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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Novembre 2004
 
   
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  APPROVATI IL NUOVO PIANO STRATEGICO E IL PIANO TRIENNALE DEL BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA CRESCE IL RISULTATO CONSOLIDATO AL 3°TRIMESTRE 2004 NEI PRIMI NOVE MESI L’UTILE DELLE ATTIVITÀ ORDINARIE È SALITO DELL’11% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2003  
   
  Verona, 3 novembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Piano Strategico del Gruppo Banco Popolare: il piano si pone l’obiettivo di rafforzare il ruolo di banca radicata sul territorio in coerenza con la profonda evoluzione demografica e le modifiche attese nel settore produttivo per il prossimo decennio. Il Consiglio di Amministrazione ha quindi anche approvato il Piano Triennale 2005-2007 e le risultanze dei primi nove mesi del 2004. Il Piano Strategico si basa su uno scenario di riferimento di lungo termine per l’Italia caratterizzato da una crescita economica contenuta – nell’ordine dell’1,5% medio annuo ed inferiore a quella delle maggiori economie sviluppate – e da una dinamica demografica che porta ad una netta contrazione della popolazione attiva - a causa della combinazione di tre fattori: basso tasso di natalità, allungamento della vita media e contenuto coefficiente di immigrazione. A questi fenomeni “macro” si assocerà la necessità di profondi cambiamenti strutturali per le piccole e medie imprese che consentano di affrontare la concorrenza internazionale e, più in particolare, quella dei paesi emergenti: i cambiamenti riguarderanno sia le dinamiche dimensionali che quelle settoriali. Infine le banche dovranno fronteggiare una costante pressione verso il basso dei propri margini su tutti i settori maturi di intermediazione. Tali tendenze di fondo portano a modifiche importanti tanto del mercato delle famiglie che di quello delle imprese e rappresentano segnali di attenzione per tutti gli operatori del territorio e, in particolare, per le banche. Esistono però importanti opportunità di crescita dell’attività di intermediazione finanziaria. In primo luogo la progressiva riduzione del divario rispetto all’Europa del livello di indebitamento delle famiglie, mutui e credito al consumo (la cui penetrazione in Italia è del 50% inferiore alla media europea); in seconda battuta l’aumento della domanda di prodotti previdenziali, già avviata dalla recente riforma ma che dovrà accentuarsi ulteriormente a causa del trend demografico di medio termine. Più in generale si assisterà a una crescita significativa della domanda di prodotti e servizi finanziari da parte di alcune fasce di clienti il cui peso sociale o la cui dimensione sono destinati a crescere: la clientela femminile, la clientela di terza età, la popolazione immigrata, le aziende che riusciranno a vincere la sfida della internazionalizzazione. Il Gruppo ha approvato una serie di piani di azione che consentono di accelerare la penetrazione in questi segmenti in forte crescita. I piani prevedono interventi organizzativi, commerciali e sulle risorse umane. Ne uscirà rafforzata ulteriormente l’identità di banca al servizio diretto dei territori di presenza e delle economie locali, capace di eccellere nell’innovazione, nella qualità del servizio e nella soddisfazione del cliente. Questo intervento strutturale sulle fasce di clientela emergenti, consentirà un aumento del risultato della gestione a regime di quasi 300 milioni pari a una crescita media annua superiore dell’1% a quella media prevista per il complesso delle attività di intermediazione e, quindi, per il Sistema (+5% contro 4%). Ai piani di azione sui ricavi si affianca una strategia di riduzione strutturale dei costi tramite una gamma articolata di iniziative organizzative ed informatiche che vogliono rendere strutturalmente più semplice e snella l’operatività del Gruppo. Le manovre comprendono la riduzione dei costi di struttura e di locazione, una standardizzazione dei layout, una nuova piattaforma prodotti, l’introduzione di strumenti ”intelligenti” di supporto alla vendita, l’esternalizzazione delle attività non critiche, la modularità e semplificazione dei supporti applicativi e l’ulteriore accentramento delle funzioni di staff. Tale intervento consente di ridurre a regime i costi di 200 milioni di Euro pari allo 0,40% del rapporto tra costi e totale attivo (dal 2,8% al 2,4%), permettendo quindi di contenere l’aumento dei costi di lungo termine al 3% (contro il 3,5% stimato medio in assenza di interventi straordinari per il Gruppo e per il Sistema più in generale) Ne deriva un Gruppo più snello ed efficiente sui costi, ben radicato sul territorio, focalizzato sui settori in crescita e ben equilibrato tra attività di intermediazione di breve e medio-lungo termine (il peso del medio-lungo termine sul totale degli impieghi destinato a salire dal 27% al 50%). Ciò sia nell’ottica di rafforzare l’attività delle piccole e medie imprese accompagnandole con il credito a medio e lungo termine, sia nell’ottica di assistere le famiglie nell’acquisto della casa. La crescita dei ricavi, di 2 punti superiore a quella dei costi, consente di raggiungere e mantenere un rapporto tra costi e ricavi del 50%. Nell’orizzonte più di breve termine del Piano Triennale (2005-2007) il Gruppo potrà beneficiare della ripresa dell’economia prevista nel triennio e del progressivo riallineamento della produttività della Banca Popolare di Novara (Bpn) alla media del Gruppo. La ripresa del ciclo dovrebbe infatti essere accompagnata da un rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea dal 2% attuale al 2,8% circa di fine 2007. Il rialzo avrebbe un impatto positivo sia sullo spread della raccolta sia sul rendimento del patrimonio libero. Il progressivo riallineamento della produttività in Bpn (prevista la chiusura del 50% del gap di penetrazione delle masse intermediate per sportello per fine 2007) consentirebbe invece un aumento medio dei prestiti alla clientela dell’8% (di oltre il 2% superiore a quello del sistema). Ne deriva un aumento medio dei ricavi nel triennio di oltre il 7%. I costi dovrebbero invece crescere del 3% medio in quanto le residue sinergie da costo del piano di integrazione tra Verona e Novara consentiranno di assorbire circa 100 milioni di nuovi investimenti necessari per avviare le azioni di lungo termine del piano strategico. Il risultato di gestione darebbe quindi luogo ad una crescita media annua per quasi il 13%. Conto Economico Consolidato a settembre 2004 Il risultato della gestione realizzato nei primi nove mesi è risultato pari a 678 milioni, in crescita del 7% rispetto ai 634 milioni rappresentanti il dato reso omogeneo del corrispondente periodo dell’esercizio precedente (∗) grazie alla crescita di 16 milioni del margine di intermediazione ed al calo di 27 milioni dei costi operativi. Il margine di intermediazione è risultato pari a 1.677 milioni evidenziando una crescita dell’1,0% rispetto ai 1.660 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. L’incremento registrato deriva da una crescita del margine dei servizi (+30 milioni) e dei dividendi (+31 milioni) che compensano la flessione del margine di interesse (-45 milioni). Il terzo trimestre segna comunque una inversione di tendenza ∗ Per omogeneità, nonostante il limitato ammontare, i dati 2003 del credito d’imposta sui dividendi incassati - ammontante a 5 milioni – sono stati riclassificati riposizionandoli dalla voce dividendi alla voce imposte sul reddito di esercizio. Del margine di interesse: dopo il calo dello scorso trimestre, il margine di interesse è in crescita del 2,4% rispetto al secondo trimestre. I costi operativi beneficiando dei risparmi previsti dal piano di integrazione sono risultati complessivamente pari a 998 milioni ed evidenziano un calo del 2,7% rispetto ai 1.026 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. In maggior dettaglio i costi del personale (621 milioni) sono rimasti sostanzialmente stabili, le spese amministrative (290 milioni) sono scese del 6% e gli ammortamenti (86 milioni) sono in calo di oltre il 10%. Il cost-income ratio (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) è conseguentemente migliorato passando dal 61,8% del 30 settembre 2003 al 59,5% del 30 settembre 2004. L’utile delle attività ordinarie, dopo 39 milioni di rettifiche su avviamenti, 15 milioni di accantonamenti per rischi ed oneri, 92 milioni di rettifiche nette su crediti e 2 milioni di rettifiche nette su immobilizzazioni finanziarie, è pari a 530 milioni, in crescita del 10,6% rispetto a settembre 2003. Le rettifiche di valore sugli avviamenti beneficiano a partire da luglio del completamento dell’ammortamento del Banco S. Geminiano e S. Prospero evidenziando un calo di 8 milioni rispetto al corrispondente periodo 2003. L’utile lordo è pari a 527 milioni e non può essere confrontato con quello di settembre 2003 (414 milioni) perché l’esercizio precedente presentava oneri straordinari pari a 64 milioni relativi al ricorso al Fondo Solidarietà. L’utile netto, dopo 216 milioni di imposte e 12 milioni di pertinenza di terzi, risulta pari a 299 milioni e non è confrontabile con i 213 milioni del settembre 2003 per le ragioni sopra esposte. Escludendo le componenti straordinarie dai risultati dei due esercizi, l’utile netto “ordinario” su basi omogenee risulta in crescita del 18% . Il Roe annualizzato contabile è del 12,1% (9,1% nel 2003) mentre quello rettificato dall’effetto degli avviamenti è del 14,5%. Dati patrimoniali consolidati a settembre 2004 La raccolta diretta è di 36,8 miliardi (+4% rispetto l’anno precedente), la raccolta indiretta di 65 miliardi (+13% di cui +3% quella gestita che è salita a 30 miliardi). La raccolta totale è quindi pari a 102 miliardi in crescita del 10% sull’anno precedente e del 6% da inizio 2004. Gli impieghi lordi ammontano a 35 miliardi, in crescita del 6% sia da settembre 2003 che da inizio 2004. Si conferma il miglioramento della qualità del credito: il rapporto tra sofferenze nette ed impieghi è al 2,7% (dal 3% di settembre 2003 e di fine anno). Quello tra incagli netti ed impieghi è sceso sotto il 2% (dal 2,1% dell’anno precedente e dal 2,2% di inizio 2004). Il patrimonio netto, comprensivo dell’utile di periodo, è di 3,6 miliardi (+7,7%).  
     
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