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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Dicembre 2004
 
   
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  PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI – NELLE LIBRERIE RELIGIOSE? SEMPRE PIÙ LIBRI PRODOTTI DA EDITORI LAICI. TRANNE I LIBRI INERENTI LA BIBBIA, CHE RESTANO “IL PEZZO FORTE” DEGLI EDITORI RELIGIOSI  
   
  Roma, 13 dicembre 2004 - Nella libreria religiosa? Entrano sempre più libri di saggistica religiosa, certo, ma prodotti da editori laici. Cambiano i processi e cambiano le cifre, come dimostrato nel corso del Convegno Editoria religiosa: le nuove sfide, organizzato da Aie e da Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani) oggi, 10 dicembre, nell’ambito della Fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi”. “Sembra che gli editori laici siano sempre più interessati a spingere la loro produzione verso i titoli religiosi, anche se in maniera non sistematica – ha spiegato Giovanni Peresson dell’Ufficio studi dell’Aie -. Lo dimostra un punto di osservazione diverso, quello di un libraio, Enzo Pagani della Libreria La Buona Stampa di Bergamo, che ha analizzato in modo metodologicamente serio i titoli entrati nella sua libreria tra gennaio e novembre 2004 e che, pur in piccolo, evidenziano le nuove sfide con cui l’editoria religiosa dovrà confrontarsi”. L’analisi - I dati riguardano la saggistica di argomento religioso (escludendo la catechesi, la liturgia, il testo devozionale e di preghiera). Cosa ne esce? Il 24% dei testi di argomento teologico (uno su quattro dei titoli entrati in libreria tra gennaio e novembre 2004) è di editori laici. Si concentrano in particolare su temi come la Storia della Chiesa (19% dei titoli di editori laici) e le religioni (27% dei titoli – esclusi i testi inerenti all’Islam con interesse più politico). E chi sono gli autori? Per i titoli degli editori religiosi prevale la figura del teologo mentre per l’altro segmento sono gli autori di ricerca laica ad essere in maggioranza (di questi titoli, il 30% fa capo alle due sigle Mondadori e Rizzoli). Singolare anche che gli autori del 33% dei titoli prodotti da editori laici siano gli stessi che troviamo nella produzione degli editori religiosi. La sensazione è che esista una rincorsa a sottrarsi gli autori nei due segmenti. “Insomma l’interesse c’è ed è un dato di fatto – continua Peresson, sulla base della ricerca di Pagani – L’editoria laica pubblica non più con intenzioni anti-religiose o anti-cattoliche ma per vendere a lettori interessati alle tematiche religiose, che investono sempre più frequentemente la quotidianità (dalla storia alla politica, fino alla famiglia), pur con un approccio più parziale, limitato a singoli aspetti del fenomeno religioso. All’editore religioso continua invece a fare capo una visione sintetica, più legata al cuore dell’esperienza religiosa”. Una curiosità: i testi inerenti la Bibbia restano “un pezzo forte” dell’editoria religiosa e non di quella laica. Sarà pure un longseller (un bestseller di lunga durata) ma, a giudicare dai numeri (l’editoria religiosa copre questa linea per il 93% della produzione), riscuote una scarsa presenza produttiva degli editori laici. La ricerca evidenzia alcune delle grandi sfide per il futuro: “Tra queste – ha sottolineato Pierluigi Cabri della Uelci - quelle della visibilità e della comunicazione dell’editoria religiosa. Per questo verrà firmata in questi giorni la costituzione di un consorzio per rendere concreto il progetto di un portale internet dedicato all’editoria cattolica”.  
     
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