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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 01 Dicembre 2004
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TROIKA UE-TURCHIA: ANKARA ATTENDE FIDUCIOSA |
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Bruxelles, 1 dicembre 2004 - Lo scorso 24 novembre all'Aja si é tenuto il consueto meeting semestrale tra i rappresentanti dell'Ue e quelli della Turchia. In quella sede, la Presidenza di turno olandese e gli esponenti del governo di Ankara hanno affrontato il tema dei rapporti tra l'Unione Europea e la Turchia, con particolare riferimento alla possibile apertura di negoziati per l'adesione della Turchia alla Ue. La troika ministeriale ha il compito di verificare periodicamente i parametri che l'Unione Europea ha posto come condizione politica preliminare per l'apertura dei negoziati con la Turchia. Sarà poi compito del Consiglio europeo del prossimo dicembre esprimere un parere ultimo e vincolante sull'avvio del processo di pre-adesione. L'appuntamento dell'Aja ha coinvolto il Ministro degli Esteri olandese Bernard Bot e il Ministro per gli Affari Europeo Atzo Nicola_ in qualità di rappresentanti della Presidenza olandese, il Commissario europeo per l'allargamento Olli Rehn nonché il Ministro degli Esteri turco Abdullah Gül. Inoltre, alla troika hanno partecipato rappresentanti della Commissione Europea e della prossima Presidenza di turno lussemburghese, oltre che Alti Rappresentanti per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. L'agenda dell'incontro ha toccato i temi della situazione nel Caucaso, in Iraq e Iran. Sul piano interno, Bernard Bot ha ulteriormente insistito sulla necessità, da parte di Ankara, di dare all'Europa risposte certe sull'impegno turco a favore del processo di riforma del codice penale e della libertà di associazione e di fede. Per quanto riguarda le politiche di vicinato, il Presidente del Consiglio europeo ha ricordato a G_l che la Turchia, sulla questione cipriota, sconta ancora un pesante ritardo a causa del mancato riconoscimento da parte dello Stato turco. Intervenendo a margine della troika, il Ministro turco G_l ha manifestato la certezza che il Consiglio europeo del 17 dicembre raggiungerà una "decisione oggettiva e imparziale" sull'apertura dei negoziati: "È importante che l'Unione Europea tenga fede ai propri impegni e che il negoziato sull'ingresso della Turchia non sia condizionato e venga avviato nel primo semestre del 2005" ha precisato il capo della diplomazia di Ankara, aggiungendo "dalla adesione della Turchia deriveranno vantaggi che sono ben più importanti rispetto agli svantaggi. Tutti i Paesi dell'Unione non potranno che beneficiare dall'adesione della Turchia". Sarà, ma la cautela con la quale i leader nazionali affrontano il tema dell'allargamento alla Turchia fa pensare che le perplessità da parte di una cospicua parte dell'opinione pubblica non si siano ancora stemperate. Bernard Bot ricorda, a scanso di equivoci, che "gli Stati membri sono i padroni su questo argomento. Noi - continua il Ministro olandese - ci baseremo sulla relazione della Commissione, ma sono gli Stati membri a decidere". E dalle colonne del francese Le Figaro uno dei padri della nuova costituzione europea come Valery Giscard d'Estaing interviene nel dibattito, auspicando una forma di partenariato privilegiato che deve dare all'Unione la possibilità "di fare in tempi brevi alla Turchia una proposta elaborata, dignitosa e precisa". In Germania, il cancelliere tedesco Gerhard Schroder invita i cittadini a non mescolare il dibattito in corso in Germania sull'integrazione degli stranieri, e dei musulmani in particolare, con il problema dell'ingresso della Turchia nella Ue. L'opposizione, nella persona della leader dei Cristiano Democratici Angela Merkel, richiama la necessità di non cristallizzare il dibattito in un out-out tra piena adesione o esclusione di Ankara: i rapporti tra Ue e Turchia, ricorda la Merkel, possono essere anche basati solo su una "opzione di partnership speciale", o meglio sul partenariato proposto da d'Estaing. Per bocca del suo Ministro degli Esteri G_l, il governo di Erdogan puntualizza che "la soluzione alternativa all'adesione a pieno titolo della Turchia non esiste". Alla luce di queste posizioni, sembra difficile ipotizzare una soluzione di compromesso tra le aspettative di Ankara e le richieste degli scettici. Che il Consiglio europeo di dicembre voglia tentare la carta del dilatamento dei tempi di adesione, consegnando ad Ankara la certezza del percorso e alla pubblica opinione diffidente la sicurezza dei tempi lunghi?
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