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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Dicembre 2004
 
   
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  UNION INVESTMENT PROSPETTIVE PER I MERCATI DEI CAPITALI NEL 2005: I MERCATI AZIONARI SOVRAPPESATI IN EUROPA, SOTTOPESATI NEGLI USA  
   
  Francoforte / Milano, 6 dicembre 2004 - «Nonostante i rallentamenti della crescita a livello globale e una dinamica degli utili aziendali in calo, il quadro congiunturale e dei ricavi rimane solido sia negli Usa sia in Europa», afferma Jens Wilhelm, amministratore di Union Investment Privatfonds Gmbh e responsabile della gestione dei fondi azionari. Ciò costituisce una base molto promettente per ulteriori aumenti delle quotazioni nei mercati azionari di entrambe le sponde dell’Atlantico. Inoltre, i prezzi del petrolio dovrebbero tornare nuovamente a livelli normali. «Prevediamo quotazioni fra i 35 e 40 Usd al barile Wti», dichiara Jens Wilhelm. Nel prossimo anno, mentre negli Usa è prevista una crescita del Pil di oltre il tre per cento circa, Jens Wilhelm si aspetta per Eurolandia una crescita del due per cento circa. «A nostro parere la zona euro vivrà una ripresa congiunturale in ritardo rispetto agli Usa, grazie alla quale i mercati locali continueranno ad essere sostenuti», afferma lo stratega dell´azionario di Union Investment. Ulteriori impulsi dovrebbero inoltre giungere dai successi delle ristrutturazioni attuate dalle aziende europee. Le azioni europee, soprattutto quelle tedesche, gli sembrano interessanti anche dal punto di vista delle valutazioni. Egli consiglia pertanto di sovrappesare le azioni europee e per contro di sottopesare i titoli statunitensi. Mercati emergenti ancora promettenti „I mercati emergenti offrono ancora buone prospettive“, aggiunge Jens Wilhelm. «Ma proprio in Estremo Oriente l’andamento potrebbe rimanere volatile». Tuttavia, a suo giudizio, un contesto macro-economico relativamente soddisfacente e valutazione favorevoli offrono ancora condizioni generali interessanti. «Nonostante l'atteso rallentamento congiunturale, la Cina dovrebbe restare il motore della crescita per l'intera regione», sostiene Jens Wilhelm. «Secondo noi l’India si affermerà come ulteriore forza propulsiva.» Per quanto concerne l’Europa orientale, Jens Wilhelm privilegia soprattutto gli investimenti in Russia e Ungheria. La borsa ungherese, infatti, dovrebbe trarre vantaggio da una progressiva ripresa della congiuntura. Nel mercato azionario russo, nonostante il persistere della vicenda Yukos, dovrebbero prevalere infine le notizie economiche positive. In combinazione con l’elevato prezzo del petrolio, favorevole alla congiuntura russa, ciò indica una tendenza forte e duratura verso la crescita. Nel lungo termine Jens Wilhelm è ottimista anche nei confronti del mercato azionario giapponese, che nel 2004 ha evidenziato una tendenza volatile, ma infine lievemente positiva. Inizialmente sembrava persino che ci si dovesse attendere un anno borsistico di eccezionale successo. Tuttavia, il brusco aumento del prezzo del petrolio ha cancellato ogni ulteriore speranza di apprezzamento delle quotazioni. A ciò si sono aggiunti i provvedimenti del governo cinese per contenere la propria congiuntura in forte espansione. Tali provvedimenti hanno suscitato timori circa un indebolimento del ruolo della Cina quale motore della crescita per l’Estremo Oriente. Jens Wilhelm dichiara: «Anche dati macro, in parte deludenti, si rivelano una pillola amara per il mercato. Sulla base delle ultime correzioni delle quotazioni tuttavia la maggior parte delle notizie negative dovrebbe essere giá scontata. Intravedo pertanto buone potenzialità di crescita.» A suo giudizio una ripresa prevedibile della domanda interna potrà rafforzare il trend di crescita e portare a un costante miglioramento degli scenari macro-economici. Prevede inoltre un ulteriore sostegno alle quotazioni anche dalle ristrutturazioni avviate in ambito bancario. «In Giappone privilegiamo ancora i titoli che beneficiano della congiuntura interna nonché delle esportazioni in Asia, in particolare i settori relativi a commercio, finanza, immobili e beni durevoli», afferma Jens Wilhelm. L'importanza dei dividendi Jens Wilhelm giudica interessanti soprattutto le azioni delle telecomunicazioni in considerazione degli elevati dividendi. Sono ancora promettenti certi titoli della fase ciclica finale come ad esempio Siemens o società dell’industria meccanica. Jens Wilhelm dichiara: «Per contro sottopesiamo i titoli petroliferi, poiché a seguito dei forti aumenti del prezzo del greggio si sono già apprezzati in misura notevole.» Inoltre egli è cauto nei confronti delle società produttrici di beni tradizionali di consumo, le quali nell'attuale contesto congiunturale si trovano in una situazione difficile sul fronte sia del fatturato sia dei prezzi. In generale va detto che nelle decisioni d’investimento è opportuno selezionare innanzi tutto imprese che conseguono elevati flussi di cassa e che sono disposte a distribuire dividendi ai loro azionisti. Andamento dominato dal rafforzamento dell’euro «Nel 2004 l’argomento predominante di discussione nei mercati dei capitali è stato l’aumento del prezzo del petrolio. L’anno prossimo tale argomento potrebbe essere sostituito dalla questione sull’andamento del tasso di cambio», prevede Anja Mikus, amministratore di Union Investment Privatfonds Gmbh e responsabile della gestione dei fondi obbligazionari. I deficit gemelli nella bilancia delle partite correnti e nel bilancio federale statunitensi inducono a prevedere un’ulteriore svalutazione del dollaro Usa. Al riguardo si teme che l’euro dovrà sopportare una quota sproporzionata degli oneri di adeguamento nella struttura internazionale dei cambi. Anja Mikus afferma: «È probabile che i paesi asiatici convertano in euro le loro riserve in dollari. Ciò potrebbe comportare un'ulteriore pressione rialzista». Anja Mikus ritiene quindi possibile un apprezzamento della moneta comunitaria verso quota 1,40 contro il dollaro Usa. Tuttavia, una rivalutazione di tale misura comporterebbe notevoli contrasti nei mercati delle merci. Proprio l’economia tedesca orientata alle esportazioni ha accusato per questo motivo flessioni nella propria capacità di crescita. È probabile che la Banca centrale europea non assisti ad un tale rafforzamento dell’euro senza reagire, ma tenti di contrastare le pressioni rialziste mediante interventi sui mercati valutari. Il tasso di riferimento è rimasto invariato al 2 per cento per tutto il 2004 . Il margine di manovra della Bce nel confermare il proprio indirizzo apatico di politica monetaria, con l’apprezzamento dell’euro, si è ora ampliato. «Nei prossimi mesi l’aumento del tasso d'inflazione, oltre il 2 per cento perseguito dalla Bce a causa soprattutto dall’incremento del prezzo del petrolio, dovrebbe regredire nuovamente in certa misura», prevede Anja Mikus. Non va fatto necessariamente affidamento sugli effetti di ripresa secondari dovuti alle capacità produttive inutilizzate e alla disoccupazione persistentemente elevata, sebbene di recente la crescita della massa monetaria abbia evidenziato nuovamente un leggero aumento. L’anno prossimo, a suo avviso, è prevedibile soltanto un moderato incremento dei tassi di interesse. Tuttavia, in caso di notevole peggioramento delle previsioni sulla crescita o di eccessivo apprezzamento dell’euro si potrebbe persino prescindere completamente da aumenti dei tassi di interesse. Obbligazioni aziendali con rendimenti più favorevoli Nelle durate più lunghe Anja Mikus prevede per quest’anno il ritorno, dopo la flessione dei rendimenti, di movimenti di segno opposto. Il livello attuale dei rendimenti le sembra troppo basso alla luce del contesto congiunturale. «L’indirizzo dovrebbe essere definito ancora una volta dal mercato obbligazionario statunitense. Poiché la congiuntura nella zona euro avrà comunque un andamento notevolmente più debole che negli Usa, il differenziale dei rendimenti potrebbe ancora aumentare», afferma Anja Mikus. «Per l'anno a venire negli Stati Uniti ci si attende un incremento dei rendimenti decennali fino al cinque per cento. Nella zona euro è più realistico che si attestino fra il 4,25 e il 4,5 per cento». «Anche l’anno prossimo le obbligazioni aziendali avranno rendimenti più favorevoli rispetto ai titoli di Stato», prevede Anja Mikus. Tuttavia anche in questo segmento un peggioramento del contesto nei mercati obbligazionari potrebbe avere effetti negativi. La cedola più elevata offrirebbe comunque un certo riparo dal rischio. A suo avviso continuerà l’andamento promosso negli ultimi anni (riduzione dei debiti, risanamento dei bilanci) che si riflette in un calo dei tassi d’insolvenza. Pertanto Anja Mikus classifica il rischio di mercato nel complesso come relativamente limitato. Tuttavia, vi saranno ancora rischi su casi singoli. Alcuni problemi potrebbero insorgere soprattutto per alcuni prestiti obbligazionari di case automobilistiche. Costruttori come Ford o General Motors sono solo a un passo dal perdere la loro caratteristica di emittenti sicuri di prestiti obbligazionari. Pertanto a Anja Mikus sembra ragionevole una condotta prudente dal punto di vista settoriale. Nonostante i guadagni visti nell’anno 2004, anche i prestiti obbligazionari dell’Europa orientale e dei paesi emergenti dovrebbero offrire opportunità di profitti superiori alla media rispetto ai titoli di Stato, grazie ai premi di rischio (spread). Vi sarebbero comunque rischi legati soprattutto all’andamento dei cambi.  
     
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