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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Dicembre 2004
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PRESENTATO IL RAPPORTO ABI. NEL 2003 È CRESCIUTO DEL 3% IL COSTO UNITARIO DEL PERSONALE BANCARIO IN ITALIA. SELLA; "PER PIÙ EFFICIENZA E COMPETITIVITÀ OCCORRE UN MERCATO DEL LAVORO PIÙ FLESSIBILE E DINAMICO” |
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Roma, 21 dicembre 2004 - Banche italiane a pieno ritmo sui processi di cambiamento organizzativo per aumentare efficienza e competitività. In Italia, nel 2003, il costo medio del personale bancario pro-capite è cresciuto del 3%: più del tasso di inflazione registrato nel corso dell’anno. In aumento anche il rapporto tra costo del personale e costi operativi. Nei prossimi anni, dunque, occorre mantenere una costante attenzione all’efficienza del sistema ed evitare un ulteriore divario a livello europeo. È quanto emerge dal Rapporto Abi 2004 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Roma dal Presidente Maurizio Sella, e giunto alla sua dodicesima edizione. L’analisi si incentra sulle riorganizzazioni aziendali connesse al recupero di competitività degli operatori e fa il punto sui principali aspetti di gestione delle risorse umane e sulle dinamiche del costo del lavoro. Le banche italiane – si legge nel Rapporto – registrano una redditività inferiore a quella di istituti di altri Paesi. Pesa principalmente un maggiore costo medio unitario del lavoro che in Italia si attesta sui 63.000 euro rispetto ai 60.000 della media europea e ai 42.000 della Gran Bretagna. Differenza che si conferma anche nel peso del costo del personale sul totale dei costi operativi che risulta particolarmente elevato e pari ad oltre il 64% rispetto al 57% per le concorrenti europee e al 49% per le banche della Gran Bretagna. “L’impulso della concorrenza e delle privatizzazioni degli ultimi anni – ha affermato Maurizio Sella – ha favorito per il sistema bancario italiano significativi progressi nella dimensione media delle imprese e nella gamma di servizi offerti. L’efficienza è aumentata, si evolve il mercato della raccolta e degli impieghi, ma deve continuare l’impegno per la razionalizzazione dei costi. Allo stesso tempo è fondamentale un mercato del lavoro efficiente e dinamico, regolato da norme chiare e flessibili che contribuiscano al rilancio della competitività italiana. Con la riforma Biagi si sono comunque fatti importanti passi avanti”. Anche sul fronte previdenziale – prosegue il Rapporto – è indispensabile che i processi di riforma in atto, con l’innalzamento dei requisiti pensionistici, garantiscano la piena funzionalità del ‘Fondo di solidarietà del credito’, strumento indispensabile per gestire efficacemente le riduzioni del personale senza carichi per la collettività. Occorre pertanto evitare riflessi negativi in termini di maggiori oneri per le aziende che utilizzano le prestazioni del Fondo. Buone prospettive per il personale femminile: le banche italiane si collocano ai primi posti nel soddisfare la domanda di lavoro senza alcuna differenza con i colleghi uomini. Nel corso del 2003, infatti, le donne occupate sono pari a circa il 38% dell’organico di settore per una differenza complessiva, dunque, con il personale maschile di 24 punti percentuali (62%); un divario che va via via riducendosi e che tra il 1997 e il 2003 registra una diminuzione di ben 14 punti percentuali. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti anche: Tommaso Cartone, Presidente Banca Antoniana Popolare Veneta; Michele Tiraboschi, Direttore Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” – “Università di Modena e Reggio Emilia”; Luigi Prosperetti, Ordinario di Economia industriale “Università degli Studi”, Milano – Bicocca; Giancarlo Durante, Direttore Centrale Abi, Responsabile Area Sindacale e del Lavoro.
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