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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Febbraio 2005
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UN INTERVENTO SEMPLICE E GENIALE PUÒ RIDAR VITA AL LAGO TRASIMENO |
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Roma, 9 febbrraio 2005 - Il Trasimeno è il lago più antico d’Italia. La sua origine risale a circa 1 milione e 700 mila anni fa. Questo grande specchio d’acqua, il più esteso dell’Italia peninsulare, è considerato una delle zone umide italiane di maggior interesse a livello internazionale. E’, infatti, un grandissimo lago laminare, presenta cioè una enorme superficie a fronte di un’altezza media molto ridotta: può essere ritenuto un vero e proprio unicum a livello mondiale. La sua rigogliosa vegetazione emersa e sommersa costituisce ancora un ambiente idoneo alla vita di numerose specie ittiche e di una popolazione notevolissima di uccelli acquatici svernanti e di passo. A queste caratteristiche naturali si aggiungono quelle storico-artistiche legate ai caratteristici centri abitati che si specchiano nelle sue acque e ai luoghi di una delle più memorabili battaglie dell’antichità, in cui i Romani furono sgominati da Annibale nel 217 a.C. Eppure questa oasi, costituita a parco regionale, ha perduto ormai da alcuni anni il suo delicato equilibrio: il livello delle acque è calato notevolmente trascinando il lago verso le condizioni di palude e mettendo in seria difficoltà l’economia turistica dell’intero comprensorio. Il Trasimeno non avendo un immissario e un emissario naturali è soggetto nel tempo a significative oscillazioni di livello, in rapporto soprattutto al variare della quantità media delle precipitazioni. Attualmente la sua profondità massima non raggiunge i 5 metri a fronte di una superficie di 120 kmq. Altre fasi di abbassamento di livello sono state conosciute dal lago nel corso dell’Età del Bronzo, in quella Etrusco-romana e nelle fasi centrali del Medioevo. Dopo un prolungato periodo caratterizzato da abbonanti precipitazioni e quindi da notevoli piene (secc.Xv-xix), a seguito della costruzione del nuovo emissario nel 1898 e di mancati o inefficienti interventi di riequilibrio, il lago è sceso nuovamente di livello, con picchi notevoli verso il basso in concomitanza con serie di annate particolarmente secche. Inoltre, con la fine della mezzadria e con la progressiva meccanizzazione dell’agricoltura, è stata ridotta e disarticolata la rete capillare dei canali di scolo, un tempo presente nei terreni privati intorno al lago, e sono aumentati notevolmente i prelievi d’acqua per l’agricoltura sia dal bacino, con la perforazione di pozzi sempre più profondi e numerosi, che direttamente dallo specchio d’acqua. Il bilancio idrologico del lago, considerata anche l’elevata evapo-traspirazione, è andato così in rosso: le perdite sono state superiori agli apporti. A partire dal 1989 il livello del Trasimeno è sceso sotto la soglia del nuovo emissario (m.257,50 s.L.m.) raggiungendo il livello minimo nell’ottobre del 2003 con una misura di -201 cm rispetto alla quota media. Secondo gli esperti, senza interventi correttivi il Trasimeno rischia di non superare indenne l’attuale crisi. Per di più, il lago ha conosciuto negli ultimi anni un aumento notevole della temperatura delle acque nel periodo estivo ed una riduzione della pesca professionale. E’ stata vietata, in alcuni ambiti, la balneazione e lo scorso anno se è avuta una morìa di germani reali. Da alcuni anni sono state riscontrate nell’estate inoltrata anche difficoltà di navigazione per le motonavi che raggiungono le due più grandi isole del lago: la Polvere e la Maggiore. E’ facile comprendere l’impatto negativo che questa situazione crea sul turismo e sull’ecosistema lacustre. Una soluzione di pronto intervento semplice ma di grande efficacia è stata messa a punto dal Prof. Carlo Cattuto, dall’Ing. Oscar Zucchini e da Ermanno Gambini. Secondo questo progetto - che ha incontrato il favore delle autorità locali - per ricondurre in tempi brevi il Trasimeno a caratteristiche lacustri è necessario: procedere alla individuazione e soluzione delle cause endogene della crisi, non utilizzare più per l’irrigazione le acque del Trasimeno sostituendole con quelle provenienti dai bacini di Montedoglio sul fiume Tevere e di Valfabbrica sul fiume Chiascio e ampliare ulteriormente la superficie scolante con acque non molto dissimili da quelle degli attuali affluenti del lago. Questa possibilità è offerta dal contiguo bacino del torrente Caina: il suo collegamento al Trasimeno può essere ottenuto, in modo molto semplice, rapido ed economico, utilizzando il canale a cielo aperto e il cunicolo dell’emissario di S. Savino. Il progetto di massima prevede: la realizzazione di un invaso artificiale, scavato entro i depositi alluvionali rilevati a valle della confluenza tra i corsi d’acqua indicati; l’istallazione, nella stessa area, di una stazione di pompaggio e relativa cabina elettrica; la posa di una tubazione interrata nel fondo dell’alveo dell’emissario; l’esecuzione di un bacino, con chiusa mobile, che consenta lo scorrimento in contropendenza delle acque attraverso la galleria dell’emissario e quindi, per caduta, il deflusso nel lago. Questo studio innovativo presenta straordinari vantaggi nella soluzione della crisi del lago Trasimeno: economicità, i costi (€ 6.400.000,00) sono molto più bassi rispetto a quelli ipotizzati da altre soluzioni; anche i costi di gestione annuale (€ 330.000,00) sono estremamente contenuti; semplicità di esecuzione. Si utilizza un tracciato già esistente di circa 7 km complessivi, con tubazione interrata e modesti espropri; velocità di realizzazione, (8-9 mesi) e quindi risposta a breve termine a un grave problema contingente; basso impatto: la tubazione che trasferisce l’acqua al lago verrà interrata sotto l’alveo dell’esistente emissario; invasività nulla: le sezioni di scorrimento dell’emissario, sia a cielo aperto che in galleria, rimarranno invariate e invariato rimarrà il loro utilizzo; caratteristiche chimico-fisiche: le acque immesse sono molto simili a quelle del lago dal momento che il bacino del torrente Caina è costituito dallo stesso tipo di rocce e che le temperature medie annue sono le stesse del bacino del Trasimeno; utilità del bacino di raccolta delle acque anche per altri usi (irrigazione, prelievo antincendio, ecc.). Consumi limitati di energia elettrica per la stazione di pompaggio; compatibilità del progetto descritto con qualsiasi altra soluzione prospettata e/o progettata e/o ipotizzata dagli Enti preposti. “Il progetto – commentano gli autori dell’intervento proposto - non è alternativo o in concorrenza con quelli da tempo avanzati, ma si propone come intervento di “pronto soccorso” in grado di fornire, in tempi brevi e a costi decisamente contenuti, un congruo apporto idrico al Lago Trasimeno potrebbe configurarsi come “primo stralcio” per la realizzazione del progetto di adduzione delle acque del fiume Chiascio e la sua rapida attuazione ridarebbe fiducia all’economia turistica del lago Trasimeno, molto spesso disorientata dal susseguirsi di progetti poi scartati o mai realizzati.”
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