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Notiziario Marketpress di
Giovedì 09 Dicembre 2004
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PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI – CRESCONO I NUMERI DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA IN ITALIA |
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Roma, 9 dicembre 2004 - Iacometti, presidente del Gruppo piccoli editori dell’Aie: “I piccoli editori spingono sull’innovazione, per sopravvivenza. Per questo “Salviamo le idee” non è un grido di dolore ma un moto di orgoglio”. 310milioni di euro di fatturato (oltre il 31% delle vendite in libreria), circa 5mila addetti, 13mila titoli (in crescita del 31,7% sul 2001), per il 70% costituiti da novità. E’ questo il quadro strutturale della piccola e media editoria in Italia, come confermato dalle cifre dell’indagine condotta dall’Ufficio studi dell’Aie (Associazione Italiana Editori) e presentata oggi, 8 dicembre, nel corso del Convegno di apertura della terza edizione di “Più libri più liberi” (Roma, Palazzo dell’Eur, 8-12 dicembre) dal titolo “Salviamo le idee. Il valore della creatività nella piccola e media editoria”, moderato dal giornalista Paolo Mauri. “Queste cifre – ha sottolineato il presidente del Gruppo piccoli editori dell’Aie, Enrico Iacometti – sfatano il luogo comune del “piccolo è bello”. Al contrario, evidenziano come il concetto debba essere piuttosto “piccolo è faticoso ma entusiasmante”. Malgrado le notevoli difficoltà quotidiane (di accesso ai canali distributivi, di credito, di visibilità, di imposizione fiscale…), i nostri numeri sono in aumento: per questo lo slogan di questa terza edizione della Fiera “Salviamo le idee” non costituisce un grido di sgomento ma un segnale di orgoglio. E questa Fiera, caso unico in Europa di attenzione ai piccoli editori, continua a testimoniare questa vitalità del settore”. “L’editoria presente in questa nostra Fiera – ha chiarito il presidente degli editori, Federico Motta - ha gli stessi connotati di creatività, intuito, sensibilità culturale, capacità di anticipare le tendenze di mercato di quella di maggiori dimensioni. Parlare di questa editoria equivale a parlare di tutta l’editoria. Lo slogan Più libri, più liberi sintetizza perfettamente questo concetto: l’altissimo numero di editori che espongono qui la loro produzione (oltre 300 ndr) avvalora l’idea che quante più intelligenze imprenditoriali esplorano il mercato, tanti più autori possono essere valorizzati e diffusi e tante più sfaccettature del nostro paese possono essere raggiunte con proposte editoriali anche molto mirate”. Un’occasione per valorizzare questa produzione verrà anche da “Torino capitale mondiale del libro per il 2006”: “Si tratta di un grande riconoscimento all’Italia – ha confermato Giovanni Puglisi, comparatista, Presidente della Commissione Nazionale Italiana dell'Unesco e rettore della Iulm - di Milano – Questa designazione, ottenuta da Torino in collaborazione con la Città di Roma, costituisce una grande opportunità di internazionalizzazione della nostra produzione editoriale”. Non solo. “I piccoli editori – ha concluso Domenico De Masi, sociologo, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università "La Sapienza" di Roma – sono “sensori della cultura” e una delle poche “università invisibili” davvero funzionanti in Italia”. Le cifre - Nel 2003 sono aumentate le piccole e medie case editrici: le aziende che pubblicano da 11 a 49 titoli sono diventate 986 (+12,0% rispetto al 2001), quelle con una produzione compresa tra i 5 e 10 titoli sono diventate 773 (+18,9% rispetto al 2001): complessivamente si è passati dalle 1.530 del 2001 alle 1.759 del 2003. Una su tre si trova al Centro Italia (32%), seguita dalla collocazione nel Nord Ovest (31%) e nel Nord Est (20%). Solo il 16,5% si trova al Sud e nelle Isole. Cresce la produzione, diminuisce però la tiratura (-3,5% rispetto al 2000). Dove vendono? Per l’86% in libreria, per il 5% nella grande distribuzione organizzata. In crescita invece il canale Internet e l’export dei libri (la sintesi dell’indagine è in allegato).
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