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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Febbraio 2005
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PRICEWATERHOUSECOOPERS : LO STATO DELL'ARTE DEL MARKET RISK |
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Milano, 15 Febbraio 2005 – Da oltre dieci anni Pricewaterhousecoopers conduce indagini e ricerche di mercato relative alle tematiche di Risk Management a livello nazionale ed internazionale. La crescente sofisticazione degli strumenti finanziari negoziati, l'incremento della volatilità dei mercati, le crisi economiche e finanziarie dei paesi emergenti ed i nuovi scenari di instabilità politica hanno sensibilizzato gli investitori istituzionali di tutto il mondo a dotarsi di strumenti sempre più sofisticati per la gestione e il monitoraggio dei rischi finanziari. L'attenzione degli operatori finanziari nei confronti di queste tematiche ha spinto Pricewaterhousecoopers, in collaborazione con Aifirm, l'Associazione Italiana Financial Risk Management, alla pubblicazione dell'edizione 2004 della survey "Lo stato dell'arte del Market Risk Management in Italia", un'indagine della situazione attuale dei principali Gruppi Bancari italiani nell'ambito della gestione e monitoraggio dei rischi finanziari, con lo scopo di analizzare le macrotendenze strategiche, organizzative, metodologiche ed implementative di questo settore, coniugando i dati di mercato con le esperienze progettuali. In questo contesto sono evidenziati i principali risultati emersi dall'elaborazione dei dati sulla base dei questionari inviati a partire da fine giugno 2003 ai primi 29 Gruppi bancari italiani dove viene proposto di analizzare e confrontare le diverse soluzioni organizzative, metodologiche e applicative in materia di Market Risk Management, Trading e Tesoreria adottate all'interno del panorama bancario italiano. Tali informazioni sono state raccolte tra luglio e ottobre 2003 ed analizzate nel mese novembre 2003. Hanno completato il questionario della survey 18 gruppi bancari. Risk Management - Prevalenza del collocamento della struttura di Risk Management all'interno dell'unità di Pianificazione; Crescente presenza di risorse dal profilo matematico-quantitativo e con specializzazione post-laurea; Var: è utilizzato da tutte le banche coinvolte, talvolta con più approcci contemporaneamente (var/cov, historical o Monte Carlo simulations); il calcolo in alcuni casi è effettuato infraday; Attività di razionalizzazione degli applicativi di Market Risk Management in corso; Focus sull'Alm; Modello interno per i rischi di mercato: 47% del campione ha attivato progetti specifici. Trading e tesoreria - Processo di accentramento delle attività di finanza proprietaria in via di completamento Processo di accentramento delle attività di tesoreria in via di completamento; Costituzione di una unità di Alm operativo; Crescente attenzione verso i sistemi di Transfer Prices; Attività di razionalizzazione degli applicativi di Front Office in corso; Limiti operativi per Trading Book espressi in termini di Var; Limiti operativi per Banking Book non sempre definiti. Sintesi dei risultati- L'interesse degli operatori finanziari verso la gestione e il monitoraggio del rischio di mercato risale ai primi anni '90, quando perdite significative registrate nelle attività di trading da prestigiose banche d'investimento iniziarono a sensibilizzare le istituzioni finanziarie suggerendo loro di dotarsi di adeguati strumenti e strutture organizzative a presidio dei rischi di mercato. Dal primo approccio parametrico proposto da una nota banca d'affari ai fogli elettronici di calcolo del Value at Risk di strada ne è stata fatta molta: approcci non parametrici, valutazione continua della bontà della modellistica (back testing e stress testing), applicativi specifici di Market Risk Management, introduzione di altre misure di rischio (greche, sensitivity, ecc.), strutture organizzative specifiche ed indipendenti dal business, limiti operativi espressi in termini di Var, misurazione delle performance corrette per il rischio (Rapm), sviluppo modellistica per il pricing degli strumenti di trading e di tesoreria, manutenzione funzionale e tecnologica degli applicativi di Risk Management, integrazione dei sistemi di Front Office con quelli di Risk Management, ecc. A livello organizzativo, è stato rilevato che le unità di Risk Management sono strutture indipendenti dal business, nel 52% dei casi collocate all'interno di una struttura più ampia di Pianificazione e Controllo di Gestione, nel 24% dei casi in staff alla Direzione Generale. Nel 12% dei casi è stata rilevata una Shareholder Value Unit che comprend al suo interno non solo le unità di Risk Management e di Pianificazione e Controllo di Gestione ma anche una specifica funzione dedicata all'allocazione e all'ottimizzazione del capitale. Ma oltre a sviluppare strumenti, strutture organizzative e metodologie di misurazione dei rischi di mercato, era necessario disporre di applicativi di position keeping per le attività di Front Office che rappresentassero in maniera univoca la posizione e l'esposizione della banca. Sono stati effettuati grandi investimenti in questo ambito, al punto che oggi le banche disponendo in alcuni casi anche di più di un applicativo sulle stesse aree di operatività stanno procedendo ad una loro razionalizzazione. Il concetto di Value at Risk che fino a qualche anno fa era accessibile solo a pochi e guardato con distacco dagli uomini di business ha oggi ormai assunto un significato comprensibile a tutti: i trader per monitorare la propria esposizione utilizzano il Var, i limiti operativi della maggioranza del campione analizzato si basano sul Var (100% per le attività di Trading Proprietario, 80% per le attività di Market Making), il calcolo del Var è in alcuni casi ripetuto più volte al giorno, i processi di budgeting tengono sempre più in considerazione i rischi assunti sia in ottica di assegnazione degli obiettivi di redditività (risk-adjusted) sia nella definizione di sistemi di rewarding e compensation, il reporting di redditività per il Top Management è integrato da adeguata informativa sui rischi assunti espressi in termini di Var, il 47% delle banche italiane presenti nel campione desidera passare al modello interno per i rischi di mercato ed iniziano ad essere fornite indicazioni di rischio in termini di Var anche alla clientela retail. Il 47% delle banche analizzate ha in programma l'introduzione di un modello interno per la misurazione del rischio di mercato ai fini di vigilanza, con 1'83% delle campione che ha già avviato o intende avviare le attività progettuali entro i prossimi 12 mesi. Ma oltre al rischio di mercato è il rischio tasso di interesse del Banking Book a suscitare l'interesse e l'attenzione degli intermediari finanziari spingendoli a dotarsi di nuovi strumenti idonei al monitoraggio, alla misurazione ma anche alla gestione operativa di questa componente di rischio. La professione del Risk Manager si è evoluta, favorendone l'avvicinamento alle strutture di Front Office sia costituendo propri presidi in Area Finanza, nelle cosiddette unità di Middle Office, o nelle società prodotto dedicate all'assunzione del rischio di mercato (tipicamente banche d'investimento), sia supportando i trader nello sviluppo di modellistica per il pricing (poi condivisa ed implementata negli applicativi di Market Risk Management). A livello di Front Office il processo di fusione ed acquisizione che ha interessato recentemente il panorama bancario italiano ha comportato grandi sforzi per gli istituti di credito in termini di integrazione dei sistemi informativi, delle strutture organizzative e delle modalità di governance e di coordinamento di unità analoghe ma non accentrate; è questo il caso frequente delle attività di trading proprietario, di market making o di tesoreria per le quali è stato rilevato che spesso sono gestite in maniera ancora non integrata ed accentrata tra soggetti giuridici diversi ma appartenenti allo stesso gruppo: solo pochi istituti hanno finora completato questo processo di razionalizzazione. Dall'indagine risulta che il 100% delle unità di Tesoreria svolge attività di trading, il 77% gestisce operativamente l'Alm, 1'85% effettua attività di funding strutturale e tattico ed infine il 92% conclude operazioni in tassi e cambi per la propria clientela retail e corporate. In particolare relativamente alle attività di trading di Tesoreria, si rileva che le banche coinvolte nell'indagine operano sulle aree Money Market con scadenze entro i 18 mesi (100%), in cambi (92%) e in tassi di interesse sul tratto medio-lungo della curva oltre i 18 mesi (77% dei casi).
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