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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Dicembre 2004
 
   
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  LOMBARDIA / CULTURA, STORIA E TRADIZIONE IN ALTA VALTELLINA. UN AMBIENTE UMANO DI STRAORDINARIO INTERESSE, EREDITÀ DI UN PASSATO VIVACE E RICCO DI INFLUENZE DIVERSE  
   
  Le bellezze naturali dell’Alta Valtellina e la qualità della sua proposta turistica sportiva portano spesso a sottovalutare l’abbondanza delle risorse artistiche e culturali della zona. Un’area che è invece estremamente ricca di testimonianze storiche che derivano da un passato vivace, fatto di scambi commerciali, di occupazione straniera e di aspri conflitti a sfondo religioso. Tutti elementi che hanno portato in Valtellina una varietà di stili, influenze e culture che ancora oggi si possono ammirare, disseminate sul territorio. Se il Medioevo, il Rinascimento e il Novecento sono stati i periodi più generosi in questo senso, testimonianze che risalgono addirittura a 4000-5000 anni prima di Cristo sono state rinvenute a Teglio e a Grosio. Un chiaro esempio di cultura preistorica è proprio la Rupe Magna di Grosio, con le sue 5500 incisioni rupestri che per stile ricordano da vicino quelle della Val Camonica. Tutta l’Alta Valtellina offre una grande varietà di case e palazzi nobiliari, edifici religiosi, pubblici e militari, tutti di grande interesse. Particolarmente significativo, tuttavia, è il patrimonio monumentale del centro storico di Bormio: accanto alle abitazioni private in pietra, nascoste in una fitta trama di strade e spesso ornate da stemmi, affreschi o archi fregiati, vi è tutta una serie di edifici pubblici, tra i quali vanno menzionati il Ponte di Combo, la Torre Civica (detta anche “delle Ore” per la sua meridiana dipinta), il Palazzo de Simoni con la sua imponente Torre e la Chiesa di San Vitale, splendida di stucchi e di affreschi: tutte opere risalenti al XIV-XV secolo, come il Kuerc (“coperchio” nel dialetto locale), la struttura coperta da un tetto di ardesia che già all’epoca delle autonomie comunali ospitava le riunioni del Consiglio. Anche le zone circostanti non mancano di spunti di notevole interesse artistico e storico, come il Palazzo Besta di Teglio, vero gioiello dell’umanesimo italiano, e il Santuario della Madonna di Tirano, costruito dopo un’apparizione mariana e da allora costante meta di pellegrinaggi. Le testimonianze della storia e della cultura valtellinese non sopravvivono solo nei monumenti, ma anche nella tradizione di fiere, sagre e manifestazioni che mantengono vivo il ricordo del passato. Il riproporsi di usanze e costumi diventa uno strumento di inestimabile valore per consolidare quello spirito di appartenenza e quel legame con la propria terra di cui la gente valtellinese va giustamente fiera. Non mancano, inoltre, i musei etnografici come quelli di Bormio e Valfurva, nei quali proprio la quotidianità della difficile vita in montagna diventa assoluta protagonista. L’Alta Valtellina è famosa in tutto il mondo anche per un’altra opera d’arte, dai tratti del tutto peculiari: i suoi terrazzamenti. L’area vitivinicola che per circa 40 km va da Ardenno e Tirano è unica per estensione nel panorama alpino ed europeo. Giustamente è stata proposta per l’inserimento nei siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il terrazzamento è un sistema di lavorazione dei versanti montani che, attraverso l’utilizzo di terra di riporto e la costruzione di appositi muri a secco, consente lo sviluppo delle coltivazioni anche su pendii piuttosto ripidi. Un’attività di modellamento che non è solo opera agricola, ma vero e proprio esempio di ingegneria del territorio e che contribuisce in maniera decisiva sia alla protezione e alla manutenzione dell’ambiente, sia alla creazione di un paesaggio antropizzato assolutamente suggestivo. Grazie a condizioni favorevoli per quanto riguarda il clima e il terreno (in termini di esposizione al sole, ventilazione, temperatura) e al paziente e tenace lavoro dell’uomo, l’Alta Valtellina produce vini famosi in tutto il mondo come lo Sforzato, il Sassella o l’Inferno, che vanno ad arricchire una proposta enogastronomica assolutamente particolare: dai vari utilizzi del grano saraceno (pizzoccheri, sciatt, polenta taragna, kiscioi) alla bresaola, ai saporiti formaggi.  
     
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