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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Dicembre 2004
 
   
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  I SUSSIDI FISCALI ALLA R&S SONO LA CHIAVE PER AUMENTARE GL'INVESTIMENTI PRIVATI NELLA RICERCA, AFFERMA UN RAPPORTO  
   
   Bruxelles, 6 dicembre 2004 - L'edizione 2004 del rapporto annuale della Commissione sulla competitività europea sostiene che finanziamento statale diretto della R&s (Ricerca e sviluppo) privata e incentivi fiscali hanno un 'sensibile e positivo impatto sulla spesa di R&s industriale nei paesi dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e dell'Ue'. Il tema speciale del rapporto riguarda l'impatto delle politiche pubbliche sui risultati economici, e dedica una sezione al ruolo della spesa per la ricerca del settore pubblico. Globalmente il rapporto registra nei paesi dell'Ocse e dell'Ue un significativo aumento della spesa privata per la R&s tra il 1981 e il 2002, ma avvisa però che la tendenza è il risultato di un passaggio generalizzato a industrie con una più forte politica di R&s e non di politiche o spese pubbliche per la ricerca. Il rapporto sottolinea tuttavia l'impatto positivo della spesa pubblica per la ricerca, notando che: 'Le spese di R&s delle università e delle organizzazioni pubbliche di ricerca sono significativamente positive rispetto alle spese di R&s del settore industriale, e questo significa che nella R&s i settori pubblico e privato sono [complementari].' Un'analisi condotta con dati sui paesi Ocse e Ue mostra inoltre che la spesa per la ricerca nel settore dell'istruzione superiore stimola sensibilmente la crescita del Pil pro capire, e che una maggiore spesa, in percentuale del Pil, del settore pubblico di R&s ha un impatto estremamente positivo sul rapporto tra domande di brevetto e numero di abitanti. L'efficacia del sostegno pubblico all'innovazione viene analizzata con casi esemplificativi in tre paesi: Austria, Finlandia e Germania. I casi studiati confermano che il settore pubblico svolge un ruolo importante nel promuovere l'innovazione con aiuti finanziari e incentivi alla ricerca collaborativa. 'L'impatto maggiore si ottiene quando la collaborazione tra le aziende e il finanziamento pubblico coincidono', afferma il rapporto. L'analisi sottolinea anche l'importanza della cooperazione tra pubblico e privato nello stimolare l'innovazione, ma aggiunge: 'È proprio in quest'area che l'Ue tende a fornire risultati meno buoni degli Usa, dove il settore pubblico e le istituzioni di ricerca degl'istituti d'istruzione superiore hanno messo a punto un collegamento molto più efficace col mondo dell'innovazione'. Le conclusioni tratte hanno implicazioni per la politica pubblica, secondo il rapporto. In primo luogo, visto l'impatto positivo degl'incentivi fiscali sulla spesa per la R&s, 'aumentare l'elargizione di sussidi per la R&s può diventare utile per aumentare l'attività di R&s a livelli più prossimi a quelli dei principali leader mondiali nel settore'. Le politiche potrebbero inoltre aumentare la collaborazione tra pubblico e privato e dare impulso al trasferimento tecnologico. Il rapporto constata una necessità di migliorare le infrastrutture per la commercializzazione delle ricerche (ad esempio uffici per il trasferimento tecnologico e fornitura di capitali di rischio) e dichiara che 'i governi debbono fornire sufficienti finanziamenti alla R&s condotta dalle istituzioni pubbliche, in particolare nel settore dell'istruzione superiore'. Le conseguenze di una mancata realizzazione di queste politiche appaiono chiaramente dall'analisi della crescita economica cinese e delle sue implicazioni per l'Europa. Il rapporto nota che 'se la sfida cinese può non esserci del tutto nuova, la combinazione tra basso costo del lavoro e capacità tecniche e di ricerca in rapido sviluppo ci risulta invece molto meno familiare'. Se vuole restare competitiva, l'Ue non può contare sui bassi costi della mano d'opera, e questo implica maggiori sforzi di R&s e maggiore innovazione. 'Le condizioni istituzionali per introdurre innovazioni sono attualmente più favorevoli nell'Ue dei quindici e nei nuovi Stati membri che non in Cina. L'emergere di questo paese porterà inevitabilmente a modificare la ripartizione internazionale del lavoro e il posto dell'Ue', conclude il rapporto. Per una versione Pdf del rapporto (3.21 Mb): http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/competitiveness/doc/comprep_2004_en.pdf  
     
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