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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Novembre 2004
 
   
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  FEDERCHIMICA PRESENTA IL X RAPPORTO RESPONSIBLE CARE. DIANA BRACCO: "ORA L’INDUSTRIA CHIMICA CHIEDE ATTENZIONE DA PARTE DELLE ISTITUZIONI: SERVE UN CONSIGLIO PER LA COMPETITIVITÀ."  
   
  Milano, 4 novembre 2004 - Diana Bracco, Presidente di Federchimica, ha presentato a Milano il X Rapporto Responsible Care, contenente i risultati del più importante programma volontario privato di prevenzione e miglioramento continuo per la salute dei lavoratori, la sicurezza industriale e la tutela ambientale. Le performance delle imprese aderenti a Responsible Care sono state molto significative. Anzitutto, l’investimento a favore di Sicurezza, Salute e Ambiente è stato pari al 2,7% del fatturato, per un totale di 628,5 milioni di euro nel 2003. Se si considera tutta l’industria chimica, la spesa sale a 734,7 milioni di euro: un dato estremamente significativo se si tiene conto della congiuntura sfavorevole che il settore si è trovato ad affrontare nel triennio 2000 – 2003. Il comparto conferma e migliora le eccellenti prestazioni sul fronte della Sicurezza dei dipendenti: l’Indice di Frequenza degli Infortuni delle Imprese aderenti al Programma (calcolato come N° di Infortuni per Milione di Ore Lavorate) è stato nel 2003 di 10,1, in calo del 7,3% rispetto al 2002. La Salute dei Dipendenti rappresenta un’altra area prioritaria di intervento per le Imprese che aderiscono al Programma Responsible Care. L’indice che esprime le Malattie Professionali per Milione di Ore lavorate evidenzia come la chimica sia uno dei settori più salubri fra i manifatturieri. Le Imprese aderenti al Programma Responsible Care hanno inoltre notevolmente ridotto le emissioni in acqua e aria nel corso del 2003: le riduzioni ottenute sono significative perché, nonostante il calo dell’Attività Produttiva (-2,6% tra il 2002 ed il 2003), è continuato lo sviluppo e l’innovazione di processi produttivi che hanno permesso di migliorare le performance ambientali. Complessivamente, in poco più di 10 anni le emissioni in acqua, aria e terra si sono ridotte del 70%. Le Imprese aderenti a Responsible Care confermano, anche nel 2003, una particolare attenzione nella gestione delle risorse. Esse, infatti, nel 2003, hanno ridotto i consumi energetici del 8,1% rispetto al 1990, utilizzando per la produzione di energia termica un mix di combustibili composto per ben il 51,4% da metano (per il quale le emissioni di Anidride Carbonica da combustione sono inferiori a quelle da olio combustibile e carbone). Inoltre, le Imprese aderenti a Responsible Care hanno ridotto le emissioni di Co2 del 9,8% tra 2002 e 2003 e del 25,7% rispetto al 1990. Con un intelligente approccio proattivo, il settore ha ampiamente superato gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. "La ricchezza dei temi trattati, ma anche i risultati conseguiti, rendono la presentazione del X Rapporto Responsible Care un fatto che non può essere considerato sotto il profilo contabile o sotto quello di un adempimento burocratico" ha dichiarato Diana Bracco, Presidente di Federchimica. "Oggi l’ambiente e la responsabilità sociale" ha aggiunto Diana Bracco "sono parti integranti della nostra attività gestionale di ogni giorno. Le imprese chimiche ormai procedono in un’ottica di sviluppo sostenibile, che significa conciliare l’attenzione all’ambiente con una continua spinta verso la crescita". "Devo sottolineare, tuttavia – ha proseguito Diana Bracco - che il nostro impegno non garantisce alla chimica il riconoscimento del suo ruolo nello sviluppo industriale del Paese. Chi fa impresa si trova continuamente ad affrontare vincoli che appesantiscono la nostra attività quotidiana, limitando pesantemente la nostra competitività: parlo della ricerca e dell’innovazione, della modernizzazione infrastrutturale, della semplificazione normativa e burocratica. Basti pensare che il costo annuo della burocrazia per la chimica in Italia ammonta a 1.000 milioni di euro, una cifra doppia rispetto a quella che devono sostenere i nostri concorrenti europei. Per questo motivo ho proposto di costituire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Consiglio della Competitività. Questo Consiglio, ispirandosi anche ad esperienze di altri Paesi, dovrebbe misurare l’impatto che ciascuna norma potrebbe avere sull’economia del Sistema Paese e sulla competitività delle imprese". "L’industria chimica deve veder accrescere la propria legittimazione e accettazione da parte dei cittadini e delle Istituzioni "– ha concluso Diana Bracco. "Il nostro settore riveste un ruolo strategico per quanto riguarda la qualità della vita di tutti i giorni e di tutti noi. In quest’ottica la chimica dimostra oggi, molto concretamente, la propria capacità di costruire lo sviluppo sostenibile".  
     
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