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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Dicembre 2004
 
   
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  THE WALL STREET JOURNAL EUROPE: L’86% DEGLI ITALIANI CREDE IN UN DIO PUBBLICATI I RISULTATI DELLA PRIMA INDAGINE CONDOTTA DA GFK CUSTOM RESEARCH WORLDWIDE PER THE WALL STREET JOURNAL EUROPE SU ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI RELIGIOSI  
   
  Milano, 13 dicembre 2004 – Uno dei dati più evidenti della prima “Religion Survey”, che ha coinvolto più di 21.000 persone provenienti da 21 paesi tra Europa, Turchia, Russia e Stati Uniti, è rappresentato dal fatto che l’86% degli italiani si identifica con una particolare religione, e solo la Romania (97%), la Turchia (95%), la Grecia e la Polonia (89%) registrano più credenti del nostro Paese. La media dell’Europa Occidentale è pari al 68%, lo Stato meno religioso è la Repubblica Ceca dove solo 30 intervistati su 100 hanno dato risposta positiva. Tra i credenti italiani intervistati il 98% si dichiara cattolico, l’1% buddista e l’1% risponde “altro”. 31 su 100 frequentano le celebrazioni religiose una volta alla settimana, 20 su 100 una o due volta al mese, il 18% quasi mai e il 15% frequenta da una a quattro volte all’anno. In Europa Occidentale i cattolici (60%) sono seguiti dai protestanti (25%) e ortodossi (6%) che raggiungono il 34% in Europa Centrale e il 90% in Russia. Negli Stati Uniti il 57% si dichiara protestante, il 26% cattolico e il 10% dichiara di seguire altre religioni. Il 100% dei turchi credenti (95% della popolazione) si dichiara musulmano e il 50% frequenta le celebrazioni più di una volta alla settimana; il 50% degli svedesi invece non partecipa quasi mai. In quasi tutti i Paesi la maggior parte degli intervistati sostiene comunque di credere in un dio, un’entità soprannaturale e creatrice (ma non inteso come “Natura” in generale). In Italia ne è convinto l’86%, in Europa (Occidentale e Centrale) il 70%, negli Stati Uniti l’86% e in Turchia il 96%. Chiude di nuovo la Repubblica Ceca con il 32%. Alla domanda “Lei pensa che negli ultimi cinque anni si sia verificato un cambiamento nel livello di antisemitismo nel suo Paese?”, 31 italiani su 100 non hanno notato mutamenti, la stessa percentuale di intervistati percepisce una maggior intensità – più o meno accentuata - del fenomeno, mentre 15 su 100 credono sia diminuito. Il dato più alto lo fa registrare il Belgio dove il 52% dei cittadini considera aumentato questo fenomeno. Per quanto riguarda l’atteggiamento verso i musulmani che vivono nella società europea, il 44% degli italiani pensa che ci sia molta o abbastanza “disapprovazione” nei loro confronti e il 26% crede ce ne sia poca. L’atteggiamento “negativo” è percepito soprattutto in Svezia (75%), Olanda (72%), Svizzera e Danimarca (67%). Analizzando la realtà italiana emerge che più donne che uomini credono in Dio (89% contro 80%) e partecipano alle celebrazioni settimanali (36% contro 26%); non vi sono differenze significative tra chi vive in città e chi abita nelle zone rurali; l’atteggiamento di “disapprovazione” nei confronti dei musulmani emerge maggiormente negli appartenenti al ceto medio. L’unico punto su cui tutti concordano è il fatto che la religione è molto legata all’età: in tutti i Paesi presi in considerazione gli ultra-cinquantenni credono più degli under 30. Tutti i dettagli dell’indagine sono pubblicati nell’odierna edizione di The Wall Street Journal Europe, nello speciale sulla religione del Personal Journal. I risultati sono inoltre disponibili sul sito www.Wsj.com  
     
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