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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Dicembre 2004
 
   
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  VIA ALLO SVILUPPO DELLE BIOTECNOLOGIE IN ITALIA PRIMA TAPPA L’OSSERVATORIO NAZIONALE  
   
  Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie e le Regioni si incontrano per discutere le linee di sviluppo delle biotecnologie in Italia e per definire l’impianto dell’Osservatorio italiano per le biotecnologie, che dovrà censire le attività delle Regioni e creare una rete di coordinamento comune. Obiettivo: colmare il gap di ricerca che ancora ci separa da altri Paesi europei. Dal confronto emergeranno indicazioni utili per stimolare ricerca e sviluppo nel settore, oltre che per individuare assieme le fonti di finanziamento pubbliche e private in grado di sostenere questo comparto fondamentale per l’economia. Sono state presentate, in occasione del Workshop Cnbb – Regioni sullo sviluppo delle biotecnologie tenutosi presso la sede del Cnel, le attività svolte dall’Osservatorio Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie del Cnbb, il primo strumento di mappatura nazionale e di networking del comparto biotecnologico italiano. L’incontro è stato organizzato in stretta collaborazione con il coordinamento delle Regioni per le politiche industriali delle biotecnologie e ha visto la partecipazione di Assobiotec, Ipi, Cnr, Sviluppo Italia e del Ministero delle Attività Produttive. “È infatti non più procrastinabile – afferma il professor Leonardo Santi, Presidente del Cnbb (Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri)– un quadro di riferimento in grado di indicare le scelte da compiere per attività che sono ormai elemento cruciale di un’economia basata sulla conoscenza, così come evidenziato dall’Unione Europea, per delineare gli interventi a sostegno dello sviluppo di questo settore” La mancanza di un quadro omogeneo di riferimento a livello conoscitivo, normativo e finanziario, insieme alla carenza di una rete di sinergie sistematiche che tenga conto della trasversalità delle applicazioni delle biotecnologie e l’insufficienza di sostegni alle spin-off da ricerca sono infatti i principali limiti del settore in Italia. In quest’ambito l’Osservatorio è destinato a svolgere una funzione di servizio che, travalicando le singole Istituzioni, si offre al sistema ricerca-industria biotech per valorizzare le informazioni provenienti dai diversi soggetti che operano nel settore, inserendole in un quadro complessivo e sistematico; favorire l’emersione di un sistema di knowledge management diffuso, che consenta agli attori di orientarsi nelle attività di ricerca e investimento e catalizzare le risorse comuni per lo sviluppo di innovazioni commercialmente valide; dare visibilità ai casi di eccellenza e supportare le azioni regionali di attrazione di investimento, anche diffondendo “cataloghi” di offerta per gli investitori esteri. “È inoltre fonte di preoccupazione – continua il professor Santi – il sempre più frequente riferimento ad attività biotecnologiche allorché in varie circoscrizioni territoriali si evidenziano situazioni di crisi produttive senza che siano preventivamente considerati i presupposti necessari a garantire reali possibilità di sviluppo in questo settore” Ecco perché l’Osservatorio, già giunto alla definizione di una prima mappatura dell’intero sistema delle biotecnologie in Italia - cioè l’insieme degli operatori che a vario titolo e con diverse funzioni sono coinvolti nello sviluppo, la promozione e la diffusione delle biotecnologie - si appresta oggi, proprio attraverso la collaborazione con le Regioni, a realizzare un’indagine più approfondita sui vari operatori locali. L’osservatorio costituisce il primo importante passo verso la definizione di un Piano Nazionale di sviluppo delle Biotecnologie, più volte richiesto anche a livello europeo per sfruttare le potenzialità e rafforzare la competitività nel settore, esigenza fondamentale soprattutto per l’Italia. Il nostro Paese si pone infatti come fanalino di coda nel contesto europeo del biotech (posizionandosi al terz’ultimo posto, quanto a numero di imprese biotecnologiche), che già di per sé vale meno della metà degli Stati Uniti in termini di fatturato (13. 787 milioni di dollari rispetto a 30.266 milioni di dollari). Ma per raggiungere tale ambizioso obiettivo occorre compiere ulteriori fondamentali passaggi. Il Cnbb e le Regioni chiedono, infatti, che il tavolo di concertazione di Palazzo Chigi, composto dai Ministri che in sede europea partecipano al Consiglio di competitività, e quindi il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro delle Attività Produttive, il Ministro per le Politiche Comunitarie e i rappresentanti delle Regioni indicate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, possa svolgere pienamente la sua funzione di orientamento e coordinamento delle iniziative. “Non ci accontentiamo dei risultati raggiunti – conclude infatti il professor Santi – Il tavolo di concertazione, la costituzione e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche che possano inserirsi in quelle europee, così come la definizione, condivisione e stesura di linee di sviluppo per fornire indicazioni a Enti Locali, Università e Industria, sono gli obiettivi che ci proponiamo di realizzare a breve termine e che sicuramente daranno una spinta fondamentale e indispensabile a tale settore”.  
     
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