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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Febbraio 2005
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GLI SCIENZIATI REDIGONO UN CALENDARIO DEL RISCALDAMENTO MONDIALE |
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Bruxelles, 8 febbraio 2005 - Il 2 febbraio uno scienziato dell'istituto per le ricerche sull'impatto climatico di Potsdam, il più importante istituto del paese per la ricerca sul cambiamento climatico mondiale, ha presentato un calendario dettagliato dei probabili effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta. Nel corso di una conferenza a Exeter, Bill Hare ha indicato i rischi di temperature più elevate per specie, ecosistemi, agricoltura, approvvigionamento idrico e condizioni socioeconomiche. Il calendario di Hare, frutto della sintesi di recenti e vasti studi accademici, indica che gl'impatti del cambiamento climatico dovrebbero aumentare rapidamente con il crescere della temperatura media globale. Secondo Hare, i pericoli per le diverse civiltà sono immense, a causa dei profughi ambientali che attraverseranno le frontiere per mancanza di cibo e acqua. E la cosa è particolarmente vera per i paesi in via di sviluppo, ha aggiunto. Attualmente le temperature mondiali sono circa 0,7° gradi Celsius (C) al di sopra del livello preindustriale. Nei prossimi 25 anni, quando la differenza salirà a 1° C, vari ecosistemi (ad esempio le foreste tropicali montuose del Queensland) cominceranno a risentirne. Un aumento della differenza tra 1 e 2° C farà aumentare incendi e ondate d'insetti nell'area mediterranea. Negli Usa i fiumi potranno diventare troppo caldi per le trote e i salmoni, e nell'Artico l'assottigliamento del ghiaccio minaccerà le popolazioni di orsi polari e trichechi. Un aumento della differenza al di sopra dei 3° C, traguardo previsto per il 2070, produrrà effetti catastrofici, visto che oltre 3,3 miliardi d'individui (la metà della popolazione mondiale) vivono in paesi che dovrebbero subire gravi perdite di raccolti. Molti paesi registreranno sensibili perdite del Pil e i danni ecologici saranno massicci, prevede Hare. La conferenza di due giorni 'Avoiding dangerous climate change' - sollecitata personalmente dal primo ministro britannico Tony Blair, nel quadro del tentativo del Regno Unito di mettere il problema del cambiamento climatico ai primi posti dell'agenda della presidenza inglese del G8 e dell'Ue - intendeva migliorare le conoscenze scientifiche sulle implicazioni a lungo termine del cambiamento climatico, l'importanza degli obiettivi di stabilizzazione e le alternative per arrivarvi. Intendeva inoltre incoraggiare ricerca e dibattito scientifico internazionale sul tema. Http://www.stabilisation2005.com
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