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Notiziario Marketpress di Venerdì 10 Dicembre 2004
 
   
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  IL MESSICO SI PREPARA A VIVERE IL SUO NATALE SPECIALE  
   
  Dalla notte del 16 dicembre hanno inizio i festeggiamenti! Le Posadas, le Piñatas, le Aguinaldos… e altri rituali diffondono allegria e magia nelle case dei messicani. Il Natale in Messico ha delle caratteristiche differenti rispetto a tutti gli altri paesi del mondo. Inoltre, le tracce e i residui delle culture preispaniche e la fusione delle tradizioni indigene con quelle spagnole hanno dato vita a costumi e tradizioni assolutamente particolari. Le Posadas, le Piñatas, le Nacimientos o Pastorelas son solo alcune delle varie usanze tipiche di questo Paese legate a questa festività. La celebrazione del Natale in Messico comincia il 16 dicembre. Da questa data fino al 24 dicembre, molte famiglie messicane celebrano piccole feste notturne chiamate Posadas. Nove magici giorni si protraggono fino alla vigilia di Natale e commemorano il vagare di Giuseppe e Maria nella città di Betlemme, questo è il momento in cui i due trovarono finalmente benevolenza e riparo. Al giorno d’oggi le famiglie si incontrano sull’uscio di casa: uno dei componenti sta fuori, l’altro all’interno. Nell’arco di brevissimo tempo la porta di casa si apre, si dà il benvenuto a chi è rimasto in strada e tutti insieme intonano una breve canzone. Alcune famiglie fanno visita ai bimbi e agli adolescenti interpretando con questo gesto il ruolo di Giuseppe e di Maria durante il pellegrinaggio. Nel corso della posada i componenti della famiglia cantano, ballano, cominciano a fischiettare, lanciando stelle filanti, accendendo stelline iridescenti e candele. All’interno della casa invece, il protagonista indiscusso è il nacimiento (il presepe): rappresentato con fantastiche immagini di terracotta di Gesù bambino, della Vergine Maria, e di San Giuseppe posizionati vicino agli animali, ai Re Magi e ai loro pastori; il tutto illuminato da luci meravigliose. In cosa consiste? Nelle aree pubbliche nonché nelle chiese e nelle case, si allestiscono scene con figure (grandi o piccole) di ceramica.  Le Posadas si celebrano in quasi tutto il paese. Nelle regioni più tradizionaliste del Messico, si festeggiano in diversi quartieri: una parte del gruppo interpreta i pellegrini e l’altra parte i padroni di casa. Questo percorso si svolge  per le strade, chiedendo ospitalità in due e tre case fino a che non si arriva a destinazione. I pranzi tipici delle feste natalizie propongono tacchino ripieno con le mandorle, filetto di carne e pesce secco, inoltre, è usanza degustare tamales, romeritos, frittelle fatte in casa, pozole e ponche di frutta dicembrina. Nella maggior parte dei focolari, prima della cena si usa degustare il gustoso e tradizionale ponche, una bevanda servita calda con tejocote, zucchero di canna, cannella e uva secca. Durante la notte del 24 dicembre le famiglie messicane si riuniscono con amici e parenti per l’ultima Posada, che si festeggia prima delle undici e mezza di notte. Allo scoccare della mezzanotte, a Posada finita, ci si riunisce intorno a Gesù bambino, si intonano le melodie del Natale (villancicos) e si prega. Nella maggior parte delle case in Messico, dopo aver celebrato la posada, si usa rompere la Piñata: una pentola di terracotta o di cartone piena di arachidi, arance, mandarini, canna da zucchero, dolci, jícamas e tejocotes. Il recipiente viene ricoperto con carta china e con del cartone. Per rompere la piñata si sceglie una persona, che bendata e provvista di bastone, gira tre volte su stessa e con i suggerimenti delle altre oersone arriva a colpirla l’oggetto fino a romperlo. Spesso, esistono sia piñata per i bambini sia per gli adulti. La Piñata rappresenta il peccato, la persona bendata che la colpisce con il bastone simbolizza la fede intoccabile. D’altra parte, il contenuto della Piñata rappresenta tutte quelle benedizioni che si concedono a chi si libera dai peccati. Dopo aver rotto la Piñata ci si dedica immediatamente agli Aguinaldos (piccole offerte di denaro per i bambini), piccoli sacchetti ricchi di dolci e arachidi. Essi sono servite dalla persona che, durante il percorso, ha guidato i pellegrini. La letteratura e l’ingegno dei messicani si manifestano nella loro forma migliore proprio durante queste feste. Alcuni gruppi di giovani attori di teatro realizzano e mettono in scena piccole opere sulle Pastorelas, in cui si narrano, in tono ironico, gli avvenimenti che accadono durante la notte di Natale. Le Pastorelas hanno origine dal teatro europeo medioevale. Dalla Spagna arrivarono in Messico, grazie alla diffusione dei racconti sfruttati come metodo didattico per la diffusione della religione agli indigeni. Anche se in un primo momento erano evangelizzatori, successivamente si convertirono alle usanze popolari, ricche di canti e musiche tradizionali di questa regione. Dall’altra parte, la rappresentazione della Nascita di Gesù, con la Vergine Maria, San Giuseppe, i pastori, gli angeli, l’asino, il bue e il presepe si celebrano insieme alla ricorrenza dei primi missionari. Lo stile messicano è evidenziato nell’elaborazione della destrezza artigianale. L’evoluzione e la maestosità di questi presepi, così come le particolarità di queste regioni, hanno fatto sì che attualmente, venga considerata una vera e propria arte popolare. In occasione dell’Anno Nuovo, in Messico, alle 12 del 31 dicembre si brinda e festeggia, degustando l’uva per ogni mese dell’anno che sta per iniziare. È poi tradizione esprimere un desiderio per ogni chicco d’uva che si assaggia. Inoltre l’inizio del nuovo anno è ricco di molte superstizioni, quali: indossare indumenti intimi rossi e nuovi per avere fortuna in amore, pulire la casa anche all’esterno per allontanare le vibrazioni negative, nascondere del denaro nelle scarpe come buon augurio, preparare le valigie e fare un giro in strada per viaggiare durante l’anno che verrà, ecc. Inoltre, si usa recarsi a messa il primo giorno dell’anno nuovo per ringraziare del buono e del bello accaduto durante l’anno passato e per pregare affinché il nuovo anno riservi tanta fortuna. A differenza del Natale, questa festività non è da viversi in famiglia ed è costume festeggiare l’ultimo dell’anno nei ristoranti e nei locali insieme ai proprio amici. La Notte dei ravanelli ad Oaxaca: un’usanza molto speciale! La notte delle rape o dei ravanelli è una tradizionale festa di grande fama popolare che ha luogo il 23 dicembre nella ridente cittadina di Oaxaca. Tutti gli ortolani e fiorai gareggiano nella composizione di speciali confezioni fatte di ravanelli, fiori secchi, sempre verdi e totomoxtle (la foglia che copre l’elote). Le composizioni degli artigiani si ispirano alle immagini del Natale e della nascita, alla processione dei Re Magi e alle tradizioni Oaxaqueñas, quali: La feste della Vergine Solitaria, il Giorno dei Morti, le sue origini storiche, i balli, etc. La festa dura appena un’ora, ma raduna tutti gli abitanti della città nella Piazza della Costituzione per assistere e ammirare le creative opere realizzate in questo concorso annuale. Dei vari festeggiamenti natalizi, questa è la più tradizionale e sentita dai cittadini di Oaxaca. Infolink: www.visitmexico.com  
     
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