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Notiziario Marketpress di Venerdì 19 Novembre 2004
 
   
  Pagina1  
  DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DI ASSOTRAVEL (ASSOCIAZIONE NAZIONALE DELLE AGENZIE DI VIAGGIO E TURISMO ADERENTE A CONFINDUSTRIA), ANDREA GIANNETTI, SUL CAMBIO EURO-DOLLARO  
   
  “Fattori congiunturali, come, da una parte, la svalutazione del dollaro e, dall’altra, il rincaro dell’euro, hanno reso ancora più evidenti i problemi strutturali dell’industria italiana. Anche l’industria del turismo non sfugge a queste dinamiche, dovendo far fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita di quei Paesi con un più basso costo ed in grado di competere ormai su mercati sempre più globalizzati. Il rialzo, poi, dei tassi di un quarto di punto operato dalla Federal Riserve, la banca centrale americana, portandoli allo stesso livello di quelli dell’UE, il 2%, non ha frenato la corsa dell’euro che, anzi, ha superato la quota record di 1,30 dollari. Non c’è dubbio che il super euro e, di converso, la debolezza del dollaro penalizzino duramente la competitività del Made in Italy. Valutazione, questa, valida per il comparto manifatturiero e, solo apparentemente diversa, per quello turistico. In effetti un euro supervalutato potrebbe rappresentare un punto di forza per l’outgoing italiano ma, in realtà, così non è perché, a fronte di una moneta comune (nell’area UE), ciò che conta e fa la differenza è il potere d’acquisto. E sicuramente il costo della vita in Francia o in Germania o, anche, negli USA, è differente da quello italiano. Altrettanta validità potrebbe conferirsi al ragionamento inverso riguardante l’incoming. Il diverso potere d’acquisto potrebbe risultare un fattore d’attrazione per tedeschi e francesi. Quanto agli americani, secondo una stima emersa nel corso del recente World Travel Market, risulta che il 2004 dovrebbe chiudersi con un aumento dell’8% dei loro viaggi all’estero. Tuttavia gli analisti non chiariscono se tale aumento si riverserà in Europa. Rimane, quindi, forte il dubbio che proprio l’andamento debole del dollaro potrebbe spingere gli americani a viaggiare verso l’Asia invece che in Europa. La sensibilità a questi fattori valutari rappresenta sicuramente un segnale di debolezza, perché vuol dire che siamo in difficoltà a competere su fattori diversi dal prezzo. Una riduzione dei costi, un innalzamento del livello qualitativo dell’offerta, una più organica politica nazionale per il settore, un potenziamento della ricerca e dell’innovazione, una più adeguata e sistemica promozione del Prodotto Italia: sono queste le priorità che non possiamo più procrastinare per raggiungere il giusto posizionamento a livello mondiale che il nostro Paese, per tradizione storica, capacità dell’offerta ed energie imprenditoriali, ha il diritto/dovere di conseguire”.  
     
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