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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Dicembre 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  NELLA TENUTA DI CASTEL SCHWANBURG, UNA DELLE CANTINE PRIVATE PIÙ PRESTIGIOSE DELL’ALTO ADIGE, SI COLTIVA DA PIÙ DI UN SECOLO IL CABERNET SAUVIGNON, VITIGNO BORDOLESE CHE NEL TERROIR ALTOATESINO TROVA PRECIPUE, ECCELLENTI CARATTERISTICHE  
   
  L’associazione Italiana Sommeliers ha premiato anche quest’anno il vino principe di Castel Schwanburg, quel Cabernet Sauvignon che nei vigneti di questa tenuta nobiliare veniva coltivato e vinificato già alla fine dell’Ottocento. Il vitigno bordolese, fino allora pressoché sconosciuto in terra altoatesina, venne infatti impiantato nella tenuta del castello nel 1890 da Rudolph Carli, avo per linea materna dell’attuale proprietario, Dieter Rudolph, che ne ha ereditato non solo la passione per il vino di classe ma anche l’amore per il “Castello del Cigno”. Lo Schloss Schwanburg, eretto tra il 1560 e il 1575, è attualmente una delle più prestigiose aziende agricole e vitivinicole dell’Alto Adige soprattutto per merito di Dieter Rudolph, dentista mancato che si è consacrato all’enologia proprio in virtù di quel Cabernet che in famiglia si produceva a cavallo del secolo. Per carpirne tutti i segreti, fresco di laurea in ingegneria enologica, il giovane Dieter ha fatto il tirocinio presso due fra le cantine più blasonate del mondo, nel cuore della terra del Bordeaux: i Premiers Crus Chateaux Lafite e Mouton-rothschild. Forte di un bagaglio conoscitivo di tale livello, agli inizi degli anni Settanta ha trasportato nella tenuta di Castel Schwanburg la filosofia produttiva appresa presso i grandi di Francia, operando una rivoluzione finalizzata a migliorare la qualità dei vini prodotti in famiglia. Primo in tutta la regione, ha introdotto nella cantina del castello avito – accanto alle grandi botti in rovere che risalgono ai tempi di Maria Teresa d'Austria - i contenitori in acciaio con controllo termico della fermentazione e le barriques per l’affinamento. Il primo Cabernet Sauvignon in “stile bordolese” risale al 1983. Ora nei 27 ettari di vigneto curati come giardini e coltivati con metodi rigorosamente naturali, accanto al Cabernet Sauvignon figurano anche gli altri nobili vitigni bordolesi a bacca rossa, il Cabernet Franc, il Merlot e il Petit Verdot, un tributo alla prestigiosa scuola francese. Il Cabernet Castel Schwanburg Privat è ora il fiore all’occhiello della produzione di Dieter Rudolph, curato al punto che nelle annate mediocri non viene nemmeno imbottigliato. Altro bordolese di prestigio il Geierberg, cuvée di Merlot e Cabernet che figura nell’Annuario 2005 dei migliori vini d’Italia di Luca Maroni.  
     
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