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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Ottobre 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  VINUM LOCI, VITE E RURALIA LE TRE RASSEGNE PER LA PRIMA VOLTA PRESENTATE IN MANIERA UNITARIA CHIUSE CON SUCCESSO A GORIZIA  
   
  Dal convegno sui vitigni autoctoni: rafforzare il legame con il territorio Ribolla Gialla, Malvasia, Chianti Classico, Lambrusco di Sorbara, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sagrantino di Montefalco. Sono solo alcune delle oltre 200 etichette proposte in degustazione nel corso della 4° rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si è conclusa a Gorizia insieme al 7° Salone delle specialità agroalimentari Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità “Ruralia” e all’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Migliaia di visitatori si sono recati nei padiglioni della fiera del capoluogo isontino per visitare le tre rassegne, organizzate con la partnership di Banca Popolare Friuladria e inserite per la prima volta in un unico evento fieristico. L’importante calendario di incontri convegnistici è stato inaugurato dalla tavola rotonda “Il vino autoctono come medium del territorio”, moderata dal giornalista Davide Paolini ed organizzata dal Comitato Nazionale Vinum Loci, nato lo scorso anno proprio a Gorizia per promuovere e tutelare i vitigni antichi e autoctoni italiani. “Sono soddisfatto della rete di rapporti creatasi attorno al Comitato – ha sottolineato il direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Maurizio Tripani – che ha permesso alla nostra città, geograficamente decentrata, di assumere un ruolo centrale nel settore del vino. Attraverso gli autoctoni, che sono un patrimonio da difendere, si può comunicare il territorio, per valorizzarlo e farlo conoscere”. Di grande interesse la presenza di Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico di Vinum Loci e docente ordinario di viticoltura dell'Università degli studi di Milano, che ha presentato una relazione dei lavori e delle ricerche svolte negli ultimi due anni dal comitato scientifico, rese possibile anche grazie all’emanazione di borse di studio da parte della Banca Popolare Friuladria che è partner del Comitato. Massimizzare la diversità genetica intervarietale e intravarietale: questa la mission da raggiungere secondo Scienza con l’esplorazione, valutazione, descrizione, recupero, conservazione, caratterizzazione agronomica, valorizzazione commerciale e, soprattutto, la protezione legislativa dei vitigni autoctoni. “In Italia esistono 116 varietà e 84 ceppi che raggruppano varietà note e non – ha sottolineato -. E’ stato creato anche il dizionario dei vitigni antichi minori italiani, in cui ne vengono descritti 160: l’obiettivo è quello di polarizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla varietà della nostra vinicoltura, affinchè questi vitigni, molti dei quali a rischio di erosione genetica, non vadano perduti”. Attraverso azioni di natura legislativa e legale bisogna difendere l’identità ed evitare la massificazione dei vitigni, spesso soggetti a sinonimie. “Talvolta è difficile risalire all’età dei vitigni – ha sottolineato Scienza -, l’unico modo per distinguerli tra loro è conoscere il luogo in cui sono cresciuti. Il vitigno autoctono deve rimanere nel luogo dove è nato e il paese d’origine deve imparare a valorizzarlo, perché comunicando il vino si comunica anche il territorio”. Davide Paolini ha poi evidenziato che “mentre quattro anni fa, alla nascita di Vinum Loci, gli interessati erano pochi, oggi sembra quasi che il vino autoctono sia diventato una “moda”: questo non deve succedere perché rischierebbe la massificazione. Il vitigno autoctono è importante per il territorio come per i produttori: deve diventare un bene culturale, viste anche le quantità minime e la poca notorietà dei vini che se ne ricavano”. Tra i presenti al convegno sono intervenuti Oscar Bielli, assessore all’agricoltura della Provincia di Asti, Andrea Cecchi (Casa Vinicola Luigi Cecchi-castellina in Chianti), Angelo Cesarò (azienda agricola Gurrida-giarre), Francesco Iacono (azienda agricola Fratelli Muratori-giardini Arimei, Ischia), Riccardo Isetti (Ca’ Vittoria - Conegliano Veneto), Walter Massa (Vigneti Massa–monleale), l’amministratore delegato di Agrapromo Fvg Bepi Pucciarelli, Adriano Gigante presidente di Federdoc Fvg, il sindaco di Montefalco Valentino Valentini, Salvatore Vullo dell’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino che ha sottolineato come “la cultura dei vini autoctoni crescerà ancora: non li troveremo sui mercati internazionali, ma sulle tavole di quei territori in cui sono nati e cresciuti”. Tra le iniziative del padiglione “Vinum Loci”, tutto esaurito nello stand del Vigneto Chiamato Friuli (dove si trovavano riuniti i vini dei 9 Consorzi tutela doc e docg del Friuli Venezia Giulia) che ha proposto degustazioni guidate di vini autoctoni regionali con il coordinamento della Federdoc Fvg. Molti anche i visitatori nel padiglione dell’11° Salone biennale della barbatella “Vite” che, oltre al Salone delle selezioni clonali microvinificate, ha offerto un’ampia panoramica della filiera vigneto-cantina per i tecnici di settore e ha organizzato il convegno “Il vivaismo viticolo come osservatorio dello sviluppo della futura viticoltura”, coordinato da Antonio Calò dell’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto.  
     
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