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Notiziario Marketpress di
Lunedì 06 Dicembre 2004
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RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: I RAPPORTI CON LA STAMPA SARANNO TENUTI "PERSONALMENTE" DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA |
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Milano, 6 dicembre 2004 - I giornalisti, come i magistrati, sotto tiro. Per quanto riguarda i giornalisti, il Parlamento è sul punto di approvare alcune norme sul codice militare, sulla diffamazione e sui reati finanziarti (market abuse), che mettono a rischio il diritto dei cittadini all'informazione e il lavoro dei cronisti. L'ultima tegola, però, è rappresentata dalla riforma della Giustizia: questa legge, approvata dalla Camera il 1° dicembre, ora è alla firma del Presidente della Repubblica.. Suscista perplessità un passaggio, che riguarda i rapporti Stampa-magistrati delle Procure della Repubblica. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, con l'osservanza dei princìpi e dei criteri direttivi di cui all'articolo 2 (commi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8), uno o più decreti legislativi. Nell'attuazione della delega il Governo si atterrà ai seguenti princìpi e criteri direttivi:... "prevedere che il procuratore della Repubblica tenga personalmente, o tramite magistrato appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione e che tutte le informazioni sulle attività dell'ufficio vengano attribuite impersonalmente allo stesso; prevedere che il procuratore della Repubblica segnali obbligatoriamente al consiglio giudiziario, ai fini di quanto previsto al comma 3, lettera r), numero 3), i comportamenti dei magistrati del proprio ufficio che siano in contrasto con la disposizione di cui sopra". Franco Abruzzo, presidente dell'Ogl, ha dichiarato: "Questa riforma della Giustizia, per quanto riguarda i giornalisti, è in netto e radicale contrasto con l'articolo 21 (Ii comma) della Costituzione. La Costituzione disegna una professione giornalistica libera, non soggetta ad autorizzazioni e censure. Il ruolo "monopolista" assegnato dalla nuova legge ai Procuratori della Repubblica contrasta con questi principi. La visione del legislatore è quella del generale Cadorna, quando l'Italia era impegnata nella prima mondiale: i giornali erano obbligati a pubblicare soltanto i bollettini del Comando supremo; potevano, però, scrivere articoli di colore sulla guerra. I giornali saranno costretti a pubblicare soltanto quel che dice il Procuratore capo della Repubblica novello Cadorna? Che accadrà se i giornali pubblicheranno notizie giudiziarie fuori dal canale ufficiale? Si apriranno inchieste a caccia del magistrato troppo loquace? Avremo un'informazione giudiziaria centralizzata e reticente? "Tutte le informazioni sulle attività dell'ufficio del Pm - continua Abruzzo - dovranno essere attribuite impersonalmente allo stesso Ufficio. Che significa? I giornali dovranno censurare i nomi dei magistrati, che si occupano delle singole inchieste? E se ciò non dovesse accadere?"
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