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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Febbraio 2004
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LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN NUOVO PARTENARIATO PER LA COESIONE NELL'UNIONE AMPLIATA |
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Bruxelles, 19 febbraio 2004 - La Commissione europea ha presentato in data odierna la terza relazione sulla coesione economica e sociale[1], che contiene la sua visione per la politica di coesione in un'Unione ampliata per il periodo 2007-2013. Le proposte seguono quelle della settimana scorsa sul bilancio futuro dell'Unione, che comprendevano un pacchetto di 336 miliardi di € per la politica di coesione. La relazione contiene raccomandazioni concrete sul modo in cui dovrebbero essere usate tali risorse al fine di ridurre il divario economico tra gli Stati membri e le regioni e ottenere una crescita più rapida e uno sviluppo più sostenibile. La relazione avvierà le discussioni all'interno e all'esterno delle istituzioni europee sul futuro di questo importante settore politico. Presentando la relazione, Michel Barnier, commissario responsabile della politica regionale e della riforma istituzionale, ha affermato: “L'unione dovrà prossimamente affrontare molte sfide: la nascita di nuove tecnologie, l'accelerazione dei mutamenti economici, l'immigrazione nelle nostre città di persone provenienti dall'esterno dell'Unione. Oltre a ciò, negli ultimi anni il nostro rendimento economico è vacillato. L'europa deve pertanto affrontare la situazione. Occorre far partecipare tutte le regioni e la popolazione alla creazione di ricchezza. È proprio questo lo scopo della presente proposta: ridurre il divario per ottenere una crescita più rapida, dato che la crescita e la coesione sono due facce della stessa medaglia". Ha poi aggiunto: “Stiamo per giungere a un momento storico nello sviluppo dell'Unione europea, con la riunificazione del continente, la quale provocherà però un grande aumento del divario tra ricchi e poveri. Aiutare le regioni più povere sarà la principale priorità della prossima generazione di programmi di aiuto europei. Sebbene gran parte delle regioni più povere si trovino nei nuovi Stati membri, dovremo comunque continuare ad aiutare le regioni dei Quindici laddove il processo di recupero è incompleto nonché molte altre aree urbane e industriali in declino o quelle che presentano svantaggi naturali persistenti, in cui continuano ad esistere gravi problemi economici e sociali." In seguito alla proposta della Commissione per il bilancio 2007-2013[2] e al fine di preparare il terreno per una proposta di un nuovo quadro normativo per i Fondi strutturali da presentare quest'anno, la terza relazione sulla coesione economica e sociale contiene i dati di base e un nuovo progetto politico per una politica di coesione riformata nell'Ue ampliata. La relazione si divide in quattro parti: 1. Coesione, competitività, occupazione e crescita – situazione e tendenze: dall'analisi risulta che le disparità di reddito e occupazione nell'intera Unione europea si sono ridotte nell'ultimo decennio, in particolare a partire dalla metà degli anni '90. Permangono però ancora grandi deficit da recuperare tra i meno abbienti e il resto della popolazione, per i quali sarà necessario uno sforzo a lungo termine. 2. Impatto delle politiche degli Stati membri sulla coesione: la spesa pubblica negli Stati membri è in media del 47% del Pil, cifra di molto superiore al bilancio dell'Unione, che è di poco più dell’1% del Pil dell’Ue, di cui poco meno della metà è destinato alla politica di coesione. Gli Stati membri hanno una grande responsabilità nel fornire servizi di base e complemento di reddito. Nonostante l’entità relativamente ridotta rispetto alle risorse pubbliche nazionali, la politica di coesione dell'Ue svolge un ruolo essenziale nel tener conto delle disparità in quanto si concentra sugli investimenti e sulle regioni meno sviluppate. 3. Impatto delle politiche comunitarie: competitività e coesione. Le varie politiche comunitarie - ambiente, mercato interno, agricoltura, concorrenza e aiuti di Stato - hanno il potenziale per aumentare l'efficacia della politica di coesione, per esempio tenendo esplicitamente conto delle circostanze economiche, sociali e territoriali. La relazione mostra che ciò avviene sempre di più, come dimostrano il peso crescente dato allo sviluppo rurale nella Pac, la crescente importanza data alla fornitura di servizi d'interesse generale nella politica in materia di reti, ecc. "La relazione odierna evidenzia altresì il ruolo essenziale che dovrà avere la coesione nel prossimo periodo nella politica di sviluppo rurale rinnovata e semplificata", ha affermato Franz Fischler, commissario per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca. 4. Impatto e valore aggiunto delle politiche strutturali: i programmi europei hanno contribuito direttamente a promuovere la convergenza regionale e l'occupazione. Per esempio, nel periodo 2000-2006, tali politiche aumentano di circa il 3% il capitale sociale in Spagna, fino al 9% in Grecia e Portogallo, del 7% nel Mezzogiorno italiano e del 4% nei Länder tedeschi orientali. Ne risulta una notevole riduzione del divario in settori chiave come i trasporti in cui, per esempio, la copertura della rete autostradale negli Stati membri più poveri dei Quindici ora supera leggermente quella del resto dell'Unione. Conclusioni e proposte La Commissione propone una nuova architettura per la politica di coesione dell'Ue, organizzata in base a tre priorità principali: - Convergenza: sostenere l’aumento della creazione di posti di lavoro negli Stati membri e nelle regioni meno sviluppati. Anzitutto, questo obiettivo riguarderebbe le regioni che hanno un Pil pro capite inferiore al 75% della media comunitaria[3]. Contemporaneamente, viene proposto sostegno temporaneo alle regioni in cui il Pil pro capite sarebbe stato inferiore al 75% della media comunitaria dell’Ue a 15 (il cosiddetto "effetto statistico"). Modernizzare e diversificare la struttura economica, estendere e migliorare le infrastrutture di base, proteggere l'ambiente, potenziare la capacità amministrativa, migliorare la qualità delle istituzioni del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione e formazione e aumentare il capitale umano saranno i principali temi del cofinanziamento dei programmi nazionali e regionali. Inoltre, gli Stati membri il cui prodotto nazionale lordo è inferiore al 90% della media comunitaria[4] potranno beneficiare del Fondo di coesione, il quale continuerà a finanziare i programmi in materia di trasporto e ambiente. - Competitività regionale e occupazione: anticipare e promuovere il cambiamento. L'obiettivo chiave della politica di coesione all'esterno degli Stati membri e delle regioni meno favoriti sarà duplice: anzitutto, attraverso programmi regionali, la politica di coesione aiuterebbe le regioni e le autorità regionali ad anticipare e promuovere i mutamenti economici nelle aree industriali, urbane e rurali potenziandone la competitività e l'attrattiva, tenendo conto delle disparità economiche, sociali e territoriali esistenti. In secondo luogo, attraverso programmi nazionali, la politica di coesione aiuterebbe la popolazione ad anticipare e ad adattarsi ai cambiamenti economici, conformemente alle priorità politiche della strategia europea per l'occupazione (Seo), sostenendo politiche che si prefiggono la piena occupazione, il miglioramento della qualità e della produttività del lavoro e l'inclusione sociale. “Ciò consentirà di applicare la strategia per l'occupazione sul terreno, il che è essenziale se l'Unione vuole mantenere l'aumento dell'occupazione, la qualità e la produttività del lavoro, la coesione sociale e le pari opportunità”, ha affermato Anna Diamantopoulou, commissaria per l'occupazione e gli affari sociali. - Cooperazione territoriale ed europea: promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell'Unione. Utilizzando l'esperienza dell'iniziativa Interreg[5], la relazione raccomanda di proseguire l'attività per promuovere un'integrazione armoniosa ed equilibrata del territorio dell'Unione sostenendo la cooperazione a livello transfrontaliero e transnazionale. In linea di massima, la cooperazione transfrontaliera riguarderebbe tutte le regioni lungo i confini esterni e interni, sia terrestri che marittimi[6]. L'obiettivo chiave è fornire soluzioni congiunte ai problemi comuni tra autorità vicine, come per esempio lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo di relazioni economiche e la creazione di reti di piccole e medie imprese. Saranno mantenuti i principi essenziali del sistema relativo all’attuazione della politica di coesione, come per esempio la pianificazione strategica, la gestione decentrata, il monitoraggio e la valutazione sistematici. La relazione propone importanti modifiche, fra cui un dialogo rinnovato con il Consiglio per contribuire a garantire che la politica di coesione sia adeguata alle priorità definite dai programmi di lavoro di Lisbona e Göteborg. Ogni anno le istituzioni europee esamineranno i progressi in materia di priorità strategiche e i risultati ottenuti sulla base di una relazione della Commissione che sintetizzerà le relazioni di avanzamento degli Stati membri. Per quanto riguarda le risorse finanziarie per il periodo 2007-2013, si propone di assegnare 336,3 miliardi di €, pari allo 0,41% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell'Unione a sostegno della coesione (0,46% prima dei trasferimenti agli strumenti per lo sviluppo rurale e la pesca). In base alle stime attuali, circa il 78% di tale importo andrebbe alla priorità "convergenza", circa il 18% alla "competitività regionale e occupazione" e circa il 4% alla "coesione territoriale europea". Antecedenti La solidarietà fra i popoli dell'Unione europea, i progressi economici e sociali e il rafforzamento della coesione fanno parte degli obiettivi globali della Comunità di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite, come risulta dal trattato che istituisce le Comunità europee. Gli strumenti di solidarietà, i Fondi strutturali e il Fondo di coesione costituiscono circa un terzo del bilancio dell'Ue (circa 36 miliardi di € nel 2004). Le risorse vengono fornite mediante programmi di sviluppo pluriennali, gestiti congiuntamente dagli Stati membri, dalle regioni e dalla Commissione. La prima relazione sulla coesione è stata pubblicata nel 1996 e ha gettato le basi per “Agenda 2000”, il quadro politico e finanziario dell'Ue per il periodo 2000-2006. La seconda relazione, del 2001, ha avviato il dibattito sulla politica di coesione dopo l'allargamento, culminato nelle presenti proposte sulla terza relazione. Testo completo della relazione (quando sarà disponibile): http://europa.Eu.int/comm/regional_policy/sources/cohesion3_en.htm Infolink: http://europa.Eu.int/comm/regional_policy/index_it.htm
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