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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Febbraio 2004
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ALLEANZE E STRATEGIE DELLE UTILITIES: DALLA DIMENSIONE LOCALE A QUELLA EUROPEA |
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Milano, 19 febbraio 2004 - Ii processo di concentrazione delle local utilities italiane prosegue con decisione attraverso aggregazioni dominate dalle ex società municipalizzate, dai pochi player nazionali e da utilities internazionali che hanno operato una serie di acquisizioni. E' quanto emerge dall'indagine annuale sulle alleanze nelle utilities frutto della collaborazione tra Accenture ed Agici Finanza d'Impresa. Il Rapporto 2004 - Alleanze e strategie delle utilities: dalla dimensione locale a quella europea - evidenzia come la competizione nel settore utilities abbia assunto un carattere continentale. Anche se, per la maggioranza delle società del settore nel nostro paese, focalizzate sulle questioni locali, il dato non appare sempre in modo chiaro. "Nel 2003 sono stati rilevati 88 nuovi accordi, che si vanno ad aggiungere ai 209 ancora attivi registrati nei 3 anni precedenti." - afferma Alessandro Marangoni, Amministratore Delegato di Agici. "A livello di settore ci sono forti differenze: se nei Trasporti Locali le intese si sono notevolmente ridotte e nelle Telecomunicazioni le operazioni sono legate a processi di ristrutturazione, continua Marangoni - sono invece consistenti le operazioni nel comparto energetico e in leggera crescita sono anche gli accordi nel settore idrico e ambientale" Esaminando la ricerca emergono alcune tendenze rilevanti: forte crescita degli accordi tesi alla integrazione orizzontale e forte calo di quelli volti all'integrazione verticale e alla diversificazione; crescita degli accordi che coinvolgono solo due partner e calo del numero medio dei partecipanti agli accordi (da 3 a 2,5); perdurante assenza di accordi nel Sud Italia; scarsissima rilevanza degli accordi verso l'estero. "In questo ultimo anno abbiamo assistito in Italia ad un significativo cambiamento nella natura degli accordi " - sottolinea Luca Cesari, Partner Accenture, responsabile del settore utilities. "Dopo le prime operazioni che hanno dato vita ad accordi strategici/tattici o al massimo a Joint Venture, assistiamo oggi a vere operazioni di acquisizione e fusione caratterizzate da modelli di governance più stringenti". Dalla ricerca emerge, infatti, che le stesse ex municipalizzate, storicamente restie all'M&a, hanno iniziato ad operare in tale direzione. "E' ancora presto esprimere un giudizio definitivo sul successo delle operazioni ad oggi effettuate in Italia" - aggiunge Claudio Arcudi, Partner Accenture che opera nel settore utilities - "ma appare evidente che uno degli aspetti da non sottovalutare nei M&a è la gestione degli asset intangibili (persone, conoscenze, competenze, brand e immagine,...) che per loro natura richiedono tempi lunghi di integrazione. "Le ex municipalizzate hanno dato vita ad aggregazioni di notevole rilievo. Alcune sembrano procedere in modo efficace, altre non trovano la forza per svilupparsi con decisione" afferma Andrea Gilardoni, docente dell'Università Bocconi. "Perché questi processi abbiano luogo è necessaria la convergenza di alcuni fattori: un valido management, una precisa e determinata volontà politica e il sostegno da parte del sistema finanziario. "E' opinione condivisa - conclude Gilardoni - che in carenza di tale disegno, il sistema dei servizi pubblici italiani potrebbe passare sotto il controllo di multinazionali con ulteriori effetti negativi per l'economia del paese che già ha visto transitare all'estero interi settori industriali".
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