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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2004
 
   
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  UN RAPPORTO DELL'UE ESAMINA LE ATTIVITA INNOVATIVE NEL SETTORE FARMACEUTICO  
   
  Bruxelles, 16 dicembre 2004 - Se vuole competere con Giappone e Usa come sede per attivita farmaceutiche innovative, l'Ue deve affinare il processo normativo e offrire alle aziende farmaceutiche un piu rapido accesso al mercato, afferma un recente rapporto. Lo studio, ordinato dalla Commissione europea dopo aver constatato che le richieste di autorizzazioni alla commercializzazione si erano ridotte nel 2002 e 2003, suggerisce ai responsabili politici dell'Ue di aumentare gl'incentivi all'innovazione introducendo un periodo armonizzato di dieci anni di esclusivita per i nuovi farmaci e una maggiore liberta di prezzi. Tra il 1999 e il 2003, le autorita normative dell'Ue hanno registrato una sensibile caduta delle richieste di approvazione di nuovi farmaci (da 27 a 17) e un calo delle richieste di autorizzazioni alla commercializzazione di nuove sostanze attive. Tuttavia, secondo il documento preparato dalla Charles River Associates, 'il recente declino [non] riflette una crisi dell'innovazione [...] e nei prossimi due anni si assistera a un graduale aumento delle autorizzazioni alla commercializzazione'. L'analisi si basa sulla valutazione delle 'filiere' di nuovi farmaci attualmente testati per l'uso. Il rapporto avverte nondimeno che la crisi si deve al fatto che 'il numero di nuovi prodotti non e aumentato, mentre il livello globale di risorse investite e drasticamente aumentato'. Alla base dell'aumento dei costi per sviluppare nuovi farmaci, c'e la loro maggiore complessita e la necessita di condurre piu trial che nel passato. 'Nell'ultimo decennio il costo dello sviluppo clinico e aumentato di cinque volte e il costo reale dello sviluppo preclinico e aumentato del 60%', affermano gli autori. Lo studio continua sostenendo che l'Ue ha perso competitivita nei confronti degli Usa, dove una struttura dei prezzi piu elastica e la possibilita di maggiori profitti ha portato a un cambio di attivita. Anche la crescente importanza dei medicinali generici in paesi quali la Francia o la Spagna, che hanno recentemente introdotto nuove norme per incoraggiare la concorrenza, riduce gl'incentivi ad innovare. 'Incoraggiare i medicinali generici e mantenere costanti i prezzi dei prodotti di marca, o addirittura imporne la riduzione, significa diminuire il ritorno sull'innovazione', ricorda il rapporto, che aggiunge: 'Nel lungo termine una tale situazione riduce gl'incentivi a portare nuovi prodotti sui mercati. Se si vuole incentivare l'innovazione, la propaganda a favore dei medicinali generici dev'essere bilanciata da una particolare attenzione ai prezzi nel periodo brevettuale'. Ridurre il prezzo privilegiato che i prodotti introdotti per primi in una nuova categoria possono applicare in molti paesi europei, portera a 'prezzi terapeutici di riferimento per i prodotti brevettati [che ridurranno] il ritorno sull'innovazione, e quindi gl'incentivi a investire nella R&s ', proseguono gli autori. Al contrario, concedere piu lunghi periodi di protezione dei dati e di esclusivita di mercato ai prodotti esistenti aumentera il ritorno sull'innovazione. Il documenta raccomanda poi due azioni fondamentali: 'Le scienze applicate hanno bisogno di ulteriore sviluppo per allinearsi allo sviluppo della ricerca fondamentale e delle nuove tecnologie', afferma. 'La politica deve concentrarsi sul 'percorso critico' tra ricerca fondamentale e sviluppo del prodotto, e in particolare su attivita come i progetti di trial clinici e lo sviluppo di opportuni bioindicatori'. In secondo luogo il rapporto suggerisce di migliorare la comunicazione tra autorita di autorizzazione e aziende farmaceutiche durante le fasi critiche del processo di sviluppo. Inoltre e necessaria una migliore cooperazione tra le organizzazioni di ricerca pubbliche e private che conducono ricerca fondamentale (universita, istituzioni di ricerca e industria farmaceutica) in modo da superare i sistemi di ricerca parcellizzati. 'I Nih (National Institutes of Health) statunitensi coordinano ricerca pubblica e privata, concentrano finanziamenti, conoscenza scientifica e centri di eccellenza. A livello europeo lo stesso compito potrebbe essere svolto dagl'istituti sanitari virtuali', conclude il documento. Per il testo completo del rapporto: http://pharmacos.Eudra.org/f2/pharmacos/docs/doc2004/nov/eu%20pharma%20innovation_25-11-04.pdf  
     
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