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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Febbraio 2005
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SERRE “SPRAY” BIODEGRADABILI UNA MISCELA DI POLISACCARIDI DERIVATI DA ALGHE, CROSTACEI E RESIDUI DELL’INDUSTRIA CONSERVIERA, CHE SI SOLIDIFICA COME UNA VERNICE |
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Roma, 14 febbraio 2005 - Una spruzzata di polimeri naturali sul terreno sostituirà gli antiestetici teloni di plastica nera usati per la pacciamatura, ossia per evitare che crescano erbe infestanti. La soluzione acquosa messa a punto dal progetto Life “Biocoagri”, coordinato da Mario Malinconico dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr, si solidifica come uno strato di vernice sotto gli occhi dell’agricoltore e una volta utilizzata, può essere rimossa tra le zolle, senza rischio di inquinamento. Tale risultato verrà illustrato nell’ambito della Giornata Tecnologica: “Plasticoltura, innovazione e sostenibilità”, organizzata dall’Associazione italiana di scienza e tecnologia delle macromolecole, che si terrà a Bari, il 12 febbraio, nell’ambito della Fiera del Levante. Al progetto, approvato dalla Comunità Europea nel 2003, partecipano l’Istituto di cibernetica “E. Caianiello” del Cnr, le Università di Napoli, Bari e Osnabrueck in Germania, la società svedese Pss che produce film polimerici per la conservazione dei monumenti. “Già per i piccoli tunnel” spiega Malinconico dell’ Ictp-cnr “stiamo sviluppando, in collaborazione con la società Novamont e alcune Università, pellicole biodegradabili a base di Mater Bi, un polimero composto da amidi. Con il progetto Biocoagri abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sui film per la pacciamatura, cioè su quelle pellicole di colore nero, soprattutto di polietilene (Pe) e copolimeri etilene-vinilacetato (Eva), il cui utilizzo è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Attualmente per una superficie di 100.000 ettari, il consumo annuale è di circa 65.000 tonnellate. Una volta rimosse, queste pellicole sporche e contaminate da diserbanti e fertilizzanti, non sono economicamente appetibili per operazioni di riciclo e per la maggior parte (circa l’80%) vengono abbandonate sul terreno o bruciate in modo incontrollato, con conseguente immissione di sostanze nocive nell’atmosfera e nel suolo”. E qui si inserisce il progetto Biocoagri, nato per promuovere un’agricoltura sostenibile. Tra i suoi risultati, la realizzazione di questa soluzione acquosa composta da polisaccaridi naturali, derivanti da alghe, crostacei, mais, patate, pomodori e, in genere, dai residui dell’industria conserviera, tutti disponibili in milioni di tonnellate l’anno. “Una volta distribuita sul suolo, la componente acquosa della sostanza evapora, mentre i polisaccardi si solidificano in una membrana la cui resistenza varia a seconda delle esigenze dell’agricoltore. Questa può essere colorata di nero, per la pacciamatura, o arricchita di fertilizzanti e diserbanti naturali”. L’applicazione ha già avuto successo nelle colture di pomodori, asparagi, fragole, patate e fiori, su campi pilota allestiti in Svezia, Germania e in Italia. Il materiale ha bassi costi perché si risparmia sulla materia prima e sul processo di trasformazione che, nel nostro caso, avviene direttamente sul terreno. “I risultati” conclude Malinconico “stanno suscitando grande interesse: attualmente abbiamo collaborazioni con le industrie chimiche italiane-Novamont e Valagro, società leader nel settore della produzione di alghe e derivati - e svedesi”. Per informazioni: dr. Mario Malinconico dell’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr, Pozzuoli (Na), tel. 081/8675212, mali@ictp.Cnr.it
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