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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 15 Dicembre 2004
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DAL 19 GENNAIO AL 2 APRILE 2005 IN PROGRAMMA LA MOSTRA NUOVA OGGETTIVITÀ |
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Milano, 15 dicembre 2004 - Sono passati più di trent’anni da quando, al numero 5 di via Lanzone, la Compagnia del Disegno, apriva il suo spazio con la mostra Nuova Oggettività. La nuova sede in via Santa Maria Valle 5, sarà inaugurata il prossimo gennaio con lo stesso progetto espositivo; una sorta di collegamento con la storia della galleria, riprendendo il discorso sul movimento neorealista tedesco che si sviluppò in un periodo di crisi, a seguito della fine della prima guerra mondiale e della crescente inflazione economica, e che nacque a Mannheim per diffondersi nelle maggiori città della Germania. Dal 19 gennaio al 2 aprile 2005, saranno le opere di Otto Dix, George Grosz, Rudolf Schlichter, Christian Schad, Franz Radziwill, Karl Hubbuch, Lea Grundig e Hans Grundig, Volker Böhringer, Christoph Voll, Carl Grossberg a testimoniare la continuità con il lavoro del passato. In quest’ottica, sarà realizzato il catalogo a corredo della iniziativa che oltre alle quaranta opere esposte, riporterà come introduzione a ogni autore, un testo di riferimento firmato da protagonisti della critica d’arte quali Franco Fortini, Cesare Garboli, Roberto Tassi, Giovanni Testori, Emilio Bertonati, Mario De Micheli, Hans Kinkel. Il termine Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) viene utilizzato per la prima volta nel 1925 dal direttore del museo di Mannheim, G. F. Hartlaub, in occasione della mostra da lui dedicata a un gruppo di artisti tedeschi che, ponendosi in antitesi rispetto all'idealismo simbolico dell'Espressionismo, si pongono davanti al mondo e alla società, in modo del tutto oggettivo, senza sovrastrutture ideali. È una posizione che non si propone però come "realista" in senso tradizionale, mantenendo infatti alcuni elementi espressionistici quali una forte componente drammatica ed emozionale, un senso di cinismo e una valenza di disincantata visione della realtà in cui la resa dei particolari è esasperata e accentuata dalla loro brutale rappresentazione. Una simile descrizione, resa ancora più raggelata dalla mancanza di qualunque componente emotiva, che si può ritrovare a distanza di diversi decenni nell'Iperrealismo statunitense. Per informazioni: tel. 02.86463510 – 02.8053374
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