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Notiziario Marketpress di
Giovedì 03 Febbraio 2005
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LA COMMISSIONE EUROPEA VARA UNA NUOVA STRATEGIA AMBIZIOSA PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE PER L’UE |
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Bruxelles, 3 febbraio 2005 - La Commissione europea ha presentato ieri una nuova strategia dell'Unione europea per generare più crescita e occupazione. L’obiettivo è rivitalizzare la cosiddetta agenda di Lisbona – che costituisce dal 2000 il programma di riforma economica dell’Ue. Le azioni che propone oggi la Commissione potrebbero incrementare il Pil del 3 per cento entro il 2010 e creare oltre 6 milioni di posti di lavoro. C’è un bisogno impellente di agire con urgenza: a cinque anni dal varo iniziale, la strategia di Lisbona è lungi dal dare i frutti attesi. Per garantire il futuro del modello europeo di sviluppo sostenibile si deve rafforzare la competitività dell’Unione e dinamizzarne l’economia. La Commissione definisce ora un concreto programma d’azione affinché l’Unione e gli Stati membri possano produrre una crescita economica sostenuta e creare più posti di lavoro e di migliore qualità. A tal fine invita gli Stati membri a costruire, al Consiglio europeo di primavera del 22 e 23 marzo, un nuovo partenariato Ue per la crescita e l’occupazione. “L’europa deve fare di meglio”, ha dichiarato il presidente Barroso. “Oggi proponiamo di dare libero sfogo al suo immenso potenziale economico. Cosa necessaria, se vogliamo conservare il modello di società europeo che tanto apprezziamo e che sta anche a fondamento della giustizia sociale e di un mondo di opportunità per tutti. La nostra ambizione è intatta. Nel complesso gli obiettivi di Lisbona erano corretti, ma l’azione volta ad attuarli è stata carente. L’insegnamento di questi ultimi cinque anni è che occorre riorientare l’agenda perché dia risultati. Ritengo che la nuova strategia offra gli strumenti giusti per raggiungere gli obiettivi che ci siamo proposti. Il punto non è produrre dati o fatti su carta, la vera questione è l’impatto che questi hanno sulla vita della gente: come trovare le risorse per l’istruzione, le pensioni, i servizi sociali e la sanità. Nel mettere a punto queste proposte abbiamo fatto scelte difficili e valutazioni rigorose. L’obiettivo è, e resta, lo sviluppo sostenibile. La Commissione prosegue imperterrita nella sua azione per dare impulso al rinnovamento economico.” Il vicepresidente Günter Verheugen ha aggiunto: “Questa volta non possiamo sbagliare, dobbiamo unire le forze e dare ai cittadini quel che più vogliono: lavoro. Il messaggio di oggi è che non esistono soluzioni miracolo. Bisogna rimboccarsi le maniche e con spirito di collaborazione definire il quadro politico necessario per promuovere la crescita e l’occupazione. La Commissione farà la sua parte perché le imprese possano lavorare al meglio.” La Commissione europea ha presentato oggi le sue raccomandazioni strategiche per la revisione intermedia dell’agenda di Lisbona. Essa ritiene che per passare dalle parole agli atti sia necessario imprimere un nuovo impulso e concentrarsi su un minor numero di obiettivi, più raggiungibili. La strategia di Lisbona è stata portata fuori rotta da una combinazione di fattori: le condizioni economiche, il clima di incertezza internazionale, la reazione lenta degli Stati membri e il graduale annebbiarsi della visione politica. Posta di fronte alla sfida di una società che va invecchiando e all’intensificarsi della concorrenza internazionale di paesi a basso costo come l’India e la Cina, l’Europa deve incrementare la produttività e creare maggiore occupazione. La Commissione ha presentato un concreto programma d’azione incentrato sui seguenti obiettivi. Rendere l’Europa più capace di attrarre investimenti e lavoro Completare il mercato interno nei settori che possono offrire guadagni reali in termini di crescita e occupazione e sono di rilevanza immediata per i consumatori (un accordo equilibrato su servizi, professioni regolamentate, energia, appalti pubblici e servizi finanziari, un accordo equilibrato su Reach, il nuovo quadro normativo per le sostanze chimiche, che tenga conto dell’impatto della competitività e dell’innovazione, le Pmi). Garantire mercati aperti e competitivi all’interno e all’esterno dell’Europa: riorientare gli aiuti di Stato verso settori con elevate potenzialità di crescita, creare un contesto economico favorevole alle Pmi, garantire l’accesso a mercati terzi, semplificare la normativa europea e nazionale. Migliorare la normativa europea e nazionale per ridurre gli oneri amministrativi. Ampliare e migliorare le infrastrutture europee. Proseguire gli sforzi sul fronte del brevetto comunitario e verso la definizione di una base imponibile consolidata per le società. Porre la conoscenza e l’innovazione al servizio della crescita Raggiungere l’obiettivo del 3% del Pil per la spesa in R&s. Favorire l’integrazione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Promuovere la costituzione di poli di innovazione che colleghino centri regionali, università e imprese. Promuovere le iniziative tecnologiche europee attraverso partenariati pubblico/privato. Promuovere le ecoinnovazioni energeticamente efficaci e a basso livello di emissioni. Contribuire alla creazione di una forte base industriale europea mobilitando forme di collaborazione fra pubblico e privato. La Commissione propone di creare un Istituto europeo di tecnologia per attrarre i cervelli migliori, le idee e le imprese in Europa. Creare nuovi e migliori posti di lavoro Attrarre un maggior numero di persone nel mercato del lavoro, in particolare con misure dirette a ridurre la disoccupazione giovanile (iniziativa europea a favore della gioventù), e modernizzare i sistemi di protezione sociale. Accrescere la capacità di adeguamento dei lavoratori e delle imprese e la flessibilità dei mercati del lavoro rimuovendo gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori. Aumentare gli investimenti in capitale umano migliorando l’istruzione e le qualifiche attraverso la riforma dei fondi strutturali e del Fondo di coesione dell’Ue. Partenariato: Occupazione, politica macroeconomica e riforme strutturali sono settori nei quali le competenze dell’Unione e degli Stati membri si sovrappongono: per questo è necessario costruire un partenariato. Il programma d’azione distingue chiaramente fra interventi a livello comunitario e interventi a livello nazionale e, forte dell’esperienza del programma per il mercato interno, individua responsabilità, fissa scadenze, misura i progressi. I governi dovrebbero nominare “un signor o una signora Lisbona” che si incarichi della sua attuazione. Semplifica inoltre i meccanismi esecutivi e prevede, dopo un’ampia consultazione, un unico programma nazionale d’azione e un’unica relazione nazionale di attuazione. L’ambizione ha un costo. L’unione sarà in grado di centrare gli obiettivi in materia di investimento e coesione sociale soltanto se gli Stati membri saranno disposti a accordare all'Unione risorse finanziarie adeguate alle sue priorità economiche e sociali fondamentali e agli impegni assunti insieme.
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