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Notiziario Marketpress di
Giovedì 28 Ottobre 2004
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Web alimentazione e benessere |
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QUALITÀ E UN’UNICA CERTIFICAZIONE PER LO SVILUPPO DEL COMMERCIO SOSTENIBILE NELLA FILIERA DEL CAFFÈ |
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La qualità a garanzia dello sviluppo sostenibile e la necessità di regolamentare il commercio sostenibile attraverso la messa a punto di un’unica certificazione internazionale, riconoscibile da produttori e consumatori. Questo è quanto emerso dalla tavola rotonda “Promuovere la sostenibilità nella filiera del caffè” organizzata da Fairtrade – Transfair Italia e illycaffè in occasione del Sial (Salone Internazionale dell’Alimentazione) in corso in questi giorni a Parigi. Il commercio sostenibile nasce dalla qualità e dalla conoscenza Secondo Andrea Illy “il caffè é un prodotto che si consuma principalmente per piacere. Il prezzo quindi non é il primo elemento che determina l’acquisto. Il consumatore privilegia la qualità”. Per illycaffè la qualità deve essere ricercata fin dall’origine della filiera, sulla pianta, e deve poi essere mantenuta e valorizzata. I produttori devono quindi essere messi nelle condizioni di produrre caffè di qualità ottimale; per far ciò illy riconosce a loro un prezzo sostenibile superiore al prezzo di mercato che garantisce un margine di profitto, oltre al trasferimento della conoscenza. E’ in questa fase che lo sviluppo sostenibile dimostra tutto il suo potenziale, in particolare da quando il mercato del caffè é stato duramente colpito dalla caduta dei prezzi, peggiorando la situazione dei produttori. Ahmed Legesse, produttore di caffè in Etiopia, ha insistito sull’importanza, per le economie dei Paesi in via di sviluppo, di garantire una relazione sostenibile con i coltivatori di caffè; in questo modo si può evitare che abbandonino le loro coltivazioni o optino per altre colture d’esportazione. In Etiopia, grazie ai progetti portati avanti da illycaffè, oltre 150 000 coltivatori hanno già beneficiato di un incremento della qualità della vita locale. Paolo Pastore, coordinatore di Transfair-fairtrade Italia, ha aggiunto “Il commercio equo e solidale o sostenibile non é carità. L’obiettivo é quello di migliorare l’economia dei Paesi in via di sviluppo, pagando un prezzo ‘giusto’ ai produttori e chiedendo un prezzo ‘giusto’ ai consumatori, possibile solo se c’è qualità, piuttosto che concentrarsi sugli aiuti”. Questo è l’approccio che, nel lungo termine, può ‘fare la differenza’ nel sistema Nord-sud del mondo. “Il rispetto dell’ambiente, le condizioni sociali – come il rispetto delle leggi che regolano il lavoro, l’accesso all’educazione e all’assistenza sanitaria per citarne alcune - e l’equilibrio economico fanno dello sviluppo sostenibile una realtà”, ha sottolineato Pablo Dubois, Direttore delle Operazioni dell’International Coffee Organization. La strategia di illycaffè si basa sulla fiducia e sulle relazioni dirette con i produttori Per incentivare i produttori di caffè a migliorare la qualità della loro produzione, Andrea Illy riassume la strategia di illycaffè in quattro tappe: Selezionare e motivare i produttori. In questo quadro illy ha creato un sistema di premi per incoraggiare la ricerca e la produzione di caffè di qualità in Brasile, India, Colombia e Guatemala. Trasferire il proprio know-how ai coltivatori - avvalendosi della collaborazione di agronomi e di tecnici - e sviluppare dei progetti di ricerca in comune. In Brasile illycaffè ha anche creato l’Università del Caffè. Premiare i coltivatori per la produzione di caffè di qualità superiore – qualità ottenuta applicando le conoscenze acquisite. Stimolare il consumo del caffè attraverso la promozione della cultura della qualità presso i consumatori. Solamente le relazioni durature possono garantire l’eccellenza dei raccolti, l’aumento del loro valore e, di conseguenza, la crescita degli imprenditori locali. Per una comprensione migliore da parte dei consumatori. Samuel Ribeiro Giordano, professore all’Università di San Paolo, Brasile, ha ribadito che la moltiplicazione dei marchi di certificazione può generare confusione sia tra i consumatori che tra i produttori, e ciò non giova allo sviluppo del commercio sostenibile. I produttori di caffè dovrebbero attenersi a criteri comuni e riconosciuti da un’istituzione pubblica. I consumatori hanno, dal canto loro, bisogno di capire l’intero processo e i benefici che ne derivano. Per pagare un prezzo superiore a quello di mercato hanno diritto alla trasparenza. Su quest’ultimo punto, Véronique Discours-buhot, Direttore per lo sviluppo sostenibile di Carrefour, ha aggiunto: “Lo sviluppo del commercio sostenibile dipenderà dalla capacità della grande distribuzione di mettere i prodotti equo e solidali sugli scaffali dei supermercati e di proporli a prezzi interessanti”. Pablo Dubois ha ricordato che l’International Coffee Organization ha definito delle norme minime sulla qualità. “Si tratta di un sistema ad adesione volontaria, a cui hanno già risposto positivamente 26 Paesi produttori che a questo scopo hanno modificato la loro legislazione”. Paolo Pastore ha spiegato che, in una politica di partnership con le istituzioni europee, “Fairtrade supporta i coltivatori nel proporre prodotti che possono essere commercializzati con un reale valore aggiunto”. Un primo esperimento in Francia. In Francia Afnor (Agence Française de Normalisation), in collaborazione con il Ministère de l’Ecologie et du Développement Durable e in accordo con associazioni dei consumatori, industriali, rappresentanti di Ong e istituzioni, ha definito quelli che potrebbero essere i criteri per una regolamentazione del commercio sostenibile. È un progetto nazionale francese in via sperimentale. Andrea Illy ha proposto di lanciare un progetto pilota per sperimentare questo approccio adattandolo specificatamente al mercato del caffè.
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