Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2004
 
   
  Pagina1  
  L’INVECCHIAMENTO DELLA SOCIETÀ E LE CONSEGUENZE PER I MERCATI DI CAPITALE IL MUTAMENTO DEMOGRAFICO: UNA SFIDA CHE POSSIAMO AFFRONTARE LA RISPOSTA DEI PORTAFOGLI INTERNAZIONALI ALL’ASSET MELTDOWN ANALISI DI ULRICH BERZ, ECONOMISTA DI UNION INVESTMENT GMBH  
   
   Milano, 16 dicembre 2004 – Lo sviluppo demografico in Europa pone le varie economie nazionali davanti a sfide impegnative. „L’invecchiamento della popolazione comporterà tendenzialmente standard di vita inferiori, un effetto che tuttavia può essere compensato con l’aumento della percentuale di popolazione attiva e della produttività“, afferma Ulrich Berz, economista responsabile di Union Investment, nel corso di un incontro con la stampa a Milano. Il fenomeno dell’asset meltdown a lungo termine, che molti temono, sarà neutralizzato, secondo Berz, da una crescente internazionalizzazione dei portafogli. Due sono gli elementi su cui Berz fonda la propria tesi, vale a dire uno sviluppo demografico favorevole, in particolare nei paesi in via di sviluppo, e la progressiva globalizzazione. Il mutamento demografico: una sfida che possiamo affrontare Le basse percentuali di natalità degli ultimi decenni comporteranno inevitabilmente una flessione del numero di persone in età lavorativa. Secondo stime delle Nazioni Unite, fra il 2010 e il 2050 la popolazione attiva fra i 16 e i 65 anni di età subirà una diminuzione di quasi il 20%, mentre la popolazione dell’Unione Europea registrerà soltanto una lieve contrazione sino al 2050. „A fronte di un numero di abitanti invariato, il prodotto nazionale sarà realizzato da un numero sempre inferiore di occupati. Si avrà quindi una riduzione del prodotto nazionale pro capite, che si tradurrà in standard di vita inferiori“, sostiene Berz, che tuttavia mette in guardia da scenari apocalittici:Saremo in grado di affrontare con successo le sfide future, fintanto che il mondo della politica, dell’economia e dei servizi finanziari agirà con cautela e sfrutterà in modo efficiente le potenzialità economiche”. Aumentare il tasso di occupazione L’aumento della percentuale di occupati potrebbe compensare parzialmente lo sviluppo demografico negativo. Le misure di sostegno sono costituite in primo luogo dall’innalzamento dell’età pensionabile ma anche, come è già avvenuto in alcuni paesi, dalle riforme del mercato del lavoro, da migliori sostegni alle madri e da una formazione professionale più rigorosa. Il tasso di occupazione in Italia, ad esempio, è soltanto del 55%, in Germania del 67% ca. La capacità produttiva dell’economia nazionale italiana, ma anche tedesca, potrà crescere in misura netta laddove riuscirà ad inserire nel mercato del lavoro un numero sempre maggiore di persone. Non solo gli Usa; ma anche altri paesi europei come la Norvegia, dimostrano che più di tre quarti della popolazione in età lavorativa possono essere occupati in modo efficiente. Un presupposto irrinunciabile: aumentare ulteriormente la produttività La produttività già elevata nonché i relativi tassi di crescita, che negli anni fra il 1995 e il 2000 hanno evidenziato un andamento soddisfacente (Germania, Francia e Paesi Bassi), rappresentano ulteriori presupposti positivi, che fanno ben sperare nella capacità dell’economia europea di affrontare la sfida demografica. Anche l’orario di lavoro offre ulteriori potenzialità. I lavoratori europei lavorano ogni anno 1.550 ore circa, mentre gli americani trascorrono sul posto di lavoro più di 1.800 ore. I portafogli titoli internazionali contro l’asset meltdown La mobilitazione delle potenzialità delle economie nazionali può smussare le sfide demografiche grazie alla crescita della produttività, all’aumento del tasso di occupazione e ad orari di lavoro più lunghi, ma non è in grado di risolvere completamente i problemi futuri. La situazione demografica della zona euro rimarrà favorevole sino al 2010 circa, grazie ad un aumento della percentuale di risparmiatori, ma la capacità di risparmiare diminuirà nettamente negli anni successivi, sino al 2050. Per quanto riguarda i mercati di capitale, gli analisti prevedono quindi il fenomeno dell’asset meltdown a lungo termine legato alla situazione demografica. „Se, una volta in età avanzata, le persone nate in anni ad elevata natalità intendono smobilizzare le proprie riserve e vendere titoli, queste vendite potrebbero mettere sotto pressione i prezzi“, dichiara Berz. Tuttavia Berz ritiene che questa tendenza sarà compensata dall’avanzare della globalizzazione nonché da sviluppi demografici favorevoli, in particolare nei paesi in via di sviluppo: Berz: „Stiamo assistendo all’internazionalizzazione dei mercati dei titoli. Le condizioni istituzionali generali, tuttora ancora molto diverse fra loro, andranno allineandosi, ma rimarranno comunque i rischi di cambio.“ Se ad esempio fra venti o trent’anni un tedesco o un italiano vorrà vendere le proprie azioni od obbligazioni, il compratore potrà essere un azionista estero. Nei prossimi anni assisteremo alla crescita di una generazione sempre più in grado di risparmiare proprio nei paesi in via di sviluppo.“ In questi paesi, la percentuale della generazione di risparmiatori (fra i 35 e i 64 anni di età) rispetto alla popolazione attiva è cresciuta dagli anni '90 dal 30 al 35% ca. E si prevede che raggiungerà il 45% ca. Già nel 2030. Sono quindi numerose le aziende nazionali che non solo sono impegnate attivamente all’estero già oggi, ma in alcuni casi possiedono la maggioranza di proprietà estere. Aggiunge Berz: „Chi tuttavia teme che i mercati di titoli nazionali saranno inondati da prezzi di svendita, potrà rifarsi successivamente impegnandosi in aziende ed obbligazioni estere.“ Una soluzione tanto più ragionevole, in quanto alcune economie nazionali sparse qua e là nel mondo sono in grado di realizzare tassi di crescita superiori a quelli dei paesi europei. Fra gli esempi indicati da Berz: „Per quanto riguarda la Cina, non colpisce soltanto la sua crescita, ma anche il ritmo di sviluppo estremamente rapido dei mercati di capitale, per cui gli investitori esteri hanno la possibilità di scegliere fra un numero crescente di opportunità d’investimento.”  
     
  <<BACK