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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2004
 
   
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  UE-TURCHIA: SÌ ALL'APERTURA DEI NEGOZIATI, MA SENZA GARANZIE SULL'ESITO FINALE  
   
  Bruxelles, 16 dicembre 2004 - Qualora siano riunite una serie di condizioni, il Consiglio europeo dovrebbe «aprire senza indebiti ritardi i negoziati con la Turchia». In particolare, nella prima fase dei negoziati si dovrebbe dare la priorità alla piena attuazione dei criteri politici; prima dell'inizio dei negoziati, devono essere adottati ancora sei importanti testi legislativi; deve essere efficace la piena operatività di tutti i meccanismi previsti dalla Commissione per garantire un controllo ravvicinato, un intenso dialogo politico e, se necessario, un'eventuale sospensione dei negoziati. La capacità di assimilazione dell'Unione europea deve essere considerata quale parte dei criteri di Copenaghen. Questo è il messaggio principale della relazione di Camiel Eurlings (Ppe, Nl), adottata a scrutinio segreto dal Parlamento europeo con 407 voti favorevoli, 262 contrari e 29 astensioni. Peraltro, «l'apertura dei negoziati rappresenterà il punto di avvio di un processo di lunga durata che per sua vera natura è un processo aperto e non porta "a priori" e automaticamente all'adesione» e comunque «la realizzazione di questa ambizione dipende dagli sforzi di entrambe le parti». In ogni caso, i negoziati non potranno concludersi prima della definizione delle prospettive finanziarie per il periodo dal 2014 in poi. L'idea di offrire alla Turchia una partnership privilegiata, nel caso in cui non riuscisse a adeguarsi ai criteri di Copenaghen, è stata scartata dall'Aula a scrutinio segreto, con 259 voti favorevoli e 415 contrari. L'aula si compiace del processo di riforma politica della Turchia e dei cambiamenti costituzionali e legislativi entrati in vigore in questo Paese, «ma ritiene che le autorità turche debbano ancora adottare e applicare ulteriori riforme e attuare le riforme attuali per rispettare i criteri politici». I deputati si compiacciono delle impressionanti iniziative prese dalle autorità turche per effettuare una sostanziale convergenza legislativa e istituzionale verso i criteri europei, dei positivi sviluppi dell'economia turca e «della continua e forte volontà politica e motivazione dimostrate dal governo turco e dalla grande maggioranza dei rappresenti eletti dal popolo turco per avvicinarsi all'Unione europea». Il Parlamento constata però la persistenza di una serie di problemi, relativi ai diritti delle minoranze, le libertà religiose, i diritti sindacali, i diritti delle donne, il ruolo delle Forze armate nella vita politica del Paese, la questione di Cipro e le relazioni con l'Armenia. I deputati valutano positivamente anche il rilascio di Leyla Zana e dei suoi colleghi dell'ex-Partito democratico Dep, per i quali viene chiesto «un processo equo e paritario», e chiedono la liberazione immediata di tutte le persone detenute che sono state condannate per l'espressione non violenta delle loro opinioni. Essi apprezzano altresì il fatto che il Governo turco abbia introdotto modifiche giuridiche che consentono a centri linguistici privati di offrire corsi in madrelingue diverse da quella turca e di aprire stazioni che trasmettono in altre lingue. I parlamentari rivolgono un vigoroso invito alla Turchia affinché estenda le suddette modifiche all'istruzione e alle trasmissioni di minoranze non musulmane. L'aula «invita le autorità turche a attuare pienamente un'impostazione di tolleranza zero a tutti i livelli e sotto tutti gli aspetti per la totale abolizione della tortura, visto che vengono ancora notificati casi di questo tipo sia a enti governativi turchi sia alle organizzazioni dei diritti dell'uomo e che l'impostazione di tolleranza zero non è praticata a sufficienza». I deputati invitano le autorità turche a proseguire con energia la loro lotta contro la corruzione, «che ancora incide seriamente sulla vita economica, politica e sociale». I parlamentari ribadiscono la loro preoccupazione per il fatto che la violenza domestica e altre forme di violenza contro le donne sono ancora diffuse, soprattutto nelle zone rurali e meno sviluppate del paese e sollecitano le autorità turche «a dare piena protezione legale e giuridica nonché aiuti economici alle vittime e a creare ricoveri e strutture simili». Sul piano internazionale, la Turchia è invitata a intrattenere buone relazioni di vicinato e ad astenersi da minacce e da attività militari suscettibili di creare tensioni. I deputati auspicano che essa prosegua i suoi sforzi di riconciliazione con l'Armenia e riapra appena possibile la frontiera con questo Paese. L'aula «invita la Turchia a promuovere il processo di riconciliazione con il popolo armeno, riconoscendo il genocidio perpetrato contro di esso» e chiede alla Commissione e al Consiglio di esigere dalle autorità turche il suddetto riconoscimento. Ma è soprattutto su Cipro che i parlamentari si attendono i maggiori sforzi da parte delle autorità turche. Pur rispettando la volontà della comunità cipriota greca - che ha detto no al referendum sulla riunificazione - i deputati si rammaricano che non si sia pervenuti ad una soluzione ed esortano le autorità turche a mantenere il loro atteggiamento costruttivo per trovare una soluzione equa da negoziare sulla base del piano Annan e dei principi che sono alla base dell'Unione. Essi considerano che il rapido ritiro delle forze turche «costituisca un necessario ed indispensabile passo avanti sulla strada di un ulteriore allentamento della tensione, di una ripresa del dialogo tra le parti e della preparazione di una soluzione durevole» e che l'apertura dei negoziati comporta il riconoscimento di Cipro da parte della Turchia.  
     
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