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Notiziario Marketpress di
Sabato 21 Febbraio 2004
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TURISMO E DINTORNI / DESTINAZIONE EUROPA: LA COMPETITIVITÀ DEL TURISMO ITALIANO |
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Competitività e qualità dell'offerta: sono queste le parole chiave per consolidare le quote di mercato turistico acquisite dall'Italia a livello internazionale, ma soprattutto per ampliarle e potenziarle, a partire dall'Europa. Un impegno importante a cui sono chiamati tutti, operatori del settore e forze politiche, dopo le grandi difficoltà con cui il turismo ha dovuto fare i conti negli ultimi anni. Nel 2001, per la prima volta dopo un decennio, il turismo a livello internazionale ha registrato un calo dello 0,6% (dato dell'Organizzazione mondiale del turismo). Dopo un 2002 difficile che ha registrato diminuzioni per l'intero movimento turistico nazionale e internazionale, nel 2003 i turisti internazionali sono diminuiti dell'1,2% (Omt). Sempre nel 2003, le stime Istat rilevano che in Italia gli arrivi di turisti italiani nel complesso delle strutture ricettive hanno segnato un +3,8%, ma gli arrivi di turisti stranieri hanno invece fatto emergere un forte decremento -5% dovuto al calo di turisti provenienti principalmente dal Giappone, dagli Usa e dalla Germania. Dopo il 2000, le entrate valutarie sono state in calo costante: -3,2 nel 2001, -2,7 nel 2002. L'Ufficio Italiano dei Cambi (UIC) ha comunicato che nel periodo gennaio-ottobre 2003 le spese dei viaggiatori stranieri in Italia sono state pari a 24 miliardi e 786 milioni di euro, con una diminuzione del 2,6% rispetto al corrispondente periodo dell'anno 2002. L'Europa rappresenta la prima destinazione turistica mondiale, con circa 400 milioni di visitatori all'anno e una quota del 57% del turismo internazionale, ma è anche la principale area di origine dei flussi turistici internazionali. Nell'Unione Europea ci sono circa due milioni e mezzo di aziende turistiche, in larga parte piccole e medie, e 8 milioni di occupati che contribuiscono per il 5% sia al Pil sia all'occupazione. L'Italia continua a rimanere la quarta destinazione turistica mondiale, con 39,8 milioni di arrivi (anno 2002, dato Omt). Fra alberghi e pubblici esercizi si contano in Italia circa 280 mila imprese, tra piccole e medie, con circa 1 milione e 320 mila addetti, che generano un fatturato tra 85 e 88 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 36 mila miliardi di euro. "Per mantenere le quote di mercato e per sviluppare il turismo - ha affermato il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, aprendo i lavori del convegno - Europa e Italia devono costruire un sistema turistico competitivo e di qualità, due fattori con i quali gli imprenditori del settore dovranno sempre più confrontarsi". "Alcuni obiettivi specifici di qualità turistica consistono nell'avvicinare l'offerta dei sistemi turistici alla domanda, nel creare strumenti innovativi di promozione, nel responsabilizzare tutti coloro che lavorano nel turismo attraverso il monitoraggio dei risultati, nell'introdurre sistemi di gestione partecipativa, nell'avviare processi di miglioramento continuo". "Per aumentare la competitività - ha sottolineato Albonetti - occorre impegnarsi per la riduzione dei costi per acquisto merci e servizi tramite il contenimento delle tariffe pubbliche, oltre che per la riduzione delle imposte indirette. Sulla questione dei prezzi dei servizi turistici, occorre valutare attentamente il peso del fisco, delle imposte locali che lievitano in continuazione. L'IVA è la più alta d'Europa per i servizi turistici. Non c'è dubbio che sono urgenti interventi di alleggerimento in materia fiscale e in materia di costo del lavoro". "Sono però altrettanto urgenti anche scelte di natura politico-organizzativa: la legge quadro avrebbe dovuto riconoscere un ruolo di più alto livello, tanto nella costituzione quanto nella gestione, ai rappresentanti delle imprese, veri e competenti anelli di congiunzione tra le richieste dei turisti e le esigenze degli operatori del settore. Quanto alla promozione, attorno all'ENIT va sviluppata una discussione per stabilire quale sia la formula migliore per far sì che questa struttura, fondamentale e il cui capitale di professionalità e competenze non va comunque perso, assolva al meglio al compito di promuovere l'Italia sul mercato estero. Un’organizzazione turistica che faccia perno sul ruolo primario delle Regioni - ha concluso il presidente di Assoturismo - è valida, ma crediamo che, nell'ottica di un mercato turistico ormai globale, non si debba rinunciare anche a una visione nazionale dell'organizzazione, oltre che della promozione turistica".
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