso del 22,9% a quello del 24,5% (+1,6 punti percentuali, cui corrisponde una variazione dello stock del 16,4%). La Crescita Delle Imprese E Il Ruolo Degli Imprenditori Immigrati Negli ultimi anni è venuto assumendo crescente rilievo l’insediarsi sul territorio italiano di attività economiche gestite da titolari immigrati, provenienti prevalentemente dai Paesi dell’Europa dell’Est, del Nord-africa e dalla Cina. Con riferimento alle sole imprese costituite in forma di ditta individuale (per le quali alla forma giuridica corrisponde direttamente la persona fisica alla guida dell’azienda), Movimprese ha analizzato il fenomeno dell’imprenditoria cosiddetta “di immigrazione” mettendo a confronto la diffusione del fenomeno rispetto all’universo delle corrispondenti imprese individuali totali. La tabella n.7 mostra innanzitutto che la presenza di ditte individuali di immigrati tende a concentrarsi in pochi settori (commercio, costruzioni e attività manifatturiere): il saldo dei tre settori rappresenta, infatti, il 76,7% del saldo complessivo delle ditte individuali costituite da immigrati nel 2004. Un secondo importante aspetto da sottolineare riguarda il contributo dato dall’imprenditoria immigrata al saldo complessivo delle ditte individuali: su ha registrato nel 2004 un saldo positivo notevole (26.728 unità in più in dodici mesi) grazie ad un saldo attivo ancora più notevole delle ditte individuali di cui sono titolari cittadini di origine immigrata (30.983 unità), superiore al saldo complessivo dell’intera classe di imprese. Tabella 7 – Iscrizioni, cessazioni e saldi delle ditte individuali per settori nel 2004 Graduatoria dei saldi delle imprese con titolare immigrato e contributo % sul saldo totale
Settori Totale ditte individuali di cui con titolare immigrato Contributo % immigrati sul saldo totale
Iscrizioni Cessazioni Saldi Iscrizioni Cessazioni Saldi
Costruzioni 55.865 35.683 20.182 15.359 3.675 11.684 57,9%
Commercio al dettaglio 53.502 46.115 7.387 13.213 2.841 10.372 140,4%
Commercio all'ingrosso 27.628 23.203 4.425 2.723 1.003 1.720 38,9%
Poste e telecomunicazioni 2.136 507 1.629 1.274 133 1.141 70,0%
Trasporti terrestri 7.268 8.508 -1.240 1.274 467 807 65,1%
Altre attivita' professionali e imprenditoriali 10.779 8.045 2.734 1.367 570 797 29,2%
Confezione di abbigliamento 2.989 3.660 -671 1.616 954 662 98,7%
Agricoltura 33.772 49.686 -15.914 706 322 384 2,4%
Industrie alimentari e delle bevande 5.251 4.183 1.068 604 276 328 30,7%
Fabbr. E lavorazione di prodotti in metallo 4.043 4.441 -398 552 266 286 71,9%
Altri servizi pubblici, sociali e personali 9.799 9.498 301 581 306 275 91,4%
Alberghi e ristoranti 11.690 11.595 95 731 475 256 269,5%
Altro 47.140 40.010 7.130 3.918 1.647 2.271 31,9%
Totale 271.862 245.134 26.728 43.918 12.935 30.983 115,9%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese In alcuni settori questo fenomeno risulta determinante per la tenuta o la crescita dell’intero comparto. Ciò avviene nel settore del commercio al dettaglio, in cui il saldo determinato dagli immigrati (10.372 unità) supera da solo il saldo complessivo del settore (7.387 unità) e nel settore alberghi e ristoranti, dove le 256 unità in più con titolare immigrato superano da sole il saldo complessivo del comparto (95 unità). Il contributo degli imprenditori immigrati è significativo nei servizi di telecomunicazione (dove determina il 70% del saldo di imprese individuali), nel settore delle costruzioni (il 57,9% del saldo) e nel commercio all’ingrosso (il 38,9%). In alcuni casi, peraltro, il pur consistente saldo di imprese di immigrati non riesce a compensare la perdita di imprese nazionali, come nell’abbigliamento: le 662 imprese in più con passaporto straniero bilanciano solo a metà il saldo negativo di 1.333 imprese imprenditori italiani. Il Ricambio Nel Tessuto Delle Imprese: Liquidazioni E Fallimenti Un ulteriore, prezioso elemento di conoscenza dello stato del tessuto imprenditoriale viene dall’analisi dei loro stati di attività. In particolare, le dinamiche di entrata in stato di liquidazione o fallimento sono un termometro del loro stato di salute e, più in generale, di quello della congiuntura economica. Entrambe gli stati, infatti, preludono alla chiusura dell’attività, con l’importante differenza che la liquidazione rappresenta una fase fisiologica della vita dell’impresa, mentre il fallimento è indice di una fine dell’attività generalmente più traumatica. Dopo un triennio in discesa, i 9.306 fallimenti aperti nel 2004 confermano il lieve incremento fatto segnare già nel 2003. La spinta viene in particolare dalle attività manifatturiere e dai servizi alle imprese, mentre si conferma praticamente stabile il commercio, dopo un sensibile calo registrato nel triennio 2000-2002. Complessivamente, se rapportato al numero totale di imprese registrate, il fenomeno rimane stabile lungo tutto il quinquennio esaminato. Grafico 1 - Imprese entrate in fallimento per anno di apertura della procedura
Settori 2000 2001 2002 2003 2004
Commercio 2.824 2.717 2.512 2.516 2.559
Attività manifatturiere 1.659 1.632 1.631 1.749 1.801
Costruzioni 1.295 1.243 1.152 1.183 1.275
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 709 735 747 730 804
Alberghi e ristoranti 513 517 479 567 635
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 260 292 287 344 370
Altri servizi pubblici, sociali e personali 179 187 173 173 227
Altro 2.435 1.847 1.900 1.728 1.635
Totale 9.874 9.170 8.881 8.990 9.306
Peso % sullo stock delle imprese registrate 0,17% 0,16% 0,15% 0,15% 0,16%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Diverso andamento mostra il fenomeno delle imprese che hanno avviato negli anni scorsi un procedimento di liquidazione dell’attività. Il 2004 segna infatti una significativa riduzione nel ricorso alla liquidazione rispetto all’anno precedente: 65.122 casi contro i 70.752 del 2003. Nel 2004 la diminuzione delle procedure di liquidazione ha interessato praticamente tutti i settori, mentre a livello complessivo il loro peso sul totale delle imprese registrate fa segnare una riduzione apprezzabile rispetto all’andamento pressoché stabile dei quattro anni precedenti. Grafico 2 - Imprese entrate in liquidazione per anno di apertura della procedura
Settori 2000 2001 2002 2003 2004
Commercio 12.865 14.185 13.134 14.166 13.447
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 9.493 10.740 11.269 12.157 11.319
Attività manifatturiere 7.655 8.496 8.349 9.199 8.759
Costruzioni 6.511 7.162 6.953 7.241 6.899
Alberghi e ristoranti 3.088 3.639 3.499 4.101 3.995
Altri servizi pubblici, sociali e personali 1.959 2.091 2.047 2.217 2.289
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 1.292 1.492 1.571 1.745 1.757
Altro 19.618 21.557 20.572 19.926 16.657
Totale 62.481 69.362 67.394 70.752 65.122
Peso % sullo stock delle imprese registrate 0,34% 0,37% 0,35% 0,34% 0,28%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Riepiloghi Nati-mortalita' Delle Imprese Per Aree Geografiche - Anno 2004
Iscrizioni Cessazioni Saldi Stock Stock Tasso di Tasso di
Regioni 31.12.2004 31.12.2003 crescita 2004 crescita 2003
Piemonte 33.855 29.425 4.430 460.540 455.959 0,97% 0,64%
Valle D'aosta 976 912 64 14.731 14.667 0,44% -0,24%
Lombardia 68.883 51.610 17.273 938.262 920.369 1,88% 1,38%
Trentino A. A. 6.478 5.622 856 108.730 107.849 0,79% 0,76%
Veneto 34.987 29.629 5.358 506.591 500.940 1,07% 0,56%
Friuli V. G. 7.442 6.817 625 115.913 115.214 0,54% -0,13%
Liguria 12.627 10.281 2.346 165.374 162.970 1,44% 0,63%
Emilia Romagna 34.857 28.903 5.954 469.228 463.015 1,29% 0,87%
Toscana 30.253 23.648 6.605 409.838 403.020 1,64% 1,30%
Umbria 6.022 4.864 1.158 93.016 91.849 1,26% 0,98%
Marche 11.918 10.072 1.846 175.413 173.518 1,06% 0,71%
Lazio 40.035 31.197 8.838 547.733 538.659 1,64% 2,59%
Abruzzo 9.896 7.758 2.138 147.624 145.409 1,47% 1,35%
Molise 2.428 2.202 226 36.689 36.451 0,62% -0,10%
Campania 38.168 27.622 10.546 533.520 522.855 2,02% 1,74%
Puglia 26.722 21.925 4.797 391.653 386.758 1,24% 0,59%
Basilicata 3.239 3.073 166 63.025 62.847 0,26% -0,44%
Calabria 14.614 7.900 6.714 181.344 174.609 3,85% 2,26%
Sicilia 30.813 23.464 7.349 468.193 460.711 1,60% 1,45%
Sardegna 11.297 8.221 3.076 170.332 167.214 1,84% 2,28%
Aree geografiche
Nord-ovest 116.341 92.228 24.113 1.578.907 1.553.965 1,55% 1,07%
Nord-est 83.764 70.971 12.793 1.200.462 1.187.018 1,08% 0,63%
Centro 88.228 69.781 18.447 1.226.000  
     
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