Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Dicembre 2004
 
   
  Pagina4  
  CINQUE PRESEPI LOMBARDI DEL QUATTROCENTO ESPOSTI NELLA MOSTRA DAGLI SFORZA AL DESIGN AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO  
   
  Milano, dicembre 2004 - Il Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco, possiede una significativa, per rarità e qualità, collezione di sculture lignee, dal Xiii al Xvii secolo, e che ammonta a circa 200 unità. In particolare, è il Rinascimento lombardo che accoglie la selezione più significativa, con una serie di rilievi e statue intagliati e policromati. In questo àmbito spiccano cinque presepi, attualmente tutti esposti nella mostra ‘Dagli Sforza al design. Sei secoli di storia del mobile’, che ha inaugurato il rinnovato allestimento del Museo delle Arte Decorative. Tra questi, il più importante, è noto come Presepe di Trognano (1485 – 1490 ca., legno intagliato, dorato e policromato - Inv. Sculture Lignee 272) ed è opera di un maestro ancora anonimo, tra i più abili e intelligenti artisti del Rinascimento lombardo; gli altri, di varie dimensioni ma complessivamente meno sontuosi, sono stati realizzati all’interno di una stessa bottega, quella dei fratelli Giovan Pietro e Giovan Ambrogio De Donati, intagliatori milanesi che tra l’ultimo quarto del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento eseguono alcuni tra i più notevoli complessi in Lombardia, lavorando anche per la corte sforzesca. La bottega produsse un alto numero di Presepi, di varie dimensioni e con un numero variato di personaggi, molti dei quali mostrano di assumere il Presepe di Trognano come modello. Il Presepe di Trognano appartiene alle raccolte dell’Azienda Servizi alla Persona “Golgi-redaelli” di Milano che lo ha depositato presso il Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco. Deve il suo nome all’oratorio di San Giuseppe in Trognano - frazione del comune di Bascapè (Pv) - dove figura almeno dal 1735, ma che non costituisce il luogo d’origine del rilievo, ancora sconosciuto. Il nome di comodo del maestro cela l’identità dello scultore, un personaggio prossimo ai Fratelli De Donati, ma a essi superiore per doti e qualità, cui è attribuito un nucleo di sculture lignee, affini per epoca di esecuzione e per moduli stilistici. Il più monumentale degli altri quattro Presepi esposti (Fratelli De Donati, fine Xv secolo legno intagliato, dorato e dipinto Inv. Sculture Lignee 46) presenta una vistosa somiglianza con il Presepe di Trognano, pur distaccandosene per la mancanza di policromia. Dietro la Vergine in adorazione del Bambino, si scorgono i resti di un’architettura in cui si mescolano elementi all’antica (gli archi) ad altri più realistici (la tettoia di paglia parzialmente in rovina). A sinistra, lo sfondo è invece paesaggistico e mostra, in una scala non sempre pertinente, rocce scoscese, coperte da pochi arbusti dove pascolano alcune pecore, mentre un pastore guarda verso l’alto, là dove doveva trovarsi la riproduzione dell’Angelo che porta l’annuncio. Le imperfette condizioni di conservazione hanno portato alla perdita della policromia, realizzata secondo una preziosa e costosa tecnica tipicamente lombarda, che consiste nell’apporre una leggera stesura di lacche pigmentate sopra la foglia d’oro e nel graffiarle almeno in parte, in modo da farne affiorare la lucentezza. L’aspetto devozionale prevalente nel Presepe precedente lascia il posto, in un altro elaborato approssimativamente dello stesso periodo (1500 circa), alla sorpresa di una monumentale architettura. Il soggetto rappresenta l’adorazione del Bambino, (Bottega Fratelli De Donati, 1500 – 1510 legno intagliato, dorato e dipinto Inv. Sculture Lignee 37), il quale è umilmente steso a contatto con la terra, circondato dalla Vergine in preghiera, da tre Angeli musicanti e da San Giuseppe: questa figura è contraddistinto da una taglia più grande e da uno stile più dinamico, per cui si suppone che sia stata aggiunta dopo qualche tempo, forse in sostituzione di un’altra precedente presto deteriorata. La scena si ambienta non nella consueta capanna ma all’interno di una chiesa, sotto la cupola e davanti alla zona presbiteriale. Il tipo di architettura, rinascimentale, mostra strettissime consonanze con quanto realizzato a Milano da Donato Bramante, il grande architetto marchigiano che fece conoscere in Lombardia il Rinascimento dell’Italia centrale. Il particolare della volta a botte del presbiterio, a cassettoni e fortemente scorciata prospetticamente, è una citazione diretta dalla finta abside - soltanto dipinta, per mancanza di spazio reale - realizzata da Bramante per la chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano e più volte replicata in pittura e scultura. Proviene da un gruppo più ampio il piccolo rilievo, che presenta la consueta scena della Natività ambientata con il Bambino poggiato su una misera mangiatoia e riscaldato dal bue e dall’asino, sotto una tettoia parzialmente in rovina (Bottega Fratelli De Donati, 1495 – 1500 legno intagliato, dorato e dipinto Inv. Sculture Lignee 145), secondo l’invenzione che si trova anche nel Presepe di Trognano, circondato da astanti raccolti in preghiera. Tra questi si riconoscono sulla sinistra la Vergine inginocchiata e San Pietro, mentre sulla destra i pastori sono sostituiti da tre santi, identificabili in Giovanni Battista, Domenico e Gerolamo: la loro presenza al posto degli angeli o dei pastori si spiega pensando ad una devozione particolare praticata nella chiesa in cui era collocato il complesso o da parte del committente, che attualmente ci è sconosciuto. Il quinto rilievo esposto, un Presepe assai semplificato, con il Bambino sdraiato a terra sul manto della Madre assistito solo da un Angelo ( Bottega Fratelli De Donati, 1495 circa legno intagliato, dorato e dipinto Inv. Sculture Lignee 99 – fig. 5 ), si differenzia dagli altri per le sue ridotte dimensioni; per la completezza della cornice non pare provenire da una grande ancona per un altare, ma sembra piuttosto un’opera di devozione privata. La scena, in cui largo spazio ha un paesaggio di fantasia e ancora di gusto medievale, quanto meno nell’impaccio prospettico con cui sono rese le figure e le piante, è racchiusa entro un’architettura di gusto marcatamente rinascimentale, costituita da un arco a tutto sesto tra due colonne decorate con elementi ornamentali e due capitelli fogliati, anch’essi semplificati. Inoltre il Museo può vantare anche una insolita rappresentazione dell’Annunciazione. Si tratta di una piccola edicola portatile creata per la devozione privata di un raffinato committente. Si noti l’accurato arredamento della stanza in cui si svolge il sacro evento, completa di tutti i particolari di un ambiente domestico del tempo, riprodotto in miniatura (Bottega milanese, 1500 – 1510 circa legno policromato e dorato Inv. Sculture Lignee 39). Dagli Sforza Al Design Sei secoli di storia del mobile Fino al 12 giugno 2005 Milano, Castello Sforzesco – Museo delle Arti Decorative Per informazioni: Civiche Raccolte d’Arte Applicata - ufficio mostre tel. 02 88463654 – 02 88463833 – craai.Mostre@comune.milano.it  - www.Milanocastello.it  
     
  <<BACK