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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Dicembre 2004
 
   
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  BOTTEGHE ARTIGIANE ROMANE  
   
  Roma, 20 dicembre 2004 - Il Presidente di Arcus, Mario Ciaccia, e il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Lazio, Luciano Marchetti, alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani, venerdì 17 dicembre 2004 alle ore 16.00, nella cornice del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande, hanno presentato "Botteghe Artigiane Romane", progetto di riapertura delle botteghe artigiane e degli spazi espositivi annessi, esistenti nell'antica struttura fin dal Settecento. Sostenuto da Arcus - Società per lo Sviluppo dell'Arte, della Cultura e dello Spettacolo - e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con il Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, la Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche della Cultura, della Comunicazione e dei Sistemi Informativi, la Regione Lazio, la Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e i Sindacati del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Cgil e Cisl), il progetto "Botteghe Artigiane Romane" si pone come obiettivo, oltre alla riapertura delle botteghe artigiane poste nell'ex Istituto Apostolico del San Michele, anche il recupero dell'artigianato tradizionale e il ripristino, sempre nel medesimo complesso, delle sedi di scuole di formazione professionale in arti e mestieri. Il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa inizia la sua storia lunga e complicata nel 1686, su progetto di Carlo Fontana e Mattia de' Rossi, come Istituto Apostolico del San Michele, destinato ad accogliere e rieducare giovani orfani e ragazzi bisognosi, vecchi e zitelle. A tale originaria funzione di ricovero e correzione dei soggetti sociali più deboli, si affianca contemporaneamente quella educativa mediante l'istituzione di Scuole di arti e mestieri e l'avvio di manifatture che godono di grande floridezza fino al 1870. Tra queste, ad esempio, il lanificio, istituito nel 1703, l'arazzeria, risalente al 1710, la fabbrica di seta, la stamperia, la rilegatoria, i laboratori per la lavorazione dei marmi e dei metalli, officine per la formazione di falegnami, calzolai, cappellai e calzettai, laboratori di ricamo, biancheria, sartoria, maglieria ed una Scuola per le arti liberali nella quale insegnano personalità artistiche di rilievo. Le botteghe che si affacciano sul porto di Ripa Grande vengono affittate per attività artigianali e di una in particolare, denominata Taverna Spagnola, abbiamo interessante documentazione grazie al pittore Franz Ludwig Catel che in un suo quadro del 1824, conservato alla pinacoteca di Monaco, la rappresenta con un gruppo di avventori tra cui spiccano personaggi illustri quali Thorvaldsen, Lodovico di Baviera e l'autore stesso. Con l'Unità d'Italia inizia per il San Michele un inevitabile declino dovuto alla cessazione dei benefici papali e alla progressiva chiusura delle scuole d'arti; questa fase si conclude definitivamente nel 1938 con la creazione del nuovo Istituto Romano San Michele a Tormarancia e l'abbandono della vecchia sede. Già nel Settecento e Ottocento, San Michele a Ripa viene considerato in Europa un efficace modello organizzativo di assistenza pubblica e produttiva, in grado di assicurare il ricovero ai bisognosi ma, al contempo, di fornirgli istruzione, un mestiere e, quindi, il minimo necessario per vivere fuori dall'istituto. Il suo esempio come centro di produzione consolida la tendenza nella capitale a trasformare centri di assistenza di proprietà dello Stato in opifici pubblici, con duplice vantaggio sia per gli assistiti che per lo Stato stesso, segnato dalla piaga della mendicità e della stagnazione produttiva artigianale. Adiacenti alla Taverna Spagnola, recentemente restaurata, tre locali ristrutturati in occasione della presentazione del progetto "Botteghe Artigiane Romane" ospiteranno una mostra, che rimarrà aperta fino al 23 dicembre, con esempi di lavorazioni in corso, attrezzature d'epoca e oggetti d'arte, rappresentativa di alcune fra le attività artigianali storicamente alloggiate nel complesso: lavorazione del marmo, doratura, arazzeria e rilegatoria. Antichi arazzi e telai in legno per tessitura o per legatura, cornici argentate o dorate, pialletti, sgorbie e pialle dei primi del Novecento, cuscini, ferri e coltelli per doratura, forbici da legatore, torchi e quant'altro ancora aiuteranno il visitatore a ricostruire idealmente gli ambienti degli antichi laboratori. Per informazioni: tel. 06/5811566; 06/58895274-275  
     
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