|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 06 Dicembre 2004
|
|
|
|
|
|
Pagina4 |
|
|
LOUIS CHEVROLET (1878-1941): L’UOMO CHE CREÒ LA CHEVROLET VENIVA DALLA SVIZZERA |
|
|
|
|
|
Roma, 6 dicembre 2004 - Il giorno di Natale 1878, nella città svizzera di La Chaux-de-fonds, nelle montagne del Giura, nasce un ragazzo destinato a cambiare per sempre il mondo dell'automobile. Alla fine del 1887, quando Louis ha solo nove anni, i coniugi Chevrolet si trasferiscono, con i loro cinque figli (Alfred, Louis, Fanny, Berthe and Arthur), a Beaune, in Francia, dove la famiglia continua a crescere. Dopo Marthe, la terza figlia, nel 1892 è la volta di Gaston, l'ultimo di sette bambini. Mentre il padre Joseph si guadagna da vivere nella fabbricazione di orologi, Louis decide di diventare meccanico. Trova lavoro nella società di trasporti Roblin che si occupa anche della riparazione di carri e biciclette. La leggenda vuole che, nella primavera del 1896 o 1897, Louis Chevrolet venga prelevato dal laboratorio per riparare l'auto di un cliente che alloggia all’"Hotel de la Poste". Il veicolo, che all’epoca suscita enorme scalpore, appartiene al miliardario americano Vanderbilt. È questo, probabilmente, il momento in cui Louis Chevrolet si “innamora” due volte: dell'automobile e dell'idea di emigrare in America. A Beaune, Louis Chevrolet scopre un'altra passione: le corse. Più o meno in quell'epoca, il ragazzo gareggia nelle sue prime corse ciclistiche nelle colline che circondano cittadina, ottenendo diverse vittorie. Ed è effettivamente la sua bicicletta "Gladiator" a portarlo a Parigi all'inizio del 1899. Infatti, gli viene assegnato un lavoro nel laboratorio della casa automobilistica Darracq, che all'epoca fabbrica anche le biciclette Gladiator. Qui impara tutto quello che c'è da sapere sui motori a combustione interna. Si dice che qui abbia lavorato anche con De Dion-bouton, Hotchkiss, Mors. Ma una cosa è certa: Louis diventa una vittima del “virus” dell’automobile. Con il denaro guadagnato a Parigi, Chevrolet può finanziare il suo trasferimento nel continente americano, iniziando dal Canada. A Montreal, lavora come autista e meccanico (a quel tempo, in pratica, la stessa cosa) prima di spostarsi, qualche mese dopo, a New York, di nuovo con qualche soldo in tasca. Grandi successi e grandi incidenti come pilota di auto da corsa Nella Grande Mela, lavora inizialmente nel laboratorio tecnico di William Walter, uno svizzero di Biel emigrato a Brooklyn. Nel 1901, Louis passa alla filiale americana della De Dion-bouton. Nel 1905 raggiunge la notorietà partecipando alla sua prima corsa. Guida alla grande la sua Fiat, vincendo la “Tre Miglia” al suo primo tentativo e facendo segnare un nuovo record di velocità sul miglio. La sua velocità media è di 109,7 km/h. Il risultato lo rende famoso; lo stesso anno, Louis toglie un altro secondo al suo stesso record sul miglio. Chevrolet infrange anche il record mondiale sulla distanza di 68 miglia. Nel 1906 si associa a Walter Christie per aiutarlo nella progettazione di una nuova auto da corsa a trazione anteriore con motore Darracq V8. Il risultato è un altro record mondiale: 191,5 km/h. Ma il nome Chevrolet è destinato a diventare ancora più famoso: negli anni seguenti, Arthur e Gaston seguono il loro già famoso fratello nel mondo delle corse automobilistiche, con il risultato che qualche volta sulla griglia di partenza ci sono tre Chevrolet. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, Louis è l'eroe, soprannominato con affetto dagli americani "il francese senza paura". Negli anni successivi, Louis partecipa a molte gare, al volante di una Buick, di una Cornelian e soprattutto di una Frontenac progettata da lui stesso. Nella 1916, Gaston e Louis partecipano alla "500 miglia di Indianapolis", entrambi con una Frontenac, ma non concludono la gara. Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, riprendono le grandi competizioni. A Indianapolis, nonostante molti seri problemi, gli Chevrolet riescono comunque a conseguire discreti risultati: Louis è settimo e Gaston decimo. Un anno più tardi, molte Frontenac (quattro di esse con il nome Monroe) si qualificano per Indianapolis, ma l’evento si rivelerà quasi disastroso: Louis Chevrolet, alla costante ricerca di materiali sempre più innovativi, decide all'ultimo momento di adottare dei bracci dello sterzo in vanadio che gli sono appena stati consegnati. Sfortunatamente, il vanadio non è stato sottoposto ad un adeguato indurimento. Il risultato è che una dopo l'altra le auto si ritirano. Soltanto Gaston Chevrolet arriva al traguardo, vincendo la leggendaria competizione alla velocità media di 141 km/h. È comunque pesante il tributo richiesto dalle carriere agonistiche dei fratelli. In seguito a una serie di incidenti avvenuti tra il 1905 e il 1920, Louis Chevrolet passa un totale di tre anni in ospedale. Il 25 novembre 1920, suo fratello Gaston rimane ucciso in una gara a Beverly Hills, vicino a Los Angeles. Dopo questo incidente, Louis Chevrolet non partecipa più ad alcuna gara.
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|