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Notiziario Marketpress di
Venerdì 26 Novembre 2004
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Web moda & tendenze |
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IL TESSILE ABBIGLIAMENTO MODA NEL MONDO IERI, OGGI, IL FUTURO |
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Il Tessile Abbigliamento Moda nel mondo - La Storia - Negli ultimi cinquant'anni, dopo la fase di ricostruzione post-bellica (Ii guerra mondiale), si è creata una sovrapproduzione, uno squilibrio crescente fra domanda e offerta di prodotti di tessile/abbigliamento a livello mondiale. Questo fenomeno ha avuto un'accelerazione negli ultimi decenni in funzione della globalizzazione (delle economie e dei mercati). I Paesi ricchi ubicati nei tre macro-sistemi nord del mondo: Nafta/cee a 15/Giappone, hanno perso parte rilevante della loro capacità produttiva di tessile/abbigliamento, continuando ed in svariati casi incrementando, il ruolo di Paesi consumatori di tali prodotti. La Francia — L'italia - In Europa ci sono i due grandi protagonisti mondiali del settore moda: la Francia e l'Italia. In effetti questi sono gli unici due Paesi in grado di sviluppare una strategia di penetrazione extra continentale a livello mondiale. La Francia è certamente il Paese storico della Moda fino alla fine degli anni '40 - inizio anni '50: la moda era una ed era solo francese. L'italia si è affacciata in questo mondo moda attraverso alcune iniziative romane nell'immediato dopoguerra ma la nascita del pret-à-porter alto, quello degli stilisti, ha avuto origine in una data precisa, il 12 febbraio del 1951 a Firenze per poi svilupparsi prepotentemente a Milano ove, oggi, risiedono la maggior parte delle Case di Moda italiane veramente innovatrici, creative e dove avviene la presentazione delle collezioni uomo/donna. La Francia, con Parigi, è rimasta la capitale mondiale dell'alta moda e del lusso, inteso in senso estensivo, quindi al di là e oltre il pret-à-porter che viene spesso realizzato in Italia. L'italia, infatti, ha sviluppato, in circa 50 anni, una formidabile capacità a produrre lungo tutta la filiera tessile-abbigliamento-moda in modo qualitativamente pregevole e quantitativamente rilevante. E' interessante analizzare le ragioni del successo del "Sistema Italia" in quanto realizzatosi in un paese senza materie prime e certamente poco competitivo, avente un costo del lavoro e dell'energia fra i più alto al mondo. Ciò serve a spiegare, anche in una prospettiva futura, che non tutto si gioca sul fattore prezzo e, quindi, sui costi. La Moda Italiana Le ragione del successo: Creatività e Tecnologia L'industria della Moda che comprende tessile, vestiario, pelle, pelletteria, calzature, genera in Italia, già da più di due decenni, un'attività molto importante. Infatti, pur con una riduzione nel 2002/2003, i dati sono e restano assolutamente positivi, come risulta dalla tabella che viene qui di seguito riportata :
Il Sistema Moda Italiano ( tessile, vestiario, pelle, pelletteria, calzature ) | | | ---------------------------- Milioni Di Euro----- | | | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | | | Fatturato | 72,920 | 71,097 | 68,040 | 70,081 | | | (var. %) | 1.5% | -2.5% | -4.3% | 3.0% | | | Export | 43,007 | 40,707 | 37,757 | 40.028 | | | (var. %) | 5.5% | -5.3% | -7.2% | 6.0% | | | Import | 21,991 | 21,561 | 21,928 | 23,463 | | | (var. %) | 7.0% | -2.0% | 1.7% | 7,0% | | | Saldo con l'estero | 21,016 | 19,146 | 15,829 | 16,565 | | | Produzione realizzata In Italia (var.%) | +2.8% | -8.7% | -3.5% | | | | Quota dell'Italia su export | 9.8% | nd | | | Mondiale | 10% | | Occupazione | 963 | 925 | 905 | | | | (.000 di unità) | | | | | | | | | | | Calcolato come media "pro-capite", il valore delle esportazioni di moda italiana è superiore al valore di mezzi di trasporto per la Germania e a quello dei prodotti dell'elettronica per il Giappone. La moda dà lavoro in tutta Italia a 905.000 persone, occupate in circa 100.000 aziende. L'attività dell'industria della moda è l'unica in cui l'Italia abbia una supremazia mondiale, detenendo la più alta percentuale di export mondiale di prodotti tessili e di vestiario tra i paesi del G8. Come si spiega questa incredibile performance in termini di risultati e di durata del fenomeno? La mia opinione è che, al di là delle incredibili capacità imprenditoriali degli italiani, vi sono stati dei fattori che hanno favorito il successo del made in Italy e che hanno permesso di realizzare la "creatività tecnologica" che abbiamo citato prima. Dire che ciò stia alla base dei suoi positivi risultati è opinione condivisa da molti; più difficile dire se ciò sia frutto di una scelta strategica della Moda Italiana o di una naturale diffusa capacità di imprenditori, manager e maestranze ad operare in questo modo. I fattori - I fattori sono per me identificabili, nei due ambiti che costituiscono i pilastri del sistema moda (Italiano). ' Area creativa basata: sulla nostra cultura; sulla nostra storia: sui nostri beni culturali; che in sintesi possiamo definire: l'effetto Rinascimento Riflettendo sulla singolare dinamica del Made in Italy nei settori legati ai consumi per la persona (vestiario, mobili, arredamento, ecc.),molti commentatori hanno più volte sottolineato l'influsso positivo delle tradizioni storiche e, in particolare, "l'Effetto Rinascimento" che tuttora persisterebbe nella cultura, nel senso estetico e nelle abilità artigianali degli italiani. In pratica il fatto di vivere in un Paese che vanta il più ricco patrimonio monumentale del Mondo costituisce una specie di scuola collettiva che sviluppa il senso per l'estetica e le cose belle. Area tecnologica basata: sulla completezza della filiera tessile; sul meccanotessile; sulla ricerca applicata. L'integrità della filiera- Un elemento distintivo del successo del Made in Italy è costituito dall'integrità della sua filiera produttiva: l'Italia continua a presidiare con successo tutte le fasi del ciclo Tessile-abbigliamento, dalla produzione dei filati e dei tessuti alla confezione dei vestiti, passando per la cruciale fase del finissaggio (che opportunamente in Italia è spesso definita di "nobilitazione" delle fibre tessili). Il meccanotessile In Italia, inoltre, c'è un'importante industria meccanica che produce gli impianti (macchine per filare, tessere, tingere, nobilitare, confezionare, ecc) utilizzati dalle aziende tessili; la vicinanza fra i produttori di macchinari e gli utilizzatori è stata spesso determinante per le innovazioni proprie del settore moda: le torsioni sui filati, gli effetti sulla "mano" dei tessuti. La ricerca applicata Questi due elementi (integrità della filiera e meccanotessile), collegati strettamente, consentono di massimizzare le risorse di innovazione e di creatività e di immettere valore aggiunto in ogni fase di lavorazione, in ogni prodotto. Ora, questi fattori per produrre gli effetti importanti che abbiamo visto, devono essere combinati, coniugati in modo adeguato dagli attori, dai protagonisti del Sistema Moda e ciò può aver luogo: nei gruppi, nelle strutture aziendali complesse, nei distretti industriali. Gli attori I gruppi e le strutture aziendali complesse - E' chiara la tendenza dei gruppi o delle strutture aziendali complesse del sistema moda a strutturarsi in modo integrato verticalmente al fine di essere più competitivi, di garantire qualità e affidabilità del prodotto e di proteggersi dalle copie e dalla pratica della contraffazione. Il gruppo di famiglia che presiedo ha una struttura integrata in modo verticale a scaletta" che dal filo, alla torcitura, alla tessitura a maglia, giunge fino al pret-à-porter con Area. Questo processo è stato realizzato negli ultimi 30 anni mentre per gli altri 3 80 l'attività era concentrata nella trattura e torcitura della seta (l'attività serica è infatti iniziata a Garbagnate Monastero nel 1586, ove siamo ancora presenti con uno stabilimento). Una riflessione più approfondita meritano i distretti industriali nei quali si coniugano le attività produttive con le reti creative. I distretti industriali e le reti creative - La caratteristica più originale della storia industriale italiana in questo dopoguerra è costituita dai distretti industriali. Di fatto, l'industria della moda italiana è localizzata in un arcipelago di aree territoriali specializzate: Como nei fili e tessuti di seta e di tipo serico, Biella, Prato e Vicenza nei filati e nei tessuti di lana, Castelgoffredo nelle calze da donna, Carpi e Treviso nella maglieria, Empoli nell'abbigliamento in pelle, Pesaro per i jeans, il Brenta per le calzature. La natura di estrema dinamicità e flessibilità organizzativa dei distretti, la necessità di rinnovare costantemente la produzione e di adeguarla al flusso delle richieste del mercato, ha creato le condizioni per la formazione in varie parti d'Italia (Milano, Firenze, ma anche le Regioni del Nord-est) di centri di elaborazione creativa dove i prodotti industriali vengono progettati, disegnati, comunicati, sperimentati in stretta connessione con le aziende industriali. Questa "rete creativa" è oggi determinante per completare l'attività industriale in senso stretto, provvedendo a fornire il serbatoio di idee e soluzioni innovative essenziali per l'industria della moda. Infine, parlando dell'importanza e valore per il sistema moda dei distretti, vorrei sottolineare che il vecchio detto "piccolo è bello", che è sempre meno valido in un mondo ad economia globalizzata, ove la dimensione diventa fattore strategico di successo, torna ad avere una sua logica proprio grazie al distretto. Il distretto industriale svolge il ruolo fondamentale di unire una miriade di piccole e medie imprese (spessissimo specializzate) riuscendo così ad ottenere vantaggi fondamentali per il settore tessile-abbigliamento (alta creatività, grande reattività ai cambiamenti della moda) propri delle piccole e medie imprese, con una dimensione d'insieme in grado di competere in un mondo globalizzato con le economie internazionali più forti. In sintesi, per esemplificare il meccanismo del successo del Made in Italy Moda possiamo dire che l'Italia è forse meno creativa della Francia e probabilmente è meno tecnologicamente avanzata dei Tedeschi e dei Giapponesi (basta pensare alle fibre), ma riesce a coniugare questi due fattori, Creatività e Tecnologia, in modo sinergico, realizzando prodotti di alto livello, ma utilizzabili, portabili, fruibili e quindi diffondibili nel mondo con importanti ritorni. (e ci sono tutti i presupposti perché questo meccanismo virtuoso continui a produrre i positivi effetti per il Sistema Moda Italiano e per il Paese). L'aver ottenuto questi risultati è dovuto, in gran parte, alla filosofia del prodotto: il realizzare quel "bello e ben fatto" che è una caratteristica specifica del T/a moda Italiano. Ma per guardare al futuro è indispensabile considerare il sistema tessileabbigliamento-moda nella sua interezza e complessità e non solo riferirsi alle eccellenze. Il Futuro - Ora, quindi, se guardiamo all'insieme del comparto, dobbiamo rilevare che si sono verificati e si stanno ancora verificando cambiamenti sostanziali negli assetti produttivi mondiali e nei flussi import-export dei prodotti di T/a che vanno esaminati in funzione delle loro caratteristiche: le produzioni più basiche, quelle "Labour Intensive", più standardizzate, massificate, producibili in grandi quantità, con scarse possibilità di differenziare il prodotto in termini di valore aggiunto, sono state progressivamente perse e lo saranno ulteriormente da parte dei Sistemi/paesi Nord del mondo sopra citati. Ciò è avvenuto attraverso varie modalità: perdite pure e semplici a favore di produttori ubicati nei Paesi a bassi salari nel sud e soprattutto, nell' est asiatico dove la parte del leone la sta facendo e la farà la Cina. Infatti, quest'ultima, l'India e ad altri Paesi del Sud Est Asiatico, diventeranno, come qualcuno ha scritto, i "sarti del mondo". Delocalizzazioni mirate da parte di imprese operanti nel Nord del mondo verso Paesi competitivi del vicino centro/est europeo, del nord Africa, del sud e dell'est asiatico. Il controllo delle operazioni e dei flussi di prodotti tende a mantenere il centro decisionale in Europa. Le produzioni più alte, in termini di creatività, qualità, innovazione stilistica, risorse tecnologiche, sono rimaste appannaggio di alcuni Paesi europei, in particolare, della Francia e dell'Italia, come abbiamo visto prima, che hanno mantenuto una filiera produttiva prevalentemente europea con limitate deleghe produttive a Paesi più o meno vicini, per alcune fasi della produzione. Vi è poi: una vasta fascia intermedia di prodotti/situazioni il cui destino non è definito e la battaglia, se così si può dire, è, per l'Europa, ancora tutta da giocare. Infatti, con l'allargamento della Cee avvenuto nel mese di maggio del 2004, sono cambiate le possibilità competitive del sistema Cee, a 25 stati membri, inteso nel suo complesso e, in prospettiva, con un possibile ulteriore sistema di alleanze da sviluppare nell'area euro-mediterranea. Ad oggi, possiamo affermare che nella fascia intermedia di prodotto, due Paesi stanno giocando un ruolo significativo: la Spagna e il Portogallo (unitamente ad una parte della produzione italiana). Le caratteristiche, in termini di difendibilità, che consentono e consentiranno di definire il futuro delle aziende operanti in questa ampia area che contribuisce in modo significativo all'occupazione manifatturiera (soprattutto mano d'opera femminile), sono: Il prodotto - Capitai Intensive, spesso con una forte componente tecnologica e Creative Intensive, dove la componente "immagine e comunicazione" gioca un ruolo essenziale - con le sue caratteristiche di complessità e di difficoltà ad essere realizzato e quindi copiato; La quantità, l'entità limitata delle serie che viene realizzata; La velocità e l'affidabilità nelle consegne. Soprattutto per queste produzioni, ove il fattore prezzo è assai importante e sensibile, sono indispensabili le regole di reciprocità di accesso ai vari mercati e ciò nei confronti di tutti i Paesi del mondo tanto più che la Cee è la zona del mondo, in assoluto, più "aperta". Il futuro è in parte "scritto" nella nostra recente storia e avrà un'ulteriore rapida e significativa accelerazione con la fine dell'Accordo Mondiale Multifibre e la conseguente eliminazione delle quote dal 21/01/2005. Penso, comunque, che l'accordo firmato il 26/06/2000 a Parigi fra il Presidente de al Fédération Frangais de la Couture, du Pret-à-porter des Couturiers et des Créateurs de Mode, Monsieur Didier Grumbach e il sottoscritto, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, alla presenza dei Ministri Monsieur Francois Huward, Secretaire d'Etat chargè du Commerce Exterieur e dottor Enrico Letta, Ministro dell'Industria e del Commercio estero italiano e che sta avendo dopo quasi cinque anni una puntuale applicazione sia una testimonianza della visione prospetticamente positiva per il futuro della parte alta, più pregiata delle produzioni Cee. La "mission" è e sarà quella di vestire "i nuovi ricchi" del mondo (in termini di potere d'acquisto), soprattutto presenti nei "nuovi paesi" che si affacciano sul panorama internazionale, nazioni il cui Pil aumenta strutturalmente oltre il 3% all'anno: Russia, Cina e gli stessi ex Paesi Peco. Comunque, anche per le produzioni della fascia media, possono esistere delle buone possibilità di difesa e persino di crescita grazie ad un sistema di sinergie produttive da sviluppare a centri concentrici in funzione dei tre punti citati in precedenza: prodotto, quantità, velocità, avvalendosi, quindi, in primis dei paesi più vicini: es. Gli ex Paesi Peco recentemente entrati nella Cee e quelli dell'area Euro-mediterranea.
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