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Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Febbraio 2005
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VENETO / VILLE VENETE DEL BELLUNESE, IL CATALOGO, CHE LE CENSISCE, SARà PRESENTATO IL 12 FEBBRAIO, A BELLUNO
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Sabato 12 febbraio, alle 10,30, nell’Auditorium della Città di Belluno, verrà presentato “VILLE VENETE: la Provincia di Belluno”, quinto volume dei cataloghi provinciali di tutte le ville venete, collana-censimento realizzata dall’Istituto Regionale per le Ville Venete, pubblicata dallo stesso Istituto e da Marsilio Editore. La presentazione, aperta al pubblico, sarà aperta dai saluti del Sindaco di Belluno, Ermanno De Col, dal Presidente della Provincia, Sergio Reolon, dal Presidente della Fondazione Mazzotti, Marzio Favero, e dal Presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete, Luciano Zerbinati. A illustrare l’opera – si tratta di un volume a grande formato in cui ciascuna villa censita è presentata con una scheda storico-architettonica accompagnata da immagini fotografiche e piante – saranno i coordinatori del volume e della lunga ricerca che ne ha preceduto la pubblicazione: gli architetti Adriano Alpago Novello e Franco Posocco. Nonostante sia caratterizzata da un territorio prevalentemente impervio e montuoso, che poco spazio lascia agli insediamenti umani, la provincia di Belluno conserva in un paesaggio ancora integro circa duecento ville venete, sorte in un intervallo di tempo che copre cinque secoli (XV-XIX) e quasi tutte concentrate nella stretta fascia di territorio che, dai versanti meridionali della catena montuosa delle Alpi, si affaccia sulla Val Belluna e, scendendo alla pianura dove scorre il Piave, interessa poi le pendici del versante opposto del fiume stesso. L’area interessata è quella compresa tra Belluno e Feltre, distinte realtà storico–culturali, che a partire dal 1404, anno della spontanea aggregazione alla Repubblica Veneta, soggiacciono ai medesimi provvedimenti imposti dalla Serenissima, ma che solo sotto il dominio napoleonico acquisiscono un assetto amministrativo unitario. Profondamente condizionato da fattori geografici, storici ed economici, il fenomeno della villa veneta in questo particolare territorio di montagna acquista così contorni unici e peculiari, in cui prende risalto lo strettissimo rapporto tra uomo e natura e conseguentemente tra paesaggio costruito e paesaggio naturale. Va infatti sottolineato che la villa, nella provincia di Belluno, nasce come dimora stabile del suo proprietario, il quale, possedendo del terreno coltivabile, vi risiedeva per poter seguire da vicino e molto spesso di persona quel lavoro che costituiva il suo unico cespite di guadagno. Nei numerosissimi centri frazionali dei diversi comuni della Val Belluna, infatti, ancora oggi è presente l’antica villa, fulcro vitale di piccoli organismi rurali, che emerge nel paesaggio circostante e si pone come punto di riferimento urbanistico e ambientale. Le pubblicazioni finora edite hanno evidenziato una loro caratteristica fondamentale: non si tratta di una pura e semplice raccolta di schede, perchè accanto all’indispensabile scheda vi appare ogni volta un’ampia lettura storico-critica che contestualizza i beni considerati. Nel caso della Provincia di Belluno, infatti, il saggio del professor Franco Posocco (che introduce il volume), inquadra la straordinaria specificità del fenomeno della villa nella pedemontana, rispetto alle tipologie presenti, più note e diffuse nel resto della regione. Il prezioso pensiero del professor Adriano Alpago Novello, inoltre, afferma che bisognerebbe tentare di ricostruire ove possibile quella integrazione tra agricoltura “moderna” e le aree produttive, usando tutti i segni e i caratteri anche apparentemente nascosti, da valorizzare in modo adeguato. La professoressa Anna Paola Zugni-Tauro, infine, evidenzia che parecchie ville versano in condizioni di degrado (sono abbandonate e aspettano qualcuno che le ami, le adotti e le riscatti), molte godono di ottima salute grazie all’impegno e all’affetto dei proprietari, in massima parte privati, ai quali va un grato riconoscimento e ai quali andrebbero rivolti più adeguate attenzioni da tradurre in incentivi, soprattutto fiscali, poiché essi stanno salvando, anche per noi, una risorsa insostituibile per tutto l’ambiente.
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