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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Dicembre 2004
 
   
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  PABLO PICASSO I LUOGHI E I RITI DEL MITO SALERNO, 18 DICEMBRE 2004 - 13 MARZO 2005  
   
  Salerno, 20 dicembre 2004 - Sabato 18 dicembre è stata inaugurata nel Complesso Monumentale di Santa Sofia di Salerno la mostra Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito. La mostra è stata promossa dal Comune di Salerno, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno, della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Salerno, della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Salerno, Avellino, Benevento, della Fondazione Sighelgaita. L’esposizione attraversa alcuni momenti che hanno caratterizzato l'esperienza del grande artefice dell’arte del Xx secolo: figure, temi legati tra loro da un fil rouge fortemente segnato dalla vivacità del bacino archetipale mediterraneo. È un tracciato espositivo, come negli intenti dei curatori Massimo Bignardi, Maria Lluïsa Borràs e Luigi Fiorletta, che tesse un rapporto dialettico fra storia e contemporaneità, fra i segni della civiltà greca, essenza principale del sostrato immaginativo mediterraneo, e le energie che hanno acceso la creatività del principale interprete del “modernismo”. In mostra circa trecento opere, tra dipinti, disegni, ceramiche, incisioni e fotografie di grandi interpreti, quali Capa, Cartier-bresson, List, Burri, Newman, Mili. Un filo che collega punti immaginari del Mediterraneo picassiano: dai dipinti giovanili realizzati a Malaga e Barcellona a quelli dell’età più matura, dei primi del Novecento, ad alcuni disegni realizzati sotto l’influenza del “viaggio italiano” del 1917, ai dipinti di Antibes dell’immediato secondo dopoguerra, fino ad un ampio repertorio di ceramiche eseguite a Vallauris dal 1947 al 1969. “Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito” s’inserisce in un articolato programma di avvenimenti culturali, che tende a proiettare Salerno alla ribalta nazionale ed internazionale, come del resto è testimoniato dal successo delle mostre dedicate alle opere di Joan Miró e di Andy Warhol. La novità di questa mostra è rappresentata dai dipinti giovanili: sono “perlustrazioni” che lo sguardo dell’artista compie nello spazio dell’umanità, nel tempo della quotidianità, incontrando un repertorio di immagini che farà sue. In mostra, celebri dipinti di paesaggi: tra questi, Marina di Alicante, del 1895, Giardino e Paesaggio urbano, entrambi del 1896, provenienti dal Museo Picasso di Barcellona, Veduta delle terrazze e della chiesa di Santa Maria del Pi a Barcellona, del 1902, un tempo nella collezione di Jaime Sabartés, suo fedele segretario; opere eseguite negli anni di studio all’Accademia, Bambino nudo, del 1896, e Torso di adolescente, del 1897; ritratti, quello della Tía Pepa, del 1895, di Manuele Pallarés, del 1897, di Casagemas nudo, del 1902; interni, tra questi La finestra chiusa, del 1899, e Scena di bordello, del 1900. Un’ulteriore sezione è dedicata al rito, percepito come elaborazione del simbolico ma anche dell’artificio, della magia del volo, cioè di quella forza che trova nell’arte del “toreare” la perfetta chiave per leggere nel profondo dell’immaginario picassiano. La corrida, guardata come rito e liturgia del sacrificio: scena, spettacolo, dramma ed ebbrezza, che esalta l’artista sin da fanciullo. La tauromachia, volutamente posta dai curatori all’inizio del percorso espositivo, accoglie sia la serie di incisioni realizzate da Picasso nel 1957, quali illustrazioni al manuale classico di José Delgado detto Pepe Illo, La Tauromaquia, o arte de torear, pubblicato da Editorial Gustavo Gili a Barcellona nel 1959, sia le incisioni di Goya, in una rara riedizione proveniente dalla collezione della Caja de Ahorros de la Inmaculada di Saragozza. Due postazioni dalle quali guardare il “rito”, poste in rapporto ad una sequenza fotografica di una corrida, eseguita da Francis Català-roca negli anni Quaranta. Il tracciato espositivo si chiude con la celebre Suite Vollard: è un momento che individua il rapporto con il mito classico o, meglio ancora, con il rinnovato interesse per il "classico", nodo importante, questo, dell’esperienza di Picasso. La Suite Vollard raccoglie le 100 incisioni realizzate dal 1930 al 1937, dalle quali affiora, particolarmente in quelle dei primissimi anni Trenta, il dettato di un disegno inteso quale evidenza immaginativa di una suggestione mitologica. La grande serie di incisioni, vulcanico repertorio di iconografie classiche, è posta in relazione con alcuni reperti di cultura greca, vasi, crateri, provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Paestum, nonché da altre aree archeologiche campane, in un percorso, di forte sollecitazione immaginativa, curato con l’apporto scientifico della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Salerno, Avellino e Benevento. Si propone la costruzione di un abbecedario di forme narrative, di cifre immaginative, di un racconto che attraversa le pagine di una stessa storia. Accompagna la mostra un catalogo con Prefazione di Mario De Biase, Sindaco di Salerno, saggi introduttivi di Massimo Bignardi, Maria Lluïsa Borràs, Luigi Fiorletta e contributi storico critici di Joan Gardy Artigas Enrico Crispolti, Domenico De Masi, Giovanni Guardia, Daniela Iorio, Maria Teresa Ocaña, Josep Palau i Fabre, Giuliana Tocco, André Verdet. Biografia e bibliografia di Marco Alfano. La mostra “Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito” è stata resa possibile grazie al contributo e ai prestiti di importanti istituzioni museali (Barcellona, Museu Picasso; Malaga, Fondazione Picasso; Antibes, Musée Picasso; Palma di Maiorca, Museo Es Baluard; Valencia, Collezione Bancaja; Saragozza, Caja de Ahorros de la Inmaculada; Barcellona, Archivio Català-roca; Paestum, Museo Nazionale Archeologico) e di collezionisti privati spagnoli, francesi e italiani. Per Informazioni : numero verde tel. 800454547 – Per prenotazioni: e-mail picasso@comune.Salerno.it  www.Comune.salerno.it  
     
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